Eroina




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Eroina
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Nome IUPAC
(5α,6α)-7,8-dideidro-4,5-epossi-17-metilmorfina-3,6-diol diacetato
Caratteristiche generali

Formula bruta o molecolare
C21H23NO5

Massa molecolare (u)
369,41102 g/mol
Numero CAS 561-27-3
Numero EINECS 209-217-7
Codice ATC
N02AA09
PubChem 5462328
DrugBank DB01452
SMILES
CC(=O)OC1C=CC2C3CC4=C5C2(C1OC5=C(C=C4)OC(=O)C)CCN3C
Dati farmacologici
Categoria farmacoterapeutica
Oppiacei - Analgesico - Narcotico
Modalità di
somministrazione
Inalazione
intramuscolare
transmuscolare
endovena
orale
Dati farmacocinetici
Biodisponibilità <35% (orale), 44-61% (inalato)
Legame proteico 0%
Metabolismo epatico
Emivita 3-5 minuti
Escrezione 90% per via renale, 10% via biliare
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico

Molto tossico
Frasi R 26/27/28

L'eroina è un derivato della morfina, alcaloide principe dell'oppio (assieme a Tebaina e Codeina), nota anche come Diacetilmorfina o Diamorfina.
È una sostanza semisintetica ottenuta per reazione della morfina con l'anidride acetica. La sostanza pura si può trovare di colore bianco cristallino, che sarebbe poi il sale cloridrato diamorfina, oppure marrone scuro e molto appiccicosa (brown sugar). Per le sue proprietà sedative e analgesiche è stata molto usata in medicina, prima di essere proibita a causa dei forti effetti collaterali, allo sviluppo di tolleranza e l’instaurarsi di dipendenza con crisi da astinenza al momento della sospensione della terapia. Sotto il nome commerciale di Diamorfina è commercializzata sotto stretto controllo in Inghilterra come soluzione iniettabile o in compresse, e ha un uso ricreativo in vari paesi europei.[1]


Si ritiene che l'Afghanistan produca ed esporti più del 90% della produzione mondiale di papavero da oppio per la realizzazione dell'eroina[2].


La dipendenza da eroina è identica a quella della morfina, ma si instaura più in fretta e con quantitativi di sostanza più bassi. Anche le dosi letali sono più basse, per cui il rischio di overdose è maggiore che per la morfina. 1 mg di eroina può equivalere da 2,5 mg a 4,9 mg di morfina.




Indice






  • 1 Farmacologia


  • 2 Storia recente e uso clandestino


  • 3 Tipi


    • 3.1 Eroina bianca


    • 3.2 Eroina base (brown sugar)


    • 3.3 Black tar


    • 3.4 Altri tipi meno diffusi




  • 4 Sostanze da taglio


  • 5 Effetti


  • 6 Effetti avversi


  • 7 Galleria d'immagini


  • 8 Note


  • 9 Bibliografia


  • 10 Voci correlate


  • 11 Altri progetti


  • 12 Collegamenti esterni





Farmacologia |




Struttura chimica dell'eroina


L'eroina, derivata per acetilazione della morfina per rendere la molecola più lipofila, fu sintetizzata la prima volta nel 1874 dal ricercatore britannico C.R. Wright, ma la nuova molecola sperimentata su animali non fu considerata interessante. Venne risintetizzata nel 1897 da Felix Hoffmann, un chimico tedesco che lavorava per la Bayer; in quel periodo l'acetilazione era una tendenza diffusa per la ricerca di molecole più attive. Hoffmann realizzò l'acetilazione dell'acido salicilico, ottenendo l'Aspirina, e solamente 11 giorni dopo fece altrettanto con la morfina, producendo appunto l'Eroina.


L'intento era quello di ottenere una molecola più efficace della codeina nel sedare la tosse, la tubercolosi e le patologie respiratorie. Le effettive proprietà sedative sul centro del respiro (le stesse che portano a morte nell'overdose) furono inizialmente male interpretate, ritenendo che la riduzione del ritmo respiratorio dipendesse da una migliorata efficienza respiratoria.




