Leonardo (azienda)
Leonardo | |
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Sede centrale a Roma, piazza Monte Grappa, 4 | |
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Borse valori | Borsa Italiana: LDO |
ISIN | IT0003856405 |
Fondazione | 18 marzo 1948 a Roma |
Sede principale | Roma |
Persone chiave |
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Settore |
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Prodotti |
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Fatturato | 11,52 miliardi €[1] (2017) |
Utile netto | 274 milioni €[1] (2017) |
Dipendenti | 45,134[2] (2017) |
Sito web | www.leonardocompany.com |
Leonardo è un'azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell'aerospazio e della sicurezza. Il suo maggiore azionista è il Ministero dell'economia e delle finanze italiano, che possiede una quota di circa il 30%.
Leonardo-Finmeccanica è il nome con cui si è identificata Finmeccanica a partire da aprile 2016[3]. L'azienda ha successivamente modificato la sua denominazione sociale in Leonardo S.p.A. dal 1º gennaio 2017, a seguito dell'approvazione del cambio di denominazione sociale da parte del Consiglio di Amministrazione dell'Azienda, avvenuta nell'aprile 2016[4].
Dal 1º gennaio 2016 in Leonardo-Finmeccanica sono confluite le attività delle società precedentemente controllate AgustaWestland, Alenia Aermacchi, Selex ES, OTO Melara e Wass[5] e l'azienda è stata strutturata in 7 Divisioni operative: Elicotteri, Velivoli, Aerostrutture, Sistemi Avionici e Spaziali, Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale, Sistemi di Difesa, Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni.
La società è quotata nell'indice FTSE MIB della Borsa di Milano.
Indice
1 Storia[6]
1.1 Periodo IRI
1.2 Il progetto della “grande Finmeccanica”
1.3 L'acquisizione delle aziende dalla Stet
1.4 Gli anni novanta
1.5 Gli anni Duemila
1.6 Piano Industriale 2015-2019
1.7 Da Finmeccanica a Leonardo
1.8 Piano Industriale 2018-2022
1.9 Caso ciber-security
1.10 L'acquisizione di Vitrociset
2 Struttura
2.1 Sedi e attività nel mondo
3 Consiglio d'amministrazione
4 Azionariato
5 Partecipazioni azionarie
6 Dati principali di bilancio 2007-2017[48]
7 Responsabilità sociale d'impresa
8 Note
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
Storia[6] |
La prima delle società storicamente appartenute al gruppo fu la "Società delle miniere di mercurio del Monte Amiata", costituita con atto per notaio Giuseppe Capitani di Livorno in data 20 giugno 1897, Reperto n. 9244[7], con le seguenti variazioni di denominazione e di ragione sociale:
- muta in "Monte Amiata Società Anonima Mineraria"[8]
- in "Monte Amiata - Società Mineraria per Azioni"[9], adeguando lo statuto alle disposizioni del codice civile
- in "Società Immobiliare e Finanziaria per azioni (SIFA)"[10]
- con delibera assembleare del 30 aprile 1985 muta denominazione in "Società Immobiliare e Finanziaria per Azioni"[11]
- il 20 ottobre 1992 la "Società Immobiliare e Finanziaria per Azioni - SIFA" ha incorporato la "Finmeccanica - Società finanziaria per Azioni", modificando la propria denominazione in "FINMECCANICA - Società per azioni"[12].
Periodo IRI |
Nata il 18 marzo 1948 come Società Finanziaria Meccanica – Finmeccanica S.p.A., finanziaria caposettore dell'Istituto per la Ricostruzione Industriale (IRI) per il settore meccanico, per molti decenni è stata una holding piuttosto diversificata; fino agli anni ottanta le principali aziende del gruppo erano:
- l'Aeritalia (nata nel 1969 dalla fusione della Società Italiana Aviazione, di proprietà della FIAT, dell'Aerfer e della Salmoiraghi, del gruppo Finmeccanica), attiva nella costruzione di aerei a corto-medio raggio nonché nella fornitura ai grandi costruttori di aerei civili e militari;
- l'Alfa Romeo (settore automobilistico), ceduta alla Fiat nel 1986;
- l'Ansaldo, che, scorporate le storiche attività cantieristiche, era attiva prevalentemente nell'elettromeccanica (turbine, centrali, trasmissione) e nel settore ferroviario.
