Marco Licinio Crasso
.mw-parser-output .nota-disambigua{clear:both;margin-bottom:.5em;border:1px solid #CCC;padding-left:4px}.mw-parser-output .nota-disambigua i{vertical-align:middle}
Marco Licinio Crasso | |
---|---|
Console della Repubblica romana | |
Testa di Marco Licino Crasso, museo del Louvre. | |
Nome originale | Marcus Licinius Crassus |
Nascita | 114 a.C. / 115 a.C. Roma |
Morte | 53 a.C. Carre |
Figli | Publio Licinio Crasso; Marco Licinio Crasso |
Gens | Licinia |
Padre | Publio Licinio Crasso Dive |
Consolato | 70 a.C. 55 a.C. |
Marco Licinio Crasso (in latino: Marcus Licinius Crassus Dives;[1] IPA 'maːrkus li'kinius 'krasːus 'diːwes; Roma, 114 a.C. o 115 a.C. – Carre, 53 a.C.) è stato un politico e comandante militare della Repubblica romana, esponente della Gens Licinia e figlio del ricco e nobile Publio Licinio Crasso Dive, console nel 97 a.C..
Vincitore di Spartaco, nel 60 a.C. formò il primo triumvirato (alleanza di carattere politico ed economico) con l'optimas Gneo Pompeo Magno e il popolare Gaio Giulio Cesare, poi rinnovato nel 56 a.C. con gli accordi di Lucca, attraverso i quali gli venne riconosciuto il proconsolato in Siria, dove trovò la morte. Infatti, intrapresa un'onerosa campagna militare in Oriente contro i Parti, morì nella battaglia di Carreae. Fu l'uomo più ricco del suo tempo, grazie alla fortuna accumulata con l'acquisto dei beni dei proscritti di Silla (provenienti soprattutto dalle ricchezze appartenute ai Sanniti, da lui contrastati fin dai tempi della battaglia di Porta Collina).Tuttavia, oltre al fatto di essere stato triumviro, non rivestì ruoli di prima importanza a livello politico, pur avendo tentato di affermarsi nell'Urbe mediante la soprammenzionata campagna partica in Oriente del 53 a.C.
Molte delle informazioni riguardanti la sua vita provengono dagli scritti di Cicerone, optimas e suo contemporaneo, e dal greco Plutarco, vissuto in piena età imperiale.
Indice
1 Biografia
1.1 Prime esperienze di vita politica e militare
1.2 Triumvirato
1.3 Disfatta di Carre
2 Note
3 Bibliografia
4 Voci correlate
5 Altri progetti
Biografia |
Prime esperienze di vita politica e militare |
Sfuggito alle persecuzioni di Gaio Mario e Lucio Cornelio Cinna, appoggiò Lucio Cornelio Silla durante la guerra civile (83 - 82 a.C.) contribuendo in maniera decisiva alla vittoria nella battaglia di Porta Collina (82 a.C.) guidando con successo l'ala destra dell'esercito mentre l'ala sinistra comandata personalmente da Silla stava rischiando la sconfitta. In questi anni svolse un'intensa attività di affarista e soprattutto di speculatore di beni immobili. Nel 72 a.C. fu pretore.
Volendo accrescere ancor più la sua popolarità nella vita politica di Roma, nel 71 a.C., Crasso ritenne un ottimo trampolino di lancio politico l'impresa che si preparava a compiere e vale a dire il suo intervento nella terza guerra servile, al comando di otto legioni contro gli schiavi e i gladiatori che si erano ribellati, capeggiati da Spartaco, gladiatore originario della Tracia, nella città di Capua. Con una serie di rapide azioni, al comando di un esercito numeroso e ben addestrato, riuscì in poco tempo a soffocare la rivolta servile, vincendo Spartaco in Lucania.
Dopo aver portato a termine con successo la campagna di repressione della rivolta servile, Marco Licinio Crasso ritenne opportuno costruire un'alleanza insieme a Gneo Pompeo Magno; i due divennero consoli nel 70 a.C. Entrambi, avevano minacciato il Senato di scatenare una guerra civile in caso di mancata elezione al consolato. Marco Licinio Crasso, eletto censore nel 65 a.C. con Quinto Lutazio Catulo, nel 64 a.C. con Gaio Giulio Cesare chiese l'esilio per Lucio Sergio Catilina, al contrario di quello che voleva Marco Tullio Cicerone, favorevole alla pena di morte per i congiurati. Dopo aver revisionato la costituzione di Silla, nel 60 a.C. Crasso, insieme a Pompeo, strinse alleanza con Giulio Cesare, impegnandosi a sostenerlo per l'elezione al consolato nel 59 (cosiddetto primo triumvirato).
Triumvirato |
.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}
La vittoriosa operazione contro Spartaco e il rapporto di amicizia con Cesare, permisero a Crasso di poter emergere nel quadro politico di Roma e di entrare a far parte del famoso primo triumvirato della storia romana e cioè quello stipulato nel 60 a.C. tra Marco Licinio Crasso, Pompeo Magno e Giulio Cesare. Codesto accordo, combinato segretamente, garantiva ai tre contraenti aiuto reciproco contro il senato per ottenere consistenti vantaggi politici. Ognuno dei tre uomini aveva un suo seguito di adepti e di clienti: queste forze, da sole insufficienti, se coalizzate avrebbero garantito al triumvirato un solido predominio.