Una bottiglia di eroina venduta dalla multinazionale farmaceutica Bayer


Fu battezzata commercialmente eroina (dal tedesco "heroisch", eroico, giacché inizialmente la si credeva priva degli spiacevoli effetti collaterali di dipendenza e assuefazione palesati dalla morfina), e cominciò ad essere venduta liberamente dalla multinazionale farmaceutica Bayer dal 1899, in breve tempo l'impiego terapeutico si ampliò alle più disparate patologie pneumologiche, ma anche neurologiche, ginecologiche, o a semplici dolori ecc. Si diffusero pertanto svariate preparazioni farmaceutiche acquistabili liberamente, questo fece sì che l'eroina divenisse velocemente uno dei farmaci più venduti in assoluto.


A parte qualche farmacologo contro corrente, non la si riteneva in grado di dare dipendenza.
L'eroina in realtà è molto più potente della morfina, le dosi terapeutiche sono molto più basse e la sua azione ipnotica è minore. La dipendenza è molto forte e si instaura più rapidamente.
Alcuni ritengono che il successo sia però legato al nome suggestivo, più che alle proprietà farmacologiche; non ha avuto lo stesso successo una molecola cinque volte più potente, ma dal nome commercialmente infelice: l'idromorfone.


L'eroinomania divenne rapidamente una emergenza sanitaria: nel 1905 la città di New York consumava circa due tonnellate di eroina all'anno. In Cina, sotto forma di compresse da fumare, iniziò a sostituire l'oppio. L'Europa e il vecchio mondo non rimasero immuni e il consumo si diffuse rapidamente. In Egitto nel 1930 il fenomeno aveva assunto proporzioni drammatiche: si calcola che su 14 milioni di abitanti vi fossero 500.000 eroinomani[3].


Di fronte a questi fatti le autorità corsero ai ripari: i primi furono gli Stati Uniti d'America che vietarono produzione, importazione e uso di eroina nel 1925. Nello stesso anno viene firmata a Ginevra la Convenzione internazionale dell'oppio a cui aderirono molte nazioni. Le ultime nazioni a mettere al bando l'eroina sono state la Cecoslovacchia (1960) e il Portogallo (1962).



Storia recente e uso clandestino |


Dopo che venne bandito l'uso farmacologico dell'eroina, si ebbe una fortissima richiesta clandestina di questa sostanza che fece sorgere un po' ovunque laboratori clandestini, in cui l'eroina veniva prodotta a partire dall'oppio e dalla morfina in esso contenuta. Uno dei più grandi aveva sede a Marsiglia negli anni sessanta: sintetizzava eroina bianca sfruttando come materia prima l'oppio proveniente dalla Turchia e riforniva principalmente il Nord America. Una vasta operazione di polizia concordata fra i paesi interessati distrusse i laboratori e smantellò la rete di traffico ad essi collegata, ma subito dopo si aprì una nuova rotta clandestina che portava l'oppio da Birmania, Thailandia e dagli altri paesi del cosiddetto Triangolo d'oro ad Amsterdam, dove veniva trasformato in eroina. Da questi nuovi laboratori nacque la variante Brown Sugar, chiamata così perché aveva l'aspetto del caramello o dello zucchero di canna a seconda della purezza.


