Calcio Avellino Società Sportiva Dilettantistica
Calcio Avellino SSD Calcio | ||||
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Lupi, Irpini, Biancoverdi | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Bianco · verde | |||
Simboli | Lupo | |||
Inno | Yellow Submarine instrumental | |||
Dati societari | ||||
Città | Avellino | |||
Nazione | Italia | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | FIGC | |||
Campionato | Serie A | |||
Fondazione | 1912 | |||
Rifondazione | 1940 | |||
Rifondazione | 2009 | |||
Rifondazione | 2018 | |||
Presidente | Claudio Mauriello | |||
Allenatore | Giovanni Bucaro | |||
Stadio | Partenio - Adriano Lombardi (10.210[1] posti) | |||
Sito web | www.avellinossd.it | |||
Palmarès | ||||
Titoli nazionali | 3 Campionati di Serie C/Lega Pro Prima Divisione 2 Campionati di Serie D | |||
Trofei nazionali | 1 Torneo Estivo 1 Supercoppa di Lega di Prima Divisione | |||
Stagione in corso | ||||
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Calcio Avellino Società Sportiva Dilettantistica a r.l.[2], noto semplicemente come Avellino, è una società calcistica italiana fondata il 12-12-1912, con sede nell'omonima città campana.
Nella sua tradizione sportiva, con varie società a seguito di rifondazioni,ha al suo attivo dieci stagioni in Serie A, dove ha militato ininterrottamente dal 1978 al 1988. Vanta la 48ª miglior tradizione sportiva fra i club che hanno militato in Serie A, e occupa il 42º posto nella classifica perpetua dal 1929. I colori sociali sono il bianco e il verde, ha come simbolo il lupo e disputa le gare interne allo stadio Partenio-Lombardi.
Dichiarata fallita nel 2010 dal Tribunale Civile di Avellino[3], è stata radiata dalla Federcalcio l'11 febbraio 2011.[4]
Il 10 luglio 2009 era stata esclusa dai campionati professionistici per decisione della Co.Vi.Soc.[5] ed in seguito a questi eventi, dopo la presentazione di alcune cordate imprenditoriali presso il Comune di Avellino, è nata la società Avellino Calcio.12 Società Sportiva Dilettantistica, che poi dal giugno del 2010 ha assunto la nuova denominazione. Il 15 giugno 2015 la società ha annunciato il ritorno del vecchio logo e della vecchia denominazione "Unione Sportiva Avellino", con l'aggiunta finale del "1912"[6][7]. Nel corso dell'estate 2016 l'Avellino ha avviato un restyling della struttura, installando, tra l'altro, il nuovo manto erboso in erba sintetica.
Il 12 luglio 2018 la Covisoc nega alla società la licenza per il campionato di Serie B 2018-2019[8], decisione poi confermata dai ricorsi alla FIGC[9] e al collegio di garanzia dello sport del CONI[10]. Il 7 agosto 2018 il TAR del Lazio rigetta l'istanza di sospensione cautelare del provvedimento di esclusione della squadra dal campionato cadetto[11], decisione poi confermata dalla sentenza del settembre 2018[12]. A seguito di ciò viene fondata una nuova società denominata ''Calcio Avellino S.S.D.'', iscritta al campionato di Serie D.
Indice
1 Storia
1.1 Dalle origini agli anni 1960
1.2 Dagli anni 1970 agli anni 1990
1.3 Gli anni 2000
1.4 Gli anni 2010
2 Cronistoria
3 Colori e simboli
3.1 Colori
3.2 Simboli ufficiali
3.2.1 Stemma
3.2.2 Inno
3.2.3 Mascotte
4 Strutture
4.1 Stadio
4.2 Centro di allenamento
5 Società
5.1 Organigramma societario
5.2 Sponsor
5.3 Sedi sociali e campi di gioco
5.4 Impegno nel sociale
5.5 Settore giovanile
6 Diffusione nella cultura di massa
7 Allenatori e presidenti
7.1 Allenatori
7.2 Presidenti
8 Calciatori
8.1 Maglie ritirate
8.2 Capitani
8.3 Contributo alle nazionali
9 Palmarès
9.1 Competizioni nazionali
9.2 Competizioni interregionali
9.3 Competizioni giovanili
9.4 Onorificenze
10 Statistiche e record
10.1 Partecipazione ai campionati
10.2 Statistiche individuali
11 Tifoseria
11.1 Storia
11.2 Gemellaggi e rivalità
12 Organico
12.1 Rosa
12.2 Staff tecnico
13 Note
14 Bibliografia
15 Voci correlate
16 Altri progetti
17 Collegamenti esterni
Storia |
Dalle origini agli anni 1960 |
Dopo un'assemblea delle società federali tenutasi il 31 agosto 1912, alla quale partecipa per la prima volta l'Associazione Sportiva Avellinese, nel dicembre del 1912 viene fondata l'Unione Sportiva Avellino[13], che sùbito partecipa ai campionati regionali campani delle serie minori, con una divisa non ancora biancoverde. Il primo presidente è Alfonso Di Marzo Capozzi, proprietario di miniere di zolfo. Nella stagione 1929-30 disputa il campionato di Terza Divisione Campana, scontrandosi con nobili decadute del calcio italiano come il Savoia (che solo pochi anni prima - era il 1924 - aveva sfiorato lo scudetto venendo eliminata solo nella finalissima dal Genoa). L'annata è positiva e, complice il quarto posto nel girone finale campano, la società irpina viene ammessa in Seconda Divisione Campana. Gli irpini continuano a risalire la china, venendo promossi prima in Prima Divisione Campana e poi in Serie C.
A contribuire alla risalita è la decisione della Federazione di ingrandire in maniera spropositata la Serie C, ammettendo più di cento squadre in Terza Serie. Nei primi due anni (1945-46 e 1946-47) la squadra non ha problemi a salvarsi, ma nel terzo anno la permanenza è resa difficile da una riforma dei campionati voluta dalla FIGC per ridurre i gironi della Serie C da 18 a 4; ciò fa sì che nei molti gironi si salvino solo le prime due squadre: l'Avellino fallisce l'obiettivo chiudendo terzo, ma il Caso Napoli gli apre comunque le porte della permanenza in Serie C. Proprio il 23 febbraio 1947 indossa per la prima volta la maglia biancoverde, che da quel derby contro il Benevento non abbandonerà più.
