Amanda Lear




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando il singolo dei Baustelle del 2017, vedi Amanda Lear (singolo).







































Amanda Lear

Amanda-Lear.jpg
Amanda Lear in Francia alla cerimonia Molières del 2011
Nazionalità
Francia Francia
Genere
Disco[1]
Eurodisco[1]
Europop[1]
Post-disco[1]
Dance[1]
Periodo di attività musicale
1975 – in attività
Etichetta
Ariola, Carrere, Ricordi International, Chène Music, ZYX Music, Marais Prod., Dance Street, Just Good Music For Your Ears, Little Boom Records[2]

Album pubblicati
28
Studio 19
Colonne sonore 1
Raccolte 8

Sito ufficiale
















Amanda Lear
Altezza 178 cm
Occhi marrone
Capelli capelli biondi

Amanda Lear, pseudonimo di Amanda Tapp[3] (Hong Kong, 18 novembre 1939[4][5][6]), è una cantante, attrice, ex modella, scrittrice, pittrice, doppiatrice e presentatrice televisiva francese.


Intraprese la carriera come modella all'inizio degli anni sessanta, distinguendosi per una certa androginia, che colpì anche il pittore surrealista Salvador Dalí, per il quale posò spesso. Attirò l'attenzione del pubblico nel 1973, dopo aver posato come modella fetish sulla copertina dell'album For Your Pleasure dei Roxy Music, grazie alla quale cominciò la storia d'amore con David Bowie.[7] Fu lui, rivelò anni dopo in una intervista, a suggerirle di giocare sull'ambiguità per attirare l'attenzione.


I suoi primi produttori furono i La Bionda, poi nel 1975 la Lear ottenne grande successo come cantante dopo aver firmato un contratto con la Ariola Records di Monaco di Baviera. Dotata di una voce bassa e sensuale, e forte di un personaggio con un'aura di ambiguità e mistero, raggiunse un notevole successo come interprete di musica Disco in tutta Europa, oltre che in Sud America, Giappone e altri paesi del mondo. Vanta 15 album, più di 50 singoli e circa 15 milioni di album e 25–30 milioni di singoli venduti nel mondo.[8]


Poliglotta, spigliata e dotata di notevole intelligenza e ironia, ha inoltre affiancato alla carriera musicale una fortunata serie di partecipazioni a programmi televisivi d'intrattenimento in Italia, Francia e Germania, prima come soubrette poi come conduttrice. Ha inoltre continuato a dipingere, a scrivere e a dedicarsi alla carriera di attrice.


Dal 2003 Amanda Lear vive a Saint-Étienne-du-Grès, vicino ad Avignone, nel sud della Francia.[8]




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Infanzia ed educazione


    • 1.2 Anni sessanta


    • 1.3 Anni settanta


    • 1.4 Anni ottanta


    • 1.5 Anni novanta


    • 1.6 Anni duemila


    • 1.7 Anni duemiladieci




  • 2 Vita privata


  • 3 Presunto cambio di sesso


  • 4 Nella cultura di massa


  • 5 Discografia


  • 6 Filmografia


    • 6.1 Attrice


      • 6.1.1 Cinema


      • 6.1.2 Televisione




    • 6.2 Doppiatrice




  • 7 Programmi TV


    • 7.1 Italia


    • 7.2 Francia


    • 7.3 Spagna


    • 7.4 Germania




  • 8 Libri


  • 9 Pubblicità


  • 10 Onorificenze


  • 11 Note


  • 12 Voci correlate


  • 13 Altri progetti


  • 14 Collegamenti esterni





Biografia |



Infanzia ed educazione |


Gran parte della vita di Amanda Lear è avvolta dal mistero. Poco dopo la sua nascita, avvenuta ad Hong Kong nel 1939 i suoi genitori si sarebbero separati e Amanda sarebbe stata cresciuta dalla madre a Nizza.[8] La verità sulla sua data di nascita, i nomi e le nazionalità dei suoi genitori e le città in cui è stata cresciuta, tuttavia, costituiscono una questione molto dibattuta fin dai primi anni ottanta.


Amanda Lear stessa ha deliberatamente fornito in più occasioni informazioni contraddittorie sulla sua giovinezza. Oltre ad avere due lingue madri per nascita, francese e inglese, ha dimostrato avere un talento per le lingue già in età precoce, imparando presto anche il tedesco, lo spagnolo e l'italiano, lingue che le sarebbero servite più tardi nella vita professionale. Secondo la sua biografia ufficiale si sarebbe trasferita a Parigi dopo aver terminato la scuola elementare, per studiare presso l'Académie des beaux-arts, prima di entrare alla St. Martins School of Art di Londra nel 1964.[9]



Anni sessanta |


Nei primi mesi del 1965, Amanda Lear fu individuata e messa sotto contratto da Catherine Harlé, capo di una delle più famose agenzie per modelle d'Europa. Durante una intervista per Radio Europe 1 nel 2003 la Lear ha parlato della sua giovinezza e della sua successiva scoperta come modella:


