Football Club Internazionale Milano
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F.C. Internazionale Milano Calcio | ||||
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I Nerazzurri, La Beneamata, Il Biscione | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
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Colori sociali | Nero e azzurro | |||
Simboli | Biscione | |||
Inno | C'è solo l'Inter Elio e Graziano Romani (2002) | |||
Dati societari | ||||
Città | Milano | |||
Nazione | Italia | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | FIGC | |||
Campionato | Serie A | |||
Fondazione | 1908 | |||
Proprietario | Suning Holdings Group | |||
Presidente | Steven Zhang | |||
Allenatore | Luciano Spalletti | |||
Stadio | Giuseppe Meazza (80 018 posti) | |||
Sito web | www.inter.it | |||
Palmarès | ||||
Scudetti | 18 | |||
Trofei nazionali | 7 Coppe Italia 5 Supercoppe italiane | |||
Trofei internazionali | 3 Coppe dei Campioni/Champions League 3 Coppe UEFA/Europa League 2 Coppe Intercontinentali 1 Coppe del mondo per club | |||
Stagione in corso | ||||
Si invita a seguire il modello di voce |
Il Football Club Internazionale Milano, meglio conosciuto come Internazionale (/ˌinternattsjoˈnaːle/) o più semplicemente come Inter, è una società calcistica per azioni italiana con sede a Milano.
Fondato nel 1908 da un gruppo di soci dissidenti del Milan,[1] il club ha sempre militato nella massima serie del campionato nazionale dalla propria stagione di debutto, nel 1909, ed è l'unico ad aver partecipato a tutte le edizioni della Serie A, istituita nella stagione 1929-30. Fin dalla fondazione, indossa una divisa a strisce verticali nerazzurre, a parte una breve parentesi nel 1928 quando adottò una maglia bianca rossocrociata.
Nel suo palmarès annovera 30 titoli nazionali – 18 scudetti, 7 Coppe Italia e 5 Supercoppe italiane – che ne fanno il secondo club più titolato a pari merito con il Milan e alle spalle della Juventus (54). A livello internazionale vanta invece 3 Coppe dei Campioni/Champions League, 3 Coppe UEFA, 2 Coppe Intercontinentali e una Coppa del mondo per club FIFA, per un totale di 9 trofei ufficiali che pongono l'Inter dietro il Milan (18) e la Juventus (11) nella classifica dei club italiani per numero di vittorie in competizioni internazionali. Nel 2010 è diventata la prima e unica squadra italiana ad aver conquistato le tre competizioni principali disputate nel corso della stagione: la Champions League, il campionato e la Coppa Italia;[2] coi successivi trionfi in Supercoppa italiana e Coppa del mondo per club FIFA è diventata anche la prima, e, finora, unica squadra del Paese a vincere cinque trofei nell'arco di un anno solare.[3]
Il club può contare su un sostegno numeroso sia a livello nazionale che internazionale.[4][5][6] Nel 1998 e nel 2010 l'Inter fu nominata Squadra mondiale dell'anno dall'IFFHS; nel 2009 si piazzò al sesto posto nella lista secolare sui migliori club europei redatta dalla stessa federazione di storia e statistica,[7] e nel 2011 al quinto posto (prima italiana) nella classifica mondiale delle migliori squadre del decennio 2001-2010.[8]
Indice
1 Storia
2 Cronistoria
3 Colori e simboli
3.1 Colori
3.2 Simboli ufficiali
3.2.1 Stemma
3.2.2 Inno
4 Strutture
4.1 Stadio
4.2 Centro di allenamento
5 Società
5.1 Organigramma societario
5.2 Sponsor
5.3 Impegno nel sociale
5.4 Settore giovanile
6 Diffusione nella cultura di massa
7 Allenatori e presidenti
7.1 Allenatori
7.2 Presidenti
8 Calciatori
8.1 Hall of Fame
8.2 Maglie ritirate
8.3 Contributo alle nazionali di calcio
9 Palmarès
9.1 Competizioni nazionali
9.2 Competizioni internazionali
9.3 Competizioni giovanili
10 Statistiche e record
10.1 Partecipazione ai campionati
10.2 Statistiche di squadra
10.3 Statistiche individuali
11 Tifoseria
11.1 Storia
11.2 Gemellaggi e rivalità
12 Organico
12.1 Rosa 2018-2019
12.2 Staff tecnico
13 Attività polisportiva
14 Note
15 Bibliografia
15.1 Libri
15.2 Pubblicazioni varie
16 Videografia
17 Voci correlate
18 Altri progetti
19 Collegamenti esterni
Storia
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Il Football Club Internazionale nacque la sera del 9 marzo 1908 al ristorante "Orologio" di Milano per iniziativa di un gruppo di soci dissidenti del Milan Football and Cricket Club, contrari al divieto imposto dal club rossonero di arruolare calciatori di nazionalità straniera.[1][9][10]Giorgio Muggiani, uno dei 44 fondatori del nuovo club, scelse i colori che ne avrebbero caratterizzato il logo societario: il nero e l'azzurro, a rappresentare anche simbolicamente la rottura rispetto al passato. Giovanni Paramithiotti, un altro dei soci fondatori, fu scelto come presidente, lo svizzero Hernst Marktl passò invece alla storia come il primo capitano dei nerazzurri.[11] Già due anni dopo la fondazione, nella stagione 1909-10, arrivò il primo titolo nazionale, conquistato sotto la guida di Virgilio Fossati — nella doppia veste di giocatore e allenatore — e la presidenza di Carlo De Medici. A questo successo seguirono risultati deludenti, fino allo scoppio della prima guerra mondiale che costrinse il campionato italiano a fermarsi.
Alla ripresa del torneo dopo la fine del conflitto bellico, nella stagione 1919-20, la squadra allenata da Francesco Mauro e Nino Resegotti centrò il suo secondo titolo nazionale. Nel 1928, per venire incontro alle direttive del regime fascista, la società nerazzurra fu costretta a fondersi con l'Unione Sportiva Milanese e cambiare denominazione in Società Sportiva Ambrosiana per ragioni politiche. Due anni dopo, nella stagione 1929-30, l'Ambrosiana vinse il primo campionato italiano disputato a girone unico, conquistato sotto la guida dell'ungherese Árpád Weisz, che a 34 anni divenne il tecnico più giovane a laurearsi campione.[12] Intanto nel 1931, su iniziativa del presidente Ferdinando Pozzani, il club cambiò nuovamente denominazione e divenne noto come Ambrosiana-Inter. Il quarto tricolore venne conquistato nella stagione 1937-38 con Armando Castellazzi in panchina, mentre la successiva gestione dell'austriaco Tony Cargnelli portò in bacheca la prima Coppa Italia della storia interista, nell'annata 1938-39,[13][14][15] e il quinto scudetto in quella 1939-40. Nel 1942, mentre la seconda guerra mondiale era ancora in corso, fu nominato presidente Carlo Masseroni, il quale nel 1945 annunciò il ritorno all'antica denominazione di Internazionale.[16]
La squadra dovette attendere fino alla prima metà degli anni 1950 per tornare a primeggiare in Italia: guidata in panchina da Alfredo Foni, l'Inter vinse lo scudetto sia nella stagione 1952-1953 che in quella 1953-1954, centrando un'inedita doppietta tricolore. Nel 1955 la società fu acquistata dal petroliere Angelo Moratti che, dopo i primi risultati non all'altezza delle aspettative, nella stagione 1960-61 scelse di affidare la panchina all'argentino Helenio Herrera: fu l'inizio dell'epopea della Grande Inter, una formazione leggendaria che nel giro di quattro anni vinse tre scudetti — compreso quello della stella nel 1965-66 — due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali.[17] La prima Coppa dei Campioni fu conquistata nel 1963-64, superando nella finale di Vienna il Real Madrid, la seconda arrivò invece l'anno dopo sconfiggendo a San Siro il Benfica. I due successi continentali furono seguiti in entrambi i casi dall'affermazione mondiale, con l'Inter capace di vincere la Coppa Intercontinentale sia nel 1964 — diventando la prima squadra italiana a riuscirci — che nel 1965, sempre contro l'Independiente.
