Televisione digitale terrestre




Nelle telecomunicazioni la televisione digitale terrestre, in sigla TDT o DTT[1], spesso anche abbreviata in digitale terrestre, è la televisione terrestre rappresentata in forma digitale. Da un punto di vista tecnico infatti l'informazione televisiva è un'informazione racchiusa in un segnale elettrico e in quanto tale può essere rappresentata in forma analogica o in forma digitale. Anche la rappresentazione analogica è utilizzata per la televisione terrestre. Tale televisione terrestre è chiamata televisione analogica terrestre e, proprio per il tipo di rappresentazione utilizzata per l'informazione elettronica, si contrappone alla televisione digitale terrestre.




Indice






  • 1 Confronto con la televisione analogica terrestre


    • 1.1 Vantaggi effettivi e teorici rispetto alla televisione analogica terrestre


      • 1.1.1 Efficienza spettrale e flessibilità


      • 1.1.2 Interattività


      • 1.1.3 Isofrequenza




    • 1.2 Situazione reale




  • 2 Passaggio da televisione analogica terrestre a televisione digitale terrestre


    • 2.1 Disposizioni di legge


    • 2.2 Problemi legati alla transizione


      • 2.2.1 Nuovi apparecchi


      • 2.2.2 Adeguamento degli impianti di antenna


      • 2.2.3 Maggiori consumi di energia elettrica


      • 2.2.4 Modem obsoleti


      • 2.2.5 Scarsa copertura del territorio


      • 2.2.6 Costi per le emittenti




    • 2.3 Situazione transitoria




  • 3 Calendario mondiale del passaggio alla TV digitale terrestre


    • 3.1 Transizione completata


    • 3.2 Transizione in corso




  • 4 Standard


    • 4.1 Standard trasmissivi


    • 4.2 Standard interattivi


    • 4.3 Codifiche video




  • 5 Liberazione di banda


  • 6 Storia della televisione digitale terrestre


    • 6.1 Cronologia dell'introduzione del digitale terrestre nel mondo




  • 7 Note


  • 8 Bibliografia


  • 9 Voci correlate


  • 10 Altri progetti


  • 11 Collegamenti esterni





Confronto con la televisione analogica terrestre |


Nel confronto tra la trasmissione analogica e quella digitale dei canali televisivi valgono le stesse considerazioni che possono essere effettuate in generale sul confronto fra tecnologie analogiche e digitali: i segnali analogici sono maggiormente soggetti a disturbi, in quanto il ricevitore non ha modo di distinguere una variazione di segnale dovuta a disturbo da un reale contenuto informativo; viceversa, il segnale digitale è per sua natura immune ai disturbi fintantoché rimangono di lieve entità. Tuttavia, mentre il segnale analogico degrada in modo continuo e, anche se fortemente disturbato, presenta comunque un contenuto almeno in parte comprensibile a un osservatore umano, il segnale digitale, invece, diventa indecifrabile oltre una certa soglia di disturbo e perde qualsiasi valore di informazione.



Vantaggi effettivi e teorici rispetto alla televisione analogica terrestre |


I principali benefici derivanti dall'introduzione della TDT sono[2]:



  • un maggior numero di canali disponibili, grazie a tecniche di compressione dati che permettono di occupare solo 1/5 circa della larghezza di banda utilizzata per la trasmissione di un canale analogico;

  • una migliore qualità immagine/audio, grazie a tecniche di codifica di canale che lo rendono meno soggetto alle interferenze rispetto al segnale analogico, al prezzo di una quasi completa illeggibilità al di sotto di una certa soglia di potenza ricevuta;

  • la possibilità di veicolare contenuti video e audio con formato (16:9) e qualità molto simili ai DVD;

  • la possibilità di trasmissione di audio multiplo, per esempio in più lingue;

  • la possibilità di trasmissione ad alta definizione e anche come se essa fosse un cinema tridimensionale.


Per le trasmissioni predisposte è prevista una forma di interattività pilotata dal telecomando.



Efficienza spettrale e flessibilità |


I principali vantaggi della trasmissione digitale sono il miglioramento dell'efficienza spettrale[3][4] e l'introduzione di flessibilità nell'uso della banda disponibile[4]: grazie alla possibilità di impiegare algoritmi di compressione è possibile trasmettere quattro/cinque canali digitali al posto di uno analogico dall'equivalente qualità. Le emittenti televisive possono inoltre scegliere di utilizzare una certa quantità di banda per trasmettere pochi canali con un'elevata qualità oppure molti canali con una qualità più bassa.


Ad esempio, se la banda a disposizione è 24 Mb/s si possono trasmettere quattro canali da 6 Mb/s l'uno, oppure dodici canali da 2 Mb/s; ovviamente nel secondo caso la qualità risulterà minore. I canali possono essere anche trasmessi con caratteristiche differenti[4]: sulla stessa frequenza è possibile trasmettere contemporaneamente sia canali in alta definizione sia canali ottimizzati per i piccoli schermi dei cellulari.



Interattività |


Le persone abituate a usare servizi televideo sanno che assieme ai comuni programmi televisivi possono essere trasmessi dati aggiuntivi. L'occasione del passaggio al digitale terrestre può essere usata per l'introduzione di nuovi standard che sfruttano la possibilità di ricevere dati aggiuntivi allo scopo di offrire servizi interattivi prima inesistenti come l'EPG, che sarebbe una apposita guida TV elettronica la quale consente, nella forma più limitata, di sapere il programma attualmente in onda e quello successivo. Già in passato lo spettatore aveva la possibilità di "dialogare" con le emittenti televisive, per esempio inviando voti con delle telefonate; i nuovi standard consentono un'interazione più semplice e coinvolgente grazie al fatto che lo spettatore maneggia unicamente il suo telecomando e può osservare i risultati delle sue azioni sullo schermo del proprio televisore.


