Dolomiti
Coordinate: 46°23′N 11°51′E / 46.383333°N 11.85°E46.383333; 11.85
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Dolomiti | |
---|---|
Le Dolomiti nelle Alpi Orientali | |
Continente | Europa |
Stati | Italia |
Catena principale | Alpi |
Cima più elevata | Marmolada (3.343 m s.l.m.) |
Massicci principali | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo Dolomiti di Zoldo Dolomiti di Gardena e di Fassa Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino Dolomiti di Brenta |
Bene protetto dall'UNESCO | |
---|---|
Patrimonio dell'umanità | |
Dolomiti (EN) The Dolomites | |
Tipo | Naturali |
Criterio | (vii) (viii) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 2009 |
Scheda UNESCO | (EN) Scheda (FR) Scheda |
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«Sono pietre o sono nuvole? Sono vere oppure è un sogno?» |
(Dino Buzzati, Ma le Dolomiti cosa sono?) |
Le Dolomiti, anche dette Monti pallidi (Dolomiten in tedesco, Dolomites in ladino, Dolomitis in friulano), sono un insieme di gruppi montuosi delle Alpi Orientali italiane, a sud della catena principale alpina, comprese tra Veneto, Trentino-Alto Adige e Friuli, tra le province di Belluno, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone.
Il 26 giugno 2009 il Comitato Esecutivo della Convenzione sul patrimonio materiale dell'umanità dell'UNESCO, riunita a Siviglia, ha dichiarato le Dolomiti Patrimonio dell'umanità.[1][2][3]
Indice
1 Origine del nome
2 Geografia
2.1 Terminologia
2.2 Delimitazione
2.3 Geologia
3 Orografia
3.1 Gruppi
3.2 Cime
3.3 Vette più elevate
3.4 Valli
3.5 Passi e forcelle rotabili
3.6 Passi e forcelle montani
4 Ambiente
4.1 Laghi
4.2 Flora
4.3 Fauna
4.4 Antropizzazione
5 Tutela
5.1 I nove sistemi dolomitici protetti dall'UNESCO
5.2 Parchi naturali
6 Turismo
7 Le Dolomiti nei media
8 Note
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
Origine del nome |
Le Dolomiti prendono il nome dal naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo studiò il particolare tipo di roccia predominante nella regione, battezzata in suo onore dolomia, costituita principalmente dal minerale dolomite (MgCa(CO3)2) ovvero carbonato doppio di calcio e magnesio. Questa composizione chimica delle rocce dà origine al fenomeno dell'enrosadira.
La prima denominazione geografica del termine "Dolomiti" comparve nel 1837 in una guida edita a Londra, per descrivere una regione montuosa comprendente le valli di Fassa, Gardena, Badia, la val Pusteria nonché le Alpi venete. Nel 1864 fu pubblicato il volume The Dolomite Mountains, resoconto di viaggio di due naturalisti inglesi, J. Gilbert e G.C.Churchill. Con questo volume il termine fu introdotto a livello europeo.[4][5]
La denominazione Monti Pallidi si rifà alla leggenda di un prodigioso incantesimo.[6]
Geografia |
Terminologia |
Quando si parla di Dolomiti ci si può riferire principalmente a due accezioni del significato:
- quell'insieme di gruppi montuosi, caratterizzati da una prevalente presenza di roccia dolomitica. Tali gruppi si trovano principalmente all'interno della sezione alpina definita come Dolomiti ma anche in altri gruppi appartenenti ad altre sezioni[7]. Per contro, alcuni gruppi montuosi inseriti nella sezione Dolomiti hanno poco o per nulla natura dolomitica[8].
- quella parte delle Alpi definita come sezione Dolomiti che ha limiti geografici ben precisi e continuità territoriale.
La presente voce tratta delle Dolomiti partendo dalla prima definizione. Per la trattazione delle Dolomiti riguardanti la seconda accezione si rimanda alla voce Dolomiti (sezione alpina).
Delimitazione |
Normalmente con il termine Dolomiti è solito riferirsi all'insieme di gruppi montuosi, caratterizzati da una prevalente presenza di roccia dolomitica, convenzionalmente delimitati a nord dalla Rienza e dalla Val Pusteria, a ovest dall'Isarco e dall'Adige con la valle omonima, a sud dal fiume Brenta da cui si stacca la Catena del Lagorai al confine con la Val di Fiemme e a est dal Piave e dal Cadore.
