Sinfonia n. 9 (Beethoven)
Sinfonia n. 9 | |
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Pagina del manoscritto originale della sinfonia di Beethoven | |
Compositore | Ludwig van Beethoven |
Tonalità | Re minore |
Tipo di composizione | Sinfonia |
Numero d'opera | Op. 125 |
Epoca di composizione | 1822-1824 |
Prima esecuzione | Teatro di Porta Carinzia, Vienna, 7 maggio 1824. |
Autografo | conservato alla Biblioteca di Stato di Berlino |
Dedica | Federico Guglielmo III, re di Prussia |
Durata media | 70 minuti |
Organico |
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Movimenti | |
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La Sinfonia n. 9 in re minore per soli coro e orchestra Op. 125, universalmente nota come la Nona sinfonia o Sinfonia corale, è l'ultima sinfonia compiuta da Ludwig van Beethoven, eseguita per la prima volta venerdì 7 maggio 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, con il contralto Caroline Unger e il tenore Anton Haizinger.[1][2]
Il quarto tempo contiene una versione musicata dell'ode Alla gioia (An die Freude) di Friedrich Schiller, mentre i primi tre movimenti sono esclusivamente sinfonici.
È una delle opere più note ed eseguite di tutto il repertorio classico, ed è considerata uno dei massimi capolavori di Beethoven, se non la più grandiosa composizione musicale mai scritta.[3] È stata inoltre per lungo tempo la maggiore composizione sinfonica con voci.[4]
Il tema del finale, riadattato da Herbert von Karajan, è stato adottato nel 1972 come Inno europeo.
Nel 2001 spartito e testo sono stati dichiarati dall'UNESCO Memoria del mondo, attribuendoli alla Germania.
Indice
1 Storia
1.1 Composizione
1.2 La prima
1.3 Edizioni
2 Struttura
2.1 Primo movimento
2.2 Secondo movimento
2.3 Terzo movimento
2.4 Quarto movimento
2.4.1 Testo
3 Organico
4 Esecuzioni celebri
5 La sinfonia negli Inni
6 La sinfonia n. 9 nel cinema
7 Registrazioni
8 Note
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
Storia |
Composizione |
La Società Filarmonica di Londra inizialmente commissionò la sinfonia nel 1817.[5] La principale opera di composizione fu compiuta tra l'autunno del 1822 e il febbraio 1824, data di completamento dell'autografo.[6]
Denominata nel suo primo abbozzo Allemande ("Tedesca"),[7] la sinfonia nacque in parte da altri brani di Beethoven che, sebbene confluiti in opere a sé stanti, sono anche contenuti in alcuni schizzi della futura Nona sinfonia. Quanto alla struttura, già la Fantasia Corale, Op. 80 (1808), in pratica un movimento di un concerto per pianoforte, introduce un coro e dei solisti verso la fine, per creare il culmine. Così nella Nona Sinfonia le voci cantano un tema prima suonato strumentalmente: peraltro il tema, per lo meno nella struttura, ricorda piuttosto da vicino il tema corrispondente nella Fantasia Corale. Andando ancora più indietro, una versione precedente del tema della Fantasia Corale si trova nella canzone Gegenliebe, per pianoforte e voce alta, risalente a prima del 1795.[8] Secondo Robert W. Gutman, l'Offertorio Misericordias Domini in re minore di Mozart, K. 222, scritto nel 1775, contiene una melodia che prefigura quasi perfettamente l'Inno alla gioia.[9]
La prima |
Anche se le sue opere più importanti avevano quasi sempre esordito a Vienna, Beethoven voleva che, una volta terminata, la sua ultima composizione fosse eseguita il più presto possibile a Berlino, poiché pensava che il gusto musicale viennese fosse ormai dominato dai compositori italiani, come Rossini.[10] Ma i suoi amici e finanziatori insistettero affinché la première della sinfonia si tenesse a Vienna, tanto che fecero partire una petizione, firmata da molti importanti mecenati e interpreti della musica viennese, suoi ammiratori.[10]
Beethoven fu lusingato dall'adorazione di Vienna, e così acconsentì. Discuté però a lungo sulla scelta del luogo dove tenere il concerto.[11] Egli propendeva infatti per la sala del Ridotto, un circolo privato, e già si diceva a Vienna che egli avrebbe dato il concerto «in un guscio di noce». Le ragioni di questa scelta sono dovute probabilmente al fatto che un teatro gli potesse apparire una sede troppo profana per un'opera di alta ispirazione religiosa come la Missa Solemnis, che avrebbe esordito nella sua quasi interezza insieme con la Nona sinfonia.[12] Saranno infine i suoi stessi amici e confidenti a dissuaderlo dalla scelta di dare un concerto in una sala (Verein), e propendere invece per un teatro, nel quale non solo sarebbe convenuta volentieri gran parte della nobiltà e della corte, ma soprattutto l'effetto e la forza dei suoi due nuovi lavori avrebbero trovato uno spazio dove poter essere espresse compiutamente.
