FIAT
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FIAT | |
---|---|
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 11 luglio 1899 a Torino |
Fondata da | Giovanni Agnelli |
Sede principale | Torino |
Gruppo | FCA Italy |
Persone chiave | Olivier François, direttore operativo |
Settore | Automobilistico |
Prodotti | autovetture |
Slogan | «Simply more» |
Note | Premio Compasso d'oro nel 1959 Premio Compasso d'oro nel 1967 Premio Compasso d'oro nel 2011 |
Sito web | www.fiat.com/ |
FIAT (acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino) è un marchio automobilistico di FCA Italy, a sua volta facente parte del gruppo industriale Fiat Chrysler Automobiles.
Il marchio ha una lunga storia, essendo stato fondato l'11 luglio 1899 a Torino come casa produttrice di automobili, per poi sviluppare la propria attività in numerosi altri settori, dando vita a quello che sarebbe diventato il più importante gruppo finanziario e industriale privato italiano del XX secolo, oltreché la prima holding del Paese, e, limitatamente al settore automobilistico, la maggior casa produttrice del continente europeo e terza a livello mondiale, dopo le statunitensi General Motors Co. e Ford Motor Co., per un ventennio, fino allo scoppio della crisi dell'industria automobilistica torinese iniziata alla fine degli anni ottanta.[1]
Indice
1 Storia e direzione aziendale
1.1 Modelli pre-bellici e bellici
1.2 La produzione Fiat del dopoguerra
1.3 Modelli anni '60
1.4 Modelli anni '70
1.4.1 Fiat Auto S.p.A.
1.5 Modelli anni '80
1.6 Modelli anni '90
1.7 Modelli anni 2000
1.8 Modelli anni 2010
1.8.1 Investimenti all'estero e Progetto 178
1.8.2 Autocarri
1.9 I loghi FIAT
2 Produzione e gamma corrente
2.1 Europa
2.1.1 Gamma europea
2.1.2 Classificazione UE sulle emissioni
2.1.3 Percorsi stilistici delle vetture europee
2.2 Sudamerica
2.3 Nordamerica e America Centrale
2.4 Asia
2.4.1 Cina
2.4.2 India
2.4.3 Pakistan
2.4.4 Medio Oriente
2.5 Oceania
2.6 Africa
3 Motori
4 Archivio
5 Note
6 Bibliografia
7 Voci correlate
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
Storia e direzione aziendale |
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L'azienda nacque dalla comune volontà di una dozzina tra aristocratici, possidenti, imprenditori e professionisti torinesi di impiantare una fabbrica per la produzione di automobili.
L'idea di produrre automobili su scala industriale era venuta agli amici Emanuele Cacherano di Bricherasio e Cesare Goria Gatti (già fondatori dell'ACI Automobile Club d'Italia) che avevano precedentemente costituito e finanziato la "Accomandita Ceirano & C.", finalizzata alla costruzione della "Welleyes", un'automobile progettata dall'ing. Aristide Faccioli e costruita artigianalmente da Giovanni Battista Ceirano.
Visto il successo ottenuto dalla "Welleyes" alla sua presentazione, Bricherasio e Gatti proposero a un gruppo di conoscenti di acquisire le esperienze, le maestranze e la competenza della "Accomandita Ceirano & C." per trasferirle su scala industriale, come già avveniva nella fabbriche dell'Europa settentrionale.
Oltre ai due promotori, si mostrarono disposti a partecipare il conte Roberto Biscaretti di Ruffia, il marchese Alfonso Ferrero de Gubernatis Ventimiglia, il banchiere e industriale della seta Michele Ceriana Mayneri, l'avvocato Carlo Racca, il possidente Lodovico Scarfiotti, l'agente di cambio Luigi Damevino e l'industriale della cera Michele Lanza.
La costituenda società non era ancora stata ufficializzata che la stampa piemontese già pubblicava la notizia come certa.
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«Siamo informati che sull'iniziativa dei più noti automobilisti torinesi, si è costituita una società anonima, col capitale di un milione circa, per la costruzione e il commercio degli automobili. Mandiamo a questa società, la cui opportunità sarà da tutti riconosciuta, i nostri migliori augurii, persuasi che con tale vigore di energie e potenza di capitale, non potrà a meno di dare valido impulso allo sviluppo dell'automobilismo italiano.» |
(da L'Automobile del 1º luglio 1899) |
Il gruppo di notabili, dopo vari incontri tenuti nel caffè di madame Burello per fissare le linee dell'accordo e dopo aver ottenuto l'appoggio finanziario del "Banco di Sconto e Sete" di Torino, si riunì a Palazzo Bricherasio per sottoscrivere l'atto di "Costituzione della Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili – Torino" redatto dal Cav. Dott. Ernesto Torretta, Notaio Patrimoniale della Real Casa: era l'11 luglio 1899.[2] I soci versarono un capitale di 800.000 lire in 4.000 azioni (circa 3,6 milioni di euro .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}attuali[non chiaro]) e affidarono la presidenza a Ludovico Scarfiotti.
Occorre aggiungere che, il giorno precedente alla costituzione della società, Michele Lanza decise di ritirarsi, abbandonando il sodalizio FIAT. Lanza aveva già realizzato in proprio, nel 1895, una delle prime automobili italiane e, ben conoscendo le difficoltà tecniche a cui si andava incontro, riteneva inopportuno escludere Giovanni Battista Ceirano dalla società, principale esperto meccanico, per mere questioni di rango. Parte della quota azionaria destinata a Lanza venne assunta dal possidente Giovanni Agnelli, coinvolto in extremis dall'amico ed ex commilitone Scarfiotti, mentre la rimanente quota azionaria venne sostenuta dal Banco di Sconto e Sete.
Durante la prima seduta, il consiglio d'amministrazione della neonata FIA (Fabbrica Italiana di Automobili) deliberò l'acquisto dell'"Accomandita Ceirano & C.", liquidando Ceirano con la somma di 20.000 lire, oltre ad assumerlo quale agente di vendita.
La prima vettura costruita dalla FIAT fu il modello "3½ HP", copia della "Welleyes" e prodotta in 8 esemplari nel corso del 1899. Sempre in quell'anno, l'azienda mutò la denominazione in FIAT dietro suggerimento di Aristide Faccioli e con l'entusiastico sostegno di Cesare Goria-Gatti che, dalle colonne del giornale L'Automobile, invitava all'adozione di tale acronimo anche per il suo benaugurante significato latino (terza persona singolare nel verbo fio = diviene, diventa, è fatto, conseguito, accade) circa il futuro dell'intrapresa.[3] L'unico a sollevare alcune perplessità fu Emanuele Cacherano di Bricherasio, cui l'acronimo pareva richiamarsi a concetti biblico-religiosi, in contrasto con le sue convinzioni marxiste[4].
Le prime 8 vetture furono realizzate nell'acquisita officina Ceirano, poi la produzione si trasferì nel nuovo opificio di corso Dante Alighieri, terminato a tempo di record nei primi mesi del 1900.
La FIAT iniziò la costruzione del famoso stabilimento produttivo denominato Lingotto nel 1916 e lo fece entrare in funzione nel 1923.
Dopo un primo periodo di difficile sviluppo, segnato da diverse ricapitalizzazioni e da modifiche nella composizione del capitale azionario (non sempre in maniera pacifica ma anche sfociate in processi clamorosi per l'epoca), la proprietà della casa automobilistica viene assunta quasi integralmente da Giovanni Agnelli, che diventerà senatore durante il Fascismo e resterà a capo dell'azienda sino al termine della seconda guerra mondiale.
Dopo aver rischiato di perdere la proprietà dell'azienda per la propria compromissione con il regime fascista, Agnelli passa il comando a Valletta, essendo l'unico figlio maschio, Edoardo, morto in un incidente aereo. Valletta, uomo di qualità non comuni, si occupò di reggere per conto della famiglia Agnelli una delle poche aziende italiane non completamente inginocchiate dalla disfatta, riuscì a farla rialzare e contemporaneamente fornì l'opportuna preparazione al ruolo che appena possibile avrebbe dovuto assumere il giovane discendente "primo in linea dinastica" (definizione attribuita a Montanelli).
Gianni Agnelli, l'erede, divenne presidente della FIAT nel 1966 e lo rimase fino al compimento del 75º compleanno, quando le norme statutarie lo obbligarono a cedere la presidenza.
La carica viene assunta prima (1996) dall'ex amministratore delegato Cesare Romiti e poi (1998) dal genovese Paolo Fresco, in arrivo dagli Stati Uniti, ex vicepresidente della General Electric.
La crisi del gruppo porta il fratello Umberto alla presidenza (2003); e dopo la morte di Umberto è la volta (2004) di Luca Cordero di Montezemolo. L'erede designato dalla famiglia Agnelli, John Elkann, è stato nominato vice presidente all'età di 28 anni e altri membri della famiglia fanno parte del consiglio di amministrazione. L'Amministratore Delegato, Giuseppe Morchio, dimissionario, viene sostituito da Sergio Marchionne, dal 1º giugno 2004.
