Zaffiro




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Zaffiro (disambigua).

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Zaffiro
Corundum-233509.jpg
Formula chimica Al2O3:Fe,Ti
Proprietà fisiche
Durezza (Mohs) 9
Colore varie tonalità di blu
Opacità lucida semitrasparente

Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

Lo zaffiro (pronuncia: zaffìro o zàffiro[1]) è una varietà di corindone, che chimicamente è ossido di alluminio (Al2O3) fortemente allocromatico. Presenta durezza 9 sulla Scala di Mohs.


Il termine zaffiro (privo di altri aggettivi) identifica la varietà blu-azzurra del corindone, ma la stessa denominazione viene frequentemente utilizzata, unitamente a un aggettivo, per identificare qualunque sua colorazione diversa da quella blu (ad esempio la varietà rubino). Gli zaffiri possono possedere infatti i colori più diversi, dal rosa all'arancio, al porpora, al verde, al giallo fino al bianco incolore.


Una volta i corindoni colorati prendevano il nome di altre pietre, seguito dal suffisso "orientale" (ad esempio i termini ametista orientale e smeraldo orientale sono oggi identificati con i nomi di zaffiro viola e zaffiro verde).

Altre varietà sono quella arancione, chiamata padparadscha, la più preziosa varietà di corindone, l'armofane di colore grigio opaco e lo zaffiro incolore conosciuto come leucozaffiro.


Il colore blu-azzurro tipico della gemma deriva da inclusioni di ematite e rutilo.
Nel caso in cui le inclusioni si orientassero in modi particolari, si può presentare il fenomeno dell'asterismo (come da foto).


Si può trovare in natura in rocce metamorfiche derivanti da rifusione di un micascisto, di una quarzite o di un calcare, in magmi poveri di silice e nei loro rispettivi depositi alluvionali.
Questi ultimi sono i principali giacimenti oggi sfruttati.
Si ricorda a proposito i giacimenti australiani, dello Sri Lanka, della Birmania e della Thailandia.
In Italia si trovano piccoli cristalli di zaffiro nella calcite del Terminillo.


Lo zaffiro può essere prodotto sinteticamente con cinque tipi di sintesi. Per distinguere lo zaffiro naturale da quello sintetico, si esaminano al microscopio le inclusioni interne e si effettuano inoltre analisi spettrometriche e spettrofotometriche.


Il taglio più diffuso per tale gemma è quello sfaccettato ovale o tondo, ma non sono escluse altre tipologie, come quella a cuore o a baguette, oppure - senza sfaccettatura - a cabochon.
Tra le gemme di dimensione eccezionale più celebri, va citato lo "Star of India", di 563 carati, conservato presso il Museo di Storia Naturale di New York.




Indice






  • 1 Zaffiro stellato o asteria


  • 2 Rifrazione


  • 3 Impieghi


  • 4 Giacimenti


  • 5 Zaffiro sintetico


  • 6 Origine del nome


  • 7 Simbologia


  • 8 Curiosità


  • 9 Note


  • 10 Altri progetti





Zaffiro stellato o asteria |




Asterismo sulla superficie dello zaffiro stellato Star of Bombay (182 carati)


Lo zaffiro stellato o asteria è una varietà di zaffiro che presenta l'effetto ottico chiamato asterismo nel quale si presenta un riflesso luminoso a sei raggi. Gli zaffiri stellati contengono inclusioni aghiformi incrociate disposte analogamente alla struttura cristallina che provocano l'apparizione di uno schema a forma di stella a sei raggi quando la pietra viene illuminata da una singola fonte di luce posta sopra di essa. Le inclusioni sono solitamente formate da rutilo, un minerale formato principalmente da biossido di titanio[2]. Queste pietre solitamente vengono tagliate a cabochon facendo in modo che il centro della stella appaia vicino alla sommità. A volte appare una stella con dodici raggi perché la pietra contiene due tipi di inclusioni come per esempio una combinazione di fini aghi di rutilo con delle piastrine di ematite; i primi si presentano come una stella biancastra mentre l'ematite origina una stella dorata. Durante la fase di cristallizzazione i due tipi di inclusione si orientano preferibilmente in differenti direzioni lungo il cristallo formando quindi due stelle a sei raggi sovrapposte originando quindi una stella a dodici raggi[3]. Stelle deformate o stelle a dodici raggi possono anche essere frutto di geminazione.
Le inclusioni possono anche originare l'effetto di gatteggiamento[4] se la direzione della faccia superiore della cupola del cabochon è orientata perpendicolarmente all'asse c del cristallo invece che parallelamente ad essa. Se la cupola è orientata in una posizione intermedia fra le due direzioni, apparirà una stella scentrata con il centro spostato rispetto alla sommità della cupola[5].


La Black Star of Queensland è il più grande zaffiro stellato di qualità gemmologica del mondo, è di colore nero e pesa 733 carati[6]. La Star of India (estratta in Sri Lanka) (del peso di 563,4 carati) è il secondo zaffiro stellato più grande al mondo (il primo di colore blu) ed è attualmente esposto presso l'American Museum of Natural History di New York. La Star of Bombay (estratto in Sri Lanka) di 182 carati, esposto presso il National Museum of Natural History a Washington è un altro esempio di zaffiro stellato blu. Il valore di uno zaffiro stellato non dipende solo dal peso della pietra ma anche dal colore, dalla visibilità e l'intensità dell'asterismo.



