Uiguri



































Uiguri
Uyghur
ئۇيغۇر
维吾尔
維吾爾

Uyghur man Yarkand.jpg
Un uiguro a Yarkand, Xinjiang.
 
Nomi alternativi ئۇيغۇر, 维吾尔
Luogo d'origine
Cina settentrionale, Mongolia, Monti Altaj
Popolazione 8.500.000 circa
Lingua Lingua uigura
Religione Sunnismo
Gruppi correlati Turchi
Distribuzione







































Cina Cina (Regione autonoma uigura dello Xinjiang)
8.399.393 (2000))[1]

Kazakistan Kazakistan
223.100 (2009)[2]

Uzbekistan Uzbekistan
55.220 (2008)

Kirghizistan Kirghizistan
49.000 (2009)[3]

Turchia Turchia (Kayseri, Istanbul, (Küçükçekmece, Sefaköy and Zeytinburnu)
45.800 (2010)[4][5]

Arabia Saudita Arabia Saudita
~50.000 (2013) [6]

Europa EU
50.000+ (2014) (Europa Uyghur Unione)[7]

Russia Russia
3.696 (2010)[8]

Pakistan Pakistan
[9]




Uiguri al mercato domenicale di Hotan, città-oasi nella regione cinese dello Xinjiang.


Gli Uiguri (uiguro: Uyghur; cinese: 維吾爾T, 维吾尔S, Wéiwú'ěrP) sono un'etnia turcofona di religione islamica che vive nel nord-ovest della Cina, soprattutto nella regione autonoma dello Xinjiang, insieme ai cinesi Han. Gli uiguri costituiscono la maggioranza relativa della popolazione della regione (46%).[10] Un altro gruppo di uiguri vive nella contea di Taoyuan della provincia dello Hunan (Cina centro-meridionale). Gli uiguri formano uno dei 56 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti in Cina. Al di fuori della Cina, esistono significative comunità diasporiche di Uiguri nei paesi dell'Asia centrale del Kazakistan, Kirghizistan e Uzbekistan, e in Turchia. Comunità più piccole si trovano in Afghanistan, Pakistan, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Norvegia, Svezia, Russia, Arabia Saudita, Australia, Canada e Stati Uniti.


Dallo stesso ceppo degli Uiguri, inoltre, discende un'altra minoranza etnica cinese, gli Iuguri.


Essi hanno caratteristiche fisiche piuttosto diversificate, presentando sia tratti prettamente europei che fattezze mediorientali ed asiatiche.




Bambine uigure




Indice






  • 1 Origini


  • 2 Indipendentismo uiguro


    • 2.1 La repressione del luglio 2009




  • 3 Note


  • 4 Altri progetti





Origini |


Storicamente, il termine "uiguri" (che significa "alleati", "uniti") venne applicato a un gruppo di tribù di lingua turca che viveva nell'odierna Mongolia, generalmente identificati con i Tie-le (a loro volta spesso collegati con i Ting-ling) delle cronache cinesi. Insieme ai turchi Gok (celesti), gli uiguri furono dunque uno dei maggiori e più importanti gruppi di lingua turca ad abitare l'Asia Centrale. Essi formarono una federazione tribale retta dal Juan Juan dal 460 al 545 e dagli Eftaliti dal 541 al 565; per poi essere sottomessi dal khanato dei turchi Gok.




Mappa dei Gokturk khaganidi occidentali e orientali verso il 600 d.C. Le aree in colore più tenue mostrano il loro dominio diretto; quelle più scure mostrano le loro aree d'influenza.


Noti alle fonti cinesi come Huihe (回纥, 回紇 Huíhé) o Huihu, gli uiguri sotto la guida di Khutlugh Bilge Kul nell'VIII secolo si sostituirono ai Gokturch alla guida del khanato.



Indipendentismo uiguro |


L'attività indipendentista uigura ebbe origine nella prima metà del Novecento e si proponeva come alternativa all'egemonia dei signori della guerra dello Xinjiang. Durante la guerra civile cinese, si tentò per due volte di istituire uno stato indipendente: dapprima nel 1934, con la creazione della Prima Repubblica del Turkestan Orientale, poi con la Seconda Repubblica del Turkestan, istituita dieci anni dopo. La Seconda Repubblica venne tuttavia annessa alla Repubblica Popolare Cinese nel 1949.[10]




Bandiera del "Movimento Indipendentista del Turkestan orientale" (Kökbayraq); l'uso di tale bandiera è proibito dalle autorità cinesi


