Olio di oliva




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Olio di oliva


L'olio di oliva è un olio alimentare estratto dalle olive, ovvero i frutti dell'olivo (Olea europaea). La tipologia vergine si ricava dalla spremitura meccanica delle olive. Altre tipologie merceologiche di olio derivato dalle olive, ma con proprietà dietetiche e organolettiche differenti, si ottengono per rettificazione degli oli vergini e per estrazione con solvente dalla sansa di olive. È caratterizzato da un elevato contenuto di grassi monoinsaturi.


Prodotto originario della tradizione agroalimentare del Mediterraneo[1], l'olio di oliva è prodotto anche nelle altre regioni a clima mediterraneo.




Indice






  • 1 Descrizione


    • 1.1 Tipi di olio di oliva


      • 1.1.1 Olio di oliva "extra vergine"


      • 1.1.2 Olio di sansa di oliva




    • 1.2 Composizione


    • 1.3 Standard qualitativi




  • 2 Fasi di produzione


    • 2.1 Raccolta delle olive


    • 2.2 Estrazione




  • 3 Produzione e mercato mondiale


    • 3.1 Tabella dei produttori e consumatori


    • 3.2 Produzione italiana


    • 3.3 Olio d'oliva in Spagna


      • 3.3.1 Denominazioni di origine e indicazione geografica






  • 4 Usi


  • 5 Consumi


  • 6 Effetti sulla salute


  • 7 Note


  • 8 Bibliografia


  • 9 Voci correlate


  • 10 Altri progetti


  • 11 Collegamenti esterni





Descrizione |



Tipi di olio di oliva |


Le denominazioni commerciali sono rigorosamente codificate dall'Unione europea nella direttiva 136/66/CEE. Il regolamento CE 2568/91 e in ultimo il regolamento CE 1989/03[2] individuano le categorie di oli di oliva riportati nella tabella sottostante.


























































Denominazione

Acidità (%)

Note

Cere mg/kg

Olio extra vergine di oliva (anche detto "EVO"[3])
≤ 0,8
È ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici.
≤ 250

Olio di oliva vergine
≤ 2,0
È ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici.
≤ 250

Olio di oliva lampante
> 2,0
È ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici, ma non è utilizzabile per il consumo alimentare.
≤ 300

Olio di oliva raffinato
≤ 0,3
È ottenuto tramite rettificazione di oli vergini lampanti con metodi fisici e chimici e successiva raffinazione.
≤ 350

Olio di oliva composto di oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini
≤ 1,0

≤ 350

Olio di sansa di oliva greggio
-
È ottenuto per estrazione con solvente dalle sanse. Presenta una concentrazione di cere > 350 mg/kg.
> 350

Olio di sansa di oliva raffinato
≤ 0,3
È ottenuto tramite raffinazione.
> 350

Olio di sansa di oliva
≤ 1,0

> 350

Molti parametri chimico fisici definiti per classificare i diversi oli di oliva servono anche a limitare il rischio adulterazioni, particolarmente alto.
Dalle norme europee[2][4][5] oltre alla acidità ed al tenore di cere sono indicati limiti nei seguenti parametri:



  • concentrazione 2-gliceril monopalmitato cioè di gliceridi con l'acido palmitico in posizione 2

  • concentrazione di stigmastadiene negli oli di oliva non raffinati

  • concentrazione della somma degli isomeri transoleici

  • concentrazione della somma degli isomeri translinoleici e translinolenici

  • concentrazione degli steroli totali

  • concentrazione di eritrodiolo e uvaolo

  • concentrazione di esteri metilici di acidi grassi (FAME) e esteri etilici di acidi grassi (FAEE) (limite fissato solo per l'olio extra vergine di oliva)


Per il produttore è facoltativo indicare sull'etichetta della confezione il grado di acidità del prodotto; in tal caso è però obbligatorio per legge indicare anche il numero di perossidi, il tenore in cere e l'assorbimento all'ultravioletto.


