Iglesias (Italia)






































































































Iglesias
comune
(IT) Iglèsias
(SC) Igrèsias, Bidd'e Crèsia



Iglesias – Stemma Iglesias – Bandiera

Iglesias – Veduta
La cattedrale di Santa Chiara a Iglesias
Localizzazione
Stato
Italia Italia
Regione
Sardegna-Stemma.svg Sardegna
Provincia Sud Sardegna
Amministrazione
Sindaco Mauro Usai (PD) dal 25-6-2018
Territorio
Coordinate
39°18′36.94″N 8°32′14.05″E / 39.310261°N 8.537235°E39.310261; 8.537235 (Iglesias)Coordinate: 39°18′36.94″N 8°32′14.05″E / 39.310261°N 8.537235°E39.310261; 8.537235 (Iglesias)
Altitudine 200 m s.l.m.
Superficie 208,23 km²
Abitanti 26 784[1](31-12-2017)
Densità 128,63 ab./km²
Frazioni
Barega e Corongiu e Tanì (condivise con il comune di Carbonia), Bindua, Masua, Monte Agruxiau, Monteponi, Nebida, San Benedetto, San Giovanni Miniera
Comuni confinanti
Buggerru, Carbonia, Domusnovas, Fluminimaggiore, Gonnesa, Musei, Narcao, Siliqua, Vallermosa, Villacidro, Villamassargia
Altre informazioni
Cod. postale 09016
Prefisso 0781
Fuso orario UTC+1
Codice ISTAT
111035
Cod. catastale E281
Targa SU
Cl. sismica zona 4 (sismicità molto bassa)
Nome abitanti (IT) iglesienti
(SC) igresientis
Patrono santa Chiara
Giorno festivo 11 agosto
Cartografia

Mappa di localizzazione: Italia

Iglesias

Iglesias



Iglesias – Mappa
Posizione del comune di Iglesias
nella provincia del Sud Sardegna
Sito istituzionale

Iglesias (ascolta[?·info], IPA: [iˈɡlɛzjas][2][3]Igrèsias o Bidd'e Cresia in sardo[4]) è un comune italiano di 26 784 abitanti[1] della provincia del Sud Sardegna. Si trova nella Sardegna sud-occidentale, nella regione dell'Iglesiente di cui è il principale centro abitato e alla cui regione dà il nome. Nei secoli della dominazione spagnola fu una delle città regie della Sardegna. È sede vescovile (diocesi di Iglesias), erede storica dell'antica diocesi di Sulcis.




Indice






  • 1 Geografia fisica


    • 1.1 Territorio


      • 1.1.1 Cale, coste e spiagge del Comune






  • 2 Origini del nome


  • 3 Storia


    • 3.1 Preistoria e storia antica


    • 3.2 Storia medioevale


      • 3.2.1 Periodo aragonese e spagnolo




    • 3.3 Storia moderna e contemporanea


    • 3.4 Onorificenze




  • 4 Monumenti e luoghi d'interesse


    • 4.1 Architetture religiose


    • 4.2 Architetture civili


    • 4.3 Architetture militari


    • 4.4 Altri luoghi di interesse




  • 5 Società


    • 5.1 Evoluzione demografica


    • 5.2 Etnie e minoranze straniere


    • 5.3 Lingue e dialetti


    • 5.4 Tradizioni e folclore


      • 5.4.1 Riti della Settimana Santa


      • 5.4.2 Festa di Sancta Maria di Mezo di Gosto


      • 5.4.3 Corteo storico medioevale


      • 5.4.4 Costumi tradizionali




    • 5.5 Istituzioni, enti e associazioni




  • 6 Cultura


    • 6.1 Biblioteche


    • 6.2 Scuole


    • 6.3 Università


    • 6.4 Musei


    • 6.5 Teatro


    • 6.6 Cinema




  • 7 Geografia antropica


    • 7.1 Suddivisioni storiche


    • 7.2 Frazioni




  • 8 Economia


    • 8.1 Le miniere


      • 8.1.1 Siti minerari






  • 9 Infrastrutture e trasporti


    • 9.1 Strade


    • 9.2 Ferrovie


    • 9.3 Autolinee


    • 9.4 Mobilità urbana




  • 10 Amministrazione


    • 10.1 Gemellaggi




  • 11 Sport


    • 11.1 Calcio


    • 11.2 Calcio a 5


    • 11.3 Altri sport




  • 12 Note


  • 13 Bibliografia


  • 14 Voci correlate


  • 15 Altri progetti


  • 16 Collegamenti esterni





Geografia fisica |



Territorio |


È situata a 200 m sul livello del mare e dista circa 8 km dal litorale.



Cale, coste e spiagge del Comune |




Cala Domestica, amministrativamente divisa con Buggerru




Nebida e Masua


Nel litorale del Comune di Iglesias, partendo da nord verso sud, si trovano le seguenti cale, coste e spiagge più conosciute[5]:



  • Cala Domestica[6][7][8]

  • Costa di Cala Domestica con torre spagnola

  • Grotta Su Forru (cioè: il forno)

  • Costa Portu Sciusciau (cioè: porto distrutto) con alte falesie (fino a oltre 100 m.)

  • Grotta delle Spigole

  • Costa Punta Corr'e Corti (cioè: punta picco della corte o del recinto) con alte falesie (fino a 103 m.)

  • Costa Porto di Canal Grande

  • Grotta Sardegna o Sardigna

  • Costa Punta Sedda 'e Luas (cioè: punta dosso o sella delle euforbie) con alte falesie (fino a 115 m.)

  • Costa Schina 'e Monti Nai (cioè: dorso del monte Nave) con alte falesie (fino a 162 m.)

  • Costa Punta Buccione o Punta Buccioni (cioè: punta sterpo) con alte falesie (fino a 167 m.)

  • Isolotto o fariglione Pan di Zucchero (alto 133 m., in sardo detto Conca 'e Terràniu, ossia testa del terreno)

  • Porto Bega Sa Canna (cioè: valle [acquitrinosa] della canna)

  • Porto di Masua

  • Spiaggia di Masua

  • Costa di Masua

  • Spiaggia di Portu Cauli (cioè: porto cavolo)

  • Costa di Portu Cauli

  • Cala di Punta Corallo o Punta Coraddu

  • Costa di Porto Corallo o Portu Coraddu

  • Costa di Porto Ferro o Portu Ferru

  • Costa di Portu Bruncu Cobertu (porto promontorio coperto)

  • I faraglioni di Portu Banda: fariglione Maggiore (alto 36 m.) e pinnacolo o fariglione Minore (alto 30 m.)