Attualmente a livello nazionale la lotta politica per l'indipendenza uiguri è supportata sia dai gruppi panturchi, tra cui il Partito del Turkestan Orientale, sia da altri movimenti estremisti musulmani, quali il Movimento Islamico del Turkestan Orientale e l'Organizzazione di Liberazione del Turkestan Orientale; questi ultimi sono attualmente presenti nella lista nera statunitense dei gruppi terroristici internazionali e sono responsabili di attacchi alla popolazione Han, all'esercito cinese e alle strutture governative presenti nello Xinjiang.[10]
Dal 2001, la lotta su scala mondiale al terrorismo islamico ha coinvolto anche alcuni dei gruppi politici d'ispirazione islamica più vicini agli uiguri; a seguito di ciò, si è intensificata la repressione da parte cinese dei movimenti indipendentisti.[10] Molti uiguri in esilio denunciano la sistematica violazione dei diritti umani da parte delle autorità cinesi che reprimono ogni forma di espressione culturale del popolo uiguro.


Nel corso del 2018 si sono intensificate le polemiche sulla detenzione di un gran numero di uiguri in campi di "trasformazione attraverso l'educazione" e sull'esatta natura di questi campi.[11] Il governo cinese sostiene che si tratta di istituzioni educative. Nel 2018 il magazine quotidiano online Bitter Winter ha pubblicato video che afferma essere stati filmati all'interno dei campi e che mostrano strutture simili a prigioni.[12] Anche sulle ragioni ultime di questa politica non mancano le controversie. La Cina afferma che le misure di "rieducazione" sono necessarie per prevenire la radicalizzazione e il terrorismo, mentre studiosi occidentali pensano che quella che preoccupa il governo del presidente Xi Jinping sia una rinascita religiosa nella regione che ha colto le autorità di sorpresa.[13]


In opposizione all'indipendentismo uiguro, il governo cinese ha rafforzato gli incentivi per l'inserimento di gruppi cinesi d'etnia Han nella regione, continuando una pratica già intrapresa dalla Cina fra il 1960 e il 1970.[10] Stando a quanto dichiarato da alcune ONG, le autorità cinesi sono responsabili della repressione delle tradizioni culturali uigure e di violazione dei diritti umani nei confronti degli appartenenti a quest'etnia.[10]



La repressione del luglio 2009 |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Sommosse popolari a Ürümqi del luglio 2009.

A seguito della morte di due uiguri in uno scontro fra han e uiguri verificatosi il 26 giugno 2009 a Shaoguan, una manifestazione uiguri presso Ürümqi, nello Stato dello Xinjiang, organizzata in onore delle due vittime di Shaoguan è degenerata in una serie di scontri etnici;[14] gli scontri hanno coinvolto sia le due etnie, sia gli uiguri stessi e la polizia cinese,[15] con un numero finale di 184 vittime, di cui 137 di etnia Han e 46 uiguri,[16] oltre che l'arresto di 1.434 persone[17] - delle quali 200 sono sotto processo e rischiano la pena di morte.[18] Si sono verificate ripercussioni anche a livello internazionale: parallelamente agli scontri nello Xinjiang, proteste si sono verificate nei Paesi Bassi e in Germania presso le sedi diplomatiche cinesi.[17]
Il perdurare della protesta ha costretto al rientro anticipato il presidente cinese Hu Jintao in patria dal G8 italiano del luglio 2009.[19]


Fra i responsabili degli scontri etnici, il governo cinese ha indicato Rebiya Kadeer, imprenditrice e attivista uigura esule negli Stati Uniti, la quale ha tuttavia negato ogni responsabilità circa quanto accaduto.[17][20]


In Italia, le misure prese dalle autorità cinesi hanno suscitato le proteste della senatrice Emma Bonino e del senatore Marco Perduca, che le hanno ritenute tanto violente da poter essere definite come una vera e propria repressione.[21][22]


I ribelli uiguri sono accusati del massacro (33 morti e 135 feriti) compiuto da un gruppo non identificato nella stazione ferroviaria di Kunming, capoluogo della provincia cinese dello Yunnan (1º marzo 2014).



Note |




  1. ^ Yangbin Chen, Muslim Uyghur Students in a Chinese Boarding School, Lexington Books, 2008, p. 9.
    «In 1990, the Uyghur population was 7,214,431, the Hui population 8,602978, according to data from the fourth national census. China's Population Statistics Yearbook 1990, www.147.8.31.44/fulltextc/disknj/nj73/10/000012.pdg, viewed on 23 July 2006. In 2000, the Uyghur population was 8,399393, and the Hui population 9,816805, according to data from the fifth national census. Tabulation of the 2000 Population Census of the People's Republic of China. China Statistics Publishing House (2002), 218–221.».