Se un olio di oliva è stato prodotto con almeno il 95% (in peso) di olive ottenute da agricoltura biologica (vedi regolamento CE n. 834/2007, che tra le altre cose vieta l'utilizzo di OGM o radiazioni ionizzanti) allora l'olio può essere definito olio di oliva biologico. In questo caso l'etichetta può comprendere la dicitura bio o biologico e deve riportare chiaramente il logo di prodotto biologico, i codici dell'organismo di controllo e dell'operatore, l'indicazione dell'origine dell'olio (utilizzando la terminologia specifica Agricoltura UE, Agricoltura Non UE e Agricoltura UE/Non UE).



Olio di oliva "extra vergine" |


La normativa europea (Regolamento CEE n. 2568/91 e successivi aggiornamenti) ha fissato gli standard qualitativi minimi che l'olio di oliva deve presentare per poter essere commercializzato con la dicitura "Olio Extra Vergine".
Deve essere ottenuto tramite estrazione con soli metodi meccanici. L'acidità di un olio extra vergine non deve mai superare lo 0,8%. L'acidità, cioè la concentrazione di acidi grassi liberi, è infatti uno dei parametri fondamentali per valutare qualitativamente l'olio.[6]


In Italia è stata creata una Carta di identità dell'olio extravergine di oliva.



Olio di sansa di oliva |


La sansa di olive è ciò che resta dopo l'estrazione dell'olio e da essa è possibile estrarre ancora olio residuo: la sansa, a seconda del tipo di frantoio, contiene infatti dal 3% al 6% di olio. La sansa proveniente da frantoi tradizionali (con presse) contiene circa il 6% di olio mentre la sansa da frantoi moderni, i cosiddetti frantoi continui, ne contiene circa il 3%.
Questo olio, detto olio di sansa grezzo, viene estratto industrialmente, nei sansifici, per mezzo di solventi chimici, ma non è commestibile: attraverso un trattamento di raffinazione si ricava l'olio di sansa di oliva raffinato, che ancora non è commestibile; solo dopo l'aggiunta di una percentuale non meglio specificata di olio di oliva vergine esso diviene commestibile ed è denominato olio di sansa di oliva. Questo prodotto è l'unico olio derivante dalle olive a subire il processo di estrazione con solventi ed è quindi l'unico olio derivante dalle olive che può essere paragonato alla gran parte degli oli di semi che si trovano in commercio. Difatti la gran parte degli oli di semi in commercio viene estratto utilizzando lo stesso processo. Tuttavia, l'olio di sansa di oliva mantiene invariata la composizione in acidi grassi rispetto all'olio di oliva, cioè con un alto tenore di MUFA (mono unsatured fatty acid) con percentuali del 60-85%.



Composizione |


In tutti gli oli vegetali la composizione può variare in funzione della cultivar, delle condizioni ambientali, della raccolta e della lavorazione. L'olio di oliva è composto prevalentemente da trigliceridi (con concentrazioni intorno al 98-99%[7]), che costituiscono la cosiddetta "frazione saponificabile".[7] Gli acidi grassi di cui sono composti tali trigliceridi hanno una distribuzione che nello standard definito dalla UE non cambia tra i diversi tipi di olio. L'UE consente inoltre una variazione molto ampia nel rapporto tra i principali acidi grassi; ad esempio il rapporto tra acido oleico e acido linoleico può andare da un minimo del 2,62% ad un massimo del 33,2%.























































































acido grasso limiti concentrazione (%)
regolamento CE 1989/03 e successive revisioni[4].
concentrazione (%)
media di 1050 campioni di EVO italiano [8].
concentrazione (%) mediana di 573 campioni di olio di oliva italiano

[9].


acido miristico ≤ 0,05 - -
acido palmitico 7,50 – 20,00 12,01 12,9
acido palmitoleico 0,30 – 3,50 1,1 -
acido margarico ≤ 0,30 - -
acido eptadecenoico ≤ 0,30 - 0,12
acido stearico 0,50 – 5,00 2,23 2,02
acido oleico 55,00 – 83,00 73,02 74,89
acido linoleico 2,50 – 21,00 10,3 7,63
acido linolenico ≤ 1,00 0,33 -
acido arachidico ≤ 0,60 0,61 -
acido gadoleico ≤ 0,40 0,17 -
acido beenico ≤ 0,20 - -
acido lignocerico ≤ 0,20 - -

