Giorgio VI del Regno Unito
.mw-parser-output .nota-disambigua{clear:both;margin-bottom:.5em;border:1px solid #CCC;padding-left:4px}.mw-parser-output .nota-disambigua i{vertical-align:middle}
Giorgio VI | |
---|---|
Re Giorgio VI negli anni '40. | |
Re del Regno Unito, d'Irlanda e dei Dominion britannici d'oltremare | |
In carica | 11 dicembre 1936 - 6 febbraio 1952[1] |
Incoronazione | 12 maggio 1937 |
Predecessore | Edoardo VIII |
Successore | Elisabetta II |
Imperatore d'India[2] | |
In carica | 11 dicembre 1936 – 15 agosto 1947 |
Predecessore | Edoardo VIII |
Successore | Nessuno[3] |
Duca di York | |
Predecessore | Giorgio V del Regno Unito |
Successore | Andrea, duca di York |
Nome completo | Albert Frederick Arthur George |
Trattamento | Maestà reale e imperiale[4] |
Altri titoli | Capo del Commonwealth Signore di Man Capo supremo della Chiesa d'Inghilterra |
Nascita | Sandringham, Norfolk, 14 dicembre 1895 |
Morte | Sandringham, Norfolk, 6 febbraio 1952 |
Sepoltura | Saint George's Chapel, Castello di Windsor, 15 febbraio 1952 |
Casa reale | Windsor |
Dinastia | Sassonia-Coburgo-Gotha Windsor |
Padre | Giorgio V |
Madre | Mary di Teck |
Consorte | Elizabeth Bowes-Lyon |
Figli | Regina Elisabetta II Principessa Margaret |
Religione | Chiesa anglicana |
Giorgio VI (nato Albert Frederick Arthur George; Sandringham, 14 dicembre 1895 – Sandringham, 6 febbraio 1952) è stato re del Regno Unito e degli altri Domini britannici d'oltremare dall'11 dicembre 1936 fino al 6 febbraio 1952, giorno della sua morte. Fu l'ultimo Imperatore d'India fino al 15 agosto 1947, pur mantenendo il titolo fino al 22 giugno 1948. Fu anche l'ultimo sovrano britannico a essere re di tutta l'Irlanda; infatti, sebbene l'Irlanda fosse divenuta una repubblica nel 1937, il sovrano mantenne comunque il controllo fino al 1949 e il titolo fino alla morte. Era il padre dell'attuale sovrana Elisabetta II e di sua sorella Margaret.
Nacque dall'unione tra il duca di York, in seguito divenuto re Giorgio V, e la principessa Mary di Teck, secondogenito dopo il fratello Edoardo.
Nel 1920 fu nominato dal padre duca di York e conte di Inverness. Nel 1923 sposò nell'abbazia di Westminster lady Elizabeth Bowes-Lyon, dalla quale ebbe le due figlie, Elisabetta e Margaret. L'11 dicembre 1936, in seguito all'abdicazione del fratello Edoardo VIII, salì al trono prendendo il nome di Giorgio VI, poiché il suo primo nome Albert suonava troppo tedesco.
Fu incoronato il 12 maggio 1937 nell'abbazia di Westminster insieme alla moglie, la regina Elizabeth Bowes-Lyon; questa fu la prima incoronazione trasmessa dalla radio e registrata per la riproduzione privata dalla BBC.
Evento centrale del suo regno fu la seconda guerra mondiale, combattuta dal Regno Unito, alleato della Francia e poi degli Stati Uniti, contro l'Asse italo-tedesca. Durante tutta la guerra, e in modo particolare durante il difficile periodo dei bombardamenti su Londra, seppe conquistare la stima e l'affetto dei suoi sudditi, rimanendo sempre saldamente al suo posto e rifiutando ogni fuga, contribuendo anzi, con i suoi discorsi radiofonici, a tenere alto il morale del paese durante la resistenza all'attacco subito dalla Germania nazista.[5]
Nel dopoguerra fu tra i principali promotori della ripresa economica e sociale del Regno Unito.
Indice
1 Biografia
1.1 Nascita e famiglia
1.2 Primi anni
1.3 L'educazione e la carriera militare
1.4 Matrimonio
1.5 Un re riluttante
1.6 Gli anni di regno
1.7 Dall'Impero al Commonwealth
1.8 Massoneria
1.9 Malattia e morte
2 Filmografia
3 Onorificenze
3.1 Onorificenze britanniche
3.2 Onorificenze straniere
3.3 Titoli e gradi militari inglesi e del Commonwealth
3.4 Titoli e gradi militari stranieri
4 Albero genealogico ascendente per quarti
5 Discendenti
6 Nella cultura di massa
7 Note
8 Voci correlate
9 Altri progetti
Biografia |
Nascita e famiglia |
Giorgio VI nacque allo York Cottage, presso Sandringham House a Norfolk, durante il regno della regina Vittoria. Suo padre era allora il principe Giorgio, duca di York, poi divenuto re col nome di Giorgio V, il secondo e il maggiore dei figli sopravvissuti del principe Edoardo del Galles, futuro Edoardo VII. Sua madre era Maria di Teck, duchessa di York, figlia maggiore del duca Francesco di Teck e della principessa Maria Adelaide di Cambridge.