  • Costa di Portu Banda o Porto Banda (cioè: porto Plaga o della Plaga)

  • Costa di Porto Ghiano

  • Costa di Nebida

  • Isolotto o fariglione L'Agusteri o S'Agusteri (alto 35 m.) (cioè: pescatore di aragoste)

  • Costa Porto di Nebida

  • Calette di Porto Raffa

  • Costa di Porto Raffa



Origini del nome |


Nel medioevo la città era nota in latino come Villa Ecclesiae, in pisano antico come Villa di Chiesa, in catalano Viladesgleyes o Vila d'Esgleyes e poi in spagnolo come Iglesias. La più antica citazione del toponimo Villa Ecclesiae è contenuta in un documento conservato nella cattedrale di San Lorenzo di Genova, risalente al 1272.


Sull'origine del nome ci sono diverse teorie, tra cui quella che lo lega alla presenza di numerose chiese in città[9], e altre che riguarderebbero una forte presenza di controllo da parte del potere ecclesiastico nel territorio iglesiente, già attestata a partire da diversi secoli prima dell'arrivo dei pisani. Un'altra ipotesi suggerisce che il toponimo originario in sardo campidanese fosse Bidda 'e grèsia, traducibile in italiano come Villaggio dei ciliegi[10].



Storia |



Preistoria e storia antica |


La zona dove sorge l'odierna città di Iglesias era già frequentata in epoca preistorica: le più antiche tracce d'insediamento umano risalgono al neolitico antico; sono invece attribuibili alla cultura di Ozieri (IV millennio a.C.) le tombe ipogeiche, dette domus de janas, scoperte nell'area montuosa di San Benedetto. Al periodo prenuragico appartengono anche i ritrovamenti ascrivibili alle culture di Monte Claro, del Vaso campaniforme e di Bonnanaro rinvenuti nelle grotte circostanti[11]. Seguono ulteriori tracce di frequentazioni nuragiche (vari Nuraghi, ormai diroccati, sono presenti sul territorio) e fenicio-puniche; all'epoca cartaginese si riferisce il tempio di Genna Cantoni, nei pressi dell'area archeologica nuragica di Matzanni, lungo il confine con Vallermosa. In Età romana risulta che vi siano state frequentazioni assidue, specie per via delle miniere d'argento presenti sul territorio. Le fonti parlano di Metalla, la città perduta, forse ubicata al confine tra Iglesias e Fluminimaggiore, sito principale di estrazione mineraria nel territorio[12].



Storia medioevale |




Il castello di Salvaterra


Nell'Alto Medioevo la regione iglesiente appare scarsamente antropizzata, per lo meno nella prima metà. Dal IX secolo d.C., invece, riappaiono tracce urbane, con la chiesa tardo-bizantina di San Salvatore, recentemente restaurata e recuperata, che testimonia la presenza nella zona di un antico abitato[13]. Dopo l'abbandono dell'isola da parte dei bizantini, il territorio fu compreso nella curatoria del Cixerri[14] e seguì le sorti del giudicato di Cagliari che dominò tutta l'area meridionale della Sardegna fino al XIII secolo. In epoca giudicale, oltre a quella di San Salvatore, erano presenti altre due chiese (la chiesa di San Saturno e la chiesa di Sant'Antonio Abate) che farebbero ipotizzare l'esistenza di tre piccoli abitati[15].


Nel 1258, a seguito della spartizione del giudicato, la parte occidentale corrispondente al "terzo" del territorio giudicale (curatorie del Cixerri, Sulcis, Nora, Decimo) venne assegnata alla famiglia pisana dei Della Gherardesca. Questo terzo fu diviso poi nel 1282 in due "sesti" ; un sesto comprendente le due curatorie meridionali e Decimo andò agli eredi di Gherardo della Gherardesca mentre il sesto corrispondente alla curatoria del Cixerri passò al conte Ugolino della Gherardesca[16]; per incentivare lo sfruttamento delle ricche risorse argentifere del territorio, grazie alle sue iniziative venne fondata una nuova città, Villa di Chiesa (in latino Villa Ecclesiae, Bidda de Cresias in sardo antico), ristrutturando e ampliando gli insediamenti preesistenti[15] e favorendo l'afflusso di nuovi abitanti. I Della Gherardesca ugoliniani vi costruirono un castello (pesantemente modificato e restaurato nei secoli), detto di Salvaterra o di San Guantino[17], le mura, palazzi, un ospedale e un acquedotto[15]; finanziarono inoltre la costruzione di diverse chiese: fra le più importanti si possono citare la chiesa di Santa Chiara, edificata fra il 1284 e il 1288, e quella di Nostra Signora di Valverde, costruita tra il 1285 e il 1290; molte altre chiese sorsero negli anni a venire, in virtù del forte attaccamento spirituale e religioso degli allora abitanti della città.




I tornesi fatti coniare da Guelfo nella zecca di Villa di Chiesa. Sul fronte si legge: +GVELF ET LOTT' COMITES D'DONORATICO/ ET T(er)CIE P(ar)TIS REGNI KALL DNI sul retro: +VILLA ECCLIE ARGENTERIE D'SIGERRO/+SIT NOMEN DNI BENEDICTVM[18]



Dopo la morte del conte Ugolino avvenuta nel marzo del 1289 nella Torre della Muda di Pisa, dove era stato imprigionato l'estate del 1288 a causa dell'accusa di sedizione e alto tradimento, i suoi possedimenti sardi del Cixerri furono ereditati dal figlio Guelfo della Gherardesca che, sfuggito all'autorità di Pisa nel 1288, si era stabilito a Villa di Chiesa[19]. Guelfo, assieme ai fratelli Lotto e il piccolo Matteo che lo raggiunsero in Sardegna[20], sostenuto politicamente e militarmente da Genova[20] portò avanti una politica di ostilità verso il potere centrale della repubblica e coniò nella neonata zecca di Villa di Chiesa una moneta propria in argento (tornesi) sulla quale campeggiava la scritta in latino "GUELFUS ET LOTTUS COMITES DE DONORATICO ET TERCIE PARTIS REGNI KALLARI"[19] (in italiano Guelfo e Lotto conti di Donoratico e della terza parte del regno di Calari); in seguito tentò di impadronirsi con la forza del "sesto" (curatorie del Sulcis, Nora e Decimo) che dopo la divisione del 1282 era passato agli eredi di Gherardo della Gherardesca, occupando il castello di Gioiosa Guardia presso Villamassargia.




Cinta muraria


La risposta di Pisa non si fece attendere e nel 1295 lo zio avversario Ranieri Della Gherardesca, Lupo Villani e Mariano II di Arborea, al comando di più di 1000 uomini, assalirono Villa di Chiesa e la espugnarono[21]. Guelfo venne ferito da una "verga sardesca" nei pressi di Domusnovas e fatto prigioniero. Riscattato da Lotto, si diresse con il fratello verso Sassari, morendo di lì a poco; secondo una fonte del XV secolo a causa di un'infezione presso Siete Fontanas, forse l'ospedale di Siete Fuentes, situato nel territorio del giudicato di Arborea, o la località sassarese oggi nota come Li Setti fontani[22]; Lotto fece ritorno in Toscana, morendo anch'egli qualche tempo dopo[23]. Villa di Chiesa venne amministrata per un breve periodo dagli arborensi per poi passare sotto il controllo del comune di Pisa tra il 1301 e il 1302[19].