La frazione cosiddetta "insaponificabile", sebbene abbia una concentrazione molto bassa rispetto alla frazione saponificabile, è costituita da molte sostanze che influiscono enormemente sulle proprietà bionutrizionali dell'olio di oliva,[7] tra le quali figurano ad esempio i carotenoidi, le clorofille, gli steroli e i tocoferoli.[7]



Standard qualitativi |




Tipologia di confezione per gli oli di oliva extra vergini


Contrariamente ad altri oli alimentari, per l'olio di oliva non esiste uno standard internazionale globalmente riconosciuto.
Lo stesso Codex Alimentarius [10]
ha redatto specifiche che rispecchiano in gran parte quelle redatte dall'IOC (ex IOOC) l'International Olive Oil Council[11], ma con alcune differenze nella classificazione dei diversi oli di oliva, nella definizione della composizione standard oltre che nelle procedure di test.
Alcuni paesi (USA, CINA, Australia, Sud Africa) hanno adottato standard nazionali leggermente divergenti dallo standard Codex o IOC.
La stessa Unione europea nella classificazione degli oli non ha adottato tutte le indicazioni dello standard IOC su cui peraltro si basa.


Mancando una armonizzazione internazionale degli standard di qualità dell'olio di oliva sono presenti specifiche nazionali spesso influenzate dalla qualità delle produzioni locali; ad esempio gli standard australiano e sudafricano consentono un tenore di acido α-linolenico più alto di quello europeo.


All'interno di uno standard sovranazionale, come quello definito dalla Unione europea[4] possono essere introdotti disciplinari ancor più selettivi e specifici.


I disciplinari di produzione per i marchi di Denominazione di Origine Protetta (DOP) prevedono spesso l'utilizzo di tecniche tradizionali e norme restrittive e severe con l'intento di garantire un prodotto di qualità superiore e tradizionale con particolare riferimento alle varietà usate, che devono essere autoctone.


Le proprietà dell'olio di oliva, meglio se extra vergine, si degradano facilmente se non viene conservato al riparo da luce e calore, meglio se all'interno di contenitori non trasparenti, di colore scuro.



Fasi di produzione |



Raccolta delle olive |




Olive da olio della Toscana.


Le olive sono tradizionalmente raccolte (in Italia da metà ottobre a fine dicembre) su reti, in alcune regioni battendo i rami con bastoni flessibili, in modo da provocare il distacco dei frutti, oppure in altre, attendendo la completa maturazione e quindi la loro caduta naturale dalla pianta. Una tecnica più moderna prevede l'utilizzo di abbacchiatori meccanici che scuotono i rami e provocano la caduta delle olive su una rete predisposta a terra che permette poi di raccoglierle più rapidamente e con minore fatica.




Pronostico della raccolta delle olive con il metodo aerobiologico (Oteros et al., 2014)[12]


La raccolta a mano, con pettini e sacche a tracolla su lunghe scale a pioli di legno, è ancora praticata in molte zone d'Italia. Questa tecnica è sicuramente la più dispendiosa nonché lunga, ma dà la possibilità di scegliere i frutti, consentendo di raccogliere frutti integri e al giusto grado di maturazione. È ancora preferibile per le olive da conserva, ma rappresenta il primo degli elementi fondamentali per ottenere un olio extra vergine di oliva fragrante e privo di odori sgradevoli.


Esistono metodi di raccolta interamente meccanizzata tramite macchine scuotitrici con intercettatori delle olive a ombrello. Modernamente, in impianti di oliveto coltivati allo scopo (superintensivi) si raccoglie anche con macchine scuotitrici adatte anche alla raccolta meccanica dell'uva (vendemmiatrici).


Non meno importante al fine di ottenere un olio vergine esente da difetti è il metodo di stoccaggio delle olive. L'ideale è che le olive siano raccolte in bins di plastica, non di legno, e in sacchi, e che siano conservate lontano da fonti di calore e molite nel giro di 24-48 ore dalla raccolta. Questo garantisce che le olive non fermentino in modo anaerobico dando origine alla formazione di alcoli alifatici che produrrebbero nell'olio difetti quali riscaldo e, in casi estremi, muffa.