La prima della Nona sinfonia si tenne il 7 maggio 1824 a Vienna, al Theater am Kärntnertor, seguita da tre parti della Missa Solemnis (il Kyrie, il Credo, e l'Agnus Dei) e dall'ouverture La consacrazione della casa.[2]
Fu la prima apparizione sul palco del compositore in 12 anni; la sala era gremita di un pubblico entusiasta e di un gran numero di musicisti.[13]
La première della sinfonia coinvolse la più grande orchestra mai riunita da Beethoven[13] e richiese gli sforzi combinati della Kärntnertor house orchestra e della Società musicale di Vienna (Gesellschaft der Musikfreunde), insieme con un gruppo selezionato di dilettanti preparati. Sebbene non esista una lista completa degli artisti che vi presero parte, molti degli artisti più noti di Vienna sono noti per aver partecipato.[14]
Le parti per soprano e per contralto furono interpretate dalle famose cantanti Henriette Sontag e Caroline Unger. Il soprano tedesco Henriette Sontag (1806–1854) aveva diciott'anni quando lo stesso Beethoven la ingaggiò per eseguire la sinfonia al suo esordio.[15][16]
Anche il contralto ventunenne viennese Caroline Unger (1803–1877) fu ingaggiato personalmente da Beethoven, ma già nel 1821 si era guadagnata ottime critiche in seguito all'apparizione nel Tancredi di Rossini. Dopo essersi esibita alla première del 1824, la Unger divenne famosa in Italia e a Parigi. Compositori come Donizetti e Bellini sono famosi per aver scritto ruoli specificatamente per la sua voce.[17]
La performance ufficialmente fu diretta dal maestro di cappella del teatro, Michael Umlauf, anche se lo stesso Beethoven condivise il palco con lui, cosicché se non altro poté percepire, tattilmente attraverso il plancito, le vibrazioni di risonanza dei registri bassi e del ritmo generale. Due anni prima proprio Umlauf aveva assistito al tentativo di Beethoven, già all'epoca sordo, di dirigere la prova generale della sua opera Fidelio, che finì in un disastro. Così questa volta istruì i cantanti e i musicisti affinché ignorassero il maestro Beethoven. All'inizio di ciascuna parte il compositore, che sedeva al lato del palco, dava i diversi tempi: voltava le pagine della partitura scritta da lui e batteva il tempo per una orchestra che non poteva udire. Così riporta, invece, il violinista Joseph Böhm:
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«Beethoven diresse il pezzo lui stesso; cioè, si trovava davanti al leggio e gesticolava furiosamente. A volte si alzava, altre si stringeva fino al suolo, si muoveva come se volesse suonare tutti gli strumenti da sé e cantare per conto dell'intero coro. Tutti i musicisti prestavano attenzione soltanto al suo ritmo mentre suonavano».[18]»
Ci sono diversi aneddoti riguardo alla prima della Nona. In base alle testimonianze dei partecipanti, molti indizi suggeriscono che l'esecuzione era stata piuttosto mal preparata (c'erano state solo due prove complete) e alquanto sconnessa. Le diverse fonti però concordano sul fatto che fu un grande successo.
Quando capitava che il pubblico applaudisse, alla fine dello Scherzo o alla conclusione dell'intera sinfonia, facendo così dilatare i tempi di esecuzione, Beethoven era fuori tempo per diverse misure e tuttavia continuava a condurre.[19] Per questa ragione secondo alcuni il contralto Caroline Unger si sarebbe avvicinata a Beethoven nel finale dell'esecuzione e lo avrebbe fatto voltare per ricevere gli applausi e gli evviva del pubblico. Secondo un testimone, «il pubblico ricevette l'eroe musicale con il massimo rispetto e simpatia, ascoltò le sue meravigliose, gigantesche creazioni con l'attenzione più assorbita e scoppiò in un applauso di giubilo, spesso durante le sezioni, e ripetutamente alla loro fine».[20] L'intero pubblico per cinque volte acclamò l'autore con una standing ovation; c'erano fazzoletti in aria, cappelli, mani alzate, in modo che Beethoven, che non riusciva a sentire gli applausi, potesse almeno vedere i gesti di ovazione.