La gestione di Gianni Agnelli incrementò notevolmente la vocazione multinazionale e plurisettoriale dell'azienda; una vocazione che affondava le proprie radici nelle realtà industriali create dalla Fiat in tutta Europa, già nel primo ventennio del secolo. La crescita, certo aiutata anche dal cosiddetto "boom economico" degli anni sessanta, fu rilevante sia in campo nazionale che nei mercati esteri.
Le attività e le strategie del gruppo, in origine dirette alla sola produzione industriale di autovetture (e poco dopo anche di veicoli industriali e agricoli), con il passare del tempo e a causa delle mutate condizioni di mercato e del consolidato assetto di gruppo, sono andate verso una diversificazione in molti altri settori. Il gruppo ha al momento attività in una vasta gamma di settori dell'industria e nei servizi finanziari.
Si tratta del maggiore gruppo aziendale italiano, che vanta inoltre significative attività anche all'estero, dove è presente in 61 nazioni con 1063 aziende che impiegano oltre 223.000 persone, 111.000 delle quali al di fuori dell'Italia.
Modelli pre-bellici e bellici |
La prima produzione di autovetture, datata 1900, avvenne con l'utilizzo di 150 operai nello stabilimento in Corso Dante a Torino. Da lì uscirono 24 autoveicoli modello FIAT 3 ½ HP, di cui una curiosità era la mancanza della retromarcia. Ancora nel 1903 la produzione era limitata a 103 pezzi di auto.
Al 1902 risale anche la prima affermazione della casa nelle competizioni automobilistiche, quando, con alla guida Vincenzo Lancia si aggiudica una gara locale piemontese la Torino Sassi-Superga.
Sempre al primo decennio del XX secolo risalgono le prime diversificazioni della Fiat nel campo dei veicoli commerciali, dei tram, degli autocarri e dei motori marini. La società inizia anche un'attività all'estero con la fondazione nel 1908 della Fiat Automobile Co negli Stati Uniti e la successiva costruzione nel 1909 dello stabilimento di Poughkeepsie; nel frattempo si amplia anche il numero delle persone occupate, giunte a 2500 unità nel 1906. Nel 1908 viene messa in produzione la Fiat 1 Fiacre, prima autovettura destinata alla funzione di taxi e di cui vennero esportati numerosi esemplari nelle più importanti città come Parigi, Londra e New York.
Poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, la società torinese rinnova totalmente la gamma di autovetture in produzione con la presentazione dei modelli 1, 2, 3, 4, 5, 6; di questi modelli va ricordata la presenza dei primi esempi di batteria e di trasmissione a cardano.
Nel 1911 l'azienda si cimenta nella costruzione di un autoveicolo specifico per battere il record mondiale di velocità: a tal fine costruisce la Fiat S76 Record, un'auto da 28.353 cm³ e 290 cv di potenza, in grado di sfiorare i 300 km/h.
Sempre prima dello scoppio della guerra l'azienda madre fonda la Fiat lubrificanti, allarga le sue attività estere con l'apertura di una società in Russia e inizia la produzione in serie della Fiat Zero di cui costruirà circa 2000 esemplari, forniti anche di impianto elettrico. Naturalmente la produzione civile viene quasi completamente convertita a uso bellico durante il conflitto e il modello Fiat 501 viene assemblato soprattutto per il Regio Esercito.
Alla ripresa produttiva post bellica nel 1919 l'azienda torinese presenta la Fiat 501 a uso civile, di cui riesce a mettere sul mercato quasi 45.000 unità. Nel frattempo prosegue anche la diversificazione nel campo dei veicoli industriale e dell'accessoristica; quest'ultima rappresentata dalla fondazione della Magneti Marelli.
Nel 1920 la FIAT, con un capitale versato pari a 200 milioni di lire, occupava 25 000 operai e 2 500 impiegati, costruendo oltre 100 veicoli ogni giorno, tra autovetture, autocarri e trattrici agricole. La produzione dei suoi vari opifici, che raggiungevano la superficie coperta di 1 milione e 300 mila metri quadrati, era anche estesa alla costruzione di aeroplani e di motori per l'aviazione, per la nautica e per l'industria, oltre al materiale ferroviario e alla realizzazione di acciai speciali.[5]
I modelli in produzione negli anni 1920 spaziano dall'utilitaria Fiat 509 alla lussuosa berlina Fiat 529 equipaggiata di freni su tutte le 4 ruote e di volante regolabile.
Una innovazione tecnologica importante è quella del 1928 dove la Fiat, prima al mondo, utilizza l'alluminio per la costruzione delle teste dei motori.
Dopo la visita del Senatore Agnelli agli stabilimenti della Ford, fondata da Henry Ford nel 1903 negli USA, appare evidente che l'unica via percorribile sia quella di operare in serie, attraverso la catena di montaggio. Le prime manifestazioni del nuovo metodo di costruzione sono evidenti dopo l'inaugurazione del Lingotto, modernissimo stabilimento di 153.000 m2, disposto su 5 piani e con la presenza sul tetto di una pista di prova per i nuovi modelli.
Il decennio antecedente lo scoppio della seconda guerra mondiale è caratterizzato dalla politica autarchica voluta da Mussolini che impedisce uno sviluppo all'estero dell'azienda, ma che aiuta nell'espansione sul mercato interno. È di questo periodo il debutto della Fiat 508 Balilla, presentata nel 1932, inizialmente fornita di cambio a 3 marce e in un secondo tempo (dal 1934) con uno più moderno a 4, che segna il nuovo record di produzione per la Fiat con oltre 110.000 esemplari. Pochi anni dopo il record verrà sbriciolato con la Fiat 500, conosciuta nella prima versione con il nomignolo di Topolino e che, presentata nel 1936, in un ventennio di produzione riuscì a raggiungere l'invidiabile cifra di oltre 500.000 unità.
Appena prima dello scoppio della guerra viene inaugurato anche il nuovo stabilimento di Mirafiori dove viene iniziata la turnazione del lavoro sull'arco delle 24 ore.
Un modello che non può essere dimenticato è la Fiat 6 cilindri 1500, lanciata alla fine del 1935, che si distingue per una innovativa linea aerodinamica e filante della carrozzeria; questa nuova linea, molto accattivante, sarà estesa (ovviamente in formato ridotto) dalla Topolino nel 1936 e dalla Fiat Nuova Balilla 1100, la prima Fiat a fregiarsi del titolo di 1100, che sarà immessa sul mercato nel giugno 1937.
L'ultimo prodotto anteguerra - uscito nel 1938 - è l'ammiraglia Fiat 2800: per ovvie ragioni (la natura stessa della vettura e lo scoppio della seconda guerra mondiale) questo modello, che inaugura, in casa Fiat, una nuova forma del cofano (un muso detto a spartivento) sarà costruito (anche in versione "militare") in soli 621 esemplari sino al 1944.
La seconda guerra mondiale porta a una drastica riduzione della produzione di autovetture con una conversione delle linee alla costruzione di veicoli commerciali richiesti dalla macchina bellica. Gli impianti subiscono gravissimi danni a causa dei bombardamenti e vengono pressoché fermati.
La produzione Fiat del dopoguerra |
La fine del conflitto mondiale lascia un cumulo di macerie degli impianti industriali e si somma, per l'azienda, alla morte del suo cofondatore e il conseguente passaggio della dirigenza all'ing. Valletta: solo nel 1948 e grazie agli aiuti stanziati dal Piano Marshall terminano i lavori di ricostruzione degli stabilimenti e riprende in pieno la produzione di autovetture. Già sul finire del 1945, comunque, cominciano a lasciare la fabbrica le prime autovetture: la gamma è quella dell'anteguerra (decurtata della grossa "2800" da rappresentanza) e comprende dunque tre modelli di base: la 500 "Topolino", la 1100 e la sei cilindri 1500.
Nel 1948, alla fine di giugno, si ha il primo rinnovamento del dopoguerra: nasce la 500 B, che differisce dalla precedente soprattutto per una modifica al sistema di distribuzione del motore, che passa dalle "valvole laterali" alle più moderne ed efficienti "valvole in testa", con un guadagno di potenza (da 13 a 16 HP) e di velocità (da 85 a 95 km/h). Praticamente inalterata appare invece la carrozzeria. Meno di tre mesi dopo, nel settembre del 1948, esce la prima "station wagon" italiana prodotta in serie: si tratta della 500 B "Giardiniera" che, sulla meccanica della 500 B appena immessa sul mercato, monta una carrozzeria molto originale (allora definita "giardiniera") caratterizzata dalle fiancate in legno: la vetturetta offre una abitabilità di 4 posti "veri" più un discreto bagagliaio, non male per una vetturetta di appena 570 cm³. Contemporaneamente, anche i modelli superiori, 1100 e 1500, vengono "aggiornati" e assumono le nuove denominazioni di "1100 B" e di "1500 D".