Estrazione |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Estrazione dell'olio di oliva e Oleificio.



Olio di oliva appena centrifugato.


La produzione dell'olio di oliva di maggiore importanza si basa su processi di estrazione esclusivamente meccanici. In questo modo si distinguono merceologicamente gli oli "vergini" da quelli ottenuti mediante processi basati su metodi fisici e chimici (oli di semi, oli di oliva rettificati e raffinati, oli di sansa). Esistono due tecniche di estrazione più utilizzate: quella classica (per pressione) e quella moderna (per centrifugazione).[7]

Altre tecniche prevedono l'impiego di metodi fisici e chimici a cui deve seguire un processo di raffinazione per rendere l'olio così prodotto commestibile;[7] tuttavia, le norme e gli standard di qualità stabiliscono che un olio di oliva possa essere definito "vergine" solo se per la sua produzione sono stati impiegati esclusivamente metodi meccanici di pressione o centrifugazione.[7] L'olio ottenuto con il ricorso a metodi chimici e fisico-chimici è pertanto identificato con tipologie merceologiche differenti e distinte dal "vergine".


Le linee di lavorazione nell'estrazione meccanica differiscono per i metodi usati nelle singole fasi; esistono pertanto tipologie di impianto differenti. Oltre che per le caratteristiche tecniche, gli impianti differiscono in modo marcato per la capacità di lavoro, il livello di meccanizzazione, l'organizzazione del lavoro, la resa qualitativa e quantitativa, i costi di produzione. In generale la linea di produzione di un oleificio comprende cinque fasi fondamentali:



  • operazioni preliminari;

  • molitura;

  • estrazione del mosto di olio;

  • separazione dell'olio dall'acqua;

  • stoccaggio, chiarificazione e imbottigliamento.


In linea generale la resa delle olive può avere notevoli variazioni, da un minimo circa di 8–9 kg di olio extra vergine per 100 kg di olive pressate fino a un massimo di 22–28 kg di olio extra vergine per 100 kg di olive. Le variazioni sono imputabili a diversi fattori: l'esposizione degli olivi al sole, la disponibilità idrica nel periodo vegetativo e nel corso dell'accrescimento delle olive, l'epoca della raccolta.



Produzione e mercato mondiale |


La coltivazione di olivo e la produzione di olio di oliva sono diffuse in massima parte nell'area del Mediterraneo.
L'Unione europea nel suo complesso occupa l'80% della produzione mondiale di olio di oliva. I maggiori produttori europei sono Spagna, Italia, Grecia e Portogallo, con quote minoritarie della Francia. In questi paesi l'olivicoltura ha una grande importanza non solo per l'economia rurale, ma anche per il patrimonio culturale e ambientale, se si considera che nel settore lavorano circa 2,5 milioni di produttori, circa un terzo degli agricoltori dell'Unione europea,[13] e che in talune regioni di Italia, Spagna e Grecia l'olivicoltura è di gran lunga la principale attività agricola, sia in termini di occupati che di percentuale di superficie coltivata.




Potenziale distribuzione di ulivi nella bacino del Mediterraneo (Oteros, 2014)[14]


Al di fuori dell'Unione europea i maggiori produttori si affacciano anch'essi sul Mediterraneo, e sono Tunisia, Turchia, Siria e Marocco. Quote minoritarie vengono prodotte nel continente americano, in Australia e Giappone.


Tuttavia, per questioni legate a tradizionali e consolidate abitudini alimentari, si verifica che in talune aree geografiche, come il Nord Europa o il Nord America, si continuano a preferire altri tipi di oli e grassi (oli di semi, grassi animali eccetera), mentre l'olio di oliva continua a essere particolarmente apprezzato negli stessi paesi che hanno un'antica tradizione olivicola. Ne consegue che il mercato dell'olio di oliva è piuttosto anelastico, poiché gran parte del mercato mondiale del prodotto è costituito dagli stessi paesi produttori.