È da notare che una vera e propria interazione richiederebbe che lo spettatore potesse trasmettere dei dati verso l'emittente televisiva, trasmissione che non può, per ragioni tecniche, avvenire con la stessa tecnologia e la stessa infrastruttura usata per la diffusione dei canali televisivi. È quindi necessario un canale di ritorno, spesso utilizzando la linea telefonica, che comunque costituisce una spesa per lo spettatore[5].


Esempi di standard per i servizi interattivi sono MHP (Multimedia Home Platform, usato in Italia) e MHEG-5.



Isofrequenza |


Il segnale digitale può essere trasmesso in isofrequenza, cosa impossibile da fare nelle trasmissioni televisive analogiche.


Questa tecnica consiste nell'inviare lo stesso segnale sulla medesima frequenza contemporaneamente da più siti trasmittenti sincronizzate. In tal modo diverse antenne con aree di copertura parzialmente sovrapposte trasmettono lo stesso segnale sempre sulla stessa frequenza. Rispetto alla più semplice tecnica di usare diverse frequenze per le aree di copertura parzialmente sovrapposte, l'isofrequenza ha per l'operatore il vantaggio di rendere disponibile un maggior numero di canali, se utilizzata su un territorio ampio che richiede numerose antenne. Consente anche, utilizzato su piccole aree, di installare un ripetitore che migliori il segnale in un'area di scarsa copertura senza che i ricevitori debbano risintonizzarsi su una nuova frequenza.


Lo svantaggio è che, a meno che le trasmissioni siano perfettamente sincronizzate, nelle aree di sovrapposizione dei segnali provenienti da più antenne gli utenti possono avere difficoltà di ricezione.



Situazione reale |


Il digitale terrestre alla prova dei fatti ha dimostrato che sotto una soglia minima di potenza o qualità del segnale ricevuto, questo diventa quasi illeggibile, mentre un segnale analogico in analoghe condizioni continua a essere comprensibile, seppure molto disturbato, per questo motivo il digitale terrestre risulta meno usufruibile pur aumentando i canali a disposizione in quanto le immagini possono risultare sgranate, si possono avere trasmissioni interrotte o avere un blackout completo[6].



Passaggio da televisione analogica terrestre a televisione digitale terrestre |


La televisione analogica terrestre è sempre stata la forma di televisione più diffusa al mondo, ricevibile attraverso le normali antenne terrestri.


Nella televisione satellitare la transizione da televisione analogica satellitare a televisione digitale satellitare è ormai quasi del tutto completata, questo perché la televisione satellitare è diffusa da pochi anni, solo dopo la televisione terrestre e la televisione via cavo. Inoltre la televisione satellitare è sempre stata molto legata alla pay-tv; infatti essa permette di diffondere un numero di canali decisamente maggiore rispetto alla televisione terrestre e alla televisione via cavo, per questo è sempre stata scelta dalle televisioni a pagamento. Inoltre, le televisioni a pagamento satellitari sono quasi sempre state fornite attraverso un ricevitore proprietario, spesso in comodato d'uso; di conseguenza, in caso di passaggio della televisione a pagamento da televisione analogica satellitare a televisione digitale satellitare, il ricevitore viene sostituito dalla società che fornisce la pay-tv stessa, senza costi aggiuntivi per l'utente.


La televisione via cavo ha seguito una simile evoluzione, in quanto, anche se si è diffusa molti anni prima della televisione satellitare, anch'essa è sempre stata legata alla formula della televisione a pagamento.


Il discorso è invece completamente diverso per la televisione analogica terrestre. Prima tipologia di televisione a diffondersi nel mondo, è sempre stata quella più diffusa, legata soprattutto alla televisione gratuita, in particolare alla televisione pubblica. Nei Paesi dove la televisione pubblica ha un ruolo rilevante, il passaggio dall'analogico al digitale impone agli utenti di dotarsi di un nuovo apparecchio per poter continuare a fruire del servizio pubblico. Per questo la transizione da televisione analogica terrestre a televisione digitale terrestre sarà inevitabilmente lenta, legata al normale ciclo di sostituzione degli apparecchi televisivi o comunque di acquisto dei decoder, anche se spesso vengono programmate dai governi degli Stati delle scadenze per tali transizioni.



Disposizioni di legge |


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In conformità con recenti normative europee, gli stati dell'Unione stanno convertendo o convertiranno le proprie infrastrutture per la diffusione dei canali televisivi, passando da sistemi analogici a sistemi digitali, secondo tempistiche decise autonomamente dalle autorità dei vari Paesi.


L'attivazione della televisione digitale terrestre in Italia deriva dal processo di attuazione delle raccomandazioni comunitarie in merito al passaggio dalla tradizionale televisione analogica terrestre alla televisione digitale terrestre.