  2. ^ Агентство Республики Казахстан по статистике :Итоги переписи населения Республики Казахстан 2009 года Archiviato l'8 febbraio 2010 in Internet Archive....Численность населения Республики Казахстан по итогам переписи населения 2009 года на момент счета на 12 часов ночи с 24 на 25 февраля 2009г. составила 16004,8 тыс. человек . Доля уйгуров в общей численности населения страны составила – 1,4%.Численность казахов увеличилась по сравнению с предыдущей переписью на 26,1% и составила 10098,6 тыс. человек. Увеличилась численность узбеков на 23,3%, составив 457,2 тыс. человек, уйгур - на 6%, составив 223,1 тыс. человек. Снизилась численность русских на 15,3%, составив 3797,0 тыс. человек; немцев - на 49,6%, составив 178,2 тыс. человек; украинцев – на 39,1%, составив 333,2 тыс. человек; татар – на 18,4%, составив 203,3 тыс. человек; других этносов – на 5,8%, составив 714,2 тыс. человек.


  3. ^ Национальный статистический комитет Кыргызской Республики : Перепись населения и жилищного фонда Кыргызской Республики 2009 года в цифрах и фактах - Архив Публикаций - КНИГА II (часть I в таблицах) : 3.1. Численность постоянного населения по национальностям Archiviato il 30 maggio 2011 in Internet Archive.


  4. ^ Yitzhak Shichor e East-West Center, Ethno-diplomacy, the Uyghur hitch in Sino-Turkish relations, East-West Center, 2009, p. 16, ISBN 978-1-932728-80-4.


  5. ^ Uygur Ajan Rabia Kadir, Doğu Türkistanlı Mücahidleri İhbar Etti, in ISLAH HABER "Özgür Ümmetin Habercisi", 8 gennaio 2015.


  6. ^ Nitaqat rules for Palestinians and Turkistanis eased, su arabnews.com, Sadui Labor Ministry. URL consultato il 3 novembre 2015.


  7. ^ State statistics committee of Ukraine - National composition of population, 2001 census (Ukrainian)


  8. ^ Перепись населения России 2010 года (XLS), su gks.ru. URL consultato il 3 marzo 2014.


  9. ^ Shabbir Mir, Displaced dreams: Uighur families have no place to call home in G-B, in The Express Tribune (GILGIT), 21 maggio 2015.


  10. ^ abcdef Chi sono gli uiguri dello Xinjiang?, F.Moscatelli, La Stampa, su lastampa.it. URL consultato il 2 settembre 2009 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2009).


  11. ^ "La Cina sta deprogrammando un milione di estremisti religiosi", Bitter Winter, 14 luglio 2018. URL consultato il 13 dicembre 2018.


  12. ^ "Esclusiva: foto e filmati dei campi per gli uiguri". Bitter Winter, 15 novembre 2018, URL consultato il 13 dicembre 2018; "Nuovo video esclusivo: un altro campo di 'rieducazione' per gli uiguri dello Xinjiang", Bitter Winter, 30 novembre 2018, URL consultato il 13 dicembre 2018.


  13. ^ Massimo Introvigne, "Perché gli uiguri sono perseguitati?", Bitter Winter, 22 novembre 2018. URL consultato il 13 dicembre 2018.


  14. ^ L'urlo di Huang, eroina per sbaglio, M. Del Corona, Corriere della Sera, su corriere.it. URL consultato il 2 settembre 2009.


  15. ^ Video degli scontri tra Uiguri e il Regime Cinese, Sergio Bianchi, Tempi, su tempi.it. URL consultato il 9 giugno 2011.


  16. ^ Cina, sale il bilancio degli scontri etnici nello Xinjiang: 184 morti, Corriere della Sera, su corriere.it. URL consultato il 2 settembre 2009.


  17. ^ abc Cina, nuova protesta degli uiguri. Imposto il coprifuoco a Urumqi, Corriere della Sera, su corriere.it. URL consultato il 2 settembre 2009.


  18. ^ 'Duecento uiguri a processo per le violenze etniche, Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere.it (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).


  19. ^ G8, il presidente Hu Jintao torna in Cina, Corriere della Sera, su corriere.it. URL consultato il 2 settembre 2009.


  20. ^ Rebiya Kadeer, la regina degli uiguri. La nuova Dalai Lama che Pechino teme, V. Nigro, la Repubblica, su repubblica.it.


  21. ^ EmmaBonino.it -La repressione rischia di radicalizzare le frange autonomiste


  22. ^ Paesi UE convochino ambasciatori Pechino


Video degli scontri tra il Regime Cinese e gli Uiguri



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