Nel 1949 la Topolino cambia vestito e diventa 500 C. A marzo, la nuova versione viene esposta in anteprima al Salone Internazionale dell'Auto di Ginevra: la meccanica è praticamente invariata, mentre la carrozzeria abbandona i fanali sporgenti dai parafanghi e si fa più arrotondata e moderna. La stessa modifica interessa ovviamente anche la versione "Giardiniera". La presentazione in Italia delle due versioni avviene due mesi dopo, nel maggio 1949.
Alla Fiera del Levante di Bari, nel settembre 1949, il rinnovamento riguarda la 1100 e la 1500, la cui denominazione assume il suffisso "E": se per la 1100 il rinnovamento è opportuno e comprensibile in quanto il modello è destinato a rimanere in produzione ancora a lungo, lo stesso non si può dire per la sorella maggiore 1500, dal momento che è imminente il lancio dell'erede, la 1400, che nascerà appena sei/sette mesi dopo. Comunque, tanto la 1100 E quanto la 1500 E si differenziano dalle precedenti 1100 B e 1500 D per alcune modifiche estetiche determinate soprattutto dalla scomparsa della ruota di scorta esterna, ora alloggiata in un apposito vano (avente anche funzioni di bagagliaio) che è accessibile dall'esterno e che viene a integrarsi nella parte posteriore della carrozzeria. Altre modifiche riguardano i paraurti (irrobustiti) e l'adozione del comando del cambio con leva al volante, secondo l'imperante moda "americana".
Solo nel 1950 avviene la presentazione di un modello veramente nuovo, la Fiat 1400, che manda definitivamente in pensione la pur valida sei cilindri 1500; sarà il primo modello con carrozzeria portante e fornito di serie di impianto di riscaldamento. Negli anni immediatamente successivi verranno presentati anche dei veicoli "inusuali" nella produzione dell'azienda fino ad allora: nel 1951 esce la Fiat Campagnola, mezzo fuoristrada di derivazione della statunitense Jeep utilizzata dall'esercito americano durante la guerra, mentre l'anno dopo (1952) è la volta della Fiat 8V, una berlinetta sportiva a 2 posti caratterizzata dalle sospensioni a 4 ruote indipendenti, novità per l'azienda torinese. Altro traguardo importante raggiunto nel 1951 è rappresentato dalla presentazione di un aereo il modello G80, primo jet costruito in Italia.
Nel campo delle utilitarie, il Salone di Bruxelles del gennaio 1952 tiene a battesimo la nuova versione "station wagon" della 500 C, definita "Belvedere" e caratterizzata dalla carrozzeria interamente metallica (la precedente "Giardiniera" aveva le fiancate in legno/masonite).
Il 1952 non è un anno particolarmente ricco di novità, tuttavia, oltre alla Belvedere metallica e alla sportiva 8V, vede la luce il modello 1900 nelle due versioni: la berlina (quasi identica alla 1400 ma con mascherina con più cromature, lunotto ampliato e interni più lussuosi) e la due porte denominata "Granluce". La nuova 1900 è caratterizzata, tecnicamente, dalla adozione di uno speciale giunto idraulico che rende più fluida e pastosa la marcia.
Da segnalare ancora che, a fine anno, l'autocarro leggero Fiat 615 viene venduto anche con motorizzazione diesel, un piccolo propulsore di 1,9 litri alimentato a gasolio che equipaggerà, l'anno dopo, la prima autovettura diesel della Fiat, la 1400 Diesel.
Nel 1953 l'occupazione negli stabilimenti raggiunge la cifra di 71.000 unità mentre nel campo della tecnica viene prodotta la prima versione della Fiat 1400 con motorizzazione Diesel ripresa dall'autocarro leggero tipo 615. Dello stesso anno è la commercializzazione del modello Fiat 1100 nella sua nuova edizione a struttura portante denominato e conosciuto come "modello 103" e considerato un po' come l'erede della 508 Balilla. Di questo fortunato modello, destinato a recitare una parte da protagonista tra i modelli Fiat per oltre quindici anni (sarà sostituito dalla Fiat 128 nel 1967), esce anche, a fine anno, la versione "spinta" TV (Turismo Veloce) seguita, all'inizio del '54, dalla station-wagon (Familiare la definizione dell'epoca).
Nel 1954 la Fiat non presenta grandi novità: al Salone dell'automobile di Torino di primavera, a parte la vettura sperimentale a Turbina (esposta più che altro per scopi pubblicitari) vengono presentate le nuove 1400/1900 nella serie contrassegnata dal suffisso "A" e caratterizzata da una carrozzeria ammodernata e da alcune piccole modifiche meccaniche.
Il 1955 è caratterizzato dal pensionamento della 500 C e dalla presentazione della Fiat 600, primo modello che veramente darà inizio alla motorizzazione di massa degli italiani, che sarà seguita nel 1956 dalla originalissima derivata Fiat 600 Multipla, prima "monovolume" italiana.
Il 1956, Multipla a parte, vede uscire una nuova serie di 1400/1900 (tipo "B") e di 1100/103 (tipo "E") mentre il 1957 è l'anno che segna la nascita della Nuova 500 e di una nuova serie di 1100/103 con "codine" più lunghe pronunciate (definita anche come "modello'58" questa serie di 103, che segue alla "E" del '56, viene curiosamente contraddistinta ufficialmente dal suffisso "D").
Alla fine del 1957 esce anche, in sostituzione della 1100/103 TV, la meno sportiva ma più lussuosa Fiat 1200 "granluce", che, pur sostanzialmente basata sul corpo vettura della 1100/103, ha un padiglione assai più moderno e luminoso. Le vendite della 1200 inizieranno nel 1958, anno che non registra alcuna novità di rilievo in casa Fiat.
Il decennio si chiude, nel 1959 con la cessazione delle ormai superate 1400/1900, sostituite dalle modernissime ancorché "spigolose" 1800/2100.
Nel 1961 ad andare in pensione un po' precocemente è invece il tipo 1200, sostituito dalla 1300/1500.
Modelli anni '60 |
Nell'arco di pochi anni la società cerca di coprire le varie richieste degli automobilisti spaziando dalle piccole cilindrate alle grandi berline e presentando i vari modelli con allestimenti berlina, giardinetta, coupé e spider, diventando, in quanto azienda automobilistica più grande, uno dei perni del cosiddetto boom economico di quegli anni.
Nel 1964 viene messa in produzione un'altra autovettura destinata a un notevole successo, la Fiat 850, nella sua classica versione berlina e in quelle, altrettanto di successo, coupé e spyder. Nel 1966, stesso anno in cui avviene il passaggio di consegne tra Valletta e l'avv. Gianni Agnelli, viene presentata la vettura più sportiva della gamma, la Fiat Dino progettata in parte con la Ferrari che ne presenta un modello omologo.
I primi anni della nuova gestione sono caratterizzati da nuovi modelli che man mano sostituiscono quelli prodotti nel primo dopoguerra, presentando nel 1966 la Fiat 124 che riesce a fregiarsi del titolo di Auto dell'anno e sulla cui meccanica la Pininfarina crea un modello spider molto apprezzato. Nel 1967 esce la Fiat 125 e contemporaneamente l'azienda intensifica la sua presenza produttiva nel Sud Italia; inoltre acquista parte della Ferrari e la totalità della Lancia. Il 1969 vede la presentazione della prima autovettura torinese con il motore e la trazione anteriori, la Fiat 128, anch'essa destinata a un buon successo di vendita e a fregiarsi del titolo di Auto dell'anno. Dello stesso anno è anche la Fiat 130 ammiraglia della casa con i suoi motori V6 da 2800 e 3200 cm³.
Modelli anni '70 |
L'inizio degli anni settanta, oltre che rappresentare l'inizio della produzione di autovetture all'estero con l'inaugurazione dello stabilimento in Unione Sovietica, vede la presentazione sui mercati mondiali del modello Fiat 127, erede della Fiat 850 e di cui, nei soli primi 3 anni di produzione, verranno costruiti oltre un milione di esemplari.
Il 1972 porta contemporaneamente nuovi modelli in vari segmenti di mercato, quello delle utilitarie con la sostituzione della Fiat Nuova 500 (ormai versione R-Rinnovata) con la nuova Fiat 126, quello delle berline di gamma alta con la Fiat 132 e quello delle autovetture sportive con la Fiat X1/9 (progettata e costruita da Bertone). Dopo alcuni anni di poche novità significative, dovuto anche alle prime crisi petrolifere, esce nel 1974 la sostituta della Fiat 124, la nuova Fiat 131 assemblata nello stabilimento di Mirafiori con l'uso di nuove tecnologie in parte robotizzate, e la Fiat 133 un non riuscito mix fra 127 e 126 prodotta e venduta solo all'estero (Spagna e Argentina).