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«Ero cresciuta pensando di essere brutta, brutta, brutta. Ero troppo alta, ero troppo magra, i miei seni erano piatti, avevo gli occhi asiatici e gli zigomi di mia madre così sembravo straniera rispetto a tutte le mie amiche, la bocca era troppo grande e i denti erano troppo grandi, per questo non sorridevo mai. Poi Françoise Hardy esplose in Francia e tutto improvvisamente cambiò. Prima di lei dovevi assomigliare a Brigitte Bardot: bionda, sinuosa e maggiorata. Avevo vent'anni quando la gente ha cominciato a dirmi "Sai una cosa, assomigli un po' a Françoise Hardy, potresti fare la modella" e poi di punto in bianco questa famosa Caterina Harlé è saltata fuori. Per puro caso mi è capitato di vederla per strada a Parigi e mi ha chiesto se volevo fare la modella di moda e ho pensato che stesse scherzando! E lei disse "No, no, no, tu sei esattamente il tipo di ragazza che stiamo cercando" e tutto a un tratto, tutti questi difetti, tutte le cose di cui mi ero sempre vergognata, sono diventate il mio più grande patrimonio. Per un puro caso, come molte cose nella mia carriera.[8]»



Come mezzo per finanziare i suoi studi d'arte, Amanda Lear tornò a Parigi per il suo primo incarico di modella per Paco Rabanne. Proprio come Catherine Harlé aveva detto, una ragazza con l'aspetto della Lear era molto richiesta, e subito dopo, si ritrovò a essere fotografata da Helmut Newton, Charles Paul Wilp e Antoine Giacomoni per riviste come Elle, Marie France e Vogue e a partecipare alle sfilate di stilisti come Yves Saint Laurent e Coco Chanel a Parigi e Mary Quant, Ossie Clark e Antony Price a Londra. Dopo qualche tempo, abbandonò la scuola d'arte, e cominciò a fare la modella a tempo pieno, continuando a vivere nella Swinging London degli anni sessanta, con molti personaggi famosi. Amanda Lear si trasformò in una "sostenitrice del demi-monde di Londra",[6] diventando giornalista nel 1978 e scrivendo nella colonna del gossip per il giornale britannico "Ritz".[10]


Mentre era con Brian Jones e il suo fidanzato del tempo Tara Browne, in un locale notturno parigino di nome Le Castel, nel 1965, incontrò l'eccentrico pittore surrealista spagnolo Salvador Dalí[6], l'auto-proclamato enfant terrible dell'arte. Dalí non fu colpito solo dallo sguardo di Amanda Lear, ma anche dall'affinità spirituale: lei stessa da allora ha descritto il loro stretto rapporto non convenzionale come un "matrimonio spirituale". La Lear successivamente ha accompagnato lui e sua moglie per circa quindici anni, trascorrendo ogni estate con loro. Durante questi viaggi Dalí le mostrava i musei d'Europa, i salotti parigini e la Spagna, mentre lei gli mostrava l'arte, la moda, la fotografia e la musica a Londra. Amanda Lear ha posato per alcune opere di Dalí, come Venus to the Furs e Vogué, ha partecipato a molti dei suoi progetti cinematografici e inoltre stava al suo fianco durante le conferenze stampa e gli incontri con i media: eventi che spesso si trasformavano in spettacoli, spesso con la Lear come figura centrale.


Dal 1967 al 1970 Amanda Lear è apparsa in alcuni film, recitando ruoli minori o facendo delle piccole partecipazioni. Il suo primo ruolo è quello dell'aliena nel film francese Ne jouez pas avec les Martiens, a cui è seguito il film Wonderwall. Nel 1969 ha partecipato in Germania alla settima puntata del telefilm Der Kommissar, per poi terminare con il film sperimentale Double Pisces, Scorpio Rising.



Anni settanta |




Amanda Lear nel programma TV olandese Disco Show (1978)


Nel 1973 viene fotografata per la copertina dell'album For Your Pleasure dei Roxy Music. Nella foto è rappresentata con un abito nero attillato mentre tiene al guinzaglio una pantera nera. La copertina è stata descritta come "famosa come l'album stesso" e richiamò su di lei l'attenzione di David Bowie, con cui la Lear intrecciò un intenso quanto breve legame. Il 16 novembre 1973, apparve nella serie televisiva della NBC americana Midnight Special con Bowie durante la performance di Sorrow. Nel video Amanda Lear è sopra un'impalcatura con in mano un lungo bastone che usa per spostare su una scacchiera delle pedine viventi; inoltre recita nello spettacolo come la "maestra per le cerimonie". La sua apparizione nel video è considerata come il lancio della sua carriera musicale.


Poco tempo dopo registrò insieme a Bowie la sua prima canzone intitolata Star, mai pubblicata.[11] In un'intervista televisiva la Lear dichiarò che fu lo stesso Bowie a convincerla a tralasciare la professione di modella per abbracciare la carriera di cantante, finanziandole anche alcuni corsi di canto e danza; inoltre dichiarò: «David è stato l'unico uomo con cui sono andata a letto che si truccava più di me».[12][13]


Il suo singolo di esordio Trouble non ebbe successo; Amanda Lear registrò anche una versione francese della canzone che attirò l'attenzione del produttore Antony Monn e dell'etichetta Ariola-Eurodisc, che le offrì sette anni e sei album di contratto per una somma di denaro che la Lear definì "astronomica". Il suo album di esordio I Am a Photograph, registrato a Monaco di Baviera, fu un successo in Germania e in Austria. In Italia riuscì ad arrivare alla Top 10. Dall'album furono estratti alcuni singoli, tra cui Blood and Honey, Tomorrow e Queen of Chinatown che diventò il suo primo successo a livello europeo.