Edizioni |
La prima edizione tedesca è stata stampata da B. Schott's Söhne (Mainz) nel 1826. L'edizione Breitkopf & Härtel risalente al 1864 è stata usata ampiamente dalle orchestre.[21] Nel 1997 Bärenreiter pubblicò un'edizione di Jonathan Del Mar.[22] Secondo Del Mar, questa edizione corregge quasi 3.000 errori contenuti nell'edizione Breitkopf, alcuni dei quali erano "notevoli".[23] David Levy tuttavia ha criticato questa edizione, dicendo che potrebbe creare tradizioni "molto probabilmente false".[24] Breitkopf ha anche pubblicato una nuova edizione di Peter Hauschild nel 2005.[25]
Struttura |
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La sinfonia è divisa in quattro movimenti. Beethoven modifica la tipica struttura della sinfonia classica inserendo per la prima volta uno scherzo prima del movimento lento (infatti lo scherzo solitamente segue il movimento più lento). Eccezionalmente infatti, se il primo movimento di una sinfonia o di una sonata e il successivo tempo lento acquistano proporzioni e impegno eccessivi, lo scherzo può diventare il secondo movimento, dando così maggior equilibrio all'opera. Egli aveva comunque già fatto lo stesso in lavori precedenti (inclusi i quartetti di archi) Op. 18 n. 5, the Archduke piano trio Op. 97, la sonata per piano Hammerklavier Op. 106). Anche Haydn fece lo stesso in altri lavori.[26]
Movimento | Indicazioni del movimento | Misura | Tempo | Tonalità |
---|---|---|---|---|
I | Allegro ma non troppo, un poco maestoso | 2/4 | = 88 | re m |
II | Molto vivace | 3/4 | = 116 | re m |
Presto | 2/2 | = 116 | re M | |
Scherzo da Capo al Coda | 3/4 | = 116 | re m | |
Coda (le 13 misure finali) | 2/2 | = 116 | re M | |
III | Adagio molto e cantabile | 4/4 | = 60 | si♭ M |
Andante moderato | 3/4 | = 63 | re M | |
Tempo I | 4/4 | = 60 | si♭ M | |
Andante moderato | 3/4 | = 63 | sol M | |
Adagio | 4/4 | = 60 | mi♭ M | |
Lo stesso tempo | 12/8 | = 60 | si♭ M | |
IV | Presto | 3/4 | = 96 | re m |
Allegro assai | 4/4 | = 80 | re M | |
Presto | 3/4 | = 96 | re m | |
Allegro assai | 4/4 | = 80 | re M | |
Allegro assai vivace - Alla Marcia | 6/8 | = 84 | si♭ M | |
Andante maestoso | 3/2 | = 72 | sol M | |
Allegro energico, sempre ben marcato | 6/4 | = 84 | re M | |
Allegro ma non tanto | 2/2 | = 120 | re M | |
Prestissimo | 2/2 | = 132 | re M |
Primo movimento |
Allegro ma non troppo, un poco maestoso. Durata approssimativa 16 min.
Il primo movimento è una sonata dall'atmosfera tempestosa. L'incipit della sinfonia è celebre per la quinta vuota la-mi priva della modale, che dà un senso di vuoto e di indefinito. Tale tecnica venne usata anche da sinfonisti posteriori (Anton Bruckner, Gustav Mahler) per rendere l'idea dell'ordine che nasce dal caos indistinto e indeterminato. Il tema di apertura, suonato "pianissimo" su tremolo di archi sembra a tal punto un'orchestra che si accorda da suggerire che fosse un'ispirazione di Beethoven. Ma da questo limbo musicale emerge un tema potente e chiaro che dominerà l'intero movimento. In seguito, alla fine della parte di ricapitolazione, torna a un "fortissimo" in Si bemolle maggiore, invece che al Re minore di apertura, la tonalità del movimento. L'introduzione impiega anche la relazione tra modale e tonica che distorce ulteriormente la chiave tonica fino a che essa non viene suonata dal fagotto nel più basso registro possibile. La coda utilizza un passus duriusculus.
Secondo movimento |
Scherzo: Molto vivace /Presto. Durata approssimativa 10 min.