Ottenuto l'ingresso nella Lega Calcio, la squadra viene rinforzata e nel campionato successivo lotta fino all'ultimo per la promozione in un testa a testa con il Catania; gli etnei sembrano avere la meglio sui biancoverdi, quando alla vigilia dell'ultima giornata di campionato (che per il Catania prevedeva un turno di riposo) la giustizia sportiva trasforma il pareggio contro l'Igea Virtus conquistato dai siciliani alla fine del girone di andata in sconfitta a tavolino, a causa del tesseramento irregolare di un giocatore. L'Avellino ne approfitta agganciando in extremis la prima piazza vincendo l'ultima gara interna. Il conseguente spareggio, disputato all'Arena Civica di Milano, vede prevalere gli irpini per 1-0, che così ottennero sul campo la promozione in Serie B, ma i siciliani si rivolsero alla questura di Catania perché indagasse su voci di corruzione accusanti gli irpini. Le indagini diedero ragione ai rossazzurri, ma a questo punto intervenne la Lega Calcio che dichiarò invalido tutto il girone meridionale, in quanto affetto da molteplici irregolarità sia da parte dei corruttori avellinesi, sia da parte dei siciliani per la violazione della clausola compromissoria per aver adito alla questura, sia da parte delle varie squadre corrotte. Contro la deliberazione della Lega, che in pratica cancellava sia le promozioni che le retrocessioni, fece ricorso alla CAF il Catania, che vinse in appello. Ciò comportò quindi la rovina dell'Avellino, che se dalla Lega si era visto sì cancellare la promozione, ma almeno confermare la permanenza in C, dalla CAF si vide declassato a tavolino all'ultimo posto in classifica e retrocesso in Promozione. Anche per i campani, tuttavia, nel 1950 arriverà un'amnistia con il conseguente ripescaggio.
Dagli anni 1970 agli anni 1990 |
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«Questa squadra, l'Avellino, è la più bella realtà del calcio di provincia della storia italiana.» |
(Gianni Brera, La Domenica Sportiva, 1980[14]) |
Mentre la squadra vaga tra la Serie C e la Serie D, l'Unione Sportiva Avellino si trasforma da S.r.l. a S.p.A., precisamente il 5 luglio 1968. Il salto di qualità avviene nella stagione 1972-1973, dove in seguito a un testa a testa con il Lecce, l'Avellino viene promosso in Serie B. Con Antonio Sibilia presidente e Antonio Gianmarinaro allenatore, in questa stagione l'Avellino batte molti record: punteggio finale di 62 punti (fin allora mai ottenuto da nessuna squadra di C), 64 reti segnate, solo 18 reti subite, neanche una sconfitta in casa, dieci vittorie in trasferta, primato di incasso per la Serie C con 47.997.000 lire nella gara casalinga contro il Lecce terminata 1-0 con gol su rigore di Bruno Nobili.
Dopo cinque anni nella serie cadetta, nella stagione 1977/1978 gli irpini riescono ad approdare in Serie A sotto la presidenza dell'imprenditore e politico Arcangelo Iapicca di Mirabella Eclano e la guida tecnica dell'allenatore Paolo Carosi, vincendo all'ultima giornata a Marassi contro la Sampdoria per 1-0, rete di Mario Piga. L'Avellino approda in Serie A e inizia un'era che, da un punto di vista sportivo, darà tanto alla città e alla sconosciuta provincia meridionale.
Negli anni della A si alternano momenti di entusiasmo a soffertissime salvezze. L'Avellino resta in Serie A per dieci stagioni consecutive e raggiunge l'ottavo posto nel 1987, che resterà il miglior piazzamento di sempre.
Nel decennio 1978-1988 l'Avellino si toglie notevoli soddisfazioni battendo squadre del calibro di Juventus, Inter e Milan. Nell'estate del 1986 si aggiudica inoltre il Torneo Estivo, organizzato dalla Lega Calcio tra le dodici squadre di serie A non partecipanti alle semifinali di Coppa Italia.
Il momento più difficile si ha nella stagione 1980-1981, in seguito alla penalizzazione di 5 punti a causa del calcio scommesse, e al tragico evento del terremoto del 23 novembre 1980. Uno dei testimoni della tragedia, il difensore Salvatore Di Somma, ricorda l'atmosfera di quei giorni:
«C'erano delle situazioni drammatiche, morti a terra, gente che tirava i propri parenti dalle macerie. C'è una cosa che però non dimenticherò mai. Una signora, a piazza Libertà, mentre piangeva i suoi cari mi disse: "Salvatore, hai visto che è successo? Però oggi che bella vittoria abbiamo fatto..."» |
La squadra, tuttavia, riuscirà a salvarsi all'ultima giornata grazie a un pareggio casalingo contro la Roma (1-1), rete decisiva di Massimo Venturini.
Durante questi anni transitano per Avellino tanti futuri campioni e giocatori già affermati, come gli irpini Pasquale Casale (primo irpino a debuttare in serie A con la maglia dell'Avellino) e Fernando De Napoli, Stefano Tacconi, Ottorino Piotti, Andrea Carnevale, Luciano Favero, Beniamino Vignola, Gerónimo Barbadillo, Ramón Díaz, lo storico capitano Adriano Lombardi, Juary, José Dirceu, Angelo Colombo, Walter Schachner, Franco Colomba (allenatore dei lupi nella stagione 2005-2006), Paolo Beruatto, Vincenzo Romano, Angelo Alessio, Gian Pietro Tagliaferri, Alessandro Bertoni e allenatori come Vinicio, Eugenio Bersellini, Rino Marchesi e Ottavio Bianchi. Sono gli anni della cosiddetta Legge del Partenio, con la quale i Lupi riescono ad inanellare 9 salvezze consecutive in massima serie costruendole soprattutto tra le mura amiche[15].
Il sogno irpino finisce nella stagione 1987-1988. I lupi arrivano penultimi a -1 dalla salvezza e scendono in B insieme all'Empoli, non riuscendo quindi nemmeno ad approfittare del fatto che quell'anno le retrocessioni erano due anziché tre per il concomitante allargamento della serie A da 16 a 18 squadre. Ai fallimenti sportivi succedono le disastrose vicissitudini societarie. Nell'estate del 1988 l'Avellino corre il serio rischio di non potersi iscrivere alla Serie B e riesce ad evitare il fallimento in extremis dopo che la proprietà del club viene rilevata dalla Bonatti, società satellite della Parmalat di Callisto Tanzi ed il Presidente della società è Pierpaolo Marino. Nonostante le vicissitudini estive, viene allestita una squadra competitiva tanto da sfiorare la promozione in Serie A. Le stagioni seguenti, 1989-90 e 1990-91 sono deludenti al punto che l'Avellino evita la retrocessione in C1 per un solo punto nel 1990 e per la classifica avulsa nel 1991 (ai danni della Salernitana). Dopo aver fallito per tre stagioni di fila Pierpaolo Marino decide di lasciare l'incarico a Gaetano Tedeschi. Per le sorti dell'Avellino non cambia nulla: arriva, infatti, la retrocessione in serie C1 (ultimo posto in serie B) con l'allenatore Ciccio Graziani nel 1992.
Dopo 2 anni negativi in Serie C1, nel 1994 la famiglia Sibilia, dapprima con il figlio Cosimo e poi con lo stesso Antonio Sibilia, torna alla presidenza e conquista subito la promozione in Serie B ai play-off contro il Gualdo il 24 giugno 1995.
A nulla servono le 19 reti di Pasquale Luiso nella stagione successiva: i lupi giungono terz'ultimi e tornano in serie C1.
Vi restano per 7 stagioni nelle quali più volte la società rischia il fallimento. Nel 1999 girano alcune voci sul possibile acquisto della società da parte di Silvio Berlusconi, il quale smentisce associando l'Avellino alla Patagonia, provocando la replica infastidita delle istituzioni cittadine[16][17][18].