Nel 2004 venne emanata la legge Gasparri, legge di riordino del sistema televisivo italiano. Per l'Italia il termine ultimo previsto per la conversione da televisione analogica terrestre a televisione digitale terrestre (il cosiddetto switch-off), e quindi il termine ultimo per aggiornare gli impianti, era il 31 dicembre 2006, ma il Consiglio dei ministri nel dicembre 2005 ha rinviato la cessazione del servizio analogico alla fine del 2008. Il 15 luglio 2006, durante la seconda Conferenza Nazionale sul Digitale Terrestre svoltasi a Napoli, Rai, Mediaset e Telecom Italia Media hanno presentato Tivù, la piattaforma unica per il digitale terrestre, un progetto con cui le tre aziende si impegnavano a promuovere il digitale terrestre in Italia e a fornirne i contenuti gratuitamente anche su piattaforma digitale satellitare. L'allora ministro delle comunicazioni Paolo Gentiloni (Governo Prodi II) aveva anche indicato, come data realistica per la chiusura della TV analogica, il secondo semestre 2012, data ultima imposta dall'Unione europea per il passaggio definitivo al digitale. A luglio 2012 è stato infatti completato il passaggio al digitale terrestre su tutto il territorio italiano.



Problemi legati alla transizione |



Nuovi apparecchi |





Decoder per la televisione digitale terrestre





Decoder per la televisione digitale terrestre con supporto per smart card


Per il normale spettatore lo svantaggio principale del digitale terrestre è dato dalla necessità di acquistare dei nuovi apparecchi atti alla sua ricezione. È possibile sostituire i propri televisori con nuovi modelli in grado di ricevere autonomamente le trasmissioni digitali oppure affiancare ai televisori già posseduti dei ricevitori esterni (decoder). Oltre che un costo in termini economici questo costituisce una difficoltà pratica per le persone che, come molti anziani, non hanno dimestichezza con la tecnologia: l'uso di un nuovo televisore richiede un cambiamento di abitudini consolidate e l'uso di un decoder implica anche un telecomando in più.


Anche se i televisori più recenti integrano il sintonizzatore digitale terrestre[7], spesso si tratta di modelli base: non consentono di usufruire dei servizi a pagamento o lo consentono solo in seguito all'acquisto di un componente aggiuntivo (modulo CAM); tipicamente, inoltre, non supportano l'interattività. Ciò significa che per sfruttare tutte le funzionalità del digitale terrestre può essere necessario affiancare un decoder anche ai televisori recenti.


Oltre ai televisori, in generale qualunque apparecchio per la ricezione di canali televisivi, ad esempio videoregistratori e schede TV per computer, deve disporre di un decoder esterno o essere sostituito. Televisione e videoregistratore possono condividere un unico decoder, ma questo fa sì che non sia più possibile registrare un programma mentre se ne guarda un altro sul televisore. Questo problema è risolvibile utilizzando un secondo decoder dedicato al videoregistratore. In questo caso, i decoder vanno collegati in serie (il segnale dell'antenna non decodificato in uscita dal primo decoder - il "rilancio" - deve essere collegato come segnale in ingresso del secondo decoder). Tuttavia sono in ampia diffusione decoder PVR (Personal Video Recorder) zapper, che consentono la registrazione diretta del programma televisivo su un supporto USB, come una chiavetta USB o un hard disk esterno. In questo modo, oltre a una migliore qualità audio e video non ottenibile con le VHS, è possibile anche rielaborare la registrazione con un software di video editing, senza dimenticare che la registrazione può essere fatta anche in 16:9.



Adeguamento degli impianti di antenna |




Comuni antenne di tipo Yagi-Uda per la ricezione dei segnali televisivi


L'impianto d'antenna richiesto dal digitale terrestre è lo stesso già usato per le trasmissioni analogiche e quindi già presente in tutte le abitazioni; alcuni impianti, particolarmente i più vecchi, possono però richiedere una revisione: l'Agcom ritiene infatti che per i sistemi centralizzati sia da prevedere la necessità di un intervento tecnico di adeguamento almeno nel 20/30% dei casi[8]. I costi legati anche all'adeguamento degli impianti d'antenna sono quindi rilevanti, soprattutto per quanto riguarda gli impianti che in analogico "pescavano" segnali da molti trasmettitori, come quelli a filtri di canale per grandi condomini.


Inoltre, se ci si trova a una modesta distanza dal trasmettitore, non è possibile ricevere la televisione digitale terrestre con antenne da interni che ricevono poco segnale come quelle "telescopiche" a forma di "V" date in omaggio con i televisori analogici o che venivano acquistate per pochi euro. Per ovviare, almeno in parte, al problema della mancanza di un impianto televisivo o all'inadeguatezza dello stesso, è possibile acquistare un'antenna da interni amplificata (solitamente con un dipolo centrale a forma di "8" per la banda UHF e due antenne "telescopiche" orientabili per la banda VHF), che se puntate verso un ripetitore televisivo con una copertura a larga banda (ovvero con la maggior parte dei canali visibili senza necessariamente puntare due o più postazioni) possono rivelarsi funzionali. Tuttavia l'antenna da interni deve essere collocata in modo da essere, almeno lontanamente, all'altezza dei trasmettitori, specie se ci sono ostacoli che ne possono diminuire la ricezione. In più, le antenne telescopiche usate per la ricezione VHF III Banda continuano a rivelarsi poco funzionali.



Maggiori consumi di energia elettrica |


L'utilizzo di decoder esterni porta a un aumento dei consumi di energia elettrica: se un sintonizzatore televisivo è integrato all'interno di un televisore, lo spegnimento del televisore implica anche lo spegnimento completo del sintonizzatore, ciò che invece non accade se il sintonizzatore è esterno (cioè se si usa un decoder).