Amanda Lear nel film Zio Adolfo in arte Führer (1978)


L'album che seguì I Am a Photograph fu Sweet Revenge, un concept album che contiene un medley continuo nel primo lato. L'album riuscì ad arrivare nella Top 10 di alcuni paesi europei e fu certificato Disco d'oro in Italia, Germania, Francia e Belgio. Dall'album fu poi estratto il suo più grande successo Follow Me e la Top 20 Enigma (Give A Bit Of Mmmh To Me). Per promuovere l'album Amanda Lear ne cantò le canzoni in varie emittenti televisive in Europa e altrove. In Italia e in Germania la promozione fu continua. Ad esempio in Germania le canzoni erano cantate durante il programma televisivo Musikladen. In Italia esordì in televisione nella serata inaugurale di Antennatre, una delle prime televisioni commerciali.[14] Poi partecipò al controverso programma Stryx su Rai 2, nella quale lei interpreta un ambiguo personaggio dal nome Sexy Stryx. Nel 1978 la Lear fece anche un cameo nel film Zio Adolfo in arte Führer cantando Lili Marleen, e uno nel film di Joe D'Amato Follie di notte.


L'ultimo album della fortunata trilogia Disco è Never Trust a Pretty Face considerato il migliore della sua carriera, sia dai fans che dai critici. L'album però non riuscì a entrare nella Top 20, anche dopo la pubblicazione della hit minore Fashion Pack. L'album fu promosso soprattutto in America, mentre "gli inglesi rimasero immuni dall'effetto Amanda Lear".



Anni ottanta |


Dopo la Disco Demolition Night, anche Amanda Lear come molte altre cantanti lasciò la musica disco per dedicarsi al rock e alla new wave. Verso l'inizio del 1980 la Lear pubblicò Diamonds for Breakfast, che fu un successo soprattutto in Norvegia e in Svezia. Con questo album Amanda Lear abbandonò il sound Disco prodotto a Monaco per dedicarsi al rock elettronico in stile new wave. Durante un'intervista dichiarò che non era più interessata al titolo di "White Queen of Disco" (Regina bianca della Disco music), ma voleva assomigliare di più a Tina Turner, la sua rockstar preferita. La Lear trascorse la maggior parte del 1980 in tour promozionali per l'album, dalla Grecia sino alla Finlandia. Inoltre arrivò per la prima volta in Giappone, dove entrambi i dischi, il singolo Queen Of Chinatown e Sweet Revenge arrivarono alle prime posizioni e vennero certificati Dischi d'oro.[8] Nel settembre 1980 la Lear fa il suo esordio come presentatrice Tv. La RAI la chiama a condurre, insieme con Enrico Beruschi, le due serate della "Mostra Internazionale Di Musica Leggera Di Venezia" trasmesse da RAI 1, dove la Lear canta per la prima volta in Italia Solomon Gundie.


Dopo Diamonds for Brekfast, Amanda Lear pubblicò l'ultimo album prodotto da Antony Monn Incognito nel 1981. L'album ebbe un tiepido successo in Europa (Svezia, Norvegia, Austria), mentre fu un vero successo in Sudamerica. ivergenze artistiche, ma perse il processo, e come risultato nel 1983 dovette pubblicare l'ultima canzone influenzata da Monn, Love Your Body. La Lear si concentrò ulteriormente in Italia, e pubblicò la sua prima raccolta di grandi successi, Ieri, oggi, seguita da uno speciale televisivo chiamato Ma chi è Amanda?. L'ultimo album di studio di Amanda Lear pubblicato dalla Ariola fu Tam-Tam. Come il precedente singolo Incredibilmente Donna, estratto da Ieri, oggi, Tam-Tam nacque da una collaborazione tra compositori e produttori italiani. L'album venne promosso solo in Italia, e anche l'unico singolo estratto No Regrets venne pubblicato solo in Italia. La promozione dell'album avviene durante la conduzione del programma televisivo Premiatissima su Canale 5, in cui la sigla finale era No Regrets. Amanda Lear rimase alla conduzione per due edizioni, quella del 1982 e del 1983.





Andrea Giordana e Amanda Lear nel programma TV italiano W le donne (1983)


Nel 1984 Amanda Lear pubblicò la sua prima biografia ufficiale, My Life With Dalí, pubblicata inizialmente in Francia sotto il titolo di Le Dali D'Amanda.[15] La biografia fornisce delle informazioni sulla vita di Salvador Dalí, e contiene anche dettagli della vita di Amanda Lear. Il libro venne approvato da Dalí stesso, anche se alcuni studiosi giudicano inaccurate alcune informazioni e alcune date.


Dopo aver lavorato per quattro anni come intrattenitrice televisiva per Canale 5 e il canale francese La Cinq Amanda Lear ritorna alla musica con l'album Secret Passion, registrato per segnare il suo ritorno non solo nei paesi europei, ma anche in quelli anglosassoni. A causa di un incidente automobilistico, proprio mentre era pronta a pubblicizzare l'album, la Lear dovette rimanere alcuni mesi in convalescenza.[16] Mentre era in ospedale, la Lear cominciò a scrivere la sua prima novella L'Immortelle, un racconto surreale che descrive i tormenti di una donna condannata all'eterna giovinezza e bellezza, a guardare tutti gli altri invecchiare e infine, di perdere tutti i suoi cari, ma pur restando sempre bella, non è in grado di fermare lo scorrere del tempo.