Al tempo della dominazione diretta di Pisa, Villa di Chiesa era già diventata una delle città più importanti e popolose della Sardegna, grazie al forte impulso dato all'estrazione del piombo e in particolare dell'argento; si calcola infatti che al principio del XIV secolo nelle miniere di Villa di Chiesa si producesse circa il 10% dell'argento in circolazione in Europa[24], ricchezza argentifera testimoniata da una predica di Giordano da Pisa del 1309: "Et questo veggiamo in delle cose del mondo, che li homini sempre cercano le fonti del mondo unde vegnono alcune cose del mondo. Unde che è? Ove si cava l'argento? Di Villa di Chiesa"[25]. La città, popolata in maggioranza da sardi e pisani, ospitava anche altre comunità provenienti dal resto della Toscana e della penisola, dalla Corsica[26] e dall'area tedesca[27][28]. Fiore all'occhiello della città medioevale è il Breve di Villa di Chiesa, il più antico codice di leggi della città, redatto in volgare toscano, esistente in una copia del 1327 perfettamente conservata e custodita presso l'Archivio Storico Comunale[29].



Periodo aragonese e spagnolo |




Chiesa di San Francesco (XVI secolo)


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Lo stesso argomento in dettaglio: Assedio di Villa di Chiesa.

Conquistata dagli aragonesi il 7 febbraio 1324 dopo un assedio durato più di sette mesi, Villa di Chiesa fu la prima città sarda a cadere sotto il dominio iberico e la prima città del neonato Regno di Sardegna ad ottenere il riconoscimento di città regia nel giugno del 1327[30].


Durante la fase di transizione tra il governo di Pisa e quello aragonese la popolazione cittadina si aggirava attorno le 6000-7000 persone ma venne decimata dall'epidemia di peste nera del 1348 che sconvolse gran parte del continente europeo[31].


Verso la fine del 1353 gli ecclesienti si rivoltarono contro il governo aragonese e si schierarono dalla parte di Mariano IV di Arborea, il quale aveva iniziato le ostilità contro i regnicoli; durante l'occupazione degli Arborea la città subì un vasto incendio che provocò gravi danni[32]. Dopo la pace di Sanluri del 1355 la città ritornò in mano aragonese ma nel 1365, con la ripresa del conflitto tra il giudicato di Arborea e il regno di Sardegna, Villa di Chiesa fu riconquistata da Mariano. Rimase in mano arborense fino al 1388 quando, a seguito del trattato tra Eleonora d'Arborea e Giovanni I di Aragona, fu restituita agli aragonesi. Nel 1391 la città si rivoltò nuovamente contro gli aragonesi, accogliendo fra le sue mura le armate giudicali di Brancaleone Doria. Venne ripresa definitivamente dagli iberici nell'estate del 1409[15].


Nel 1436 Alfonso V d’Aragona la cedette in feudo ad Eleonora Carroz per 5000 fiorini d'oro, tuttavia già nel 1450, dopo il pagamento di un riscatto, riaquisì lo status di città regia. Con la bolla Aequum reputamus dell'8 dicembre 1503, papa Giulio II trasferì ufficialmente la sede episcopale della diocesi di Sulci da Tratalias, ormai spopolata, a Iglesias[33].


Per tutto il periodo della dominazione aragonese e spagnola, durata circa quattro secoli, fu una delle più importanti e popolose città del regno, governata da un Capitano di Giustizia di nomina regia e da un Consiglio elettivo presieduto da un Giurato Capo[34]. Tra i nomi che ricorrono più spesso fra coloro che ricoprirono la carica di Capo del Consiglio della città, vi sono quelli dei membri delle famiglie Cani, Despinosa, Escarchoni (o Scarxoni), Salazar (in potere della quale era anche la carica di Capitano di Giustizia ed Alcayde, nonché la Signoria delle Scrivanie della città) e Serra.
Durante questa fase storica si diffuse l'uso del catalano e poi del castigliano, idioma dal quale deriva l'attuale denominazione: Iglesias (Chiese). A questo periodo risale, inoltre, la ristrutturazione di quasi tutti gli edifici di culto cittadini e delle fortificazioni difensive. I segni di questa presenza ricca e produttiva da un punto di vista soprattutto culturale sono quindi numerosissimi e riscontrabili ancora oggi in gran parte dell'edilizia storica iglesiente.



Storia moderna e contemporanea |


Nel 1720, come deciso dal trattato dell'Aia, la città passò, con tutta l'isola, ai Savoia che acquisirono il titolo di Re di Sardegna. Durante l'esilio della casa reale in Sardegna (1799-1814) a seguito della conquista francese del Piemonte, sino al rientro dei reali a Torino, Iglesias era il loro luogo di villeggiatura annuale, essi venivano in città a fine primavera, in particolare la regina con i figli.


Nel corso del XVIII secolo, anche a causa del quasi totale abbandono dell'attività mineraria iniziato già in età spagnola, Iglesias e i suoi abitanti, riciclatisi in agricoltori e allevatori, saranno tra i maggiori protagonisti del ripopolamento delle terre pressoché disabitate del basso Sulcis e dell'isola di Sant'Antioco[35]. I nuclei insediativi ad economia agro-pastorale (denominati furriadroxius e medaus) che si vennero a formare, in alcuni casi riunendosi fra loro (boddeus o oddeus) diventeranno dei comuni a sé stanti nel secolo successivo[36].




Pozzo Santa Barbara (1870), miniera di San Giorgio


A partire dalla metà dell'Ottocento, grazie alla riapertura delle vicine miniere, la città visse un periodo di rinnovamento economico, sociale e culturale. Molti tecnici e lavoratori provenienti da varie parti della Sardegna, ma anche dal Piemonte (Canavese), dal Bergamasco e da altre regioni[37][38], si stabilirono in questo periodo in città facendo sì che nel giro di circa quarant'anni la popolazione passasse da circa 5.000-6.000 abitanti a circa 20.000 nei primi del novecento. Dal secondo dopoguerra il comparto minerario sardo entrò in crisi; gli effetti di tale crisi non tardarono a coinvolgere anche l'Iglesiente e le sue miniere e la stessa città di Iglesias.