Non solo può essere facile dimenticare acceso il decoder, bisogna anche considerare che esso non si spegne completamente a meno di non staccare fisicamente la spina. Questo comportamento è dettato da ragioni di comodità: rimanendo così il decoder in uno stato di stand-by può mantenere attivi alcuni componenti e permettere la riaccensione tramite telecomando; inoltre, in stand-by un decoder può aggiornare il proprio firmware, o semplicemente la lista canali.
Se è vero che i consumi possono diminuire quando un decoder è in stand-by, è altrettanto vero che non si azzerano: mentre gli apparecchi più virtuosi esibiscono consumi inferiori al watt[9], quelli più economici possono consumare anche 5 o più watt. Per un ipotetico nucleo familiare dotato di due decoder, questo si traduce in un consumo di 87,6 kWh/anno (circa 20 €/anno secondo le tariffe tipiche)[10]; tenendo poi presente l'elevato numero di persone che si sono dotate o si doteranno di decoder si ottiene che il quantitativo di corrente elettrica per la sola Italia è dell'ordine del megawatt.


Questo problema andrà a sparire man mano che l'obsolescenza tecnologica spingerà gli utenti a sostituire i vecchi televisori con nuovi, dotati di decoder digitale integrato che quindi renderanno inutile la presenza del decoder esterno e che, non utilizzando la tecnologia analogica, avranno consumi ridotti.



Modem obsoleti |


Fra i decoder attuali, quelli che supportano l'interattività si avvalgono di connessioni dial-up ("56k") per la creazione del canale di ritorno. Tali connessioni sono comunemente considerate obsolete e usate per l'accesso a Internet solo in assenza di alternative o in casi particolari: sono lente (meno di 5 KB/s in trasmissione), occupano la linea telefonica ed espongono al rischio di truffe "da 899". In principio anche tecnologie differenti dal "56k" potrebbero essere impiegate, ad esempio sfruttando connessioni ADSL tramite il collegamento via Ethernet a un router.



Scarsa copertura del territorio |


Essendo l'infrastruttura per il digitale terrestre in fase di realizzazione, la copertura del territorio può non essere completa e affidabile. In Italia per esempio essa è tutt'altro che completa e molte zone sono soggette a temporanee perdite di segnale o ricezione corrotta, soprattutto in caso di pioggia[11]. Queste problematiche di ricezione sono in teoria destinate a sparire con il tempo.



Costi per le emittenti |


Bisogna inoltre considerare che i costi non sono destinati a essere sostenuti esclusivamente dai telespettatori, ma anche dalle emittenti televisive: la RAI nel 2008 ha chiesto un importante aumento del canone giustificato anche dai costi del passaggio alla tecnologia digitale[12].


I costi sono relativi alla sostituzione degli impianti di trasmissione e ripetizione del segnale, che diversamente dalle antenne riceventi il segnale analogico non utilizzabili anche per quello digitale, il costo di aggiudicazione d'asta le licenze d'uso delle frequenze all'asta, ovvero l'"affitto" da corrispondere ai vincitori d'asta per l'utilizzo delle frequenze loro assegnate.


Le frequenze per ogni regione sono aggiudicate all'asta dal Co.re.com, istituito presso il Ministero dello Sviluppo Economico. I criteri di aggiudicazione tengono conto della copertura del territorio, del patrimonio netto, longevità e numero di dipendenti dell'emittente, e un bonus per le piccole emittenti locali che si consorziano per condividere lo stesso mux di frequenze in regioni differenti. La norma vigente non considera un criterio di pluralismo dell'informazione, specialmente a tutela delle piccole emittenti locali, come il conferimento di un bonus alle emittenti che non sono già aggiudicatarie di altre frequenze nel medesimo territorio; né considera un criterio conservativo, per il quale, in modo indipendente dal prezzo d'asta, le emittenti che già esistevano al momento dello switching non potrebbero essere penalizzate da un cambio di tecnologia imposto per legge, e non dal mercato. Chi si aggiudica le frequenze non è tenuto al loro effettivo utilizzo, ovvero può non trasmettere nuovi canali o subaffittarle a canone libero a altri soggetti che non hanno vinto l'asta.



Situazione transitoria |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Transizione alla televisione digitale.


Calendario mondiale del passaggio alla TV digitale terrestre |



Transizione completata |


Di seguito la lista in ordine cronologico dei singoli Stati che hanno completato il passaggio alla televisione digitale terrestre:





  • Paesi Bassi Paesi Bassi: Switch-off completato l'11 dicembre 2006.


  • Finlandia Finlandia: Switch-off completato il 1º settembre 2007.


  • Andorra Andorra: Switch-off completato il 25 settembre 2007.


  • Svezia Svezia: Switch-off completato il 29 ottobre 2007.


  • Svizzera Svizzera: Switch-off completato il 26 novembre 2007.


  • Germania Germania: Switch-off completato il 25 novembre 2008.


  • Isola di Man Isola di Man: Switch-off completato il 16 luglio 2009.


  • Danimarca Danimarca: Switch-off completato il 1º novembre 2009.


  • Norvegia Norvegia: Switch-off completato il 1º dicembre 2009.


  • Belgio Belgio: Switch-off completato il 1º marzo 2010.


  • Spagna Spagna: Switch-off completato il 3 aprile 2010.


  • Lettonia Lettonia: Switch-off completato il 1º giugno 2010.


  • Estonia Estonia: Switch-off completato il 1º luglio 2010.


  • Croazia Croazia: Switch-off completato il 5 ottobre 2010.


  • Slovenia Slovenia: Switch-off completato il 1º dicembre 2010.


  • Lussemburgo Lussemburgo: Switch-off completato il 31 dicembre 2010.


  • Israele Israele: Switch-off completato il 31 marzo 2011.