Il giorno del suo compleanno, 14 dicembre 1895, coincideva con l'anniversario della morte del suo bisnonno, Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, principe consorte della regina Vittoria e, proprio in onore dell'augusto defunto, il nuovo principe venne battezzato coi nomi di Alberto Federico Arturo Giorgio alla chiesa di Santa Maddalena presso Sandringham House, tre mesi dopo la nascita.[6] Come pronipote della regina Vittoria, egli ottenne immediatamente il titolo di "sua altezza il principe Alberto di York", anche se in famiglia venne conosciuto informalmente con il soprannome di "Bertie".[7] Ad ogni modo, sua nonna materna, la duchessa di Teck non approvava il nome dato al bambino e scrisse profeticamente che si augurava che egli utilizzasse l'ultimo dei suoi nomi, Giorgio appunto.[8]
Alberto, come era conosciuto, era il quarto in linea di successione al trono, dopo suo nonno, suo padre e suo fratello maggiore, il principe Edoardo.
Primi anni |
Nel 1898, la regina Vittoria rilasciò una lettera patente con la quale concesse anche ai pronipoti il titolo di "altezze reali".
Alberto venne sovente descritto come pauroso e incerto nelle sue azioni.[9] I suoi genitori, il duca e la duchessa di York, erano spesso lontani dai loro figli e non potevano crescerli passo dopo passo, così come si richiedeva per le famiglie aristocratiche dell'epoca. Il principe venne forzato a scrivere con la mano destra, anche se era naturalmente mancino. Egli soffrì inoltre di cronici problemi di stomaco, di un certo grado di balbuzie e di una leggera deformazione alle ginocchia che lo costrinse a indossare spesso delle steccature correttive.[10]
La regina Vittoria morì il 22 gennaio 1901 e il principe di Galles le succedette col nome di Edoardo VII, mentre suo figlio il duca di York, divenne principe di Galles. Il principe Edoardo divenne così il secondo in linea di successione e Alberto scalò al terzo posto.
L'educazione e la carriera militare |
Dal 1909, Alberto frequentò il Royal Naval College, Osborne come cadetto della marina reale d'Inghilterra. Egli si dimostrò l'ultimo della classe nell'esame finale, ma malgrado questo passò al Royal Naval College di Dartmouth nel 1911.[11] Quando Edoardo VII morì il 6 maggio 1910, il padre di Alberto divenne re con il nome di Giorgio V, suo fratello Edoardo divenne principe di Galles il 2 giugno 1910 e Alberto divenne il secondo in linea di successione.
Alberto entrò in servizio in marina il 15 settembre 1913 e l'anno dopo prese subito servizio nella prima guerra mondiale, col nome in codice di "Mr. Johnson".[12] Egli seguiva però le azioni militari dalla torretta di avvistamento della HMS Collingwood, mentre la nave da guerra era impegnata in guerra contro la flotta tedesca nella battaglia dello Jutland (31 maggio – 1º giugno 1916), un'azione inizialmente indecisa che poi si rivelò una vittoria strategica per la Gran Bretagna, ma il principe non poté seguire molte altre azioni del conflitto in quanto si ammalò di ulcera duodenale.[13] Nel febbraio del 1918 venne nominato ufficiale in carico nella Royal Naval Air Service a Cranwell.[14] Con la fondazione della Royal Air Force due mesi dopo, passò dalla marina in questo nuovo corpo d'arma.[13] Egli venne nominato quindi comandante del 4º squadrone a Cranwell e ivi rimase sino all'agosto del 1918.[14] Durante le ultime settimane di guerra, Alberto prestò servizio nello staff dirigenziale della Independent Air Force che aveva il suo quartier generale in Francia, a Nancy.[15] A seguito dello scioglimento della Independent Air Force nel novembre del 1918, egli tornò nello staff della Royal Air Force.[16]
Nell'ottobre del 1919 Alberto frequentò il Trinity College di Cambridge dove ebbe modo di studiare storia, economia e diritto civile per un anno.[17] Il 3 giugno 1920 venne nominato duca di York, conte di Inverness e barone di Killarney.[18] Quindi, iniziò ad occuparsi degli affari di corte, rappresentando il padre nella visita di alcune miniere di carbone, fabbriche e cantieri ferroviari, ottenendo il soprannome di "Principe industriale".[19]
La sua naturale timidezza e la sua laconicità lo facevano apparire molto meno impositivo del fratello Edoardo; amava tenersi in forma con sport come il tennis.