Il secondo movimento, uno scherzo, è anch'esso in Re minore, con il tema di apertura somigliante a quello del primo movimento, una costruzione che si trova anche nella Sonata per pianoforte n. 29, scritta pochi anni prima. Essa usa ritmi propulsivi e un assolo di timpani. A tratti, durante il movimento Beethoven sottolinea che il battito dovrebbe essere ogni tre battute, forse a causa del passo molto veloce della gran parte del movimento, scritto in tempo triplo con l'indicazione "ritmo di tre battute", e un battito ogni quattro battute "ritmo di quattro battute".
Beethoven era già stato criticato in precedenza perché non aderiva alle regole riguardanti le composizioni. Utilizzò questo movimento come risposta ai suoi critici. Solitamente gli scherzi sono scritti in tempo triplo. Beethoven fece altrettanto ma esso ha un contrappunto tale che quando accoppiato con la velocità, rende il suono in tempo quarto[27].
Seppur aderente alla forma ternaria di un movimento di danza (scherzo-trio-scherzo, o minuetto-trio-minuetto), il movimento ha al suo interno una sonata completa. All'interno di essa, la prima parte dell'esposizione comincia con una fuga.
La sezione di trio contrastante è in Re maggiore e in tempo doppio. È nel trio che suona il trombone.
Terzo movimento |
Adagio-molto e cantabile – Tempo Primo – Andante Moderato – Adagio – Lo Stesso Tempo. Durata approssimativa 16 min.
Il tempo lento al terzo movimento smorza i toni dopo i suoni impetuosi precedenti, preparando quindi per lo slancio del finale. Il movimento lento e lirico, in Si bemolle maggiore, è in una forma variata sciolta, dove ogni coppia di variazioni elabora progressivamente il ritmo e la melodia. La prima variazione, come il tema, è in 4/4, la seconda in 12/8. Le variazioni sono separate da passaggi in 3/4, il primo in re maggiore, il secondo in sol maggiore. La variazione finale è interrotta due volte da episodi in cui forti fanfare eseguite da tutta l'orchestra sono corrisposte da ottave suonate dai soli primi violini. Un importante corno solista è assegnato al quarto suonatore. I tromboni sono in tacet durante tutto il movimento.
Quarto movimento |
Presto triste molto assai (Alla marcia); Andante maestoso; Allegro energico, sempre ben marcato. Durata approssimativa 24 min.
Il quarto movimento si caratterizza per contenere il recitativo, così suddiviso:
- Presto – Allegro ma non troppo – Vivace – Adagio cantabile – Allegro assai – Presto: O Freunde – Allegro assai: Freude, schöner Götterfunken – Alla marcia – Allegro assai vivace: Froh, wie seine Sonnen – Andante maestoso: Seid umschlungen, Millionen! – Adagio ma non troppo, ma divoto: Ihr, stürzt nieder – Allegro energico, sempre ben marcato: (Freude, schöner Götterfunken – Seid umschlungen, Millionen!) – Allegro ma non tanto: Freude, Tochter aus Elysium! – Prestissimo, Maestoso, Molto Prestissimo: Seid umschlungen, Millionen!
Il famoso finale corale è la rappresentazione musicale beethoveniana della fratellanza universale. Il pianista e autore musicale americano Charles Rosen lo ha definito come una "sinfonia all'interno della sinfonia", suonata senza interruzione.[28] Questa "sinfonia interna" segue infatti lo stesso schema generale della Nona Sinfonia nel suo complesso. Lo schema è il seguente:
- Primo "movimento": tema e variazioni con lenta introduzione. Il tema principale che appare prima coi violoncelli e i contrabbassi viene poi "ricapitolato" dalle voci, presenti in tutti gli altri "pseudo-movimenti".
- Secondo "movimento": scherzo in 6/8 in stile militare (inizia "Alla marcia", parole "Froh, wie seine Sonnen fliegen"), nello stile "alla turca".[29] Conclude con una variazione in 6/8 del tema principale con il coro.
- Terzo "movimento": lenta meditazione con un nuovo tema sul testo "Seid umschlungen, Millionen!" (inizia con un "Andante maestoso").
- Quarto "movimento": fugato finale sui temi del primo e del terzo "movimento" (inizia con un "Allegro energico").
Il movimento ha un'unità tematica, in cui ogni parte può dimostrarsi basata sul tema principale, il tema "Seid umschlungen", o su una combinazione dei due.
