Lingua cinese standard
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Cinese standard 普通话, pǔtōnghuà 国语, guóyǔ 华语, Huáyǔ | |
---|---|
Parlato in | Repubblica Popolare Cinese (Cina continentale, Hong Kong, Macao), Taiwan, Singapore, Malaysia, Filippine, Indonesia, parti del Giappone, Corea del Nord, Corea del Sud, Filippine, oltre alle comunità cinesi sparse in tutto il mondo. |
Altre informazioni | |
Scrittura | caratteri cinesi |
Tipo | SVO, Tonale |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue sinotibetane Lingue sinitiche Lingua cinese Lingua mandarina |
Statuto ufficiale | |
Ufficiale in | ONU Cina
Taiwan Singapore |
Minoritaria riconosciuta in | Malaysia Mauritius Vancouver (Canada) |
Regolato da | nella RPC: varie agenzie; a Taiwan: CPM |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | zh |
ISO 639-2 | chi e zho |
ISO 639-3 | cmn (EN) |
Glottolog | none (EN) |
Estratto in lingua | |
人人生而自由,在尊严和权利上一律平等。他们赋有理性和良心,并应以兄弟关系的精神相对待。 | |
Traslitterazione Rénrén shēng ér zìyóu, zài zūnyán hé quánlì shàng yīlǜ píngděng. Tāmen fùyǒu lǐxìng hé liángxīn, bìng yīng yǐ xiōngdì guānxì de jīngshén xiāng duìdài. | |
verde scuro: aree in cui il cinese è lingua ufficiale verde chiaro: aree in cui il cinese è lingua minoritaria ufficialmente riconosciuta | |
Il cinese standard, talvolta detto anche mandarino standard (dall'inglese standard mandarin)[1], è la pronuncia standard per la lingua cinese, ufficializzata per la prima volta nel 1932 in quella che era allora la Repubblica di Cina. È una delle sei lingue ufficiali dell'ONU ed è attualmente adottata come lingua ufficiale dalla Repubblica Popolare Cinese, da Taiwan e da Singapore.
Sebbene si tratti della stessa lingua, essa ha nomi ufficiali diversi a seconda dello stato: nella Repubblica Popolare Cinese, si chiama putonghua (普通話T, 普通话S, pǔtōnghuàP, letteralmente "lingua, parlata comune"), a Taiwan si chiama guoyu (國語T, 国语S, guóyǔP, Kuo-yüW, letteralmente "lingua nazionale"), mentre a Singapore e in Malaysia viene chiamata huayu (華語T, 华语S, huáyǔP, letteralmente "lingua cinese").
Il cinese standard non va confuso con il cinese mandarino, che è invece una delle famiglie dialettali della lingua cinese. La pronuncia standard del cinese è stata infatti definita ispirandosi alla pronuncia delle parlate appartenenti al gruppo del cinese mandarino, la più grande famiglia linguistica[2] tra quelle in cui si possono raggruppare e classificare i parlanti di cinese.
Indice
1 Contesto linguistico
2 Storia
3 Grammatica
4 Premi Nobel per la letteratura in cinese
5 Note
6 Voci correlate
7 Altri progetti
Contesto linguistico |
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Analizzata dal punto di vista della linguistica, la lingua cinese è in realtà un vasto insieme di lingue, che raccoglie al proprio interno differenti famiglie linguistiche, a loro volta composte da centinaia di parlate locali e forme dialettali. Sebbene dotate di alcune caratteristiche comuni (quali la tonalità, l'ordine SVO, ecc.), molte di queste lingue non sono mutuamente intelligibili, ma sono comunque tutte accomunate da un unico sistema di scrittura basato sui caratteri cinesi.
Questa miriade di parlate locali viene tradizionalmente classificata ricorrendo a pochi vasti raggruppamenti, famiglie di lingue affini che nella linguistica moderna vengono chiamati "gruppi dialettali". Ciascun gruppo dialettale raccoglie è una vera e propria famiglia linguistica che contiene decine o centinaia di parlate locali. Nell'ambito della tradizione cinese, i gruppi dialettali erano visti come "dialetti" di un'unica lingua cinese, visione che veniva giustificata alla luce di considerazioni culturali, storiche e politiche.
A seconda delle classificazioni adottate, si possono distinguere da 7 a 15 gruppi dialettali per il cinese parlato. Il più importante gruppo dialettale è il cinese mandarino o lingua mandarina, una grande famiglia di lingue, varianti locali e dialetti caratteristiche del nord-est della Cina (北方话S, BěifānghuàP, letteralmente "lingua del nord"), che si stima vengano usate da almeno il 70% dei parlanti nativi di cinese.
Il cinese mandarino non va confuso con il "mandarino imperiale", il guanhua (官话S, GuānhuàP, letteralmente "lingua degli ufficiali"), la lingua franca parlata dai funzionari imperiali e dai membri dell'amministrazione imperiale durante le dinastie Ming e Qing. Il guanhua, che si potrebbe definire una vera e propria "lingua dei mandarini", era un tentativo di elaborare uno standard a partire dalle tante pronunce locali della lingua mandarina.
Storia |
Agli inizi del Novecento, prendendo spunto da alcuni elementi fonetici provenienti da una variante locale della lingua mandarina parlata nei dintorni di Pechino, quello che si potrebbe chiamare "dialetto di Pechino" (北京話T, 北京话S, běijīnghuàP) ed elementi provenienti da altre varianti linguistiche (dialetti) appartenenti al cinese mandarino, venne elaborata e definita la pronuncia standard per la lingua cinese.
