Dinastia Jīn
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La dinastia Jīn (jurchen: Anchu; manciu: Aisin Gurun; cinese: 金朝; pinyin: Jīn Cháo; mongolico: Altan Ulus; 1115–1234), conosciuta anche come dinastia Jurchen, fu fondata dal clan Wanyan (完顏 Wányán) degli Jurchen, antenati dei Manciù, che fondarono la dinastia Qing circa 500 anni dopo.
Indice
1 Storia
1.1 Ascesa
1.2 Consolidamento e crisi interne
1.3 Declino
2 Imperatori
3 Note
4 Altri progetti
5 Collegamenti esterni
Storia |
Ascesa |
La dinastia Jīn fu fondata nel 1115, dal leader delle tribù Jurchen Wányán Āgǔdǎ (完顏阿骨打), divenuto imperatore con il nome Taizu (太祖) di quel territorio che sarebbe stato poi chiamato Manciuria settentrionale. Nel 1125, la dinastia Jīn sconfisse la dinastia Liao e nel 1127 il suo esercito saccheggiò Kaifeng, capitale dell'impero della dinastia Song del Nord, facendo prigioniero sia l'imperatore Qinzong sia suo padre, l'imperatore Huizong, che aveva abdicato di fronte all'avanzata dei Jīn.
Dopo la caduta di Kaifeng, l'esercito Song, sotto il comando della successiva dinastia Song del Sud, per oltre un decennio diede luogo a numerose scaramucce con le forze Jin, fino alla firma del trattato di Shaoxing del 1141, con il quale i Song ottennero tutte le terre a nord del fiume Huai prima dominate dai Jin.
Dopo la conquista della Cina settentrionale, la dinastia Jīn progressivamente si integrò con la popolazione cinese. Nel corso di due decenni, circa tre milioni di manciù (metà dei quali di etnia jurchen), migrarono verso sud, nella Cina settentrionale, e questa minoranza regnò su una popolazione di circa trenta milioni. Molti jurchen sposarono cinesi han e ottennero terre, anche se il divieto dei matrimoni fra nobili delle due etnie fu revocato solo nel 1191.
Nel 1135, dopo la morte dell'imperatore Jīn Tàizōng (太宗), gli succedettero tre nipoti di Wányán Āgǔdǎ. Il primo fu Xīzōng (熙宗) (regno 1135-1149), che studiò i classici cinesi, fu autore di componimenti poetici e, pur adottando tradizioni culturali cinesi, mantenne tutti i privilegi della nobiltà jurchen.
Xīzōng fu ucciso nel 1149 a seguito di una congiura di palazzo, che portò sul trono il cugino Wányán Liàng (完顏亮), il quale fu poi destituito a causa della brutalità con cui condusse sia la politica interna che quella estera. Gli storici si riferiscono comunemente a lui col nome postumo di principe Hǎilíng (海陵王).[1]
Consolidamento e crisi interne |
Nel 1153, il principe Hǎilíng spostò la capitale "meridionale" da Huining Fu nella Manciuria settentrionale (a sud dell'odierna Harbin) a Zhongdu (l'odierna Pechino). Quattro anni dopo, nel 1157, distrusse Pechino, compresi i palazzi della nobiltà, e spostò la capitale meridionale a Kaifeng, iniziandone la ricostruzione (la città era stata saccheggiata nel 1127). Il principe Hǎilíng tentò anche di soffocare la ribellione dei nobili Jurchen dissidenti ordinando l'esecuzione di 155 principi.[2]
Il principe Hǎilíng attaccò la dinastia Song del Sud nel 1161. Intanto, due ribellioni simultanee, la prima dei nobili Jurchen, comandati da Wányán Yōng (完顏雍), e la seconda delle tribù Khitan, scoppiarono nella Manciuria, costringendo la dinastia Jīn a ritirare l'esercito dalla Cina meridionale per soffocare le rivolte. I Jīn furono sconfitti nelle battaglie di Caishi e di Tangdao. Nel dicembre 1161 il principe Hǎilíng fu assassinato dai suoi stessi generali, ed anche suo figlio ed erede al trono fu ucciso nella capitale. Wányán Yōng, che era salito al trono già nel mese di ottobre, fu riconosciuto ufficialmente imperatore solo dopo la morte del principe ereditario, e prese quindi il nome di Shìzōng (世宗).[2] La rivolta Khitan fu sedata solo nel 1164; le ribellioni interne avevano gravemente compromesso la forza militare Jīn e la sua capacità di fronteggiare la dinastia Song del Sud, inducendo l'imperatore Shìzōng a negoziare la pace. Nel 1164 fu firmato il trattato di Lóngxīng (隆興和議), che assicurò oltre un quarantennio di pace fra i due imperi.