L'esistenza delle Dolomiti d'Oltrepiave, situate a est del fiume Piave, nelle province di Belluno, Udine e Pordenone (e anche in parte dell'Austria, in bassa Carinzia, e nel Tirolo orientale le Dolomiti di Lienz), delle Dolomiti di Brenta, collocate nel Trentino occidentale, delle Piccole Dolomiti, fra Trentino e Veneto, e di affioramenti sparsi sulle Alpi (ad esempio la cima del Gran Zebrù nel gruppo Ortles-Cevedale oppure il gruppo Sernio-Grauzaria con pareti fino a 800 metri di altezza) evidenzia la natura puramente convenzionale di questa delimitazione territoriale.
Le Dolomiti, intese nell'accezione più ristretta, vengono divise in due zone dal corso del torrente Cordevole (il quale scorre in provincia di Belluno ed è il principale affluente del Piave), in Dolomiti Orientali, ovvero ad est del Cordevole e Dolomiti Occidentali ad ovest del Cordevole.
L'area dolomitica si estende tra le province di Belluno, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone.
Comunemente si indica la Marmolada come la cima più alta delle Dolomiti, con i suoi 3.343 m s.l.m., ma è da notare come questa formazione non sia affatto costituita da dolomia, bensì in prevalenza da calcari bianchi molto compatti derivati da scogliere coralline, con inserti di materiale vulcanico.
Geologia |
La genesi di questo tipo di roccia carbonatica inizia attraverso accumuli di conchiglie, coralli e alghe calcaree e in ambiente marino e tropicale (simile all'attuale barriera corallina delle Bahamas, e dell'Australia orientale), i quali ebbero luogo nel Triassico, circa 250 milioni di anni fa, in zone con latitudine e longitudine molto diverse dall'attuale locazione delle Dolomiti, dove esistevano mari caldi e poco profondi. Sul fondo di questi mari si accumularono centinaia di metri di sedimento che, sotto il loro stesso peso e perdendo i fluidi interni, si trasformarono in roccia. Successivamente, lo scontro tra la placca europea e la placca africana (orogenesi alpina) fece emergere queste rocce innalzandole oltre 3000 m sopra il livello del mare.
Sintetizzando, la storia orogenetica dolomitica è la seguente:
- 270-235 milioni di anni fa rocce sedimentarie si accumulano in terra e in mare. Si formano atolli e barriere coralline, spesso sconvolti da eruzioni vulcaniche;
- 235-180 milioni di anni fa, calcari e dolomie si accumulano sul fondo di lagune piatte e costiere;
- 180-80 milioni di anni fa mari profondi permettono l'accumulo di calcari e marne in spessi strati,
- 20 milioni di anni fa nascono le montagne attraverso la deformazione degli antichi fondali. La placca africana si scontra con quella euroasiatica facendo sollevare le Dolomiti (ad esempio il Gruppo del Sella che si erge per quasi mille metri sul paesaggio circostante era un'unica grande barriera corallina).[9]
Un evidente ed assai interessante esempio di stratificazione geologica delle rocce è presente nel canyon del Bletterbach in Alto Adige.[10]
Sul Pelmetto in Cadore e ai Lavini di Marco presso Rovereto vi sono impronte fossili di dinosauro.[11]
Il paesaggio attuale è spigoloso e ricco di dislivelli. A determinare tale trasformazione sono stati i piegamenti e le rotture delle rocce lungo piani di scorrimento (faglie), ai cui movimenti corrispondono altrettanti terremoti; episodiche esplosioni vulcaniche e relativi depositi; erosioni differenziali legate agli agenti atmosferici e ai piani di debolezza insiti nelle rocce. Ne risulta una topografia molto articolata in strutture verticali (pale, guglie, torri, pinnacoli, denti, campanili) ed orizzontali (tetti, cornicioni, spalti, cenge, plateau). Si possono osservare le testimonianze di periodi a clima temperato, precedenti a quelli glaciali, ma soprattutto dominano le forme di erosione ed accumulo legate ai periodi glaciali, gobbe rocciose levigate e striate dal ghiaccio (rocce montonate), valli sospese, circhi glaciali, depositi di morene, tracce di antichi suoli gelati (permafrost), testimonianze delle pressioni esercitate dalle masse glaciali.[12]
L'innalzamento delle rocce dolomitiche è tuttora in corso. Oggi le Dolomiti mostrano il biancore dei carbonati di scogliera corallina, l'acutezza di rocce coinvolte in orogenesi recenti, le incisioni di potenti agenti esogeni (ghiacciai, vento, pioggia, freddo-caldo).
