Elezioni europee del 2014































































Elezioni europee 2014
Stato

Unione europea Unione europea
Data
22-25 maggio 2014
Legislatura
VIII legislatura
Affluenza
42,61 % (Red Arrow Down.svg 0,36 %)




Partito

Partito
Popolare
Europeo


Partito del
Socialismo
Europeo

Alleanza dei
Conservatori
e Riformisti
Europei
Coalizione

Gruppo PPE

S&D

Gruppo ECR
Voti

38 610 376
29,4 %

40 202 068
25,4 %
8 612 168
16,81 %
Seggi





221 / 751








191 / 751








70 / 751



Differenza seggi

Red Arrow Down.svg 44

Green Arrow Up.svg 7

Green Arrow Up.svg 13

2014 EP result by Member State.svg

EP-constituencies.svg

Commissioni:

Juncker

Left arrow.svg2009 2019 Right arrow.svg

Le elezioni europee del 2014 si sono tenute nei 28 stati membri dell'Unione europea tra il 22 e il 25 maggio, come deciso unanimemente dal Consiglio dell'Unione europea[1]. Tutti i Paesi hanno però iniziato lo spoglio dei voti alle 23.00 del 25 maggio, in modo tale da rendere lo scrutinio una procedura simultanea in tutta l'Unione. Le elezioni europee del 2014 rappresentano l'ottava tornata elettorale per il Parlamento europeo, che si tengono ininterrottamente dal 1979, e sono state le prime alle quali ha partecipato anche la Croazia in qualità di nuovo paese membro dell'Unione.




Indice






  • 1 Data elezioni


  • 2 Contesto


    • 2.1 Quadro politico


    • 2.2 Presidente della commissione europea


    • 2.3 Confronti televisivi




  • 3 Distribuzione dei seggi


  • 4 Legge elettorale


  • 5 Affluenza


  • 6 Ripartizione dei seggi


  • 7 Risultati per Stato


  • 8 Note


  • 9 Altri progetti





Data elezioni |


In accordo con l'art. 10 e 11 sulle elezione diretta del Parlamento europeo[2], le elezioni devono essere tenute ogni cinque anni nel primo fine settimana disponibile al termine del precedente mandato elettorale. Poiché le elezioni europee del 2009 si sono tenuto dal 4 al 7 giugno, le elezioni si sarebbero dovute celebrare dal 5 all'8 giugno 2014. Tuttavia una decisione unanime del Consiglio europeo ha disposto di individuare una diversa data, che sarebbe altrimenti ricaduta nel periodo della pentecoste. Il Parlamento europeo nella risoluzione del 22 novembre 2012 ha chiesto al Consiglio di scegliere fra il fine settimana del 15 e quello del 22 maggio[3]. Il 14 giugno 2013 il Consiglio ha deciso di fissare la data dal 22 al 25 maggio 2014.[4]


Ogni Stato membro dell'Unione europea ha avuto la libertà di definire in quali e per quanti giorni mantenere aperte le urne sul proprio territorio, rendendo possibile a ciascun paese membro di scegliere dei giorni abituali: giovedì nel Regno Unito, domenica in Germania e in Italia.


Le elezioni europee sono state associate ad altre consultazioni locali in alcune nazioni, per rinnovare la Camera dei rappresentanti in Belgio ed alcune assemblee locali in Germania, Grecia, Italia e Regno Unito.



















Giorni in cui si è votato nei singoli paesi
22 maggio 23 maggio 24 maggio 25 maggio

Paesi Bassi Paesi Bassi, Regno Unito Regno Unito

Irlanda Irlanda

Francia Dipartimenti francesi d'oltremare, Lettonia Lettonia, Malta Malta, Slovacchia Slovacchia

Austria Austria, Belgio Belgio, Bulgaria Bulgaria, Croazia Croazia, Cipro Cipro, Danimarca Danimarca, Estonia Estonia, Finlandia Finlandia, Francia Francia, Germania Germania, Grecia Grecia, Italia Italia, Lituania Lituania, Lussemburgo Lussemburgo, Polonia Polonia, Portogallo Portogallo, Romania Romania, Slovenia Slovenia, Spagna Spagna, Svezia Svezia, Ungheria Ungheria