A livello mondiale, il mercato di tutti gli oli di oliva rappresenta solo il 4% di tutti gli oli e grassi per uso alimentare. Tuttavia la domanda dell'olio di oliva a livello mondiale, grazie alle qualità nutrizionali degli oli di oliva e all'abbinamento alla dieta mediterranea, molto apprezzata per la sua semplicità e per gli aspetti salutistici, è in continua crescita con incrementi dal 3 al 5% all'anno.



Tabella dei produttori e consumatori |


I principali paesi produttori e consumatori sono:























































































Paese
Produzione in tonnellate (2010)[15]
Produzione% (2010)
Consumo (2005)[16]
Consumo procapite annuale (kg)[17]

Spagna
1 487 000
45,5%
20%
13,62

Italia
548 500
16,8%
30%
12,35

Grecia
352 800
10,8%
9%
23,7

Siria
177 400
5,4%
3%
7

Marocco
169 900
5,2%
2%
11,1

Turchia
161 600
4,9%
2%
1,2

Tunisia
160 100
4,9%
2%
5

Portogallo
66 600
2,0%
2%
1,8

Algeria
33 600
1,0%
2%
7,1
Altri
111 749
3,5%
28%
1,18

Mondo
3 269 248
100%
100%
0,43


Produzione italiana |


L'Italia è il secondo produttore, dopo la Spagna, in Europa e nel mondo di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 464 000 tonnellate, due terzi dei quali extra vergine e con ben 41 denominazioni DOP e un'IGP riconosciute dall'Unione europea. Tra gli IGP possono poi distinguersi alcune qualità con speciali "menzioni". Ad esempio l'Olio Extra Vergine d'Oliva Toscano IGP conta le menzioni: Seggiano, Colline Lucchesi, Colline della Lunigiana, Montalbano, Colline di Firenze, Colline Aretine, Colline Senesi, Monti Pisani, come da disciplinare del consorzio[18].


In Italia l'olivo è diffuso su circa un milione di ettari in coltura principale e su di una superficie di poco inferiore in coltura secondaria, consociata con seminativi o con altre specie arboree (vite, agrumi, mandorlo eccetera).


Per quanto attiene le zone altimetriche, l'olivo è diffuso per il 2% in montagna, il 53% in collina e per il 44% in pianura. Per le caratteristiche stesse della pianta, che necessita di un clima mite, la coltivazione dell'olivo in Italia è molto diffusa nelle regioni del Centro (19%) e del Sud (77,9%), mentre al Nord la produzione è più limitata (2%), ma in aumento, concentrandosi particolarmente in alcune zone a microclima più temperato, come per esempio la Liguria e le zone collinari attorno al Lago di Garda. Le piante in produzione sono circa 170 milioni e le aziende agricole che si occupano di olivicoltura sono più di un milione, pertanto le superfici medie coltivate sono dell'ordine di un ettaro circa, a testimonianza dell'estrema frammentazione fondiaria.
Legenda: ND, dato non disponibile
















































































































































Produzione regionale olio di pressione [19]
posizione
(media degli anni 2012,2013,2014)
Regione
2014 (quintali)
2013 (quintali)
2012 (quintali)
1
(1885495)
Puglia
1906625
1848259
1901601
2
(1498612)
Calabria
2040522
1032051
1423263
3
(486023)
Sicilia
476760
492807
488502
4
(396344)
Campania
367926
380255
440851
5
(227576,3)
Lazio
226679
193950
262100
6
(175627,3)
Abruzzo
158721
185924
182237
7
(124560,3)
Toscana
137929
168084
67668
8
(72332,6)
Umbria
108410
57300
51288
9
(62757,3)
Basilicata
63666
61967
62639
10
(57200)
Molise
57200
57200
57200
11
(46210,6)
Liguria
23799
57278
57555
12
(43451,3)
Sardegna
85154
45200
ND
13
(38203)
Marche
39356
33402
41851
14
(13630)
Lombardia
26418
7722
6750
15
(8381,3)
Veneto
13332
5472
6340
16
(6960,3)
Emilia-Romagna
7403
6872
6606
17
(2567)
Trentino-Alto Adige
2384
2750
2567
18
(185,6)
Friuli-Venezia Giulia
224
333
ND
19
(140)
Piemonte
104
181
135

