Galleria Mazzini














































Galleria Mazzini

Galleria Mazzini.jpg
Galleria Mazzini in direzione di Piazza Corvetto
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Liguria Liguria
Località Genova
Indirizzo Piazza Giorgio Labo
Largo Eros Lanfranco
Via Roma
Via Ceba
Coordinate
44°24′31.75″N 8°56′10.33″E / 44.408819°N 8.936203°E44.408819; 8.936203Coordinate: 44°24′31.75″N 8°56′10.33″E / 44.408819°N 8.936203°E44.408819; 8.936203
Informazioni generali
Condizioni In uso
Costruzione
1870-1880
Uso Galleria commerciale
Altezza 19 m

La Galleria Giuseppe Mazzini è un camminamento coperto situato nel centro di Genova, in prossimità del Teatro Carlo Felice e di piazza De Ferrari.


Intitolata al patriota Giuseppe Mazzini, corre parallela a via Roma, assieme alla quale fu costruita tra il 1870 ed il 1880 sull'esempio dei famosi passages di Parigi e della milanese Galleria Vittorio Emanuele II, cui si ispirò. È uno degli esempi della cosiddetta architettura del ferro.


Meta dello struscio pomeridiano per una veloce pizza o un aperitivo, a marzo e aprile (periodo pasquale) e a dicembre (approssimativamente dal 7 al 24) è sede dal 1926 della Fiera del libro, creata dai vecchi bancarellisti Michele Amilcare Tolozzi, Giacomo Bertoni, Italo Muccini, Libera Traverso. Inoltre, ogni quarto mercoledì e giovedì del mese, si svolge la Fiera dell'antiquariato.




Indice






  • 1 Realizzazione e inaugurazione


  • 2 Galleria Mazzini fra Ottocento e Novecento


  • 3 La ripavimentazione


  • 4 Locali storici di Galleria Mazzini


  • 5 La riapertura del teatro Carlo Felice


  • 6 Note


  • 7 Bibliografia


  • 8 Voci correlate


  • 9 Altri progetti


  • 10 Collegamenti esterni





Realizzazione e inaugurazione |





Galleria Mazzini fotografata da Alfred Noack prima del 1890




Galleria Mazzini nel 2012






Le cupole vetrati facente parte della copertura di Galleria Mazzini




Mosaico di Galleria Mazzini


La Galleria fu costruita a seguito dell'apertura del secondo tratto di via Assarotti, arteria che viene realizzata in due tempi: un primo asse viario dal 1853 e un secondo successivamente, più a valle, corrispondente all'attuale via Roma.


Terminato il primo rettilineo di via Assarotti a monte della città negli anni 1850 - come attuazione del piano del Barabino del 1825 - lo si completava con una seconda via a valle di questa, che ne prolungava il rettifilo a valle, entrando nel cuore della città vecchia, terminando nella piazza San Domenico (nome mutato negli anni 1870 in De Ferrari, da Raffaele De Ferrari duca di Galliera).


Per eseguire questo secondo tratto di via Assarotti si sbancò parte della collina di Piccapietra. Partendo alle spalle del Teatro Carlo Felice (il Teatro dell'Opera, progettato da Carlo Barabino e terminato nel 1828), subito sul retro di questo si demolivano la chiesa e il convento di San Sebastiano, il conservatorio di San Giuseppe, l'oratorio di San Giacomo delle Fucine[1], quanto rimaneva del convento di San Domenico. I fratelli Bonino assunsero l'esecuzione dei lavori il 25 luglio 1871.


Presentano il progetto, divenuto definitivo nonostante i tentativi di deviare il percorso rettilineo onde salvare l'antica chiesa di San Sebastiano (la proposta di salvare il complesso monumentale con una deviazione curvilinea della strada era patrocinata dal gruppo di artisti, architetti e restauratori cui facevano parte Maurizio Dufour e Alfredo d'Andrade). Oltre ai conventi venne demolito anche un tratto dell'acquedotto civico medioevale che, correndo sul percorso delle Mura del Barbarossa, attraversava la salita di Santa Caterina[2].