Frequenti sono i macereti (depositi detritici), mentre ghiacciai e nevai sono presenti anche se non di grande estensione (il più esteso è quello della Marmolada. Importante anche quello di Fradusta nelle Pale di San Martino).
Fenomeni di erosione sono alla base di particolari formazioni geologiche, le Piramidi di terra in Alto Adige e a Segonzano in Trentino.
Nel futuro geologico, le Dolomiti continueranno a crescere inglobando nuovi settori di rocce sospinte dallo scontro tra le placche europea e africana (analogamente a quanto succede per la catena himalayana); la scomparsa di questa spinta determinerà il prevalere degli agenti esogeni tendenti ad appianare e addolcire il paesaggio montano (come è successo negli Urali).
Orografia |
Gruppi |
Un elenco dei gruppi dolomitici può essere il seguente[13], tra parentesi sono riportate le province di appartenenza:
- Gruppi tra l'Adige ed il Piave:
Marmolada (Belluno, Trento)
Latemar (Bolzano, Trento)
Gruppo del Catinaccio (Trento, Bolzano)
Gruppo del Sella (Bolzano, Trento, Belluno)
Gruppo del Sassolungo (Bolzano, Trento)
Pale di San Martino (Belluno, Trento)
Gruppo Odle-Puez (Bolzano)
Gruppo Plose-Putia (Bolzano)
Massiccio dello Sciliar (Bolzano)- Gruppo delle Conturines o di Fanes (Bolzano)
Gruppo di Fanis (Belluno, Bolzano)- Gruppo della Croda Rossa d'Ampezzo (Belluno, Bolzano)
- Gruppo delle Tre Cime di Lavaredo (Belluno, Bolzano)
- Gruppo del Monte Piana (Belluno, Bolzano)
Gruppo del Popera (Belluno, Bolzano)- Gruppo della Croda dei Toni (Belluno, Bolzano)
- Gruppo dei Tre Scarperi (Bolzano)
Gruppo Rondoi-Baranci (Bolzano)- Gruppo del Picco di Vallandro (Bolzano)
Gruppo del Cristallo (Belluno, Bolzano)- Gruppo del Pomagagnon (Belluno)
- Gruppo dei Cadini di Misurina (Belluno)
- Gruppo delle Tofane (Belluno)
- Gruppo del Col di Lana (Belluno)
- Gruppo del Sorapiss (Belluno)
- Gruppo delle Marmarole (Belluno)
- Gruppo dell'Antelao (Belluno)
- Gruppo della Croda da Lago (Belluno)
Gruppo del Nuvolau (Belluno)
Monte Civetta (Belluno)
Pelmo (Belluno)- Gruppo di Bosconero (Belluno)
- Gruppo Tamer-San Sebastiano (Belluno)
Gruppo dei Feruc (Belluno)
Coppolo-Vette Feltrine-Gruppo del Cimonega (Belluno, Trento)
Gruppo della Schiara (Belluno)
- Gruppi oltre il Piave:
- Gruppo delle Terze (Belluno)
- Gruppo del Peralba (Belluno)
- Gruppo dei Longerin (Belluno)
- Gruppo del Rinaldo (Belluno)
Gruppo dei Brentoni (Belluno)- Gruppo delle Dolomiti Pesarine (Udine)
- Gruppo degli Spalti di Toro e Monfalconi (Belluno, Pordenone, Udine)
- Gruppo del Duranno e Cima dei Preti (Belluno, Pordenone)
- Gruppo del Pramaggiore (Udine, Pordenone)
- Gruppo della Cridola (Belluno, Udine)
- Altri gruppi:
Dolomiti di Brenta (Trento)
Piccole Dolomiti (Trento, Vicenza, Verona)
Dolomiti di Lienz (Austria)
Cime |
Le cime principali sono le seguenti (non in ordine di altezza):
Marmolada (Punta Penia, 3348 m)
Antelao (3264 m)
Latemar (Torri di Latemar, 2814 m)
Gruppo del Catinaccio (Catinaccio d'Antermoia, 3004 m) con le Torri del Vajolet (2821 m)
Gruppo del Sella (Piz Boè, 3151 m)
Sassolungo (3184 m)
Pale di San Martino (Cima Vezzana, 3192 m) e (Monte Agner, 2872m)
Gruppo Odle-Puez (Furchetta e Sass Rigais, 3025 ) con Sass de Putia (2875 m), Sassongher (2665 m) e Gruppo Cir (Gran Cir, 259 m)
Massiccio dello Sciliar (Monte Petz, 2662 m)- Gruppo delle Conturines (Cima Conturines, 3064 m)
Dolomiti di Sesto (Punta dei Tre Scarperi, 3145 m)- Cristallo (Monte Cristallo, 3221 m)
Cadini di Misurina (Cima Cadin di San Lucano, 2839 m)
Tofane (Tofana di Mezzo, 3244 m)- Gruppo delle Marmarole (Cimon del Froppa, 2932 m)
Col di Lana (m 2452 m) con Sett Sass (2571 m) e Sass de Stria (2477 m)
Sorapiss (3205 m)- Gruppo della Croda da Lago (Cima Ambrizzola m 2715 m)
Gruppo del Nuvolau (Averau, 2647 m)- Gruppo del Civetta (Monte Civetta, 3220 m)