Il primo "movimento all'interno di un movimento" è a sua volta organizzato in sezioni:
- Una introduzione, che inizia con un Presto che è quasi una tempesta di passaggio. Quindi si evocano brevemente tutti e tre i precedenti movimenti in ordine, ciascuno commentato e "respinto" dai violoncelli e i contrabbassi, che giocano in una prefigurazione strumentale della voce umana (recitativo). Alla presentazione del tema principale, anche i violoncelli e i contrabbassi prendono quindi parte alla sinfonia.
- Il tema principale costituisce la base di una serie di variazioni per l'orchestra sola.
- L'introduzione viene quindi ripetuta dal passaggio Presto, questa volta con il solista baritono che canta i recitativi precedentemente suggeriti dai violoncelli e i contrabbassi.
- Il tema principale subisce ancora variazioni, questa volta per i cantanti solisti e il coro.[30]
Testo |
Aggiungere un finale con tanto di coro alla sinfonia rappresentava, per Beethoven, un'idea a cui pensava già dal 1807, e che in parte realizzò nel 1808 nel finale della Fantasia corale, portata però a totale compimento solo con la Nona sinfonia, musicando nel quarto movimento l'Ode o Inno alla gioia di Friedrich Schiller.
(DE) «O Freunde, nicht diese Töne! | (IT) «Amici, non questi suoni! |
(Ludwig Van Beethoven, Introduzione del compositore ad An die Freude) |
Già dal 1793 Beethoven manifestò la volontà di mettere in musica l'Inno alla gioia di Friedrich Schiller.[31] Al 1799 risale il primo abbozzo, sotto forma di Lied, mentre altri schizzi si trovano attualmente in raccolte risalenti al 1814 e 1815. Ma fu solo con la Nona Sinfonia che Beethoven adattò tale testo alla musica, la sua più grande sinfonia. E per far ciò, prese ispirazione da una stesura dell'Ode vista dall'autore stesso nel 1803. L'Inno alla gioia è una lirica nella quale la gioia è intesa non certo come semplice spensieratezza e allegria, ma come risultato a cui l'uomo giunge seguendo un percorso graduale, liberandosi dal male, dall'odio e dalla cattiveria.[1] Peculiarità di quest'ultimo movimento è il perfetto uso (ante litteram) del Leitmotiv, che sarà caratteristico della produzione wagneriana. Infatti Beethoven, all'inizio del 4º movimento, riprende in ordine tutti e tre i temi dei precedenti.
«Quella idea profetica della fondazione del regno di Dio sulla terra tra gli uomini di buona volontà, già auspicata da Kant, Beethoven l'aveva solennemente celebrata nel Finale della Nona Sinfonia, ove si esalta il regno della fraternità umana, la vittoria dell'uomo su ciò che fisicamente e moralmente l'opprime, la sua vittoria sulla tirannide politica e su quella delle passioni, la sua libertà. Con la Nona Sinfonia è come se egli, anzi la musica, uscisse appunto dall'ambito della esperienza personale dei sentimenti privati per abbracciare una visione più ampia in cui gli ideali non siano vane ombre, soggettivo riflesso dei desideri, ma vengano affermati e riconosciuti come oggettivamente validi. [...] S'imponeva pertanto di uscire dal chiuso mondo individuale per entrare in uno più vasto, di ritrovare il mondo comune di chi veglia. Mentre vengono ripudiate le vane immaginazioni metafisiche e i sogni individuali, sorge imperioso il bisogno di reintegrare praticamente quei valori di cui ci viene negato il pieno e convincente possesso ideale. Sarà ora il cuore a dare norma alla ragione, a guidare l'uomo senza incertezza, mediante le leggi morali insite in lui, verso i suoi veri fini. La legge dell'amore stringerà tra loro gli uomini come la legge della gravitazione stringe insieme gli esseri nell'universo fisico, ma secondo un ordine anche più alto e mirabile perché non determinato da cieca necessità bensì da libera elezione.» |
(Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Laterza, 1970, pp. 137-8.) |
Le parole scritte dallo stesso Beethoven (e non contenute nella poesia di Schiller) sono riportate in corsivo:
(DE) «O Freunde, nicht diese Töne! Freude, schöner Götterfunken Wem der große Wurf gelungen, Freude trinken alle Wesen Froh, wie seine Sonnen fliegen Seid umschlungen, Millionen! Freude heißt die starke Feder | (IT) «O amici, non questi suoni! Gioia, bella scintilla divina, L'uomo a cui la sorte benevola, Gioia bevono tutti i viventi Lieti, come i suoi astri volano Abbracciatevi, moltitudini! "Gioia" si chiama la forte molla |
(Nona sinfonia in Re minore, Op. 125 di Ludwig van Beethoven - IV movimento) |
Organico |
La sinfonia è composta per la seguente orchestra. Gli strumenti e le persone impiegate sono di gran lunga i più numerosi per l'esecuzione di qualsiasi altra sinfonia di Beethoven; tuttavia alla première lo stesso Beethoven li aumentò ulteriormente assegnando due suonatori in più a ciascuna parte dei legni.[33]
Legni
| Ottoni
Percussioni
| Voci (solo quarto movimento)
Archi
|
Esecuzioni celebri |
- Al Metropolitan Opera House di New York viene eseguita nel 1913 diretta da Arturo Toscanini con Louise Homer.