Il 1968 segnò la fine di un ciclo, con Moratti che decise di passare la mano ad Ivanoe Fraizzoli. Sotto la sua presidenza, l'Inter tornò a vincere lo scudetto nella stagione 1970-71, guidata in panchina da Giovanni Invernizzi che divenne il primo tecnico nerazzurro a conquistare il titolo nazionale da subentrante.[18] Nel 1977 fu ingaggiato Eugenio Bersellini, che rimase sulla panchina interista per cinque stagioni vincendo due Coppe Italia nel 1977-78 e nel 1981-82 e uno scudetto nel 1979-80.[18]
Nel 1984 la società fu acquistata da Ernesto Pellegrini, che resterà in carica per poco più di un decennio. La squadra dovette però attendere ben nove anni prima di vincere nuovamente il campionato, nella stagione 1988-89, sotto la guida di Giovanni Trapattoni.[18] Durante la gestione di Trapattoni, arrivarono pure una Supercoppa italiana nel 1989[19] e una Coppa UEFA nel 1990-91, quest'ultima vinta contro la Roma.[20] Negli anni successivi seguirono campionati deludenti, a cui fece da contraltare solo un altro successo in Coppa UEFA nel 1993-94, questa volta sugli austriaci del Salisburgo.[21]
Nel 1995 si verificò una svolta epocale per la storia dell'Inter, quando Massimo Moratti decise di rilevare il club da Pellegrini, riportando — a distanza di 27 anni dal padre Angelo — un membro della famiglia Moratti al timone della società. Tuttavia, nonostante gli ingenti investimenti, i primi anni di presidenza Moratti regalarono poche soddisfazioni, se si eccettua il terzo successo in Coppa UEFA nella stagione 1997-98 contro la Lazio.[22] Il club dovette attendere fino al 2004 per tornare a primeggiare in Italia, con l'arrivo in panchina di Roberto Mancini che aprì un nuovo ciclo di vittorie: risalgono infatti alla sua gestione la conquista di due Coppe Italia, nel 2004-05 e nel 2005-06, due Supercoppe italiane, nel 2005 e nel 2006, e tre scudetti — di cui il primo a tavolino per le vicende di Calciopoli[23] — dal 2005-06 al 2007-08.
Chiusa l'esperienza di Mancini, Moratti ingaggiò il portoghese José Mourinho, che condusse la squadra alla vittoria in Supercoppa italiana nel 2008 e in campionato nel 2008-09, consentendo ai nerazzurri di raggiungere il Milan al secondo posto nell'albo d'oro della competizione. La stagione 2009-10 fu una tra le più gloriose nella storia del club: vincendo scudetto, Coppa Italia e Champions League, quest'ultima nella finale di Madrid contro il Bayern Monaco, i nerazzurri divennero la prima squadra italiana e tuttora unica a realizzare il treble.[2] Nella stagione 2010-11, nella quale sedettero in panchina prima Rafael Benítez e poi Leonardo, il club vinse la Supercoppa italiana, la Coppa del mondo per club FIFA — centrando un inedito quintuple per il calcio italiano nel corso del 2010[3] — e la Coppa Italia.
Nel 2013, dopo diciotto anni di gestione Moratti, la società fu acquistata dall'imprenditore indonesiano Erick Thohir, che divenne così il primo presidente straniero della storia nerazzurra.[24] Tuttavia la nuova proprietà non fu in grado di risollevare la società da una crisi di risultati nata al tramonto della precedente gestione e sostanzialmente proseguita nelle stagioni successive. Nel 2016 lo stesso Thohir cedette il controllo del club al Suning Holdings Group, di proprietà dell'imprenditore cinese Zhang Jindong.[25]
Cronistoria
Cronistoria del Football Club Internazionale Milano | |
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Colori e simboli
Colori
La tradizionale divisa da gioco dell'Inter è rappresentata da una maglia a strisce verticali nerazzurre,[27] abbinata a pantaloncini e calzettoni neri. Nel 1928, in seguito alla fusione con l'Unione Sportiva Milanese, la società fu costretta ad adottare una maglia bianca rossocrociata, che riprendeva la bandiera di Milano.[28] Tuttavia, già dalla stagione successiva si tornò a vestire le più consuete righe verticali nerazzurre.[29]
La seconda divisa è tradizionalmente bianca con inserti di vario tipo azzurroneri. Nella stagione 2007-08, in occasione delle celebrazioni per il centenario della società, la maglia da trasferta riprendeva la divisa storica dell'Ambrosiana: croce rossa su fondo bianco, in abbinamento a pantaloncini e calzettoni neri.[30]
Simboli ufficiali
Stemma
Il simbolo originario dell'Inter fu disegnato dall'illustratore Giorgio Muggiani, che scegliendo il nero e l'azzurro intendeva opporsi anche simbolicamente ai colori del Milan.[31] Ispirato a quello dei club inglesi, lo stemma riportava le lettere FCIM sovrapposte in bianco su uno sfondo costituito da un cerchio dorato, circondato da un cerchio nero, che a sua volta era circondato da un cerchio azzurro.
Il monogramma di Muggiani fu abbandonato nel 1928 dopo la fusione con la Milanese e il cambio di denominazione in Ambrosiana: venne quindi adottato uno stemma formato da un cerchio blu con al centro un fascio littorio, sulla sinistra un biscione e sulla destra il simbolo di Milano. Tale emblema fu utilizzato solo nella stagione 1928-29,[32] prima di lasciare il posto ad altri simboli di pari passo con i vari cambi di denominazione. Solo nel 1945, a seguito della caduta del regime fascista, l'Ambrosiana-Inter poté tornare a chiamarsi Inter e riadottare il suo stemma originario.[32] Quest'ultimo rimase in uso fino alla stagione 1959-60.