Nel 1991 SIFA (Società Immobiliare e Finanziaria per Azioni, ex-Monte Amiata) fuse ed incorporò la Finmeccanica[13].
Il progetto della “grande Finmeccanica” |
Dal 1982, con Fabiano Fabiani direttore generale e poi amministratore delegato, prende corpo il progetto della "grande Finmeccanica", cioè di centralizzare nella finanziaria pubblica le aziende italiane attive in settori tecnologicamente avanzati e conferire così una certa "massa critica" alla presenza italiana (pubblica e privata) in settori come le tecnologie spaziali, i sistemi di difesa, la robotica, la microelettronica, fino ad allora frammentata tra le finanziarie Finmeccanica, STET (Iri), e Finbreda (EFIM); infatti, pur trattandosi di gruppi con il medesimo azionista (lo Stato), le varie aziende di fatto si muovevano autonomamente e la collaborazione tra di esse era minima. Vi erano inoltre alcuni gruppi privati in difficoltà nei quali Finmeccanica acquisì partecipazioni (risalgono a quegli anni l'ingresso nel capitale dell'Aermacchi, acquisita completamente vent'anni dopo e l'acquisizione delle Officine aeronavali di Venezia). Ma questo processo di centralizzazione fu lento e molto contrastato per le rivalità politiche nella spartizione degli incarichi ai vertici di aziende e finanziarie. Il 21 maggio 1987 diventa Finmeccanica S.p.A..
L'acquisizione delle aziende dalla Stet |
Il primo risultato fu raggiunto nel 1989, quando Stet cedette a Finmeccanica tre aziende-chiave:[6]
- la Selenia, attiva nelle tecnologie spaziali, nei sistemi radar civili e militari, e nei sistemi di difesa (missili e siluri), che si fuse con l'Aeritalia per dare origine ad Alenia poi diventata Alenia Aerospazio ed infine AleniaAeronautica;
- la Elsag (già Elettronica San Giorgio), attiva nella robotica e nell'automazione industriale;
- le quote nella SG-S-Thomson, joint-venture italo-francese produttrice di semiconduttori, che negli anni novanta prese il nome di ST Microelectronics e divenne uno dei maggiori gruppi del settore.
Nel 1990 acquisì le attività italiane del gruppo inglese Ferranti, che comprendevano aziende già in ambito Montedison come la fiorentina OTE (comunicazioni mobili), la milanese LABEN (spazio) e la Elmer (elettronica) di Pomezia.
Gli anni novanta |
La difficoltà maggiore per Finmeccanica era quella di reperire le risorse finanziarie necessarie per una crescita molto dispendiosa, dato che l'azionista Iri non era certo nelle condizioni di sostenerla. Così nel 1993 parte del capitale Finmeccanica fu aperto ai privati e l'azienda fu quotata in Borsa.
Con la messa in liquidazione dell'EFIM e delle sue controllate, divenne più semplice per Finmeccanica fungere da polo aggregante dell'industria italiana della difesa. Nel 1994 Finmeccanica assorbì aziende storiche, controllate da EFIM, come la Breda Meccanica Bresciana (munizioni), la Oto Melara di La Spezia (artiglieria), la Officine Galileo di Firenze (sistemi di puntamento) e la Agusta di Samarate (VA, elicotteri); nel 1996, dopo anni di estenuanti trattative con i liquidatori dell'EFIM, fu ufficializzato l'acquisto della Breda Costruzioni Ferroviarie, che andò a formare la AnsaldoBreda.