La dipendenza da eroina divenne un grossissimo problema sociale in Europa, specialmente nell'area mediterranea (dal Portogallo, all'Italia e alla Grecia), in Germania e in Svizzera, negli anni tra il 1977 e il 1992, quando la presenza massiccia di tossicodipendenti che vivevano per la strada, senza fissa dimora, procurandosi denaro con furti, scippi, prostituzione e elemosina, era diventata una costante in tutte le maggiori città. In quegli anni la morte per overdose da eroina tagliata diversamente (con meno sostanze inerti o in dose leggermente più massiccia), che provocava collasso cardiocircolatorio, divenne una piaga sociale. Il consumo di eroina si associava inoltre ad altre gravi patologie, quali le epatiti, le endocarditi e l'AIDS: l'uso sociale della droga in gruppo, spesso tra persone giovani e giovanissime, prevedeva frequentemente la condivisione della siringa, con contatti ematici che divennero negli anni ottanta il principale metodo di trasmissione dell'HIV in molti paesi, ben più dei rapporti sessuali non protetti[4].


A partire dai primi anni novanta il fenomeno si attenuò a causa della ormai diminuita popolazione tossicodipendente (per decesso, per incarceramento o per ingresso in comunità terapeutiche), e di una maggiore consapevolezza degli effetti negativi, grazie a campagne di sensibilizzazione, libri e film (un successo planetario fu l'autobiografico Christiane F. - Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino). Dalla metà degli anni novanta l'emergenza era cessata come allarme sociale perlomeno nell'Europa continentale, con i consumatori ormai orientati verso altri tipi di droghe ricreative, quali l'ecstasy.


Attualmente i paesi del triangolo d'oro, con l'eccezione dell'Afghanistan a causa delle recenti guerre, hanno acquisito il know-how chimico necessario e non esportano più oppio da raffinare, ma direttamente eroina pronta all'uso.



Tipi |


Sono noti diversi tipi di eroina che si differenziano per la qualità, per il tipo di impurità che presentano e per le sostanze da taglio che sono state aggiunte durante o dopo la produzione. I tipi più comuni sono l'eroina bianca e l'eroina base (brown sugar), dette rispettivamente eroina nº 4 e eroina nº 3, da non confondere con le eroine nº 1 e nº 2, termini riferiti alle sostanze impiegate e alle fasi di preparazione dell'eroina acquistata dai consumatori.



Eroina bianca |


L'eroina bianca è un cloridrato di diamorfina e viene prodotta soprattutto nel triangolo d'oro di Birmania, Laos e Thailandia. È la più pura tra quelle esistenti nel mercato, ha una purezza che si aggira sul 90%[5] e viene chiamata anche eroina nº 4 perché richiede 4 processi di raffinazione contro i 3 dell'eroina base (brown sugar). Il quarto processo la trasforma in sale (cloridrato), rendendola molto più pura e maggiormente solubile in acqua. Questa fase di produzione è molto delicata e pericolosa per l'impiego di eteri, sostanze soggette ad esplodere con facilità. La produzione è quindi molto complessa e viene fatta da chimici particolarmente esperti con l'impiego di attrezzature molto sofisticate. I laboratori del triangolo d'oro hanno questi requisiti al contrario di quelli della mezzaluna d'oro,[6] la vasta area che comprende Iran, Pakistan, India, Nepal e soprattutto Afghanistan, che a partire dagli anni novanta è diventato il maggior produttore mondiale di eroina.[7] In tempi più recenti, anche i laboratori afghani hanno cominciato a produrre eroina bianca, ma con procedimenti diversi da quelli impiegati nel Sud-est asiatico.[6]


L'eroina bianca, essendo un sale, brucia con maggiore facilità dell'eroina base ed i suoi effetti sono quindi notevolmente smorzati se viene fumata. Per la sua facile solubilità nell'acqua, non sono richiesti agenti chimici per scioglierla come acido citrico, acido ascorbico, limone o aceto. È invece necessario mischiarla con l'acqua e scaldarla per disperderne le impurità. Spesso non è bianca come dovrebbe, a causa delle differenze tra le sostanze impiegate e tra i processi di produzione che possono variare in ogni laboratorio, nonché per le sostanze con cui viene spesso tagliata dai commercianti. Oltre ad essere bianco puro, il suo colore può essere bianco opaco, rosato e molto spesso beige, nel qual caso può essere confusa con l'eroina base. Il metodo più sicuro per distinguerle è un'analisi chimica.[6]