Il vecchio palazzo municipale


Nel 1821 Iglesias venne eletta dai Savoia capoluogo dell'omonima provincia, comprendente 23 comuni del territorio iglesiente (o del Ciserro), sulcitano e dell'antico giudicato di Colostrai[39]. La Provincia di Iglesias rimase in vita sino al 1848[40], tuttavia la città divenne capoluogo del circondario di Iglesias e dell'omonimo mandamento (all'interno della Provincia di Cagliari), enti che restarono in attività sino alla loro soppressione nel 1927. Il 12 ottobre 2005 con Delibera del Consiglio Provinciale n. 21 (Determinazione del Capoluogo. Atto Statutario.) a Iglesias, unitamente a Carbonia, è stata attribuita la qualifica di capoluogo della Provincia di Carbonia-Iglesias, della quale vi avevano sede gli organi del Consiglio Provinciale. Tale situazione si mantenne sino al 2016, anno del passaggio del territorio del dismesso ente intermedio sulcitano alla Provincia del Sud Sardegna[41]



Onorificenze |











Titolo di Città - nastrino per uniforme ordinaria
Titolo di Città
— Conferito a Villa di Chiesa (Iglesias) il 7 giugno 1327 da Giacomo II d'Aragona




Galleria di immagini







Monumenti e luoghi d'interesse |



Architetture religiose |




  • Chiesa di San Salvatore, X secolo


  • Cattedrale di Santa Chiara, XIII secolo


  • Chiesa di Nostra Signora di Valverde, XIII secolo


  • Chiesa di San Francesco, XVI secolo

  • Santuario della Madonna delle Grazie, XII secolo


  • Chiesa del Collegio o della Purissima, XVII secolo


  • Oratorio e Chiesa delle Anime Purganti, XVIII secolo


  • Santuario Beata Vergine del Buon Cammino, XVIII secolo


  • Chiesa di San Domenico, XVI secolo


  • Chiesa di Sant'Antonio Abate, X secolo


  • Chiesa di San Michele, XV secolo


  • Chiesa di San Giuseppe, XVI secolo


  • Chiesa di San Marcello, XVIII secolo (ricostruita nel XX secolo)


  • Palazzo Vescovile, XVIII secolo



Architetture civili |



  • Regia scuola per Minatori (oggi Istituto Tecnico Minerario)

  • Palazzina Bellavista

  • Palazzina dell'Associazione Mineraria Sarda

  • Vecchio Municipio

  • Cimitero monumentale di Iglesias



Architetture militari |



  • Castello di Salvaterra

  • Mura e torri medioevali

  • Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias



Altri luoghi di interesse |




Porto Flavia



  • Piazza Quintino Sella

  • Piazza Lamarmora

  • Piazza Municipio

  • Porto Flavia

  • Miniera di Monteponi

  • Grotta di Santa Barbara

  • Foresta di Marganai



Società |



Evoluzione demografica |


Abitanti censiti[42]





Nel comune di Iglesias è presente una folta comunità originaria di Desulo (4000 persone circa), paese della Sardegna centrale[43].



Etnie e minoranze straniere |


Al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera ammontava a 418 individui[44], pari all'1,5% dei residenti[45].



Lingue e dialetti |


La variante del sardo parlata a Iglesias è il campidanese comune.



Tradizioni e folclore |


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Riti della Settimana Santa |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Riti della Settimana Santa in Sardegna § Iglesias.

Particolarmente suggestivi risultano essere ad Iglesias i riti della settimana di Pasqua organizzati dalla antica Arciconfraternita del Santo Monte[46]. La confraternita è attiva da cinque secoli come dimostrano le cronache del Seicento, si legge infatti che il 16/06/1616 arriva l'elevazione al rango di Arciconfraternita.


L'attività della stessa si manifestava nei tempi passati come l'assistenza ai condannati a morte ed ai malati oggi invece con l'aiuto alle persone più bisognose che stanno ai margini della società. I riti della settimana santa non hanno subito particolari modifiche nel corso dei tempi e mantengono una impostazione fondamentalmente simile, le pochissime novità portate sono minime ed essenziali. I "confratelli" che formavano la associazione erano di provenienza nobile e appartenevano alle famiglie più in vista della città.


La gerarchia interna della confraternita è composta da un Conservatore, da un vice Conservatore, un Tesoriere, un Segretario e dal Sacrista Maggiore che hanno funzione di regolare le attività che vengono dirette e realizzate dal Corpo dei Confratelli o "Germani". L'abito di questi ultimi che si apprezza durante i riti è di chiara ispirazione e influenza spagnola, esso è bianco, lungo fino ai piedi e composto da un cappuccio con una visiera abbassata (sa visiera) dove compaiono solamente due fori per gli occhi. Il martedì santo si svolge la processione detta "dei misteri" vengono infatti portati sette simulacri che ricordano la passione di Cristo, essi rappresentano Gesù che prega nell'orto degli ulivi, la sua cattura, la flagellazione, l'Ecce Homo, la salita verso il Calvario, la Crocifissione e la Maria Addolorata. Le statue sono portate a spalla dai "Babballottis" tipica figura dei riti Iglesienti.


Il mercoledì santo si procede alla benedizione e distribuzione ai fedeli dei rami di ulivo che adornavano la statua di Gesù che pregava nelle processione dei misteri. Il giovedì santo a sera il Santissimo Sacramento viene solennemente esposto. È solito visitare queste cappelle dette delle Reposizione. Per questo motivo, per antichissima tradizione, il Santo Monte sortisce in processione per compiere questo atto di pietà e di fede accompagnato dalle altre confraternite cittadine (Santissimo Sacramento e San Giuseppe).


A questa processione partecipano adulti e bambini con la tradizionale abito da babbalotti: quest'abito ricorda quello degli antichi flagellanti che sin dal XIII secolo caratterizzavano con la loro presenza i principali momenti di fede della città. Rigorosamente incappucciati, come d'altra parte i Germani del santo monte, sfilano per i selciati della città vecchia in religioso raccoglimento, scortando il simulacro della Vergine Addolorata. Il tamburo e la matraccas (comprese quelle enormi che aprono il corteo) avvisano e scandiscono lo snodarsi del corteo.


Il venerdì Santo è sicuramente il giorno più suggestivo della settimana santa, i Germani provvedono in strettissimo riserbo alla deposizione del crocifisso alle 15.00 in punto e poi iniziano i lunghi preparativi per la processione detta del "descenso" che inizia in tarda serata nelle vie del centro storico illuminate con della torce accese lungo i muri, il corteo inizia con la presenza de "Is Vexillas" con gli strumenti della Passione di Cristo, poi è il turno di San Giovanni e la Maddalena due bambini vestiti con abiti di foggia orientaleggiante accompagnati dagli Obrieri del Descenso che sono i due Germani responsabili della deposizione del Crocifisso e dei dettagli organizzativi di questa processione, poi passano "Is Varonis" che rappresentano le figure di Giuseppe di Arimatea e Nicodemo accompagnati da due servi, poi è la volta del baldacchino con il Gesù morto portato a spalle dai fedeli, la statua è a grandezza naturale opera artistica del XVII secolo. Dietro il baldacchino con Gesù senza vita la statua dell'Addolorata scortata dai componenti dell'Arciconfraternita, dietro di loro la grande croce lignea portata dai "Penitenti".



Festa di Sancta Maria di Mezo di Gosto |




Gremio dei lavoratori e artigiani di Iglesias






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Lo stesso argomento in dettaglio: Festa di Sancta Maria di Mezo di Gosto.