Sul fronte posteriore dei palazzi di questo secondo tratto di via Assarotti-via Roma si previde una seconda fila di palazzi con inframmezzata una galleria di passaggio con una copertura vetrata. Con regio decreto del 26 luglio 1874 si proclamano di pubblica utilità questi secondi lavori che portano all'apertura della Galleria Mazzini. Quanto all'intitolazione la si imponeva superando le contestazioni contrarie al nome dell'esule da parte del partito cattolico.


I lavori per la Galleria Mazzini iniziavano dunque il 26 luglio 1874 per terminare nel 1876 con la posa degli arredi di bronzo. Di questi ultimi, sono in alto sotto la cupola vetrata i quattro Giano (Giano Bifronte, divinità antico romana simbolo di Genova) angolari di bronzo dorato, e sotto a questi i quattro lampadari in bronzo con lo stemma di Genova. Tutti questi bronzi erano stati fatti fondere a Berlino.



Galleria Mazzini fra Ottocento e Novecento |


La Genova del tempo visse l'inaugurazione come un grande avvenimento grazie alle vetrate scintillanti, ai lampadari in bronzo e alle grandi cupole in vetro attraverso le quali la galleria è naturalmente illuminata. All'epoca era considerata troppo lussuosa. La Galleria Mazzini diventa luogo di ritrovo di intellettuali e personalità illustri nell'Ottocento, con i suoi locali.



La ripavimentazione |


All'inizio degli anni 1990, in occasione del rinnovo degli edifici e degli angoli principali della città per le "Colombiadi" del 1992, è stato rifatto il selciato della Galleria Mazzini, togliendo le originarie lastre di pietra degli anni 1870 e sostituendole con altre di cementi compressi di moderna composizione dalla superficie lucidata.


Le precedenti lastre sono state donate dall'allora sindaco di Genova Romano Merlo (sindaco dal 2 agosto 1990 - 3 dicembre 1992), al Comune di Pontremoli che le ha usate per ripavimentare con pietre d'epoca le sue due piazze principali nel centro storico.


In occasione della riunione del G8 tenutasi a Genova nel 2001, la pavimentazione di Galleria Mazzini è stata arricchita con l'inserimento, in coincidenza delle cupole vetrate, di quattro grandi mosaici ottagonali in marmo e ottone lucidati, realizzati dal maestro d'arte Lino Reduzzi su bozzetti del prof. Francesco Somaini.



Locali storici di Galleria Mazzini |




Galleria Mazzini, ingresso da via Roma



  • Ristorante della Posta: gestito da Pippo Luce. Posto nel primo edificio dopo l'ingresso dal Carlo Felice, con mezzanino sopra al piano terra. Fu frequentato dagli artisti dei teatri dell'Opera (il Carlo Felice), Paganini, Alcazar, Verdi. Lo frequentarono Pietro Mascagni, Giacomo Puccini, Zacconi, Angelo Musco, Maria Maresca, Mimì Aguglia, quando erano di passaggio a Genova per le loro rappresentazioni. Accade qui un incidente con omicidio colposo nel 1903: il poeta Alessandro Giribaldi venne a contrasto con altri intellettuali di un tavolo vicino, nel parapiglia perse gli occhiali, e nella mischia diede una coltellata mortale ad un altro; assolto nel processo, nei dieci mesi passati in prigione compose i Canti del prigioniero.

  • Birreria Zolezi: aperta nel 1877, in essa si tenevano concerti di musica melodica. Ospitò la prima orchestrina, proveniente da Vienna, ad essere formata da sole donne. Vi diedero i loro spettacoli Lina Cavalieri ed Elvira Donnarumma, chiamate su invito

  • Caffè Bardi: frequentato dai Repubblicani mazziniani storici, di cui racconta Ernesto Morando.