Eroina base (brown sugar) |


L'eroina base è un alcaloide, è detta anche diamorfina base e brown sugar, è meno pura dell'eroina bianca, la sua purezza varia tra il 20 e il 50%[5] e viene prodotta principalmente nei Paesi della mezzaluna d'oro. Viene chiamata anche eroina nº 3 perché richiede 3 processi di raffinazione contro i 4 della più sofisticata eroina bianca, chiamata per questo nº 4. L'eroina base, che si presenta di colore marrone, non è un sale come la bianca, e di conseguenza non è facilmente solubile in acqua. A parità di quantità consumata, la bianca è molto più forte rispetto alla base, che invece brucia a temperature più basse e può essere fumata con minore dispersione. Viene prodotta con maggiore facilità e non richiede tutti gli accorgimenti necessari per produrre la bianca.[6]


Per le iniezioni, l'eroina base non si scioglie facilmente e ha bisogno di essere scaldata insieme all'acqua per un lasso di tempo adeguato. Per diventare un sale e sciogliersi deve essere inoltre mischiata con un agente chimico come acido citrico, acido ascorbico, limone o aceto in quantità adeguate per non causare danni alle vene. I primi due sono più puri e procurano meno effetti collaterali dannosi, mentre limone e aceto spesso contengono batteri o lieviti come la candida che possono procurare endocardite e endoftalmite. Per le sue caratteristiche è quindi più adatta ad essere fumata, un tipo di consumo molto diffuso nel mondo che riduce i pericoli di overdose. Per evitarne la dispersione, i fumatori la consumano pura mettendone una linea su una stagnola che viene scaldata lentamente aspirando il fumo con una cannuccia o una banconota arrotolata.[6]



Black tar |


L'eroina black tar, letteralmente catrame nero, ha origini più recenti rispetto alla bianca e alla base e fu prodotta a partire dagli anni 1980 soprattutto in Messico.[8] Non è una polvere come le altre eroine ma una massa appiccicosa nerastra simile al catrame, da cui ha preso il nome, o dura come il carbone. Secondo quanto riporta il National Institute on Drug Abuse, ha queste caratteristiche a causa del grezzo processo con cui viene prodotta e delle impurità che contiene; secondo l'NCBI il suo grado di purezza è al massimo del 25-30%. Viene di solito assunta per iniezione, in particolare da quei consumatori abituati a iniettarsi altra eroina prima di avere provato la black tar, che non si curano della sua scarsa purezza scegliendola per il suo basso costo. Largamente usata in prevalenza negli Stati Uniti occidentali tra il Mississippi e la West Coast, Los Angeles divenne il maggiore centro di smistamento.[9] Dopo gli Stati Uniti iniziò a diffondersi anche in Canada e in alcune zone dell'Europa.[10]


In Messico veniva inizialmente prodotta una varietà qualitativamente bassa di eroina base e quando arrivò negli Stati Uniti la nuova bianca prodotta in Afghanistan le vendite di eroina messicana ebbero un crollo. Fu allora che i produttori locali crearono la black tar. La sua purezza resta inferiore a quella della bianca afghana ma è più elevata della base che producevano prima, e grazie al suo costo contenuto ha conquistato una buona fetta del mercato statunitense. Molti degli effetti tossici della black tar sono simili a quelli di altre eroine, mentre le impurità che contiene tendono a ostruire maggiormente i vasi sanguigni e aumentano i rischi di compromettere organi vitali, il cervello, i polmoni, i reni e il fegato.[11]



Altri tipi meno diffusi |



  • Fra le varietà di eroina base prodotte nel Sud-est asiatico vi sono quelle di color rosa chiamate Penang Pink e Red Chicken.[5][12]


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    Kobret, forma di eroina tagliata con degli additivi che permettono alla sostanza di fondere se scaldata su di un foglio di alluminio con una fiamma, e vaporizzare venendo poi inalata.[senza fonte]