- Al Teatro La Fenice viene eseguita nel 1944 con Cloe Elmo.
- Al Wiener Staatsoper viene eseguita nel 1965 diretta da Karl Böhm con i Wiener Philharmoniker, Wilma Lipp, Christa Ludwig e James King (tenore).
La sinfonia negli Inni |
Durante il periodo della divisione della Germania, l'Inno alla gioia è stato l'inno per la Squadra Unificata Tedesca durante i Giochi olimpici svoltisi tra il 1956 e il 1968.
Nel 1972, la versione strumentale (senza coro), è stata adottata come inno europeo dal Consiglio d'Europa e, successivamente, dalle Comunità europee (ora Unione europea) nel 1985.[34][35]
Dal 1974 al 1979 fu inno anche per la Repubblica di Rhodesia del governo segregazionista di Ian Douglas Smith con il testo "Rise, O Voice of Rhodesia".[36]
Dal 2005 il coro del quarto movimento viene inoltre utilizzato anche nel calcio, come inno ufficiale della Copa Libertadores[37]. Inoltre, dal settembre 2014, una versione strumentale riarrangiata di un frammento del quarto movimento viene utilizzata come sigla di apertura e di chiusura delle partite di qualificazione a Euro 2016 e ai match della zona europea di qualificazione a Russia 2018, oltre che delle trasmissioni a esse correlate[38].
La sinfonia n. 9 nel cinema |
- Alcuni movimenti della nona sinfonia eseguiti su sintetizzatore Moog da Walter Carlos fanno parte della colonna sonora del film Arancia meccanica.
- L'inno alla gioia (Ode to joy) è nella colonna sonora del film L'attimo fuggente (Dead Poets Society) del 1989, suonato dalla Chicago Symphony Orchestra.
- L'esecuzione di parte del 4º movimento è contenuta nel film Departures di Yojiro Takita del 2008.
- L'esecuzione di parte del 2º movimento è contenuta nel film Whatever Works di Woody Allen del 2009.
- Parti della nona sinfonia sono contenute nel film Warrior di Gavin O'Connor del 2011.
- Una citazione dalla nona sinfonia si trova anche nel film L'era glaciale 4.
- Parte della Sinfonia si trova nel film The End of Evangelion della saga Neon Genesis Evangelion del 1997.
- Il film Lezione ventuno di Alessandro Baricco parla dei motivi della creazione della nona sinfonia (secondo l'autore).
- Il film Amata immortale di Bernard Rose, del 1994, che narra la vita romanzata di Beethoven, dà una interpretazione di questo brano nell'infanzia del piccolo Ludwig.
- L'esecuzione di parte del primo movimento (Allegro ma non troppo, un poco maestoso) è contenuta nel film Equilibrium del 2002.
Io e Beethoven di Agnieszka Holland del 2006.- Il 4° movimento della sinfonia viene più volte citato nel film Trappola di cristallo (Die Hard) di John McTiernan del 1988, venendo anche eseguito nei titoli di coda.
