Steve Winwood


























Steve Winwood

Steve-Winwood2.jpg
Steve Winwood in concerto
Nazionalità
Regno Unito Regno Unito
Genere
Rock
Soft rock
Pop
Soul bianco
Blues rock
Fusion
Rock progressivo
Rock psichedelico
Folk rock
Periodo di attività musicale
1963 – in attività
Strumento voce, tastiere, basso, chitarra, batteria, mandolino

Sito ufficiale

Stephen Lawrence Winwood, detto Steve (Birmingham, 12 maggio 1948), è un compositore, cantante e polistrumentista britannico, già membro di The Spencer Davis Group, Traffic e Blind Faith.




Indice






  • 1 Gli esordi e il successo


  • 2 I brani principali


  • 3 Discografia essenziale


    • 3.1 Con i Traffic


    • 3.2 Con i Blind Faith


    • 3.3 Con i Go


    • 3.4 Solista




  • 4 Vita privata


  • 5 Curiosità


  • 6 Note


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





Gli esordi e il successo |


Figlio di un musicista dilettante, dopo i primi studi di piano classico partecipa agli spettacoli della band del padre, assieme al fratello Muff. Nei primi anni dell'adolescenza, Winwood suona l'Hammond e la chitarra e canta nelle esibizioni degli artisti americani in tour nella zona di Birmingham, beneficiando di esperienze di blues e di soul particolarmente formative con Muddy Waters, John Lee Hooker, T-Bone Walker, Howlin' Wolf, B. B. King, Sonny Boy Williamson II, Eddie Boyd, Otis Spann, Chuck Berry e Bo Diddley. Questa preparazione gli ha permesso di maturare un profondo stile soul-blues ed imprimerlo al proprio potente timbro vocale.


Nel 1965, all'età di 17 anni, assieme al fratello maggiore Muff Winwood, entra a far parte del gruppo di british R&B The Spencer Davis Group come cantante, tastierista e chitarrista, partecipando alla composizione di hit come Keep on Running, Somebody Help Me, ma è con il brano Gimme Some Lovin' che il gruppo ottiene un grande successo internazionale e raggiunge le prime posizioni anche nella speciale classifica americana delle vendite dedicata alla musica nera. Il successo di vendite presso il pubblico nero, che non immaginava che la voce del brano fosse di un bianco, stabilisce per il gruppo il primato di primi artisti bianchi a raggiungere i vertici della classifica nera.


I notevoli e costanti proventi ricavati dall'interminabile sequela di esecuzioni e registrazioni di I'm a Man e di Gimme Some Lovin da parte di innumerevoli artisti - tra cui anche la Blues Brothers Band nello sketch musicale The Blues Brothers del 1978 e nel successivo film omonimo del 1980- gli hanno permesso fin dai primi anni di dedicarsi con libertà alla composizione ed alla ricerca artistica, approfondendo le proprie inclinazioni percettive libero da ansie commerciali, fino a raggiungere livelli di straordinaria profondità espressiva.


Dotato di grande spessore emotivo ed equilibrio estetico, si inserisce nell'ambiente dell'avanguardia musicale della seconda parte degli anni '60 apportando notevoli contributi interpretativi. Nel 1966 collabora al progetto degli Eric Clapton & The Powerhouse, che comprendeva anche Paul Jones e Jack Bruce, limitato alla registrazione di alcuni provini. Dal 1967, con Jim Capaldi, Chris Wood e Dave Mason, tutti musicisti dell'area di Birmingham attivi a Londra, dà vita al gruppo dei Traffic, che lancia subito l'hit Paper Sun e si inserisce ai vertici dell'avanguardia rock fino al 1974. Anche uno dei primi brani di questo gruppo, Dear Mr. Fantasy, diviene oggetto di continue cover da parte di numerosi altri artisti.




nel 2010 in tour con Eric Clapton


Nel 1969, collabora ad alcune registrazioni di Jimi Hendrix, in particolare all'organo Hammond nel brano Voodoo Chile contenuto nell'album Electric Ladyland. Sempre all'Hammond collabora alla versione di Joe Cocker di With a Little Help from My Friends, partecipa ad alcune date londinesi del grande bluesman Howlin' Wolf ed alle registrazioni del preziosissimo album The London Howlin' Wolf Sessions, che comprendeva anche i Rolling Stones ed Eric Clapton. Grazie a questa partecipazione, come a quella di The London Muddy Waters Sessions, che comprendeva anche Rory Gallagher, matura ulteriormente la propria cultura interpretativa del blues originale.


Contattato da Eric Clapton, costituisce il primo super-gruppo del rock, i Blind Faith, con il batterista Ginger Baker, ex Cream assieme a Clapton, ed il bassista Rick Grech, prodotti da Robert Stigwood (futuro produttore di Saturday Night Fever), il quale ospita il gruppo nella sua villa di campagna per un ritiro artistico da cui scaturisce l'eccellente album Blind Faith, contenente l'hit di Winwood Can't Find My Way Home. In seguito, il gruppo affronta un tour promozionale negli USA, senza però riuscire a rendere anche dal vivo l'impatto espressivo raggiunto in sala d'incisione nonostante la notevole esperienza di palco di ognuno dei componenti.


