Viterbo




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando la città del dipartimento di Caldas, vedi Viterbo (Colombia).


































































































Viterbo
comune









Viterbo – Stemma Viterbo – Bandiera
(dettagli)
Viterbo – Veduta
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Lazio Coat of Arms.svg Lazio
Provincia
Provincia di Viterbo-Stemma.png Viterbo
Amministrazione
Sindaco
Giovanni Arena (FI) dal 27-06-2018
Territorio
Coordinate
42°25′07″N 12°06′15″E / 42.418611°N 12.104167°E42.418611; 12.104167 (Viterbo)Coordinate: 42°25′07″N 12°06′15″E / 42.418611°N 12.104167°E42.418611; 12.104167 (Viterbo)
Altitudine 326 m s.l.m.
Superficie 406,23 km²
Abitanti 67 831[1](30-4-2018)
Densità 166,98 ab./km²
Frazioni
Bagnaia, Castel d'Asso, Fastello, Grotte Santo Stefano, La Quercia, Montecalvello, Monterazzano, Roccalvecce, Sant'Angelo di Roccalvecce, San Martino al Cimino, Tobia, Vallebona, Ponte di Cetti
Comuni confinanti
Bagnoregio, Bomarzo, Canepina, Caprarola, Celleno, Civitella d'Agliano, Graffignano, Marta, Monte Romano, Montefiascone, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Tuscania, Vetralla, Vitorchiano
Altre informazioni
Cod. postale 01100
Prefisso 0761
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT
056059
Cod. catastale M082
Targa VT
Cl. sismica zona 2B (sismicità media)
Nome abitanti viterbesi
Patrono
Santa Rosa, San Lorenzo martire, Santi Valentino e Ilario, Santa Rosa Venerini
Giorno festivo 4 settembre
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Viterbo

Viterbo



Viterbo – Mappa
Posizione del comune di Viterbo nell'omonima provincia
Sito istituzionale

Viterbo (Vetèrbe in dialetto viterbese[2][3], Viterbium in latino medioevale) è un comune italiano di 67 831 abitanti capoluogo dell'omonima provincia nel Lazio settentrionale, nota anche come Tuscia o Alto Lazio.


Ha antiche origini (si ritiene che Viterbo derivi dal latino Vetus Urbs, cioè Città Vecchia[4]) e ha il più vasto centro storico medievale d'Europa – con alcuni quartieri medioevali ben conservati – cinto da mura e circondato da quartieri moderni, tranne che ad ovest, dove si estendono zone archeologiche e termali (necropoli di Castel d'Asso, sorgente del Bullicame). Viterbo è storicamente nota come la Città dei Papi: nel XIII secolo fu infatti sede pontificia e per circa 24 anni il Palazzo Papale ospitò o vi furono eletti vari Papi. Papa Alessandro IV decise nel 1257 il trasferimento della Curia Papale nella città a causa del clima ostile presente a Roma; il soggiorno papale durò, salvo brevi interruzioni, fino a quando papa Martino IV, appena eletto (22 febbraio 1281), allontanò definitivamente la corte pontificia da Viterbo.


Nel 1962 Viterbo è stata insignita della Medaglia d'argento al Valor Civile per gli innumerevoli caduti ed i gravissimi danni riportati in seguito ai bombardamenti alleati del 1943-44, di cui fu particolarmente pesante quello del 17 gennaio 1944.


La città è famosa per il trasporto della Macchina di Santa Rosa, tradizionale e spettacolare manifestazione che si svolge ogni anno la sera del 3 settembre, in onore della Santa patrona: una struttura illuminata, alta 30 metri e del peso di 52 quintali, viene portata a spalla da cento uomini, i Facchini di Santa Rosa, per le vie abbuiate della città. Nel 2013 la Macchina è stata inserita dall'UNESCO tra i Patrimoni immateriali dell'Umanità.


A Viterbo hanno sede l'Università della Tuscia, istituita il 18 aprile 1979, il comando nazionale dell'Aviazione dell'Esercito, la Scuola Sottufficiali dell'Esercito, la Scuola ITC SUS e la Scuola Marescialli dell'Aeronautica Militare.




Indice






  • 1 Geografia fisica


    • 1.1 Territorio


    • 1.2 Clima




  • 2 Storia


    • 2.1 Origini


    • 2.2 Medioevo


    • 2.3 Età moderna


    • 2.4 Podestà, Governatori e Legati di Viterbo


    • 2.5 Stemma




  • 3 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 3.1 Architetture religiose


    • 3.2 Architetture civili


      • 3.2.1 Palazzo dei Papi


      • 3.2.2 Villa Lante a Bagnaia


      • 3.2.3 San Martino al Cimino




    • 3.3 Sottosuolo


    • 3.4 Il presepe del Pastura e la Pietà di Sebastiano del Piombo


    • 3.5 Siti archeologici


    • 3.6 Aree naturali




  • 4 Società


    • 4.1 Evoluzione demografica




  • 5 Cultura


    • 5.1 Istruzione


    • 5.2 Musei


    • 5.3 Teatri e auditorium


    • 5.4 Cinema


    • 5.5 Media


    • 5.6 Eventi


    • 5.7 Tradizioni e folclore




  • 6 Geografia antropica


    • 6.1 Quartieri


    • 6.2 Frazioni




  • 7 Economia


  • 8 Infrastrutture e trasporti


    • 8.1 Strade


    • 8.2 Ferrovie


    • 8.3 Aeroporti


    • 8.4 Mobilità urbana




  • 9 Amministrazione


    • 9.1 Gemellaggi


    • 9.2 Altre informazioni amministrative




  • 10 Sport


  • 11 Note


  • 12 Bibliografia


  • 13 Voci correlate


  • 14 Altri progetti





Geografia fisica |



Territorio |


La città sorge a 326 metri sul livello del mare, con una superficie di 406,23 km², che la pone al secondo posto tra i comuni del Lazio, all'interno di un ampio falsopiano, situato sulle prime pendici settentrionali del Monte Palanzana (che i viterbesi chiamano semplicemente La Palanzana), appartenente al gruppo dei Monti Cimini, rilievi di origine vulcanica che fanno parte, a loro volta, dell'Antiappennino laziale. Il falsopiano sul quale si trova il centro cittadino si distende ad ovest verso la pianura maremmana. La città è attraversata per tutta la sua lunghezza, con decorso est-ovest, dal Fosso Urcionio, che oggi scorre quasi completamente nel sottosuolo, mentre scorreva in superficie fino ai primi decenni del Novecento.



Clima |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Viterbo.