Rep. Ceca Repubblica Ceca


Contesto |



Quadro politico |


La crisi dell'Eurozona in corso, un ramo della Grande Recessione, è iniziata alcuni mesi dopo le ultime elezioni del Parlamento nel giugno 2009.[5] Anche se ha interessato la maggior parte degli Stati membri dell'UE, le economie più colpite sono state quelle del sud Europa, in modo particolare di Grecia, Cipro, Italia, Spagna e Portogallo, ma anche di Irlanda. Con le dure misure di austerità imposte a questi paesi, il consenso dell'opinione pubblica alle istituzioni dell'UE è significativamente diminuito. Ne sono esempio dati quale la percentuale di greci che approvano l'operato di Bruxelles, diminuita dal 32% del 2010 al 19% del 2013, oppure il livello di approvazione registrato in Spagna, che si è dimezzato dal 59% del 2008 al 27% del 2013.[6] Complessivamente, solo quattro dei 28 paesi membri giudicano positivamente la leadership EU.[7]Peter S. Goodman suggerisce che "la sfiducia nei trattati e le convenzioni che tengono insieme l'Europa moderna sembra a un massimo storico."[8]


José Manuel Barroso, il presidente della commissione europea, ha sostenuto che "stiamo assistendo ad un aumento dell'estremismo dall'estrema destra e dall'estrema sinistra» e ha suggerito che l'elezione potrebbe diventare "un festival di rimproveri", a suo parere infondati "contro l'Europa"[9] Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha sostenuto che "la crisi economica potrebbe attivare le forze politiche centrifughe che potrebbero rivelarsi pericolose per l'Unione europea nel suo insieme" e ha continuato descrivendo gli euroscettici come "senza cervello". In risposta, il leader UKIP Nigel Farage ha accusato Steinmeier di far ricorso agli insulti in un tentativo disperato di distogliere l'attenzione dal disastro economico e sociale causato alla Grecia dall'adesione all'Euro[10]. Farage ha anche ipotizzato, nel suo discorso al Parlamento europeo nel gennaio 2014, che alle prossime elezioni "sarà una battaglia fra le democrazie nazionali e la burocrazia statale UE."[11]


Secondo una stima del The Economist del gennaio 2014 "le forze populiste anti-EU di destra e sinistra potrebbero prendere fra il 16% e il 25% dei seggi del parlamento, dal 12% di oggi."[12] Un articolo di Policy Network del febbraio 2014, sostiene che i media si siano concentrati sui partiti anti-EU, ma tuttavia questi "rimarrebbero di modeste dimensioni" in confronto ai partiti maggiori; ancora secondo Policy Network "la loro crescita e la loro intenzione di collaborare, comporterà cambiamenti importanti per la UE e la politica europea."[13] Secondo alcuni sondaggi, in molte nazioni, la maggioranza relativa dei voti potrebbe essere ottenuta da un partito euroscettico, compresa la Francia (Fronte Nazionale),[14] i Paesi Bassi (Partito per la Libertà),[15] e l'Austria (Partito della Libertà).[16] In Grecia, la Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA) guida i sondaggi effettuati nel gennaio 2014.[17]



Presidente della commissione europea |


Il trattato di Lisbona prevede che il parlamento europeo debba eleggere il presidente della Commissione europea, capo dell'esecutivo europeo, sulla base di una proposta fatta dal Consiglio europeo, prendendo in considerazione le elezioni europee (articolo 17, paragrafo 7 della TEU). Queste disposizioni vengono applicate per la prima volta durante le elezioni europee del 2014.


I maggiori partiti hanno designato un candidato al ruolo di presidente. I candidati sono Jean-Claude Juncker per il Gruppo del Partito Popolare Europeo, Ska Keller per i Verdi Europei - Alleanza Libera Europea, Martin Schulz per l'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, Alexīs Tsipras per la Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica e Guy Verhofstadt per l'Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa.



Tuttavia, rilevanti politici europei come il presidente Herman Van Rompuy,[18] la cancelliera tedesca Angela Merkel,[19] contestano l'aspirazione dei partiti politici europei di voler collegare la presidenza della commissione europea con i risultati delle elezioni europee ed esigono che il futuro presidente debba soddisfare le aspettative, prima di tutto, degli stati membri.



Confronti televisivi |


Per la prima volta, in occasione delle elezioni europee, si sono tenuti dei confronti televisivi tra i candidati alla presidenza della Commissione Europea.


