Aroma




.mw-parser-output .nota-disambigua{clear:both;margin-bottom:.5em;border:1px solid #CCC;padding-left:4px}.mw-parser-output .nota-disambigua i{vertical-align:middle}

Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando la provincia boliviana sita nel dipartimento di La Paz, vedi Provincia di Aroma.







γ-undecalattone, responsabile dell'aroma di pesca.


L'aroma è la caratteristica sensoriale di un alimento o di un composto naturale[1], derivante dalla rilevazione gustativa di uno specifico odore[2]. Mentre un odore è percepito direttamente attraverso il naso, l'aroma è rilevato per via retronasale con mediazione della bocca[3] (ad esempio: l'odore di pera si sente al naso durante l'inspirazione, invece l'aroma di pera si sente in bocca espirando dopo la deglutizione).
L'aroma tipico di un alimento, di una spezie, di una pianta aromatica è conferito da determinate sostanze chimiche naturalmente presenti in essi ovvero dalle molecole odorose contenute. Nel campo dell'industria alimentare, al fine di riprodurre, standardizzare o rafforzare certi aromi, alcune sostanze naturali o prodotte per sintesi chimica sono aggiunte ai cibi. Tali sostanze possono essere definite col termine aromi, o meglio aromatizzanti.


Dal punto di vista semantico/generale, con il termine aromatico s'intende il corrispondente aggettivo ovvero una sostanza "dotata di aroma"[4]. In un contesto più ristretto e specialistico, soprattutto nelle trattazioni di degustazione o di analisi sensoriale, si utilizza il termine "aromatico" quando la sostanza è caratterizzata da specifici tipi di aroma: fragranti e che rimandano a quelle essenze vegetali contenenti soprattutto terpeni. In questo contesto, una nota di tipo aromatico è quella, ad esempio, della salvia o della rosa o della cannella. Infatti, in questo contesto ristretto, un aroma è "sostanza di origine vegetale (spezie, erbe) dall'odore penetrante e gradevole, usata in culinaria e in profumeria; profumo emanato da tali sostanze; odore gradevole: l'aroma del rosmarino"[5]. Da questo discende l'uso del termine aromatico per descrivere taluni odori/aromi, come accade per determinati vini[6].


Gli aromi vengono utilizzati non solo nel campo dell'industria alimentare, ma anche in quella cosmetica o del tabacco e si dividono in due categorie: aromi naturali e aromi artificiali a seconda che siano frutto o meno di una sintesi chimica.


La principale differenza tra aromi naturali e artificiali consiste nel fatto che, secondo la normativa vigente in Europa, ai primi appartengono gli aromi ottenuti attraverso diversi procedimenti (tra cui la distillazione e l'estrazione con solventi) da ingredienti naturali (ad esempio l'essenza di limone estratta dalla scorza degli agrumi), mentre ai secondi tutti quegli aromi ottenuti per sintesi chimica e che imitano gli originali presenti in natura.


La normativa europea di conseguenza identifica 3 categorie di aromi: aromi naturali, estratti da prodotti naturali, aromi natural-identici, ottenuti per sintesi chimica, ma uguali a prodotti presenti in natura, aromi artificiali ottenuti per sintesi chimica e non presenti in natura.


Gli aromatizzanti aggiunti agli alimenti devono essere indicati nella lista degli ingredienti, e il termine "aromi naturali" viene utilizzato esclusivamente per quelli ottenuti per estrazione da ingredienti naturali.




Indice






  • 1 Alcuni esempi di molecole per note di base degli aromi


  • 2 Note


  • 3 Bibliografia


  • 4 Voci correlate


  • 5 Altri progetti


  • 6 Collegamenti esterni





Alcuni esempi di molecole per note di base degli aromi |




Le informazioni inerenti alle molecole che compongono un determinato aroma vengono di sovente rilevate grazie a una cromatografia.




Bastano pochi milligrammi di 2-eptanone per conferire ai cibi il tipico aroma di gorgonzola.