La Festa di Sancta Maria di Mezo Gosto[47], conosciuta in città come Processione dei Candelieri in onore dell'Assunta, è una manifestazione storica di carattere religioso di origine medievale, riconducibile probabilmente al periodo di dominazione pisana della città, anche se non sono da escludere influenze più antiche. Tale evento si svolge il 15 agosto nelle vie del centro storico iglesiente, che per l'occasione si trasforma, mostrando la fortissima devozione dei suoi abitanti in onore della Vergine Assunta. La suddetta processione è ampiamente documentata nel Breve di Villa di Chiesa, che descrive nei minimi particolari il numero e il gremio o quartiere di appartenenza dei Candelieri, e quali personalità civili prendevano parte in maniera ufficiale alla Processione.


I Candelieri sono delle grandi macchine votive alte 4 metri e hanno bisogno di 16-20 persone per essere trasportati. Attualmente essi sono 8 e sono così suddivisi: Università di Villa, Gremio della Montagna, Gremio dei Vinajuoli, Gremio dei Lavoratori-Artigiani, Quartiere di Santa Chiara, Quartiere di Mezo, Quartiere di Fontana, Quartiere di Castello.


La rinascita della Festa è avvenuta nel 1992 grazie al ritrovamento e al restauro della colonna di un candeliere (probabilmente appartenente al quartiere di Santa Chiara), nell'aula capitolare della Cattedrale. Come conseguenza di questo rinvenimento, si formò poi nel 1993 l'Associazione dei Candelieri B.V. Assunta (con Statuto approvato nel 1996 dall'allora Vescovo di Iglesias Mons. Arrigo Miglio), che ogni anno cura ogni aspetto organizzativo della manifestazione insieme ai portatori della Vergine Dormiente e agli obrieri dei quartieri e dei gremi storici iglesienti.



Corteo storico medioevale |




Immagini del corteo del 2014


Tra le varie manifestazioni che si svolgono ad Iglesias una delle più importanti è senza dubbio rappresentata dal "Corteo storico medioevale" che si svolge per le strade della cittadina mineraria il 13 di agosto. Il corteo è un evento molto particolare e suggestivo soprattutto per la bellezza degli indumenti tipici medioevali che vengono indossati da centinaia di partecipanti. La manifestazione si svolge nel cuore della cittadina medioevale percorrendo le vie del centro storico, i partecipanti sfilano accompagnati dal suono dei tamburi, delle chiarine e dalle evoluzioni molto particolari degli sbandieratori.


I figuranti che partecipano alla sfilata sono intorno alle 500 unità e appartengono ai quattro Quartieri Storici della città di Iglesias (Castello, Santa Chiara, Fontana e il Quartiere di Mezo) ed alle associazioni, corporazioni e gruppi storici cittadini (Società Balestrieri Villa Ecclesiae, Associazione Balestrieri Iglesias, Gruppo Storico Musici Porta Sant'Antonio, Compagnia dell'Arco, Gruppo Storico Antiche Porte, Corporazione Vignaiuoli Contadini e Tavernari, Corporazione Lavoratori di Fosse, Saggitarii Vagantes, Sbandieratori di S.Guantino del Quartiere Castello) e di altri sodalizi soprattutto di alcuni comuni toscani come Pisa, Lucca, San Sepolcro, Castiglion Fiorentino, Massa Marittima e altri ancora.


Il corteo medioevale nato nel 1995, fu organizzato dal quartiere Castello. Il corteo si ispira all'amministrazione pisana in Villa di Chiesa (Iglesias secolo XIV) e propone attraverso la ricostruzione dei costumi, la borghesia toscana che viveva in città, fino dal tempo del conte Ugolino della Gherardesca icona storica di questa bella città che conserva un taglio toscano nell'urbanistica e nella cultura alla quale si ispira appunto il corteo storico medioevale. È organizzato dalla S.Q.M.V.E. (Società Quartieri Medioevali Villa Ecclesiae) e il Comune di Iglesias che sono riusciti, con l'apporto fondamentale dei gruppi cittadini in costume, a fare dell'Estate Iglesiente un appuntamento con la storia e lo spettacolo unico nel suo genere in tutta la Sardegna. La fama del corteo ha attraversato i confini regionali e oramai è un appuntamento di livello nazionale inserito in tutti i siti web che trattano di turismo, cultura e tradizioni.




Abiti tradizionali di Iglesias alla processione di Sant'Efisio




La sfilata alla Cavalcata sarda



Costumi tradizionali |


I costumi tipici di Iglesias sono influenzati dai costumi spagnoli. Gli abiti tradizionali femminili sono: la "Nostrada", con la "mantiglia" di seta bianca e celeste e la "Massaia", con la mantelletta di panno e la gonna rossa, plissettata. L'abito maschile tipico è di orbace nero accompagnato talvolta, durante le cerimonie, da un giubbetto di panno o velluto azzurro, indossato in passato dai più abbienti. Fra i copricapi utilizzati dagli uomini particolare interesse desta il cappello nero a falda larga somigliante agli analoghi copricapi spagnoli.



Istituzioni, enti e associazioni |


Iglesias ospita una sede dell'ex provincia di Carbonia-Iglesias, i cui compiti sono stati rilevati da quella del Sud Sardegna. Inoltre nella città ha sede l'IGEA, la società di proprietà della Regione Autonoma della Sardegna che gestisce il parco geominerario storico ed ambientale della Sardegna.


Due i nosocomi presenti nel centro iglesiente, l'ospedale Santa Barbara ed il Centro Traumatologico Ortopedico (CTO). Un terzo ospedale, intitolato ai fratelli Crobu, è stato invece chiuso negli anni duemila e da allora è impiegato a fini ambulatoriali.



Cultura |



Biblioteche |


A Iglesias è presente una biblioteca comunale intitolata a Nicolò Canelles, vescovo nato ad Iglesias e fondatore della prima tipografia in Sardegna.



Scuole |




I.I.S.S. IT Minerario "G. Asproni"


Tra la città e le sue frazioni sono presenti 12 scuole dell'infanzia, 6 scuole primarie, 3 scuole secondarie di primo grado e 15 scuole secondarie di secondo grado.[48]



Università |


Nella frazione di Monteponi è ospitata una sede universitaria distaccata dell'Università di Cagliari, attiva al 2013 nel campo della formazione post lauream[49] ed in passato con corsi di laurea attivati in loco o in videoconferenza.



Musei |



  • Museo dell'Arte Mineraria: sito al pianterreno dell'Istituto Tecnico Minerario, offre uno spaccato della vita mineraria in Sardegna. Ospita varie macchine in uso nelle miniere già dalla fine del XIX secolo, oltre a circa 400 m. di gallerie che, nate come laboratorio didattico per gli studenti, divennero rifugio antiaereo durante la II Guerra Mondiale[50].