Gli anni Duemila |
Tuttavia tra il 1999 ed il 2000 Finmeccanica stipulò accordi internazionali che sarebbero stati decisivi per il suo sviluppo successivo:
- con la britannica Marconi (poi BAE Systems) venne costituita la joint-venture AMS, che raccoglieva le attività ex-Selenia nell'elettronica per la difesa;
- con GKN fu costituita la joint-venture AgustaWestland, che costituiva il secondo produttore di elicotteri al mondo.
Nonostante l'importante partecipazione in ST Microelectronics ed il mantenimento delle attività nell'energia e nel settore ferroviario, dal 2001, sotto la presidenza di Pier Francesco Guarguaglini, la strategia di sviluppo di Finmeccanica si propose in modo deciso di focalizzarsi nel settore dell'aerospazio e della difesa. Ulteriori passi in questa direzione furono:
- nel 2002-2003 le acquisizioni di Marconi Mobile (telecomunicazioni), Telespazio (trasmissioni satellitari) e della varesina Aermacchi (produttrice di velivoli da addestramento militare);
- nel 2004-2005 la ridefinizione degli accordi delle joint-ventures AgustaWestland ed AMS, che portarono Finmeccanica ad assumerne il pieno controllo (rilevando così anche numerosi stabilimenti nel Regno Unito).
Dopo l'acquisizione della totalità di AgustaWestland ed AMS, Finmeccanica è diventata la terza azienda europea per fatturato nel settore della difesa. Eredità del passato ed estranee all'attuale core-business del gruppo, rimanevano Ansaldo Energia, Ansaldo STS ed AnsaldoBreda.
Finmeccanica inoltre possiede ancora una partecipazione (intorno al 10%) in ST Microelectronics ed una quota del 14% nella Avio (già Fiat Avio), produttrice di propulsori aerei e navali, acquisita dal gruppo Fiat nel 2003. Dopo la messa in liquidazione dell'IRI nel 2002, il pacchetto di controllo di Finmeccanica è direttamente in mano al Ministero dell'economia e delle finanze.
Nell'ottobre 2008 viene finalizzata l'acquisizione (per 3,4 miliardi di euro) della DRS Technologies, società statunitense specializzata nel settore dei servizi e dei prodotti elettronici integrati per la difesa. Con il controllo di DRS Technologies, Finmeccanica migliora la propria posizione competitiva sul mercato mondiale della difesa, in modo particolare negli USA[14].
La crescente sensibilità verso i temi dello sviluppo dei Paesi africani ha portato Finmeccanica a accordare il proprio sostegno per la realizzazione dell'Assumpta Science Center Owerri.
A seguito del processo di privatizzazione, il Ministero dell'economia e delle finanze è diventato il principale azionista, con una quota pari al 30,2% della società (dato aggiornato al 2016)[15]. Questa partecipazione è soggetta alla disciplina dettata dal DPCM del 28 settembre 1999, secondo la quale tale quota non può scendere al di sotto della soglia minima del 30% del capitale sociale. Nessun altro azionista può detenere una quota del capitale di Finmeccanica superiore al 3% senza l'approvazione del Ministero.
Nell'ottobre del 2012 la procura di Napoli apre un'inchiesta sul gruppo per, come scrive il GIP Dario Gallo nella sua ordinanza di custodia, un «preoccupante ricorso da parte di Finmeccanica e società collegate a pratiche corruttive per l'acquisizione delle commesse di governi stranieri». L'indagine riguarda una fornitura per un ingentissimo importo di navi fregata al Brasile e forniture di elicotteri e armamenti allo Stato di Panama. È indagato per corruzione internazionale in riferimento ad un suo presunto tentativo di mediazione nell'affare anche l'ex-ministro Claudio Scajola e il suo portavoce[16].