  • Carlin Pescia, detto Pippo: frequentato dai giornalisti genovesi Pietro Guastavino, Luigi Becherucci, Luigi Dameri, Williy Diaz, Mario Maria Martini, Luigi Campolonghi, Camilla Bisi, Flavia Steno

  • Il Semeria e il Viennese: qui si vendevano mazzolini di fiori da appuntare sulle vesti

  • Caffè Roma: verso la fine dell'Ottocento e ai primi del Novecento era un importante salotto di Genova. Lo frequentarono Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, lo scultore Messina, Salvatore Quasimodo da giovane, il marchese Ettore De Katt, Pipein Gamba (disegnatore, abitava al n° 3 di Galleria Mazzini), Ugo Nebbia, Jack La Bolina, il capitan Francesco Ansaldo; gli illustri repubblicani divenuti personaggi noti: Anton Giulio Barrili, Stefano Canzio (Garibaldino dei Mille, figlio di Michele Canzio, genero di Garibaldi), Gandolin (noto giornalista genovese), l'architetto Orlando Grasso (autore della tomba di Mazzini al cimitero monumentale di Staglieno e dei portici neogotici di via XX Settembre), il garibaldino Antonio Burlando (partecipe dell'Impresa dei Mille); i giornalisti: Giuseppe Canepa, Carlo Panseri, Mario Maria Martini, Pierangelo Baratono, Umberto Cavassa; i poeti: Montale, Sbarbaro, Gozzano, dallo scultore Bassano, da Giuseppe De Paoli.

  • La libreria Moderna di Giovanni Ricci, frequentata da Edmondo De Amicis, Paolo Bourget, Orazio Raimondo, Salvator Gotta, Carlo Pastorino, Giovanni Monleone, Mario Malfettani, Giovanni Ansaldo, Arturo Salucci, Edoardo Firpo, Nicolò Bacigalupo.


La libreria, uno dei principali ritrovi della scapigliatura locale, fu eletta a domicilio letterario da Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, cui successe nel ruolo Federico Donaver. Qui nel 1898 nacque l'amicizia letteraria tra i giovani Alessandro Giribaldi e Alessandro Varaldo e Gian Pietro Lucini, nell'ambito di una poetica simbolista di fine secolo. L'interesse per le novità condusse dalla letteratura al Socialismo; Lerda conferì alla sua attività di casa editrice un indirizzo socialista. Testi editi furono pertanto anche quelli di Vandervelde, Kautsky, Marx, Valera, Salucci (di lui la Libreria Moderna pubblicò Il crepuscolo del socialismo (1910))


La Galleria Mazzini è anche la sede della Giovine Orchestra Genovese (GOG), onlus che organizza, produce e promuove concerti di musica da camera, fondata nel 1912 da Padre Giovanni Semeria [3]. Dal 1991 la GOG ospita le sue esibizioni presso il Teatro Carlo Felice. Le sue stagioni concertistiche possono vantare nomi di spicco come Uto Ughi, Maurizio Pollini, Evgenij Kisin, Grigory Sokolov, Bruno Canino (che è stato Direttore Artistico dell'ente fra il 1986 e il 1995) e molti altri.



La riapertura del teatro Carlo Felice |


.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}



Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Teatro Carlo Felice.

Il vuoto lasciato dal Teatro Carlo Felice a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale e della demolizione per le fondazioni del nuovo Teatro, i cui tempi di progettazione si protrassero sino agli anni 1980, sminuì il ruolo di Galleria Mazzini. Il teatro venne ricostruito su progetto di Aldo Rossi e Ignazio Gardella nel 1992. La sua riapertura negli anni novanta ha ridato nuova vitalità alla Galleria Mazzini.



Note |




  1. ^ Riccardo Navone, Viaggio nei caruggi. Edicole votive, pietre e portali, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2007 ISBN 978-88-7563-334-9, p. 130


  2. ^ Riccardo Navone, Viaggio nei caruggi. Edicole votive, pietre e portali, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2007 ISBN 978-88-7563-334-9, p. 317


  3. ^ Gog. Giovane Orchestra Genovese di Genova: stagione teatrale 2012 - 2013, orari, prenotazione biglietti, storia del Gog. Giovane Orchestra Genovese a Genova



Bibliografia |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Bibliografia su Genova.


Voci correlate |



  • Giovine Orchestra Genovese

  • Piazza De Ferrari

  • Genova

  • Teatro Carlo Felice

  • Galleria Enrico Martino



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Galleria Mazzini


Collegamenti esterni |



  • Approfondimento, su ww1.zenazone.it. URL consultato il 17 gennaio 2006 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

  • La Galleria Mazzini di un tempo, su genovacards.com.



GenovaPortale Genova: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Genova



Popular posts from this blog

Mario Kart Wii

What does “Dominus providebit” mean?

The Binding of Isaac: Rebirth/Afterbirth