Gli anni 2000 |
Il definitivo addio di Sibilia, nell'estate del 2000, permette al duo Massimo Pugliese-Aniello Aliberti di rilevare il club biancoverde. La squadra riesce a conquistare i play-off, ma la società è allo sbando dopo il solo girone di andata; alla fine la spunta Pasquale Casillo, ex patron del "Foggia dei miracoli", che ne sale ai vertici.
Nella stagione 2002-2003 con la proprietà di Pasquale Casillo e la Presidenza dell'Avvocato avellinese Nicola Iannarone, l'Avellino vince il campionato con 69 punti e torna nei cadetti. I protagonisti di questo campionato vinto sono il capitano Simone Puleo, il portiere Domenico Cecere, Raffaele Biancolino, Luigi Molino, e l'allenatore Salvatore Vullo.
Ma, dal punto di vista societario, continuano le problematiche: quelli della gestione Casillo sono due anni di fortissima tribolazione. Casillo viene coinvolto in un procedimento giudiziario, avviato da una denuncia di Aliberti e ne fa spese il calcio, con l'Avellino che arriva ad un passo dal fallimento e la Salernitana di Aliberti che scompare solo due anni dopo. La gioia per la promozione in B è, così, subito cancellata. Dopo appena un anno, con Zdeněk Zeman in panchina (nell'anno della B a 24 squadre), arriva la retrocessione in C1. Uniche note lieti della stagione sono le 15 reti del bielorusso Vitali Kutuzov e la vittoria in rimonta contro i rivali salernitani per 2-1 con le reti ai minuti 89° e 91° del capocannoniere irpino.
Nell'estate del 2004 cambia ancora proprietà. La società è rilevata dai fratelli Pugliese, con in panchina Antonello Cuccureddu, sostituito poi da Francesco Oddo, che guida la squadra alla promozione in B grazie alla vittoria del 19 giugno 2005 per 2-1 contro il favoritissimo Napoli nella finale dei play-off grazie alle reti di Raffaele Biancolino e del terzino bomber Vincenzo Moretti.
Nel 2005-06 l'Avellino, piazzatosi al quart'ultimo posto in Serie B, è nuovamente retrocesso in Serie C1 dopo la disputa del play-out con l'AlbinoLeffe. La partita di andata, giocata a Perugia il 3 giugno 2006 per la squalifica del campo dei campani, è terminata con la vittoria per 2-0 dell'AlbinoLeffe, mentre il ritorno, disputatosi a Bergamo il 7 giugno 2006, ha visto l'inutile vittoria dell'Avellino per 3-2.
Nel campionato 2006-07 in Serie C1 l'Avellino centra subito la promozione in Serie B. Infatti, nonostante i due punti di penalizzazione la squadra si classifica seconda dietro il Ravenna ed accede ai play-off. Poco prima della fine della stagione regolamentare la società esonera l'allenatore Giuseppe Galderisi sostituendolo con Giovanni Vavassori. L'Avellino passa il 1º turno contro il Taranto (1-0 per il Taranto all'andata; 1-0 per l'Avellino al Partenio con rete di Vincenzo Moretti nel finale) e nella finale supera il Foggia ribaltando la sconfitta dell'andata (0-1) con i gol di Rivaldo (allo scadere del tempo regolamentare), Evacuo e Biancolino.
Il successivo campionato di serie B vede ancora una volta una stagione difficoltosa per la squadra irpina che, dopo un tormentato precampionato con l'addio di ben due allenatori, Giovanni Vavassori e Maurizio Sarri, viene affidata all'allenatore aretino Guido Carboni il quale tuttavia nel marzo del 2008 paga con l'esonero gli scarsi risultati raggiunti, rimpiazzato dal giovane allenatore Alessandro Calori. Nonostante l'arrivo del nuovo tecnico e qualche risultato positivo (3-1 in casa contro la sorpresa Pisa), la squadra irpina retrocede classificandosi quartultima con un distacco troppo elevato da chi la precede per poter disputare i play-out.
Malgrado l'avvenuta retrocessione in Serie C, gli irpini vengono ripescati per via della mancata ammissione del Messina, non iscritta per carenza di fondi necessari a completare l'iscrizione, partecipando così alla stagione 2008-2009 di Serie B. Tuttavia, la stagione si rivela ancora più difficile della precedente. Con la temporanea penalizzazione di 3 punti (che scenderanno a 2 a metà campionato dopo vari ricorsi) la squadra dell'esordiente Giuseppe Incocciati si porta a -1 in classifica realizzando solo 2 punti nelle prime sette partite. La serie di risultati negativi porterà all'esonero di Incocciati, sostituito da Salvatore Campilongo[19]. Quest'ultimo, grazie anche ai goal di Ferdinando Sforzini, arrivato a gennaio dal Grosseto, riuscirà a ridare gioco e punti alla squadra che però, anche a causa degli importanti e lunghi infortuni (Babú, De Zerbi e lo stesso Sforzini), non riuscirà ad evitare la retrocessione in Lega Pro Prima Divisione con una giornata d'anticipo, venendo sconfitto sul campo del Modena per 2-1. Terminata la stagione, il 2 giugno 2009 arriva il comunicato ufficiale sul sito internet della società in cui l'amministratore unico Massimo Pugliese conferma la volontà di vendere il club a titolo gratuito; decisione questa, presa subito dopo aver appurato dalla Società l'esistenza di dodici milioni di euro di debiti. Nessun imprenditore, però, è stato disposto a rilevare la società irpina causando la mancata iscrizione al Campionato di Lega Pro Prima Divisione.
La mattina del 10 luglio 2009 la società irpina abbandona il calcio professionistico. Nella sala consiliare del Comune di Avellino, il prefetto Blasco, l'assessore alla Cultura Salvatore Biazzo e il sindaco Giuseppe Galasso annunciano davanti a un folto gruppo di tifosi e giornalisti il fallimento di tutte le trattative da loro intavolate con oltre quindici imprenditori per l'acquisizione della società[20]. La somma debitoria, ammontante a circa 4 milioni e 200 000 euro[21], ha fatto desistere tutti i papabili presidenti portando di fatto l'Unione Sportiva Avellino 1912 alla mancata iscrizione al campionato di Lega Pro Prima Divisione. Il 23 luglio 2009 la società, presieduta ancora dai fratelli Pugliese, rilascia un comunicato stampa ufficiale in cui si fa presente dell'avvenuta richiesta di iscrizione al campionato di Serie D presso la FIGC e la Lega Nazionale Dilettanti[22]. Il 10 agosto, tra le cinque cordate interessate all'iscrizione del nuovo Avellino alla serie D, la spunta quella capitanata dal biologo irpino Walter Taccone. La nuova società viene iscritta al girone I del campionato dilettanti con la denominazione Avellino Calcio.12 S.S.D.[23] grazie all'art.52 comma 10[24] delle Norme organizzative interne della FIGC. Fallito il tentativo di iscrivere la propria squadra in D, Massimo Pugliese decide di iscrivere l'Unione Sportiva Avellino 1912 in Terza Categoria. La sua richiesta di iscrizione, inizialmente accettata per la partecipazione ai campionati giovanili, viene respinta il 16 settembre 2009 dal Comitato provinciale della Lega Dilettanti[25].
Il 29 maggio 2010 il logo della società - pignorato da Equitalia - finisce all'incanto[26].