Uno di questi è stato trasmesso dall'Unione europea di radiodiffusione[20] che ha diffuso il segnale ai membri che ne hanno fatto richiesta. I dibattiti si sono tenuti in presenza del pubblico nella camera plenaria del parlamento europeo a Bruxelles. Moderatrice è stata la giornalista italiana Monica Maggioni, inviata di guerra e direttrice di Rai News 24 e Televideo Rai. Il dibattito si è svolto il 15 maggio, per una durata di 90 minuti, con la presenza dei cinque principali candidati: Schulz, Juncker, Keller, Verhofstadt e Tsipras.






































































































































































































Lista delle emittenti che hanno trasmesso il dibattito[21]
Stati membri

TV

RADIO

INTERNET
Internazionale

Deutsche Welle
Euronews



Germania Germania

ZDF
ARD (Phoenix)
ARTE


ARTE

Francia Francia

TV5MONDE
LCP AN - Public Sénat

iTELE
ARTE


Radio Nantes
Radio France

France Télévisions
Chaîne Parlementaire
ARTE

Italia Italia

Rai (RaiNews24)



Regno Unito Regno Unito

BBC (BBC Parliament)
Caledonia Media


Spagna Spagna

TVE (Canal 24 Horas)
Televisió de Catalunya (3/24 - regionale)


El Mundo
Teleprensa

Polonia Polonia

Polish Radio


Romania Romania

TVR
Antena 3
Digi 24



Paesi Bassi Paesi Bassi



NOS

Belgio Belgio

RTBF (La Trois)
VRT (Canvas)



Rep. Ceca Rep. Ceca

Czech Radio


Grecia Grecia


Efimerida ton Syntakton

Ungheria Ungheria




Portogallo Portogallo

RTP (RTP Informação)
Económico TV

Diário de Notícias

Svezia Svezia

SVT (differita)



Austria Austria

ORF (ORF 3)


Der Standard

Bulgaria Bulgaria

BNT
Kanal 6



Finlandia Finlandia



YLE

Danimarca Danimarca



DR

Slovacchia Slovacchia
Slovak TV



Croazia Croazia

HRT (HRT 1)
RI TV (regionale)
Kanal RI (regionale)
TV Nova Pula (regionale)
TV Student (regionale)



Irlanda Irlanda

RTE (Now News)


RTE

Lituania Lituania


DELFI

Lettonia Lettonia




Slovenia Slovenia




Cipro Cipro




Estonia Estonia




Lussemburgo Lussemburgo
Chamber TV



Malta Malta


Malta Today

Canada Canada
Cable Public Affairs



Ucraina Ucraina

NTU



L'8 e il 20 maggio inoltre, prima ZDF e ORF congiuntamente, e poi ARD, organizzeranno i duelli tra i leader delle principali forze parlamentari, ossia Jean-Claude Juncker per il PPE e Martin Schulz per il gruppo S&D



Distribuzione dei seggi |


Ripartizione dei seggi del parlamento europeo (cambiamenti fra il Trattato di Nizza ed il Trattato di Lisbona).





















































































































































































































Stato membro

2007
Nizza

2009
Nizza
(precedenti
elezioni)


2014
Lisbona

2014c
+ Croazia

Germania Germania
99
99
96
96

Francia Francia
78
72
74
74

Regno Unito Regno Unitoa
78
72
73
73

Italia Italia
78
72
73
73

Spagna Spagna
54
50
54
54

Polonia Polonia
54
50
51
51

Romania Romania
35
33
33
32

Paesi Bassi Paesi Bassi
27
25
26
26

Belgio Belgio
24
22
22
21

Rep. Ceca Rep. Ceca
24
22
22
21

Grecia Grecia
24
22
22
21

Ungheria Ungheria
24
22
22
21

Portogallo Portogallo
24
22
22
21

Svezia Svezia
19
18
20
20

Austria Austria
18
17
19
18

Bulgaria Bulgaria
18
17
18
17

Finlandia Finlandia
14
13
13
13

Danimarca Danimarca
14
13
13
13

Slovacchia Slovacchia
14
13
13
13

Croazia Croazia



11

Irlanda Irlanda
13
12
12
11

Lituania Lituania
13
12
12
11

Lettonia Lettonia
9
8
9
8

Slovenia Slovenia
7
7
8
8

Cipro Cipro
6
6
6
6

Estonia Estonia
6
6
6
6

Lussemburgo Lussemburgo
6
6
6
6

Malta Malta
5
5
6
6
Totale:
785
736
751b
751b

Le nazioni scritte in corsivo sono divise in sub-circoscrizioni nazionali.
a Include Gibilterra, ma nessun altro territorio britannico d'oltremare.
b Il presidente non viene contato ufficialmente, lasciando il totale a 750 parlamentari.
c Come proposto dal Parlamento europeo il 13 marzo 2013.[22]


L'articolo 14 del Trattato di Lisbona stabilisce che "Il Parlamento europeo è composto da rappresentanti dei cittadini dell'Unione. Essi non devono superare la quota di settecentocinquanta, più il Presidente. La rappresentanza dei cittadini deve essere regressivamente proporzionale, con una soglia minima di sei membri per ogni Stato membro. A nessuno stato membro dovranno essere assegnati più di novantasei seggi".