  • Classificazione climatica: zona D, 1989 GR/G


Storia |



Origini |


Si hanno tracce d'insediamenti neolitici ed eneolitici e varie tracce, specie nel sottosuolo, di presenze etrusche nella lontana storia di Viterbo, ma alcuni storici sono portati a credere che nel periodo etrusco l'insediamento non raggiungesse lo stato di vicus, mentre le fantasiose teorie quattrocentesche dell'erudito frate Annio (autore di quel complesso e monumentale falso storico noto come Antiquitatum Variarum) hanno addirittura supposto che vi fosse in loco una tetrapoli etrusca, sulla base dalla sigla FAVL che, secondo tali teorie sarebbe un acronimo formato dalle iniziali di quattro cittadine (Fanum, Arbanum, Vetulonia, Longula)[5]. Più plausibile appare l'identificazione di Viterbo con la città etrusca Surina, sostenuta da studiosi del XX secolo.


Dopo la conquista romana vi fu costituito, con ogni probabilità, un insediamento militare, chiamato Castrum Herculis per la presenza nella zona di un tempio che si riteneva dedicato all'eroe mitologico (il leone simbolo di Viterbo deriva da questo aneddoto).


Notizie più certe si hanno con la cittadina dell'Alto medioevo, che trae origine da un "castrum", cioè una fortificazione longobarda posta al confine tra i possedimenti longobardi nella Tuscia e il ducato bizantino di Roma: il colle di San Lorenzo, ricordato nella donazione di Sutri tra le proprietà che Liutprando promette alla Chiesa nel 729, fu fortificato nel 773 da Desiderio, nell'ultimo periodo della sua contesa con Carlo Magno.
Dell'852 è un documento papale che riconosce il Castrum Viterbii come parte delle terre di San Pietro, mentre Ottone I annovera il castello tra i possedimenti della Chiesa.



Medioevo |




La "Sala del conclave" del palazzo dei Papi di Viterbo


Nell'XI secolo l'incremento demografico contribuì alla nascita di nuclei abitativi fuori dal castrum, e, attorno al 1090, a un primo tratto di mura; nel 1099 la scelta dei primi consoli sancì il passaggio a istituzioni comunali.
È il XII secolo il periodo in cui Viterbo, libero comune, si assicurò il possesso di numerosi castelli: in tal senso la protezione di Federico I Barbarossa (presente nella città nel 1162), e il suo riconoscimento del comune viterbese, conferì legittimità alla sua politica di espansione. Nel 1172 venne distrutta la città di Ferento il cui simbolo (una palma) fu aggiunto al leone, simbolo di Viterbo (l'emblema vigente è costituito appunto da un leone accollato ad una palma); attorno al 1190 venne assediata Corneto (odierna Tarquinia), mentre l'imperatore attaccò Roma con l'esercito viterbese.


Il districtus del comune aumentò considerevolmente in quegli anni.


Ulteriore elemento che accrebbe il prestigio e l'importanza politica di Viterbo, fu la sua elevazione a cattedra vescovile nel 1192 ai danni di Tuscania, la cui precedente predominanza nella Tuscia romana venne così meno.


All'inizio del XIII secolo la città fu finalmente inserita nell'orbita papale ed iniziò in tal modo un periodo di grande splendore, soprattutto con il disegno di papa Innocenzo III, che tentò di costituire uno stato territoriale: Viterbo nel 1207 ospitò il Parlamento degli stati della Chiesa. Tuttavia, per la presenza nella città di importanti famiglie insofferenti del predominio papale, venne invocata la protezione di Federico II: si aprì così, fino al 1250 circa, un periodo di lotte interne tra guelfi (la famiglia dei Gatti), e ghibellini (i Tignosi), con un'iniziale prevalenza di questi ultimi. Si inserì in questo contesto di aspre lotte civili e religiose la vita della più illustre figlia di Viterbo: Santa Rosa da Viterbo, che visse tra il 1233 e il 1251. Si ricordano non solo suoi miracoli in vita e post mortem, ma anche, benché fosse giovanissima morendo ad appena 18 anni, la sua coraggiosa predicazione contro gli eretici e i ghibellini, che animò i viterbesi a resistere contro l'assalto dell'esercito di Federico II. Negli stessi anni la città vide le iniziative politiche e militari del cardinale viterbese Raniero Capocci, storico ed acerrimo nemico dell'imperatore[6].


Il fallito assedio di Federico II nel 1243 con la grande vittoria dei viterbesi, guidati proprio da Raniero Capocci, sull'esercito imperiale e il conseguente successo dei guelfi, sancì, per la seconda metà del XIII secolo ed anche per i secoli futuri, la definitiva politica filo-papale: la ricca famiglia dei Gatti monopolizzò le cariche municipali e i pontefici scelsero Viterbo come sede papale. L'episodio discriminante, che attirò addirittura l'attenzione mondiale su Viterbo, fu l'elezione papale del 1268-1271, che portò Gregorio X al soglio pontificio: i cardinali che dovevano eleggere il successore di Clemente IV si riunivano inutilmente da quasi 20 mesi, quando il popolo viterbese sdegnato da tanto indugio, sotto la guida del Capitano del popolo Raniero Gatti, giunse alla drastica decisione di chiudere a chiave i cardinali nella sala dell'elezione (clausi cum clave), nutrirli a pane e acqua, e scoperchiare il tetto lasciandoli esposti alle intemperie, finché non avessero eletto il nuovo Papa; alla fine i cardinali - pressati anche dalle continue rampogne di Bonaventura da Bagnoregio - scelsero il piacentino Tedaldo Visconti, arcidiacono di Liegi, che aveva ricevuto solo gli ordini minori e in quei giorni si trovava in Terra Santa per la nona crociata. Il nuovo papa prese il nome di Gregorio X, (1272), e, vista la bontà della "clausura", stabilì con la costituzione apostolica Ubi Periculum che anche le future elezioni papali avvenissero in una sede chiusa a chiave: era nato il Conclave. Dal 1261 al 1281 in Viterbo si tennero ben cinque conclavi. Nell'ultimo di questi il popolo, artatamente sobillato da Carlo I d'Angiò, irruppe nella sala del Conclave e mise al carcere duro il cardinale Matteo Rubeo Orsini, protodiacono. Il pontefice che uscì eletto da questo conclave, funestato dall'invasione del popolo viterbese, fu un francese, il cardinale Simon de Brion, proprio come voleva Carlo d'Angiò. Peraltro il nuovo papa, che scelse il nome pontificale di Martino IV, appena eletto, anziché ringraziare i viterbesi che, mettendo in difficoltà i cardinali della famiglia Orsini, avevano favorito la sua elezione, lanciò sulla città di Viterbo un pesante interdetto e l'abbandonò in fretta e furia con tutta la corte pontificia, senza tornare a Roma, come molti auspicavano, ma recandosi a Orvieto. Si chiuse con questo spiacevole episodio il periodo aureo di Viterbo.