La società viene ufficialmente radiata dalla Federcalcio l'11 febbraio 2011, dopo essere già stata dichiarata fallita dal Tribunale Civile di Avellino.[4] Il 21 marzo 2013 a seguito dell'asta fallimentare indetta dal tribunale di Avellino viene rilevato il logo e la denominazione dell'U.S. Avellino S.P.A. dallo storico ultrà Mario Dell'Anno che riesce a battere la concorrenza del presidente dell'A.S. Avellino, Walter Taccone, di Ciro Picone e Rocco Guerriero.
Nell'estate del 2009, a seguito della retrocessione dalla Serie B, l'US Avellino, pur riuscendo temporaneamente ad evitare il fallimento (poi comunque intervenuto nell'ottobre del 2010), mancò l'iscrizione al campionato di Lega Pro Prima Divisione a causa del parere negativo della Co.Vi.Soc.[27]; successivi tentativi di iscrizione a serie dilettantistiche risultarono anch'essi vani.
Di fronte alla concreta prospettiva della sparizione del gioco del calcio ad alti livelli nella città irpina, il Comune di Avellino, in ottemperanza all'art. 52 comma 10 delle Norme Organizzative Interne Federali[24], sollecitò la costituzione di cordate imprenditoriali finalizzate alla creazione di una nuova società, indipendente dalla precedente, la quale ripartisse dalle serie inferiori. Fra le quattro proposte presentate[28], venne scelto il sodalizio avente a capo il biologo Walter Taccone; il 10 agosto 2009 si ebbe così la fondazione dell'Avellino Calcio.12 S.S.D.[29]
La squadra ha esordito nelle competizioni agonistiche prendendo parte alla Serie D, precisamente nel girone I, sotto la guida tecnica di Francesco D'Arrigo. Dopo un avvio con sole tre vittorie nelle prime 12 giornate, la squadra venne affidata a Salvatore Marra, col quale il rendimento migliorò: la squadra ottenne 9 vittorie consecutive nel girone di ritorno.
Conclusa la stagione regolare al 5º posto a pari merito con la Rossanese, la formazione irpina ha strappato a quella calabrese la qualificazione ai play-off, prevalendo per 1-0 nello spareggio, ed ha proseguito il suo cammino sconfiggendo in semifinale il Trapani per 2-1 (d.t.s.) in trasferta; giunta in finale, la squadra si è però dovuta arrendere in casa della Vigor Lamezia, impostasi per 1-0.
Gli anni 2010 |
In seguito all'esclusione di 21 società dai campionati professionistici decisa dalla FIGC il 16 luglio 2010[30], il 22 luglio l'AS Avellino ha presentato domanda per il ripescaggio in Lega Pro Seconda Divisione[31][32], la quale ha trovato accoglimento il successivo 4 agosto[33][34]; la società è stata quindi inserita nel girone C[35].
La squadra biancoverde non riesce mai ad occupare la vetta della classifica, stabilizzandosi intorno al 5º posto, ultimo utile per i play-off. Quando poi, a seguito di una serie di risultati negativi, diviene a rischio la stessa partecipazione agli spareggi promozione, il 15 febbraio Salvatore Vullo subentra all'esonerato Salvatore Marra alla guida della squadra[36][37]; l'arrivo del nuovo tecnico porta un certo miglioramento delle prestazioni della squadra, che chiude la stagione regolare al 4º posto, guadagnandosi così l'accesso ai play-off.
Avversario degli irpini in semifinale è il Milazzo, che viene piegato abbastanza agevolmente con due vittorie (2-0 in casa e 1-0 in Sicilia). In finale play-off gli irpini ritrovano il Trapani, già superato l'anno precedente nei play-off dilettanti e sconfitto al Partenio durante la stagione regolare per 4-0. Dopo una vittoria interna per 2-1 (con i gol di Millesi ed Acoglanis), cede, in inferiorità numerica (espulsi Ricci al 70° e Vicentin al 105°), ai tempi supplementari con il punteggio di 3-1 a favore della formazione siciliana che viene promossa in Lega Pro Prima Divisione (gol di Barraco al 6° su rigore e raddoppio di Mastrolilli al 40°. Vicentin, su rigore, all'82° porta il punteggio sul 2-1. La rete di Pirrone al 103° chiude l'incontro)[38].
Il 4 agosto 2011 il Consiglio Generale della FIGC accoglie favorevolmente la domanda di ripescaggio dell'Avellino e l'ammette al girone A del campionato di Lega Pro Prima Divisione.[39]
L'esordio in Coppa Italia è ottimo: l'Avellino ottiene due importanti successi sul Portogruaro (retrocesso dalla B) per 0-3 e sul Varese (squadra di B) per 0-1, salutando soltanto successivamente la Tim Cup perdendo per 4-0 contro il Bari (retrocesso dalla A). Il 23 agosto 2011 Salvatore Vullo viene esonerato[40] a pochi giorni dall'inizio del campionato; il giorno successivo la società ingaggia la nuova guida tecnica dei lupi, l'ex calciatore irpino Giovanni Bucaro[41]. Gli irpini cominciano bene il campionato con una vittoria sul Foligno per 2-0, ma rimediano nelle due giornate successive due sconfitte con il Pisa per 3-0 e con la Tritium per 2-1. Arriva la prima vittoria esterna in casa del Viareggio (0-1), ma poi altre due sconfitte (0-1 contro il Sorrento e 4-1 in casa della Pro Vercelli). Cominciano però ad arrivare buoni risultati: 1-0 contro il Carpi, 1-1 a Monza, 1-1 a Foggia (dopo la sconfitta interna contro la Ternana per 1-3). Dopo il pareggio di Foggia arrivano altri sei risultati utili di fila: 2-0 alla Reggiana, 2-2 a Benevento, 3-3 contro il Como, 2-1 al Lumezzane, 2-3 a Pavia e 2-1 alla Spal. Infine arriva la sconfitta per 2-0 a Taranto, con cui termina il girone di andata a 25 punti, poco distante dall'obiettivo di inizio stagione, ovvero la salvezza. Termina il campionato a quota 40 punti.
Il 21 maggio 2012 la società ufficializza l'ingaggio di Massimo Rastelli come tecnico per la stagione di Lega Pro Prima Divisione 2012-2013[42].
La prima partita di Tim Cup è contro la Sambenedettese, superata senza problemi per 3-1 con la doppietta di De Angelis e un gol da parte di Castaldo. Nel secondo turno la formazione irpina viene eliminata dal Sassuolo, squadra che milita nel campionato di serie B, con un gol di Troianiello. Per quanto riguarda il campionato, l'Avellino conclude il girone d'andata in testa alla classifica con il miglior attacco (a pari merito con il Pisa) e la miglior difesa, riportando importanti successi contro il Benevento 1-2 e il Pisa 0-3 in trasferta, perdendo solo in due occasioni a Frosinone e a Nocera. Durante il girone di ritorno, complice il ritorno del Latina in prima posizione, l'Avellino incappa in una piccola crisi di risultati perdendo in malo modo a Pagani contro la Paganese per 4-1 e in casa con il Benevento. I lupi irpini riescono però a riagguantare la vetta tornando presto a correre e vincendo gare fondamentali come il ritorno del derby contro la Nocerina per 1-0 con il gol decisivo di Raffaele Biancolino e il match con il Gubbio vinto per 2-3. Il 5 maggio 2013, battendo il Catanzaro in terra calabra (0-1 grazie alla rete di Gianmarco Zigoni), conquista la certezza matematica del primo posto e, di conseguenza, della promozione al campionato di Serie B 2013-2014 con una giornata di anticipo. Archiviata la stagione, l'Avellino conquista per la prima volta nella sua storia la Supercoppa di Lega di Prima Divisione ai danni del Trapani, vincitrice del girone A, pareggiando 1-1 in casa e 2-2 in trasferta, aggiudicandosi dunque il trofeo per il maggior numero di reti realizzate fuori casa.