  • Museo Mineralogico: sito all'interno Istituto Tecnico Minerario, venne istituito, per Regio Decreto, nel 1871 contestualmente alla scuola. Ospitato in due ampi saloni custodisce al suo interno numerosissimi minerali (provenienti da tutto il mondo) e fossili. Propone inoltre antichi strumenti da lavoro minerario di epoca punica, romana, pisana e aragonese. A questi sono affiancati modelli in scala di macchine da miniera.

  • Museo Diocesano: ospitato nel seminterrato della cattedrale: tre stanze seicentesche raccontano la storia della chiesa attraverso arte e documenti. È l'unico in Italia con una sezione dedicata all'architettura[51].



Teatro |


Presente in città il teatro Electra, utilizzato per opere liriche e concerti.



Cinema |


Ad Iglesias si svolge il Concorso nazionale di cinematografia Villa di Chiesa. Promosso dallo storico cineclub di Iglesias affiliato alla Federazione Italiana dei Cineclub (FEDIC), il concorso è nato nel 1969.[52]


Dal 1999 il Centro Iniziative Culturali ARCI, insieme alla Cineteca Sarda e alla Società Umanitaria, organizza il Festival del Cinema del Mediterraneo[53].



Geografia antropica |




Via del centro storico



Suddivisioni storiche |


Oltre ai quattro quartieri storici che formano il centro medioevale della città che sono: Fontana, Castello, Santa Chiara e Mezo, vi sono altri rioni che si sono sviluppati con la moderna espansione della città. Tra questi i più importanti sono: Campo Romano, Col di lana, Is Arruastas, Monte Figus, Monteponi, Palmari, Sant'Antonio, Valverde, Serra Perdosa, Vergine Maria, e la località Villamarini.


Il territorio comunale comprende anche l'isola amministrativa di San Marco, avente una superficie di 17,48 km².



Frazioni |


Il comune comprende anche le frazioni e località di Acquaresi, Barega, Bindua, Corongiu, Masua, Monte Agruxiau, Nebida, San Benedetto, San Giovanni Miniera, San Marco (isola amministrativa), Seddas Moddizis, Tanì.



Economia |




Aquilino




Alfonsino



Le miniere |


Iglesias nel corso della sua storia conobbe alti e bassi a causa dell'economia quasi esclusivamente legata alle risorse minerarie. I momenti di maggior splendore vanno ricercati durante le già citate dominazioni pisana e aragonese (testimonianza di ciò la presenza di una zecca propria nella quale vennero coniate monete come il tornese, durante il governo di Guelfo della Gherardesca, l'aquilino in mistura d'argento[54] nel periodo pisano e successivamente l'alfonsino nel periodo aragonese).


Durante il dominio sabaudo, alla meta del XIX secolo, dopo secoli di semi-inattività le miniere furono rimesse a regime e sul finire del secolo il Ministro delle Finanze Quintino Sella caldeggiò l'istituzione di una scuola per capominatori, e si meritò gloria imperitura con un monumento nella piazza principale della città. Nel 1871 inoltre Iglesias sostituì Cagliari come sede del distretto minerario della Sardegna[55]. È da precisare che durante lo sfruttamento delle sue miniere per esigenze scavatorie e di trasporto dei minerali nelle gallerie, gli ingegneri del tempo ricorsero ad un'importante invenzione(l'escavatore mobile su ruote gommate, a doppia trazione e a sterzo mobile e a pala o a cucchiaio) che si diffuse poi in tutto il mondo (in seguito alla cessione del brevetto ad una società scandinava, la Atlas Copco, che la commercia ancora oggi), nota come l'autopala Montevecchio[56].




Miniera di Monteponi in attività


Nel XXI secolo, terminata l'attività estrattiva (pochissime miniere continuano a sopravvivere), Iglesias cerca di convertirsi a città turistica sfruttando le attrazioni di epoca medievale. Per raggiungere questo scopo sono nate diverse iniziative come il corteo medievale, il torneo dei balestrieri, la partita degli scacchi viventi ecc.



Siti minerari |


L'area di Iglesias e in generale dell'Iglesiente è particolarmente ricca di miniere e di aspetti legati alla loro millenaria attività.
Le miniere più importanti sono insediate nel cosiddetto “anello metallifero dell'Iglesiente”, dove le mineralizzazioni di piombo, argento e zinco sono insediate nelle formazioni geologiche carbonatiche che, con oltre 500 milioni di anni di età, sono le più antiche rocce d'Italia datate paleontologicamente. Notevolissime sono anche le testimonianze dell'attività estrattiva nel periodo medievale di cui la stessa città di Iglesias ne è espressione.


Nel territorio comunale di Iglesias sono presenti le seguenti miniere dismesse:









  • Miniera di Acquaresi.

  • Miniera di Baueddu.

  • Miniera di Cabitza.

  • Miniera di Campo Pisano.

  • Miniera di Cruccueu - Su Salixi Nieddu.

  • Miniera di Fontanamare o Funtanamare.

  • Miniera di Genna Luas.

  • Miniera di Genna Rutta (Genna Arrutta).

  • Miniera di Macciurru.

  • Miniera di Malacalzetta.

  • Miniera di Marganai.

  • Miniera di Masua - Porto Flavia.






  • Miniera di monte Agruxiau.

  • Miniera di Montecani.

  • Miniera di Monteponi.

  • Miniera di monte Scorra e Pitzu Luas.

  • Miniera di Nebida.

  • Miniera di Pala Is Luas e Coremò.

  • Miniera di Reigraxius.

  • Miniera di San Benedetto. Concessioni minerarie di questa miniera: Pala de Is Luas e Sedda Mucciui.

  • Miniera di San Giorgio.

  • Miniera di San Giovanni.






Infrastrutture e trasporti |



Strade |


Iglesias è raggiunta dalle seguenti strade:



  • la Statale 126 Tangenziale, che permette il collegamento con Gonnesa e con Carbonia ed il resto del Sulcis in direzione sud e con Fluminimaggiore, Guspini, vari comuni del Campidano e con la Statale 131 in direzione nord.

  • la Statale 130, realizzata a 4 corsie, che permette il collegamento di Iglesias con Domusnovas, Musei e Siliqua, nonché con Cagliari e col suo hinterland.

  • la Provinciale 85 che collega Iglesias a Terraseo, nel comune di Narcao, e con la Provinciale 2 per Villamassargia, Carbonia e Portoscuso.

  • la Provinciale 86 per Villamassargia.



Ferrovie |




Vista della stazione di Iglesias da via XX Settembre


Iglesias è raggiunta dalla ferrovia Decimomannu-Iglesias del gruppo Ferrovie dello Stato, linea attiva dal 1872, che permette il collegamento con Decimomannu e da qui verso Cagliari. Il capoluogo regionale dista circa 55 km da Iglesias ed i tempi di percorrenza di questa relazione oscillano tra i 45 ed i 60 minuti.
La stazione ferroviaria di Iglesias è situata nella via Garibaldi, ed è il capolinea occidentale della ferrovia.