La loggia del palazzo dei Papi


I papi non verranno più a risiedere in città, anche se diversi pontefici vi soggiorneranno talora per periodi piuttosto lunghi; ne sono esempi papa Urbano V, che si fermò a Viterbo alcuni mesi tra il 1367 e il 1370[7] durante l'infruttuoso tentativo di riportare a Roma la sede papale, e papa Niccolò V, che nel 1454 fece addirittura costruire dal Rossellino in zona Bullicame un bel Palazzo termale (andato quasi completamente perduto) per venire in città a curare le sue gravi malattie, nonché Giulio II, che fu spesso ospite, nel primo decennio del Cinquecento, degli agostiniani viterbesi, vista l'amicizia che lo legava ad Egidio da Viterbo, e Leone X, che veniva a caccia nei dintorni[8]. Durante la stabile presenza della curia papale a Viterbo, la città aveva raggiunto il suo massimo splendore, sia economico, quale centro posto lungo vie di comunicazione importanti, come la Via Cassia e la Francigena, che architettonico, con l'edificazione di edifici pubblici municipali, torri, chiese, nel fiorire sia dello stile romanico che dello stile gotico, che i cistercensi avevano inaugurato nel luogo con l'abbazia di San Martino al Cimino.


L'esilio avignonese dei papi contribuì alla decadenza della città e al riaprirsi delle lotte interne. L'effimera ricostituzione del Patrimonio di San Pietro del cardinale Egidio Albornoz, non impedì ai nobili Gatti e ai prefetti di Vico di imporsi, con istituzioni ormai di tipo signorile, a Viterbo.
Nei primi decenni del XVI secolo Viterbo ospitò nuovamente, e spesso, papi, da Giulio II a Leone X, grazie - come sopra accennato - all'opera straordinaria del cardinale agostiniano Egidio da Viterbo.
A metà del Cinquecento la città conobbe un nuovo, ancorché breve, periodo di fervore culturale e spirituale per la presenza del cardinale Reginald Pole, che riuniva a Viterbo il suo celebre circolo, di cui faceva parte, tra gli altri, la marchesa Vittoria Colonna ed alle cui riunioni intervenne spesso Michelangelo.
Dal XIII al XVI secolo, Viterbo è stata sede di una comunità ebraica, fino al decreto di espulsione del 1569[9].



Età moderna |


Per Viterbo è un periodo di scarsa vitalità, economica e culturale: dalla fine del XVI secolo la città segue le sorti dello Stato della Chiesa e vede tramontare del tutto la vocazione internazionale che aveva assunto nei secoli del basso medioevo.


Occupata nel 1798 dalle truppe francesi del generale Championnet, intervenuto a difesa della Repubblica romana, si ribellò, imprigionando la guarnigione lasciatavi dai francesi, quando nel mese di novembre le truppe del generale austriaco Mack e del re di Napoli Ferdinando IV di Borbone entrarono in Roma. Cacciate tuttavia queste poco dopo dallo Championnet, Viterbo fu attaccata dalle truppe del generale francese François Étienne Kellermann, al quale dovette arrendersi dopo che il medesimo aveva sconfitto nelle vicinanze i 6.000 uomini dell' émigré francese, Roger de Damas.[10].


Nel 1867, con la colonna garibaldina Acerbi, fu testimone della sfortunata campagna dell'Agro romano per la liberazione di Roma, conclusasi a Mentana il 3 novembre con la sconfitta di Garibaldi da parte delle truppe pontificie e francesi. La città dovette attendere il 12 settembre 1870 per essere di nuovo liberata dalle truppe italiane, questa volta quelle dell'esercito regolare in marcia verso Roma.


Con l'unità d'Italia, aggregato quasi tutto il Lazio nella provincia di Roma, Viterbo perse la qualifica di capoluogo, che le fu restituita solo nel 1927 con il riordino delle circoscrizioni provinciali, attuato da Benito Mussolini.


In questa occasione però, aspirava al rango di provincia anche Civitavecchia ma Viterbo riuscì ad avere la meglio, incrementando il proprio territorio e numero di abitanti, sopprimendo e inglobando come frazioni, con assenso governativo, i comuni di Bagnaia, San Martino al Cimino, Grotte Santo Stefano, ed altri piccoli centri limitrofi. (vedi comuni italiani soppressi).


Durante la seconda guerra mondiale la città venne rapidamente occupata dopo l'8 settembre 1943 dalle truppe tedesche della 3. Panzergrenadier-Division che erano in movimento verso Roma. Durante l'occupazione fu sede di un comando tedesco e fu quindi sottoposta dall'aviazione alleata a ripetuti bombardamenti, di cui particolarmente pesante fu quello del 17 gennaio 1944, che portò alla morte di centinaia di civili ed alla distruzione di vaste zone del centro storico e di altri territori vicini.



Podestà, Governatori e Legati di Viterbo |




  • 1453 - Teseo degli Atti, da Todi, Podestà


  • 1454 - Giovanni Niccolò Manzini, da Parma, Rettore; Battista Capodiferro, da Forlì, Podestà


  • 1455 - Stefano Riardini, da Forlì, Governatore


  • 1459 - Niccolò Capranica, da Roma, Podestà


  • 1471 - Pietro Venimbeni, da Forlì, Podestà


  • 1473 - Lucchesino Nigri, da Savona, Podestà


  • 1482 - Stefano Nardini, da Forlì, Legato


  • 1492 - Giovanni Medici, da Firenze, Legato


  • 1494 - Alessandro Farnese, da Canino, Legato


  • 1498 - Lodovico Cancellarii, da Roma, Podestà


  • 1500 - Tommaso dall'Aste, vescovo di Forlì, Governatore


  • 1502 - Nicolò Maria d'Este, da Ferrara, Governatore


  • 1507 - Francesco Alidosi, da Imola, Legato




Uno dei due Leoni in Piazza del Plebiscito



Stemma |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Viterbo.



Il Leone, emblema di Viterbo


Lo stemma civico, riconosciuto con decreto del 19 luglio 1929, ha la seguente blasonatura:


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«d'azzurro, al leone leopardito coronato d'oro sopra pianura di verde, accollato ad una palma fruttata di rosso, al naturale, tenente con la branca anteriore destra una bandiera bifida rossa, alla croce d'argento, cantonata di quattro chiavi di argento, poste in palo, con l'ingegno all'insù ed astato di verde»




Monumenti e luoghi d'interesse |



Architetture religiose |




La cattedrale di San Lorenzo (il Duomo)


Il Duomo di San Lorenzo


Accanto al palazzo dei Papi sorge il Duomo, dedicato a san Lorenzo. Il Duomo fu eretto in stile romanico nel corso del XII secolo, sul terreno dove era situata una piccola chiesa dell'VIII secolo dedicata appunto a San Lorenzo, a sua volta edificata sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Ercole, ma la sua facciata risale solo al 1570, quando fu rifatta in stile rinascimentale su disposizione dell'allora vescovo della diocesi e cardinale Giovanni Francesco Gambara. Il Duomo ha subito notevoli danni durante un bombardamento della città da parte degli alleati nel 1944. Il restauro successivo ha restituito parte della struttura romanica preesistente ai rimaneggiamenti eseguiti durante il periodo barocco. Il campanile trecentesco è formato nella parte alta da strati segnati da doppie bifore e da fasce policrome orizzontali.
Lo spazio interno è articolato in tre navate separate da due file di colonne culminanti in eleganti capitelli. Il pavimento è in stile cosmatesco. Nella zona absidale della navata sinistra vi è il sepolcro di papa Giovanni XXI (†1277) e poco distante è sita una pregevole tavola del XII secolo raffigurante la Madonna della carbonara di stile bizantino.[11] Nella chiesa fu certamente sepolto anche papa Alessandro IV (†1261), ma la sua salma fu spostata successivamente in luogo segreto, forse per sottrarla a profanazioni da parte dei suoi nemici, o, più probabilmente, in occasione dei restauri rinascimentali della chiesa stessa.[12]