Il 12 febbraio 2013 viene arrestato, per ordine del giudice di Busto Arsizio l'amministratore delegato e presidente Giuseppe Orsi, accusato di corruzione internazionale per delle tangenti che sarebbero state pagate per vendere 12 elicotteri al governo indiano[17].
Il 13 febbraio 2013 il CdA di Finmeccanica nomina Alessandro Pansa amministratore delegato e conferisce la carica di vice presidente al consigliere Guido Venturoni[18].
Il 3 luglio 2013 il governo Letta designa presidente di Finmeccanica l'ex-capo della Gianni De Gennaro[19].
Nel dicembre 2013 Finmeccanica cede al Fondo Strategico Italiano il 39,55% della propria quota di capitale in Ansaldo Energia[20]. Il restante 15% della quota Finmeccanica verrà ceduta entro il 31 dicembre 2017[21].
Gli anni Duemila si caratterizzano anche per una riorganizzazione del gruppo, che, sul modello delle maggiori multinazionali statunitensi, vede la concentrazione a livello di gruppo in Fimeccanica Real Estate della proprietà degli immobili e impianti (strumentali all'attività operativa, e non) e relativa gestione ─ come la negoziazione delle forniture energetiche ─ e la centralizzazione in Finmeccanica Group Service degli acquisti non business critics, principalmente appalti e servizi non direttamente legati al prodotto finale.
Il 15 maggio 2014 l'assemblea degli azionisti Finmeccanica ha nominato un nuovo Consiglio di Amministrazione per il triennio 2014-2016. Alla presidenza del Gruppo è stato confermato Gianni De Gennaro, mentre Mauro Moretti, già amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, è stato nominato Amministratore Delegato e Direttore Generale[22].
Nello stesso anno Finmeccanica cede BredaMenarinibus alla nuova società Industria Italiana Autobus (20% Finmeccanica e 80% King Long). Nel 2015 Finmeccanica si accorda con Hitachi per la vendita al gruppo giapponese delle partecipazioni in AnsaldoBreda e in Ansaldo STS e con il Gruppo Danieli per la vendita della controllata FATA[23].
Secondo un rapporto realizzato nel 2013 da Prometeia e Oxford Economics, il gruppo generava un valore della produzione superiore agli 11 miliardi di euro, rappresentava l'1,9% del valore totale delle esportazioni, contribuiva per il 5% al saldo commerciale della manifattura e la produttività del lavoro era oltre il 65% più alta della media. Nel 2012 aveva investito 1,3 miliardi di euro in R&S in Italia, pari al 12,3% della spesa complessiva da parte delle aziende italiane e il 6,6% della spesa totale in R&S in Italia (di cui dalle autorità pubbliche per il 30% della spesa totale in R&S, e circa il 48% dei finanziamenti provengono dall'Unione Europea e dai clienti). In Italia 94 province su 110 avevano un fornitore che vendeva direttamente a Finmeccanica, con acquisti per oltre 4,6 miliardi di euro divisi fra 7 000 fornitori, propagando innovazione lungo tutta la catena del valore.
Il gruppo per il 2015 non adotta piani di incentivazione individuali del personale che prevedono stock-option, stock-grant o strumenti derivati.
Piano Industriale 2015-2019 |
Con il Piano Industriale 2015-2019[24], sotto la guida di Mauro Moretti, per il Gruppo Finmeccanica viene avviata una riorganizzazione per il rilancio della competitività sui mercati con una nuova struttura articolata in divisioni operative dei settori core business, Aerospazio, Difesa e Sicurezza e cessione di asset considerati non strategici.
La riorganizzazione di Finmeccanica ha visto confluire le controllate AgustaWestland, Alenia Aermacchi, Oto Melara, Selex ES e WASS nella società capogruppo[25]. La nuova Finmeccanica, operativa come azienda unica dal 1º gennaio 2016, è strutturata in quattro settori (Elicotteri; Aeronautica; Elettronica, Difesa e Sistemi di Sicurezza; Spazio) e sette divisioni (Elicotteri; Velivoli; Aerostrutture; Sistemi Avionici e Spaziali; Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale; Sistemi di Difesa; Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni), per una migliore gestione delle attività industriali del Gruppo[26].