Nel 1988 Amanda Lear ritorna nelle classifiche con una reinterpretazione della canzone Tomorrow, Tomorrow (Voulez vous un rendez vous), in cui duetta con il cantante della band CCCP Fedeli alla linea, Giovanni Lindo Ferretti. La canzone dopo una forte promozione in Italia riesce a entrare nella classifica dei singoli, arrivando alla posizione 40.[17] La band inoltre farà da supporto per alcuni concerti della Lear in Italia. Verso la fine degli anni ottanta, due suoi successi, Follow Me e Gold, vengono remixati dal DJ Hi-NRG britannico Ian Levine e ripubblicati dalla Ariola Records come singoli. Questi vengono seguiti dalla pubblicazione di alcune raccolte della Ariola, e da due album Pop-rock, Uomini più uomini in Italia e Tant qu'il y aura des hommes in Francia, entrambi pubblicati nel 1989.


Nel 1987 e nel 1992, Amanda Lear apparirà in due delle più famosi serie televisive francesi, Marc et Sophie e Maguy. Nel 1989 inoltre condurrà Ars Amanda, andato in onda su Rai 3. Il programma, uno tra i suoi preferiti, veniva condotto in un letto, in cui la Lear intervista celebrità e politici, sia italiani sia internazionali.[18]



Anni novanta |




Amanda Lear al Festival di Cannes 1990


Dopo le poche apparizioni televisive, nel 1993 la Lear appare in due sceneggiati televisivi. Il primo è la serie televisiva Piazza di Spagna dove interpreta sé stessa; successivamente appare nel film per la TV drammatico Une Femme pour Moi diretto da Arnaud Sélignac. Nello sceneggiato interpreta Françoise, casalinga e moglie di Tom novembre, che sta andando incontro a una crisi di mezza età. Ma è nel 1998 che torna al cinema dopo la prima esperienza con Joe D'Amato, con Bimboland, film francese dove interpreta Gina.


Quattro anni dopo i due album Pop-rock, la Lear ritorna con due album Eurodance, Cadavrexquis nel 1993 e Alter Ego nel 1995. Entrambi non riscuotono quel successo internazionale tanto sperato, anche con molta promozione televisiva e con alcuni concerti in giro per l'Europa. L'album Alter Ego ad esempio verrà promosso soprattutto in Germania, dove la Lear tra il 1995 e il 1996 conduceva un programma televisivo su RTL II chiamato Peep!, dove la sigla era una canzone contenuta nell'album.
Nel 1998, dopo aver tenuto l'Italia tagliata fuori dai progetti musicali, la Lear cerca di ricatturare l'attenzione su di sé con la raccolta di remix e vecchi successi registrati nuovamente: Back in Your Arms. L'album comunque a causa di una contesa tra case discografiche verrà rimpiazzato da un'altra raccolta chiamata Follow Me Back in My Arms che porterà l'album originale a un fallimento finanziario.[11][18] Nello stesso anno è tornata in televisione con la trasmissione di prima serata di Italia 1 Il brutto anatroccolo, andato in onda per diverse stagioni fino al 2000


Negli anni novanta la Lear dopo una lunga pausa dalla moda riappare nelle passerelle di stilisti come Paco Rabanne, Grés e Thierry Mugler. Nel 1996 inoltre partecipa alla sfilata di Paco Rabanne per l'evento "Life Ball" a Vienna, per raccogliere fondi per supportare le persone malate di AIDS.



Anni duemila |




Amanda Lear e Ariel Wizman al Festival di Cannes 2004


Nel dicembre del 2000 Alain-Philippe Malagnac d'Argens de Villèle, il marito della Lear, morì in un incendio scaturito nella loro casa.[19] Per commemorare la sua morte la Lear registra un anno dopo l'album Heart. Dopo aver collaborato con alcuni DJ come Laurent Wolf e Junior Vasquez, partecipa in alcune raccolte e registra alcune canzoni; tra le quali Paris By Night che otterrà in Italia un modesto successo commerciale. Seguono le due raccolte Forever Glam! e The Sphinx, e l'album With Love; la versione italiana venne distribuita due anni dopo, nel 2008.


Gli anni 2000 per la Lear furono molto importanti, sia per il piccolo schermo sia per il cinema.
In televisione ha presentato il programma Rai Cocktail d'amore; lo show ebbe particolarmente successo per le interviste a personaggi importanti degli anni settanta e ottanta, tra cui Marcella, Patty Pravo, Donatella Rettore, Anna Oxa, Giuni Russo, Loredana Bertè, Scialpi e i Ricchi e Poveri. Nel 2003 conduce assieme a Gene Gnocchi la seconda edizione de La grande notte del lunedì sera su Rai 2. Nel 2005 è entrata a far parte della giuria del programma Ballando con le stelle. Nell'estate del 2008 ha presentato alcuni programmi, tra cui il francese La Folle Histoire du Disco, il tedesco Summer of the '70s e Battaglia fra Sexy Star sul canale francese e italiano E!. Nell'ottobre del 2008 appare con un cameo nella soap italiana Un posto al sole, nel ruolo della Morte. Nel luglio 2009 partecipa a tre episodi della sit-com 7 vite.
Per quanto riguarda il cinema ha recitato nella commedia francese Le Défi, un film sulla break dance e nel film drammatico Gigolo. Oltre a essere apparsa in ruoli minori in alcuni film indipendenti, nel 2004 doppia la fashion designer Edna Mode nel film Gli incredibili nella versione francese e italiana del film. Oltre a questi ruoli, la Lear ha anche partecipato in alcuni film indipendenti.