  • Monaco Monaco: Switch-off completato il 24 maggio 2011.


  • Austria Austria: Switch-off completato il 7 giugno 2011.


  • Cipro Cipro: Switch-off completato il 1º luglio 2011.


  • Malta Malta: Switch-off completato il 31 ottobre 2011.


  • Francia Francia: Switch-off completato il 29 novembre 2011.


  • Giappone Giappone: Switch-off completato il 31 marzo 2012.


  • Portogallo Portogallo: Switch-off completato il 26 aprile 2012.


  • Kenya Kenya: Switch-off completato il 1º luglio 2012.


  • Italia Italia: Switch-off completato il 4 luglio 2012.


  • Rep. Ceca Rep. Ceca: Switch-off completato il 9 luglio 2012.


  • Irlanda Irlanda: Switch-off completato il 24 ottobre 2012.


  • Regno Unito Regno Unito: Switch-off completato il 24 ottobre 2012.


  • Lituania Lituania: Switch-off completato il 29 ottobre 2012.


  • Bulgaria Bulgaria: Switch-off completato il 10 dicembre 2012.


  • Corea del Sud Corea del Sud: Switch-off completato il 26 dicembre 2012.


  • Azerbaigian Azerbaigian: Switch-off completato il 31 dicembre 2012.


  • Bolivia Bolivia: Switch-off completato il 31 dicembre 2012.


  • Grecia Grecia: Switch-off completato il 31 dicembre 2012.


  • Hong Kong Hong Kong: Switch-off completato il 31 dicembre 2012.


  • Slovacchia Slovacchia: Switch-off completato il 31 dicembre 2012.


  • Polonia Polonia: Switch-off completato il 31 luglio 2013.


  • Ungheria Ungheria: Switch-off completato il 31 ottobre 2013.


  • Nuova Zelanda Nuova Zelanda: Switch-off completato il 1º novembre 2013.


  • Sudafrica Sudafrica: Switch-off completato il 1º dicembre 2013.


  • Australia Australia: Switch-off completato il 10 dicembre 2013.


  • Qatar Qatar: Switch-off completato il 13 febbraio 2015.


  • Ucraina Ucraina: Switch-off completato il 17 luglio 2015.


  • Tunisia Tunisia: Switch-off completato il 17 settembre 2015.


  • Stati Uniti Stati Uniti: Switch-off completato il 1º ottobre 2015.


  • Uruguay Uruguay: Switch-off completato il 21 novembre 2015.


  • Filippine Filippine: Switch-off completato il 31 dicembre 2015.


  • Cambogia Cambogia: Switch-off completato il 31 dicembre 2015.


  • Macedonia del Nord Macedonia del Nord: Switch-off completato il 31 dicembre 2015.


  • Russia Russia: Switch-off completato il 31 dicembre 2015.


  • Egitto Egitto: Switch-off completato il 31 dicembre 2015.


  • Messico Messico: Switch-off completato il 31 dicembre 2015.


  • Brasile Brasile: Switch-off completato il 29 giugno 2016.


  • Algeria Algeria: Switch-off completato il 4 luglio 2016.


  • Colombia Colombia: Switch-off completato il 1º gennaio 2017.


  • Sri Lanka Sri Lanka: Switch-off completato il 1º gennaio 2017.


  • Cile Cile: Switch-off completato il 31 dicembre 2017.


  • Marocco Marocco: Switch-off completato il 31 dicembre 2017.


  • Costa Rica Costa Rica: Switch-off completato il 1º dicembre 2018.


  • El Salvador El Salvador: Switch-off completato il 1º gennaio 2019.




Transizione in corso |





  • Argentina Argentina: Switch-off previsto per il 1º settembre 2019.


  • Perù Perù: Switch-off previsto per il 28 luglio 2020.


  • Algeria Algeria: Switch-off previsto per il 31 dicembre 2020.





L'immagine rappresenta la situazione attuale in termini di transizione dalla televisione analogica terrestre a quella digitale.

     Transizione completata


     Transizione completata, escluse alcune piccole comunità (microbroadcasting)


     Transizione in corso


     Transizione non iniziata


     Transizione non pianificata


     Solo TV analogica




L'Italia ha cominciato a trasmettere col digitale terrestre nel 2003 in Sardegna e in seguito in Valle d'Aosta. Dal 27 ottobre 2008 in Sardegna è stata completata la transizione al digitale con spegnimento del segnale analogico. Dal 16 giugno 2009 è incominciata la transizione per il Piemonte e per Roma, con l'eliminazione di Rai Due e Rete 4 dal sistema analogico. Dal 16 novembre 2009 anche a Roma è stata completata la fase dello switch-off.