Nel corso degli anni seguirono altre variazioni, più o meno importanti, fino al 1979 quando al posto del classico cerchio fu adottato uno scudo che riportava al suo interno un biscione, declinato in una forma più vicina a quella di un serpente.[32] Tale simbolo rimase in adozione fino al 1990 quando venne ripristinato nuovamente il monogramma di Muggiani,[32] in uso ancora oggi con l'ultimo restyling in ordine di tempo risalente al 2014.[33]
Inno
L'inno dell'Inter, composto da Elio e interpretato da Graziano Romani, si intitola C'è solo l'Inter.[34][35]
Pazza Inter è invece una canzone risalente al 2003 e incisa dagli stessi giocatori della società nerazzurra[36]; grazie al suo notevole successo di pubblico, ha di fatto sostituito l'inno ufficiale nerazzurro nelle occasioni pubbliche a partire dal primo decennio del XXI secolo, a parte una breve parentesi all'inizio degli anni 2010.[37]
Strutture
Stadio
Il primo campo di gioco utilizzato dall'Inter fu il campo sportivo situato al numero 115 di Ripa Ticinese, nella zona sud-ovest di Milano; uno dei lati minori del prato verde era fiancheggiato dal Naviglio Grande ed è per questo che, tutte le volte che si disputavano delle partite, una persona con una barca stazionava nel fiume per recuperare i palloni che andavano a finirci dentro.[38] Dal 1913 venne utilizzato il Campo Goldoni situato in via Goldoni 61, corrispondente all'attuale Piazza Novelli; nel 1928 venne intitolato a Virgilio Fossati.[38]
Dopo il crollo della tribuna nel 1930, il campo venne chiuso e l'Inter si trasferì all'Arena Civica, dove disputò i suoi incontri casalinghi fino al 1947.[38] Per un breve periodo, dall'ottobre del 1941 al giugno del 1945, l'Inter dovette condividere l'Arena con l'altra squadra milanese, il Milan; durante la seconda guerra mondiale infatti, San Siro era difficilmente raggiungibile dai tifosi a causa della penuria di energia elettrica, indispensabile a far funzionare i tram che portavano gli spettatori all'impianto sportivo.
A partire dal 1947, l'Inter si trasferì stabilmente a San Siro, chiamato così dal nome del quartiere in cui sorge. L'impianto era stato ufficialmente inaugurato il 19 settembre 1926 con una partita tra Inter e Milan (terminata 6-3 in favore dei nerazzurri). La capienza originaria era di 35 000 persone,[39] ma fu portata a 50 000 dopo i lavori di ampliamento che si svolsero tra il 1954 e il 1955 con la costruzione del secondo livello di spalti, raggiungibili attraverso le rampe.[39] Nel 1990, in occasione dei mondiali di calcio, si decise di realizzare anche un terzo anello di spettatori, che portò la capienza a 85 700 posti[39] (in seguito ridotti fino agli attuali 80 018). Dal 1980 è intitolato a Giuseppe Meazza, attaccante tra gli anni 1930 e 1940 sia dell'Inter sia del Milan.[39]
Centro di allenamento
I primi campi di allenamento utilizzati dall'Inter furono quelli dell'Aeronautica all'Idroscalo e la storica Arena di Milano.[40]
Nel 1962 venne inaugurato il nuovo centro d'allenamento di Appiano Gentile, in provincia di Como. Il Centro Sportivo Suning dispone di cinque campi da gioco, di cui due di dimensione ridotta; uno di questi è coperto da una tensostruttura mobile ed è utilizzato soprattutto in caso di freddo eccessivo e di maltempo. Inoltre, è dotato di una piscina, due palestre, una sala medica, cinque spogliatoi e due magazzini. All'interno della struttura è situato l'albergo che ospita i giocatori e lo staff dell'Inter, completo di 25 stanze doppie, 4 singole, ristorante, hall e cucina. In questo edificio sono presenti anche una sala giochi, una sala per le riunioni tecniche, gli studi televisivi di Inter TV e la sala stampa utilizzata per le conferenze stampa.
Società
Dal giugno 2016, l'azionista di maggioranza della società è il Suning Holdings Group, società privata cinese di proprietà di Zhang Jindong, che possiede il 68,55% delle quote. L'azionariato della società è completato dal precedente azionista di maggioranza Erick Thohir, che ha una quota del 31.05%, e dagli azionisti di minoranza, che detengono in tutto lo 0,40%.[41] Al di sotto di F.C. Internazionale Milano S.p.A. ci sono le società controllate dal club nerazzurro: Inter Media and Communication S.r.l., controllata al 55,6% da F.C. Internazionale e al 44,4% da Inter Brand, la stessa Inter Brand S.r.l. e Inter Futura S.r.l., controllate al 100,0%, oltre a MI Stadio S.r.l., in comproprietà con il Milan, che si occupa della gestione dello stadio.[42]
In base a quanto emerge dal Deloitte Football Money League 2018, rapporto stilato dalla società di revisione e consulenza aziendale statunitense Deloitte Touche Tohmatsu, l'Inter risulta essere il quindicesimo club a livello mondiale in termini di fatturato (262,1 milioni di euro a tutto il 30 giugno 2017);[43] inoltre è stata inserita al diciottesimo posto in ambito internazionale, in termini di valore borsistico, nella classifica annuale stilata dalla rivista statunitense Forbes (537 milioni di dollari a maggio 2017).[44]
Organigramma societario
Dal sito ufficiale della società.[45]
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Sponsor
Di seguito la cronologia dei fornitori tecnici e degli sponsor ufficiali.[46][47]
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Impegno nel sociale
L'Inter si è distinta per il suo costante impegno sociale. Nel febbraio 1996 nacque "Inter Campus", progetto benefico creato con lo scopo di promuovere la cultura dello sport anche in realtà periferiche tramite la fornitura di attrezzature da gioco e competenze tecniche a società calcistiche giovanili minori. Un anno dopo venne inaugurato anche "Inter Campus Estero", finalizzato a promuovere lo sport in numerose zone del mondo, specialmente in quelle teatro di conflitti bellici o in gravi difficoltà economiche, come le favelas di Rio de Janeiro. A dieci anni dalla nascita Inter Campus coinvolgeva circa 20 000 ragazzini dagli 8 ai 13 anni in Italia e nel mondo, con una squadra di 500 tra allenatori-educatori e volontari. Il primo decennio di vita del progetto Inter Campus è culminato con un film documentario diretto da Gabriele Salvatores e presentato nel 2008 al Locarno Festival, mentre nel 2012, in occasione delle celebrazioni per i quindici anni del progetto, è stata inaugurata una partnership tra l'Inter e l'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).[51][52]
Altre organizzazioni che hanno ricevuto sostegno dalla società nerazzurra sono state "Emergency", "Fondazione I Bindun" e "Fundación Pupi".