Il Consiglio di Amministrazione del 13 dicembre 2018[27] si è espresso a favore della creazione della nuova Divisione Electronics nella quale confluiscono le Divisioni Elettronica per la difesa terrestre e navale, Sistemi avionici e spaziali, e Sistemi di difesa, cui si aggiungono inoltre le due linee di business Traffic Control Systems e Automazione, afferenti alla Divisione Sistemi per la sicurezza e le informazioni[28].
A ogni divisione è assegnato un proprio perimetro di attività, portafoglio di business a presidio di un mercato di riferimento, leve/risorse e piena responsabilità sul risultato di conto economico divisionale. Pur sopravvivendo i marchi e loghi originari delle divisioni, trattative e contratti con il cliente finale sono condotti e firmati dal brand della capogruppo.
La fase di cambiamento attuata da Mauro Moretti si è caratterizzata per la riduzione dell'indebitamento e dei costi di gestione e per il recupero della redditività. Nel 2015 il titolo Finmeccanica ha più che raddoppiato la sua quotazione rispetto all'anno precedente passando dai 5,73 € del maggio 2014 ai 12,11 € di settembre 2015. Le agenzie di rating Moody's, Standard & Poor's e Fitch hanno rivisto l'outlook da negativo a stabile. La capitalizzazione di mercato è quasi raddoppiata, passando dai 3,3 miliardi di euro del maggio 2014 agli attuali 7 miliardi di euro[29].
Da Finmeccanica a Leonardo |
Dal 2016 è stato avviato un processo di fusione per far confluire tutte le aziende controllate nella società principale, Finmeccanica. Pochi mesi dopo è iniziata anche l'operazione di rebranding del gruppo, modificando la propria denominazione sociale ispirandosi allo scienziato Leonardo da Vinci, confermata dall'assemblea degli azionisti del 28 aprile 2016. Dal 1º gennaio 2017 l'azienza ha assunto il nome di "Leonardo"[30]. Il 16 maggio 2017 il Consiglio di Amministrazione ha nominato Alessandro Profumo nuovo amministratore delegato della società.
A settembre 2017 l'amministratore delegato ha nominato i nuovi vertici aziendali [31].
Piano Industriale 2018-2022 |
Il 30 gennaio 2018 Leonardo ha presentato il Piano Industriale 2018-2022[32] con l'obiettivo di intraprendere le azioni necessarie per riportare una crescita sostenibile nel quinquennio.
Le prospettive generalmente positive dei mercati di riferimento, e in particolare quelle dell'export verso i mercati internazionali, permettono a Leonardo di concentrarsi sulle opportunità esistenti per i propri core business.
Dopo avere mosso diversi passi verso la costruzione di un modello operativo "One Company", Leonardo ritiene adesso necessaria un'accelerazione volta a garantire la sostenibilità del business nel medio-lungo periodo, rafforzando la struttura aziendale e migliorando l'approccio commerciale.
Il Piano Industriale 2018-2022 si basa pertanto su un percorso di trasformazione che sarà articolato e implementato sulle aree di ottimizzazione del modello operativo, l'approccio al cliente più efficace, investimenti mirati a supportare la crescita, una maggiore focalizzazione sui costi e la razionalizzazione del portafoglio prodotti.
Caso ciber-security |
A giugno 2018, in seguito ad un'indagine interna e ad alcune contestazioni per presunte irregolarità nei rapporti con fornitori e altre operazioni, l'ing. Andrea Biraghi ha presentato le proprie dimissioni all'azienda[33] dalla carica di direttore della divisione Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni[34]. Alle dimissioni è seguito il licenziamento del suo collaboratore e dirigente degli Acquisti, Stefano Orlandini[35].