Nei primi anni del decennio 1180 l'imperatore Shìzōng riformò il sistema delle tasse ed incoraggiò l'agricoltura. L'impero Jīn conobbe un periodo di prosperità. Il nipote di Shìzōng, l'imperatore Zhāngzōng (章宗) (regno 1189-1208), pur esaltando i valori della tradizione Jurchen, si accostò alla cultura cinese, e sposò una donna cinese.
Nel 1207 i Song tentarono un'invasione, ma l'esercito Jīn fu in grado di respingerli. Col successivo accordo di pace, i Song furono costretti a pagare un elevato indennizzo e a giustiziare Hán Tūozhòu (韩侂胄), capo del partito della guerra.[3]
Declino |
All'inizio del XIII secolo, la dinastia Jīn cominciò a subire le pressioni dei Mongoli a nord. Gengis Khan nel 1205 condusse i Mongoli nel territorio della dinastia Xia occidentale e li saccheggiò nei quattro anni successivi. Nel 1211 una cavalleria di circa 50 000 Mongoli invase l'impero Jīn e cominciò ad assorbire i ribelli Khitan e Jurchen. L'esercito Jīn, che pure contava mezzo milione di uomini e 150 000 cavalieri, fu costretta ad abbandonare la "capitale occidentale". L'anno seguente, i Mongoli invasero il nord e conquistarono la "capitale orientale" Jin, e nel 1213 assediarono la "capitale centrale". Nel 1214 i Jīn furono costretti a subire un trattato umiliante, e riuscirono a mantenere il possesso della città, ma l'imperatore Xuānzōng (宣宗) abbandonò la capitale centrale e spostò il governo nella "capitale meridionale" Kaifeng. Nel 1216 Xuānzōng fu indotto ad attaccare i Song, ma l'azione si risolse in una sconfitta presso il fiume Azzurro, dove il principe Hǎilíng era stato sconfitto nel 1161.
L'imperatore Āizōng (哀宗), succeduto dopo una lotta dinastica contro suo fratello, mise fine alla guerra e rientrò nella capitale. Successivamente, concluse un accordo di pace con i Tangut, che erano stati alleati dei Mongoli.
Genghis Khan morì nel 1227, mentre il suo esercito stava conquistando i territori della dinastia Xia occidentale. Suo figlio Ögedei Khan invase l'impero Jīn nel 1232, con l'aiuto della dinastia Song del Sud. I Jīn tentarono di opporre resistenza, ma quando fu attaccata la capitale Kaifeng, l'imperatore Āizōng fuggì a sud. I Mongoli conquistarono la città nel 1233, e l'anno seguente Āizōng si suicidò per evitare la cattura, mettendo così fine alla dinastia Jīn nel 1234.[1]
Imperatori |
Nome templare (廟號 miàohào) | Nome postumo (諡號 shìhào) | Nome alla nascita (姓名 xìngmíng) | Anni di regno | Ere di regno (年號 niánhào) |
---|---|---|---|---|
Convenzione: "Jin" + nome templare o postumo | ||||
Tàizǔ 太祖 | (1) | Wányán Āgǔdǎ 完顏阿骨打 | 1115-1123 | Shōuguó |
Tàizōng 太宗 | (1) | Wányán Wúqǐmǎi 完顏吳乞買 o Wányán (Shèng o Chéng) 完顏晟 | 1123-1134 | Tiānhuì 天會 1123-1134 |
Xīzōng 熙宗 | (1) | Wányán Hélá 完顏合剌 or Wányán Dǎn 完顏亶 | 1135-1149 | Tiānhuì |
(2) | Hǎilíngwáng 海陵王 | Wányán Liàng 完顏亮 | 1149-1161 | Tiāndé |
Shìzōng 世宗 | (1) | Wányán Yōng 完顏雍 | 1161-1189 | Dàdìng 大定 1161-1189 |
Zhāngzōng 章宗 | (1) | Wányán Jǐng 完顏璟 | 1190-1208 | Míngchāng 明昌 1190-1196 Chéng'ān |
(2) | Wèishàowáng 衛紹王 o Wèiwáng 衛王 | Wányán Yǒngjì 完顏永濟 | 1209-1213 | Dà'ān 大安 1209-1212 Chóngqìng |
Xuānzōng 宣宗 | (1) | Wányán Xún 完顏珣 | 1213-1223 | Zhēnyòu 貞祐 1213-1217 Xīngdìng |
Āizōng 哀宗 | (1) | Wányán Shǒuxù 完顏守緒 | 1224-1234 | Zhèngdà 正大 1224-1232 Kāixīng |
Mòdì 末帝 | Wányán Chénglín 完顏承麟 | 1234 |
(1) Nome lungo, generalmente non usato.
(2) Inesistente.
Note |
^ ab Liao, Xi Xia, and Jin Dynasties 907-1234
^ ab ibidem
^ Chinese History - Song Dynasty 宋 (960-1279)
Altri progetti |
Altri progetti
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Collegamenti esterni |
- Relazioni Jin-Song, su uglychinese.org.
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