Nella notte tra il 14 e il 15 ottobre 2009 è incominciata la fase dello switch-off in Campania, il 1º dicembre anche a Napoli è stata spenta la TV analogica e nelle province di Napoli, Salerno e Caserta sono stati spenti gli impianti analogici di Rai Due e Rete 4. Nella prima settimana di dicembre è stato attuato lo spegnimento totale di tutti i canali analogici in tutte le cinque province. Nell'autunno del 2009 sono passate integralmente alle trasmissioni in tecnica digitale le regioni del Lazio, della Campania, del Trentino-Alto Adige e del Piemonte occidentale (province di Torino e Cuneo). Il 18 maggio 2010 è incominciata la fase di switch-off per le regioni della Lombardia (esclusa la provincia di Mantova), del Piemonte orientale (nelle province di Alessandria, Novara, Asti, Vercelli, Biella, Verbania) e nelle province di Parma e Piacenza. A fine del 2010 hanno attuato la completa transizione alla TV digitale le regioni del Veneto, dell'Emilia-Romagna, del Friuli Venezia Giulia, della Lombardia e del Piemonte orientale[13]. Tutto il processo di transizione che ha portato alla conversione totale dal sistema analogico a quello digitale si è completato entro il 2012: a novembre 2011 sono passate al digitale terrestre anche Liguria, Toscana (inclusa le provincie di La Spezia e di Viterbo) e Umbria; le Marche a dicembre 2011.
Tra il 7 maggio e il 21 maggio 2012 è stata la volta dell'Abruzzo e del Molise, più la provincia di Foggia; tra il 24 maggio e il 7 giugno la Basilicata e il resto della Puglia, più le province di Cosenza e Crotone; tra l'11 giugno e il 29 giugno la Sicilia e il resto della Calabria.
Lo switch-off è stato completato il 4 luglio 2012.



Standard |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Diffusione degli standard televisivi nel mondo.


Standard trasmissivi |


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I principali standard usati per la trasmissione della televisione digitale terrestre sono:




  • DVB-T (in blu nella mappa): è lo standard più diffuso e quello adottato dall'Unione europea;


  • ATSC (in arancione nella mappa): è utilizzato nell'America settentrionale (Canada, Messico e Stati Uniti) e in Corea del Sud;


  • ISDB-T (in verde nella mappa): è utilizzato in Giappone, Argentina, Brasile e in alcuni paesi dell'America meridionale;


  • DMB-T (in viola nella mappa): è utilizzato in Cina e Hong Kong.



Standard interattivi |


Gli standard interattivi si aggiungono a quelli trasmissivi per fornire servizi aggiuntivi, i più noti sono:




  • MHP: è basato sul linguaggio di programmazione Java ed esiste in due versioni, DVB-HTML (poco fortunato perché molto complesso) e DVB-J; sviluppato inizialmente soprattutto in Italia e in Corea è oggi impiegato anche in numerosi altri paesi;


  • MHEG-5;


  • BML;


  • Ginga.


L'implementazione di questi standard nei sintonizzatori è opzionale: i modelli più economici, proprio per ragioni di costi, spesso non li supportano, permettendo quindi di ricevere correttamente le trasmissioni televisive ma non consentendo l'uso di servizi interattivi. È da notare che questi standard devono essere in primo luogo adottati dalle emittenti, altrimenti gli utenti non possono in ogni caso trarne beneficio.



Codifiche video |


Nella maggior parte dei paesi la codifica video è effettuata secondo lo standard MPEG-2, ma il più efficiente standard H.264 (conosciuto anche come MPEG-4 AVC) ha cominciato a essere popolare ove il lancio della televisione digitale è stato più recente. Alcuni paesi adottano entrambi gli standard: in Gran Bretagna, per esempio, MPEG-2 è usato per le trasmissioni gratuite mentre H.264 è impiegato per trasmissioni a pagamento e in alta definizione.



Liberazione di banda |


Il passaggio al digitale terrestre ha consentito, grazie alla compressione dati operata dalla codifica di sorgente della trasmissione digitale, la liberazione di banda radio in parte dedicata all'utilizzo di nuovi canali radiotelevisivi (rapporto di 1 a 5 in termini di moltiplicazione di canali) e in parte (canali da 61 a 69 corrispondenti alle frequenze di circa 800 MHz) destinata a favore della tecnologia radiomobile cellulare LTE cioè i sistemi pre-4G e di quarta generazione i cui bandi d'asta di assegnazione ai vari operatori in Italia sono partiti nel 2011.


Il DVB-T/T2 si estende dalla frequenza di 470 a 790 Megahertz. La tecnologia LTE trasmette dai 791 agli 862 Megahertz. La direttiva europea prevede che le frequenze adiacenti al digitale siano quelle di LTE per il downlink e una banda di transizione (detta anche banda di guardia) fra le due di solamente 1 MHz (frequenze da 790 a 791).


In commercio esistono antenne TV da esterni con filtro bloccante del GSM, più difficilmente reperibile nel mercato europeo anche come componente di antennistica separato, alimentato dal cavo coassiale.



Storia della televisione digitale terrestre |








In Italia, il passaggio al digitale terrestre è incominciato in Sardegna (Area 16), il 15 ottobre 2008. A livello internazionale, già dagli anni settanta negli Stati Uniti e in Regno Unito dal 1995 incominciarono le prime prove con le trasmissioni televisive digitali terrestri con alterne fortune.


La DGTVi ha siglato un accordo con numerose aziende elettroniche per incentivare l'uso del digitale terrestre; una di queste iniziative riguarda la diffusione delle cam per i servizi a pagamento. Hanno aderito al progetto Finlux, Innohit, Graetz, Panasonic, Samsung e Telefunken[14].



Cronologia dell'introduzione del digitale terrestre nel mondo |


Molti paesi hanno regolamentato a livello nazionale la transizione dalle trasmissioni analogiche a quelle digitali, la tabella seguente riassume le varie tempistiche (per semplicità sono indicati solo gli anni).


Legenda:



  • lancio ufficiale: quando viene ufficialmente lanciato il digitale terrestre (non l'anno di inizio delle trasmissioni di prova);

  • inizio transizione: quando le trasmissioni analogiche incominciano a essere cessate;

  • fine transizione: quando le trasmissioni analogiche vengono cessate completamente.