Matrimonio |
In un'epoca in cui i reali si imparentavano tra di loro, colpisce il fatto che Alberto abbia ottenuto una quasi totale libertà di scelta sulla propria consorte. Nel 1920 incontrò infatti Elizabeth Bowes-Lyon, la figlia minore di Claude Bowes-Lyon, XIV conte di Strathmore e Kinghorne e della contessa Cecilia, e se ne innamorò follemente al punto da pretendere di sposarla.[20]
Anche lady Elizabeth era discendente del re Roberto I di Scozia e del re Enrico VII d'Inghilterra, anche se secondo le leggi inglesi era considerata una nobile di basso rango. Ella in un primo momento rifiutò per ben due volte la proposta, dal momento che rifiutava le rigidità formali della vita di corte, anche se alla fine cedette per vero amore.[21]
La coppia si sposò il 26 aprile 1923 nell'abbazia di Westminster. La neo-fondata British Broadcasting Company trasmise l'evento in diretta via radio, ma il capitolo della cattedrale era contrario, anche se il decano Herbert Edward Ryle era favorevole all'idea.[22] Lady Elizabeth ottenne il titolo di altezza reale e quello di duchessa di York dopo il matrimonio, anche se la sua unione venne considerata completamente innovativa per l'epoca, e segno di un forte cambiamento in atto nelle dinastie europee.[23]
Il duca e la duchessa di York ebbero due figlie, Elisabetta (detta "Lilibet"), che sarà il successore di Giorgio VI, e la principessa Margaret, contessa di Snowdon. I duchi di York e la loro famiglia conducevano un'esistenza piuttosto appartata nella loro residenza londinese, al 145 di Piccadilly. Uno dei primi meriti che giunse al principe Alberto fu quello di essere nominato governatore generale del Canada su proposta del primo ministro canadese Richard Bedford Bennett, ma egli rifiutò nel 1931 su consiglio dei ministri di stato.[24]
La duchessa di York divenne la vera tutrice del principe Alberto, aiutandolo nella composizione dei suoi documenti ufficiali, facendogli conoscere anche Lionel Logue, esperto di logopedia di origine australiana.[25] Il duca praticava sovente esercizi di respirazione per migliorare il suo eloquio ed eliminare la balbuzie di cui soffriva. Come risultato, il duca si mise alla prova nel 1927 con il tradizionale discorso d'apertura del parlamento federale australiano, che fu un successo e permise al principe di parlare con solo una piccola esitazione emotiva.[26]
Un re riluttante |
.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}
Il 20 gennaio 1936, re Giorgio V morì e il principe Edoardo venne chiamato a succedergli ascendendo al trono col nome di Edoardo VIII. Dal momento che Edoardo non aveva figli, Alberto diventò l'erede al trono designato. Dopo meno di un anno, però, l'11 dicembre 1936, Edoardo VIII abdicò al trono in modo da essere libero di sposare la propria amante, la divorziata americana Wallis Simpson. Edoardo, anche grazie alle consultazioni con il primo ministro Stanley Baldwin, era cosciente che non avrebbe potuto mantenere la carica di re sposando una donna divorziata e per di più di dubbia condotta etica. Per questo Edoardo scelse di abdicare in favore del fratello piuttosto che abbandonare il suo amore, anche se Alberto si presentava riluttante ad accettare la corona che gli veniva proposta. Il giorno dopo l'abdicazione, egli si recò a Londra per incontrare la madre, la regina Maria.
Gli anni di regno |
Alberto assunse il nome di Giorgio VI per enfatizzare la continuità nominale con suo padre e incoraggiare i sudditi a riprendere fiducia nella monarchia dopo lo scandalo di suo fratello.[27] L'inizio del regno di Giorgio VI venne contraddistinto dalla necessità di inquadrare titolarmente il fratello Edoardo, rinunciatario della corona inglese, il quale con la sua abdicazione aveva perso non solo i diritti al trono, ma anche il titolo di altezza reale che pure spettava ai principi di sangue.[28] Il primo atto di regno di Giorgio VI fu quindi quello di garantire il titolo di "altezza reale" al fratello Edoardo, consentendogli di fregiarsi del titolo di duca di Windsor, stabilendo poi però con una patente che tale titolo non fosse conferibile alla moglie o ad eventuali figli della coppia. Giorgio VI venne inoltre costretto ad acquistare le residenze di Balmoral e Sandringham House dal principe Edoardo, dal momento che queste erano proprietà privata dell'erede al trono e che quindi non sarebbero passate automaticamente a Giorgio VI.[29] Tre giorni dopo la sua incoronazione, giorno del suo quarantunesimo compleanno, nominò sua moglie, la nuova regina, membro dell'ordine della Giarrettiera.[30]
L'incoronazione di Giorgio VI ebbe luogo il 12 maggio 1937, data inizialmente prevista per l'incoronazione di Edoardo VIII.[31] La sera stessa il nuovo Re dovette misurarsi con qualcosa, se è possibile, di ancora maggior coinvolgimento emotivo. La British Broadcasting Corporation, nata dieci anni prima con decreto regio, aveva organizzato la trasmissione in diretta del discorso del re in tutto il Regno Unito e nei paesi dell'Impero. Per Sua Maestà un impegno logorante, ma che fu un grande successo. Questo il discorso, preparato per settimane e registrato anche su un disco, per ogni evenienza:
.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}