L'Avellino disputa un ottimo campionato in seguito al ritorno in serie cadetta a quattro anni di distanza dal fallimento. La compagine, partita con l'intento di salvarsi, si assesta nelle zone altissime della classifica al termine del girone d'andata. Eliminando in Coppa Italia in ordine Monza, Cesena e Frosinone, l'Avellino ha l'opportunità di riesumare il ricordo degli anni d'oro del decennio in Serie A affrontando in trasferta la Juventus agli ottavi, venendo eliminato per tre reti a zero dalla competizione. I lupi non riescono ad agguantare il sogno della qualificazione ai play-off accarezzato per tutto l'arco della stagione, chiudendo all'undicesimo posto a soli tre punti dagli spareggi per la massima serie. Nella stagione successiva si presentano ai nastri di partenza con l'obiettivo di centrare la qualificazione ai play-off[43], che viene ottenuta piazzandosi all'ottava posizione con una giornata di anticipo il 16 maggio 2015 (1-1 interno contro il Trapani).
Il 5 marzo 2015 la società rileva dalla associazione "Per la storia" il logo appartenuto alla Unione Sportiva Avellino, fallita nel 2009. Esso potrà rappresentare nuovamente l'Avellino soltanto a partire dalla stagione 2015-2016[44]. Al turno preliminare dei play-off, in gara unica i lupi superano dopo i tempi supplementari per due reti a una lo Spezia in trasferta (reti di Zito e Comi), qualificandosi per la semifinale contro il Bologna. Contro i felsinei, dopo la sconfitta interna per 0-1, non è sufficiente il 2-3 (doppietta di Trotta e gol di Koné) in terra emiliana[45] per approdare in finale. L'Avellino rimane dunque in cadetteria e, con l'avvicendamento in panchina (da Massimo Rastelli a Attilio Tesser), disputa il suo terzo campionato di fila in Serie B. Terzo campionato consecutivo che si dimostra molto altalenante per i lupi che, dopo un gran girone d'andata, calano vertiginosamente nel girone di ritorno ed esonerano Attilio Tesser e chiamano sulla panchina Guido Marcolin. Un solo punto in cinque partite per lui, prima che gli irpini richiamino Tesser, con cui concluderanno la stagione salvandosi. Dalla stagione 2016-2017 l'Avellino viene allenato dal tecnico Domenico Toscano, che alla 17ª giornata viene esonerato e sostituito dal tecnico irpino Walter Novellino che conclude la stagione al 14º posto e fermandosi al secondo turno di Coppa Italia. Nella stagione 2017-2018, l'Avellino prosegue nuovamente il suo cammino con l'allenatore Walter Novellino, che però viene esonerato alla 34ª giornata e sostituito da Claudio Foscarini che all'ultima giornata riesce a salvare gli irpini dalla zona retrocessione.
Nonostante l'ingaggio del nuovo allenatore Michele Marcolini e gli acquisti per rinforzare la rosa, il 20 luglio 2018, dopo il parere negativo della Covisoc, il Consiglio Federale esclude gli irpini dal campionato di Serie B, a causa del mancato rispetto dei termini di consegna della fideiussione.[46] Il 30 luglio successivo il Collegio di Garanzia dello Sport respinge anche il ricorso presentato dalla società[47] e il 7 agosto il Tar del Lazio respinge l'istanza di sospensione cautelare del provvedimento mediante il quale si era avuta l'esclusione del campionato, confermandola.[48]
Pochi giorni dopo viene fondata la Calcio Avellino S.S.D. da Gianandrea De Cesare (già patron della Scandone Avellino), la cui proposta viene giudicata la migliore fra le cinque presentate dal sindaco di Avellino.[49][50] Il nuovo sodalizio viene ammesso in Serie D, mentre in seguito riceve il logo e la denominazione (quest'ultima utilizzabile soltanto nella stagione sportiva successiva) della storica U.S. Avellino in comodato d'uso gratuito dall'associazione "... Per la Storia..." .[51] La stagione inizia nel ritiro di Sturno con in panchina Archimede Graziani e Santiago Morero nuovo capitano, unico rimasto del vecchio sodalizio. Nonostante la rosa competitiva, la compagine viene eliminata al turno preliminare di Coppa Italia Serie D per mano del Nola e, a causa di un inizio di campionato non esaltante con diversi punti di distanza dalla vetta, Graziani viene esonerato il 4 dicembre 2018, dopo la sconfitta per 4-1 contro il Trastevere. Al suo posto viene ingaggiato Giovanni Bucaro, già calciatore dell'Avellino tra il 2000 e il 2003 e allenatore nella stagione 2011-2012. Dopo un periodo di rodaggio e il cambio di modulo, la squadra ricomincia a guadagnare punti e posizioni in classifica.
Cronistoria |
Cronistoria del Calcio Avellino Società Sportiva Dilettantistica |
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Colori e simboli |
Colori |
Inizialmente il colore della maglia era il bianco, per una questione di facilità nel reperire la divisa; i pantaloncini di colore bianco o nero. Dopo la prima guerra mondiale il rosso (o cremisi) e nero a strisce verticali si alternarono spesso al giallo-rosso (1924-1927) e ancora al bianco (1927-1929) nonché al bianco-azzurro (1932-1933). Soltanto dopo la seconda guerra mondiale, precisamente in una partita del 23 febbraio 1947 contro il Benevento, venne scelta la storica maglia verde con pantaloncini bianchi[13][53]. Il colore in questione ricorda l'Anthemis, tipico liquore avellinese; le due formazioni, infatti, decisero di scendere in campo indossando divise del colore dei liquori rappresentativi delle due città rivali (i beneventani indossarono il tipico giallo dello "Strega"). Da quella occasione, seppure in diverse tonalità e talvolta anche alternato a strisce verticali col bianco, il verde – colore che rappresenta la squadra nell'immaginario collettivo degli appassionati di calcio – non è stato più abbandonato. I restyling riguardarono perlopiù il collo della divisa, che fu proposto a girocollo, a "v", col colletto e talvolta con laccetti vintage.[53]
Nella stagione 1961-1962 fu proposta un'atipica casacca caratterizzata da una banda bianca orizzontale. Un decennio dopo, nel 1974, venne introdotta una divisa "stile Ajax" caratterizzata da una larga banda verticale su sfondo bianco, poi rispolverata ad inizio campionato 1984-85 ma solo per poche giornate.[53] Nel 1988 i calciatori avellinesi indossarono un'insolita maglia rossa in tinta unita.[53] Ancor più inconsueta la divisa pensata dallo sponsor tecnico Devis due anni dopo, caratterizzata da una fantasia di triangoli biancoverdi sfumati. Per la stagione 1997-1998 la Lotto propose una divisa a strisce orizzontali biancoverdi. Ancora strisce, questa volta verticali, per la casacca della stagione 2002-2003, firmata Erreà.[53]
Nella stagione 2014-2015 compare per la prima volta sulle maglie l'immagine di una testa di lupo.[53]
Simboli ufficiali |
Stemma |
L'Avellino ha modificato più volte il proprio stemma. Il soggetto è però sempre stato un lupo stilizzato, talvolta raffigurato in figura intera, spesso nel particolare della testa di profilo. Il logo più famoso dell'U.S. Avellino fu ideato nel 1977 dall'architetto Quirino Sgrosso, su incarico dell'allora presidente dell'Avellino, Arcangelo Iapicca. Il profilo del lupo è inserito in un rombo metà bianco, metà verde, inscritto in un cerchio con le parole "Unione", "Sportiva", "Avellino", "S.P.A. 1912" incise sui quattro lati[53][54]. Leggere opere di restyling furono operate nel 1992, allorquando il lupo divenne interamente bianco, e nel 1995, quando divenne dorato.[53] Nella stagione 2000-2001 fece la sua comparsa un "lupo nero".