In aggiunta sono indicati anche gli standard correntemente adottati:



  • sistema: standard usato per le trasmissioni (DVB-T, DMB-T/H, ATSC, ISDB-T);

  • interattività: standard usato per fornire servizi interattivi (MHP, MHEG-5, BML, Ginga);

  • compressione: standard per la compressione video (MPEG-2, H.264/MPEG-4 AVC, entrambi).






























































































































































































































































































































































































































































































































































































































Paese
Lancio ufficiale
Inizio transizione
Fine transizione
Sistema
Interattività
Compressione

Albania Albania
2004

2012
DVB-T

MPEG-2 e MPEG-4

Andorra Andorra


2007
DVB-T
MHP
MPEG-2

Arabia Saudita Arabia Saudita
2006
2015

DVB-T/DVB-T2

MPEG-4

Argentina Argentina
2010

2019
ISDB-Tb
Ginga
MPEG-4

Australia Australia
2001
2010
2013
DVB-T
MHP
MPEG-2 e MPEG-4

Austria Austria
2006
2007
2007
DVB-T
MHP


Belgio Belgio
2002
2008
2011
DVB-T
Nessuna
MPEG-2

Birmania Birmania
2013
2016
2020
DVB-T



Brasile Brasile
2007

2016
ISDB-T
Ginga
MPEG-4

Bulgaria Bulgaria
2004
2009
2012
DVB-T
MHP
MPEG-4

Cambogia Cambogia
2013
2015
2020
DVB-T2
MHP
MPEG-4

Canada Canada


2011
ATSC

MPEG-2 e MPEG-4

Rep. Ceca Rep. Ceca
2005
2005
2012
DVB-T
MHP
MPEG-2

Cina Cina
2007


DMB-T/H

MPEG-2

Colombia Colombia
2008

2019
DVB-T
MHP
MPEG-4

Corea del Sud Corea del Sud
2001

2012
ATSC

MPEG-2 e MPEG-4

Croazia Croazia
2002
2008
2010
DVB-T

MPEG-2 e MPEG-4

Costa Rica Costa Rica
2010

2018
ISDB-Tb
Ginga
MPEG-4

Danimarca Danimarca
2006
2009

DVB-T
MHP
MPEG-2 e MPEG-4

El Salvador El Salvador
2009
2018
2019
ATSC

MPEG-2 e MPEG-4 HD (ATSC 2.0)

