Società di mutuo soccorso
Le Società operaie di mutuo soccorso (SOMS) sono associazioni, nate in Italia intorno alla seconda metà dell'XIX secolo.[1]
Le forme originarie videro la luce per sopperire alle carenze dello stato sociale ed aiutare così i lavoratori a darsi un primo apparato di difesa, trasferendo il rischio di eventi dannosi (come gli incidenti sul lavoro, la malattia o la perdita del posto di lavoro).
Indice
1 Storia
1.1 Il biennio 1898-99
1.2 Le società agricole-operaie
1.3 Il novecento
2 Note
3 Bibliografia
4 Voci correlate
5 Collegamenti esterni
Storia |
Le SOMS nacquero come esperienze di associazionismo e mutualità, coeve alla proto industria, per rispondere alla necessità di forme di autodifesa del mondo del lavoro. Dopo l'ondata rivoluzionaria del 1848 la loro diffusione subisce un notevole incremento grazie alle concessione di costituzioni liberali negli antichi Stati italiani. Prima di tale data la libertà di associazione era fortemente limitata ed ostacolata dagli ordinamenti nati nel clima poliziesco della Restaurazione.[1] Il funzionamento delle SOMS venne regolato con la legge 15 aprile 1886, nº 3818.
All'epoca della I Internazionale (1864), erano già sorte le prime Società di Mutuo Soccorso o di mutuo appoggio, nate con lo scopo di darsi solidarietà e/o chiedere aiuto ad altri ceti sociali. L'"età d'oro" delle società di mutuo soccorso è nei due decenni tra il 1860 e il 1880. In particolare, nel periodo dal 1871 al 1893, le Società si unirono tra loro nel Patto di fratellanza, di ispirazione mazziniana e saffiana.
Successivamente a questo tipo di esperienza che alcuni (tra i quali Bakunin) consideravano paternalistica, si affiancarono altri tipi di organizzazione di lavoratori che sostituirono alla concezione mutualistica e solidaristica quella sindacale e partitica. Le società di mutuo soccorso continuarono tuttavia ad espandersi sia come numero di associazioni (che toccò il picco di 6722 nel 1894)[3] che di associati (il culmine è nel 1904 con 926.000 soci)[4].
Le società di mutuo soccorso svolgono un grande ruolo agli esordi delle prime organizzazioni sindacali. Nel 1891 saranno SOMS a creare la Camera del lavoro di Torino [5][6]. A Milano il 2 e il 3 agosto 1891, si radunarono i delegati di 450 Società Operaie di Mutuo Soccorso che decisero di costituire sindacati di categoria riuniti in Camere del Lavoro. [7]
Il biennio 1898-99 |
Il 1898 fu in Italia l'anno di una grave crisi politica sfociata in una sommossa in molte città d'Italia, in particolare Milano. La reazione governativa fu particolarmente pesante, furono sciolte molte organizzazioni socialiste [8]e quelle cattoliche facenti capo all'Opera dei congressi[9][10] Il clima di diffidenza investì anche le società operaie, accusate di svolgere attività sindacale. Gli ambienti più aperti reagirono al clima di pesante controllo da parte del governo Pelloux (che ricopriva anche l'incarico di ministro degli interni) sulle associazioni di carattere sindacale e politico,[11] fondando nuove associazioni che svolgevano compiti di aiuto economico ai piccoli imprenditori. In questo clima nella frazione Ronchi San Bernardo fondarono una Società Agricola operaia. Per ribadire il valore dell'associazionismo ripiegarono su attività sociali che non potevano essere accusate di avere valenza politica.