Un'altra iniziativa degna di nota è il "gemellaggio", istituito nel 1998, tra l'Inter e il gruppo teatrale e culturale milanese Comuna Baires, che organizza periodicamente incontri con i giocatori, serate culturali sui loro paesi d'origine, dibattiti, spettacoli.[53]
Dal 2012 è infine attiva "Inter Forever"[54] (a sua volta erede del progetto "Glorie Nerazzurre" nato nella seconda metà degli anni 1990[55]), una selezione master formata da ex calciatori interisti e dedicata al sostegno di cause benefico-sociali attraverso la disputa di amichevoli in giro per il mondo.[56]
Settore giovanile
Il settore giovanile dell'Inter è composto da varie squadre che gareggiano a livello nazionale e internazionale nei vari tornei di categoria. Il centro di allenamento del settore giovanile è il Centro Sportivo "Giacinto Facchetti", situato ad Appiano Gentile (CO).[57] L'Inter ha istituito una rete di scuole calcio diffusa su tutto il territorio nazionale[58] e presenta anche delle scuole estive distribuite in Lombardia: presso il Centro Sportivo Giacinto Facchetti (riservata ai giovani dagli 8 ai 14 anni), in varie scuole nella zona di Milano (dagli 8 ai 16 anni) e ad Asiago (dai 15 ai 17 anni).[59]
La società meneghina ha una rete di osservatori che ne comprende 20 in Lombardia e altri 10 nel resto d'Italia. Tra i calciatori che hanno iniziato nell'Inter si annoverano nella prima parte del XX secolo Piero Campelli, Ermanno Aebi, Armando Castellazzi – tutti convocati in nazionale maggiore – e Giuseppe Meazza, uno dei giocatori più forti del calcio italiano e per due volte campione del mondo; nella seconda parte del Novecento si segnalano Giacinto Facchetti, Sandro Mazzola – bandiere della squadra negli anni 1960 –, Roberto Boninsegna, Gabriele Oriali, Giuseppe Bergomi, Riccardo Ferri e Walter Zenga, questi ultimi tre colonne dell'Inter e della nazionale tra gli anni 1980 e 1990.
All'inizio del III millennio sono da menzionare Leonardo Bonucci e Mario Balotelli, giocatori cresciuti nel settore giovanile interista ma affermatisi altrove.
Diffusione nella cultura di massa
In ambito cinematografico, la squadra dell'Inter è apparsa nel film di Marcello Marchesi e Vittorio Metz Milano miliardaria (1951), con Tino Scotti nel ruolo del cav. Luigi Pizzigoni, fotografo milanese nonché fiero sostenitore nerazzurro.[60] Altri riferimenti al club si possono cogliere in una serie di commedie degli anni 1980 dedicate al calcio, come Eccezzziunale... veramente (1982), film a episodi con Diego Abatantuono nei panni rispettivamente di un tifoso milanista, uno interista e uno juventino,[61]Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento (1983)[62] e L'allenatore nel pallone (1984).[63] Lo stesso Abantantuono sarà protagonista di un divertente siparietto in Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me (2006), sequel del fortunato film di Carlo Vanzina, ancora una volta alle prese con una commedia di argomento calcistico: sfogliando il giornale con un amico, Donato Cavallo, ex ras della Fossa dei Leoni, ironizza sul fatto che l'Inter non riuscirà mai a vincere quattro scudetti consecutivi, circostanza verificatasi invece solo quattro anni più tardi.[64] Altra commedia italiana con un riferimento alla squadra nerazzurra è il film di Neri Parenti Tifosi (1999), dove Enzo Iacchetti veste i panni di Carlo Colombo, pilota di una nota compagnia aerea italiana ma soprattutto accanito supporter interista.[65]
Inoltre si possono cogliere citazioni di vario genere sull'Inter in alcune pellicole come Tre uomini e una gamba (1997)[66], Tu la conosci Claudia? (2004)[67] e Il cosmo sul comò (2008)[68] con protagonista il celebre trio comico Aldo, Giovanni & Giacomo. Infine si segnala un fugace riferimento ai nerazzurri nel film di Luciano Ligabue Radiofreccia (1998), vincitore di tre David di Donatello.[69]
In ambito musicale, il popolare cantautore Adriano Celentano ha citato l'Inter nella canzone Eravamo in 100.000, contenuta nell'album Azzurro/Una carezza in un pugno (1968). Stessa cosa hanno fatto Enzo Jannacci nel brano Quelli che..., presente nell'omonimo album (1975) e Luciano Ligabue nel singolo Hai un momento, Dio?, tratto dall'album Buon compleanno Elvis (1995). Inoltre Roberto Vecchioni ha rivelato come la celebre canzone Luci a San Siro, contenuta nell'omonimo album (1980), fosse stata ispirata anche dalla passione dell'artista per la squadra nerazzurra.[70]
Il 30 luglio 1995 nacque "inter.it", il primo sito internet di un club calcistico italiano e per anni il secondo più visitato in Italia tra quelli sportivi.[71][72]
Allenatori e presidenti
Allenatori
Sono 71 gli allenatori che hanno assunto la guida tecnica dell'Inter, tre dei quali con la funzione specifica di direttore tecnico e/o consulente e altri tre che hanno ricoperto sia l'incarico esclusivo di allenatore che quello supplementare di direttore tecnico o consulente.[73]
Il primo a svolgere compiti assimilabili a quelli di un allenatore fu Virgilio Fossati, in virtù del ruolo di capitano del club[74], mentre il primo allenatore professionista ingaggiato dal club fu il britannico Bob Spottiswood, che guidò i nerazzurri dal 1922 al 1924.[75]
Il tecnico che è stato in carica più a lungo è Helenio Herrera, rimasto alla guida della squadra per nove anni, di cui otto consecutivi dal 1960 al 1968 (record per un allenatore straniero nella storia del calcio italiano). Herrera fu richiamato in panchina nel 1973 e detiene anche il primato di partite come allenatore (366) e di trofei vinti con il club (tre scudetti, due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali, per un totale di 7 titoli).[76] A pari merito con l'argentino come allenatore più vincente nella storia del club c'è Roberto Mancini, che è stato anche l'unico a vincere tre scudetti consecutivi con l'Inter (oltre a due Coppe Italia e due Supercoppe italiane).[76]
Entra di diritto nella storia della società anche José Mourinho, che in due anni ha conquistato due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e soprattutto la Champions League, realizzando così, nella stagione 2009-2010, il cosiddetto treble (vittoria contemporanea di scudetto, coppa nazionale e Champions League).[76]
Presidenti
In più di 100 anni di storia societaria alla guida dell'Inter si sono avvicendati 21 presidenti.[77]
Il primo presidente della società nerazzurra fu Giovanni Paramithiotti, che faceva parte anche dei 44 soci fondatori.[78]Massimo Moratti è invece il presidente più longevo della storia nerazzurra, avendo guidato il club dal 1995 al 2013, eccetto la parentesi di Giacinto Facchetti dal 2004 al 2006. La gestione di Massimo Moratti è anche la più vincente della storia interista con 16 trofei in 18 anni, di cui 11 sotto la sua presidenza diretta.[78]
Da segnalare anche Angelo Moratti, che contribuì in maniera determinante alla costruzione della Grande Inter, la squadra che centrò due Coppe dei Campioni e due Coppe Intercontinentali consecutive.[78]
Nel 2013 l'indonesiano Erick Thohir è diventato il primo straniero a ricoprire la massima carica dirigenziale in oltre un secolo di storia. Nel 2018 Thohir ha lasciato il posto a Steven Zhang, che a 26 anni è diventato il più giovane presidente nella storia della società interista.