Un'inchiesta del New York Times del 2014 mostra come una considerevole quantità di olio di oliva venduto come "italiano" sia d'importazione straniera (principalmente da Spagna, Tunisia e Marocco), o venga ancor peggio adulterato da olio di soia o di semi raffinati importati. Vengono poi rivenduti sul mercato (sia estero che italiano) come oli "made in Italy" o imbottigliati in Italia, con considerevoli rincari da parte degli importatori e dei distributori.[20]



Olio d'oliva in Spagna |



Denominazioni di origine e indicazione geografica |


In Spagna per garantire la qualità dell'olio d'oliva spagnolo (aceite in spagnolo), tutti gli oli extra vergine d'oliva sono sotto la dicitura di Denominazione di origine. Esistono 32 Denominazioni di origine protetta:[21] delle quali 24 riconosciute dall'Unione Europea[22].










  • Aceite de La Alcarria

  • Aceite Campo de Montiel

  • Aceite Campo de Calatrava

  • Aceite de la Comunitat Valenciana

  • Aceite de La Rioja

  • Aceite de Madrid

  • Aceite de Mallorca

  • Aceite de Navarra

  • Aceite de Terra Alta

  • Aceite del Bajo Aragón

  • Aceite del Empordà

  • Aceite Montes de Alcaraz

  • Antequera

  • Baix Ebre-Montsiá

  • Baena

  • Campiñas de Jaén

  • Estepa






  • Gata-Hurdes

  • Les Garrigues

  • Lucena

  • Monterrubio

  • Montes de Granada

  • Montes de Toledo

  • Montoro-Adamuz

  • Poniente de Granada

  • Priego de Córdoba

  • Sierra de Cádiz

  • Sierra de Cazorla

  • Sierra Mágina

  • Sierra del Moncayo

  • Sierra de Segura

  • Sierra Sur

  • Siurana







Aceites de oliva virgen con Denominación de Origen Protegida de España.
(Andalucía): 1. Sierra de Cádiz; 2. Antequera; 3. Estepa; 4. Lucena; 5. Priego de Córdoba; 6; Poniente de Granada; 7. Baena; 8. Jaén Sierra Sur; 9. Montes de Granada; 10. Sierra Mágina; 11. Sierra de Cazorla; 12. Sierra de Segura; 13. Campiñas de Jaén; 14. Montoro-Adamuz; (Extremadura) 15. Monterrubio; 16. Gata-Hurdes; (Castilla-La Mancha) 17. Aceite Campo de Montiel; 18. Campo de Calatrava; 19. Aceite Montes de Alcaraz; 20. La Alcarria; 21. Montes de Toledo; (Baleares) 22. Aceite de Mallorca; (Cataluña) 23. Baix Ebre-Montsià; 24. Oli de Terra Alta; 25. Siurana; 26. Les Garrigues; 27. Oli de l'Empordà; (La Rioja) 28. Aceite de La Rioja; (Navarra) 29. Aceite de Navarra; (Aragón) 30. Aceite del Bajo Aragón; (Comunidad Valenciana) 31. Aceite de la Comunitat Valenciana; (Madrid) 32. Aceite de Madrid.






Usi |


L'olio di oliva è utilizzato soprattutto in cucina, principalmente nelle varietà extra vergine e vergine, per condire insalate, insaporire vari alimenti, conservare verdure in barattolo. Inoltre, grazie al suo punto di fumo abbastanza elevato (200 °C),[23] che è superiore del punto di fumo ideale per le fritture (160 °C),[23] l'olio di oliva si presta ad essere utilizzato come olio per friggere ad alta temperatura e per lungo tempo, soprattutto se confrontato ad altri oli di semi,[24] o con il burro,[23] i quali, se riscaldati alle stesse temperature, rilasciano invece sostanze tossiche.[23]
L'uso di olio di oliva per le fritture domestiche è consigliato anche per la ricchezza di acidi grassi monoinsaturi.[25]


È uno dei principali componenti della dieta mediterranea, in sostituzione degli alimenti contenenti grassi saturi di origine animale.[26]


Il sapore dell'olio può variare molto a seconda delle varietà di olive da cui è prodotto, luogo di produzione, grado di maturazione, modalità di raccolta del frutto eccetera.