Sostanze da taglio |


Bisogna sempre tenere in considerazione che l'eroina venduta in strada contiene basse dosi di principio attivo perché viene corretta con varie sostanze da taglio, specialmente dai venditori al dettaglio, al fine di aumentarne il volume e quindi migliorare i guadagni. Le sostanze utilizzate fino agli anni novanta dai produttori quali agenti di taglio permisero di individuare due tipi di eroina: la tipo 1 e la tipo 2[13]; la tipo 1 contiene principalmente eroina al 50-70% e caffeina al 50-30%, la tipo 2 contiene eroina al 50-70%, caffeina al 30-45% e stricnina allo 0.5-10%. Spesso passando dal produttore al consumatore l'eroina subisce diluizioni con sostanze diverse, tanto che le dosi vendute per strada contengono il 10 o il 20% di sostanza originale.


Alcune sostanze ritrovate nelle dosi di eroina spacciate per strada e presumibilmente aggiunte dal venditore al dettaglio comprendono paracetamolo, lattosio, bicarbonato e zucchero e anche sostanze psicoattive come benzodiazepine, barbiturici. I produttori si limitano ad aggiungere solo caffeina o stricnina che sembrano aumentare gli effetti dell'eroina quando se ne inalano i vapori. Altre sostanze contenute nell'eroina da strada sono gli alcaloidi presenti nell'oppio di partenza come l'acetilcodeina, la 6-acetil-morfina nonché la noscapina e la papaverina.


Nonostante quello che si crede, uno studio inglese [senza fonte] ha dimostrato che le sostanze da taglio che erano contenute nell'eroina analizzata non sono velenose alle dosi impiegate e persino la stricnina, contenuta nelle partite di eroina sequestrate fino agli anni ottanta, non sono considerate dagli esperti velenose. Una successiva ricerca (Coomber, 1987), coadiuvata con un gruppo di ex tossicodipendenti ed esperti italiani, suggerirebbe che la stessa eroina con lo stesso medesimo taglio di stricnina utilizzato negli anni ottanta sulle piazze italiane (precisamente 1983) se abilmente alternata ad anfetamina (che in quegli anni si poteva trovare facilmente ad un livello di purezza pari al 40%) non dava alcun tipo di dipendenza (né psichica, né tantomeno fisica) nella popolazione di casi studiati[14].


Metodi d'uso : L'eroina può essere assunta per via orale (metodo poco diffuso a causa dei blandi effetti), iniettata (metodo particolarmente potente per effetti e velocità d'azione e anche molto rischioso), sniffata, o bruciata per inalarne i vapori. Quest'ultimo metodo è noto con l'espressione "inseguire il drago" (en. chasing the dragon), che si riferisce letteralmente all'operazione di inalare l'eroina scaldata sopra un foglio di alluminio[15], più comunemente conosciuto con il gergo di "Stagnole", "Stagne" o "Stagge".



Effetti |




Un pezzo di eroina nera (black tar)








Attraversata la barriera ematoencefalica, l'eroina perde uno o entrambi i gruppi acetile per deacetilazione trasformandosi in morfina (se li perde entrambi), in 3-monoacetilmorfina (se perde il gruppo in posizione 6) e in 6-monoacetilmorfina (se perde il gruppo in posizione 3), il metabolita più potente e più attivo dei tre. Gli effetti dell'eroina sono divisi in gradi e se la droga è assunta la prima volta per endovena l'effetto dura circa due ore. Nella fase di massimo effetto, essa deprime il centro respiratorio nel sistema nervoso centrale e il soggetto sotto effetto della droga prova una potentissima sensazione di orgasmo in ogni parte del corpo.
I gradi dal momento di assunzione della sostanza sono i seguenti:


1° (immediatamente): si raggiunge un'estasi pari quasi ad un orgasmo che si diffonde a tutta la muscolatura del corpo, si ha confusione mentale e generale, senso di calore frequente anche dopo l'effetto, sudorazione fredda, mancamenti, talora vomito e nausea, bradicardia, dispnea e analgesia.