A partire dal 1981, la Lear cominciò a esporre le sue opere in varie mostre quasi tutti gli anni, fino all'anno 2000.[20] Un'esibizione del 2001 venne intitolata Not a. Lear, in riferimento al dipinto Ceci n'est pas un pipe di René Magritte.[21] In seguito, nel 2006, ha presentato ancora una volta le sue opere in una mostra chiamata Never Mind the Bollocks: Here's Amanda Lear!, una parafrasi dell'album dei Sex Pistols Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols, ma anche con qualche riferimento al suo passanto ambiguo, che di fatto fu proprio il tema della mostra.[22] Un'altra esposizione si è tenuta in Svizzera a Lugano nel 2007 e infine nel 2008 Sogni, Miti, Colori.[20]


Nel gennaio 2007 è stata insignita del titolo di "Cavaliere dell'Ordre des Arts et des Lettres" dal ministro della cultura francese Renaud Donnedieu de Vabres per il suo contributo all'arte.[23]



Anni duemiladieci |


Nel novembre 2008 la Lear ha annunciato in una trasmissione televisiva francese i piani per la registrazione di un nuovo album chiamato Brief Encounters. Il doppio album è stato pubblicato il 16 ottobre del 2009 in Italia, ed è stato anticipato dal singolo Someone Else's Eyes, cantato in coppia con il cantante-produttore italiano Deadstar. L'album è stato successivamente pubblicato in Europa in tre diverse versioni, quella standard, acustica e remixata. La versione remixata chiamata Brief Encounters Reloaded è stata distribuita su iTunes nel 2010.
Sempre nel 2009, in Francia è stato pubblicato l'EP Brand New Love Affair, composto da otto tracce Dance. Dall'album sono stati estratti i singoli Brand New Love Affair (In the Mix) e I'm Coming Up. Il secondo è stato distribuito come EP e include remix di Richard Morel, Tommie Sunshine, Sammy Jo e Babydaddy dei Scissor Sisters.




Amanda Lear nel 2010


Dal 2009 al 2011 è in tournée con lo spettacolo teatrale Panique au ministère, prima a Parigi e poi nel resto della Francia, Belgio e Svizzera, riscuotendo un ottimo successo di pubblico e critica.[24][25]
Dall'aprile al maggio del 2011 è uno dei membri della giuria della terza edizione del varietà di Rai 1 Ciak... si canta!. Sempre in aprile è stata diffusa la notizia che la Lear avrebbe presentato il programma Delitti Rock su Rai 2 in seconda serata,[26] anche se poi la conduzione è stata affidata all'attore Massimo Ghini.


Dopo aver pubblicati il singolo Chinese Walk nell'aprile 2011, la Lear ha confermato che pubblicherà un nuovo album di inediti intitolato I Don't Like Disco. La canzone ha ottenuto un discreto successo nel circuito Dance francese e sul web, e ha ricevuto recensioni positive in Italia. Dall'autunno seguenterecita al Théâtre de la Renaissance di Parigi con la commedia Lady Oscar, adattamento della pièce Oscar (1958) di Claude Magnier.


Il 14 settembre 2012 partecipa alla prima puntata di Tale e quale show condotto da Carlo Conti in onda su Rai 1 come membro della giuria dopo una imitazione che di lei fece Barbara De Rossi. Sempre nello stesso mese sfila a Parigi per Jean-Paul Gaultier, che la presenta come "l'imperatrice della disco"[27].


A partire da settembre 2013 è in scena al Théâtre des Variétés di Parigi con la commedia brillante ''Divina''[28]. Nel marzo del 2014 pubblica il diciottesimo album della sua carriera intitolato My Happiness dedicato alla musica di Elvis Presley.[29] Dal 2 maggio dello stesso anno, diventa giudice del nuovo programma di Carlo Conti Si può fare!


Da febbraio 2016 è protagonista dello spettacolo teatrale La candidate, seguito di Panique au ministère[30]; lo spettacolo è stato promosso attraverso un video dove Lear annuncia la sua finta candidatura alle presidenziali francesi del 2016[31]. A maggio dello stesso anno pubblica un nuovo album musicale dal titolo Let Me Entertain You.


Il 16 ottobre 2016, durante un'intervista nel programma Domenica In, Amanda Lear annuncia il suo ufficiale ritiro dalle scene affermando: «Arriva un momento in cui si dice "40 anni bastano, voglio godermi un po’ la vita." Dico ai miei fan che forse è una delle ultime volte in cui mi vedono».[32]


Nel 2017, gira il film Metti una notte, che vede il suo ritorno sul grande schermo dopo tanto tempo[33].



Vita privata |


A metà anni sessanta conobbe Brian Jones, diventandone amica[6]. Fu poi amante di Salvador Dalì per 16 anni[34], e in seguito di David Bowie[6].