Calciatori
In oltre un secolo di storia hanno vestito la maglia dell'Inter oltre 900 calciatori, in gran parte italiani,[79] e alcuni di questi hanno militato nella nazionale italiana.
Tra i calciatori italiani di rilievo che hanno militato nell'Inter sono annoverati Virgilio Fossati, uno dei primi idoli della tifoseria nerazzurra, Giuseppe Meazza, giocatore simbolo degli anni 1930 e trascinatore della nazionale vincitrice di due campionati mondiali nel 1934 e nel 1938,[80]Giacinto Facchetti, uno dei giocatori più rappresentativi dell'intera storia interista,[80]Tarcisio Burgnich,[80]Sandro Mazzola[80] – tutti vincitori del campionato europeo 1968 –, Alessandro Altobelli,[80]Giuseppe Bergomi,[80] – campioni del mondo nel 1982 – e il plurivincitore del premio Portiere dell'anno IFFHS Walter Zenga;[80] nel III millennio sono da menzionare Christian Vieri e Marco Materazzi, quest'ultimo campione del mondo nel 2006.
Tra i giocatori non italiani ad aver vestito la maglia dell'Inter si segnalano negli anni 1950 e 1960 l'ungherese István Nyers, il miglior marcatore straniero della storia interista, l'argentino Antonio Valentín Angelillo[80] e lo spagnolo Luis Suárez, uno dei registi più forti nella storia del calcio; tra gli anni 1980 e 1990 sono da citare il Pallone d'oro 1990 Lothar Matthäus, Andreas Brehme e Jürgen Klinsmann, tutti vincitori del campionato mondiale 1990; dagli anni 1990 in avanti vanno infine menzionati il Pallone d'oro 1997 Ronaldo, campione del mondo nel 2002,[80] l'argentino Javier Zanetti, detentore assoluto del record di presenze nella storia nerazzurra,[80] il francese Youri Djorkaeff, campione del mondo nel 1998, e il colombiano Iván Córdoba.
Hall of Fame
Il 2 dicembre 2017 è stata presentata la Hall of Fame dell'Inter, nata allo scopo di celebrare e ricordare i migliori giocatori nella storia del club. Per ogni ruolo (portiere, difensore, centrocampista e attaccante) sono stati selezionati tutti i calciatori con un passato nell'Inter che avessero determinati requisiti (almeno 60 presenze in gare ufficiali, almeno un titolo vinto, almeno 3 anni dal ritiro); in seguito sono stati annunciati tre candidati finali per ogni categoria. Al voto hanno partecipato tifosi e giornalisti, oltre a dipendenti e calciatori del mondo Inter.[81]
I primi quattro giocatori ad entrare nella Hall of fame nerazzurra, rivelati in occasione delle celebrazioni per il 110º anniversario di fondazione del club, sono stati Walter Zenga, Javier Zanetti, Lothar Matthäus e Ronaldo. Inoltre è stato assegnato un premio speciale alla famiglia Moratti.[82]
Maglie ritirate
L'Inter, su proposta di Massimo Moratti, ha ritirato la maglia numero 3 in seguito alla morte del presidente ed ex bandiera interista Giacinto Facchetti, scomparso il 4 settembre 2006. Il 3 era, infatti, il numero che l'aveva caratterizzato durante tutta la carriera. L'ultimo possessore di tale numero è stato Nicolás Burdisso, che in seguito ha vestito la maglia numero 16.[83]
Il 26 aprile 2015 il presidente Erick Thohir ha annunciato la decisione di voler ritirare la maglia numero 4 appartenuta a Javier Zanetti, che l'ha indossata per diciannove anni consecutivi.[84] La cerimonia di ritiro si è svolta il 4 maggio a San Siro in occasione del Match for Expo.[85]
Contributo alle nazionali di calcio
Al 20 novembre 2018 l'Inter è il secondo club che ha fornito il maggior numero di giocatori alla nazionale italiana: a tale data, infatti, 111 elementi hanno vestito la maglia azzurra all'epoca della loro militanza interista (meglio ha fatto solo la Juventus con 144).[86] Il contributo maggiore dell'Inter in termini di elementi prestati alla nazionale italiana risale ai mondiali del 1954, del 1970 e del 1986, edizioni in cui furono schierati sei uomini dell'Inter ciascuna: Ghezzi, Vincenzi, Giacomazzi, Neri, Nesti e Lorenzi nel 1954; Burgnich, Facchetti, Mazzola, Bertini, Vieri e Boninsegna nel 1970; Bergomi, Collovati, Baresi, Tardelli, Altobelli e Zenga nel 1986.[87]
Sono 14 in totale i giocatori dell'Inter militanti nelle selezioni nazionali italiane campioni del mondo; fra questi Meazza lo è stato per ben due volte: i convocati nerazzurri sono stati quattro nel 1934 (Allemandi, Castellazzi, Demaría e Meazza), cinque nel 1938 (Ferrari, Ferraris II, Locatelli, Olmi e Meazza), cinque nel 1982 (Altobelli, Bergomi, Bordon, Marini e Oriali) e uno nel 2006 (Materazzi). Solo la Juventus, con 22 calciatori italiani, e il Bayern Monaco, con 21 tedeschi, hanno saputo fare meglio. Quattro sono, invece, i calciatori dell'Inter laureatisi campioni d'Europa con la nazionale, nel 1968 (Burgnich, Domenghini, Facchetti e Mazzola).[88]
L'Inter è al terzo posto anche nella classifica assoluta dei club che vantano giocatori campioni del mondo con la propria nazionale, 19: ai 14 citati vanno aggiunti Andreas Brehme, Jürgen Klinsmann e Lothar Matthäus, campioni nel 1990 con la Germania, Youri Djorkaeff, campione nel 1998 con la Francia e Ronaldo campione nel 2002 con il Brasile. L'Inter è preceduta in tale graduatoria sempre dalla Juventus (25) e dal Bayern Monaco (24). Quanto al campionato d'Europa, oltre ai quattro italiani citati, altri tre giocatori sono vincitori del torneo con nazionali diverse da quella italiana: Luis Suárez (Spagna, 1964), Laurent Blanc (Francia, 2000) e Giōrgos Karagkounīs (Grecia, 2004).[88]