Chiesa di Santa Maria Nuova




Il trittico posto nell'abside della navata sinistra della chiesa di Santa Maria Nuova



La chiesa di Santa Maria Nuova è una delle più antiche di Viterbo: risale, infatti, al 1080. Fu edificata sui resti di un tempio dedicato a Giove Cimino, la cui testa scolpita (che molti credettero in passato raffigurasse Gesù) si sporge sopra il portale. In un angolo esterno dell'edificio, figura un piccolo pulpito in pietra cui si accedeva tramite una scala di legno. Da esso, secondo la leggenda, avrebbe predicato, nel 1266, San Tommaso d'Aquino: in realtà le ridottissime dimensioni del pulpito non risultano compatibili con la ben nota mole del grande santo domenicano, il cui ciclo di prediche del 1266, voluto da papa Clemente IV, si tenne con ogni probabilità dentro la chiesa. All'interno è conservata una collezione di pittura viterbese del periodo che va dal XIV al XVI secolo. Nella navata di sinistra, in fondo, si trova un pregevole trittico bizantino del 1180 di cuoio che raffigura il Cristo. Le navate laterali presentano un soffitto retto da capriate lignee e decorato da formelle in ceramica. Nel Battistero da notare l'affresco con i Santi Giovanni Battista, Girolamo e Lorenzo, di Antonio del Massaro da Viterbo, detto il Pastura, affine per alcuni aspetti ad Antoniazzo Romano e per altri al Perugino. A un lato dell'altare maggiore, è posto un ingresso all'antica cripta paleocristiana. Una scala posta all'esterno dell'abside conduce ad un chiostro, erroneamente definito "longobardo". Il chiostro è rimasto sepolto e sconosciuto fino agli anni ottanta (non esistevano riferimenti o testimonianze che ne suggerissero l'esistenza), finché il crollo di un'ala del refettorio non ha condotto alla sua scoperta.

Chiesa di San Silvestro




La Chiesa di San Silvestro



Antichissima chiesa nella quale, nel 1271, avvenne l'efferato assassinio del principe inglese Enrico di Cornovaglia, che suscitò enorme sgomento nel XIII secolo e che fu anche ricordato da Dante[13].

Abbazia di San Martino al Cimino

Notevole esempio di architettura gotica-cistercense

Basilica della Madonna della Quercia

A due chilometri da Viterbo, è uno dei più notevoli esempi di arte rinascimentale italiana: primo monumento nazionale viterbese; sulla facciata maestosa si possono ammirare tre lunette di Andrea della Robbia, all'interno della chiesa pitture di fra Bartolomeo della Porta, soffitto a cassettoni della navata centrale, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane, tempietto di Andrea Bregno. Ha il rango di basilica minore.[14]


Sono inoltre degne di nota:



  • Basilica di San Francesco alla Rocca

  • Chiesa di Sant'Angelo in Spatha

  • Chiesa di Santa Rosa

  • Chiesa di Sant'Egidio

  • Chiesa di Santa Maria del Suffragio

  • Chiesa di San Sisto

  • Chiesa di Santa Maria della Verità

  • Chiesa di Sant'Andrea

  • Chiesa della Santissima Trinità

  • Chiesa di San Giovanni in Zoccoli



Architetture civili |




Loggia del palazzo dei Papi (dalla piazza di San Lorenzo) nel quartiere San Pellegrino




Palazzo dei Papi (13° secolo)



Palazzo dei Papi |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo dei Papi (Viterbo).

Il centro di Viterbo offre numerosissime e importanti opere d'arte e d'architettura. La più famosa è il Palazzo Papale, costruito fra il 1255 e il 1266 sul colle di San Lorenzo per proteggere il pontefice, con la celebre loggia formata in un solo lato da sette archi sorretti da esili colonnine binate che si intrecciano formando una elegante trabeazione. Dalla loggia si entra nella grande Sala del Conclave, teatro della famosa elezione di papa Gregorio X (vedi sopra).




Fontana di Piazza della Rocca




La fontana in Piazza della Morte


La città medievale




I giardini di Villa Lante (Bagnaia)


Poco distante da piazza del Duomo si estende il vecchio quartiere medievale di San Pellegrino, pressoché integro: qui si incontrano numerose case dotate di profferlo, la scala a vista tipica dell'architettura viterbese. Interessante anche la piazza del Plebiscito, meglio conosciuta dai viterbesi come "Piazza del Comune" dove hanno sede il Municipio e la Prefettura. Alla fine di Corso Italia (chiamato semplicemente il Corso), in cima alla salita che parte da Piazza Verdi, sorge la chiesa di Santa Rosa, in onore della Santa Patrona della città, nella quale è venerato il Corpo della Santa; la chiesa è edificata su una piccola altura accanto alla cosiddetta "Casa di Santa Rosa".


Meritano menzione, non solo per le splendide antiche fontane che le abbelliscono, Piazza della Rocca, Piazza Fontana Grande, Piazza delle Erbe e Piazza della Morte, nonché, per la sua struttura, la torre del Branca, detta della Bella Galliana, vicino alla Porta Faul, e le mura medievali, con le 2 porte principali (Porta Romana e Porta Fiorentina).



Villa Lante a Bagnaia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Villa Lante (Bagnaia).

  • Nella frazione di Bagnaia importantissima è la Villa Lante, celeberrima per il suo giardino all'italiana attribuito al Vignola, e definita dal Sitwell: One of the most beautiful places in the world.[15]


San Martino al Cimino |






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Lo stesso argomento in dettaglio: San Martino al Cimino.

Di grande interesse è anche la frazione di San Martino al Cimino, con un'architettura urbanistica realizzata nella prima metà del Seicento per volontà di Donna Olimpia Maidalchini, una delle più potenti donne del suo tempo, che chiamò a lavorarvi un gruppo di prestigiosi architetti, tra i quali Francesco Borromini, per un progetto estremamente innovativo di case a schiera, nell'ambito di un borgo splendido sotto il profilo edilizio.



Sottosuolo |


Particolari della città sono anche le numerose gallerie sotterranee scavate nel tufo, che mettono in comunicazione gran parte degli edifici del centro storico, creando una interessantissima rete di cunicoli e camminamenti, talvolta parzialmente sommersi, ove non è raro trovare reperti storico-archeologici. Sono utilizzate prevalentemente come cantine; sono state utilizzate ancora nella seconda guerra mondiale come rifugio della popolazione durante i bombardamenti aerei che colpirono duramente la città nel 1943-44.