In seguito allo scioglimento dei Blind Faith si dedica ad un progetto solista con la collaborazione di Jim Capaldi e Chris Wood che finisce per assumere un profilo di gruppo e confluire nel fortunato album John Barleycorn Must Die pubblicato a nome dei Traffic; di quest'album diventano famosi soprattutto i brani Glad, Freedom Rider e John Barleycorn.
Dall'anno successivo e fino al 1974, il gruppo registra altri 5 album di eccellente livello e compie continui tour in tutto il mondo, integrando anche ottimi musicisti, tra cui Jim Gordon, uno dei batteristi fondamentali del periodo, il bassista Rick Grech ed il batterista Roger Hawkins, già collaboratore di Aretha Franklin nel suo periodo d'oro ed in occasione dei suoi maggiori hit.


Dopo aver registrato assieme a Stomu Yamashta, Al Di Meola, Michael Shrieve e Klaus Shulze il fortunato album Go, si dedica alla carriera solista, durante la quale si trova a lanciare numerosi successi: While You See A Chance (album Arc of a Diver), Valerie (album Talking Back to the Night), Higher Love (album Back in the High Life) e Roll with It (album omonimo).


Durante questo periodo, collabora con Marianne Faithfull, George Harrison, David Gilmour, Billy Joel, Lou Reed, Phil Collins, Jim Capaldi, Tom Petty, Christina Aguilera, Tito Puente, Arturo Sandoval, Third World, John Mayall, James Brown, Chic, Alex Harvey, The Who e Pete Townshend, John Martyn, Christine McVie, Mike Oldfield, Davy Spillane, Tina Turner, Paul Weller, Jade Warrior, Sandy Denny. Nel 2008 riprende la collaborazione con Eric Clapton realizzando tour mondiali da cui viene tratto l'album doppio Live from Madison Square Garden, pubblicato nel 2009. Nel 2017 pubblica l'album doppio live Winwood greatest hits live.



I brani principali |


Oltre alle hit già citate, che sono tuttora trasmesse per radio, Steve Winwood ha composto numerosi brani di alto livello artistico, com'è il caso di (Sometimes I Feel So) Unispired (in particolare nella sua versione dal vivo contenuta nell'album On the Road), Evening Blue (album Shoot Out at the Fantasy Factory) When the Eagle Flies (album omonimo), Dust (album Arc of a Diver) e Back in the High Life Again (album omonimo).



Discografia essenziale |




Steve Winwood



Con i Traffic |




  • Mr. Fantasy (1967)


  • Traffic (1968)


  • Last Exit (dal vivo, 1969)


  • John Barleycorn Must Die (1970)


  • Welcome to the Canteen (dal vivo, 1971)


  • The Low Spark of High Heeled Boys (1971)


  • Shoot Out at the Fantasy Factory (1973)


  • On the Road (dal vivo, 1973)


  • When the Eagle Flies (1974)


  • Far from Home (1994)


  • Last Great Traffic Jam (dal vivo, 2005)



Con i Blind Faith |



  • Blind Faith (1969)


Con i Go |




  • Go (1976)


  • Go Live from Paris (1976)



Solista |




  • Steve Winwood (1977)


  • Arc of a Diver (1981)


  • Talking Back to the Night (1982)


  • Back in the High Life (1986)


  • Chronicles (1987)


  • Roll with It (1988)


  • Refugees of the Heart (1990)


  • Junction Seven (1997)


  • About Time (2003)


  • Nine Lives (2008)



Vita privata |


Tra il 1978 e il 1986 Winwood visse legato in matrimonio con Nicole Weir (morta nel 2005), la quale ha contribuito come corista in alcuni dei suoi primi album solisti. I due si sposarono al Register Office di Cheltenham.[1]


Winwood ora vive a Nashville con la moglie Eugenia Crafton, di Trenton (Tennessee), con la quale si sposò nel 1987, e con cui ha avuto quattro figli (Mary-Clare, Eliza, Cal e Lilly), condividendo un'antica manor house nelle Cotswolds (Gloucestershire, Inghilterra).[2][3][4]



Curiosità |


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  • Appare in un cameo nel film Blues Brothers: Il mito continua.


Note |




  1. ^ (EN) "No Hiding Place", Mojo Magazine, May 1997, winwoodfans.com, 24 ottobre 1998. URL consultato il 7 aprile 2013.


  2. ^ (EN) Tia Ayers, Steve Winwood & Eugenia Crafton, in proposalmagazine. URL consultato il 31 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 25 giugno 2013).


  3. ^ (EN) "True Brit", In Style, October 1997, su winwoodfans.com, 22 ottobre 1997. URL consultato il 31 luglio 2012.


  4. ^ (EN) Scott Benjamin, A Rock Legend Living The High Life, in cbsnews, 11 febbraio 2009. URL consultato il 31 luglio 2012.



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Steve Winwood


Collegamenti esterni |






  • Sito ufficiale, su stevewinwood.com. Modifica su Wikidata


  • (EN) Steve Winwood, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata


  • (EN) Steve Winwood, su Internet Movie Database, IMDb.com. Modifica su Wikidata


  • Steve Winwood, su Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi. Modifica su Wikidata


  • (EN) Steve Winwood, su AllMusic, All Media Network. Modifica su Wikidata


  • (EN) Steve Winwood, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata


  • (EN) Steve Winwood, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Modifica su Wikidata


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Controllo di autorità
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