La storica e caratterizzante forma romboidale del logo fu abbandonata agli albori della stagione 2009-2010; il nuovo stemma della neonata società post fallimento fu uno scudo a tre punte dentro il quale campeggiava la testa di un lupo dai tratti moderni e dinamici, su sfondo a righe verticali biancoverdi. Nel 2010 un flebile ritorno alle origini comportò il reinserimento del classico lupo biancoverde in una scudo a tre punte.
Lo storico logo ritornò sulle divise dei calciatori avellinesi nel 2015.[53]
Inno |
L'Avellino non ha un inno ufficiale. Negli ultimi anni quello più conosciuto è Alè Avellino. Dalla fine degli anni '70 prima dell'inizio della partita viene suonata una versione strumentale di Yellow Submarine dei Beatles.
Mascotte |
La mascotte è un lupo con la divisa biancoverde.
Strutture |
Stadio |
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Nei primi anni della sua storia l'Avellino disputa le partite casalinghe nel Campo di Piazza d'Armi, situato nel centro della città. Grazie all'ubicazione dello stadio, sia gli abitanti dei palazzi circostanti che i detenuti del carcere borbonico poterono assistere alle partite gratuitamente sino al 1970, anno dell'addio allo storico impianto sportivo per il più capiente Comunale. Da qualche anno dopo e fino ad oggi l'Avellino gioca al Partenio, che dal 2011 ha assunto la denominazione di Partenio-Lombardi.
Centro di allenamento |
Il campo di allenamento dell'Avellino è lo Stadio Partenio-Adriano Lombardi in erba sintetica, situato in Contrada Zoccolari.
Società |
Organigramma societario |
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Sponsor |
Di seguito la cronologia dei fornitori tecnici e degli sponsor ufficiali.[53]
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Sedi sociali e campi di gioco |
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Impegno nel sociale |
Negli ultimi giorni di marzo 2015 la società, tramite il contingente italiano del 19º Reggimento Guide di Salerno coinvolto in Libano nell'"Operazione Leonte 17", ha donato divise ed attrezzatura tecnica alla squadra locale del Tadamon Sour[57].
Settore giovanile |
Il settore giovanile dell'Avellino è formato da squadre che giocano nei campionati Primavera, Allievi Nazionali, Giovanissimi Nazionali, Giovanissimi Regionali e Esordienti. Esistono diverse società gemellate con cui vi sono rapporti di collaborazione tecnica per la formazione dei giovani, una su tutte l'Agropoli[58].
Diffusione nella cultura di massa |
Diverse pellicole fanno riferimento alla squadra irpina – tra cui il film diretto da Pupi Avati nel 1987 Ultimo minuto e Eccezzziunale... veramente di Carlo Vanzina – e in particolar modo alla rivalità con la squadra del Napoli, come nelle serie tv The Young Pope[59] di Paolo Sorrentino, e Professione vacanze di Vittorio De Sisti.
Allenatori e presidenti |
Di seguito l'elenco degli allenatori e dei presidenti dell'Avellino[60].
Allenatori |
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Presidenti |
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Calciatori |
Maglie ritirate |
10 Adriano Lombardi, capitano della promozione in Serie A e poi allenatore[63][64] (riassegnata col ritorno in Serie B dalla nuova società nella stagione 2013-2014)[65][66].
Capitani |
Di seguito l'elenco dei capitani dell'Avellino con il periodo in cui hanno portato la fascia.[60][67]
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Contributo alle nazionali |
- Italia
L'unico giocatore dell'Avellino a disputare un Mondiale è stato Fernando De Napoli, con 4 presenze a Messico '86 più un'altra presenza in amichevole pre-mondiale contro la Cina; vanta inoltre 14 presenze e un gol nella Nazionale Under-21. Con gli azzurrini hanno giocato anche Gabriele Paonessa, Giampaolo Parisi e Francesco Gazzaneo. Gli anni '90 videro invece Ivano Della Morte e Aniello Parisiindossare rispettivamente la casacca dell'Under-17 e quella dell'Under-18 durante la loro militanza in biancoverde. Durante i primi anni 2000 Antonio Nocerino e Tonino Sorrentino difendono i colori dell'Under-19 mentre Marco Vianello venne chiamato a giocare per l'Under-20 il Torneo Quattro Nazioni 2002-2003 che vinse e in cui andò a segno il 30 aprile a Varese contro la Svizzera, nella stessa decade vestirono le maglie delle nazionali giovanili italiane anche Armando Visconti, Francesco Della Rocca e Andrea Masiello sempre per quanto riguarda l'Under-20 e Antonio Nocerino indossò quella dell'Under-19. Negli anni 2010 i convocati azzurri tesserati per l'Avellino sono stati Davide Zappacosta, Marcello Trotta, Davide Biraschi e Daniele Verde nell'Under-21 più Luca Bittante e Marco Chiosa nella Under-20 oltre a Domenico Cuomo nell'Under-16[68].
- Altre Nazionali
Nel decennio della Serie A sono stati diversi i calciatori in biancoverde che hanno vestito la maglia della propria nazionale: il brasiliano Dirceu, il peruviano Gerónimo Barbadillo, l'austriaco Walter Schachner, il greco Nikos Anastopoulos e il danese Søren Skov. Negli anni 2000 hanno vestito i colori del proprio paese il bielorusso Vitali Kutuzov, il lituano Tomas Danilevičius, l'honduregno León, l'ivoriano Serge Dié, il gabonese Willy Aubameyang, l'ungherese Tamás Vaskó e Rocco Placentino che giocò con la Nazionale olimpica canadese[69]. Negli anni 2010 l'Avellino ha portato al debutto nella propria nazionale il bulgaro Andrej Gălăbinov, Rodrigo Ely nella Nazionale olimpica verdeoro e Samuel Bastien in Under-21 belga. Oltre a loro hanno rappresentetato i rispettivi paesi anche Ionuț Andrei Radu, Boris Radunović, Berat Djimsiti e Idrissa Camará vestendo rispettivamente la maglia della Under-21 romena, di quella serba, della nazionale albanese e quella della Guinea-Bissau.