«È con tutto il cuore che vi parlo questa sera. Mai prima d'ora un re appena incoronato ha potuto parlare a tutto il suo popolo nelle sue case nel giorno dell'incoronazione. La Regina e io auguriamo salute e felicità a tutti voi. Non trovo le parole per ringraziarvi dell'affetto e della lealtà alla regina e alla mia persona. Vi dico solo che, se negli anni futuri potrò darvi prova della mia gratitudine nel servirvi, è questo il modo che più d'ogni altro sceglierò. La Regina e io serberemo sempre nei nostri cuori l'ispirazione che viene da questo giorno. Che possiamo essere sempre degni della benevolenza che con orgoglio credo ci circondi dall'inizio del mio regno. Vi ringrazio di cuore e che Dio vi benedica.» |
[32]
Erano quelli gli anni in cui, anche in Inghilterra, si percepiva l'imminenza della seconda guerra mondiale contro la Germania. Il re era costituzionalmente affidato alle parole del primo ministro Neville Chamberlain, anche se dopo gli accordi di Monaco del 1938, la coppia reale si servì del primo ministro anche come figura di riferimento per la popolazione, favorendo un'interazione sociale e pubblica tra la monarchia e i politici, dal momento che la classica apparizione al balcone di Buckingham Palace era riservata unicamente ai membri della famiglia reale.[10]
Nel 1939, il re e la regina si recarono in visita in Canada, facendo tappa anche negli Stati Uniti. Da Ottawa la coppia reale venne accompagnata dal primo ministro canadese e non dal gabinetto dei ministri inglese, significativamente rappresentando il Canada anche negli atti di governo e dando un segnale di vicinanza alla popolazione oltreoceano.[33] Giorgio fu il primo monarca del Canada a visitare il Nord America, anche se già conosceva il paese avendolo visitato quando ancora ricopriva il titolo di duca di York. Il primo ministro canadese, William Lyon Mackenzie King, si augurava che la presenza dei reali in Canada avrebbe permesso di dimostrare la realtà degli statuti di Westminster del 1931, che conferivano pieni poteri ai domini coloniali inglesi, riconoscendo a ciascuna colonia una corona separata ma riunita nella persona del re d'Inghilterra. Il pubblico canadese ed americano, ad ogni modo, reagì positivamente a questa visita di stato, il che rappresentò un doppio successo per Giorgio VI che ancora sentiva di dover superare lo scandalo dell'abdicazione del fratello dalla corona inglese.[34]
Allo scoppio della guerra nel 1939, Giorgio VI e sua moglie decisero di rimanere a Londra e di non cercare la salvezza in Canada, così come il gabinetto dei ministri aveva loro suggerito. Il re e la regina ufficialmente rimanevano a Buckingham Palace anche se trascorrevano le notti prevalentemente al castello di Windsor per ragioni di sicurezza dopo i primi bombardamenti. Giorgio VI e la regina Elisabetta vissero comunque in prima persona gli avvenimenti bellici con lo scoppio di una bomba proprio nella corte principale del palazzo londinese quando loro erano in residenza.[35]
Nel 1940, Neville Chamberlain si dimise dalla carica di primo ministro e venne sostituito da Winston Churchill. Durante la guerra il re fu in “prima linea” per mantenere alto il morale della popolazione e la moglie del presidente statunitense, Eleanor Roosevelt, ammirando il gesto, si pose in prima persona nell'organizzare spedizioni di cibo al palazzo reale inglese.[36]
Al termine del conflitto nel 1945 la popolazione era entusiasta del ruolo del re negli avvenimenti bellici, tanto più che la nazione inglese era uscita trionfante dalla seconda guerra mondiale e Giorgio VI, sulla scia di quanto fatto con Chamberlain, invitò Churchill ad apparire con lui sulla balconata di Buckingham Palace.
Dall'Impero al Commonwealth |
Il regno di Giorgio VI vide inoltre l'inizio del processo di dissoluzione dell'impero coloniale britannico, processo che si concluderà però sotto il regno della figlia Elisabetta II. L'integrità del vastissimo Impero britannico aveva già dato i primi segni di cedimento dopo la dichiarazione di Balfour del 1926, anno in cui i vari dominion (Australia, Canada, Nuova Zelanda, Sudafrica) iniziarono ad essere conosciuti col nome di Commonwealth, poi formalizzato con gli statuti di Westminster del 1931.[37]
Tra l'altro l'Impero britannico aveva concesso nel 1932 l'indipendenza all'Iraq da protettorato inglese quale era, seppur questo non fosse mai entrato a far parte del Commonwealth. Questo processo garantì la riappacificazione degli stati dopo la seconda guerra mondiale e così divenne indipendente anche la Giordania nel 1946, oltre alla fine del protettorato sulla Palestina e sull'area di Israele nel 1948. All'Irlanda fu concessa nel 1937 la piena indipendenza, nel 1949 divenne una repubblica indipendente e lasciò il Commonwealth nello stesso anno. Giorgio VI dovette assistere quasi impotente alla concessione dell'indipendenza al grande impero indiano, del quale era imperatore, che fu separato in India e Pakistan nel 1947. Fu quindi l'ultimo sovrano del Regno Unito a poter vantare il titolo di imperatore e fu anche l'ultimo sovrano europeo che fino al 1947 poté vantare tale titolo. Divenne nominalmente re dell'India dal 1947 al 1950 e re del Pakistan dal 1947 al 1952, ma una volta che l'India (1950) e il Pakistan (1956) divennero repubbliche anche i titoli di re dell'India e di re del Pakistan decaddero. Giorgio VI ottenne però il titolo di capo del Commonwealth, titolo che ancora oggi spetta ai sovrani britannici.