Nel 1978 entra in produzione la Fiat Ritmo, autovettura media che si distacca notevolmente nelle linee da tutta la produzione precedente e che ha la caratteristica curiosa di dover essere stata messa sul mercato dei paesi anglofoni con un altro nome, Fiat Strada, a causa del significato del nome, che, nello slang inglese, sta a significare ciclo mestruale.
Fiat Auto S.p.A. |
In questo stesso anno l'azienda subisce un radicale cambiamento di struttura con la creazione della Fiat Auto Spa sotto cui vengono raggruppate tutte le aziende del gruppo attive nel comparto automobilistico (FIAT, Lancia, Autobianchi e Abarth) a eccezione della Ferrari che, insieme alla Maserati quando questa sarà rilevata dal gruppo torinese, fa capo direttamente alla holding, scindendo le attività collaterali in nuove ragioni sociali come Fiat Ferroviaria, Fiat Avio e Fiat Trattori. Nel frattempo anche tutta la produzione di veicoli industriali aveva perso la denominazione di Fiat per essere inglobata nel marchio Iveco.
Modelli anni '80 |
L'inizio degli anni ottanta presenta un ulteriore ringiovanimento della gamma con la Fiat Panda del 1980 (design di Giorgetto Giugiaro) che si instaura tra 127 e 126.
La Fiat Argenta come ammiraglia in sostituzione della Fiat 132 nel 1981 che si rivela una rivisitazione generale.
La Fiat Regata come berlina media che prende il posto della Fiat 131 nel 1983 derivata dalla Ritmo.
Un capitolo a parte merita la presentazione, datata 1983, della Fiat Uno (design di Giugiaro), degna erede della Fiat 127, Auto dell'anno: è la prima autovettura della casa a montare uno dei motori più apprezzati della casa torinese, il FIRE 1000 prodotto dal 1985 negli stabilimenti di Termoli (aperti nel 1972 e da allora considerati strategici sul fronte motori) ed è a tutt'oggi il modello FIAT che vanta, in tutte le sue varianti, il più grande numero di esemplari costruiti, oltre 8.000.000.
Nel 1985 vede la luce il primo esemplare frutto della collaborazione tra le aziende del gruppo, utilizzando la stessa meccanica, la FIAT presenta l'ammiraglia Croma (design di Giorgetto Giugiaro), in sostituzione dell'Argenta, contemporaneamente alla Lancia Thema e alla Alfa Romeo 164 (design di Pininfarina). Di quel progetto faceva parte anche la Saab 9000.
Nel 1986 la Fiat acquista l'Alfa Romeo dall'IRI.
Nel 1988 esce la Fiat Tipo che va a sostituire, nel campo delle berline a 2 volumi di media cilindrata, la Fiat Ritmo, seguita a distanza di due anni dalla presentazione della Fiat Tempra, media a 3 volumi erede della Regata, altro progetto di collaborazione con la Alfa Romeo 155, e la Lancia Dedra.
Sempre del 1988 è la presentazione di un altro modello che ha fatto la storia dell'azienda FIAT, ma stavolta negativamente: la Fiat Duna, una piccola berlina, versione a 3 volumi della Uno, nata e prodotta in Brasile dove ha avuto molto successo, al contrario una volta importata in Italia risultò una vettura dalle linee sgraziate e dalle prestazioni scarse, rivelandosi un autentico fiasco commerciale.
Modelli anni '90 |
Gli anni novanta sono caratterizzati dall'entrata in produzione di modelli come la Fiat Cinquecento del 1991 che sostituisce la 126, ottima vettura piccola da città e anche vera e propria mini-rally car.
La Punto, che sostituisce la Uno, lanciata nel 1993, si caratterizza da una linea innovativa da monovolume, e conquista il premio auto dell'anno 1995.
La Coupé del 1993 che sostituisce la X1/9 dotata di un 2000 cm³ benzina sia turbo che aspirato, di cui la prima serie a 4 cilindri, mentre nella seconda serie sono stati introdotti i 1.8 e 2.0 5 clilindri 20 valvole sia turbo che aspirati.
La Ulysse del 1994 che fu la prima monovolume di grossa taglia di successo prodotta dalla Fiat, in collaborazione con il gruppo francese PSA (prodotta anche come Lancia Z, Peugeot 806 e Citroen Evasion).
La Fiat Barchetta, autovettura spider con motore 1.8 disegnata da Andreas Zapatinas che riscosse un buon successo come spider economica ma affidabile.
Le Fiat Bravo/Brava del 1995, caratterizzate da una linea moderna e da dimensioni da utilitarie più che da compatte medie, come eredi della Tipo che ricevono il premio auto dell'anno 1996. La Fiat Marea del 1996, derivata dalla Bravo/Brava, come erede della Tempra.
La Fiat Seicento nel 1998 come erede della Cinquecento di cui conserva il disegno generale; è stata prodotta fino al 2010 e ha subito un aggiornamento estetico nel 2005, in questa data la casa ha anche cambiato la denominazione del modello in Fiat 600 (numerica) per festeggiare i 50 anni dell'omonima antenata. La Multipla, che riprende il nome della 600 Multipla, monovolume media con sei posti e dimensioni quasi da utilitarie, che riscosse un enorme successo nonostante le linee molto particolari, aiutata anche dal fatto che tra i suoi motori fu reso disponibile anche un 1.6 alimentato a benzina e metano dalla grande economicità. Nel settembre 1999 viene lanciata la seconda serie della Punto, frutto del progetto 188 con motorizzazioni 1.2 8v, 1.2 16v, 1.8 16v benzina, 1.9 D aspirato a gasolio e 1.9 JTD a iniezione diretta. Quest'auto ha avuto grande successo, tant'è che è stata prodotta e commercializzata con il nome "Punto Classic" fino a inizio 2011 in parallelo alla Grande Punto (Punto Classic prodotta però non più in Italia, bensì dapprima in Polonia, poi anche in Serbia su licenza Zastava, Serbia dove è tuttora commercializzata a nome "Zastava 10").
Questi modelli sono caratterizzati dalla presenza di varie motorizzazioni sia benzina 1.1, 1.2 8 e 16v, 1.4 aspirato e turbo (quest'ultimo montato sulla Punto GT), 1.6, 1.8, 2.0 litri aspirato e turbo sia nelle versioni 4 cilindri 16v che 5 cilindri 20v. Questi modelli sono stati equipaggiati anche con motori a ciclo Diesel (1.7, 2.0 TD) e in taluni casi anche di motori elettrici o a doppio funzionamento (metano, con basse rese di potenza ma dalla grande economia di esercizio, e GPL, che oggi si è perfezionato e ha una resa del 90% rispetto alla benzina e consumi dal rapporto costo/km vicino al gasolio).
Modelli anni 2000 |
Gli Anni 2000 non iniziano nel migliore dei modi per il gruppo FIAT, che soffre infatti di una forte crisi economica già iniziata nel decennio precedente. Il costruttore cercherà poi un'alleanza con il gruppo americano General Motors, la quale verrà poi sciolta cinque anni dopo con entrambi i gruppi automobilistici in forte crisi. Gli effetti di questa crisi del gruppo FIAT e dell'alleanza con GM si ripercossero anche sul marchio principe del gruppo, il generalista FIAT, che era infatti interessata da un forte calo delle vendite di tutti i suoi modelli dovuto anche all'avanzare dei concorrenti, anche e soprattutto (tra fine anni 90 e inizio anni 2000) giapponesi: basti pensare che, se nel 1982 FIAT aveva il 60% del mercato italiano, vent'anni dopo ne aveva solo il 33%, ma anche ai forti cali di vendite e di produzione in Europa e anche nel resto del mondo. Al tempo stesso, FIAT lancerà alcuni modelli prodotti su pianali GM e userà, su alcuni modelli, anche alcuni motori del costruttore americano, cui poi FIAT farà usare anche suoi pianali e alcuni suoi motori (in particolare, gli apprezzati diesel Multijet).
Per quanto riguarda i modelli prodotti, degna di nota è la fine della produzione della sportiva Coupé, che non sarà sostituita da alcun modello, ma nello stesso anno, oltre agli aggiornamenti di Panda, Seicento, Multipla, Ulysse e Marea, debutta il nuovo mulltispazio Doblò. Questo modello, basato sul pianale della Punto di prima generazione, è stato creato per competere con i francesi Renault Kangoo, Citroen Berlingo e Peugeot Partner/Ranch, iniziatori del segmento dei multispazio. Fino al 2018, il veicolo è rimasto disponibile in America Latina ed è stata ristilizzata nel 2009, subendo le stesse modifiche della versione europea del 2005. L'anno dopo, invece, oltre ad aggiornamenti di alcuni modelli, debutta la Stilo, una nuova compatta creata per fare rivalità a Peugeot 307, Volkswagen Golf e Ford Focus. L'automobile, che nel 2002 arrivò terza al premio "Auto dell'anno", non fu però un gran successo, tant'è che costò a FIAT ben 2,10 miliardi di Euro di perdita.