In grassetto i giocatori attualmente militanti nell'Avellino
- Presenze di tesserati nella rispettiva Nazionale maggiore durante la militanza in biancoverde
Paese | Giocatore |
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Albania | Berat Djimsiti |
Austria | Walter Schachner |
Bielorussia | Vitali Kutuzov |
Brasile | Dirceu |
Bulgaria | Andrej Gălăbinov |
Costa d'Avorio | Serge Dié |
Danimarca | Søren Skov |
Gabon | Willy Aubameyang |
Grecia | Nikos Anastopoulos |
Guinea-Bissau | Idrissa Camará |
Honduras | León |
Italia | Fernando De Napoli |
Lituania | Tomas Danilevičius |
Perù | Gerónimo Barbadillo |
Ungheria | Tamás Vaskó |
- Presenze di tesserati nella rispettiva Nazionale giovanile durante la militanza in biancoverde
Paese | Giocatore |
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Belgio | Samuel Bastien |
Brasile | Rodrigo Ely |
Canada | Rocco Placentino |
Colombia | Jherson Vergara |
Italia | Davide Biraschi |
Italia | Luca Bittante |
Italia | Marco Chiosa |
Italia | Domenico Cuomo |
Italia | Ivano Della Morte |
Italia | Francesco Della Rocca |
Italia | Fernando De Napoli |
Italia | Francesco Gazzaneo |
Italia | Riccardo Marchizza |
Italia | Andrea Masiello |
Italia | Antonio Nocerino |
Italia | Gabriele Paonessa |
Italia | Aniello Parisi |
Italia | Giampaolo Parisi |
Italia | Tonino Sorrentino |
Italia | Marcello Trotta |
Italia | Daniele Verde |
Italia | Marco Vianello |
Italia | Armando Visconti |
Italia | Davide Zappacosta |
Romania | Ionuț Andrei Radu |
Serbia | Boris Radunović |
Svizzera | Saulo Decarli |
Ungheria | Vladimir Koman |
Ungheria | Lóránd Szatmári |
Palmarès |
Competizioni nazionali |
- Torneo Estivo del 1986: 1
- 1986
- Supercoppa di Lega di Prima Divisione: 1
- 2013
Competizioni interregionali |
- Campionato italiano Serie C: 1
1972-1973 (girone C)
- Campionato italiano Serie C1: 1
2002-2003 (girone B)
- Lega Pro Prima Divisione: 1
2012-2013 (girone B)
- Campionato italiano Serie D: 2
1961-1962 (girone F), 1963-1964 (girone E)
Competizioni giovanili |
- Coppa Italia Primavera: 2
1981-1982, 1990-1991
- Campionato nazionale Dante Berretti: 2
- 1986-1987, 1995-1996
Onorificenze |
Stella d'oro al merito sportivo
- 1979[70]
Statistiche e record |
Partecipazione ai campionati |
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
1º | Serie A | 10 | 1978-1979 | 1987-1988 | 10 |
2º | Serie B | 19 | 1973-1974 | 2017-2018 | 19 |
3º | Serie C | 17 | 1945-1946 | 1972-1973 | 31 |
Serie C1 | 12 | 1992-1993 | 2002-2003 | ||
Lega Pro Prima Divisione | 2 | 2011-2012 | 2012-2013 | ||
4º | Seconda Divisione | 3 | 1930-1931 | 1934-1935 | 19 |
Prima Divisione | 3 | 1940-1941 | 1942-1943 | ||
Promozione | 2 | 1949-1950 | 1951-1952 | ||
IV Serie | 5 | 1952-1953 | 1956-1957 | ||
Campionato Interregionale - 1ª Cat. | 1 | 1957-1958 | |||
Campionato Interregionale | 1 | 1958-1959 | |||
Lega Pro Seconda Divisione | 1 | 2010-2011 | |||
Serie D | 3 | 1961-1962 | 2018-2019 | ||
5º | Terza Divisione | 2 | 1929-1930 | 1932-1933 | 4 |
Seconda Divisione | 1 | 1937-1938 | |||
Serie D | 1 | 2009-2010 |
Statistiche individuali |
Simone Paolo Puleo detiene il record di presenze in gare ufficiali con la divisa dell'Avellino (283, di cui 246 in campionato). Il difensore milanese è inoltre uno dei 6 giocatori ad aver militato sia nella storica US Avellino che nell'AS Avellino post-fallimento; gli altri sono Stefano De Angelis, Ivan Tisci, Marco Vianello, Raffaele Biancolino e Francesco Millesi.[71]
Il calciatore che detiene il record di marcature è Luigi Castaldo (70, di cui 65 in campionato). Raffaele Biancolino è il calciatore che ha messo a segno più reti in una sola stagione, 24 nel campionato di Serie C1 2006-2007.[72] Il record di marcature in una sola stagione di Serie A appartiene all'argentino Ramón Díaz (10), in Serie B a Pasquale Luiso (19), in Serie C al già citato Biancolino (24) e nei campionati di IV Serie, Promozione e Serie D a Benito Brugnera e Gaetano Romano (21).[72] Il pitone Biancolino detiene inoltre il record di promozioni in Serie B conquistate con la maglia dell'Avellino: ben 4 fra il 2003 e il 2013.[73]
Di seguito i primatisti di .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}presenze[senza fonte] e reti in campionato.[74]
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Tifoseria |
Storia |
L'Avellino vanta, in proporzione alle dimensioni del proprio bacino di utenza, un seguito di tifosi molto numeroso. Sebbene lo zoccolo duro degli ultras irpini sia in città, anche nell'hinterland e soprattutto nei paesi dell'Alta Irpinia, l'amore per la maglia biancoverde coinvolge un gran numero di supporter. La passione intorno a questa squadra scoppiò in maniera prorompente sin dai primi anni del dopoguerra, fino a raggiungere l'apoteosi durante il decennio in massima serie, quando il Partenio-Lombardi faceva registrare oltre 40000 presenze. In tal senso Dino Viola - storico presidente della Roma negli anni ottanta - affermerà:
«L'Avellino può cambiare squadra, allenatori, tutto, ma il pubblico, con quel pubblico che li trascina dall'inizio alla fine, giocare al Partenio sarà sempre difficile per tutti.[81]» |
Quella avellinese è stata, ed è tuttora, una tifoseria capace di fare grandi numeri e di competere alla pari con piazze molto più grandi; soprattutto in trasferta ha uno zoccolo duro abbastanza numeroso che garantisce sempre buone presenze al seguito dei lupi, a prescindere dai risultati. L'Avellino vanta numerosi tifosi anche fuori regione, in particolare nel centro-nord dove molti avellinesi sono emigrati per ragioni lavorative o di studio.