Massoneria |
Fu iniziato in massoneria nella Navy Lodge n. 2612 nel dicembre 1919, nel 1922 fu nominato Primo gran sorvegliante della Gran Loggia unita d'Inghilterra e nel 1924 Gran maestro provinciale per il Middlesex, carica da cui si dimise quando salì al trono. Nel 1936 divenne Gran maestro della Gran Loggia di Scozia, essendo membro della loggia scozzese Gamis n. 99, di cui suo suocero fu Maestro venerabile. Ebbe il 33º ed ultimo grado del Rito scozzese antico ed accettato.[38]
Malattia e morte |
La salute già cagionevole di Giorgio VI fu certamente vieppiù indebolita dallo stress degli eventi della guerra,[39] unitamente alla sua attitudine di pesante fumatore.[40] Nel settembre del 1951 al re venne diagnosticato un tumore maligno, a causa del quale gli venne asportato un polmone; contestualmente egli sviluppò anche una forma di aterosclerosi.[41]
Il 31 gennaio 1952, in contrasto con i consigli dei medici, volle recarsi all'aeroporto per salutare la principessa Elisabetta (ormai chiaramente considerata la sua erede), in partenza per un viaggio in Australia con tappa in Kenya. Pochi giorni dopo, il 6 febbraio, Giorgio VI morì di trombosi coronarica durante il sonno mentre si trovava a Sandringham House, nel Norfolk, all'età di 56 anni.
Appresa la notizia, Elisabetta ripartì dal Kenya e fece ritorno in Inghilterra, onde succedergli come sovrana col nome di Elisabetta II.
Dopo l'esposizione della salma alla Westminster Hall, i funerali di Giorgio VI ebbero luogo il 15 febbraio; il feretro venne infine sepolto nella cappella di San Giorgio del castello di Windsor.[42]
Filmografia |
Il discorso del re, film (2010)
The Crown, serie tv del (2017) interpretato da Jared Harris
A Royal Weekend, film (2012)
Una notte con la regina, film (2016)
L'ora più buia, film (2017)
Onorificenze |
Onorificenze britanniche |
Gran maestro e cavaliere dell'Ordine della Giarrettiera | |
— 14 dicembre 1916 |
Gran maestro e cavaliere dell'Ordine del Cardo | |
— 24 aprile 1923 |
Gran maestro e cavaliere dell'Ordine di San Patrizio | |
— 7 marzo 1936 |
Sovrano dell'Ordine del Bagno | |
Gran maestro dell'Ordine della Stella d'India | |
Gran maestro dell'Ordine della Corona d'India | |
Gran maestro e cavaliere di gran croce dell'Ordine di San Michele e San Giorgio | |
— 22 dicembre 1926 |
Gran maestro dell'Ordine dell'Impero britannico | |
Gran maestro dell'Ordine dell'Impero indiano | |
Sovrano e cavaliere di gran croce dell'Ordine reale vittoriano | |
— 1º gennaio 1921 |
Royal Victorian Chain | |
— 3 giugno 1927 |
Gran maestro dell'Ordine dei Compagni d'Onore | |
Gran maestro del Distinguished Service Order | |
Gran maestro dell'Ordine al merito del Regno Unito | |
Gran maestro dell'Imperial Service Order | |
Gran maestro dell'Ordine dell'India britannica | |
Gran maestro dell'Ordine al merito indiano | |
Gran maestro dell'Ordine di Burma | |
Gran maestro del Venerabile ordine di San Giovanni | |
— 12 giugno 1926 |
Sovrano dell'Ordine famigliare reale di re Giorgio VI | |
— 1937 |
1914 Star | |
British War Medal | |
Medaglia interalleata della vittoria | |
Medaglia del giubileo di diamante della regina Vittoria | |
— 1897 |
Medaglia dell'incoronazione di Edoardo VII | |
— 1902 |
Medaglia dell'incoronazione di Giorgio V | |
— 1911 |
Medaglia del giubileo d'argento di Giorgio V | |
— 6 maggio 1935 |
Onorificenze straniere |
Gran cordone dell'Ordine di Leopoldo (Belgio) | |
— 22 novembre 1918 |
Cavaliere dell'Ordine dell'Elefante (Danimarca) | |
— 30 novembre 1920 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Dannebrog (Danimarca) | |
— 24 ottobre 1948 |
Gran commendatore dell'Ordine del Dannebrog (Danimarca) | |
— 8 maggio 1951 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Legion d'onore (Francia) | |
— 1917 |