2° (dopo circa 20 min): i legami associativi sono più lenti, il pensiero rallenta e perde un senso logico; l'umore è o euforico, o disforico e le percezioni temporali sono largamente alterate: le ore sembrano minuti, i minuti secondi.


3° (dopo circa un'ora): compare il picco massimo dell'effetto: la mente raggiunge una sensazione di pace, il corpo, anestetizzato da un incondizionato senso di piacere misto ad un'esaltazione interiore, tende ad isolarsi per "vivere" l'esperienza e ogni tipo di problema tende ad essere dimenticato.


La dose letale è di circa 100 mg endovena nei soggetti non assuefatti[senza fonte]; una dose per consumo voluttuario ne contiene da 3 a 10 mg. Nei tossicodipendenti, si sviluppa sia tolleranza sia dipendenza; per cui aumentano sia la dose letale che quella necessaria per ottenere l'effetto cercato: molti dipendenti da eroina ne assumono dai 2,5 ai 5 grammi al giorno in più dosi. A differenza della morfina, quando iniettata endovena, l'eroina provoca un caratteristico flash euforico della durata di circa 30-60 secondi, dovuto al rapido superamento della barriera ematoencefalica e conseguente saturazione dei recettori oppioidi; la rapidità di saturazione dei recettori è anche il motivo per cui i consumatori di eroina prediligono la via di somministrazione endovenosa. L'eroina, altrimenti, può essere anche fumata o sniffata.


Il cocktail di eroina più cocaina viene comunemente chiamato "speedball".


I più importanti effetti collaterali a lungo termine riguardano principalmente l'instaurarsi di una dipendenza fisica e psichica a seguito di un determinato periodo di tempo - che varia da persona a persona - di uso costante della sostanza. Questo intervallo di tempo che può variare tra i 7 ed i 15 giorni, è spesso causa dell'instaurarsi della dipendenza. Il soggetto non avvertendo sintomi di astinenza dopo alcuni giorni di uso tende a sottovalutare il pericolo. Quando si prende atto dell'instaurata dipendenza è troppo tardi. Una volta instaurata la dipendenza, il tossicodipendente è "costretto" a continuare ad assumere la sostanza per evitare le fortissime crisi d'astinenza. La crisi di astinenza dura in media da 48-72 ore fino a una settimana e si presenta circa 8 ore dopo l'ultima dose. La prima fase della crisi di astinenza si presenta sotto forma di sbadigli e lacrimazione, sudorazione, scarichi nasali abbondanti, senso di fastidio e irritabilità; poi, dopo circa 16 ore, i sintomi aumentano di intensità e possono comparire sudori freddi, dolori agli arti, brividi e, nei casi dove si usa la sostanza in grande quantità e per lunghi periodi di tempo, si sviluppano tremori. Di solito, dopo 24 ore, i sintomi cominciano ad inasprirsi comportando mal di stomaco e vomito, i sintomi in genere raggiungono il picco nelle seconde 24 ore includendo: febbre, tosse con attacchi di vomito misto a sangue e succhi gastrici, crampi e scosse muscolari con scalci, tremori con brividi, dolori alle ossa e perenne senso di freddo, senso di abbandono ed emarginazione. È comunque importante sapere che la sindrome d'astinenza da eroina (con rarissime eccezioni nei casi di consumo di quantità abnormi) è autoconcludente. Nella maggior parte dei casi all'inizio del quarto giorno il soggetto pur essendo fisicamente spossato, non presenta più sintomi. La difficoltà nel superamento della crisi d'astinenza aumenta con il prolungarsi dell'uso negli anni, e con l'invecchiamento del soggetto. La dipendenza e l'astinenza psichica, invece, sono molto più complesse e richiedono un supporto di tipo psicologico oltre che farmacologico, per consentire la guarigione che può dirsi conclusa non prima di un anno.
Oltre alla dipendenza, il consumo ripetuto e costante di eroina generalmente causa aumento della sintesi di cortisolo, perdita dei denti, osteoporosi, disfunzione erettile, perdita della libido, stitichezza, apatia, depressione[senza fonte].