- Gruppo del Pelmo (3168 m)
Gruppo del Bosconero (Sasso di Bosconero, 2468 m)
Vette Feltrine (Monte Pavione, 2334 m) e Gruppo del Cimonega (Sass de Mura, 2550 m)
Gruppo della Schiara (Monte Schiara, 2563 m)
Dolomiti di Lienz (Grosse Sandspitze, 2770 m)
Dolomiti Friulane (Cima dei Preti, 2703 m)
Dolomiti di Comelico – Dolomiti Carniche (Monte Cavallino, 2689 m)
Dolomiti di Brenta (Cima Tosa, 3178 m)
Vette più elevate |
Le principali vette delle Dolomiti che superano i tremila metri sono (lista incompleta):
Monte | Altezza | sottosezione | supergruppo | Provincia di appartenenza |
---|---|---|---|---|
Marmolada (Punta Penia) | 3.348 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Belluno - Trento |
Marmolada (Punta Rocca) | 3.309 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Belluno - Trento |
Antelao | 3.264 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Cadorine | Belluno |
Tofana di Mezzo | 3.245 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Ampezzane | Belluno |
Tofana di Dentro | 3.238 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Ampezzane | Belluno |
Marmolada (Punta Ombretta) | 3.230 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Belluno - Trento |
Tofana di Rozes | 3.225 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Ampezzane | Belluno |
Cristallo | 3.221 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Ampezzane | Belluno |
Monte Civetta | 3.220 | Dolomiti di Zoldo | Dolomiti Settentrionali di Zoldo | Belluno |
Marmolada (Punta Serauta) | 3.218 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Belluno |
Marmolada (Gran Vernel) | 3.210 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Trento |
Punta Sorapiss | 3.205 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Ampezzane | Belluno |
Vezzana | 3.192 | Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino | Gruppo Pale di San Martino-Feruc | Belluno - Trento |
Cimon della Pala | 3.184 | Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino | Gruppo Pale di San Martino-Feruc | Trento |
Sassolungo | 3.181 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Gardena | Bolzano |
Antelao (Punta Menini) | 3.177 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Cadorine | Belluno |
Cima Tosa | 3.173 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Pelmo | 3.169 | Dolomiti di Zoldo | Dolomiti Settentrionali di Zoldo | Belluno |
Antelao (Punta Chiggiato) | 3.163 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Cadorine | Belluno |
Croda Marcora | 3.154 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Ampezzane | Belluno |
Punta dei Tre Scarperi | 3.152 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti di Sesto | Bolzano |
Piz Popena | 3.152 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Ampezzane | Belluno |
Piz Boè | 3.152 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Gardena | Belluno - Trento - Bolzano |
Cima Brenta | 3.150 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Croda Rossa d'Ampezzo | 3.146 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti di Braies | Belluno - Bolzano |
Antelao (Cima Fanton) | 3.142 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Cadorine | Belluno |
Cima dei Bureloni | 3.130 | Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino | Gruppo Pale di San Martino-Feruc | Belluno - Trento |
Punta Grohmann | 3.126 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Gardena | Bolzano - Trento |
Crozzon di Brenta | 3.118 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Cima Vallesinella | 3.114 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Cima d'Ambiez | 3.102 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Marmolada (Piccolo Vernel) | 3.098 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Trento |
Croda dei Toni | 3.094 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti di Sesto | Belluno - Bolzano |