Il 13 marzo 1979 la Lear sposò l'aristocratico francese Alain-Philippe Malagnac d'Argens de Villèle, produttore musicale, nonché amante e figlio adottivo dello scrittore Roger Peyrefitte[35][36], con una cerimonia a Las Vegas durante il tour promozionale del suo album Sweet Revenge, divenendo marchesa. Nel 2000 Malagnac muore a 49 anni nell'incendio della loro villa in Provenza. La Lear gli dedicherà l'album Heart.[36]


In occasione della lavorazione del programma su Italia 1 Il brutto anatroccolo, la Lear conobbe il modello Manuel Casella, di 40 anni più giovane, del quale è stata compagna dal 2002 fino al 2008.[37]


Nel 2014 ha avuto una relazione con l'attore Anthony Hornez, di 40 anni più giovane.[38][39]



Presunto cambio di sesso |




La piastrella del Muretto di Alassio autografata dalla Lear


Verso la fine degli anni settanta cominciarono a diffondersi voci sempre più insistenti che la cantante, prima d'intraprendere la carriera d'indossatrice e fotomodella, fosse stata un ragazzo di nome Alain René Tap, nato nel 1939, e il cui cambio di sesso a Casablanca risaliva a due operazioni effettuate dal celebre chirurgo dottor Burou, lo stesso che operò Coccinelle e April Ashley, la prima nel 1963 e la seconda l'anno dopo.[40]


Secondo tali voci, fino al 1963 o 1966 avrebbe assunto il nome d'arte di Peki D'Oslo, ballando nella celebre compagnia di spogliarelli e burlesque en-travesti al Carousel di Parigi, diretta dalla transessuale francese Coccinelle. A riprova furono esibiti i programmi di sala originali con le foto di Peki D'Oslo, con o senza travestimento e i molti articoli di riviste che negli anni s'erano occupati di lei.[41] Sempre durante gli anni sessanta avrebbe lavorato come spogliarellista anche al Raymond Revuebar di Londra, utilizzando lo stesso pseudonimo di Peki d'Oslo e dichiarandosi francese[42]. April Ashley pubblicò nella sua autobiografia tutti i particolari e foto della sua amica Peki D'Oslo, prima e dopo l'operazione[43].


Come spogliarellista transessuale si sarebbe esibita anche nei locali Chez-Nous e Raymond's Revue Bar di Berlino, a Barcellona e Milano (sono rimaste sue foto d'esibizioni al teatrino Le Maschere). Servizi fotografici di Peki D'Oslo sarebbero apparsi su riviste sexy dell'epoca, soprattutto negli Stati Uniti. Secondo quanto riportato nella biografia di Meredith Etherington-Smith Dalí: A biography del 1992, fu proprio durante una sua esibizione sadomaso in un night-club di Barcellona nel Barri Gòtic, che Dalí la vide e la conobbe.[44]


La Lear ha però sempre smentito le voci di un cambio di sesso, dichiarando che si era trattato di un espediente escogitato da lei e David Bowie per suscitare più curiosità e aumentare le vendite dei suoi album agli inizi della carriera. Le voci sulla sua ambigua sessualità infatti furono da lei stessa ampiamente sfruttate per il battage pubblicitario.


Dopo la comparsa della Lear in un celebre numero di Playboy italiano nel 1978, seguito da un analogo servizio su Playmen nel 1983 in cui appariva completamente nuda, le voci sulla sua dubbia sessualità incominciarono a diradarsi.



Nella cultura di massa |




  • Franco Battiato la menziona nella canzone Magic Shop (1979).

  • I Baustelle le hanno dedicato il brano Amanda Lear, contenuto nell'album L'amore e la violenza pubblicato nel 2017.[45]



Discografia |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia di Amanda Lear.


  • 1977 - I Am a Photograph

  • 1978 - Sweet Revenge

  • 1979 - Never Trust a Pretty Face

  • 1980 - Diamonds for Breakfast

  • 1981 - Incognito

  • 1983 - Tam-Tam

  • 1987 - Secret Passion

  • 1989 - Uomini più uomini

  • 1989 - Tant qu'il y aura des hommes

  • 1993 - Cadavrexquis

  • 1995 - Alter Ego

  • 1998 - Back In Your Arms

  • 2001 - Heart

  • 2007 - With Love

  • 2009 - Brief Encounters

  • 2011 - I Don't Like Disco

  • 2014 - My Happiness

  • 2016 - Let Me Entertain You



Filmografia |



Attrice |



Cinema |




  • Ne jouez pas avec les Martiens, regia di Henry Lanöe (1967)


  • Wonder wall - the movie, regia di Joe Massot (1968)


  • Fun and Games for Everyone, regia di Serge Bard (1968)


  • Double pisces, rising scorpion, regia di Norman Mailer (1970)


  • Follie di notte regia di Joe D'Amato (1978)


  • Zio Adolfo in arte Führer regia di Castellano e Pipolo (1978)


  • Grottenolm, regia di Rainer Kirkberg (1985)


  • Tendres Intrus, regia di Roman Baboeuf (1992)


  • Bimboland, regia di Ariel Zeitoun (1998)


  • Le Dèfi, regia di Blanca Li (2002)


  • Gala, regia di Silvia Munt (2003)


  • Gigolò, regia di Bastian Schweitzer (2005)


  • Starfuckers, regia di Julien War (2006)


  • Oliviero's rising, regia di Niki Roseo (2007)


  • Les Chasseurs de Dragons, regia di Guillaume Ivernel e Arthur Qwak (2008)


  • Encore une nuit de merde dans cette ville pourrie, regia di Edouard Rose (2008)


  • 8th Wonderland, regia di Nicolas Alberny e Jean Mach (2009)


  • Bloody Flowers, regia di Richard J. Thompson (2009)


  • Lacoma, regia di Christopher Roth (2009)


  • Jodorowsky's dune, regia di Frank Pavich (2013)


  • Metti una notte, regia di Cosimo Messeri (2017)