Era stato dichiarato il desiderio da parte dei governi degli stati membri di ratificare il Trattato di Lisbona prima delle elezioni del 2009, in modo che i suoi articoli che governano il Parlamento europeo potessero entrare in vigore già per quella elezione. Il processo, tuttavia, è stato bloccato dal rifiuto dell'Irlanda al trattato, tramite referendum. Pertanto, nel giugno 2009, il Parlamento europeo è stato eletto con le regole del Trattato di Nizza, che prevedeva 736 seggi in luogo dei 751 previsti dal Trattato di Lisbona.


Il Trattato di Lisbona è stato poi ratificato, e le misure provvisorie sono state ratificate nel dicembre 2011 per assegnare seggi addizionali alle nazioni "cresciute" già prima del 2014, senza sottrarre i tre seggi extra della Germania. Questi 18 eurodeputati in più hanno portato il numero dei membri del Parlamento a 754 per il periodo transitorio fino al 2014.[23] Questi 18 eurodeputati "fantasma" avrebbero avuto all'inizio una posizione da osservatori, prima di diventare membri a tutti gli effetti qualora un protocollo aggiuntivo fosse stato ratificato entro il 2014.[24][25]


Di conseguenza, le elezioni del 2014 sono state le prime ad applicare la ripartizione dei seggi prevista dall'applicazione del Trattato di Lisbona.


Tuttavia, l'adesione della Croazia all'Unione europea, avvenuta il 1º luglio 2013, ha obbligato la UE a rivedere la distribuzione dei seggi all'interno del Parlamento europeo, e il numero dei seggi è salito a 766 con l'accesso del nuovo stato, sfondando quindi la soglia di 751 seggi stabilita dal Trattato sull'Unione europea.


L'eurodeputato Andrew Duff (ALDE, Regno Unito) ha stilato due articoli nel marzo 2011 e settembre 2012, proponendo nuove ripartizioni dei seggi (vedi tabella). Le decisioni sulla ripartizione dei seggi nel Parlamento sono governate dall'Articolo 14, che stabilisce che "Il Consiglio europeo deve adottare all'unanimità, su iniziativa del Parlamento europeo e con il suo consenso, una decisione che stabilisca la composizione del Parlamento europeo", rispettando il principio della proporzionalità regressiva, della soglia di 6 seggi per gli stati più piccoli e il limite di 96 deputati per lo stato più grande.



Legge elettorale |


Dall'ottobre 2008[26] Andrew Duff si appella al Parlamento europeo per una riforma della legge elettorale in vista delle elezioni del 2014, inclusa la creazione di un collegio di 25 seggi in cui ogni cittadino europeo possa essere autorizzato a votare sulla base di liste pan-europee. Duff è stato nominato relatore, in quanto il Parlamento ha il diritto di iniziativa in questo campo in cui il Consiglio si deve esprimere all'unanimità.


Dopo le elezioni del 2009, Duff ha proposto una nuova versione del suo articolo,[27] che è stato adottato dal Comitato sugli Affari Costituzionali nell'aprile 2011. La sessione plenaria del Parlamento ha respinto tuttavia l'articolo al Comitato nel luglio 2011. Una terza versione dell'articolo[28] fu pubblicata nel settembre 2011 e fu adottata dal Comitato Affari Costituzionali nel gennaio 2012; la proposta fu comunque ritirata prima di essere discussa dal Parlamento in plenaria nel marzo 2012, per timore che potesse essere nuovamente respinta.



Affluenza |










































































































































Regioni
Europa orientale
Europa meridionale
Europa occidentale
Europa settentrionale