Compagno dell'Ordre de la Libération (Francia) | |
— 5 aprile 1960 |
Gran cordone e collare dell'Ordine del Crisantemo (Giappone) | |
— 29 giugno 1937 |
Collare dell'Ordine di Hussein ibn' Ali (Giordania) | |
— 18 agosto 1949 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Stella d'Etiopia (Impero d'Etiopia) | |
— 9 luglio 1924 |
Gran collare dell'Ordine dei Pahlavi (Impero d'Iran) | |
— 21 luglio 1948 |
Cavaliere di IV classe con spade dell'Ordine di San Vladimiro (Impero di Russia) | |
— 3 giugno 1917 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine di San Carlo (Monaco) | |
— 11 maggio 1937 |
Membro dell'Ordine di Ojaswi Rajanya (Nepal) | |
— 29 aprile 1937 e 24 settembre 1946 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Guglielmo (Paesi Bassi) | |
— 1º luglio 1946 |
Membro di II classe dell'Ordine di Agdas (Persia) | |
— 31 ottobre 1919 |
Fascia dei Tre ordini (Portogallo) | |
— 2 maggio 1939 |
Gran cordone dell'Ordine di Muhammad Ali (Regno d'Egitto) | |
— 4 luglio 1927 |
Membro di I classe dell'Ordine del Sole supremo (Regno dell'Afghanistan) | |
— 13 marzo 1928 |
Membro di I classe dell'Ordine dei due fiumi (Regno dell'Iraq) | |
— 20 giugno 1933 |
Collare dell'Ordine degli Hashemiti (Regno dell'Iraq) | |
— 10 novembre 1943 |
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Cirillo e Metodio (Regno di Bulgaria) | |
— 1938 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine del Salvatore (Regno di Grecia) | |
— 7 ottobre 1936 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Fenice (Regno di Grecia) | |
— 7 ottobre 1936 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine di San Giorgio e San Costantino (Regno di Grecia) | |
— 7 novembre 1938 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine della Stella dei Karađorđević (Regno di Jugoslavia) | |
— 19 luglio 1939 |
Cavaliere dell'Ordine di Carol I (Regno di Romania) | |
— 18 ottobre 1922 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine dell'Aquila bianca di Serbia (Regno di Serbia) | |
— 1918 |
Cavaliere di gran croce dell'Ordine militare di Savoia (Regno d'Italia) | |
— 11 agosto 1917 |
Cavaliere dell'Ordine dei Serafini (Svezia) | |
— 10 maggio 1937 |
Commendatore capo della Legion of Merit (Stati Uniti) | |
— 1945 |
Cavaliere dell'Ordine della Casata reale di Chakri (Thailandia) | |
— 1º febbraio 1938 |
Titoli e gradi militari inglesi e del Commonwealth |
Cadetto, 15 settembre 1913
Sottotenente, 15 maggio 1916
Tenente di vascello, 1918
Capitano, 29 dicembre 1918
Flight Lieutenant, 1º agosto 1919
Squadron Leader, 1º novembre 1919
Wigh Commander, 1º giugno 1920
Colonnello (Group Captain), 30 giugno 1921
Capitano, 1925
Contrammiraglio, 1932
Air Vice-Marshal), 3 giugno 1932
Vice ammiraglio, 1º gennaio 1936
Tenente generale, 1º gennaio 1936
Maresciallo dell'aria, 1º gennaio 1936
Ammiraglio, 21 gennaio 1936
Generale, 21 gennaio 1936
Air chief marshal, 21 gennaio 1936
Ammiraglio della flotta, 11 dicembre 1936
Maresciallo di campo, 11 dicembre 1936
Marshal of the Royal Air Force, 11 dicembre 1936
Marshal of the Royal Australian Air Force, 1º giugno 1938
Comandante in capo della Canadian Militia, 11 dicembre 1936
Comandante in capo della Royal Canadian Air Force, 11 dicembre 1936
Comandante in capo della Royal Canadian Navy, 11 dicembre 1936
Comandante in capo della Canadian Army, 7 novembre 1940
Titoli e gradi militari stranieri |
Generale dell'esercito danese, 1927
Ammiraglio della marina danese, 1948
Albero genealogico ascendente per quarti |
Giorgio VI del Regno Unito | Padre: Giorgio V del Regno Unito | Nonno paterno: Edoardo VII del Regno Unito | Bisnonno paterno: Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha | Trisnonno paterno: Ernesto I di Sassonia-Coburgo-Gotha |