Questa pronuncia standard, battezzata pǔtōnghuà (普通話T, 普通话S, letteralmente "lingua comune"), nasceva con l'intento di stabilire ufficialmente una lingua franca mediante la quale tutti i cittadini dello stato cinese fossero in grado di comunicare tra di loro a prescindere dalla propria parlata natìa. Il putonghua fu adottato come standard ufficiale dalla Repubblica di Cina nel 1932, e fu mantenuto dalla Repubblica Popolare Cinese. Da allora è divenuto la lingua di insegnamento del cinese tanto per i cinesi quanto per i non cinesi, diffondendosi in tutto il mondo. È correntemente noto e parlato anche a Taiwan, Singapore, nella Malaysia, nelle Filippine.
Grammatica |
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Il cinese moderno è stato spesso erroneamente classificato come una lingua "monosillabica". In realtà, sebbene la maggior parte dei morfemi siano sillabe uniche, rispetto al passato oggi il cinese moderno ha una struttura assai meno monosillabica, in quanto sostantivi, aggettivi e verbi sono in gran parte bisillabici. La tendenza a creare parole bisillabiche nelle moderne lingue cinesi, in particolare in mandarino, è stata notevolmente accentuata quando si confronti con il cinese classico. Questo è una lingua fortemente isolante, in cui ogni idea (morfema) corrisponde generalmente ad una singola sillaba e ad un singolo carattere; il cinese moderno, invece, ha la tendenza a formare le nuove parole attraverso parole bisillabiche, trisillabiche e quadrisillabiche (agglutinazione). In realtà, alcuni linguisti sostengono che la classificazione del cinese moderno come lingua isolante sia, per questa sola ragione, fuorviante.
La morfologia cinese è strettamente legata ad un numero prefissato di sillabe con una costruzione abbastanza rigida che sono i morfemi, le più piccole unità della lingua. Sebbene molti di questi morfemi monosillabici (字 zì, in cinese) possano stare da soli come parole individuali, essi di solito formano composti polisillabici (noti come 词/詞 cí), che assomigliano più da vicino alla tradizionale nozione occidentale di parola. Un cí ("parola") può consistere di uno o più morfemi-caratteri, di solito due, ma ce ne possono essere anche tre o più.
Ad esempio:
Yun 云 "nuvola"
Hanbaobao 汉堡包 "hamburger"
Wo 我 "io, me"
Renmin 人民 "popolo"
Diqiu 地球 "globosità (terra)"
Shandian 闪电 "lampo"
Meng 梦 "sogno".
In generale, tutte le varietà di cinese moderno sono lingue isolanti (o analitiche), in quanto dipendono dalla sintassi (struttura di frase e ordine delle parole) piuttosto che dalla morfologia (cambiamenti nella forma della parola, come la coniugazione) per indicare la funzione della parola stessa all'interno di una frase. In altri termini, il cinese ha poche forme flesse – non possiede nessun tempo, nessuna diatesi (ad es. attivo, passivo, riflessivo), nessun numero (singolare, plurale; anche se ci sono marche plurali, ad esempio per i pronomi personali), solo pochi articoli e nessun genere. Fa notevole uso di particelle grammaticali per indicare l'aspetto ed il modo. Nel cinese mandarino, questo implica l'uso di particelle come 了 le, 还 hai, 已经 yijing, ecc.
In cinese il determinante precede il determinato. Nel caso del complemento di specificazione, determinante e determinato sono legati dalla particella de (的). Ad esempio:
马克的笔S, Mǎkè de bǐP, letteralmente "la matita di Mark".
我的狗S, Wǒ de gǒuP, letteralmente "il mio cane"
Nella frase, il cinese segue l'ordine Soggetto Verbo Oggetto e, come molte altre lingue dell'Asia orientale, fa un uso frequente della costruzione tema-rema per formare le frasi. Inoltre ha un esteso sistema di numerali, un altro tratto in comune con lingue vicine come il giapponese ed il coreano.
Altre caratteristiche grammaticali salienti comuni a tutte le varietà parlate del cinese comprendono l'uso della costruzione verbale seriale, l'omissione dei pronomi e la connessa omissione del soggetto.
Anche se le grammatiche delle varietà parlate del cinese condividono molti aspetti, esse possiedono anche significative differenze. Si veda l'articolo Grammatica cinese per la grammatica del mandarino standard (la lingua parlata cinese standardizzata) e gli articoli su altre varietà di cinese per le loro rispettive grammatiche.
Premi Nobel per la letteratura in cinese |
Gao Xingjian (2000, Cina / Francia)
Mo Yan (2012, Cina)
Note |
^ Il cinese standard è una standardizzazione della pronuncia della lingua cinese, definita ispirandosi sulla pronuncia delle parlate appartenenti alla famiglia linguistica del cinese mandarino, uno dei principali gruppi dialettali in cui si possono suddividere tutte le diverse varietà locali del cinese moderno. Da cui l'usanza, in lingua inglese, di riferirsi al cinese standard per mezzo del termine standard mandarin.
^ si stima che oltre il 70% dei parlanti di cinese parli una qualche forma dialettale appartenente al gruppo del cinese mandarino
Voci correlate |
- Lingua cinese
- Caratteri cinesi
- Lingua mandarina
Guanhua o "lingua dei mandarini"- Radicali (cinese)
- Pinyin
- HSK
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikiversità
Wikiversità contiene la materia «Lingua cinese»
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