Bulgaria Bulgaria
35,5%

Red Arrow Down.svg 3,49%

Cipro Cipro
43,97%

Red Arrow Down.svg 15,43%

Austria Austria
45,7%

Red Arrow Down.svg 0,27%

Danimarca Danimarca
56,4%

Red Arrow Down.svg 3,14%

Rep. Ceca Rep. Ceca
19,5%

Red Arrow Down.svg 8,72%

Croazia Croazia
25,06%

Green Arrow Up.svg 4,22%

Belgio Belgio
90%

Red Arrow Down.svg 0,39%

Estonia Estonia
36,44%

Red Arrow Down.svg 7,46%

Ungheria Ungheria
28,92%

Red Arrow Down.svg 7,39%

Grecia Grecia
58,2%

Green Arrow Up.svg 5,59%

Francia Francia
43,5%

Green Arrow Up.svg 2,87%

Finlandia Finlandia
40,9%

Green Arrow Up.svg 2,30%

Polonia Polonia
22,7%

Red Arrow Down.svg 1,83%

Italia Italia
58,68%

Red Arrow Down.svg 7,78%

Germania Germania
47,9%

Green Arrow Up.svg 4,63%

Irlanda Irlanda
51,6%

Red Arrow Down.svg 7,04%

Romania Romania
32,16%

Green Arrow Up.svg 4,49%

Malta Malta
74,81%

Red Arrow Down.svg 3,98%

Lussemburgo Lussemburgo
90%

Red Arrow Down.svg 0,76%

Lettonia Lettonia
30,04%

Red Arrow Down.svg 23,66%

Slovacchia Slovacchia
13,0%

Red Arrow Down.svg 6,64%

Portogallo Portogallo
34,5%

Red Arrow Down.svg 2,27%

Paesi Bassi Paesi Bassi
37%

Green Arrow Up.svg 0,25%

Lituania Lituania
44,91%

Green Arrow Up.svg 23,93%

N.D.

N.D.

N.D.

Slovenia Slovenia
20,96%

Red Arrow Down.svg 7,41%

N.D.

N.D.

N.D.

Regno Unito Regno Unito
36%

Green Arrow Up.svg 1,30%

N.D.

N.D.

N.D.

Spagna Spagna
45,9%

Green Arrow Up.svg 1,03%

N.D.

N.D.

N.D.

Svezia Svezia
48,8%

Green Arrow Up.svg 3,27%
Media


Media


Media


Media


Media Unione Europea 43,09% (Green Arrow Up.svg 0,09%)



Ripartizione dei seggi |














































































































































Eurogruppo
Sigla
MPE
Europartito
Sigla
MPE


Partito Popolare Europeo
PPE
221

Partito Popolare Europeo
PPE
211

Non iscritti
10


Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici
S&D
191

Partito Socialista Europeo
PSE
182

Non iscritti
9


Conservatori e Riformisti Europei

ECR
70

Alleanza dei Conservatori e Riformisti Europei
AECR
44

Movimento Politico Cristiano d'Europa
ECPM
1

Non iscritti
25


Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa

ALDE
67

Partito dell'Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l'Europa
ALDE
43

Partito Democratico Europeo
PDE
8

Non iscritti
16


Sinistra Unitaria Europea - Sinistra Verde Nordica

GUE/NGL
52

Partito della Sinistra Europea
SE
23

Alleanza della Sinistra Verde Nordica
NGLA
2

Non iscritti
27


Verdi - Alleanza Libera Europea

V - ALE
50

Partito Verde Europeo
PVE
35

Alleanza Libera Europea
ALE
6

Alleanza della Sinistra Verde Nordica
NGLA
1

Non iscritti
8


Europa della Libertà e della Democrazia Diretta
EFDD
48

Movimento per un'Europa della Libertà e della Democrazia
MELD
2

Non iscritti
46


Non Iscritti
52

N.D.

N.D.

N.D.
Totale
751

N.D.

N.D.

N.D.


Risultati per Stato |


Di seguito è riportata la composizione definitiva del Parlamento europeo nella VIII Legislatura. Accanto ai seggi assegnati ad ogni partito politico nazionale è indicata la percentuale di voti ottenuta da quel partito a livello nazionale.






































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































































Stato

Gruppi politici al Parlamento europeo
MPE
Fonte









PPE

S&D

ALDE

Verdi/ALE

ECR

GUE/NGL

EFD

NI

Germania Germania

34

27

4

13

8

8

-

2
96

[2]

CDU (30,0%)
29

SPD (27,3%)
27

FDP (3,4%)
3

GRÜNE (10,7%)
11

AFD (7,1%)
7

LINKE (7,4%)
7


NPD (1,0%)
1

CSU (5,3%)
5


FW (1,5%)
1

P (1,4%)
1

FAMILIE (0,7%)
1

PMUT (1,2%)
1

PARTEI (0,6%)
1



ÖDP (0,6%)
1




Francia Francia

20

13

7

6

-

4

1

23
74

[3]

UMP (20,8%)
20

PS/PRG (14,0%)
13

MoDem/UDI (9,9%)
7

EE (9,0%)
6


FG/AOM (6,3%)
4

Indipendente[29]
1

FN (24,9%)
23

Regno Unito Regno Unito

-

20

1

6

20

1

24

1
73

[4]