Cima Undici | 3.092 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti di Sesto | Belluno - Bolzano |
Spallone del Sassolungo | 3.081 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Gardena | Bolzano |
Cima Cunturines | 3.064 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Orientali di Badia | Bolzano |
Marmolada (Sasso Vernale) | 3.058 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Trento - Belluno |
Cima del Focobon | 3.054 | Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino | Gruppo Pale di San Martino-Feruc | Belluno |
Monte Popera | 3.046 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti di Sesto | Belluno - Bolzano |
Marmolada (Pizzo Serauta) | 3.035 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Belluno |
Cima Mandron | 3.033 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Marmolada (Punta Comates) | 3.029 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Trento |
Cima Dieci | 3.026 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Orientali di Badia | Bolzano |
Sass Rigais | 3.025 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Gardena | Bolzano |
Furchetta | 3.025 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Gardena | Bolzano |
Marmolada (Cima Ombretta) | 3.011 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Trento - Belluno |
Sasso di Valfredda | 3.009 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Trento - Belluno |
Torre di Brenta | 3.008 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Gruppo del Sorapiss (Tre Sorelle) | 3.005 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti Ampezzane | Belluno |
Catinaccio d'Antermoia | 3.004 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Fassa | Bolzano |
Cima di Campido | 3.001 | Dolomiti di Feltre e delle Pale di San Martino | Gruppo Pale di San Martino-Feruc | Belluno |
Le Mesules | 3.000 | Dolomiti di Gardena e di Fassa | Dolomiti di Gardena | Bolzano |
Cima Grande di Lavaredo | 2.999 | Dolomiti di Sesto, di Braies e d'Ampezzo | Dolomiti di Sesto | Belluno - Bolzano |
Spallone del Massodi | 2.999 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Cima Falkner | 2.999 | Dolomiti di Brenta | Dolomiti di Brenta | Trento |
Valli |
Le principali vallate dolomitiche sono:
- Vallata Agordina
- Val Badia
- Valbelluna
- Valle del Biois
- Valle del Cordevole
- Cadore
- Val Comelico
- Val d'Ansiei
- Conca Ampezzana
- Val Boite
- Val Fiorentina
- Val di Fiemme
- Val di Fassa
- Val di Funes
- Val Gardena
- Val di Landro
- Valle di Livinallongo
- Valle del Primiero
- Val di Tires
- Val di Zoldo
- Val Rendena
- Valli Giudicarie Esteriori
- Val di Tovel
- Val d'Ambiez
- Altopiano della Paganella
- Val San Pellegrino
- Val d'Ega
- Val Pettorina
- Valle di San Lucano
Passi e forcelle rotabili |
Nome | Altitudine (m) | Località collegate | Provincia di appartenenza |
---|---|---|---|
Passo Sella | 2240 | Val Gardena - Canazei | Bolzano Trento |
Passo Pordoi | 2239 | Canazei – Livinallongo del Col di Lana | Belluno Trento |
Passo di Valparola | 2199 | Cortina, Agordino – Val Badia | Belluno Bolzano |
Passo Gardena | 2137 | Val Gardena – Val Badia | Bolzano |
Passo di Falzarego | 2117 | Livinallongo del Col di Lana – Cortina | Belluno |
Passo di Giau | 2233 | Selva di Cadore – Cortina | Belluno |
Passo Staulanza | 1773 | Selva di Cadore – Zoldo | Belluno |
Passo Cibiana | 1530 | Cadore – Zoldo | Belluno |
Passo Fedaia | 2046 | Rocca Pietore – Canazei | Belluno Trento |
Passo Valles | 2032 | Falcade – Paneveggio | Belluno Trento |
Passo delle Erbe | 2003 | Val di Funes – Val Badia | Bolzano |
Passo Rolle | 1984 | Predazzo – San Martino di Castrozza e Primiero | Trento |
Passo San Pellegrino | 1918 | Falcade – Moena | Belluno Trento |
Passo di Campolongo | 1875 | Livinallongo del Col di Lana - Corvara in Badia | Belluno Bolzano |