Il presepe del Pastura e la Pietà di Sebastiano del Piombo |




Sebastiano del Piombo, Pietà






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Lo stesso argomento in dettaglio: Pietà (Sebastiano del Piombo).

Da non dimenticare il grandioso ed artisticamente rilevante Presepe, presso il Museo Civico, pala d'altare di notevoli dimensioni opera del pittore viterbese del XV secolo Antonio del Massaro, detto il Pastura, che fu allievo prediletto del Pinturicchio. Nello stesso Museo Civico si può anche ammirare la celebre Pietà di Sebastiano del Piombo, grande tavola che il maestro veneziano realizzò tra il 1516 ed il 1517[16], e nella quale si fondono splendidamente tenebrosa compassione e drammatica severità.



Siti archeologici |


  • Necropoli di Castel d'Asso

Fuori dal centro, ma sempre nel territorio comunale, importantissima è la Necropoli di Castel d'Asso, la prima ad essere scoperta cronologicamente, e che si suppone fosse a suo tempo la più vasta.


  • Ferento

A sei chilometri dal centro cittadino, sulla strada Teverina, si trova il sito archeologico di Ferento, con interessanti vestigia di epoca etrusca, romana e medievale, ed un bel teatro romano, in buono stato di conservazione e nel quale si svolgono spettacoli teatrali e musicali estivi. Notevole impulso ai ritrovamenti in questo sito e nella vicina Acquarossa venne dalle varie campagne di scavi condotte personalmente -tra il 1960 ed il 1973- dal Re archeologo Gustavo VI Adolfo di Svezia.


  • Necropoli di Norchia

Monumentale necropoli rupestre etrusca. Si raggiunge passando da un Comune della provincia, Vetralla, prendendo la statale Aurelia Bis in direzione Tarquinia.



Aree naturali |



  • Bullicame, sorgente di acqua sulfurea calda dalle importanti proprietà terapeutiche, che alimenta - anche se la sua portata mostra significative riduzioni - una stazione termale e varie pozze libere. Il Bullicame è anche citato da Dante[17].


Società |



Evoluzione demografica |


Abitanti censiti[18]






Cultura |


Viterbo è punto di riferimento per buona parte della provincia per quanto riguarda l'istruzione superiore e città universitaria con discreta presenza di studenti fuori sede. Soprattutto negli ultimi anni sono nate e cresciute numerose manifestazioni culturali e di svago, tra cui alcuni festival che hanno ottenuto risonanza nazionale e internazionale, quali Caffeina, Tuscia Film Fest, Tuscia in Jazz, JazzUp Festival, Tuscia Operafestival, Festival Barocco, Quartieri dell'Arte, Medioera, Ludika 1243, Ombre Festival. Viterbo presenta al visitatore la sua notevole eredità culturale attraverso gli allestimenti di 5 musei e svariati luoghi di interesse aperti al pubblico, come Viterbo Sotterranea, Palazzo dei Priori, il Polo Monumentale del Colle del Duomo, numerose chiese di epoche diverse.



Istruzione |


A Viterbo sono presenti tutti i principali istituti di istruzione secondaria superiore statali, tra cui quelli di più lunga tradizione sono il Liceo Classico-Linguistico "Mariano Buratti", il Liceo Scientifico "Paolo Ruffini", il Liceo delle Scienze Umane e Musicale "Santa Rosa da Viterbo", l'Istituto Tecnico Commerciale "Paolo Savi", l'Istituto Tecnico Industriale Statale e per Geometri "Leonardo Da Vinci", l'Istituto Professionale Statale per l'Industria e l'Artigianato "Guglielmo Marconi" e l'Istituto Professionale di Stato "Francesco Orioli" che annovera diversi indirizzi didattici.


Nel 1979 è stata istituita l'Università degli Studi della Tuscia, erede della Libera Università della Tuscia che era attiva dal 1969; in seguito alla Legge Gelmini (L. 240/2010) che ha abolito le facoltà, l'ateneo viterbese è suddiviso in 7 dipartimenti (DAFNE, DEB, DEIM, DIBAF, DISBEC, DISTU, DISUCOM). Il Rettorato ha sede nello storico complesso di Santa Maria in Gradi, che ospita anche dipartimenti e strutture comuni. Altre sedi sono il complesso di San Carlo nel quartiere Pianoscarano, l'ex convento di Santa Maria del Paradiso, l'edificio della ex facoltà di Agraria e il campus in località Riello. Gli studenti immatricolati sono circa Template:Formatnum.


Nel 1975 apre a Viterbo l'Accademia di Belle Arti "Lorenzo da Viterbo" (ABAV), membro di un network europeo di istituzioni artistiche. Presso i locali della AUSL ha sede il distaccamento di Didattica delle Professioni Sanitarie dell'Università La Sapienza di Roma. Dal 2001 Viterbo ospita anche gli studenti americani del progetto School Year Abroad per la scuola superiore e del progetto Usac per l'università.



Musei |




  • Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz, già Museo Nazionale Archeologico, ospitato dal 1986 nella Rocca Albornoz.


  • Museo Civico, ospitato dal 1955 nell'ex convento di Santa Maria della Verità, riaperto nel 1994 e nel 2014. È stato intitolato a Luigi Rossi Danielli, archeologo viterbese.

  • Museo della Ceramica della Tuscia, ospitato dal 1996 nel Palazzo Brugiotti in Via Cavour.


  • Museo del Colle del Duomo, aperto dal 2000 accanto alla Cattedrale di San Lorenzo.


  • Museo della Macchina di Santa Rosa, ospitato nella sede del Sodalizio Facchini di Santa Rosa in Via San Pellegrino.

  • Museo Rosa Venerini, ospitato presso il convento delle Maestre Pie Venerini in Piazza San Carluccio.



Teatri e auditorium |



  • Teatro dell'Unione (1855), in Piazza Giuseppe Verdi, notevole esempio di teatro italiano ottocentesco e realizzato su progetto di Virginio Vespignani. Uno dei più noti direttori d'orchestra dell'Ottocento che onorò il podio del teatro dell'Unione di Viterbo nell'agosto-settembre del 1896 il maestro Antonino Palminteri per la prima de Manon Lescaut di Giacomo Puccini. Nel 1899 Antonino Palminteri ritornò a dirigere La Traviata di Giuseppe Verdi, sempre con esiti eccellenti e apprezzatissimi.[19].

  • Cinema Teatro Genio, presso Piazza delle Erbe, ricostruito nel 1948 sul luogo di un antico teatro settecentesco. È proprietà del comune di Viterbo e da alcuni anni è chiuso e in stato di abbandono.

  • Teatro Caffeina, in Via Cavour, ha sostituito il Teatro San Leonardo, che era stato costruito sul luogo dell'omonima chiesa non più esistente.

  • Sala Gatti, presso Piazza delle Erbe, ex cinema successivamente diventata struttura polivalente per teatro e proiezioni.

  • Auditorium di Santa Maria in Gradi, all'interno dell'ex convento omonimo, un tempo penitenziario e sede dell'Università degli Studi della Tuscia.