In totale, al mondiale 2018, l'Inter è la terza squadra che può vantare il maggior numero di giocatori convocati dalle rispettive nazionali al campionato del mondo, 121 (la Juventus e il Barcellona sono prima e seconda a quota 126 e 125), ed è il terzo club per numero di reti nella manifestazione, 71 (dietro al Bayern Monaco e al Real Madrid a quota 76 e 74).[89] Inoltre, al mondiale 2010, i calciatori nerazzurri sono secondi per quantità di partite disputate, 361 (la Juventus è prima a quota 362).[90] L'Inter, infine, detiene il primato di marcatori e reti segnate nelle finali mondiali, rispettivamente 7 e 8,[91] e vanta col Bayern Monaco la striscia record che vede la presenza di almeno un giocatore nerazzurro nelle rose delle finalisti nonché in campo durante la finale stessa nelle ultime 10 edizioni del torneo, dal 1982 al 2018.[92]
Palmarès
Competizioni nazionali
- Campionato italiano: 18
1909-1910; 1919-1920; 1929-1930; 1937-1938; 1939-1940; 1952-1953; 1953-1954; 1962-1963; 1964-1965; 1965-1966
1970-1971; 1979-1980; 1988-1989; 2005-2006; 2006-2007; 2007-2008; 2008-2009; 2009-2010
- Coppa Italia: 7
1938-1939; 1977-1978; 1981-1982; 2004-2005; 2005-2006; 2009-2010; 2010-2011
- Supercoppa italiana: 5
1989; 2005; 2006; 2008; 2010
Competizioni internazionali
- Coppa dei Campioni/UEFA Champions League: 3
1963-1964; 1964-1965; 2009-2010
- Coppa UEFA: 3
1990-1991; 1993-1994; 1997-1998
- Coppa Intercontinentale: 2
1964; 1965
- Coppa del mondo per club: 1
- 2010
Competizioni giovanili
Il settore giovanile dell'Inter è uno dei più vittoriosi della sua categoria sia in ambito nazionale, avendo conquistato 33 titoli di campione d'Italia (a cui vanno aggiunti 9 scudetti vinti dalle disciolte squadre riserve), sia a livello internazionale, con numerosi trofei ufficiali tra i quali alcuni relativi alle competizioni più importanti al mondo nella categoria, come per esempio il Torneo di Viareggio (vinto 8 volte) e la Blue Stars/FIFA Youth Cup (vinta una volta).
Fra i primati assoluti conquistati dalle squadre giovanili dell'Inter, si segnalano la vittoria contemporanea di tre dei quattro titoli italiani nel 2012 (Primavera, Juniores-Berretti e Giovanissimi) e di tre scudetti su cinque nel 2017 (Primavera, Juniores-Berretti e Allievi) e 2018 (Primavera, Under-16 e Giovanissimi), nonché il raggiungimento simultaneo di quattro finali su cinque dei campionati nel 2017 (con il secondo posto conseguito nel torneo Giovanissimi).[93][94]
Statistiche e record
Partecipazione ai campionati
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
1º | Prima Categoria | 7 | 1909-1910 | 1920-1921 | 103 |
Prima Divisione | 5 | 1921-1922 | 1925-1926 | ||
Divisione Nazionale | 4 | 1926-1927 | 1945-1946 | ||
Serie A | 87 | 1929-1930 | 2018-2019 |
In 103 stagioni sportive a partire dall'esordio a livello nazionale il 7 novembre 1909, inclusi 16 campionati di Prima Categoria Nazionale e Prima Divisione e Divisione Nazionale (A). Sono escluse le stagioni 1909 e 1912-13, nelle quali l'Inter non superò le eliminatorie regionali.
Statistiche di squadra
In 103 stagioni sportive a partire dall'esordio ufficiale, risalente al 10 gennaio 1909, l'Inter ha disputato 101 campionati di massima serie (85 campionati di Serie A, 7 di Prima Categoria Nazionale, 5 di Prima Divisione e 4 di Divisione Nazionale), mentre per 2 volte non superò le eliminatorie regionali (1909 e 1912-13). I nerazzurri hanno terminato il campionato 18 volte primi, 14 volte secondi e 16 volte terzi. Dall'avvio del girone unico l'Inter è stata 17 volte campione d'inverno (1929-30, 1933-34, 1937-38, 1950-51, 1952-53, 1953-54, 1960-61, 1961-62, 1965-66, 1966-67, 1979-80, 1988-89, 1990-91, 2006-07, 2007-08, 2008-09 e 2009-10). Dal 1929, anno dell'istituzione del torneo a girone unico, con 86 partecipazioni l'Inter è l'unica squadra italiana ad aver sempre militato in Serie A, campionato di cui peraltro ha vinto la prima edizione del 1929-30.[95]
La miglior vittoria dell'Inter è il 16-0 del 10 gennaio 1915 contro il Vicenza (Prima Categoria 1914-15)[96] mentre la peggiore sconfitta è il 9-1 subito contro la Juventus il 10 giugno 1961 (1960-61).[96]
Al termine della stagione 1988-89 l'Inter ha totalizzato in assoluto la percentuale più alta dei punti disponibili: l'85,29% dei punti disponibili in Serie A, 58 su 68 con media inglese +7[19] (record poi battuto dalla Juventus nel 2013-2014 con l'89,47% dei punti conquistati). Quell'anno l'Inter ha stabilito il record di punti in un campionato a 18 squadre: in quel periodo si assegnavano 2 punti per vittoria e i nerazzurri raggiunsero quota 58 punti.[97]
Nel campionato 2006-07 l'Inter ha stabilito il record di punti nell'arco di un anno solare (92 in 37 partite) nei campionati di Serie A con tre punti a vittoria, raggiungendo una media di 2,48 punti a partita (record poi battuto dalla Juventus nel 2012).[98] Al termine di quella stagione, l'Inter ha anche stabilito il record di punti, 97, conseguiti nell'arco della stagione, oltre al record di vittorie consecutive (17), quello delle vittorie complessive, 30 su 38 partite, e infine il record di 15 successi esterni su 19 incontri disputati.[99] In seguito, il record di punti e di vittorie complessive in una stagione è stato battuto dalla stessa Juventus nell'annata 2013-2014.