A seguito di un deterioramento del triumvirato, il quale col passare del tempo aveva visto cedimenti, Cesare decise di convocare Pompeo e Crasso, affinché fosse rinsaldata l'ormai disgregata alleanza.
Nel 56 a.C., infatti i tre alleati riunitisi a Lucca arrivarono ad una conclusione molto importante. In quella sede, si decise la spartizione dei domini di Roma in tre parti che andavano sotto la giurisdizione dei rispettivi tre uomini. Crasso avrebbe ottenuto il governo della Siria, Pompeo quello della penisola iberica e il proconsolato di Cesare in Gallia sarebbe stato prolungato per altri cinque anni.
Disfatta di Carre |
Secondo Plutarco, Crasso quindi pensò di utilizzare la carica di governatore della Siria per rafforzare il suo prestigio di condottiero che, nonostante le imprese compiute sotto il comando di Silla durante la guerra civile in cui aveva vinto una colonna di sanniti ad Antemne, non poteva assolutamente essere paragonato a quello di Cesare e Pompeo. Decise pertanto di intraprendere una spedizione militare, che puntava all'assoggettamento del regno dei Parti, con il quale Roma aveva, da qualche tempo, rapporti difficili.
Deboli nella fanteria, i Parti potevano contare su una temibile cavalleria, composta dai cosiddetti catafratti - cavalleria pesante corazzata - e da arcieri a cavallo: questi ultimi stremavano le forze nemiche con il continuo lancio di frecce, evitando il contatto diretto, colpiva il nemico e fuggiva per ritornare a colpire nuovamente (la "freccia del parto", è proprio la freccia scagliata durante la finta fuga contro il malaccorto inseguitore); infine i catafratti compivano una breve - a causa del peso delle armature la cavalcatura si stancava presto - e devastante carica sulle linee nemiche disordinate.
Crasso difatti, benché avesse un esercito potentissimo, ma mancante di molta cavalleria da poter opporre al nemico,[2] fu sorpreso dalla insolita tattica del nemico e in una pianura della Mesopotamia occidentale, nei pressi della città di Carrhae, nel 53 a.C. fu sconfitto e ucciso.
Si narra che durante la battaglia, suo figlio Publio Licinio Crasso, avendo fallito un attacco al comando di una grossa parte dell'esercito, abbia preferito uccidersi, e un soldato partico gli abbia troncato la testa, infitta poi su un'asta per atterrire i Romani e che i Parti, dopo avere ucciso Crasso (da loro considerato come l'uomo più ricco del mondo), su ordine del loro re Orode gli abbiano versato in bocca dell'oro fuso, dopo aver mozzato la testa al cadavere.
La disfatta di Carre, con quelle di Teutoburgo e di Adrianopoli, rappresenta certamente una delle più drammatiche catastrofi della storia militare di Roma (soprattutto perché furono perse le aquile della legione restituite poi da Fraate IV ad Augusto nel 20 a.C.).
La fine ingloriosa di Crasso causò la rottura dell'equilibrio del triumvirato e aprì la strada verso una nuova guerra civile.
Secondo la rivista statunitense di economia Forbes fu, in assoluto, la persona più ricca della storia romana, con un patrimonio, rivalutato e ricostruito al 2008, che sarebbe ammontato a circa 170 milioni di sesterzi pari a circa 1 miliardo di euro odierni.[3]
Note |
^ Dives sta per "ricco", nelle epigrafi M·LICINIVS·P·F·P·N·CRASSVS·DIVES
^ Luigi Pareti, Storia di Roma, Vol. IV, p. 108, Edizioni UTET, Torino 1955
^ (EN) La persona più ricca della storia romana, Marco Licinio Crasso, su trivia-library.com. URL consultato il 31-05-2010.
Bibliografia |
- A.M. Ward, Marcus Crassus and the Late Roman Republic, Columbia 1977
- L. Fezzi, Il tribuno Clodio, Roma-Bari 2008
- G. Antonelli, Crasso. Il banchiere di Roma, Milano 2000
- A. Garzetti, Scritti di storia repubblicana, 1996
- F. Adcock, Marcus Crassus. Millionaire, Cambridge 1996
- A. Garzetti, M. Licinio Crasso. L'uomo e il politico, in Athenaeum, 19, 1941
- K. Regling, Crassus' Partherkrieg, in Klio, 7, 1907
- R. Flacelière, E. Chambry, Vie de Nicias, in Vies de Plutarque, Les Belles Lettres, Paris, 1972
Voci correlate |
- Primo triumvirato
- Terza guerra servile
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Marco Licinio Crasso
.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}
.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}
Controllo di autorità | VIAF (EN) 13101109 · ISNI (EN) 0000 0001 1932 453X · LCCN (EN) n86028327 · GND (DE) 118670476 · BNF (FR) cb12441809h (data) · CERL cnp01471491 |
---|