Il corpo umano produce già da sé delle sostanze (chiamate endorfine) che hanno lo stesso effetto dell'eroina, ma a dosi assai minori; esse servono per contrastare il dolore. A tal proposito, l'uso prolungato dell'eroina inibisce anche le sinapsi che mandano il segnale di produzione delle endorfine.


Nella classifica di pericolosità delle varie droghe, stilata dalla rivista medica Lancet, l'eroina occupa il primo posto.[16]



Effetti avversi |


Come la maggior parte degli oppioidi, l'eroina provoca numerose complicazioni a lungo termine. L'eroina di "strada", infatti, è considerata una delle droghe più dannose, soprattutto se consumate per via endovenosa.



  • Avvelenamento da contaminanti aggiunti per diluire l'eroina

  • Per via endovenosa l'uso di eroina (e di qualsiasi altra sostanza) con aghi non sterili e siringhe o altri strumenti usati può aumentare il rischio di contrarre:

    • malattie virali come AIDS ed epatiti (prevalentemente di tipo B e C)

    • infezioni batteriche o fungine e sclerosi venosa

    • Ascessi



  • Costipazione

  • Tolleranza


  • Dipendenza che può derivare da un uso prolungato di tutti gli oppioidi pure nelle cure palliative, con conseguente sintomi di astinenza sulla cessazione d'uso

  • Compromissione della funzione renale dovuta in parte agli effetti diretti dell'eroina, in parte all'azione di adulteranti o di malattie infettive.


Molti paesi e governi locali hanno iniziato a finanziare i programmi di sterilizzazione su aghi per le persone che si iniettano droghe illegali nel tentativo di ridurre questi rischi potenziali e soprattutto la contrazione e diffusione di malattie a trasmissione ematica.
In Italia in alcune farmacie è presente un macchinario per scambiare le siringhe usate con una nuova.


L'overdose è di solito trattata con un oppioide antagonista: il naloxone (Narcan), o naltrexone, che ha alta affinità per i recettori degli oppioidi. Questo inverte gli effetti di eroina e di altri agonisti oppioidi e causa un ritorno immediato della coscienza, ma può precipitare quindi bisogna assistere il paziente almeno 24 ore, dipende poi dal caso, con dosi ripetute ogni 15 minuti in endovena di Naloxone.
L'emivita del naloxone è molto più breve di quella della maggior parte degli agonisti oppioidi.
È stato ipotizzato che una parte sconosciuta di decessi correlati all'eroina siano il risultato di una reazione allergica al chinino, che talvolta può essere usato come agente di taglio assieme ad altre sostanze pericolosissime come Fentanyl, Remifentanil e altri derivati sintetici 400 volte più potenti dell'eroina stessa.
Gli utenti che la utilizzano in EV sono molto più a rischio.


Un ultimo fattore che contribuisce all'overdose è il condizionamento operante.
Utilizzare diacetilmorfina è un comportamento altamente ritualizzato. Sebbene il fenomeno debba essere ancora chiarito totalmente, gli eroinomani di lunga data mostrano maggiore tolleranza al farmaco in luoghi in cui hanno ripetutamente somministrato. Quando l'utente procede all'iniezione in una posizione diversa, la soglia di tolleranza si rivela più bassa, con la conseguenza di produrre effetti maggiori. La dose media in tal caso si rivela quindi troppo elevata e può comportare overdose.


Una piccola percentuale di fumatori di eroina e di utenti IV, possono sviluppare sintomi di leucoencefalopatia. La causa non è ancora stata identificata, ma la speculazione è che la malattia sia causata da un raro adulterante che è attivo solo in caso di riscaldamento.
I sintomi includono disturbi del linguaggio e difficoltà a camminare.


