Piffero




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando il flauto traverso detto anche piffero, vedi Fiffaro.



Piffero




Pifferaio


Un piffero è un aerofono ad ancia doppia a cameratura conica, della famiglia degli oboi. Deriva dall'antica ciaramella medievale della famiglia delle bombarde, progenitrici dell'oboe moderno.




Indice






  • 1 Piffero delle Quattro province


  • 2 Note


  • 3 Discografia


  • 4 Voci correlate


  • 5 Altri progetti


  • 6 Collegamenti esterni





Piffero delle Quattro province |


Il piffero è lo strumento principe per le musiche delle Quattro province, l'area culturalmente omogenea formata dalle valli montane delle province di Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza.




Musotto


L'intonazione è in sol.

Lo strumento è costituito da tre parti:



  • Il musotto, l'ancia di questo strumento, realizzata in canna, è collocata in una "piruette" (bocchino chiamato musotto), particolarità, unica in Italia, che ha in comune con gli oboe orientali e antichi. Questa struttura permette di eseguire il fraseggio tipico detto "masticato" del repertorio delle Quattro province.

  • La canna conica che ha 8 fori (l'ottavo foro posteriore si usa col pollice della mano sinistra).

  • Un padiglione svasato chiamato "campana" dove riposa, durante l'esecuzione, una penna di coda di gallo, che serve per pulire l'ancia.

  • Completano lo strumento le vere, anelli di rinforzo e abbellimento in ottone.


Anticamente veniva accompagnato dalla cornamusa appenninica detta müsa e ai nostri giorni più frequentemente dalla fisarmonica. La coppia piffero e fisarmonica accompagna ancora oggi tutte le danze di questa zona.


Il più rinomato costruttore di pifferi fu Nicolò Bacigalupo, detto u Grixiu (Cicagna, 1863 - 1937) attivo a Cicagna (val Fontanabuona GE) dal 1900, dopo il suo ritorno dal Perù, fino alla sua morte. Ciò che rimane della bottega del Grixiu (strumenti musicali semilavorati e attrezzi tra cui il tornio a pedale) è conservato nel Museo etnografico Ettore Guatelli di Ozzano Taro (PR). Oggi i pifferi continuano ad essere costruiti da Ettore Losini, detto Bani, di Degara di Bobbio (PC) e da Stefano Mantovani della provincia di Pavia.


Il repertorio musicale è corposo, antico, trasmesso attraverso i secoli (il fifaro è citato in uno scritto del Pessagno su fatti della val Fontanabuona del 1578) comprende oltre le melodie da ballo, brani che scandivano i momenti della vita contadina: questue come il carlin di maggio, la galina grisa o la Santa Croce; il carnevale con la povera donna; la partenza per leva con leva levon; il matrimonio con la sposina (brano per accompagnare la sposa dalla sua casa alla chiesa) e altri brani "da strada" come la sestrina per accompagnare i cortei nelle varie occasioni.


Tra i pifferai più noti del passato furono Draghino, Ernesto Sala di Cegni, Jacmon, Giuanen e Fiur in val Trebbia[1].


La coppia piffero-fisarmonica porta il nome, o più spesso il soprannome dei suoi componenti, alcune di quelle attive oggi sono:



  • Bani (Ettore Losini) e Davide Balletti

  • Stefanino (Faravelli) e Matteo Burrone

  • Gabriele Dametti e Franco (Guglielmetti)

  • Danilo Carniglia e Cisdra (Cesare Campanini)

  • Roberto Ferrari e il Biondo

  • Stefano (Valla) e Daniele (Scurati)

  • Massimo (Perelli) e Gianpaolo (Tambussi)

  • Fabio (Paveto) e Claudio (Cacco)






Pifferaio, Bernardo Strozzi


I gruppi di folk revival che usano il piffero nei loro concerti: Baraban, La Ciapa Rusa, i Tendachënt, i Tre Martelli, i Musicanti del piccolo borgo, gli Enerbia, i Müsetta, i Suonatori di Menconico, la Quinta Rua, gli Epinfrai, i Calagiùbella (Casalcermelli – AL), L'Ariondassa.



Note |




  1. ^ La diffusione storica dei pifferai (Dove comincia l'Appennino)



Discografia |




  • 1986: I Suonatori delle quattro province – Musica tradizionale dell'Appennino – Robi Droli


  • 1987: A. Citelli, G. Grasso (a cura di) – Canti e musiche popolari dell'Appennino pavese. Vol. 1 - I canti rituali, i balli, il piffero – ACB


  • 1993: I Suonatori delle quattro province – Racconti a colori – Robi Droli


  • 1994: Stefano Valla/Franco Guglielmetti – Traditions of the oboe = Traditions du piffero – Silex mosaïque


  • 2001: I Müsetta – La vulp la vâ 'ntla vigna – Folkclub-Ethnosuoni


  • 2002: Stefano Faravelli/Franco Guglielmetti – Antiquae: danze delle 4 Province – Spazio libero


  • 2003: Enerbia – Così lontano l'azzurro – EDT


  • 2004: Musicisti Vari – Tilion – Folkclub-Ethnosuoni


  • 2005: Stefano Valla/Daniele Scurati – Segni—Buda records


  • 2006: Musicisti Vari – Le tradizioni musicali delle quattro province – SOPRIP


  • 2010: Francesco Nastasi – Andrea Capezzuoli – Per fare legria ai siuri de Milan – Folkclub-Ethnosuoni



Voci correlate |



  • Quattro province

  • Danze delle quattro province



Altri progetti |



Altri progetti


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Collegamenti esterni |



  • Descrizione, storia e costruttori del piffero, su appennino4p.it.

  • Museo etnografico Guatelli, su museoguatelli.it.

  • Schede tecniche sul piffero, su aess.regione.lombardia.it.

  • Il piffero secondo Stefano Valla, su philomusica.unipv.it.



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