  • Teatro di Ferento, teatro romano di epoca augustea raggiungibile dalla strada provinciale Teverina, all'interno dell'area archeologica di Ferento, che ospita un'affermata stagione estiva di spettacoli.



Cinema |


La crisi che ha colpito il settore negli anni Duemila e problemi di natura gestionale hanno causato la chiusura delle principali sale cinematografiche viterbesi.


Le uniche sale funzionanti nel territorio comunale di Viterbo sono il Cinema Lux in Viale Trento e il Cinema Trento in località La Quercia. Hanno definitivamente chiuso i battenti i cinema Azzurro, Genio, Metropolitan e Trieste. Il multisala CineTuscia Village, la maggiore struttura cinematografica della provincia di Viterbo, aperta dal 2010, sorge nel limitrofo comune di Vitorchiano.





























Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO

UNESCO-ICH-blue.svg Patrimonio immateriale dell'umanità

Celebrazione delle grandi strutture processionali a spalla
(EN) Celebrations of big shoulder-borne processional structures

La Macchina.JPG
La Macchina di Santa Rosa
Stato
Italia Italia
Inserito nel 2013
Lista Lista rappresentativa del patrimonio
Settore Arti dello spettacolo
Scheda UNESCO (ARENESFR) 00721


Media |


La città di Viterbo annovera un considerevole numero di testate giornalistiche attive che coprono gli avvenimenti di tutto il territorio provinciale. Due sono i quotidiani cartacei con pagine di cronaca locale: Il Messaggero, storico quotidiano romano la cui redazione di Viterbo è situata in Via Marconi, e il Corriere di Viterbo, con sede in Piazza dei Caduti e facente parte del gruppo Corriere dell'Umbria. Non esistono più la redazione locale de Il Tempo, che ha chiuso i battenti nel 2010, e i quotidiani Nuovo Corriere Viterbese del gruppo Angelucci e Nuovo Oggi Viterbo del gruppo Diaconale, attivi nel primo decennio degli anni Duemila.


Presenti alcune testate free press: Move Magazine, Decarta e Viterbonews24 Magazine. In passato sono stati attivi Melting Pot, Etrurialand, Totem Informacittà, La Città, Sottovoce.


Molto variegato il panorama delle testate on line sia generaliste (Tusciaweb.it, Ontuscia.it, Viterbonews24.it, Viterbopost.it, Lafune.eu, Viterbooggi.it, Newtuscia.it, Tusciatimes.eu, Occhioviterbese.it, Altolazionotizie.it, Lacitta.eu, Media&Sipario, Quinta Epoca) sia tematiche su cultura ed eventi (Tusciaeventi.it, Tusciaup.com, Movemagazine.it, Latuaetruria.it) e sport (Sportviterbo.it, Calciodellatuscia.it).


La principale emittente radiofonica è stata a lungo Radio Verde, nata nel 1976 e chiusa nel 2018. In passato sono esistite Radio Gluc, Radio Sole, Radiondazzurra, Radio Mediterraneo.


L'unica emittente televisiva è Tele Tuscia Sabina 2000 (sul canale 172 del digitale terrestre), nata a Rieti nel 1989 e presente a Viterbo dal 1999. Dal 1977 al 1998 ha trasmesso TeleViterbo (TVT), che si è a lungo distinta per le dirette della Macchina di Santa Rosa e per la grande attenzione dedicata allo sport, soprattutto calcio e basket. Dal 2008 al 2011 è stata attiva una redazione viterbese della romana IesTv.



Eventi |



  • 25 marzo: Fiera dell'Annunziata.

  • Ponte del 1º maggio: San Pellegrino in Fiore.

  • Giugno-luglio: Caffeina Festival, festival letterario.

  • Giugno-luglio: Tuscia Film Fest, rassegna dedicata al cinema italiano.

  • Luglio: Ludika1243, Festa medievale e rievocazione storica.

  • Luglio-agosto: Festival Barocco, rassegna internazionale di musica barocca.

  • 4 settembre: Fiera di Santa Rosa.

  • Settembre-novembre: Quartieri dell'Arte, festival internazionale di teatro



Tradizioni e folclore |



  • 16 gennaio: Sacro Fuoco di Sant'Antonio in frazione Bagnaia.

  • 2ª domenica di maggio: Processione del Santissimo Salvatore.

  • Ultimo sabato di agosto: Mini Macchina di Santa Rosa del quartiere Pilastro.

  • Ultima domenica di agosto: Mini Macchina di Santa Rosa del quartiere Santa Barbara.

  • 1º settembre: Mini Macchina di Santa Rosa del Centro Storico.

  • 2 settembre: Corteo Storico e Processione di Santa Rosa.

  • 3 settembre: Trasporto della Macchina di Santa Rosa.

  • 2ª domenica di settembre: Processione del Patto d'Amore con la Madonna della Quercia.

  • 3ª domenica di settembre: Festa dell'Uva, nel quartiere di Pianoscarano.

  • 30 novembre: Pesce di Sant'Andrea.



Geografia antropica |



Quartieri |


All'interno del centro storico sono individuabili i quartieri Pianoscarano, San Pellegrino, San Faustino, Cunicchio. Tutto il resto della città compresa all'interno della cinta muraria medioevale è nota semplicemente come Centro storico.


Al di fuori delle mura sorgono numerosi quartieri di espansione moderna. A sud Carmine, Pietrare, Grotticella, Elce. A est Cappuccini e Murialdo. A nord Paradiso, Ellera, Santa Lucia, Santa Barbara, Villanova, Palazzina, Riello. A ovest Pilastro e Terme.



Frazioni |


Fanno parte del Comune di Viterbo le frazioni di La Quercia, Bagnaia, San Martino al Cimino, Tobia, Fastello, Grotte Santo Stefano, Montecalvello, Monterazzano, Ponte di Cetti, Roccalvecce, Sant'Angelo di Roccalvecce, Vallebona.



Economia |


La città vive di un'economia prevalentemente terziaria e turistica. Oltre ad essere capoluogo di provincia, è sede universitaria, sede militare del Comando dell'Aviazione dell'Esercito (AVES) e relativo Centro di addestramento, nonché della Scuola Sottufficiali Esercito (SSE, ex Scuola Allievi Sottufficiali - SAS) e della Scuola Marescialli Aeronautica Militare (SMAM).



Infrastrutture e trasporti |



Strade |


Le principali direttrici stradali di Viterbo sono:




  • via Cassia;


  • Strada statale 675 Umbro-Laziale;

  • Strada provinciale 1, Cimina;

  • Strada provinciale 2 Tuscanese;

  • Strada provinciale 5 Teverina;

  • Strada provinciale 151 Ortana



Ferrovie |




Stazione della Ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo.


Viterbo è raggiunta dalle seguenti linee ferroviarie:



  • La linea FL3 Viterbo-Capranica-Roma;


  • Ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo, gestita da ATAC.