A livello di coppe nazionali l'Inter è al quarto posto per numero di finali disputate: 13 di Coppa Italia (con 7 vittorie, delle quali 2 consecutivamente per due volte)[100] e 9 di Supercoppa italiana (5 successi)[101] per un totale di 22, dietro alla Juventus prima con 32 finali, al Milan secondo con 25 finali, alla Roma terza con 23 finali complessive nelle due coppe nazionali[100][101]. Il record di finali consecutive in Supercoppa italiana appartiene all'Inter (dal 2005 al 2011) ed alla Juventus (dal 2012 al 2018) con 7 edizioni. In precedenza il primato apparteneva al Milan, che aveva giocato 3 edizioni consecutive: nel 1992, 1993 e 1994.[102]
In ambito internazionale, l'Inter è la prima e unica squadra italiana, nonché la sesta in Europa, ad aver realizzato il treble, ovvero la conquista nella stessa stagione di campionato, coppa nazionale e Champions League, traguardo raggiunto nel 2009-10.[2] Nel 1964 l'Inter è stata la prima compagine italiana a vincere la Coppa Intercontinentale, divenendo anche l'unica italiana ad aver vinto scudetto, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale nello stesso anno, il 1965.[18]
L'Inter è la squadra italiana che vanta il maggior numero di partecipazioni alla Coppa UEFA/Europa League. Escludendo le edizioni della Coppa delle Fiere, in quanto tale manifestazione non viene riconosciuta dall'UEFA, la società ha disputato 26 volte la manifestazione.[103] Nella medesima competizione, l'Inter ha giocato più partite di qualsiasi altra squadra, 181, ha centrato il maggior numero di vittorie (89) e pareggi (43) e con 221 punti conquistati, è la squadra ad aver conquistato più punti di tutti nella competizione.[104][105]
L'avversario affrontato più volte dall'Inter in gare ufficiali è la Juventus (230 volte),[106] seguita dal Milan (216 volte),[106] dalla Roma (198 volte)[106] e dal Torino (187 volte).[106] In campo internazionale, gli avversari più frequenti sono il Real Madrid[107] (15 incontri), il Valencia,[108] il Barcellona[109] (10 incontri) e il Bayern Monaco[110] (7 incontri).
Statistiche individuali
Il giocatore con il maggior numero di presenze in nerazzurro è Javier Zanetti, con 858 presenze in 19 stagioni. Seguono Giuseppe Bergomi (756 partite in 20 stagioni), Giacinto Facchetti (634 presenze in 18 stagioni), Sandro Mazzola (565 presenze in 17 stagioni) e Giuseppe Baresi (559 presenze in 15 stagioni).[111]
Javier Zanetti, con 615 presenze in Serie A,[112] è il primo giocatore con presenze nell'Inter, ed è anche primo fra i giocatori non nati in Italia.
Il capocannoniere di tutti i tempi è Giuseppe Meazza, con 288 gol segnati in 14 stagioni. Alle sue spalle Alessandro Altobelli (209 gol in 11 stagioni), Roberto Boninsegna (171 in 7 stagioni), Sandro Mazzola (160 in 17 stagioni) e Luigi Cevenini III (158 in 10 stagioni).[111]
Il miglior marcatore dell'Inter in un campionato a girone unico è Antonio Valentín Angelillo, che nel 1958-59 realizzò 33 reti; inoltre, i 33 gol in 33 partite di Angelillo rappresentano anche il miglior risultato conseguito in un campionato a 18 squadre.[113]Christian Vieri, con 24 gol in 23 partite nel 2002-03 (media per partita: 1,043), è stato il secondo calciatore, dopo Felice Borel nel 1932-33, ad aver vinto la classifica marcatori della serie A con un numero di reti superiore a quello delle presenze.
Tifoseria
Secondo il sondaggio condotto dalla società "Demos & Pi" e pubblicato nel settembre 2016 su la Repubblica, l'Inter risulta essere il secondo club più sostenuto in Italia – a pari merito con il Milan e dietro la Juventus –, con il 14% di preferenze da parte del campione esaminato.[4]
Inoltre, da un rapporto della società tedesca di indagini sul mercato sportivo "Sport+Markt" relativo al 2010, emerge come il club possa contare su un bacino potenziale di circa 17,5 milioni di sostenitori in Europa[5] e di 9,3 milioni di simpatizzanti in Sudamerica (secondo un altro rapporto della stessa società del 2009).[6]
Attualmente un buon numero di sostenitori si organizza in fan club e associazione di tifosi. Il principale è il Centro Coordinamento Inter Club (CCIC), che ha più di 1065 club riconosciuti ufficialmente dall'Inter.[114] La società nerazzurra vanta numerosi club sparsi in tutte le regioni d'Italia e in trenta paesi nel resto del mondo.[115]
Storia
La cultura popolare voleva che a tifare per l'Inter fosse soprattutto la borghesia, a differenza della sua rivale cittadina, il Milan, sostenuta invece dalle classi popolari e dagli immigrati. Infatti, i tifosi dell'Inter soprannominavano quelli del Milan casciavìt, che in milanese significa cacciaviti, per indicare l'origine operaia dei sostenitori rossoneri. A loro volta, i milanisti chiamavano i nerazzurri baùscia, termine milanese che significa gradasso, per indicare uno degli stereotipi cittadini, essendo allora i nerazzurri appartenenti perlopiù alle classi medie e altolocate, di origine prettamente meneghina.[116][117][118]
Questo divario andò appianandosi già negli anni 1960, sicché oggi i due soprannomi appaiono anacronistici e quasi desueti.
Gemellaggi e rivalità
Le tifoserie gemellate storicamente con quella dell'Inter sono quelle del Varese (per la rivalità con i tifosi comaschi, gemellati col Milan),[119] e soprattutto della Lazio.[119] Il gemellaggio con i laziali affonda le proprie radici intorno alla metà degli anni 1980 in risposta all'antico gemellaggio (poi rotto) fra Roma e Milan. Il legame è stato rinsaldato nella finale di Coppa UEFA 1997-1998 a Parigi, nonché il 5 maggio 2002 e il 2 maggio 2010 all'Olimpico, quando i tifosi laziali augurarono agli interisti la conquista del tricolore contro i comuni rivali della Roma.[119] All'estero, esiste un rapporto di amicizia con le tifoserie del Valencia[120] e del Nizza.[121]
Le rivalità più accese sono soprattutto con le tifoserie del Milan, con cui i nerazzurri disputano il derby di Milano, noto anche come derby della Madonnina, e della Juventus, con cui fin dagli anni 1960 l'Inter dà vita al derby d'Italia.[122][123] È in questi due match che le presenze allo stadio arrivano di solito all'apice, fino quasi all'esaurimento dei posti. Altre forti rivalità sussistono con le tifoserie del Napoli, dell'Atalanta e della Roma.[119]
Organico
Rosa 2018-2019
Rosa aggiornata al 31 agosto 2018.[124]
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Staff tecnico
Staff tecnico aggiornato al 25 settembre 2018.[125]
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Attività polisportiva
Per un breve periodo della sua storia, durante gli anni venti del XX secolo, l'Inter fu una polisportiva che, oltre alla squadra di calcio, schierava nelle divisioni nazionali anche quelle di pallacanestro e di rugby.
La sezione cestistica del club partecipò ai primi campionati organizzati dalla Federazione Italiana Pallacanestro e, capitanata dal presidente e fondatore della federazione Arrigo Muggiani, vinse uno scudetto nel 1923;[126] verso la fine del decennio la squadra si sciolse.
Nel 1927, a seguito della fusione dello Sport Club Italia con l'Unione Sportiva Milanese, nacque una squadra di rugby in seno all'Ambrosiana-Inter[127] che, con tale nome, fu tra le compagini che disputarono nella stagione 1928-29 il primo campionato italiano di rugby.