Lab. (24,7%)
20

LibDem (6,7%)
1

GP (7,7%)
3

Cons. (23,3%)
19

SF (0,7%)
1

UKIP (26,8%)
24

DUP (0,5%)
1



SNP (2,4%)
2

UUP (0,4%)
1




PC (0,7%)
1


Italia Italia

17

31

-

-

-

3

17

5
73

[5]

FI (16,8%)
13

PD (40,8%)
31




AET (4,0%)
3

M5S (21,2%)
17

LN (6,2%)
5

NCD/UDC (4,3%)
3





SVP (0,5%)
1

Spagna Spagna

17

14

8

4

-

11

-

-
54

[6]

PP (26,1%)
16

PSOE (23,0%)
14

UPyD (6,5%)
4

ICV (IP) (10,0%)[30]
1


IU (IP) (10,0%)[30]
5



UDC (CpE) (5,4%)[31]
1


CDC/PNV (CpE) (5,4%)[31]
2

EPDD (4,0%)
2

PODEMOS (8,0%)
5


C's (3,2%)
2

PE (1,9%)
1

LPD (2,1%)
1

Polonia Polonia

23

5

-

-

19

-

-

4
51

[7]

PO (32,1%)
19

SLD (9,4%)
5



PiS (31,8%)
19



KNP (7,2%)
4

PSL (6,8%)
4




Romania Romania

15

16

1

-

-

-

-

-
32

[8]

PNL (15,0%)
6

PSD/PC/UNPR (37,6%)
16

Mircea Diaconu (Ind.) (6,8%)
1






PDL (12,2%)
5



UDMR (6,3%)
2

PMP (6,2%)
2

Paesi Bassi Paesi Bassi

5

3

7

2

2

3

-

4
26

[9]

CDA (15,2%)
5

PvdA (9,4%)
3

D66 (15,5%)
4

GL (7,0%)
2

CU/SGP (7,7%)
2

SP (9,6%)
2


PVV (13,3%)
4



VVD (12,0%)
3



PvdD (4,2%)
1


Belgio Belgio

4

4

6

2

4

-

-

1
21

[10]

CD&V (12,2%)
2

PS (11,2%)
3

VLD (12,5%)
3

Groen (6,5%)
1

N-VA (16,4%)
4



VB (4,1%)
1

CDH (4,3%)
1

SP.a (8,1%)
1

MR (10,3%)
3

Ecolo (4,5%)
1



CSP (0,2%)
1




Rep. Ceca Repubblica Ceca

7

4

4

-

2

3

1

-
21

[11]

TOP 09/STAN (16,0%)
4

ČSSD (14,2%)
4

ANO 2011 (16,1%)
4


ODS (7,7%)
2

KSČM (11,0%)
3

SSO (5,2%)
1


KDU-ČSL (10,0%)
3






Grecia Grecia

5

4

-

-

1

6

-

5
21

[12]

ND (22,7%)
5

ELIA (8,0%)
2



ANEL (3,5%)
1

SYRIZA (26,6%)
6


XA (9,4%)
3


To Potami (6,6%)
2



KKE (6,1%)
2

Ungheria Ungheria

12

4

-

2

-

-

-

3
21

[13]

Fidesz (51,5%)
12

MSZP (10,9%)
2


PM (7,3%)
1




Jobbik (14,7%)
3


DK (9,8%)
2

LMP (5,0%)
1


Portogallo Portogallo

7

8

2

-

-

4

-

-
21

[14]

PSD/CDS-PP (27,7%)
7

PS (31,5%)
8

MPT (7,2%)
2



PCP/PEV (12,7%)
3






BE (4,6%)
1

Svezia Svezia

4

6

3

4

-

1

2

-
20

[15]

M (13,6%)
3

S (24,5%)
5

FP (10,0%)
2

MP (15,3%)
4


V (6,3%)
1

SD (9,7%)
2


KD (6,0%)
1

FI (5,3%)
1

C (6,5%)
1




Austria Austria

5

5

1

3

-

-

-

4
18

[16]

ÖVP (27,0%)
5

SPÖ (24,1%)
5

NEOS (8,1%)
1

GRÜNE (14,5%)
3




FPÖ (19,7%)
4

Bulgaria Bulgaria

7

4

4

-

2

-

-

-
17

[17]

GERB (30,4%)
6

BSP (18,9%)
4

DPS (17,3%)
4


BBT (10,7%)
2




RB (6,5%)
1




Finlandia Finlandia

3

2

4

1

2

1

-

-
13

[18]