Questo olio è anche usato in cosmetica e per la produzione del sapone. Un tempo si usava come farmaco e come combustibile per le lampade a olio.




Consumi |


I maggiori paesi consumatori di olio di oliva sono, nell'ordine, l'Italia (30% del totale mondiale), la Spagna (20%), la Grecia (9%), gli Stati Uniti (8%), la Francia (4%) e la Siria (3%), seguiti da Portogallo, Algeria, Marocco, Tunisia e Turchia (tutti col 2%)[27]. L'Unione europea consuma il 71% della produzione mondiale, mentre il bacino del Mediterraneo ne consuma il 77%[27].


Nel periodo 1996-2000, la media dei consumi mondiali è stata di 2.371.000 t. Nel periodo si è osservata una costante tendenza all'aumento dei consumi anche al di fuori dei paesi produttori, dove erano tradizionalmente concentrati.



Effetti sulla salute |


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Avvertenza

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

L'olio di oliva possiede delle capacità benefiche grazie alla presenza di particolari sostanze antiossidanti, che sono i fenoli (tra cui l'idrossitirosolo e l'oleuropeina), i carotenoidi e tocoferoli (tra cui la vitamina E o α-tocoferolo).[28] Tali sostanze sono maggiormente presenti nell'olio extra vergine di oliva.[28]


In particolare:



  • l'idrossitirosolo inibisce l'aggregazione piastrinica e ha proprietà antinfiammatorie;

  • l'oleuropeina promuove la formazione di acido nitrico, che funge da vasodilatatore e antibatterico.


È inoltre la principale fonte alimentare dell'antiossidante DHPEA-EDA che rispetto ad altri fenoli presenti in differenti oli, è uno dei più efficaci anche a basse dosi nel contrastare lo stress ossidativo di radicali liberi e colesterolo LDL sui globuli rossi,[29] che sono le cellule più esposte.


È stato anche dimostrato che le sostanze contenute nell'olio di oliva svolgono un ruolo benefico nella prevenzione di malattie cardiovascolari quali l'aterosclerosi.[30]



Note |




  1. ^ L’olio nella storia | ANAPOO – Associazione Nazionale Assaggiatori Professionisti Olio di Oliva, su www.anapoo.it. URL consultato l'11 novembre 2015.


  2. ^ ab Reg. CE 1989/03, su eur-lex.europa.eu.


  3. ^ greenMe - Olio evo: proprietà e tutto ciò che bisogna sapere sull'olio extravergine di oliva


  4. ^ abc REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) N. 1348/2013 -16 dicembre 2013 che modifica il regolamento (CEE) n. 2568/91 relativo alle caratteristiche degli oli d'oliva e degli oli di sansa d'oliva nonché ai metodi ad essi attinenti


  5. ^ COMMISSION IMPLEMENTING REGULATION (EU) No 299/2013


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Bibliografia |




  • Giuseppe Meloni, Uso e diffusione dell'olio nella Sardegna medioevale, in Olio sacro e profano. Tradizioni olearie in Sardegna e Corsica, Sassari, 1995.


  • La Sicilia dell'olio, Tiziano Caruso e Eugenio Magnano di San Lio (eds.), Giuseppe Maimone Editore, Catania, 2008, ISBN 978-88-7751-281-9



Voci correlate |



  • Associazione nazionale città dell'olio

  • Burraia

  • Burro chiarificato

  • CDI OEVO

  • Emulsione

  • Estrazione dell'olio di oliva

  • Idrossitirosolo

  • Inolizione

  • Lardo

  • Margarina

  • Olea europaea

  • Oleocantale

  • Oleificio

  • Olio esterificato

  • Strutto

  • Tirosolo

  • Dieta mediterranea



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Collegamenti esterni |






  • Olio di oliva, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Olio di oliva, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • Rai Report su olio, su report.rai.it.

  • Pagine del Settore Oleicolo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, su politicheagricole.it.

  • Pagine del Settore Prodotti DOP e IGP del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, su politicheagricole.it.

  • Pagine del Settore Prodotti DOP e IGP della Commissione Europea dell’Unione Europea, su ec.europa.eu.


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