Registrazioni |
Discografia selettiva
Wilhelm Furtwängler, Orchestra del Festival di Bayreuth & Coro, Elisabeth Schwarzkopf (soprano), Elisabeth Hongen (contralto), Hans Hopf (tenore), Otto Edelmann (baritono), EMI Classics; Naxos
- Wilhelm Furtwängler, Philharmonia Orchestra & Chorus, Elisabeth Schwarzkopf, Elsa Cavelti, Ernst Haefliger, Otto Edelmann, Tahra; Music & Arts
Otto Klemperer, Philharmonia Orchestra & Chorus, Aase Nordmo Løvberg, Christa Ludwig, Waldemar Kmentt, Hans Hotter, Testament
Herbert von Karajan, Berliner Philharmoniker, Wiener Singverein, Gundula Janowitz, Hilde Rössel-Majdan, Waldeman Kmentt, Walter Berry, DG
- Herbert von Karajan, Berliner Philharmoniker, Wiener Singverein, Anna Tomowa-Sintow, Agnes Baltsa, Peter Schreier, José van Dam, DG
Leonard Bernstein, Orchestra e Coro, June Anderson, Sarah Walker, Klaus König, Jan-Hendrick Rootering, DG
Klaus Tennstedt, London Philharmonic Orchestra & Chorus, Lucia Popp, Ann Murray, Anthony Rolfe Johnson, René Pape, LPO Live
Günter Wand, Orchestra Sinfonica della Norddeutscher Rundfunk & Cori, Edith Wiens, Hildegard Hartwig, Keith Lewis, Roland Hermann, RCA
Nikolaus Harnoncourt, Chamber Orchestra of Europe, Arnold Schönberg Choir, Charlotte Margiono, Birgit Remmert, Rudolf Schasching, Robert Holl, Teldec; Warner
John Eliot Gardiner, Orchestre Revolutionnaire et Romantique, Monteverdi Choir, Anne Sofie von Otter, Ľuba Orgonášová, Anthony Rolfe Johnson, Gilles Cachemaille, Archiv
Osmo Vänskä, Minnesota Orchestra & Coro, Helena Juntunen, Katarina Karnéus, Daniel Norman, Neal Davies, BIS
Note |
^ Esistono abbozzi per una Decima mai ultimata.
^ ab Amadeusonline.net Almanacco, 7 maggio 1824, Venerdì.
^ (EN) Nicholas Cook, Beethoven: Symphony No. 9, Cambridge Music Handbooks, 24 giugno 1993, ISBN 978-0-521-39924-1.
«Beethoven's Ninth Symphony is acknowledged as one of the supreme masterpieces of the Western tradition. More than any other musical work it has become an international symbol of unity and affirmation.».
^ (EN) Mark Evan, Symphony: II. The 19th century, The New Grove Dictionary of Music and Musicians, vol. 29, 2ª ed., Londra, Macmillan Publishers, 2001, ISBN 0-333-60800-3. 24:837.
^ Solomon, Maynard. Beethoven. New York: Schirmer Books, 1997, p. 251.
^ Breitkopf Urtext, Beethoven: Symphonie Nr. 9 d-moll Archiviato il 1º aprile 2012 in Internet Archive., op. 125, pbl.: Hauschild, Peter, p. VIII
^ Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Laterza, 1970, p. 48.
^ Hopkins (1981, 249)
^ Robert W. Gutman, Mozart: A Cultural Biography, 1999, pg. 344
^ ab Sachs, Harvey (2010), The Ninth: Beethoven and the World in 1824, Faber
^ Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Laterza, 1970, p. 177.
^ Ibidem
^ ab Levy, David Benjamin. Beethoven: The Ninth Symphony. Yale University Press 2003.
^ Kelly, Thomas Forrest (2000). First Nights: Five Musical Premiers (Chapter 3). Yale University Press, 2001.
^ Elson, Louis, Chief Editor. University Musical Encyclopedia of Vocal Music. University Society, New York, 1912
^ Life of Henriette Sontag, Countess de Rossi. (Various Authors) Stringer & Townsend, publishers. New York, 1852.
^ Kennedy, Michael & Bourne, Joyce (1996). The Concise Oxford Dictionary of Music. Oxford University Press, 2007.
^ «Beethoven directed the piece himself; that is, he stood before the lectern and gesticulated furiously. At times he rose, at other times he shrank to the ground, he moved as if he wanted to play all the instruments himself and sing for the whole chorus. All the musicians minded his rhythm alone while playing».
^ «"Quando nella seconda parte dello Scherzo i timpani eseguirono da soli il motivo, il pubblico scoppiò in tali applausi da coprire l'orchestra. Gli occhi degli esecutori erano pieni di lacrime. Il maestro continuava a battere il tempo sino a che Umlauf, con un gesto della mano, ebbe a mostrargli l'emozione del pubblico. Egli si guardò attorno e s'inchinò, calmissimo". Così ebbe a riferire Karl Holz.» Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Laterza, 1970, p. 182.
^ «The public received the musical hero with the utmost respect and sympathy, listened to his wonderful, gigantic creations with the most absorbed attention and broke out in jubilant applause, often during sections, and repeatedly at the end of them».