KOK (22,6%)
3

SDP (12,3%)
2

KESK (19,7%)
3

VIHR (9,3%)
1

PS (12,9%)
2

VAS (9,3%)
1





SFP (6,8%)
1




Danimarca Danimarca

1

3

3

1

4

1

-

-
13

[19]

C. (9,2%)
1

A. (19,1%)
3

V. (16,7%)
2

F. (10,9%)
1

O. (26,6%)
4

N. (8,0%)
1





B. (6,5%)
1




Slovacchia Slovacchia

6

4

1

-

2

-

-

-
13

[20]

KDH (13,2%)
2

Smer (24,1%)
4

SaS (6,7%)
1


OL'aNO (7,5%)
1




SDKÚ-DS (7,8%)
2



NOVA (6,8%)
1

MKP (6,5%)
1


Most-Híd (5,8%)
1

Croazia Croazia

5

2

2

1

1

-

-

-
11

[21]

HDZ/HSS[32](41,4%)
5

SDP[33](29,9%)
2

HNS/IDS[33](29,9%)
2

ORaH (9,4%)
1

HSP-AS[32](41,4%)
1




Irlanda Irlanda

4

1

1

-

1

4

-

-
11

[22]

FG (22,3%)
4

Indipendenti[34](19,8%)
1

Indipendenti[34](19,8%)
1


FF (22,3%)
1

Indipendenti[34](19,8%)
1







SF (19,5%)
3

Lituania Lituania

2

2

3

1

1

-

2

-
11

[23]

TS-LKD (17,4%)
2

LSDP (17,3%)
2

LRLS (16,6%)
2

LVŽS (6,6%)
1

AWPL (8,1%)
1


TT (14,3%)
2




DP (12,8%)
1




Lettonia Lettonia

4

1

-

1

1

-

1

-
8

[24]

V (46,2%)
4

SDPS (13,0%)
1


LKS (6,4%)
1

NA (14,3%)
1


ZZS (8,3%)
1


Slovenia Slovenia

5

1

1

1

-

-

-

-
8

[25]

SDS (24,9%)
3

SD (8,0%)
1

DeSUS (8,1%)
1

Verjamem (10,5%)
1





N.Si/SLS (16,6%)
2




Cipro Cipro

2

2

-

-

-

2

-

-
6

[26]

DISY (37,8%)
2

DIKO (10,8%)
1




ΑΚΕL (27,0%)
2




EDEK (7,7%)
1


Estonia Estonia

1

1

3

1

-

-

-

-
6

[27]

IRL (13,9%)
1

SDE (13,6%)
1

ER (24,3%)
2

Indrek Tarand (Indip.) (13,2%)
1







KE (22,4%)
1


Lussemburgo Lussemburgo

3

1

1

1

-

-

-

-
6

[28]

CSV (37,7%)
3

LSAP (11,8%)
1

DP (14,8%)
1

Gréng (15,0%)
1





Malta Malta

3

3

-

-

-

-

-

-
6

[29]

PN (40,0%)
3

PL (53,4%)
3






Totale

PPE

S&D

ALDE

V-ALE

ECR

GUE/NGL

EFDD

NI
MPE
Fonte








221
191
67
50
70
52
48
52
751



Note |




  1. ^ COUNCIL DECISION 2013/299/EU, Euratom of 14 June 2013 fixing the period for the eighth election of representatives to the European Parliament by direct universal suffrage, published on 21 June 2013 by the Official Journal of the European Union, L 169/69.


  2. ^ Direktwahlakt (PDF-Datei; 83 kB) auf der Homepage des Bundeswahlleiters.


  3. ^ Application error


  4. ^ 2013/299/EU, Euratom: Beschluss des Rates vom 14. Juni 2013 zur Festsetzung des Zeitraums für die achte allgemeine unmittelbare Wahl der Abgeordneten des Europäischen Parlaments.


  5. ^ (EN) Nick Mead e Garry Blight, Eurozone crisis: are the years of pain over?, in The Guardian, 14 agosto 2013. URL consultato il 21 marzo 2014.


  6. ^ EU Leadership Approval at Record Low in Spain, Greece, Gallup, 8 gennaio 2014. URL consultato il 20 gennaio 2014.


  7. ^ Approval of EU leadership lowest in Greece, EUobserver, 8 gennaio 2014. URL consultato il 20 gennaio 2014.


  8. ^ Skepticism And Contempt Color Upcoming European Parliament Elections, in Huffington Post, 21 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.


  9. ^ Jonathan Stearns, EU Elections May Be ‘Tense' as Extremism Grows, Barroso Warns, in Bloomberg News, 15 gennaio 2014. URL consultato il 20 gennaio 2014.


