Vipera aspis




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Aspide

Aspisviper 01.jpg


Stato di conservazione


Status iucn3.1 LC it.svg

Rischio minimo[1]



Classificazione scientifica

Dominio

Eukaryota

Regno

Animalia

Phylum

Chordata

Classe

Reptilia

Ordine

Squamata

Sottordine

Serpentes

Famiglia

Viperidae

Sottofamiglia

Viperinae

Genere

Vipera

Specie

V. aspis

Nomenclatura binomiale

Vipera aspis
(Linnaeus, 1758)
Areale

Vipera aspis dis.png



L'aspide o vipera (Vipera aspis (Linnaeus, 1758)) è un serpente della famiglia Viperidae, diffuso in Europa occidentale.[2]




Indice






  • 1 Descrizione


  • 2 Distribuzione e habitat


  • 3 Biologia


  • 4 Riproduzione


  • 5 Comportamento


  • 6 Velenosità


  • 7 Sottospecie


  • 8 Galleria d'immagini


  • 9 Note


  • 10 Bibliografia


  • 11 Voci correlate


  • 12 Altri progetti


  • 13 Collegamenti esterni





Descrizione |




Dettaglio della coda


Lunga al massimo 94 cm, (mediamente sui 60–65 cm.), presenta testa più o meno distinta dal collo, con l'apice del muso leggermente rivolto all'insù, ed occhi di dimensione media con la pupilla verticale ellittica. La coda è nettamente distinta dal corpo, caratteristica tipica della vipera e che la differenzia, tra le altre cose, dagli innocui colubridi. La colorazione varia a seconda dell'individuo dal nero (raro) alle varie tonalità di marrone, rossiccio e grigio e concede la possibilità al rettile di confondersi nell'ambiente in cui vive. Anche il disegno dorsale cambia da soggetto a soggetto, con strisce a zig-zag, macchiette separate o colorazione quasi uniforme. L'aspetto generale è più tozzo che negli altri serpenti a causa delle piccole dimensioni e della coda molto corta. Il veleno viene prodotto da speciali ghiandole velenifere poste in fondo al palato e inoculato attraverso denti del veleno cavi al loro interno. Come le altre tre specie di viperidi presenti in Italia Vipera aspis è ovovivipara; nascono da 6 a 8 piccoli di 15–20 cm, che sono completi e possiedono già ghiandole velenifere. Possono raggiungere anche i vent'anni di vita.



Distribuzione e habitat |


L'areale della specie si estende dai Pirenei alla Foresta Nera alla Sicilia. È il più comune viperide italiano, presente in tutte le regioni ad eccezione della Sardegna, dove è presente la "sosia" Natrix maura, detta biscia viperina.


La Vipera aspis vive in luoghi freschi ed assolati, prediligendo ambienti poveri di vegetazione, prati, pascoli e soprattutto pietraie.



Biologia |


Si ciba di topi, lucertole e piccoli uccelli. Si tratta di un animale territoriale. È goffa, lenta nei movimenti ma in grado di reagire fulmineamente se calpestata o molestata. Il suo veleno è molto attivo nei confronti dei piccoli animali, dal momento che contiene sia neurotossine che emotossine, tuttavia raramente si configura mortale per l'uomo, pur richiedendo soccorso immediato e provocando effetti anche seri. A rischio sono prevalentemente i soggetti esposti alle reazioni allergiche, quelli emotivi, gli anziani ed i malati affetti da patologie croniche, nonché i bambini.



Riproduzione |


.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}A differenza di altri rettili, che possono essere ovovivipari od ovipari, la vipera aspis, insieme alle altre vipere presenti sul territorio italiano, è una specie vivipara. Si sviluppa, ovvero, una placenta primitiva che permette lo scambio di nutrienti tra il flusso sanguigno materno e l'embrione (fonte "Diversità animale" di Cleveland P. Hickman, Mc Graw Hill edizioni).
Durante il periodo degli amori, che avviene in primavera, i maschi possono intraprendere delle lotte ritualizzate: essi sollevano le parti anteriori del corpo e le attorcigliano intorno al proprio rivale per valutare le reciproche forze.[senza fonte]