  • La linea ferroviaria Viterbo-Attigliano-Orte che collega la città con il nodo ferroviario di Orte, collocato sulla linea Firenze-Roma e sulla Roma-Ancona.


La città di Viterbo, nel proprio territorio dispone di diverse stazioni ferroviarie:




  • Viterbo Porta Fiorentina capolinea della Roma-Capranica-Viterbo e della Viterbo-Attigliano-Orte;


  • Viterbo Porta Romana sulla FL3 Roma-Capranica-Viterbo;


  • Viterbo Viale Trieste capolinea della Roma-Civita Castellana-Viterbo;


  • Grotte Santo Stefano sulla Viterbo-Attigliano-Orte;



Aeroporti |


A pochi chilometri da Viterbo è presente un aeroporto ad uso militare e per aviazione leggera.


L'Aeroporto di Viterbo è sede del Centro di Addestramento dell'Aviazione dell'Esercito (Aves)[20].
È intitolato al tenente pilota Tommaso Fabbri (1908-1936).



Mobilità urbana |


I trasporti pubblici urbani sono gestiti dalla società Francigena, i trasporti interurbani vengono svolti con servizi regolari di autobus gestiti dalla COTRAL.



Amministrazione |


Nel 1927, a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali stabilito dal regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, per volontà del governo fascista, quando venne istituita la provincia di Viterbo, Viterbo ne divenne il capoluogo provinciale, staccandosi dalla provincia di Roma.


































































































































































































































































































































































Periodo
Primo cittadino
Partito
Carica
Note
18 novembre 1870
25 aprile 1871
Angelo Mangani

Sindaco
-
1871
1875

Giacomo Lomellino D'Aragona

Sindaco
-
1875
1877
Alessandro Polidori

Sindaco
-
1877
1878
Crispino Borgassi

Sindaco
-
1878
1879
Luigi Brancadoro

Sindaco
-
1879
1880
Prof. Bustelli

Sindaco
-
1880
1881
Enrico Pani Rossi

Delegato Straordinario
-
1881
1883
Carlo Jannuccelli

Sindaco
-
1883
1885
Innocenzo Nuvoli

Sindaco
-
1885

Francesco Brunelli

Delegato Straordinario
-
1885
1889
Pietro Signorelli

Sindaco
-
1889
1891
Francesco Savini

Sindaco
-
1891
1895
Giuseppe Bazzichelli

Sindaco
-
1895
?
Clemente Carletti

Sindaco
-


Giuseppe Bazzichelli

Sindaco
-


Clemente Carletti

Sindaco
-


Giuseppe Bazzichelli

Sindaco
-


Giambattista Savini

Sindaco
-


Luigi Battaglia

Sindaco
-
1919

Alessandro Ciofi Degli Atti

Regio Commissario
-
1920
1922
Giulio Paganini

Sindaco
-
1923

Fabio Valente


Commissario Prefettizio
-
1923
1931
Antonio Maturi

PNF

Sindaco poi Podestà
-
1931
1934
Filippo Ascenzi

PNF

Podestà
-
1934
1943
Giuseppe Siciliani De Gentili

PNF

Podestà
-
1943
1944
Giuseppe Di Pancrazio


Commissario Prefettizio
-

1944

1946
Luigi Grispigni

CLN

Sindaco


1946

1956
Felice Mignone

Democrazia Cristiana

Sindaco


1956

1965
Domenico Smargiassi

Democrazia Cristiana

Sindaco


1965

1966
Giuseppe Benigni

Democrazia Cristiana

Sindaco


1966
8 gennaio 1970
Salvatore Arena

Democrazia Cristiana

Sindaco

8 gennaio 1970
30 settembre 1970
Santino Clementi

Democrazia Cristiana

Sindaco

30 settembre 1970
28 luglio 1975

Rodolfo Gigli

Democrazia Cristiana

Sindaco

28 luglio 1975
7 novembre 1983
Rosato Rosati

Democrazia Cristiana

Sindaco

7 novembre 1983
14 febbraio 1986
Silvio Ascenzi

Democrazia Cristiana

Sindaco

14 febbraio 1986
3 marzo 1989
Francesco Pio Marcoccia

Democrazia Cristiana

Sindaco

3 marzo 1989
27 maggio 1995

Giuseppe Fioroni

Democrazia Cristiana-Partito Popolare Italiano[21]

Sindaco

27 maggio 1995
6 luglio 1999

Marcello Meroi

Alleanza Nazionale - Centro-Destra

Sindaco

6 luglio 1999
26 febbraio 2008

Giancarlo Gabbianelli

Alleanza Nazionale - Centro-Destra

Sindaco

27 febbraio 2008
30 aprile 2008
Giovanna Menghini


Commissario prefettizio

30 aprile 2008
10 giugno 2013

Giulio Marini

Il Popolo della Libertà - Centro-Destra

Sindaco

10 giugno 2013
27 giugno 2018

Leonardo Michelini
Indipendente - Centro-Sinistra

Sindaco

27 giugno 2018
in carica
Giovanni Maria Arena

Forza Italia - Centro-destra[22]

Sindaco



Gemellaggi |


Viterbo è gemellata con le seguenti città.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]:




  • Stati Uniti Binghamton


  • Stati Uniti Albany (New York)


  • Brasile Santa Rosa de Viterbo (Brasile)


  • Italia Palmi


  • Italia Nola


  • Italia Sassari


  • Italia Campobasso


  • Stati Uniti Springfield (Massachusetts)



Altre informazioni amministrative |


Fa parte della Comunità Montana dei Cimini.



Sport |


A Viterbo sono presenti quasi tutte le principali discipline sportive di squadra con squadre che la rappresentano nei campionati nazionali e regionali.




  • Calcio: la principale squadra di Viterbo è la Viterbese Castrense attualmente militante in serie C, che ha come simbolo il leone e i colori cittadini giallo e blu. La Viterbese ha vissuto numerosi cambiamenti societari nel corso della sua storia pur conservando sempre gli stessi colori e quasi sempre la stessa denominazione. La Viterbese ha iniziato la sua attività agonistica nel calcio nel 1923, ma l'Unione Sportiva Viterbese, che fino ad allora si era dedicata ad altre discipline, era stata fondata nel 1908 ed è scomparsa con il fallimento del 2004. Il punto più alto raggiunto è proprio la finale per la promozione in serie B al termine della stagione 2003-04, quando venne sconfitta dal Crotone. La Viterbese ha militato nel campionato di serie C unico dal 1945 al 1948, dal 1970 al 1973 e nella stagione 1976-77, nel campionato di serie C1 dal 1999 al 2004 e nel campionato di serie C2 dal 1995 al 1999 e dal 2004 al 2008, per un totale di 19 campionati nel calcio professionistico. La Viterbese gioca le sue partite casalinghe nello Stadio Enrico Rocchi, popolarmente noto come "Palazzina".

  • Basket: rivaleggia con il calcio come principale sport cittadino. La squadra femminile, Viterbo Ants, milita in serie A2. Le due squadri maschili, Stella Azzurra e Faul Viterbo, militano nel campionato di serie C.