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Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Decimomannu-Iglesias e Stazione di Iglesias.

Sino al 1969 Iglesias era dotata di una seconda stazione ferroviaria, capolinea della San Giovanni Suergiu-Iglesias delle Ferrovie Meridionali Sarde, che permetteva di raggiungere in treno dalla città alcune delle sue frazioni minerarie (Monteponi, Bindua), Gonnesa, Carbonia, San Giovanni Suergiu e i comuni dell'isola di Sant'Antioco. Tali collegamenti sono oggi espletati con autocorse.



Autolinee |


Il servizio di autolinee extraurbane è espletato dall'ARST, le cui corse permettono il collegamento col resto del territorio del Sulcis-Iglesiente, con Cagliari e con il Guspinese. Iglesias ospita una delle 8 sedi territoriali della società (con annesse officine e deposito), nell'area già sede sino al 2008 delle Ferrovie Meridionali Sarde.



Mobilità urbana |


Il trasporto urbano ad Iglesias è sempre gestito dall'ARST, che esercita tre autolinee:



  1. Piazza Q.Sella - Bindua


  2. San Benedetto - Corongiu


  3. San Benedetto - Barega.


I mezzi utilizzati sono Mercedes-Benz Sprinter City , Man Lion's City ed Irisbus Cityclass.



Amministrazione |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Sindaci di Iglesias.



Commemorazione del 4 novembre 1932 ad Iglesias; si riconoscono il maggiore Pietro Fontana, sindaco della città (terzo in prima fila da destra) e suo figlio il colonnello Sardus (terzo in prima fila da sinistra)


























































































































































































































































Periodo
Primo cittadino
Partito
Carica
Note

1943

1949
Carlo Meloni

PSDI

Sindaco


1949

1952
Ruggero Pintus

PSI

Sindaco


1952

1952
Antonio Isola


Commissario prefettizio


1952

1956

Giuseppe Tocco

PSI

Sindaco


1956

1956
Onofrio Galletto


Commissario prefettizio


1956

1957
Enrico Parodi


Commissario straordinario


1957

1958

Giuseppe Tocco

PSI

Sindaco


1958

1958
Pietro Saragat

PSI

Sindaco


1958

1960
Enrico Parodi


Commissario straordinario


1961

1961
Armando Congiu

PCI

Sindaco


1961

1964
Giuseppe Colia

PSI

Sindaco


1965

1967
Pietro Saragat

PSI

Sindaco


1968

1968
Carlo Meloni

PSDI

Sindaco


1968

1975
Giuseppe Colia

PSI

Sindaco


1975

1975
Pietro Pibiri

PSI

Sindaco


1976

1980
Vittorio Valenti

PSI

Sindaco


1980

1987

Paolo Fogu

PSI

Sindaco


1987

1990
Ivo Pinna

PSI

Sindaco


1990

1992
Bruno Pissard

PSI

Sindaco


1992

1993

Francesco Macis

PDS

Sindaco


1993

1993
Giorgio Fadda


Commissario Prefettizio


1993

1999

Mauro Pili

Lista civica

Sindaco


1999

2000
Andreina Farris


Commissario Prefettizio


2000

2005
Paolo Collu

centro-destra

Sindaco


2005

2010
Pierluigi Carta

centro-sinistra

Sindaco


2010

2011
Antonio Ghiani

Commissario Regionale


2011

2012
Luigi Perseu

centro-destra

Sindaco


2012

2013
Antonio Ghiani

Commissario Regionale


2013

2018
Emilio Agostino Gariazzo

centro-sinistra

Sindaco


2018

in carica
Mauro Usai

centro-sinistra

Sindaco



Gemellaggi |




  • Germania Oberhausen, dal 2002


  • Italia Pisa, dal 2009



Sport |



Calcio |


La principale squadra di calcio della città è F.C. Monteponi Iglesias che milita nel girone A sardo di Promozione. È nata nel 1925.



Calcio a 5 |


Nel calcio a 5 i colori cittadini sono portati dalla Futsal Glema San Pio X che milita nel campionato di serie C1; è inoltre l'unica società ad avere un settore giovanile nel Sulcis Iglesiente militando nel campionato allievi.



Altri sport |


Nata nel 1997 L'Azzurra 2000 da 20 anni promuove la Ginnastica Artistica e con le sue allieve e allievi rappresenta la città di Iglesias a livello regionale e negli ultimi 15 anni anche a livello nazionale partecipando alle finali nazionali organizzate dalla Federazione Ginnastica D'Italia dal 2002 al 2010 a Fiuggi dal 2011 al 2016 a Pesaro nel 2017 a Rimini.


Per quanto riguarda la pallavolo maschile è rappresentata dalla Comer Volley Iglesias che milita nel campionato di B1 nazionale maschile ed in 1ª Divisione. In serie C femminile invece milita la Sardegna Piscine Volley Iglesias, mentre in serie D partecipa la Volley Futura Iglesias.


La città è rappresentata anche nel campionato italiano di baseball in Serie B nazionale (dopo aver vinto il campionato di serie C2 regionale nel 2008 e quello di C1 nazionale nel 2009) dall'Iglesias Baseball e nel campionato italiano di softball Maschile dall'Iglesias Softball militante in serie A nel girone A.


Il basket è in città con la società Basket Iglesias 2010, che partecipa ai campionati seniores e a vari campionati giovanili dal minibasket al under 18.


Nell'atletica si distingue la Jolao, che ha lanciato tra gli altri il pluricampione italiano di salto in lungo Nicola Trentin. Presente in città anche l'Atletica Iglesias, attiva nei settori giovanili e master.



Note |




  1. ^ ab Fonte Tuttitalia da Dati Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2017.


  2. ^ DiPI Online - Dizionario di Pronuncia Italiana, su dipionline.it. URL consultato il 29 ottobre 2013.


  3. ^ Iglesias, dizionario.rai.it. URL consultato il 14 agosto 2011.


  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, GARZANTI, 1996, p. 327.


  5. ^ Salvatore Colomo, Sardegna - Guida alle Coste, Cagliari, Società Editrice L'Unione Sarda, 2010.


  6. ^ Cala Domestica, su Unionesarda.it. URL consultato il 13 maggio 2011.


  7. ^ Geoportale nazionale, su pcn.minambiente.it. URL consultato il 13 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2011).


  8. ^ Sardegna Mappe, su Sardegnageoportale.it, Regione Autonoma della Sardegna. URL consultato il 18 novembre 2016.


  9. ^ Francesco Cesare Casula, p.293


  10. ^ Massimo Pittau, Il nome di Iglesias, su pittau.it, 9 marzo 2017.


  11. ^ La collezione Pistis-Corsi ed il patrimonio archeologico del Comune di Iglesias


  12. ^ Francesco Cesare Casula, p.111


  13. ^ www.sardegnacultura.it, Iglesias, chiesa di San Salvatore


  14. ^ Francesco Cesare Casula, p.185-187


  15. ^ abcd Il medioevo di Villa di Chiesa appunti di storia e archeologia, su Academia.edu. URL consultato il 18 aprile 2015.