In sostituzione del manager uscente, l'amministratore delegato Profumo ha nominato ad interim Norman Bone, già a capo della divisione Avionica del gruppo, responsabile della divisione Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni[35][36]. La nomina è ufficializzata nel sito del gruppo Leonardo[37]. La notizia, che avuto scarsa eco nella carta stampata, è stata oggetto di un'interrogazione parlamentare[38].
L'acquisizione di Vitrociset |
Nel settembre 2018 il gruppo Leonardo, che già detiene una partecipazione dell'1,46%, compra Vitrociset esercitando il diritto di prelazione sull'acquisto del 98,54% e scalzando quindi l'offerta di Fincantieri e Mer Mec, azienda del gruppo pugliese Angel di Vito Pertosa.[39] L'acquisizione è completata alla fine di gennaio del 2019 dopo le autorizzazioni Golden Power e Antitrust.[40]
Struttura |
Le sue divisioni operative sono: Elicotteri, Velivoli, Aerostrutture, Sistemi Avionici e Spaziali, Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale, Sistemi di Difesa, Sistemi per la Sicurezza e le Informazioni.
- Aeronautica
- Leonardo produce velivoli militari e civili[41], velivoli non pilotati di nuova generazione e aerostrutture per velivoli civili e militari. L'azienda è leader nello sviluppo e produzione degli aerei da addestramento e nei relativi servizi di supporto a terra[42]. Partecipa al programma Eurofighter con una quota del 36% (comprendendo l'avionica e i sistemi) e detiene il 50% della joint venture ATR (l'altro 50% è di Airbus Group), che produce aerei regionali a turboelica, mentre con il 51% della joint venture SuperJet International (l'altro 49% è di SCAC-Sukhoi Civil Aircraft Corporation) è attiva nel settore dei jet regionali. Partecipa inoltre al programma JSF F35. L'Italia è il secondo più importante partner internazionale, dopo il Regno Unito. Il Paese contribuisce per il 4,1% alle fasi di progettazione e sviluppo dell'F-35. In Italia è stata realizzata, presso la base dell'Aeronautica Militare di Cameri (Novara), un centro autonomo di produzione e supporto per gli F-35 che in futuro faranno parte della flotta italiana. L'impianto industriale, attualmente l'unico fuori dai confini americani, è costituito da una linea di assemblaggio finale e di prova (FACO - Final Assembly and Check Out) che includerà anche centro logistico per la manutenzione, riparazione e aggiornamento in Europa degli F-35 (MRO&U).
- Elicotteri
- Leonardo gestisce progettazione, sviluppo, collaudo, produzione, supporto e commercializzazione di un'ampia gamma di elicotteri, la più completa in assoluto per usi commerciali, di pubblica utilità, di sicurezza e per la difesa. La produzione copre tutte le principali categorie di peso, dal monomotore da 1,8 tonnellate al trimotore da 16 tonnellate. Tutti gli elicotteri sono altamente integrati per un uso duale tranne alcuni utilizzati per specifici impieghi militari (NH90, Super Lynx 300 e AW159)
- Elettronica, difesa e sistemi di sicurezza
- Leonardo realizza sistemi per la difesa, l'aerospazio, la sicurezza e la protezione delle informazioni, delle infrastrutture e del territorio. Realizza e integra sistemi per il controllo e la gestione del traffico aereo e marittimo, il controllo e la protezione dei confini terrestri e marittimi, nonché sviluppa reti di comunicazioni sicure e soluzioni per la gestione di infrastrutture e sistemi. I servizi offerti comprendono anche la progettazione e la gestione di infrastrutture informatiche, nonché il trattamento dati ai fini di intelligence e cyber security. Leonardo è inoltre attiva nella progettazione, sviluppo e produzione di artiglieria navale, veicoli corazzati e sistemi subacquei. Leonardo opera nel settore Elettronica, Difesa e Sistemi di Sicurezza anche tramite la controllata statunitense DRS Technologies e la joint venture MBDA di cui possiede il 25% (il 37,5% è di Airbus Group e l'altro 37,5% è di BAE Systems) attiva nella produzione di missili e sistemi missilistici
- Spazio
- Tramite Thales Alenia Space (67% Thales e 33% Leonardo) Leonardo è attiva nello sviluppo e produzione di sistemi satellitari per la navigazione, le telecomunicazioni, la meteorologia, il controllo ambientale, la difesa, le missioni scientifiche e l'osservazione della Terra, mentre Telespazio (67% Leonardo e 33% Thales), è tra i principali operatori nella gestione di satelliti e nei servizi satellitari di osservazione della Terra, navigazione, connettività integrata e a valore aggiunto.