  • Rugby: l'Union Rugby Viterbo milita tra serie C e serie B.

  • Baseball: Viterbo Rams, militanti in serie A federale.



Note |




  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2018.


  2. ^ Teresa Cappello, Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron, 1981, p. 630.


  3. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Torino, UTET, 1990.


  4. ^ Su questa ipotesi si veda: Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 838.


  5. ^ Secondo Annio, il nome FAUL risulterebbe da FAVL attraverso la semplificazione linguistico-fonetica della V latina in U


  6. ^ L'importante azione del Capocci in quei decenni è ampiamente descritta sia da C. Pinzi,Storia della Città di Viterbo, op. cit. , sia dal grande storico federiciano Norbert Kamp, :Raniero Capocci in Dizionario Biografico degli Italiani Treccani http://www.treccani.it/enciclopedia/raniero-capocci_%28Dizionario-Biografico%29/


  7. ^ Urbano V alternò il soggiorno a Viterbo con quello nella vicina Montefiascone.


  8. ^ Queste ultime due presenze papali sono ben descritte dal Signorelli nel suo libro su Egidio: Giuseppe Signorelli, Il cardinale Egidio da Viterbo agostiniano, umanista e riformatore, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1929, capo V, pag.58.


  9. ^ Bolla Hebraeorum gens di papa Pio V.


  10. ^ I giorni dell'insurrezione viterbese e dell'assedio di Kellermann sono documentati dalle Memorie di Alexandre Edme, barone di Méchin, funzionario del governo francese rimasto prigioniero a Viterbo nel novembre 1798. Fernando Funari (a cura di), Alexandre-Edme Mèchin. Memorie: il romanzo della resistenza viterbese nel biennio giacobino 1798-1799, Terni-Viterbo, Edizioni Archeoares, 2011 ISBN 978-88-96889-32-9.


  11. ^ In realtà nella chiesa cattedrale è esposta una copia della tavola, mentre l'originale è custodito nell'adiacente Museo del Colle


  12. ^ Francesco Mecucci, Viterbo, pag. 36


  13. ^ Dante Alighieri, Inferno XII, v. 120.


  14. ^ Catholic.org Basilicas in Italy


  15. ^ Cioè Uno dei posti più belli del mondo, cfr. Sacheverell Sitwell, Great Houses of Europe, George Weidenfeld and Nicolson Ltd., Londra, ISBN 0-600-33843-6


  16. ^ Secondo il Vasari l'opera sarebbe stata suggerita a Sebastiano del Piombo dal suo grande amico Michelangelo (cfr. Giorgio Vasari, Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori, Firenze, Torrentini, 1550), che ne avrebbe persino realizzato un disegno preparatorio, esistente, ed un cartone, andato perduto ma le cui tracce sono risultate visibili nell'esame radiografico della tavola.


  17. ^ Dante, Inferno - canto XIV, vv.76-84:




    «Tacendo divenimmo la 've spiccia
    fuor della selva un picciol fiumicello,
    lo cui rossore ancor mi raccapriccia.
    Quale del Bullicame esce ruscello
    che parton poi tra lor le peccatrici,
    tal per la rena giù sen giva quello.
    Lo fondo suo ed ambo le pendici
    fatt'era 'n pietra, e margini dallato»





  18. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.


  19. ^ [Angela Balistreri, "Antonino Palminteri un artista gentiluomo nel panorama operistico dell'800", Partanna, Produzioni Edivideo, 2010, www.Torrossa.com , pp.162,168]


  20. ^ Centro Addestramento Aviazione Esercito, su esercito.difesa.it (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2013).


  21. ^ v. in proposito successiva nota di precisazione.


  22. ^ In questa colonna viene indicato il partito di appartenenza del Sindaco; così per Giuseppe Fioroni è stata correttamente indicata prima la Democrazia Cristiana, partito al quale Fioroni era iscritto al momento dell'elezione, poi il Partito Popolare Italiano, al quale egli aderì dopo la fine della DC; per Marcello Meroi e Giancarlo Gabbianelli è stata indicata Alleanza Nazionale, alla quale ambedue appartenevano al momento dell'elezione, mentre il maggiore partito dello schieramento di centrodestra che aveva eletto entrambi era invece Forza Italia. Per Leonardo Michelini, che non è iscritto ad alcun partito, essendo stato eletto come indipendente da una coalizione di centrosinistra di cui facevano parte il Partito Democratico, SEL e due liste civiche, appare corretto indicare solo la tipologia della coalizione, appunto centrosinistra. Arena è di Forza Italia e ha vinto con l’appoggio di Fratelli d’Italia, Lega Nord e una lista civica.



Bibliografia |




  • Touring Club Italiano, Lazio, Touring Editore s.r.l., Milano, 2007 ISBN 88-365-2917-8

  • Giovanni Faperdue, "1258-1271 Viterbo Caput Mundi", Viterbo 2013

  • Giovanni Faperdue, "Viterbo in Posa", Viterbo 2007

  • Giovanni Faperdue, "Il Tesoro dei Viterbesi", Viterbo 2001

  • Giovanni Faperdue, "Racconti Viterbesi", Grotte di Castro 2006

  • Giovanni Faperdue, "La Santa dei Viterbesi", Grotte di Castro 2002

  • Giovanni Faperdue, "I Conclavi Viterbesi", Grotte di Castro 2004

  • Giovanni Faperdue, "Le Nobiltà dei Viterbesi", Grotte di Castro, 2003

  • Giovanni Faperdue, "Ferento Cartagine dei Viterbesi", Grotte di Castro, 2005

  • Giovanni Faperdue, "Dante è tornato al Bullicame", Viterbo 2009


  • Francesco Mattioli, "Dentro Viterbo", Roma-Acireale 2010

  • Saccarello, Roberto, "Papi e antipapi a Viterbo, Aula speciale della Chiesa Romana" Viterbo, Ed. Araldiche, 2009

  • Simonetta Valtieri, Enzo Bentivoglio, "Viterbo nel Rinascimento", GB EditoriA 2012

  • Sacheverell Sitwell, Great Houses of Europe, George Weidenfeld and Nicolson Ltd., Londra,1964, ISBN 0-600-33843-6

  • Fernando Funari (a cura di): Alexandre Edme barone di Mèchin: Memorie: il romanzo della resistenza viterbese nel biennio giacobino 1798-1799, Terni-Viterbo, Edizioni Archeoares, 2011– ISBN 978-88-96889-32-9

  • Giuseppe Signorelli, Il cardinale Egidio da Viterbo agostiniano, umanista e riformatore, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze, 1929

  • Cesare Pinzi, Storia della Città di Viterbo, Roma, Tipografia della Camera dei Deputati, 1887.



Voci correlate |



  • Aeroporto di Viterbo

  • Conclave

  • Tuscia

  • Università degli Studi della Tuscia

  • Via Francigena

  • Elezione papale del 1268-1271

  • Dialetti della Tuscia viterbese



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