I milanesi giunsero in finale e si imposero 3-0 nell'incontro di spareggio a Bologna contro la S.S. Lazio[128][129] anche se, a fine torneo, l'Ambrosiana estromise la squadra di rugby, che si trasferì al Dopolavoro Pirelli e divenne famosa con il nome di Amatori Rugby Milano.[127][130]
Un'altra disciplina inglobata nella propria attività sportiva fu l'hockey su ghiaccio con l'incorporazione, nel 1949, dell'Hockey Club Milano, all'epoca già 10 volte campione nazionale, ribattezzato H.C. Milano-Inter.[131]
La squadra si laureò campione d'Italia nel 1950, 1951, 1952 e 1954 e vinse la Coppa Spengler, il più antico torneo europeo per squadre di club, nel 1953 e 1954, prima di sparire nel 1956 per problemi economici e fondersi con l'altra squadra di Milano, i Diavoli Rossoneri.
Nella stagione 2018-19, per la prima volta in 110 anni di storia, il club ha dato vita alla sua sezione calcistica femminile.[132]
Note
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^ ab (EN) What is your favourite football memory of 2010?, su fifa.com, 27 dicembre 2010.
^ ab Sondaggio Demos & Pi 2016
^ ab Sondaggio Sport+Markt 2010
^ ab Sondaggio Sport+Markt 2009
^ (EN) Europe's Club of the Century, su iffhs.de, 10 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2012).
^ Inter quinta squadra del decennio secondo l'Iffhs, su lastampa.it, 15 febbraio 2011.
^ Gazzetta, p. 31.
^ Petrucci, p. 4.
^ Toscani, pp. 16-17.
^ Dallo scudetto ad Auschwitz La vita di Arpad Weisz al Dal Verme, su ilgiornale.it, 23 gennaio 2017.
^ Toscani, p. 149.
^ Gazzetta, p. 35.
^ Petrucci, p. 9.
^ Toscani, p. 169.
^ Paolo Menicucci, Le migliori squadre di sempre: Inter 1962–67, su it.uefa.com, 27 maggio 2015.
^ abcd Toscani, pp. 378-379
^ ab Toscani, p. 475
^ (EN) James M. Ross, UEFA Cup 1990-91, su rsssf.com, 17 gennaio 2008.
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^ (EN) James M. Ross, UEFA Cup 1997-98, su rsssf.com, 17 gennaio 2008.
^ A seguito della sentenza della Commissione di Appello Federale in merito ai fatti oggetto di Calciopoli, il titolo di campione d'Italia 2005-06 fu revocato alla Juventus e successivamente assegnato all'Inter, cfr. All'Inter lo scudetto 2005/2006, su corriere.it, 27 luglio 2006.
^ Fabio Monti, L’Inter diventa indonesiana: a Thohir il 70 % Moratti: «Un sollievo, società in buone mani», su corriere.it, 16 ottobre 2013.
^ Matteo Brega, Inter, Suning si prende il 68,55%, Moratti lascia dopo 21 anni, su gazzetta.it, 6 giugno 2016.
^ Scudetto assegnato a tavolino a seguito delle sentenze di Calciopoli.
^ Brivio, Peron, Rosi, pag. 3
^ Brivio, Peron, Rosi, pag. 16
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^ Grassia e Lotito, p. 178.
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^ Elio e Graziano Romani - C’è solo l’Inter, su hukapan.it. URL consultato il 12 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2014).
^ In corso la conferenza stampa del nuovo inno: C'è solo l'Inter", su inter.it, 15 ottobre 2002.
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Bibliografia
Libri
- Mario Arceri, Valerio Bianchini, La leggenda del basket, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2004, p. 142, ISBN 88-8490-626-1 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2014).
- Gianluca Barca, Gian Franco Bellè (a cura di), La sesta nazione. Ottant'anni di storia della Federazione Italiana Rugby, Parma, Grafiche Step, 2008, ISBN 1-01-000003530-7.
- Pierangelo Brivio, Stefano Christian Peron, Gian Paolo Rosi (a cura di), Un amore sulla pelle. La storia dell'Inter attraverso le sue maglie, RCS Mediagroup S.p.A. Divisione Quotidiani, 2014, ISSN 1120-5067 .
- Nicola Cecere, Il calcio di Javier Zanetti ai raggi X, Milano, La Gazzetta dello Sport, 2011, p. 98.
- Vito Galasso, 1001 storie e curiosità sulla grande Inter che dovresti conoscere, Newton Compton, 2014, ISBN 978-88-541-4331-9.
- Filippo Grassia e Giampiero Lotito, Inter. Il calcio siamo noi, Sperling & Kupfer, 2010, ISBN 88-200-4967-8.
- Oliviero Toscani, Inter! 100 anni di emozioni 1908-2008, Milano, Skira, 2008 [2008], ISBN 88-6130-622-5.
- La Gazzetta dello Sport, Inter Cento di questi anni, Milano, Rcs Quotidiani, 2008 [2008], ISSN 1120-5067 .
- Stefano Petrucci, La storia dell'Inter, Roma, L'Airone Editrice, 2009 [2009], ISBN 978-88-7944-953-3.
- Luciano Ravagnani, Pierluigi Fadda, Rugby. Storia del Rugby Mondiale dalle origini a oggi, 2ª, Milano, Vallardi, 2007 [1992], ISBN 88-87110-92-1.
- Sandro Sabatini, Almanacco agenda Inter 2000, Football Club Internazionale Milano, 1999.
- Francesco Volpe, Paolo Pacitti, Rugby 2009, Roma, ZESI, 2008 [1996].
Pubblicazioni varie
- (EN) Deloitte Sports Business Group, Deloitte Football Money League 2018 (PDF), Deloitte Touche Tohmatsu Ltd., gennaio 2018.
- Demos & Pi, LI Osservatorio sul Capitale Sociale degli italiani - Il tifo calcistico in Italia (PDF), settembre 2016.
- (EN) Sport+Markt, Man United chasing Spanish top clubs (PDF).mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
[collegamento interrotto], febbraio 2009. - (EN) Sport+Markt, Europe's Top 20 – the most popular football clubs (PDF), settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2012).
Videografia
- Documentario La grande storia dell'Inter, Rai Trade, Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, 2007, EAN 8032807021638.
- Documentario Leggenda Inter - 2010, la storica tripletta, Rai Trade, Gazzetta dello Sport, 2010.
Voci correlate
- Società calcistiche campioni del mondo
- Società calcistiche vincitrici delle competizioni confederali e interconfederali
Altri progetti
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- Wikimedia Commons
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Collegamenti esterni
(IT, EN, ES, ID, JA, ZH) Sito ufficiale, su inter.it.
(EN) Football Club Internazionale Milano, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (IT, EN) Archivio on-line, su inter.it.
- (DE, EN, IT) Football Club Internazionale Milano, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
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