Nel 2002, invece, debuttano la piccola berlina Albea (su base Palio), il grande monovolume Ulysse (su pianale del gruppo PSA) e la Stilo Multiwagon, che sostituisce la vecchia Marea, che viene eliminata dai listini europei. Il 2003 fu, invece, un anno ricco di novità: vengono infatti lanciati il facelift della Punto, che si adegua al nuovo family-feeling del brand, la nuova versione della citycar Panda, che adotta un pianale completamente nuovo, le cinque porte e una carrozzeria da monovolume che, con i contenuti rivoluzionari per l'epoca, viene eletta Auto dell'anno nel 2004, e la monovolume Idea, che nei listini del marchio sostituisce la Palio Weekend e si presenta come la prima piccola monovolume del marchio, grazie alle dimensioni inferiori ai 4 metri, senza dimenticare gli aggiornamenti di Stilo e Barchetta.
Dopo un 2004 con poche novità (restyling per Multipla, Seicento e Panda 4x4), il 2005 è caratterizzato dall'arrivo di molte novità. Prima di tutto, il 2005 fu l'anno del ritorno del marchio FIAT nel segmento D, con la crossover (ibrido tra giardinetta e monovolume) Croma, realizzata sulla base GM Epsilon I già usata dalle Opel Vectra e Signum, da cui riprende poi anche alcuni propulsori; la 600, cambio di nome della Seicento che porta in dote anche dei nuovi allestimenti e dei dettagli vintage; la Grande Punto, nuova utilitaria caratterizzata dalla firma dell'Italdesign di Giorgetto Giugiaro nell'estetica, e da un nuovo pianale modulare che verrà poi utilizzato sin oggi su numerosi modelli del gruppo FIAT e anche della GM, senza dimenticare il fatto che la Grande Punto è una delle prime utilitarie a superare i 4 metri di lunghezza: è per questo che la vecchia Punto rimane a listino; infine, debuttano la Panda Cross, una Panda 4x4 evoluta e ancora più adatta al fuoristrada, e il Sedici, il primo crossover SUV del marchio torinese, che altro non è se non un rebadging del Suzuki SX4. Nel 2005, inoltre, debutta un restyling anche per il Doblò e la Stilo adotta, al posto del vecchio 1.6 Torque, un 1.6 della famiglia di motori Family I prodotta da General Motors e la Barchetta esce di produzione senza avere erede diretta fino al 2016.
Nel 2006 debuttò, tra le altre novità, il nuovo logo FIAT a sfondo rosso, che richiama i loghi FIAT d'antan, mentre il 2007 vide l'arrivo graduale del nuovo logo su tutte le auto, ma anche di aggiornamenti di auto già a listino e nuovi modelli: il primo è la Bravo, compatta dotata sin da subito dei nuovi loghi e incaricata di riscattare il flop della Stilo, che rimane in listino nella versione Multiwagon sino al 2008. Successivamente debutta la Punto Classic, una Punto seconda serie aggiornata con un maquillage per affiancarsi come alternativa più economica alla Grande Punto; il restyling della Croma, che ora adotta un frontale ispirato alla sorella minore Bravo; la Linea, una berlina 3 volumi derivata dalla Grande Punto che sostituisce la Marea e che viene venduta solo in alcuni mercati europei (tra cui non figura l'Italia), ma soprattutto la 500, una citycar dalle linee retrò ispirate all'antenata del 1957 che sostituisce (in parte, dato che sarà disponibile fino al 2010) la 600 e che nascerà dal pianale della Panda, da cui ne riprende anche molte motorizzazioni. L'automobile, che fu presentata il 4 luglio 2007 a cinquant'anni esatti dalla celebre Nuova 500, ricevette sin da subito un'ottima accoglienza da parte del pubblico e fu anche eletta Auto dell'anno 2008.
Sempre nel 2007 alcune sportive del marchio Fiat vennero raccorpate nel rinato marchio Abarth, che commercializzerà prima la Grande Punto Abarth, versione sportiva della Grande Punto, dotata dei nuovi motori T-Jet, e l'anno dopo anche la 500 Abarth, versione sportiva della 500.
Nel 2008, invece, debutta il nuovo logo anche sui modelli che non ne erano dotati e anche il nuovo piccolo multispazio Qubo, dalle dimensioni inferiori ai 4 metri, mentre la Stilo Multiwagon esce dai listini senza essere sostituita nell'immediato. Nel 2009, invece, debuttano le versioni a GPL di alcuni modelli del marchio e vengono presentate la 500C, versione decappottabile dell'amata citycar italiana, la seconda serie del Doblò, caratterizzata da linee più filanti e simili più a quelle di un monovolume che a quelle di un furgone, il restyling della Sedici e la Punto Evo, deciso restyling della Grande Punto che porta in dote un nuovo paraurti con fascioni in colore a contrasto, dei nuovi fari e degli interni completamente ridisegnati. Con la Punto Evo debuttarono, tra l'altro, anche i nuovi motori Multiair.
Negli anni 2000 FIAT puntò, oltre che sui motori a benzina (con i celebri e sempre apprezzati FIRE, i nuovi motori turbobenzina T-JET e i nuovi motori con sistema di controllo dell'apertura delle valvole Multiair) e a gasolio (motori common-rail JTD prima e Multijet poi, a 4 e 5 cilindri con svariate cilindrate), anche sui modelli ad alimentazioni alternative, come il GPL (su modelli come Panda, Idea, Punto Classic e, prima ancora, Multipla) e il metano (basti pensare, ad esempio, alle Panda e Punto Natural Power, alle Multipla BluPower solo a metano e alla bifuel Natural Power, prima nota come BiPower).
Modelli anni 2010 |
A cavallo tra gli anni 2000 e gli anni 2010 il mercato mondiale ha sofferto una fortissima crisi economica, che si è ripercossa anche nel mercato dell'automobile e sul neonato gruppo FIAT-Chrysler, nato nel 2009 in seguito all'acquisizione del 20% del pacchetto aziendale di Chrysler da parte del gruppo FIAT. Gli effetti di questa acquisizione si fecero vedere entro pochi anni: tra questi, vi è il lancio di modelli su pianali e carrozzerie americane e il ritorno, dopo 27 anni, del marchio FIAT in Nordamerica nel 2010.
Nel 2010, infatti, oltre al maquillage della Bravo (che porta in dote i nuovi motori Multiair), debuttano degli aggiornamenti anche per Punto Classic, Panda, Idea (tutte ricevono dei nuovi specchietti, in ossequio alle nuove normative europee), ma la novità più importante è il ritorno della FIAT in Nordamerica, che avviene grazie alla citycar 500, profondamente rivista per le normative locali e dotata di nuovi motori 1.4 Multiair sia aspirati che turbocompressi. Tra il 2010 e il 2011, invece, sul mercato europeo la gamma viene fortemente ridotta, a causa dell'uscita dalla produzione di ben cinque modelli: la citycar 600, i monovolume Multipla e Ulysse, la crossover Croma e l'utilitaria Punto classic. Nel 2011, invece, debutta il D-SUV Freemont, che sostituisce nei listini Ulysse e Croma: il veicolo, basato sul Dodge Journey aggiornato con una caratterizzazione estetica diversa e degli interni profondamente riprogettati, ottiene un buon successo soprattutto nei primi anni. Ma il 2011 è anche l'anno della nuova Panda, che evolve le linee riuscite del modello precedente nel segno dello squircle e ritorna ad essere prodotta in Italia (a Pomigliano d'Arco). Il vecchio modello, comunque, rimane a listino con una gamma ridotta fino alla fine dell'anno seguente sotto il nome di Panda Classic.