Televisione |




  • Der Kommissar, 1 episodio (1969) - serie televisiva


  • Marc et Sophie 1 episodio (1988) - serie televisiva


  • Maguy 1 episodio (1992) - serie televisiva


  • Piazza di Spagna (Canale 5, 1992) - miniserie televisiva


  • Une femme pour moi (1993) - film per la televisione


  • L'@mour est à réinventer 1 episodio (1996) - serie televisiva


  • Les Années Bleues 1 episodio (1998) - serie televisiva


  • Un gars, une fille 2 episodi (2000) - serie televisiva


  • Blague a part 1 episodio (2000) - serie televisiva


  • Sous le soleil 1 episodio (2003) - serie televisiva


  • 7 vite (Rai 2, 2007-2009) - serie televisiva


  • Un amour de fantome (2007) - film per la televisione


  • Avocats et Associés 1 episodio (2007) - serie televisiva


  • Un posto al sole (Rai 3, 2008) - soap opera


  • Le Grand Restaurant 2 (2011) - serie televisiva


  • Les Perruches (2011)


  • Nome in codice: Rose (2012) - film per la televisione


  • Scenes de menages, 1 episodio (2012) - serie televisiva



Doppiatrice |




  • Gli Incredibili, regia di Brad Bird (2004) - voce di Edna Mode nella versione francese ed italiana


  • Gli Incredibili 2, regia di Brad Bird (2018) - voce di Edna Mode nella versione francese ed italiana



Programmi TV |



Italia |




  • Stryx (Rete 2, 1978)


  • Mostra internazionale di musica leggera (Rete 1, 1980)


  • Supersonica (Telemontecarlo, 1981)


  • Grey Street (Telemontecarlo, 1981-1982)


  • Premiatissima (Canale 5, 1982-1983)


  • Ma chi è Amanda? (Canale 5, 1983)


  • W le donne (Rete 4, 1984-1986)


  • Miss Italia (Canale 5, 1985)


  • Ars Amanda (Rai 3, 1989)


  • Buonasera (Rete 4, 1991-1992)


  • La notte dei Teleratti (Rai 3, 1996)


  • Il brutto anatroccolo (Italia 1, 1998-2000)


  • Buon Capodanno (Canale 5, 1998-1999)


  • Cocktail d'amore (Rai 2, 2002-2003)


  • La grande notte del lunedì sera (Rai 2, 2002-2003)


  • La talpa (Rai 2, 2004) 1ª puntata


  • Ballando con le stelle (Rai 1, 2005, 2007) - Giudice


  • Sfida fra sexy star di Hollywood (E!, 2008)


  • The Singing Office (Sky Vivo, 2008) - Giudice


  • Ciak... si canta! (Rai 1, 2011) - Giudice


  • Si può fare! (Rai 1, 2014-2015) - Giudice


  • Sanremo Young (Rai 1, 2019) - Giurata



Francia |




  • Cherchez la femme (La Cinq, 1986)


  • Mefiez-vous des blondes (TF1, 1992-1993)


  • 20/10 h petantes, (Canal Plus, 2003-2004)


  • Tendance (Match TV, 2003-2005)


  • La folle histoire du disco (France 3, 2008)


  • La guerre des canons (E!, 2008)



Spagna |



  • El Show de Amanda Lear (RTVE, 1981)


Germania |




  • Peep! (RTL II, 1995-1996)


  • Summer of 70s (ARTE, 2008)



Libri |




  • Chi ha paura di Amanda Lear?, (A qui fait peur Amanda Lear?), Berengaria, 1979

  • (FR) L'Amant Dalí, 1984


  • La mia vita con Dalí (con Marina Bocconcelli), Costa & Nolan, 1987. ISBN 88-7648-052-8

  • (FR) L'Immortelle, Carrere, 1987. ISBN 2-86804-363-1

  • (FR) Mon Dalí, Michel Lafon, 2004. ISBN 2-7499-0111-1


  • Between Dream And Reality, Books on Demand GmbH, 2006. ISBN 3-8334-5185-8

  • (FR) Je ne suis pas du tout celle que vous croyez..., Hors Collection, 2009. ISBN 2-258-08132-7



Pubblicità |




  • Mitoufle calze, (1967)


  • Nano ghiacciato San Pellegrino, (1979-1981)


  • FIAT, (1983-1985)



Onorificenze |











Chevalier dans l'Ordre des Arts et des Lettres - nastrino per uniforme ordinaria
Chevalier dans l'Ordre des Arts et des Lettres
— Parigi, gennaio 2007[23]


Note |




  1. ^ abcde (EN) Amanda Lear, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 1º aprile 2012. Modifica su Wikidata


  2. ^ (EN) New songs needed for Amanda Lear, Little Boom Records, 5 ottobre 2010. URL consultato il 18 maggio 2011.


  3. ^ (FR) Renaud Donnedieu de Vabres, Arrêté portant promotion ou nomination dans l'ordre des Arts et des Lettres, Ministère de la Culture et de la Communication, République Française, 14 luglio 2014. URL consultato il 13 novembre 2016.
    «Amanda Tapp dite Amanda Lear, chanteuse, animatrice, artiste-peintre».



  4. ^ Amanda Lear, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011.


  5. ^ (FR) [1]


  6. ^ abcde (EN) Andrew Anthony, The bizarre career of Amanda Lear, in The Guardian, 24 dicembre 2000. URL consultato l'11 aprile 2010.


  7. ^ Amanda Lear: “I miei due anni con David Bowie. Mi ha scombussolato la vita”, su LaStampa.it. URL consultato il 12 gennaio 2016.