^ Del Mar, Jonathan, Jonathan Del Mar, New Urtext Edition: Beethoven Symphonies 1–9, British Academy Review, luglio–dicembre 1999. URL consultato il 13 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2007).
^ Ludwig van Beethoven The Nine Symphonies The New Bärenreiter Urtext Edition, su baerenreiter.com. URL consultato il 13 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2007).
^ Zander, Benjamin, Beethoven 9 The fundamental reappraisal of a classic, su benjaminzander.com. URL consultato il 13 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 19 aprile 2012).
^ Concerning the Review of the Urtext Edition of Beethoven's Ninth Symphony, su bf.press.uiuc.edu. URL consultato il 13 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2007).
^ Ludwig van Beethoven - The complete guide by wikipedians, su books.google.it.
^ Le nove sinfonie di Beethoven, cit., p. 126.
^ Antonio De Lisa, Il sinfonismo di Beethoven – Guida all'ascolto, Blog su WordPress.com.
^ Rosen, Charles. "The Classical Style: Haydn, Mozart, Beethoven", p. 440. New York, Norton, 1997.
^ Lo stile alla turca era molto di moda soprattutto al tempo di Mozart, e piaceva in special modo al pubblico viennese, da quello più aristocratico al meno erudito: lo stile univa infatti un clima tipicamente esotico a uno più festoso e ridicolo (esplicitato dall'uso dei piatti, del triangolo e della grancassa)
^ È importante notare che molti altri scrittori hanno interpretato la forma dell'ultimo movimento in termini diversi, tra cui due dei più grandi analisti del ventesimo secolo, Heinrich Schenker e Donald Tovey.
^ Le nove sinfonie di Beethoven, cit., p. 125.
^ La primissima versione, poi corretta dallo stesso Schiller, recitava:- Was der Mode Schwert geteilt;
- Bettler werden Fürstenbrüder
- («ciò che la moda feroce separò;
- i mendichi diventano fratelli dei principi»)
^ Alexander Wheelock Thayer. Thayer's Life of Beethoven. Revised and edited by Elliott Forbes. Princeton, NJ: Princeton University Press, 1973, p. 905.
^ The European Anthem, Europa.
^ Europa – The EU at a glance – The European Anthem
^ (EN) "Rhodesia picks Ode to Joy", The Vancouver Sun, 30 agosto 1974.
^ Copa Bridgestone Libertadores - TV Intro
^ UEFA EUROPEAN QUALIFIERS - TV Intro
Bibliografia |
Luigi Magnani, Beethoven nei suoi quaderni di conversazione, Laterza, 1970.- Massimo Mila, Lettura della Nona Sinfonia, Einaudi, 1977 ISBN 8806470191
- Antony Hopkins, The Nine Symphonies of Beethoven, Heinemann, London, 1981 ISBN 1-85928-246-6
- Nicholas Cook, Beethoven: Symphony No. 9, Cambridge Music Handbooks, 1993 ISBN 978-0-521-39924-1
- Mark Evan, Symphony: II. The 19th century, Vol. 29, The New Grove Dictionary of Music and Musicians, Macmillan Publishers, Londra, 2001 ISBN 0-333-60800-3
- David Benjamin Levy, Beethoven: The Ninth Symphony, Yale University Press, 2003, ISBN 978-0-300-09964-5.
- Esteban Buch, Beethoven's Ninth: A Political History, University Of Chicago Press, 2004, tradotto in inglese da Richard Miller ISBN 0-226-07824-8
- Corrado Setti, Gabriella Goglio, Le nove sinfonie di Beethoven, Lampi di stampa, 2012 ISBN 88-488-1385-2
- Giovanni Bietti, Ascoltare Beethoven, Edizioni Laterza, 2013 ISBN 88-581-0913-9
Voci correlate |
- Composizioni di Ludwig van Beethoven
- Inno alla gioia (Friedrich Schiller)
- Fantasia corale
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla Sinfonia No. 9 di Beethoven
Collegamenti esterni |
- Audio e video guida all'ascolto della Sinfonia N.9 in Re minore (op. 125) realizzata per MITO Settembremusica nel 2009, a cura del Prof. Giangiorgio Satragni, su comune.torino.it.
- (EN) Spartiti liberi di Sinfonia n. 9 (Beethoven), in International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.
Ascolto in MP3 Creative Commons Adina Spire - Bezdin Ensemble
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 179828695 · LCCN (EN) n81018172 · GND (DE) 300016433 · BNF (FR) cb13908150w (data) |
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