Nel 2012, invece, debuttano aggiornamenti per la Linea (ove venduta), per il Sedici e per la Punto Evo (adesso ribattezzata Punto 2012, per semplicità Punto, e sostituisce anche la Grande Punto), ma la novità più importante è la 500L, nuovo monovolume di segmento B che sostituisce nei listini sia la Fiat Idea, che la più costosa Lancia Musa. Il veicolo, realizzata su una profonda evoluzione del pianale della Grande Punto, dimostra la volontà di FIAT di voler ampliare la gamma 500 in altri segmenti, sfruttando il successo della sua best-seller. La 500L l'anno seguente arriverà anche nel Nordamerica in versione leggermente rivista. Infine, il 2012 porta al debutto le nuove Panda 4X4 e a doppia alimentazione (benzina-gpl, Easypower, e benzina-metano, Natural power)
Dopo un 2013 senza novità di sorta (debutto delle versioni Trekking, più avventurosa, e Living, più lunga e capiente con anche 7 posti) della 500L, il 2014 vede l'uscita dai listini di Bravo e Sedici, che non avevano mai avuto grande riscontro commerciale, e il debutto delle nuove Panda e Freemont Cross e del Doblò restyling, ma soprattutto del B-SUV 500X, nato dal pianale di FIAT 500L e Jeep Renegade, che porta le linee tipiche della gamma 500 anche nel settore dei piccoli SUV, confermando l'espansione della sottomarca 500 in altre fasce di mercato. Il veicolo arriverà anche in Nordamerica l'anno dopo, dove riceve il prestigioso riconoscimento IIHS Top Safety Pick+ 2015 per la sua sicurezza. Nel 2014, tra l'altro, il piano industriale FCA 2014-2018 (FCA è nata nel 2014 in seguito alla totale acquisizione di Chrysler da parte della FIAT) divide la gamma FIAT in due parti: una gamma rational, improntata sui prezzi più bassi rispetto alla media e alla maggiore praticità (modelli che fanno parte di questa gamma sono, ad esempio, Panda, Punto e Doblò) e la gamma emotional, improntata su prezzi più elevati e su una maggiore ricercatezza (ad esempio, la 500 e la 500X fanno parte di questa gamma). Proprio della gamma rational fa parte la ÆGEA (Tipo al di fuori della Turchia, ove viene prodotta), una nuova berlina di segmento C svelata nel 2015 e che viene venduta in tutta Europa e che sostituisce nella sua versione a tre volumi la Linea, nella versione hatchback (lanciata nel 2016) la compatta Bravo e nella versione wagon (anch'essa lanciata nel 2016) la vecchia Stilo Multiwagon. Sempre nel 2015 debuttano il primo facelift dopo 8 anni di carriera per la 500 e la 124 Spider, vettura che si ispira alla 124 Spider anni '60 e che viene realizzata sulla base della Mazda MX-5. Presentata al Salone di Los Angeles, l'auto entra in vendita l'anno seguente.
A partire dal 2016, fatta eccezione per il pick-up Fullback su base Mitsubishi L200 (non venduto nei normali listini FIAT italiani a causa delle normative stringenti, bensì nei listini FIAT Professional) lanciato nello stesso anno, la gamma FIAT europea non vedrà più l'arrivo di nuovi modelli, ma solo di restyling, allestimenti e serie speciali. Nel 2016, infatti, il Qubo viene ristilizzato con un nuovo frontale, una nuova coda e delle piccole modifiche agli interni, mentre l'anno dopo un restyling più sostanzioso spetta alla 500L, che si aggiorna seguendo la 500 ristilizzata nel 2015 sia all'esterno che all'interno e vede l'arrivo delle nuove versioni Cross (che sostituisce l'omologa Trekking) e Wagon (che sostituisce l'omologa Living). Sempre nel 2016 arriva un maquillage per la Panda e l'anno dopo debutta la Panda City Cross, che abbina ad un'estetica simile alla Panda Cross la trazione solo anteriore. Per il resto, la gamma vede l'arrivo di serie speciali (ad esempio, le varie 500 Anniversario, Pandazzurri, ecc.) e allestimenti, come le 500, 500L e 500X Mirror (nel 2017, con Uconnect 7) e le 500X, Tipo e 124 Spider S-Design (tra il 2017 e il 2018, con estetica sportiveggiante). Nell'agosto 2018, invece, la Punto esce di produzione senza alcun'erede diretta e nello stesso anno la 500X subirà un facelift con il quale debutteranno i nuovi motori Firefly.
Nei primi anni 2010 FIAT si è impegnata molto sia dal punto dei motori a benzina (con le evoluzioni dei sempreverdi motori FIRE, gli innovativi Twinair e Multiair) e a gasolio (motori Multijet), ma non ha rinnegato i suoi investimenti nelle auto bi-fuel, sia a GPL (Easypower), che a metano (Natural Power). Dalla metà degli anni 2010, però, FIAT è costretta, a causa delle sempre più stringenti norme antinquinamento, a rivedere le sue politiche, eliminando i diesel di piccola cilindrata (1.3 Multijet) e puntando sia sulla riduzione dell'offerta a gasolio che sui nuovi motori a benzina svelati in Brasile nel 2016: i Firefly, che sostituiranno in un solo colpo i FIRE (anche T-Jet), i Twinair e anche i Multiair meno potenti. FIAT, poi, apre anche all'elettrificazione dichiarando di voler montare, per sostituire il diesel, impianti mild hybrid da 48V sulle sue auto di piccola taglia e confermando l'impegno nei carburanti alternativi grazie anche al biometano derivato dalla depurazione delle acque reflue. Nel piano industriale del 2018, infine, FIAT dichiara di voler produrre alcuni modelli della gamma 500 in versioni a zero emissioni e di voler abbandonare i propulsori a gasolio a partire dal 2021.
Investimenti all'estero e Progetto 178 |
La Fiat, da molti anni ormai, si è impegnata molto fuori dalle mura italiane e anche al di là dei confini europei, ma ha trovato mercati e "gusti" molto differenti da quelli italiani. I primi esempi di fabbricazione in grande serie di autovetture all'estero da parte dell'azienda torinese risalgono agli anni ottanta, quando iniziò, negli stabilimenti brasiliani la fabbricazione di una berlina piccola che ebbe uno scarsissimo successo di vendite rivelandosi un vero flop sul mercato italiano una volta importata, la Duna. Nel Sudamerica invece il successo non le mancò e da quella autovettura nacque il progetto successivo, quello della Palio, un'utilitaria considerabile come una seconda erede della Uno, oltre che della Duna, che fu anch'essa importata in Italia (e venduta solo nelle prime due serie fino al 2001) con un successo migliore rispetto alla precedente, soprattutto nella versione familiare Weekend. La Palio fa parte del "progetto 178" ovvero una serie di vetture della stessa famiglia pressoché identiche e differenziate prevalentemente dal mercato in cui venivano distribuite. Oltre alla Palio infatti di questa famiglia fanno parte le berline a 3 volumi Fiat Siena (1997) e Fiat Albea (2002).
Fanno parte del progetto 178 anche il Fiat Strada, un pick-up compatto derivato dalla Palio (di cui ha seguito le evoluzioni), importato e venduto anche in Europa con discreto successo (anche perché era l'unico pick-up compatto venduto in Europa), e la Fiat Perla, aggiuntasi nel 2006 per il mercato cinese. La Perla però non ha riscontrato il successo sperato ed è stata tolta di produzione nel 2008, con le linee di montaggio che sono state vendute alla cinese Zotye.
Autocarri |
Fra i tanti autocarri prodotti dalla Fiat si può menzionare il famoso 682 e i suoi derivati (il 690, il 687, il 650, il 643, il 691, il 662, il 697, il 642, il 645, il 693 e il 684), chiamato "Re d'Africa", lanciato nel 1952, dotato di una proverbiale affidabilità e robustezza, principale concorrente dell'OM Titano. Altro autocarro importante fu il 619, fratello del 682, poi vennero i Fiat 697 e gli ultimi Fiat 170.
Vennero prodotti anche il Fiat 130 in sostituzione del "Re d'Africa" e del 619.
Nel 1968 FIAT V.I. ristruttura le sue fabbricazioni nel mondo con una standardizzazione dei modelli. La gamma OM viene integrata, la UNIC francese abbandona i musoni e monta solo cabine e motori Fiat, in tutte le altre fabbriche (Argentina, Nigeria, Turchia) la produzione degli autocarri Fiat è simile a quella dei modelli italiani.
Nel 1975, sotto l'egida di Fiat V.I., viene creata Iveco, raggruppamento di FIAT V.I., OM, UNIC-FIAT, e Magirus-Deutz. In un primo tempo vengono commercializzati i vecchi modelli con l'aggiunta del marchio IVECO, dopodiché vengono sostituiti dai nuovi modelli progettati dall'Iveco stessa, i Turbostar e Turbotech fino ai nuovissimi Eurocargo, Stralis e Trakker. Iveco è il secondo costruttore europeo di mezzi pesanti che comprende anche i marchi Astra e SIVI.
Derivato dal 619, dal Zeta e dal 130 sono gli Iveco Zeta e Iveco 619.
Derivato dal 170 è il Iveco 220.
I loghi FIAT |
Il logo Fiat a riga scritto "F I A T" introdotto nel 1968 veniva usato:
- sui frontali fino al 1982 (nero);
- come simbolo ufficiale fino al 1982 (nero) e dallo stesso anno, fino al 1999 (blu);
- sui posteriori fino al 1986 (nero), e dallo stesso anno, fino al 2003 (blu).