Le società agricole-operaie |
Il 1898 era anche un anno caratterizzato dalla grande crisi agraria: le zone vinicole erano state devastate dalla fillossera e dalla peronospora. La formula trovata dai settori più progressisti ed illuminati fu quella del rilancio di strutture che assicurassero agli agricoltori la fornitura dei mezzi di produzione (sementi, concimi, macchine agricole) a prezzi calmierati e di buona qualità. Il governo, che non prendeva nessun altro provvedimento a favore del mondo agricolo, dovette tollerare che iniziativa come quella dei piccoli proprietari di Courgnè avevano intrapreso, sotto il modello di fratellanza delle "società operaie" dopo aver chiarito che l'oggetto sarebbe stato il sostegno alla produzione e non attività politica. Pertanto fu chiarito che per essere ammesso come socio, occorreva dimostrare di essere proprietario sia pure di un piccolo appezzamento di terreno agricolo.[12]
L'autorità di polizia aveva provveduto nel maggio 1898 allo scioglimento di molte società di mutuo soccorso, al sequestro del loro patrimonio, e da una interrogazione parlamentare dell'onorevole Bertesi, sappiamo che nel dicembre successivo non era stato dissequestrato. [13]
L'eccezionalità della costituzione della Società Agricola Operaia Ronchi San Bernardo di Courgnè è dato che persino nell'anno seguente il giornale La Stampa segnalava che le Società operaie venivano chiuse senza che avessero dato alcun pretesto [14] Di altro esempio di costituzione di Società Agricola Operaia c'è l'anno successivo a Trapani[15]
Al fiorire delle iniziative sparse a livello locale corrispose, poi, uno sforzo unificante. Il ruolo di acquisire i mezzi di produzione agricola si spostò a livello provinciale nei Consorzi agrari, coordinati a livello nazionale dalla Federconsorzi Le iniziative locali, quando sopravvissero, ebbero solo la valenza di meri circoli che gestivano il massimo centro di aggregazione delle piccole località rurali: l'osteria, ma salvando a volte una valenza associativa.[16][17] La società di Cuorgnè riuscì così a raggiungere i 120 anni, continuando a svolgere attività di carattere sociale e filantropico[18][19]
Il novecento |
All'inizio del XX secolo con l'avvento del fascismo le SOMS vennero sciolte o incorporate in organizzazioni fasciste.
Verso la fine degli anni cinquanta, quando le SOMS ripresero ad espandersi, la società italiana era profondamente cambiata: i lavoratori avevano ottenuto maggiori tutele, erano state introdotte le pensioni ed era stata estesa la protezione nel campo sanitario (almeno per il lavoro dipendente), mentre scarsa era la "copertura" per professionisti e lavoratori autonomi; nei loro confronti si spostò quindi la maggior parte del lavoro svolto dalle SOMS.
A partire dagli anni 2000 esse hanno poi rivolto la loro attenzione soprattutto verso l'assistenza sanitaria integrativa. Al 31 dicembre 2006 alla Federazione Italiana della Mutualità Integrativa Volontaria (FIMIV) aderivano 146 Società di Mutuo Soccorso.
Alla fine del 2007 viene costituita la Società Generale di Mutuo Soccorso Basis Assistance che nel 2012 incorpora per fusione prima Mutua 1886 e poi Mutua Sarda, diventando la più grande mutua sanitaria italiana per numero di assistiti.
Il 25 ottobre del 2011 prende forma l'Associazione Nazionale Sanità Integrativa (ANSI) nuova realtà capace di tutelare, aggregare e sostenere le diverse forme mutualistiche operanti in Italia. L'ANSI è frutto dell'unione di 8 tra fondi sanitari e società di mutuo soccorso, tra cui Mutua Basis Assistance, fondo C.A.S.P.I.E., Cassa di Assistenza Basis Assistance, Mutua Unica e Mutua Sarda.
Nel 2015, il Fondo FASV – Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa di Assolombarda – ha approvato il progetto di fusione per incorporazione nella Società Generale di Mutuo Soccorso, Mutua Basis Assistance che diviene effettivo il 1º gennaio del 2016,
Nell'aprile del 2017 l'Associazione Nazionale di Sanità Integrativa cambia denominazione sociale, trasformandosi in Associazione Nazionale Sanità Integrativa e Welfare, con l'intento di dare voce a tutte quelle realtà che si affacciano al mondo del welfare aziendale.
Note |
^ ab L. Tomassini, L'associazionismo operaio: aspetti e problemi della diffusione del mutualismo nell'Italia liberale, in S. Musso, Tra fabbrica e società. Mondi operai nell'Italia del Novecento, Milano 1999, p. 9
^ Nel cartello affisso su legge: INVITO alla formazione della Società di Mutuo Soccorso per le Arti e Mestieri ITALIA 1851.
^ Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, Elenco delle società di mutuo soccorso, Roma 1898
^ Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, Elenco delle società di mutuo soccorso in Italia al 31 dicembre 1904 (Studio statistico), Roma 1906
^ Camera del lavoro di Torino
^ Storia dell'industria
^ sapere.it
^ Furono sciolte 21 delle 25 Camere del lavoro esistenti La rotta per Itaca
^ Dell'Opera dei Congressi vennero soppressi 4 comitati regionali, 70 comitati diocesani, 2.600 comitati parrocchiali, 600 sezioni giovanili e 5 circoli universitari.
^ storia camera vedi interrogazione on. Bertesi sulla destinazione del patrimonio degli enti disciolti e la risposta del ministro Pelloux.
^ il Di Rudinì avuto dal re l'Incarico per ricostituire il governo lo compose il 10 giugno e lo presentò al parlamento il 16 dello stesso mese chiedendo oltretutto poteri eccezionali quali la possibilità di sospendere di fatto tra gli altri il diritto d'associazione (tramite l'obbligo di dare all'autorità di pubblica sicurezza i loro statuti e l'elenco dei soci e il divieto della costituzione di società pericolose all'ordine pubblico) ma la netta opposizione della camera a tali progetti indusse il presidente del consiglio a rassegnare al re le proprie dimissioni. Fu sostituito da Pelloux, altrettanto reazionario, che anch'egli tentò di introdurre leggi restrittive. La repressione delle associazioni sindacali continuò persino nel nuovo secolo e con il più mite Governo Saracco che chiuse la Camera del lavoro di Genova
^ il governo cercava di impedire ai braccianti agricoli di fondare organizzazioni sindacali.
^ Storia Camera
^ Un uomo, un giornale: Alfredo Frassati, vol. I p.283
^ Trapani nostra
^ la sentinella
^ vedi per una realtà similare, sempre nel Canavese la società agricola operaia di Filia
^ Comune di Courgnè
^ La Sentinella del Canavese
Bibliografia |
- E. R. Papa, Le origini delle società operaie. Libertà di associazione e organizzazioni operaie di mutuo soccorso in Piemonte nei primi anni dopo lo Statuto 1848-1861, Milano 1967
- S. Merli, Proletariato di fabbrica e capitalismo industriale, Firenze, 1972
- L. Tomassini, L'associazionismo operaio: aspetti e problemi della diffusione del mutualismo nell'Italia liberale, in S. Musso, Tra fabbrica e società. Mondi operai nell'Italia del Novecento, Milano 1999
- A. Grohmann, Perugia e la sua Società di mutuo soccorso, 1861-1939, Perugia, Volumnia, 2000, 298 p.
- L. Botta, L'associazionismo sociale e popolare nelle "Società di Mutuo Soccorso", in S. Soave, "Storia di Savigliano - Il '900", vol. II, L'Artistica Editrice, Savigliano, 2006
- E. Fonzo,«L’unione fa la forza». Società di mutuo soccorso e altre organizzazioni dei lavoratori a Napoli dall’Unità alla crisi di fine secolo, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2010
- B. Cassola, Il welfare di comunità. La mutualità sanitaria nelle BCC, Ecra, Roma, 2014
- Adriano Oberto I 110 anni della Società Agricola Operaia Ronchi San Bernardo Cuorgnè [1]
- Antonio Saltini Istituzioni agrarie e progresso delle campagne Edizioni Spazio Rurale 2006
- Gera Bianca e Robotti Diego, Cent'anni di solidarietà. Le società di mutuo soccorso piemontesi dalle origini. Censimento storico e rilevazione delle associazioni esistenti, Regione Piemonte, Torino 1989. (reperibile a Torino
Voci correlate |
- Assistenza sociale
- Patto di fratellanza
- Sindacato
- Coro Popolare Operaio
Collegamenti esterni |
- Fondazione per le Società di Mutuo Soccorso, su fondazionemutuosoccorso.it.
- Coordinamento regionale delle società di mutuo soccorso della Lombardia, su mutualitalombardia.it.
- Le Società di Mutuo Soccorso (PDF), su ciapanota.it.
- Sito delle Mutue Soccorso, su fimiv.it.
- Legge regolatrice delle SOMS n. 3818/1886 .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
[collegamento interrotto], su fimiv.it. - Genesio Lamberti uno dei fondatori della Società di Mutuo Soccorso di Santa Teresa Gallura - Archivio Storico Comune Santa Teresa Gallura
^ Canaveis N. 14 - Canavéis