Trisnonna paterna: Luisa di Sassonia-Gotha-Altenburg | ||||
Bisnonna paterna: Vittoria del Regno Unito | Trisnonno paterno: Edoardo Augusto, duca di Kent e Strathearn | |||
Trisnonna paterna: Vittoria di Sassonia-Coburgo-Saalfeld | ||||
Nonna paterna: Alessandra di Danimarca | Bisnonno paterno: Cristiano IX di Danimarca | Trisnonno paterno: Federico Guglielmo, duca di Schleswigh-Holstein-Sonderburg-Glùcksburg | ||
Trisnonna paterna: Luisa Carolina d'Assia-Kassel | ||||
Bisnonna paterna: Luisa d'Assia-Kassel | Trisnonno paterno: Guglielmo d'Assia-Kassel | |||
Trisnonna paterna: Luisa Carlotta di Danimarca | ||||
Madre: Maria di Teck | Nonno materno: Francesco di Teck | Bisnonno materno: Alessandro di Württemberg | Trisnonno materno: Ludovico Federico Alessandro di Württemberg | |
Trisnonna materna: Enrichetta di Nassau-Weilburg | ||||
Bisnonna materna: Claudine Rhédey von Kis-Rhéde | Trisnonno materno: László Rhédey von Kis-Rhéde | |||
Trisnonna materna: Ágnes Inczédy von Nagy-Várad | ||||
Nonna materna: Maria Adelaide di Hannover | Bisnonno materno: Adolfo di Hannover | Trisnonno materno: Giorgio III del Regno Unito | ||
Trisnonna materna: Carlotta di Meclemburgo-Strelitz | ||||
Bisnonna materna: Augusta d'Assia-Kassell | Trisnonno materno: Federico d'Assia-Kassel | |||
Trisnonna materna: Carolina di Nassau-Usingen |
Discendenti |
Giorgio VI | Consorte di Giorgio VI | Figlie | Coniugi delle figlie | Nipoti | Coniugi dei nipoti | Bisnipoti | Coniugi dei bisnipoti | Trisnipoti |
---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Giorgio VI 14-12-1895 - 6-2-1952 | Dal 26-4-1923 al 06-02-1952 con Lady Elizabeth Bowes-Lyon 4-8-1900 - 30-3-2002 | Elisabetta II 21-04-1926 | Dal 20-11-1947 con il Principe Filippo 10-06-1921 | Principe Carlo 14-11-1948 | Dal 29-07-1981 al 28-08-1996 con Lady Diana Spencer 1-7-1961 - 31-8-1997 | Principe William 21-06-1982 | Dal 29-04-2011 con Catherine Middleton 09-01-1982 | Principe George Alexander Louis 22-07-2013 |
Principessa Charlotte Elizabeth Diana 02-05-2015 | ||||||||
Principe Louis Arthur Charles 23-04-2018 | ||||||||
Principe Henry 15-09-1984 | Dal 19-05-2018 con Meghan Markle 04-08-1981 | |||||||
Dal 09-04-2005 con Camilla Shand 17-07-1947 | ||||||||
Principessa Reale Anna 15-08-1950 | Dal 14-11-1973 al 28-04-1992 con Mark Phillips 22-09-1948 | Peter Phillips 15-11-1977 | Dal 17-05-2008 con Autumn Kelly 03-05-1978 | Savannah Phillips 29-12-2010 | ||||
Isla Phillips 29-03-2012 | ||||||||
Zara Phillips 15-05-1981 | Dal 31-07-2011 con Michael Tindall 18-10-1978 | Mia Tindall 17-01-2014 | ||||||
Dal 12-12-1992 con Timothy Laurence 01-03-1955 | ||||||||
Principe Andrea 12-02-1960 | Dal 23-07-1986 al 29-05-1996 con Sarah Ferguson 15-10-1959 | Principessa Beatrice 08-08-1988 | ||||||
Principessa Eugenia 23-03-1990 | ||||||||
Principe Edoardo 10-03-1964 | Dal 19-06-1999 con Sophie Rhys-Jones 20-01-1965 | Lady Louise 08-11-2003 | ||||||
Visconte James 17-12-2007 | ||||||||
Principessa Margaret 21-8-1930 - 9-2-2002 | Dal 06-05-1960 all'11-07-1978 con Antony Armstrong-Jones 07-03-1930 | David Armstrong-Jones 03-11-1961 | Dal 08-10-1993 con L'Onorevole Serena Stanhope 01-03-1970 | Visconte Charles Armstrong-Jones 01-07-1999 | ||||
L'Onorevole Margarita Armstrong-Jones 14-05-2002 | ||||||||
Lady Sarah Armstrong-Jones 01-05-1964 | Dal 14-07-1994 con Daniel Chatto 22-04-1957 | Samuel Chatto 28-07-1996 | ||||||
Arthur Chatto 05-02-1999 |
Nella cultura di massa |
Nel celebrato e pluripremiato film Il discorso del re, diretto da Tom Hooper nel 2010, e ispirato ai problemi di balbuzie di re Giorgio VI e al rapporto con il logopedista che lo ebbe in cura, Lionel Logue, interpretato da Geoffrey Rush, il re è interpretato da Colin Firth che, per questa interpretazione, ha guadagnato l'Oscar al miglior attore.
