Sette meraviglie del mondo




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando le meraviglie moderne, vedi Nuove sette meraviglie del mondo.

Le sette meraviglie del mondo sono le strutture e opere architettoniche artistiche e storiche che i Greci e i Romani ritennero i più belli e straordinari artifici dell'intera umanità. Vengono anche chiamate le sette meraviglie classiche oppure le sette meraviglie antiche per distinguerle dalle sette meraviglie moderne proposte in tempi più recenti.




Indice






  • 1 La lista canonica


  • 2 Le sette meraviglie antiche


  • 3 Note


  • 4 Voci correlate


  • 5 Altri progetti




La lista canonica


Anche se erano stati compilati altri elenchi più antichi, la lista canonica deve risalire al III secolo a.C., poiché comprende il Faro di Alessandria, costruito tra il 300 a.C. e il 280 a.C., e il Colosso di Rodi, crollato per un terremoto nel 226 a.C. Tutte costruite più di 2.000 anni fa, furono contemporaneamente visibili solo nel periodo fra il 250 a.C. e il 226 a.C., poiché successivamente andarono via via distrutte per cause diverse; solo l'imponente Piramide di Cheope, la più antica di tutte, sopravvive ancora oggi. Esse erano situate in Egitto (2), Grecia (2), Asia Minore (2) e Mesopotamia (nell'attuale Iraq) e tutte nei territori conquistati da Alessandro[1].


Tra i testi conservati il più antico che nomina le sette meraviglie è una poesia di Antipatro di Sidone[2] scritta intorno al 140 a.C. Durante gli anni, numerose varianti della lista sono state redatte, tanto che l'archeologo francese Jean-Pierre Adam ne conta 19, pubblicate fra il II ed il XIV secolo[3]. Alle sette meraviglie è dedicata l'opera intitolata De septem orbis spectaculis, erroneamente attribuita a Filone di Bisanzio, ma molto più tarda (probabilmente del V secolo d.C.), che concorda con la lista di Antipatro.


Le sette meraviglie antiche



  • La Piramide di Cheope (Egitto) tomba dell'omonimo faraone

  • I Giardini pensili di Babilonia (Mesopotamia): dove si racconta che la regina Semiramide raccogliesse rose fresche durante tutto l'anno[4].

  • La Statua di Zeus a Olimpia (Grecia): grandiosa testimonianza di arte religiosa, opera dello scultore greco Fidia[5].

  • Il Tempio di Artemide a Efeso (Turchia)[6].

  • Il Colosso di Rodi (Grecia): enorme statua bronzea situata forse all'ingresso del porto dell'isola di Rodi[7].

  • Il Mausoleo di Alicarnasso (Turchia): monumentale cenotafio in onore del satrapo Mausolo, situata ad Alicarnasso[8].

  • Il Faro di Alessandria: (Egitto): costruzione che rischiarava la via ai mercanti che si approssimavano al porto[9].



Note




  1. ^ (FR) Mœurs romaines d’Auguste aux Antonins, vol. 2, Parigi, C. Reinwald, 1867, p. 453. URL consultato il 4 gennaio 2018.


  2. ^ Antologia greca, IX, 58


  3. ^ (FR) Jean Pierre Adam, Les sept merveilles du monde, Perrin, 1989, pp. 32-36, ISBN 2262006636, OCLC 23830854.


  4. ^ Adam, p. 107, 119.


  5. ^ Pausania, Periegesi della Grecia, V, 11.


  6. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, XXXVI, 21.


  7. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, XXXVI, 18.


  8. ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, XXXVI, 30.


  9. ^ Luciano di Samosata, Come si deve scrivere la Storia, LXII.


Voci correlate


  • Nuove sette meraviglie del mondo

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