Comportamento |


Come tutti i rettili anche la Vipera è un animale a sangue freddo ed è perciò attiva soprattutto quando la temperatura al suolo raggiunge i 25-27 gradi.
Per questo motivo durante la stagione invernale effettua una latenza, nascondendosi in anfratti del terreno; in alta quota, in particolare sui Pirenei, il letargo può raggiungere i 7 mesi. Contrariamente alle credenze popolari la Vipera non è assolutamente aggressiva; se non viene molestata, non rappresenta un pericolo per l'uomo, perché, di fronte ad un fattore di disturbo, tende a scappare e a nascondersi. Da sottolineare che la vipera è sorda, avverte le vibrazioni del suolo.



Velenosità |


Il morso di vipera difficilmente è letale per l'uomo adulto; può invece rappresentare un serio problema per i bambini (a causa della massa corporea limitata) e per le persone con cardiopatie e malattie debilitanti.


Il veleno prodotto da Vipera aspis è potente e ha una LD50 intramuscolare di 1 mg/kg di peso vivo[3] (valore simile a molte specie di cobra), tuttavia la quantità secreta è molto ridotta (circa 8–20 mg) e la dose letale per un uomo adulto è di 40–100 mg. Non sono inusuali i cosiddetti "dry-bite" o "morsi a secco", non essendo l'uomo una preda della vipera e considerato che il veleno è un mezzo fondamentale di caccia e sopravvivenza dell'ofide, la vipera tende a conservarlo. Inoltre essa può regolare la quantità di veleno da iniettare e decidere se utilizzare un dente o entrambi in base alla dimensione della preda. La quantità di veleno inoculata, nel caso di un morso, dipende anche dalla profondità dello stesso e se questo è stato inferto attraverso indumenti, più o meno spessi.


In media ogni anno in Italia si verificano 257 morsi di vipera di cui uno mortale[4]


Nell'uomo la sintomatologia in caso di morso è caratterizzata da manifestazioni locali e sistemiche.


Manifestazioni localizzate in prossimità del morso:
- dolore
- edema duro progressivo
- cianosi ed ecchimosi
- linfangite ed adenopatia
- i due forellini nel punto del morso non sempre presenti


Manifestazioni sistemiche:
- cefalea, nausea, vomito, dolori addominali, agitazione
- depressione cardiocircolatoria, ipotensione e shock (queste ultime possibili in bambini, persone malate o sensibili al veleno)
- alterazioni della coagulazione



Sottospecie |


Le sottospecie riconosciute sono le seguenti:




  • Vipera aspis aspis (Linnaeus, 1758). È diffusa principalmente in Francia, Germania meridionale, Svizzera e Italia settentrionale.


  • Vipera aspis atra (Meisner, 1820). È presente in Svizzera


  • Vipera aspis francisciredi (Laurenti, 1768). È presente nell'Italia centro-settentrionale, Svizzera, Slovenia e Croazia.


  • Vipera aspis hugyi (Schinz, 1833). Tipica dell'Italia meridionale.


  • Vipera aspis zinnikeri (Kramer, 1958). Presente nella regione dei Pirenei (Guascogna, Andorra, Spagna.)



Galleria d'immagini |




Note |




  1. ^ (EN) Corti, C., Pleguezuelos, J., Pérez-Mellado, V., Marquez, R., Cheylan, M., Geniez, P., Joger, U., Nettmann, H.K., Schmidt, B. & Meyer, A. 2005, Vipera aspis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2018.2, IUCN, 2018.


  2. ^ Genus:Vipera aspis, in The Reptile Database. URL consultato il 24 luglio 2014.


  3. ^ Brown JH. 1973. Toxicology and Pharmacology of Venoms from Poisonous Snakes. Springfield, Illinois: Charles C. Thomas. 184 pp. LCCCN 73–229. ISBN 0-398-02808-7.


  4. ^ Vipera (in italiano, Almanacco del Monte Argentario)



Bibliografia |


  • Silvio Bruno, Serpenti d'Italia


Voci correlate |



  • Rettili in Italia

  • Cleopatra VII



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |


  • Immagini della Vipera aspis, su herp.it.

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