Dal settembre 1982 sul frontale vennero introdotte le caratteristiche sbarre cromate, diventate più piccole nel 1988 e dal 1991 furono rimpicciolite e inserite in una specie di quadratino azzurro, della stessa dimensione delle sbarre. Dal 1999 al 2003 il vecchio logo veniva posizionato sul retro dei prodotti e uno nuovo (che richiamava quello del 1925) fece la sua comparsa sull'anteriore eccetto che per la Panda alle quale venivano sempre applicate le sbarre cromate. Quest'ultimo logo fu creato in occasione dei 100 anni della Fiat, e fu dichiarato un "logo di transizione".
Il 26 ottobre 2006 la dirigenza decise di cambiare nuovamente il logo, inserendolo per la prima volta nella Fiat Bravo nel 2007; questa nuova versione richiama quelli utilizzati dal gruppo dal 1931 al 1968. La scritta FIAT, di colore avorio e allungata, appare su uno sfondo rosso cromato, il tutto inserito in una cornice rotonda ombreggiata in modo da richiamare un effetto tridimensionale.[6] Il passaggio dal vecchio al nuovo logo avvenne gradualmente: alcuni modelli lo adottarono già nel 2007, altri solo l'anno successivo.
A partire dal 2015, su molti nuovi modelli brasiliani e, in generale, sudamericani (come l'utilitaria Argo e il pick-up Toro) il logo sui posteriori delle vetture è stato sostituito dalla semplice scritta FIAT, che mantiene comunque i caratteri utilizzati nel logo aziendale. Il logo FIAT introdotto a fine 2006 compare comunque sui frontali delle vetture FIAT commercializzate in quei mercati. Dalla fine del 2013, inoltre, i loghi FIAT in alcune serie speciali della citycar 500 (come la 1957 Edition, la Anniversario e la Spiaggina '58) vengono sostituiti da loghi più simili a quelli usati dagli anni Trenta agli anni Sessanta, inglobati però in un cerchio di dimensioni identiche a quello già usato dal più diffuso logo FIAT del 2006.
Produzione e gamma corrente |
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Europa |
Il mercato Europeo rimane il primo mercato del marchio. Nel 2015 il marchio FIAT ha venduto 656.699 veicoli, in aumento del 12% rispetto al 2014.[7]
Gamma europea |
FIAT offre attualmente una gamma di vetture prevalentemente dalle dimensioni medie e piccole e di concezione razionale. Il modello più grande e potente del marchio, di derivazione statunitense, è la Fiat Freemont commercializzata dal 2011; si tratta di una crossover SUV di quasi quattro metri e novanta centimetri che va a sostituire la berlina di casa Fiat Croma ritirata dal mercato proprio nel 2011. Oltre a una vasta gamma di utilitarie e superutilitarie, quali la 500, la Panda, la Qubo e la Punto la gamma è completata anche da MPV compatti quali la Doblò, la 500L e 500L Living, che va a sostituire la Idea. A queste va ad aggiungersi nel 2006 un'ulteriore vettura di piccole dimensioni, la mini SUV italo-giapponese Sedici, costruita nella joint venture con la Suzuki e disegnata da Giugiaro.
Questa stessa vettura nel 2014 è stata rimpiazzata dalla 500X, crossover disegnata nel Centro Stile Fiat e assemblata nello stabilimento di Melfi assieme alla sua "cugina" Jeep Renegade. A fine 2015 entra a far parte nella gamma delle autovetture offerte da Fiat il nuovo modello della Tipo, una berlina a tre volumi. Di questo modello è prevista anche una variante di tipo berlina a due volumi che andrà a sostituire la Fiat Bravo, commercializzata in Europa dal 2007 al 2014 ma ancora prodotta e venduta in altri Paesi, come il Brasile, e una versione station wagon. Al Salone di Dubai 2015 è inoltre stato presentato un nuovo tipo di pick up che sarà destinato al mercato europeo, insieme a quelli del Medio Oriente ed africano: il Fiat Fullback, sulla base della Mitsubishi L200. È evidente l'adattamento della gamma ai cambiamenti del mercato europeo, che vede fino a metà degli anni duemila la presenza di vetture dalla tipologia ben definita e indirizzata a un unico scopo principale (come la grande monovolume Fiat Ulysse) a vetture polivalenti e multiuso, a cavallo fra le diverse categorie principali di automobili.
Oltre alle vetture di concezione esclusivamente europea (anche se c'è da sottolineare che la 500, la 500L, la Sedici (nella versione a marchio Suzuki) e la Freemont sono vetture che vengono vendute anche negli Stati Uniti e altri stati extra europei) si aggiungono due modelli, definiti "globali" e pensati per i paesi emergenti, soprattutto extraeuropei, ma che vengono comunque proposti nel vecchio continente: La Fiat Linea e la Fiat Albea. È anche evidente l'importanza in questi ultimi anni del brand 500, che sta acquisendo appeal soprattutto negli Stati Uniti: ecco perché la stessa Fiat sta provvedendo a unificare i modelli al brand (potrebbe accadere anche all'erede della Punto, nel 2016, che dopo 20 anni cambierà nome, probabilmente in 500 5 porte).
Inoltre, a partire dal 2016 è entrata in listino la nuova 124 spider, in sostituzione alla Fiat Coupé e alla Fiat Barchetta.
Classificazione UE sulle emissioni |
Nel 2010, per il quarto anno consecutivo, Fiat è risultato essere sia il marchio che ha fatto registrare il livello più basso di emissioni di CO2 delle vetture vendute in Europa nel 2010 (con un valore medio di 123,1 g/km, 4,7 g/km in meno rispetto alla media del 2009), sia il Gruppo (Fiat, Alfa Romeo, Lancia) primo in classifica con 125,9 g/km e un miglioramento di 5 g/km rispetto all'anno scorso. Arrivando a ridurre, in questo lasso di tempo, le proprie emissioni medie del 10%, portandosi così da 137,3 a 123,1 g/km di CO2 e oltrepassando decisamente il target previsto dall'Unione Europea per il 2015, fissato a 130 g/km.[8]
Fiat mantiene il primato a livello di emissioni anche per il 2011 e 2012.
Percorsi stilistici delle vetture europee |
Se fino a metà degli anni duemila lo stile delle vetture europee (ma non solo) era affidato a centri di progettazione esterni (Italdesign Giugiaro per Grande Punto e Idea, o Bertone per la Panda del 2003) i modelli recenti sono concepiti e pensati nel centro stile interno capitanato da Roberto Giolito.
Sudamerica |
In Brasile la FCA possiede una filiale che produce modelli e motori specifici commercializzati esclusivamente in Sudamerica. Dal 2003 è leader del mercato. Con la produzione nell'impianto di Betim nel Minas Gerais, e in quello di Goiana nel Pernambuco, offre attualmente la seguente gamma:
Fiat Uno (modello inedito per il mercato brasiliano, lanciato nel 2010).
Fiat Palio, declinata oltre che la nella versione base, nelle differenti versioni Fiat Palio Weekend, Fiat Palio Adventure, nonché nella precedente versione Fiat Palio Fire;
Fiat Siena e Fiat Grand Siena;
Fiat Punto, Fiat Idea, Fiat Bravo, Fiat 500, Fiat Freemont, Fiat Linea, omologhe della sorelle europee.
A Goiana - Pernambuco è stata avviata anche la produzione della Jeep Renegade.
In Brasile, anche i veicoli commerciali leggeri venduti in Europa con il marchio Fiat Professional, sono venduti con il marchio FIAT.
- il Fiat Strada, ideato, sviluppato e prodotto in questa regione;
- le precedenti versioni (rispetto all'Europa) del Fiat Doblò (con l'aggiunta della versione Cargo), del Fiat Fiorino (ridenominato Fiat Fiorino Furgão), e del Fiat Ducato;
- una versione della vecchia europea Fiat Uno ridenominata Fiat Uno Furgão;
- il pick-up Fiat Toro, presentato nel 2015.
Fiat è presente con un sito di produzione anche in Argentina, dove si stabilì la prima fabbrica in America Latina. Nel 1996 ha inaugurato la nuova pianta Ferreyra nella città di Ferreyra, vicino a Córdoba, dove vengono prodotti i modelli Palio / Siena, furgoni e camion Iveco. Rispetto al Brasile, nel paese è in vendita anche la nuova versione del Fiat Fiorino, compresa la declinazione Fiat Qubo.
La gamma brasiliana/argentina (non completa) è offerta anche negli altri principali mercati sudamericani, compresi Colombia, Perù, Venezuela, Cile.
Nordamerica e America Centrale |
Sfruttando i rivenditori del partner Chrysler, la Fiat è rientrata nel 2010 nel mercato nordamericano con la Fiat 500. La produzione del modello per il mercato Nordamericano è effettuata nello stabilimento Chrysler di Toluca in Messico.