  10. ^ Bruno Waterfield, German foreign minister attacks 'brainless Eurosceptics', in The Daily Telegraph, 9 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.


  11. ^ VIDEO: Now even the Greeks want to join Ukip, says Farage as his latest speech causes stir, in Daily Express, 17 gennaio 2014. URL consultato il 20 gennaio 2014.


  12. ^ Turning right, in The Economist, 4 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.


  13. ^ De Lange, Sarah L., Rooduijn, Matthijs e Van Spanje, Joost, The ‘Le Pen-Wilders‘ alliance will change European politics, Policy Network, 4 febbraio 2014. URL consultato il 5 febbraio 2014.


  14. ^ France's National Front tops EU election survey, EUobserver, 9 ottobre 2013. URL consultato il 20 gennaio 2014.


  15. ^ Peter Cluskey, Dutch study reveals immigration fears, in Irish Times, 3 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.
    «...Liberal-Labour coalition government, who are trailing in the polls behind Geert Wilders and his anti-immigrant Freedom Party in the run-up to the European elections».



  16. ^ Sensation: FPÖ neue Nummer 1 [Sensation: FPÖ new number 1].mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    [collegamento interrotto], TZ Österreich, 16 gennaio 2014. URL consultato il 22 gennaio 2013.



  17. ^ Greece's anti-austerity Syriza party widens lead over conservatives, Reuters, 22 gennaio 2014. URL consultato il 23 gennaio 2014.


  18. ^ Euractiv.com Van Rompuy scorns direct election of Commission president 14 October 2013.


  19. ^ EUobserver Merkel: EU vote not decisive on commission President 25.10.13.


  20. ^ Eurovision, [1] retrieved 3 March 2014.


  21. ^ Eurovision Debate, Eurovision Debate - PARTICIPATING BROADCASTERS 15 May 2014, retrieved 15 May 2014.


  22. ^ Composition of the European Parliament with a view to the 2014 elections, su Europa.eu, 13 marzo 2013. URL consultato il 22 luglio 2013.


  23. ^ Europa.eu, Nota stampa del P.E. del 16/12/08.


  24. ^ Bruno Waterfield, Eighteen 'phantom' MEPs will do no work for two years (Londra), Telegraph, 22 maggio 2009. URL consultato l'8 giugno 2009.


  25. ^ MaltaMedia.com, Maltamediaonline.com, 10 giugno 2009. URL consultato il 15 marzo 2010.


  26. ^ Euractiv, MEP: 'Radical' electoral reform 'badly needed' for 2014 13 ottobre 2008.


  27. ^ Europolitics, Célia Sampol, European elections: Andrew Duff proposes creation of transnational list Archiviato il 2 dicembre 2013 in Internet Archive. 26 aprile 2010.


  28. ^ Legislative observatory of the European Parliament, Procedure files on the Proposal for a modification of the Act concerning the election of the Members of the European Parliament by direct universal suffrage of 20 September 1976.


  29. ^ Joëlle Bergeron, fuoriuscita dal Fronte Nazionale


  30. ^ ab Ne La Sinistra Pluralista (Iniziativa per la Catalogna Verdi, Sinistra Unita).


  31. ^ ab In Coalizione per l'Europa (Convergenza Democratica di Catalogna, Unione Democratica di Catalogna, Partito Nazionalista Basco).


  32. ^ ab L'Unione Democratica Croata, il Partito Rurale Croato e il Partito Croato dei Diritti dr. Ante Starčević hanno partecipato alle elezioni in una coalizione che comprendeva anche altri partiti minori; dei 6 seggi ottenuti 4 sono andati al primo, uno al secondo e uno al terzo. Mentre i primi due partiti appartengono al PPE, il terzo è affiliato ai ECR. Il dato percentuale si riferisce alla coalizione.


  33. ^ ab Il Partito Socialdemocratico di Croazia, il Partito Popolare Croato - Liberal Democratici, la Dieta Democratica Istriana ed altri partiti minori hanno partecipato alle elezioni in coalizione; dei 4 seggi ottenuti complessiviamente 2 sono andati all'SDP, mentre uno a ciascuno degli altri due partiti citati. Il primo partito aderisce a S&D, mentre gli altri due all'ALDE. Il dato percentuale si riferisce alla coalizione.


  34. ^ abc Dei tre candidati indipendenti eletti, uno aderisce al ALDE, una a S&D e uno a GUE/NGL. Il dato percentuale si riferisce a tutti i candidati indipendenti.



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