  16. ^ Francesco Cesare Casula, p.291


  17. ^ Iglesias, castello di Salvaterra, su SardegnaCultura.it. URL consultato il 18 aprile 2015.


  18. ^ Medieval European Coinage: Volume 14, South Italy, Sicily, Sardinia: With a Catalogue of the Coins in the Fitzwilliam Museum, Cambridge pp.289-290


  19. ^ abc Francesco Cesare Casula, p.294


  20. ^ ab Marco Tangheroni, p.81


  21. ^ Marco Tangheroni, p.82


  22. ^ Fonti sulla fine della signoria di Guelfo e Lotto della Gherardesca in Sardegna, su academia.edu, 2013. URL consultato il 16 gennaio 2017.


  23. ^ Marco Tangheroni, p.83


  24. ^ Enrico Artifoni, Storia medievale, p.471


  25. ^ .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    Scheda del libro Il breve di Villa di Chiesa, Sara Ravani (2011)[collegamento interrotto]



  26. ^ Marco Tangheroni, p.226-227-228


  27. ^ Touring club italiano, Sardegna, su books.google.it. URL consultato il 18 aprile 2015. p.200


  28. ^ "[...si noti che "guelco" o "guerco", ad indicar tuttavia il compratore e fonditore della vena cavata nel territorio trovasi, insieme con molte altre parole di sicura o presumibile origine germanica nel Breve di Villa di Chiesa, in Sardegna, città che deve la sua origine alle ricche vene di piombo argentifero e che ebbe fra i suoi lavoratori anche tedeschi, come maestri e soci...]" da "Medio Evo italiano", Gioacchino Volpe - Sansoni 1961


  29. ^ Francesco Cesare Casula, p.298


  30. ^ Francesco Cesare Casula, p.419


  31. ^ Roberto Farinelli,Giovanna Santinucci, I codici minerari nell’Europa preindustriale: archeologia e storia p.46


  32. ^ Marco Tangheroni, p.335


  33. ^ Marco Tangheroni, p.403


  34. ^ I Capi Giurati e Sindaci della Città di Iglesias dal 1500 ai giorni nostri


  35. ^ Ripopolamento e progresso economico del Sulcis dal XVIII al XX secolo - di Carlo Pillai Archiviato il 25 agosto 2012 in Internet Archive.


  36. ^ Osvaldo Baldacci - I fondamenti geografici dello sviluppo di Iglesias in Studi Sardi :.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}



    «Gli abitanti della vecchia Città di Iglesias costruirono casette nelle lontane campagne per immagazzinare derrate e sorvegliare i pastori, i Furriadroxus, riunite più tardi in borgate (boddeus o oddeus) e poi costituitesi alcune in Comune, autonomo da Iglesias, nel ‘800.»





  37. ^ Stefano Musso-Tra fabbrica e società: Mondi operai nell'Italia del novecento pg.315


  38. ^ Nuccio Guaita-Minatori bergamaschi a Monteponi (1857-58)


  39. ^ Vittorio Angius, Città e villaggi della Sardegna dell'Ottocento : Icnhusa-Ozieri (Riedizione delle parti relative alla Sardegna del Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, editore G. Maspero e G. Marzorati) (PDF), a cura di Luciano Carta, Ilisso Edizioni, 2006 [1833-1856], pp. 607-642(609-644 nel pdf), ISBN 978-88-89188-89-7. URL consultato il 13 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 3 dicembre 2013).


  40. ^ * Francesco Floris (a cura di), La Grande Enciclopedia della Sardegna - 5º volume (PDF), Sassari, Editoriale La Nuova Sardegna, 2007, p. 89. URL consultato il 15 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2012).


  41. ^ Enti locali: approvato nuovo assetto territoriale e nominati amministratori straordinari, Regione Autonoma della Sardegna, 20 aprile 2016. URL consultato il 27 maggio 2016.


  42. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.


  43. ^ Sardegna 24 - Un'Isola spaccata in due tra spopolamento e povertà , 30 ottobre 2011 Archiviato il 31 ottobre 2011 in Internet Archive.


  44. ^ Cittadini Stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2015, su Istat.it. URL consultato il 25 agosto 2016.


  45. ^ cfr Bilancio demografico anno 2015, su Istat.it. URL consultato il 25 agosto 2016.


  46. ^ Sito ufficiale Arciconfraternita del Santo Monte Iglesias


  47. ^ I candelieri, Pro Loco di Iglesias. URL consultato il 7 febbraio 2014.


  48. ^ Scuole di Iglesias, su tuttitalia.it. URL consultato il 12 ottobre 2016.


  49. ^ Consorzio AUSI, Riepilogo attività svolte dal 1996 al 2013 (PDF), su consorzioausi.it. URL consultato il 23 luglio 2014.


  50. ^ Sito ufficiale del Museo dell'Arte Mineraria


  51. ^ Diocesi di Iglesias :: Aperto il Museo della Diocesi: il Vangelo scritto negli oggetti, su www.diocesidiiglesias.it. URL consultato il 27 ottobre 2016.


  52. ^ Sardegna Film Commission - Festival - Villa di Chiesa, su filmcommission.regione.sardegna.it. URL consultato il 30 novembre 2017.


  53. ^ (EN) Chi siamo, su www.arciiglesias.com. URL consultato il 30 novembre 2017.


  54. ^ Giorgio Viani, Villa di Chiesa volgarmente detta Iglesias, in Rivista italiana di numismatica, Milano, 1892.


  55. ^ Distretto minerario, lo scippo si ripete, in La Nuova Sardegna, 18 settembre 2009. URL consultato il 28 luglio 2012.


  56. ^
    Igea SPA Interventi Geo Ambientali - Museo Macchine da miniera[collegamento interrotto]




Bibliografia |



  • Francesco Cesare Casula, La Storia di Sardegna, Sassari, Carlo Delfino Editore, 1994.

  • Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, 2 (E-L), Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.

  • Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007.

  • Marco Tangheroni, La città dell'argento: Iglesias dalle origini alla fine del Medioevo., Napoli, Liguori Editore, 1985.



Voci correlate |



  • Breve di Villa di Chiesa

  • Candelieri di Iglesias

  • Carbonia

  • Cattedrale di Santa Chiara

  • Galanziere

  • Iglesiente

  • Lingua sarda campidanese

  • Monteponi Iglesias

  • Miniere del Sulcis-Iglesiente

  • Stazione di Iglesias

  • Stazione di Iglesias (FMS)

  • Storia mineraria della Sardegna



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikimedia Commons



  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Iglesias


Collegamenti esterni |



  • La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.

  • Mediateca del Comune di Iglesias, su mediatecaiglesias.it.

  • Associazione Turistica Pro Loco Iglesias, su prolocoiglesias.it.

  • Museo dell'Arte Mineraria, su museoartemineraria.it.


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