Vengono vendute attualmente Fiat 500, Fiat 500C, Fiat 500L e Fiat 500X.
In Centro America Fiat importa i suoi veicoli in alcuni stati tra cui Costa Rica, Messico e Panama.
Asia |
I modelli a marchio Fiat sono poco diffusi nel mercato asiatico. Ecco fino a oggi la condizione nei principali mercati:
Cina |
Fiat è presente in joint venture con il Gruppo GAC attraverso la GAC Fiat Automobiles.
India |
Nonostante i tentativi nell'insediarsi nel mercato indiano risalgano addirittura al 1957, la presenza in India di Fiat è ancora fortemente limitata (appena 16.733 vetture vendute nel 2011[9]. Fiat è presente in India tramite la FCA India Automobiles Limited (FIAL), in joint venture con il costruttore locale Tata Motors. La JV produce e vende nel mercato indiano i seguenti modelli:
Urban Cross: versione SUV della Punto prodotta in loco.
Abarth Punto: versione sportiva della Punto prodotta in loco.
Punto Evo: lo stesso modello venduto nel nostro paese fino al 2012, ma con alcuni dettagli nella parte anteriore del veicolo differenti.
Punto Pure: viene così denominata la Grande Punto, identica al modello venduto nel nostro paese del 2005 al 2012.
Linea Classic: la versione 3 volumi della Fiat Grande Punto, prodotta anche in altri mercati (Sud-America, Turchia....) fino al 2012.
Linea: la versione 3 volumi della Punto Evo, prodotta anche in altri mercati (Sud-America, Turchia....) dal 2012.
Avventura: versione SUV della Punto.
Abarth 595: versione sportiva della Fiat 500.
Pakistan |
La presenza di Fiat in questa regione risale al 1948 tramite l'assemblatore Raja Motors. Finora vengono prodotte la prima e la seconda serie della Fiat Uno.
Medio Oriente |
Fiat è presente in alcuni mercati del Medio Oriente tra cui Bahrain, Arabia Saudita, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Libano, Dubai, Israele, Oman, Qatar e Giordania.
Oceania |
Fiat è presente nel nuovissimo continente da diversi anni e i mercati in cui vengono esportate autovetture del marchio sono l'Australia e la Nuova Zelanda.
Africa |
Nordafrica. Fiat è presente in tutto il Nordafrica (nei paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo) con gli stessi veicoli commercializzati in Europa.
Sudafrica. Vengono vendute Fiat 500, Fiat Panda, Fiat Qubo, Fiat 500L, Fiat 500X e Fiat Doblò.
Motori |
La gamma motori si compone di propulsori facente parte della famiglia motoristica FIRE a quattro cilindri affiancati dai più recenti Multiair sia aspirati che turbo con potenze fino a 170 cavalli. Inoltre di nuova introduzione è il 1.742 benzina turbo a iniezione diretta prodotto a Pratola Serra che equipaggia i modelli più potenti della gamma Alfa Romeo e Lancia. Nel 2010 la FIAT ha lanciato un nuovo motore bicilindrico 0,9 litri Twinair dotato di tecnologia Multiair, introdotta l'anno prima. I diesel sono i classici Multijet a quattro e cinque cilindri da 1.3, 1.6, 2.0 e 2.4 3.0 V6 litri con filtro antiparticolato. Per ridurre le emissioni di anidride carbonica su molti modelli è stato introdotto il sistema Start&Stop che spegne il motore durante le soste (semaforo) e grazie al software Eco:Drive è possibile anche calcolare la quantità di particelle inquinanti emesse. La gamma Natural Power utilizza la doppia alimentazione a benzina e metano mentre le auto a GPL vengono allestite dalla Landi Renzo.
Archivio |
La documentazione della Fiat è conservata presso il centro di documentazione, istituito nel 1963 per raccogliere principalmente materiale già nato con finalità di comunicazione[10]. È solo a partire dal 1984, con il progetto Archivio storico, che si inizia a concentrare, inventariare e rendere fruibile un vero archivio aziendale[11], che attualmente raccoglie più di 5.000 metri lineari di documenti cartacei, 300.000 disegni tecnici, 18.000 manifesti, 1.300 bozzetti, 5.000 tra volumi e riviste di automobilismo e storia industriale, 6 milioni di immagini, 200 ore di filmati storici. L'archivio documenta l'attività Fiat nel corso del Novecento, nei diversi settori e funzioni aziendali. Da segnalare i fondi relativi ad alcuni marchi o aziende confluiti e/o fuoriusciti dal perimetro Fiat: Abarth (estremi cronologici: 1930 - 1970)[12], Autobianchi (estremi cronologici: 1955 - 1975)[13], Fiat-Allis (estremi cronologici: 1951 - 1978)[14], Fiat Avio (estremi cronologici: 1908 - 1985)[15], Grandi Motori (estremi cronologici: 1900 - 1986)[16], OM (estremi cronologici: 1849 - 1983)[17], Lancia (estremi cronologici: 1906 - 1990)[18], Nebiolo (estremi cronologici: 1880 - 1970)[19], Materfer (estremi cronologici: 1881 - 1974)[20], Teksid (estremi cronologici: 1970 - 1980)[21], Seat (estremi cronologici: 1950 - 1980)[22], SPA (estremi cronologici: 1906 - 1979)[23][24]. Da segnalare altresì i fondi dei progettisti Dante Giacosa (estremi cronologici: 1903 - 1996)[25] e Giuseppe Gabrielli (estremi cronologici: 1908 - 1984)[26].
Note |
^ Valerio Castronovo (a cura di), Il Piemonte nel processo di integrazione europea, con la collaborazione di Alberto Cassone e Adriana Castagnoli, Milano, Giuffrè Editore, 2008, p. 214, ISBN 88-14-14385-4.
^ Storia 1899/1910, fiatspa.com (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2012).
^ dal fondo di Cesare Goria Gatti su L'Automobile del 15 ottobre 1899: « [...] oltre a racchiudere le iniziali della ragione sociale e della città che ne è sede, suona buon augurio di questo meccanismo che si presenta sotto così buoni auspici e con tali ottime prove...»
^ Renzo Rossotti, Quel nome è simpatico e scattante, La Stampa, 27 marzo 1986, pag.3
^ Comunicato FIAT, La Stampa Sportiva, 18 aprile 1920, pag.8
^ 115 anni di loghi Fiat, su ruoteclassiche.quattroruote.it. URL consultato il 15 ottobre 2015.
^ Fiat auto più venduta dell Europa, su tuttosport.com. URL consultato il 16 aprile.
^ Fiat continua a essere il marchio con le più basse emissioni di CO2 in Europa, FIAT, marzo 2011. URL consultato il 4 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 25 novembre 2011).
^ Sales of Fiat cars in India | Vendite di auto Fiat in India
^ Di prodotto o corporate: comunicati stampa, manuali d'uso e manutenzione, servizi fotografici, brochure e libri editi dall'azienda etc.
^ Fiat Group Marketing & Corporate Communication spa. Archivio storico Fiat, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Abarth, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Autobianchi, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Fiat Allis, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Fiat Avio, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Grandi Motori, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo OM, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Lancia, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Nebiolo, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Materfer, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Teksid, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Seat, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Scheda SPA, su targaflorio.info.
^ Fondo Spa, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Ing. Dante Giacosa, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
^ Fondo Ing. Gabrielli, su SIUSA. Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 12 giugno 2018.
Bibliografia |
- Felice Dessì, Storia Illustrata dell'Auto Italiana, vol. I, Giumar di Piero De Martino e C., Milano 1961.
- Felice Dessì, Storia Illustrata dell'Auto Italiana, vol. II, Giumar di Piero De Martino e C., Milano, 1962.
- Giuseppe Volpato, Il caso FIAT. Crisi e riorganizzazione strategica di un'impresa simbolo, ISEDI, Torino, 2004.
- Francesco Di Giorgio, Giuseppe Gentile, La FIAT e gli anni di piombo in provincia di Frosinone, Francesco Ciolfi Editore, Cassino, 2009.
- Valerio Castronovo, Fiat. Una storia del capitalismo italiano, Rizzoli Editore, Milano, 2005.
Voci correlate |
- Storia del Gruppo Fiat
- Modelli FIAT
- Tofaş
- Fiat Concord
- Sevel
- Motore bialbero FIAT
- Fiat Chrysler Automobiles
- FCA Italy
- FCA US
- FCA India Automobiles
- FCA Srbija
- FCA in Cina
- Fiat (azienda)
- Exor
- Fiat nei rally
Altri progetti |
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Collegamenti esterni |
- Le origini della FIAT, sul portale RAI Economia, su economia.rai.it.
- Lo stabilimento della FIAT di Melfi, sul portale della Fiat, su fiat.it.
Sito ufficiale, su fiat.com.
Canale ufficiale, su YouTube.
(EN) FIAT, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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