In seguito alla sua fondazione, alcuni gruppi ultras della curva Sud hanno deciso sin dall'inizio di non seguire le sorti dell'Avellino Calcio.12, per attaccamento alla vecchia denominazione e al vecchio logo.[82]
Il 2 settembre 2009, a causa delle vicissitudini societarie che hanno coinvolto l'Unione Sportiva Avellino 1912, gli Splatter 1991 comunicano il loro scioglimento dopo essere stati per diciotto anni tra i gruppi principali della Sud.[83] Rispettivamente il 24 e il 29 ottobre, per le stesse ragioni, vengono ufficialmente sciolti i gruppi Cruels 1988[84] e Bush 1989.[85] Successivamente, per effetto della mancata iscrizione dell'U.S. Avellino in Lega Pro, a cui poi farà seguito la radiazione della società, nell'estate del 2009 alcuni componenti di essi, unitamente alla passione dei più giovani, decidono di formare un unico gruppo-guida denominato Curva Sud Avellino.[83][84][85] La rinascita del calcio avellinese, nonostante le molte difficoltà affrontate, riaccende la passione della tifoseria, che cresce numericamente di partita in partita, riportandola ad essere quella conosciuta in tutta Italia per passione, colore e calore.[86]
Gemellaggi e rivalità |
Durante la permanenza in Serie A si instaurò un saldo gemellaggio con i tifosi della Juventus, che verrà poi sciolto insieme a quelli con Cavese, Messina e Nocerina a cavallo degli anni 1990 e 2000, per decisione del Direttivo Curva Sud avellinese; i rapporti con queste tifoserie restano comunque buoni, specie con gli juventini[87] e soprattutto con i messinesi, l'amicizia più forte e duratura degli irpini.[88] Forte inoltre è l'amicizia che lega la Curva Sud Avellino e diversi gruppi ultras della Curva Andrea Costa del Bologna. Altri rapporti di stima e rispetto si hanno con i tifosi di Casertana, Frosinone e Sambenedettese.
A livello internazionale, dal febbraio 2018 la Curva Sud Avellino si gemella con la North Side dell'ADO Den Haag, club de L'Aia.[89]
Organico |
Rosa |
Aggiornata al 17 dicembre 2018.
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Staff tecnico |
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Note |
^ Stadio, www.usavellino.club.
^ COMUNICATO UFFICIALE n. 80 Stagione Sportiva 2018/19, su lnd.it.
^ Addio Us Avellino 1912, il Tribunale dichiara fallita la società, irpinianews.it, 8 ottobre 2010. URL consultato l'11 giugno 2011.
^ ab Comunicato ufficiale n. 136/A (PDF), FIGC.
^ Salve 8 società tra cui Perugia e Catanzaro, Dilettanti per la Pistoiese
^ Taccone: "Con il logo U.S. per rinverdire i fasti del passato"
^ Mario Dell'Anno: "È tornato il logo U.S. Avellino 1912"
^ Comunicato stampa del 13 luglio 2018, usavellino.club.
^ Comunicato ufficiale n. 33 (PDF), figc.it.
^ Comunicato (PDF), coni.it.
^ Avellino, il Tar respinge il ricorso: niente Serie B, in La Gazzetta dello Sport - Tutto il rosa della vita. URL consultato l'8 agosto 2018.
^ Tar, "no" ad Avellino e Catania: la Serie B resta a 19, gazzetta.it.
^ ab Leondino Pescatore, Alfonso Carpenito e Leondino Pescatore, Avellino: una squadra, una storia (1912-1985), Poligrafica Ruggiero Editore, Avellino, 1985
^ Veni, Vidi, Vinìcio – ‘O Lione e lo “scudetto irpino” nell’anno del terremoto, http://calciodadietro.altervista.org/, 30 settembre 2014. URL consultato il 29 febbraio 2016.
^ Sibilia e la Legge del Partenio guerinsportivo.it
^ Berlusconi: "L'Avellino è come la Patagonia", in Corriere della Sera, 10 luglio 1999, p. 41. URL consultato il 15 marzo 2010.
^ Berlusconi: "L'Avellino è come la Patagonia", in Corriere della Sera, 10 luglio 1999, p. 41. URL consultato il 15 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
^ Berlusconi: "Per me è lo stesso parlare di Avellino e Patagonia", in Gazzetta dello Sport, 10 luglio 1999, p. 15. URL consultato il 15 marzo 2010.
^ Avellino, via Incocciati: arriva Campilongo, in Corriere dello Sport, 7 ottobre 2008. URL consultato il 24 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
^ L'Us Avellino 1912 dice addio al calcio professionista e precipita in serie D, in Atripaldanews, 10 luglio 2009. URL consultato il 12 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2011).
^ Avellino, ultimo atto: fallimento, in Il Mediano, 10 luglio 2009. URL consultato il 12 luglio 2009.
^ U.S. Avellino 1912 - Comunicato n° 140902, su web.usavellino.it. URL consultato il 25 luglio 2009.
[collegamento interrotto]
^ Calcio - Finalmente una certezza: l'Avellino è in D con Taccone, in Irpinianews, 10 agosto 2009. URL consultato l'11 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2014).
^ ab
Norme organizzative interne della FIGC (PDF), su figc.it, p. 15. URL consultato l'11 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2012).
Testo del comma: In caso di non ammissione al campionato di I Divisione e II Divisione [...] il Presidente Federale, d'intesa con il Presidente della LND, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un Campionato della LND, anche in soprannumero, purché la stessa società adempia alle prescrizioni previste dal singolo Comitato per l'iscrizione al Campionato
^ Niente iscrizione in terza per l'Us Avellino 1912, in Irpiniaoggi, 16 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2009).
^ Calcio - All'asta il logo dell'Us Avellino, in Irpinianews, 29 maggio 2010. URL consultato il 18 luglio 2010.
^ Da Venezia ad Avellino, l'Italia dei cancellati
^
Avellino, poker di domande in Federazione: chi la spunterà?[collegamento interrotto]
^ L'Avellino è in D con Taccone Archiviato il 29 dicembre 2014 in Internet Archive.
^ Escluso l'Ancona in B e 20 club in Lega Pro
^ Comunicato Stampa AS Avellino 1912, su avellinocalcio12.com.
^
Ripescaggio: con l'Avellino in 8 ad aver già fatto richiesta[collegamento interrotto]
^ Ripescate la Triestina in B, 8 società in Prima Divisione e 16 in Seconda
^ Festa grande per i tifosi dell'Avellino I lupi biancoverdi ripescati in C2
^ Gironi campionato Lega Pro 2010-2011 (PDF), Lega Pro.
^ Comunicato stampa, asavellino.it.
^ Vullo è il nuovo allenatore dell'Avellino, asavellino.it.
^ Trapani-Avellino, il sogno granata si avvera: è I^ Divisione!, golsicilia.it.
^ Campionati 1ª - 2ª divisione 2011-2012 (PDF), Lega Pro (archiviato dall'url originale il 19 febbraio 2015).
^ L'Avellino e l'allenatore Vullo si separano Avellinocalcio12.com
^ Giovanni Bucaro è il nuovo allenatore dell'Avellino Avellinocalcio12.com
^ Massimo Rastelli è il nuovo allenatore dell'Avellino Asavellino.it
^ W. Taccone: "I play-off sono l'obiettivo minimo di questo torneo"
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Bibliografia |
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- Michele Criscitiello, U.S. Avellino 1912-2009: I nostri segreti, la vostra passione, 2009.
Voci correlate |
- Derby calcistici in Campania
- Stadio Partenio-Adriano Lombardi
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