Sedi e attività nel mondo |
I siti di Leonardo sono distribuiti in 20 Paesi (42% in Italia e 58% all’estero). I Paesi utilizzatori di prodotti, sistemi e servizi forniti dalla società sono circa 150.
Le attività produttive e le basi industriali e commerciali principali sono collocate prevalentemente, oltre che in Italia, nel Regno Unito, in Polonia e negli Stati Uniti. Nel tempo la società ha stabilito una solida presenza anche in Francia e Germania ed è partner di riferimento in diverse collaborazioni industriali su scala internazionale[43][44].
Da aprile 2018 ha preso avvio in tutte le sedi del gruppo un progetto pilota di lavoro in modalità smart working, che si conta di estendere progressivamente alle diverse funzioni aziendali.
Consiglio d'amministrazione |
Gianni De Gennaro: presidente
Alessandro Profumo: amministratore delegato[45]
Guido Alpa, Luca Bader, Marina Elvira Calderone, Paolo Cantarella, Marta Dassù, Dario Frigerio, Fabrizio Landi, Silvia Merlo, Marina Rubini e Antonino Turicchi: consiglieri.
Fonte: Leonardo S.p.a., consiglio d'amministrazione[46]
Azionariato |
L'azionariato comunicato alla Consob è il seguente[47]:
Ministero dell'Economia e delle Finanze: 30,2%- Investitori istituzionali: 50,4%
- Investitori individuali: 17,7%
- Azioni proprie: 0,7%
Partecipazioni azionarie |
Elenco delle partecipazioni aggiornato al 9 gennaio 2016.
Partecipazioni in imprese controllate
- 100% Finmeccanica Do Brasil Ltda
- 100% Finmeccanica Finance Sa
- 100% Finmeccanica Global Services Spa
- 100% Finmeccanica North America Inc.
- 100% Finmeccanica Uk Ltd
- 100% Meccanica Holdings Usa Inc.
- 100% So.Ge.Pa. società generale di partecipazioni Spa
- 100% Vitrociset Spa
- 67% Telespazio Spa, società sottoposta a controllo congiunto
Partecipazioni in imprese collegate
- 50% AMSH BV, società sottoposta a controllo congiunto
- 28% Avio Spa
- 14% BCV INVESTMENTS SCA
- 31% ELETTRONICA SPA
- 50% EUROSYSNAV SAS
- 11% Eurotech Spa - Amaro (Udine)
- 31% IND. A. E M. R. PIAGGIO SpA (amm. str.)
- 25% LIBYAN ITALIAN ADVANCED TECH. CO.