Rifrazione |




Zaffiro blu sfaccettato


Quando un raggio di luce penetra in una pietra come il rubino o lo zaffiro si scinde in due raggi, dando origine al fenomeno chiamato birifrangenza o doppia rifrazione. A causa di questo fenomeno, qualsiasi oggetto osservato attraverso il cristallo appare lievemente sdoppiato.
La presenza di due raggi va a influire anche sul colore della pietra, donandole sfumature diverse e producendo così un effetto cromatico differenziale chiamato dicroismo.



Impieghi |


Lo zaffiro viene utilizzato per i vetri degli orologi. I cristalli particolarmente opachi e di non elevata qualità, o i loro analoghi sintetici, vengono sfruttati come abrasivi, negli orologi, per l'estrazione di alluminio o nella costruzione dei microprocessori.



Giacimenti |


Le nazioni più ricche di miniere di zaffiri, in ordine di importanza, sono rispettivamente: Australia, Sri Lanka (gli zaffiri dell'isola di Ceylon un tempo erano tra i più rinomati), Myanmar, Thailandia, Cambogia, Vietnam, Madagascar e India.



Zaffiro sintetico |




Zaffiro sintetico


Nel 1902 il chimico francese Auguste Verneuil sviluppò un processo per produrre cristalli di zaffiro sintetico.
Il vetro zaffiro è costituito da zaffiro sintetico. Solitamente è utilizzato per realizzare lo schermo protettivo del quadrante degli orologi. È inscalfibile e avendo una durezza di 9 mohs può essere rigato solo dal nitruro di boro o dal diamante.



Origine del nome |


Il nome zaffiro deriva probabilmente dal termine greco σάπφειρος (sàppheiros), ossia "azzurro", oppure dall'ebraico ספיר (sappir), ossia "la cosa più bella".




Zaffiro incastonato nel gioiello di Middleham, pendente del XV secolo conservato allo Yorkshire Museum di York



Simbologia |


Dall'agosto 1985, lo zaffiro è l'emblema minerario dello Stato australiano del Queensland[7].



Curiosità |









  • Anticamente era diffusa la credenza secondo cui lo zaffiro donerebbe bontà, magnanimità, fedeltà e attitudine al comando. Lo zaffiro è anche simbolo di purezza, di spiritualità e di pace.

  • Il termine padparadscha, che è attribuito alla varietà in assoluto più pregiata dello zaffiro, deriva dal sanscrito padma (loto) e raga (colore). Questa varietà ha infatti una tinta che sfuma tra l'arancio e il rosa, simile al colore del fiore di loto (Nelumbo nucifera speciosa).

  • Il cosiddetto Black Star of Queensland, il più grande zaffiro stellato di qualità gemmologica al mondo (733 karati, pari a 146,6 grammi di peso) fu scoperto in Australia, negli anni Trenta, da un ragazzo dodicenne, Roy Spencer, nella miniera di Reward Claim, vicino ad Anakie, nel Queensland. Inizialmente scambiato da suo padre per un comune cristallo nero, fu usato per anni in casa come fermaporta. Soltanto in seguito, ad un esame specifico più attento, si scoprì trattarsi di uno zaffiro di grandissimo valore.

  • Dante Alighieri nomina lo zaffiro nella Commedia (Purgatorio, Canto I, vv. 13 e seguenti) paragonando alla pietra preziosa il colore del cielo: "Dolce color d' oriental zaffiro / che s'accoglieva nel sereno aspetto / del mezzo, puro infino al primo giro, / a li occhi miei ricominciò diletto...".

  • Gli antichi persiani credevano che il colore del cielo derivasse da uno zaffiro gigantesco su cui posava la Terra.

  • Nell'Apocalisse (21:19) viene detto che i fondamenti delle mura della Città Eterna sono adorni di ogni specie di pietre preziose. Il secondo fondamento è di zaffiro.



Note |




  1. ^ Secondo il DiPI di Luciano Canepari nella versione online, zàffiro è la pronuncia "moderna" e zaffìro quella "tradizionale". Il Dizionario Treccani e il DOP considerano zàffiro meno corretto. URL Consultati il 2015-09-25.


  2. ^ John Emsley, Nature's Building Blocks: An A-Z Guide to the Elements, Oxford, Oxford University Press, 2001, pp. 451–453, ISBN 0-19-850341-5.


  3. ^ Garry DuToit, Twelve-Rayed Star Sapphire of Interest (PDF), GIA Laboratory, Bangkok. URL consultato il 14 agosto 2014.


  4. ^ Diane Morgan, Fire and blood: rubies in myth, magic, and history, Greenwood Publishing Group, 2008, ISBN 978-0-275-99304-7.


  5. ^ Richard W. Hughes, Ruby & Sapphire, Boulder, CO, RWH Publishing, dicembre 1997, ISBN 978-0-9645097-6-4.


  6. ^ Victoria Kim, For some, a sapphire has not been their best friend, in Los Angeles Times, 5 gennaio 2010. URL consultato il 5 gennaio 2010.


  7. ^ (EN) State gem, in Queensland Government. URL consultato il 17-01-2017.



Altri progetti |



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