La cocaina è a volte usata in combinazione con eroina, e quando iniettata o fumata in combinazione viene chiamata speedball. La cocaina agisce come stimolante, l'eroina come depressivo. La somministrazione concomitante fornisce una forte euforia, escludendo alcuni effetti negativi, come ansia e sedazione. Gli effetti della cocaina svaniscono molto più rapidamente di quelli dell'eroina, quindi se una dose eccessiva di eroina è stata utilizzata per compensare la cocaina, il risultato finale può essere una fatale insufficienza respiratoria.



Galleria d'immagini |




Note |




  1. ^ Patients receiving a prescription for diamo... [Drug Alcohol Rev. 2006] - PubMed - NCBI


  2. ^ Unimondo.org, articolo del 31 agosto 2007


  3. ^ Eroina.org: Informazioni sulla storia dell'Eroina


  4. ^ AIDS su Treccani.it


  5. ^ abc (EN) M D Cole, The Analysis Of Drugs Of Abuse: An Instruction Manual: An Instruction Manual, CRC Press, 2006, p. 28, ISBN 0-203-01432-4.


  6. ^ abcde New South Wales Users & AIDS Association’s


  7. ^ (EN) Welcome to the Golden Triangle, the centre of the world's drug trafficking, su independent.co.uk, 11 marzo 2015. URL consultato il 3 giugno 2017.


  8. ^ L'economia della droga (4), su radioradicale.it. URL consultato il 17 gennaio 2018.


  9. ^ (EN) What is Black Tar Heroin?, su opium.com. URL consultato il 17 gennaio 2018.


  10. ^ (EN) Black Tar Heroin, su alcoholrehab.com. URL consultato il 17 gennaio 2018.


  11. ^ (EN) The Dangers of Black Tar Heroin, su heroin.net. URL consultato il 17 gennaio 2018.


  12. ^ John Strang, Michael Gossop, Heroin Addiction and the British System: Origins and Evolution


  13. ^ UNODC - Bulletin on Narcotics - 1975 Issue 1 - 006


  14. ^ Coomber, Ross: "Vim in the veins, fantasy or fact: the adulteration of illicit drugs", Addiction Research, Amsterdam, vol. 5 (3), pp.195-212.


  15. ^ Frank Dikotter, Lars Laamann & Zhou Xun, Narcotic Culture: A History of Drugs in China (Chicago: University of Chicago Press, 2004), 162.


  16. ^ la famosa classifica Lancet, ma completa dei sub-dati | sostanze.info



Bibliografia |



  • (EN) Johann Hari, Chasing the Scream: The First and Last Days of the War on Drugs, Bloomsbury Publishing, 2015, p. 1, ISBN 1-4088-5785-5.

  • C. Castellano,Lineamenti di psicofarmacologia, Roma, Bulzoni, 1977.


  • Goodman and Gilman's The pharmacological basis of therapeutics, ed. A. Goodman Gilman et al., New York, Pergamon Press, 19908 (trad. it. Bologna, Zanichelli, 19928).

  • A. Oliverio, C. Castellano, I farmaci del cervello, Torino, ERI, 1980.



Voci correlate |



  • Morfina

  • Oppio

  • Oppioide

  • Droga

  • Stupefacente

  • Riduzione del danno

  • 6-monoacetilmorfina



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Collegamenti esterni |


  • https://www.erowid.org/chemicals/heroin/heroin.shtml


  • Claudio Castellano, Eroina, in Universo del corpo, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1999. URL consultato il 5 giugno 2017.

  • (EN) Brown vs white heroin, su academia.edu, New South Wales Users & AIDS Association’s (NUAA, website nuaa.org.au). URL consultato il 5 giugno 2017.




  • Eroina, su Treccani.it, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata


  • Eroina, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Eroina, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • Eroina, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011.


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