- 30% NGL PRIME SPA
- 33% Thales Alenia Space SAS, società sottoposta a controllo congiunto
Altre imprese
- 10% Atitech Spa
- 20% Industria Italiana Autobus Spa
- 14% ITP SRL
Fonte: Bilancio consolidato gruppo Finmeccanica 2008
Dati principali di bilancio 2007-2017[48] |
In milioni di Euro | |||||||||||||
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2007 | 2008 | 2009 | 2010 | 2011 | 2012 | 2013 | 2013[T 1] | 2014 | 2014[T 2] | 2015 | 2016[49] | 2017[50] | |
Ordini | 17.916 | 17.575 | 21.099 | 22.453 | 17.434 | 15.869 | 17.571 | 15.059 | 15.619 | 12.667 | 12.371 | 19.951 | 11.595 |
Portafoglio ordini | 39.304 | 42.937 | 45.143 | 48.668 | 46.005 | 44.908 | 42.697 | 36.831 | 38.234 | 29.383 | 28.793 | 34.798 | 33.578 |
Ricavi | 13.429 | 16.504 | 18.176 | 18.695 | 17.318 | 16.504 | 16.033 | 13.690 | 14.663 | 12.764 | 12.995 | 12.002 | 11.527 |
Ebita | 7,8% | 8,7% | 8,7% | 8,5% | -216 | 1.006 | 949 | 878 | 1.080 | 980 | 1.208 | 1.252 | 1.066 |
Risultato netto | 521 | 621 | 718 | 557 | -2.306 | -792 | 74 | 74 | 20 | 20 | 527 | 507 | 274 |
Risultato netto ordinario | nd | nd | nd | nd | nd | nd | 74 | (649) | 70 | 15 | 253 | 545 | 274 |
Indebitamento netto di Gruppo | 1.158 | 3.383 | 3.070 | 3.133 | 3.443 | 3.382 | 3.316 | 3.902 | 3.962 | 3.962 | 3.278 | 2.845 | 2.579 |
FOCF | 375 | 469 | 563 | 443 | -358 | 91 | (307) | (220) | (137) | 65 | 307 | 706 | 537 |
Addetti | 60 748 | 73 398 | 73 056 | 75 197 | 70 474 | 67 408 | 63 835 | 56 282 | 54 380 | 54 380 | 47 156 | 45 631 | 45 134 |
^ Dati rideterminati per effetto dell'adozione dell'IFRS11, che ha comportato il deconsolidamento delle Joint Venture del Gruppo.
^ Dati rideterminati a seguito della riclassifica delle attività del settore Trasporti tra le discontinued operation
Responsabilità sociale d'impresa |
Fra le varie inziative già esistenti a beneficio degli stakeholder aziendali, a Febbraio 2019 è stata anticipata alla stampa la notizia di una rifondazione della storica rivista Civiltà delle macchine, il cui primo numero è previsto in uscita a Maggio[51].
In particolar modo è aperto il dibattito per un nuovo umanesimo in grado di orientare al bene comune la direzione di marcia della nuova rivoluzione di Industria 4.0.
Note |
^ ab Bilancio 2016, Leonardo.
^ leonardocompany.com, http://www.leonardocompany.com/-/assemblea-azionisti-shareholders-meeting Titolo mancante per urlurl
(aiuto).
^ Leonardo-Finmeccanica: efficace la nuova denominazione sociale, Il Sole 24 Ore, 4 maggio 2016.
^ Leonardo: statuto sociale, Sito Leonardo S.p.A., 23 dicembre 2016.
^ Finmeccanica: Mauro Moretti vara la One Company., su www.leonardocompany.com. URL consultato il 13 gennaio 2016.
^ ab Storia - Finmeccanica e Leonardo, su leonardocompany.com.
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Bibliografia |
- Massimo Pini, I giorni dell'IRI – Storie e misfatti da Beneduce a Prodi, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2004 ISBN 88-04-52950-4
Voci correlate |
- IRI
- Ente partecipazioni e finanziamento industrie manifatturiere
- Aeritalia
- Alenia Aermacchi
- Alfa Romeo
- Ansaldo
- Società Italiana Ernesto Breda per Costruzioni Meccaniche
- Agusta
- OTO Melara
- Wärtsilä Italia
- Fhink
- Selex ES
- Selex Sistemi Integrati
Altri progetti |
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- Wikimedia Commons
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Collegamenti esterni |
Sito ufficiale, su leonardocompany.com.
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