  • α-pinene (conifere, trementina, essenza di trementina, alcune caramelle balsamiche contenenti α-pinene)


  • acido cinnamico (cannella)


  • Benzaldeide o aldeide benzoica (mandorla e amarena)


  • anetolo (anice)


  • limonene (arancia, mandarino, clementina, limone, cedro, pompelmo ed altri agrumi)


  • γ-nonalattone (cocco)


  • eugenolo (chiodi di garofano)

  • eugenolo, estragolo, linalolo, cineolo, metil eugenoli (basilico)


  • geraniolo (geranio)


  • mentolo (menta)


  • eucaliptolo (eucalipto)


  • timolo (timo)


  • cianuro (mandorle amare)


  • diacetile e acido butirrico C4 (burro)


  • L-carvone (menta piperita)


  • vanillina o etilvanillina (vaniglia)


  • bismetiltiometano (tartufo)


  • 2-metilbutirato di etile (mela)


  • butanoato di etile o acetacetato di etile (kiwi)


  • acetato di amile (banana)


  • fencone (finocchio)


  • apiolo (prezzemolo)


  • 2-furilmetantiolo, o α-furfurilmercaptano (caffè)


  • β-damascenone, o 2,3,5,6-tetrametilpirazina (tè)


  • acido fenilacetico, fenilacetato di etile (miele)


  • γ-undecalattone (pesca)


  • capronato di allile (ananas)


  • frambinone o "chetone del lampone" (lampone)


  • cinnamato di etile (ciliegia)


  • 2-metilbutanoato di etile (frutti rossi)


  • 3-metil-tio-propanolo (patate lesse)


  • disolfuro di diallile (aglio)


  • disolfuro di allilpropile (cipolla)


  • 2-metossi-5-metilpirazina (peperone)


  • 2-eptanolo, 1-otten-3-olo (funghi)


  • acido valerianico, acido isobutirrico (formaggio)


  • 2-eptanone, 2-metiltiobutirrato (gorgonzola)


  • trimetilammina (pesce)


  • metil-2-peridilchetone (pop corn)


  • 3-idrossibutanoato di etile (meringa)


  • acetato di linalile (lavanda)


  • feniletanolo (rosa)


  • β-ionone (viola)


  • acido pirolegnoso (affumicato)


  • esanale (erba appena tagliata)


  • acido 3-metilbutanoico (sudore)

  • butirato di etile (fragola)


  • 2-metossi-3-metilpirazina (nocciola tostata)


  • metilfenilglicidato di etile (fragola)



Note |




  1. ^ Fiori, ortaggi, carni, latte, piante, acqua di mare, ecc.


  2. ^ Sovente, con linguaggio a-tecnico, si utilizzano i termini gusto o sapore al posto di aroma.


  3. ^ http://www.gustosalutequalita.it/it/attivita-ibimet/analisi-sensoriale/glossario


  4. ^ http://www.treccani.it/vocabolario/aromatico/


  5. ^ Dizionario Sabatti-Coletti, ed. 1999.


  6. ^ Ad esempio per le note tipiche dei vini da vitigni aromatici in cui "aromatico" sintetizza "vegetale e fragrante" ove vegetale è un mix di "erbaceo/speziato".



Bibliografia |



  • Il linguaggio segreto del cibo, su books.google.it.

  • Monica Bononi, Fernando Tateo, Principi di tecnologia e impiego degli aromi, Pinerolo, Chiriotti, 2000, ISBN 88-85022-68-5

  • Ralf G. Berger, Aroma biotechnology, Berlin, Springer, 1995, ISBN 3-540-58606-7

  • Direttiva 88/388/CEE sugli aromi destinati ad essere impiegati nei prodotti alimentari, su eur-lex.europa.eu.



Voci correlate |



  • Additivi alimentari

  • Gusto

  • Olfatto

  • Pianta aromatica



Altri progetti |



Altri progetti


  • Wikizionario



  • Collabora a Wikizionario Wikizionario contiene il lemma di dizionario «aroma»


Collegamenti esterni |






  • Aroma, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata

  • Additivi alimentari nel dizionario di chimica dell'università di Torino, su minerva.unito.it.


.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}



Controllo di autorità
GND (DE) 4137070-3





ChimicaPortale Chimica

CucinaPortale Cucina



Popular posts from this blog

Mario Kart Wii

What does “Dominus providebit” mean?

Antonio Litta Visconti Arese