Estonia Estonia
2006
2008
2010
DVB-T

MPEG-4

Fær Øer Fær Øer
2002
2003
2004
DVB-T
Nessuna
MPEG-2

Filippine Filippine
2010
2010
2015
DVB-T
MHP
MPEG-2 e MPEG-4

Finlandia Finlandia
2000
2006
2007
DVB-T
Nessuna (MHP abbandonato)
MPEG-2

Francia Francia
2005
2008
2011
DVB-T

MPEG-2 e MPEG-4

Germania Germania
2002
2003
2008
DVB-T

MPEG-2

Giappone Giappone
2003

2011
ISDB-T
BML
MPEG-2

Grecia Grecia
2006


DVB-T



Hong Kong Hong Kong
2007

2012
DMB-T/H
MHEG-5
MPEG-2 e MPEG-4

Indonesia Indonesia
2009
2012
2017
DVB-T

MPEG-2

Iran Iran
2009

2015
DVB-T

MPEG-4

Irlanda Irlanda
2009
2012
2013
DVB-T
MHEG-5
MPEG-4

Israele Israele
2009
2011

DVB-T

MPEG-4

Italia Italia
2003
2008
2012
DVB-T
MHP
MPEG-2 e MPEG-4

Lituania Lituania
2006


DVB-T

MPEG-4

Lussemburgo Lussemburgo
2006
2006
2006
DVB-T
Nessuna
MPEG-2

Macedonia del Nord Macedonia del Nord
2004
2010
2013
DVB-T
MHP
MPEG-4

Malaysia Malaysia
2006

2015
DVB-T
MHEG-5
MPEG-4

Marocco Marocco
2007


DVB-T



Messico Messico
2004

2022
ATSC

MPEG-2 e MPEG-4

Mongolia Mongolia
2014
Funzionamento parallelo
Sconosciuta
DVB-T2



Norvegia Norvegia
2007
2008
2009
DVB-T

MPEG-4

Nuova Zelanda Nuova Zelanda
2008
2012
2013
DVB-T
MHEG-5
MPEG-4

Paesi Bassi Paesi Bassi
2003
2003 - 2011
2006
DVB-T

MPEG-2

Perù Perù
2010

2023
ISDB-Tb
Ginga
MPEG-4

Polonia Polonia
2009
2012
2013
DVB-T
Nessuna
MPEG-4

Portogallo Portogallo
2009
2011
2012
DVB-T

MPEG-4

Qatar Qatar
2013

2015
DVB-T2

MPEG-4

Regno Unito Regno Unito
2000
2007
2012
DVB-T
MHEG-5
MPEG-2 e MPEG-4

Romania Romania
2005

2012
DVB-T

MPEG-4

Russia Russia
2009
2018
2019
DVB-T2

MPEG-4

Slovacchia Slovacchia
1999–2004,2005–2009
2010
2012
DVB-T
MHEG-5
MPEG-2 e MPEG-4

Slovenia Slovenia
2007
2010
2011
DVB-T

MPEG-4

Serbia Serbia
2012

2015
DVB-T2

MPEG-4

Spagna Spagna
2000
2009
2010
DVB-T
MHP
MPEG-2 e MPEG-4

Sri Lanka Sri Lanka
2014
2015
2017
ISDB-T
BML
MPEG-4

Stati Uniti Stati Uniti
1999
2006
2015
ATSC

MPEG-2 e MPEG-4

Sudafrica Sudafrica
2006
2008
2011
DVB-T

MPEG-4

Svezia Svezia
1999
2005
2007
DVB-T
MHP
MPEG-2 e MPEG-4

Svizzera Svizzera
2001
2002
2009
DVB-T



Taiwan Taiwan
2006
2008
2010
DVB-T
MHP
MPEG-2 e MPEG-4

Thailandia Thailandia
2014
2015
2020
DVB-T2
MHEG-5
MPEG-4

Turchia Turchia
2006
2007

DVB-T



Ucraina Ucraina
2008
2012
2015
DVB-T
Nessuna
MPEG-4

Ungheria Ungheria
2008
2013
2013
DVB-T

MPEG-4

Vietnam Vietnam
2015
2020
2026
DVB-T2
MHEG-5
MPEG-4


Note |




  1. ^ "DTT" è la sigla di "digital terrestrial television", la corrispondente locuzione inglese della locuzione italiana "televisione digitale terrestre". Nella lingua italiana la sigla inglese "DTT" è molto più diffusa della corrispondente sigla italiana "TDT". Molti sistemi operativi di televisori presentano la sigla DTV che sta per "Digital TV".


  2. ^ Che cos'è la Televisione Digitale Terrestre Archiviato il 1º luglio 2009 in Internet Archive. su Digitaleterrestre.it e I vantaggi del Digitale Terrestre Archiviato il 16 ottobre 2009 in Internet Archive. su Rai.it


  3. ^ Passaggio alla TV digitale - Piemonte Digitale, su piemontedigitale.it. URL consultato il 22-5-2009.


  4. ^ abc Libro bianco dell'Agcom sul digitale terrestre, pagina 1 Archiviato il 6 dicembre 2006 in Internet Archive.


  5. ^ L'interattività - Piemonte Digitale, su piemontedigitale.it. URL consultato il 22-5-2009.


  6. ^ Patucchi: La beffa epocale del digitale terrestre


  7. ^ Tv digitale: da domani in vendita solo televisori con decoder integrato - Adnkronos CyberNews, su adnkronos.com. URL consultato il 22 maggio 2009 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2009).


  8. ^ Libro bianco dell'Agcom sul digitale terrestre, pagina 17 Archiviato il 6 dicembre 2006 in Internet Archive.


  9. ^ Scheda tecnica del decoder Philips DTR4610/08 (PDF), su p4c.philips.com. URL consultato il 10-05-2009.


  10. ^ Articolo de Il Sole 24 Ore, su ilsole24ore.com. URL consultato il 10-5-2009.


  11. ^ Digitale Terrestre - Segnale scarso: che fare? eurosat-online.it


  12. ^ La RAI chiede un importante aumento del Canone Punto Informatico, venerdì 5 dicembre 2008.


  13. ^ [1] http://www.digitaleterrestrefacile.it/2010/08/04/le-nuove-date-degli-switch-off-del-digitale-terrestre-nel-nord-italia/ Il calendario degli Switch-off del nord Italia del 2010 su digitaleterrestrefacile.it


  14. ^ .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    DGTVi - Bollino[collegamento interrotto]




Bibliografia |



  • Hervé Benoît, Manuale della televisione digitale: MPEG-1, MPEG-2 e principi del sistema DVB, Milano, Hoepli, 2003.

  • Gian Maria Corazza e Sergio Zenatti, Introduzione alla televisione digitale: dall'analogico al numerico, Roma, Gremese, 2008.

  • Maurizio Costanzo, La TV secondo me. Il futuro della televisione nella rivoluzione digitale, Milano, Il sole 24 ore, 2002.

  • Jean Noel Dibie, La sfida della televisione: pubblica, digitale, senza frontiere. Prospettive mediterranee, Milano, Jaca Book, 2004. ISBN 88-16-43627-1.

  • Vincenzo Zeno-Zencovich, La televisione digitale: temi e problemi, con Aldo Frignani e Elena Poddighe, collana Diritto delle nuove tecnologie, Giuffrè, 2006, XIII-606 pp, ISBN 978-88-14-12498-3.

  • Giorgio Manzoli, Televisione digitale: via satellite, cavo, ponte radio terrestre, Milano, Delfino, 2006.

  • Antonio Pascotto, La televisione senza palinsesto: contenuti nella tivù dell'era digitale, Avellino, De Angelis, 2007.

  • Pamela Maria Pinna, Televisione digitale terrestre: storia, tecnologie e sviluppi della nuova televisione, Roma, Gremese, 2008. ISBN 978-88-8440-469-5.

  • Enrico Pulcini, Click TV: come internet e il digitale cambieranno la televisione, Milano, Franco Angeli, 2006. ISBN 88-464-7243-8.

  • Riccardo Rovescalli, Il cinema e le sue sorelle: l'evoluzione digitale nella tecnica e nel linguaggio del cinema, della televisione e della radio, Milano, Franco Angeli, 2000. ISBN 88-464-2302-X.



Voci correlate |




  • DGTVi

  • Digital Video Broadcasting

  • DVB-T

  • Multimedia Home Platform

  • Servizi televisivi digitali terrestri nazionali in Italia

  • Standard televisivi

  • Televisione digitale

  • Televisione digitale terrestre in Italia

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  • Télévision Numérique Terrestre




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Collegamenti esterni |


  • Sito ufficiale del consorzio DGTVi, su dgtvi.tivu.tv.



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