Passo Tre Croci | 1808 | Cortina d'Ampezzo – Auronzo di Cadore | Belluno |
Passo di Lavazè | 1805 | Val d'Ega - Val di Fiemme | Bolzano Trento |
Passo di Costalunga | 1753 | Nova Levante – Vigo di Fassa | Bolzano Trento |
Passo Nigra | 1688 | Val d'Ega - Valle di Tires | Bolzano |
Campo Carlo Magno | 1681 | Madonna di Campiglio - Val Rendena | Trento |
Passo di Monte Croce di Comelico | 1638 | Comelico – San Candido/Innichen | Belluno Bolzano |
Passo Duran | 1601 | Agordo – Zoldo | Belluno |
Passo Cimabanche | 1529 | Cortina d'Ampezzo – Dobbiaco/Toblach | Belluno Bolzano |
Passo Cereda | 1372 | Primiero – Agordo | Trento |
Forcella Lagazzon | 1356 | Falcade-Vallada | Belluno |
Forcella Aurine | 1299 | Conca Agordina - Valle del Mis | Belluno |
Passi e forcelle montani |
Nome | Tipologia | Altitudine (m) |
---|---|---|
Passo d'Ombretta (Val di San Nicolò - Val d'Ombretta) | sentiero | 2738 |
Passo della Sentinella (Val Popera - Val Fiscalina) | sentiero | 2717 |
Forcella del Sasso Lungo (Val Gardena - Campitello) | sentiero | 2683 |
Tschagerjoch (Lago di Carezza - Valle Vajolet) | sentiero | 2644 |
Forcella Jou de la Tana (Cadore - Val d'Ansiei) | sentiero | 2644 |
Grasleiten Pass (Valle Vajolet - Valle Grasleiten) | sentiero | 2597 |
Passo di Pravitale (Altopiano di Rosetta - Val Pradidali) | sentiero | 2580 |
Passo delle Comelle (Altopiano di Rosetta - Val Gares) | sentiero | 2579 |
Passo Rosetta (San Martino di Castrozza - Altopiano di Rosetta) | sentiero | 2573 |
Passo Vajolet (Tiers - Valle Vajolet) | sentiero | 2549 |
Passo di Canali (Primiero - Agordino) | sentiero | 2497 |
Passo dell'Alpe di Tierser (Campitello - Tiers) | sentiero | 2455 |
Forcella Lavaredo (Val Lavaredo - Val Fiscalina) | sentiero | 2454 |
Passo di Ball (San Martino di Castrozza - Val Pradidali) | sentiero | 2450 |
Forcella di Giralba (Sesto - Auronzo di Cadore) | sentiero | 2436 |
Forcella Giau (Mondeval - Val Costeana) | sentiero | 2360 |
Col dei Bos (Valle del Falzarego - Valle Travernanzes) | sentiero | 2313 |
Forcella Grande (San Vito di Cadore - Auronzo di Cadore) | sentiero | 2262 |
Passo Tre Sassi (Cortina - San Cassiano) | sentiero | 2199 |
Mahlknechtjoch (Alta Val Duron - Alpe di Siusi) | sentiero | 2168 |
Forcella de la Ciavazoles (Cibiana di Cadore - Zoldo) | sentiero | 1994 |
Forcella Forada (Selva di Cadore - San Vito di Cadore) | strada | 1975 |
Forcella d'Alleghe (Alleghe - Valle di Zoldo) | sentiero | 1820 |
Ambiente |
Laghi |
- Lago di Misurina
- Lago di Alleghe
- Lago di Dobbiaco
- Lago di Braies
- Lago di Landro
Lago di Auronzo (artificiale),
Lago di Centro Cadore (artificiale)
Lago di Fedaia (artificiale)- Lago di Santa Croce
Lago del Mis (artificiale)- Lago di Molveno
- Lago di Tovel
- Lago di Carezza
Lago di Barcis (artificiale)
Flora |
Fino a 1800 m (versanti nord) o 2.200 m (versanti soleggiati) la vegetazione è formata principalmente da boschi di conifere (abete rosso, abete bianco , pino silvestree larice), mentre nelle alte quote da boschi di larice, cirmolo e cespuglietti di mughi. Il “pino mugo” legnoso, resistente a tutte le bufere, trattiene le nevi, protegge dalle valanghe, e fornisce una sostanza medicamentosa detta “olio di mugo”. Un altro nome del pino mugo è barancio (nelle Dolomiti di Sesto si trovano i gruppi dolomitici della rocca dei Baranci e della Croda dei Baranci)[14]. Nelle Dolomiti è presente anche il ginepro che è ad arbusteto e costituisce vasti tappeti con gli arbusteti del mirtillo, dell'erica e del rododendro alpino i quali sono ampiamente diffusi. Al di sotto dei 1200-1000 metri troviamo boschi di latifoglie: faggio, quercia (rovere, roverella), betulla, nocciòlo, castagno, frassino, acero di monte, ornello. In zone ricche di acqua, sul fondovalle, crescono il salice e l'ontano.