  8. ^ abcde Intervista radiofonica, Confessions Orbitales, Radio Europe 1 (8 marzo, 2003)


  9. ^ (EN) Sico Carlier, Ben Laloua, Persistence of memory, in Zingmagazine, 2002. URL consultato il 19 maggio 2011.


  10. ^ (EN) Amanda, Lear, Amanda Lear and Stephen Lavers, in Ritz Newspaper No. 015 (Bailey & Litchfield), 1978. accesso richiede url (aiuto)


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  12. ^ Leonardo Martinelli, Amanda Lear: “I miei due anni con David Bowie. Mi ha scombussolato la vita”, lastampa.it. URL consultato il febbraio 2016.


  13. ^ Tiziana Sabbadini, Amanda Lear: «David Bowie, così romantico (e truccato)», vanityfair.it, 2016. URL consultato il febbraio 2016.


  14. ^ Amanda Lear - 1977 .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
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  15. ^ (EN) Eddy Murphy will direct, in Star-News, 26 settembre 1985. URL consultato l'11 giugno 2010.


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  17. ^ Indice per Interprete: C, in HitParadeItalia.it. URL consultato l'11 giugno 2010.


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  19. ^ (FR) Le mari d'Amanda Lear mort dans l'incendie de leur maison, in Actustar.com, 19 dicembre 2000. URL consultato il 3 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 29 marzo 2008).


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  22. ^ (EN) Never Mind The Bollocks, Here's Amanda Lear at Envoy, in One Art World, 10 dicembre 2001. URL consultato il 3 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2009).


  23. ^ ab (FR) Chevalier dans l'Ordre des Arts et des Lettres, in The French Ministry of Culture, luglio 2006. URL consultato il 10 aprile 2010.


  24. ^ (FR) Panique au ministère, in Le figaro. URL consultato il 16 aprile 2011.


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  26. ^ Antonio Lodetti, Da Lennon a Tenco così Amanda Lear spiega i delitti rock, in IlGiornale.it, 04 aprile 2011. URL consultato il 19 maggio 2011.


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  29. ^ Articolo su My Way


  30. ^ La candidate - Théâtre de La Michodière | BilletReduc.com, su www.billetreduc.com. URL consultato il 21 dicembre 2015.


  31. ^ Amanda Lear in corsa per l'Eliseo, ...ma è solo uno spot /Video, su Adnkronos. URL consultato il 21 dicembre 2015.


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  33. ^ (IT) Amanda Lear ritorno da nonna sul grande schermo con Metti una Notte | Universal Movies, in Universal Movies, 7 ottobre 2017. URL consultato il 9 ottobre 2017.


  34. ^ AMANDA LEAR: "HO AMATO DALÌ PER 16 ANNI. BOWIE ANDAVA A LETTO TRUCCATO", su www.leggo.it. URL consultato il 21 dicembre 2015.


  35. ^ Roger Peyrefitte, l'écrivain “sulfureux”, intime d'Amanda Lear et de Sylvie Vartan, su chartsinfrance.net. URL consultato il 21 dicembre 2015.


  36. ^ ab Provvedini Claudia, Muore in un rogo il marito di Amanda Lear, in Corriere della Sera, 17 dicembre 2000. URL consultato il 19 maggio 2011.


  37. ^ Amanda Lear: "Ho mollato Manuel", in Tgcom, 25 febbraio 2008. URL consultato il 19 maggio 2011.


  38. ^ Amanda Lear: "Ho un nuovo toy boy e ci faccio anche l'amore..." - Tgcom24, su Tgcom24. URL consultato il 22 ottobre 2016.


  39. ^ Amanda Lear 72 anni: «Faccio l’amore con Anthony, trentenne, e prego» | Gossip | Il Secolo XIX, su www.ilsecoloxix.it. URL consultato il 2 gennaio 2019.


  40. ^ Giovanbattista Brambilla, Amanda Lear, chi è veramente? Dov'è nata? Più di tutto è una trans?, in Pride, 2008. URL consultato il 18 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2009).


  41. ^ (FR) Diane et le sexe des anges Peki d'Oslo, in Dianeetlesexedesanges.ch. URL consultato il 18 maggio 2011.


  42. ^ Gary Herman, Rock Babilonia, Interho Giallo, Milano 1991


  43. ^ (EN) Duncan Fallowell & April Ashley, April Ashley's Odyssey, ISBN 0-224-01849-3. URL consultato il 18 maggio 2011.


  44. ^ Meredith Etherington-Smith Dalí: vita e opere, eccentricità e scandali, segreti e ossessioni, Garzanti, 1994


  45. ^ Ascolta “Amanda Lear”, il nuovo singolo dei Baustelle, su rockit.it, 30 dicembre 2016. URL consultato il 26 luglio 2018.



Voci correlate |


  • Anthony Monn


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Collegamenti esterni |






  • Sito ufficiale, su amandalear.com. Modifica su Wikidata

  • Enciclopedie: Treccani.it Modifica su Wikidata

  • Banche dati cinema: CineDataBase · MYmovies.it · Internet Movie Database · AllMovie · Rotten Tomatoes · filmportal.de Modifica su Wikidata

  • Banche dati musica: Discografia nazionale della canzone italiana · Last.fm · AllMusic · Discogs · MusicBrainz · SecondHandSongs Modifica su Wikidata

  • (EN) Amanda Lear, su Rate Your Music.


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