Nel film del 2012 A Royal Weekend diretto da Roger Michell, che racconta dell'incontro tra il Re e il Presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt (Bill Murray), è interpretato da Samuel West
È stato inoltre interpretato da Rupert Everett nel film Una notte con la regina (2016), e da Jared Harris nella serie Netflix The Crown (2016 - in produzione).
Nel film L'ora più buia (2017), film biografico su Winston Churchill, re Giorgio è interpretato da Ben Mendelsohn.
Note |
^ In Irlanda fino al 18 aprile 1949.
^ Titolo soppresso il 22 giugno 1948.
^ Se stesso come re dell'India e re del Pakistan.
^ "Imperiale" fino al 22 giugno 1948.
^ King's speech
^ Suoi padrini furono la regina Vittoria e sua figlia Vittoria, il granduca Federico Guglielmo di Meclemburgo-Strelitz, sua moglie Augusta di Cambridge ed il principe Federico di Danimarca, oltre al principe Arturo, duca di Connaught e Strathearn, Adolphus Cambridge, I marchese di Cambridge, e Luisa, duchessa di Fife: The Times, Tuesday 18 February 1896, p.11
^ The Duke of Windsor, A King's Story, Londra, Cassell & Co Ltd, 1951, p. 9.
^ Sarah Bradford, King George VI, Londra, Weidenfeld and Nicolson, 1989, p. 2, ISBN 0-297-79667-4.
^ Wheeler-Bennett, pp. 17–18
^ ab H. C. G. Matthew, George VI (1895–1952), in Oxford Dictionary of National Biography, Oxford University Press, 2004.
^ Bradford, pp. 41–45
^ Current Biography 1942, pp. 293–296
^ ab Bradford, pp. 55–76
^ ab RAF Cranwell - College History, Royal Air Force. URL consultato il 22 aprile 2009.
^ Andrew Boyle, Chapter 13, in Trenchard Man of Vision, St. James's Place London, Collins, 1962, p. 360.
^ John Laffin, Swifter than Eagles. A biography of Marshal of the RAF Sir John Salmond, William Blackwood & Sons Ltd, 1964, p. 151.
^ Wheeler-Bennett, pp. 128–131
^ Demoskoff, Yvonne, Yvonne's Royalty Home Page: Peerage Titles, 29 gennaio 2006. URL consultato il 22 aprile 2009.
^ Current Biography 1942, p. 280
^ Hugo Vickers, Elizabeth: The Queen Mother, Arrow Books/Random House, 2006, pp. 31, 44, ISBN 978-0-09-947662-7.
^ Bradford, p. 106
^ John Reith, Into the Wind, Londra, Hodder and Staughton, 1949, p. 94.
^ Andrew Roberts, Edited by Antonia Fraser, The House of Windsor, Londra, Cassell & Co., 2000, pp. 57–58, ISBN 0-304-35406-6.
^ Patrick Howarth, George VI, Hutchinson, 1987, p. 53, ISBN 0-09-171000-6.
^ Bowen, Caroline (2002), Lionel Logue: Pioneer speech therapist Archiviato il 7 marzo 2011 in Internet Archive., speech-language-therapy.com, retrieved on 22 April 2009
^ Current Biography 1942, pp. 294–295
^ Howarth, p. 66
^ Howarth, p. 143
^ Ziegler, p. 326
^ Bradford, p. 223
^ Bradford, p. 214
^ Francesco De Leo, Elisabetta II Regina, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2016.
^ William Galbraith, Fiftieth Anniversary of the 1939 Royal Visit, in Canadian Parliamentary Review, vol. 12, nº 3, 1989. URL consultato il 22 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 5 dicembre 2012).
^ Vickers, p. 187
^ Winston Churchill, The Second World War, II, Cassell and Co. Ltd, 1949, p. 334.
^ Doris Kearns Goodwin, No Ordinary Time: Franklin and Eleanor Roosevelt: The Home Front in World War II, New York, Simon & Schuster, 1994, p. 380.
^ History: Timeline, The Commonwealth Secretariat. URL consultato il 22 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 25 aprile 2009).
^ Giordano Gamberini, Mille volti di massoni, Roma, Ed. Erasmo, 1975, p. 242.
^ King George VI, Official web site of the British monarchy. URL consultato il 22 aprile 2009.
^ Vittorio Sabadin, Elisabetta, l'ultima regina, UTET, 31 agosto 2015, ISBN 9788851134600. URL consultato l'8 giugno 2016.
«Giorgio VI [...] aveva fumato decine di sigarette al giorno per tutta la vita».
^ Bradford, p. 454
^ Bradford, p. 462
Voci correlate |
- Marescialli di campo britannici
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giorgio VI del Regno Unito
.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}
Controllo di autorità | VIAF (EN) 8330386 · ISNI (EN) 0000 0004 1024 9563 · LCCN (EN) n50024182 · GND (DE) 118690477 · BNF (FR) cb140374066 (data) · ULAN (EN) 500356596 · NLA (EN) 36542954 |
---|