Sono presenti anche diversi pascoli in alta quota, come ad esempio l'alpe di Siusi, gli altipiani Ampezzani e Pian dei Buoi.
Dai boschi di abete rosso (o peccio) di certe zone (come quelli della val di Fiemme, di Paneveggio o attorno al lago di Carezza) si ricava il legno per le casse armoniche degli strumenti musicali: è l'abete di risonanza. Il popolo del Cadore, fiero delle sue peccete, volle rappresentare nel suo stemma un abete rosso avvinto da due torri.
Importanti come habitat sono pure i luoghi umidi: le torbiere, i siti alluvionali dei torrenti glaciali, le sorgenti, gli specchi d'acqua libera, i prati umidi (molineti), le pozze d'alpeggio, le pozze di risorgiva. Tra i laghi, particolare è il lago di Tovel in Trentino in quanto, a causa di un microrganismo, assumeva in passato una colorazione rossastra. I laghetti delle Dolomiti, come in genere quelli delle Alpi, sono oligotrofi.[15] I più noti e pittoreschi laghi dolomitici sono: il lago di Tovel, il lago di Molveno, il lago di Carezza, il lago di Braies, il lago di Dobbiaco, il lago di Landro, il lago di Misurina, il lago d'Antorno, il lago di Auronzo, il lago di Alleghe.
Innumerevoli sono i tipi di fiori che costituiscono la flora alpina dolomitica, come ad esempio: la stella alpina alle alte quote (originaria dell'Asia centrale), alcuni tipi di genziana, alcuni tipi di sassifraghe (saxifraga), il giglio martagone, la campanula (campanula del Moretti e campanula scheuchzeri), l'azalea alpina del genere rhododendron, l'ambretta strisciante (geum reptans) su macereti e morene, vari tipi di Ranuncolacee (come il botton d'oro, il ranuncolo dei ghiacciai e la clematide alpina), la vitalba alpina, la daphne striata, la miosòtide (o myosotis, noto anche come "non-ti-scordar-di-me"), vari tipi di orchidea, la viola, il ciclamino delle Alpi, il colchicum, il croco, l'astro alpino, il garofano dei ghiacciai, la pulsatilla alpina o anemone alpino, il senecio, la soldanella, la veronica gialla delle rocce (abitatrice delle fessure delle rocce), la nigritella, l'arnica, il narciso, il cardo, il camedrio alpino, il papavero alpino retico, il geranio sanguineo, la pinocchiella delle rupi, il brugo, la valeriana nana, l'aquilegia azzurra, la peonia selvatica, il dente di cane, la primula minima, il leontodon, il raponzolo di roccia, l'androsace alpina e l'androsace di Hausmann, il giacinto di montagna.
Fauna |
Nelle Dolomiti vivono numerose specie di mammiferi e roditori: il capriolo, il cervo, il camoscio, lo stambecco, il cinghiale, la marmotta, la martora, lo scoiattolo, il tasso, la donnola, la faina, la puzzola, la talpa, la volpe, la lepre, il ghiro, il riccio. Molto rara è la lontra, ritornata in questi ultimi anni (Alto Adige e Carnia)[16]. In alcune zone vivono l'orso bruno, la lince e il lupo. Negli ultimi anni in alcune zone (tra Friuli e Trentino-Alto Adige) è stata accertata la presenza dello sciacallo dorato proveniente dalla penisola balcanica.[17]
Tra gli uccelli si ricordano: l'aquila reale, il falco pellegrino, l'astore, la poiana, il gheppio, il gipeto, il corvo, il gallo forcello, la civetta, il barbagianni, l'urogallo, il picchio, l'upupa, lo sparviere, il fagiano di monte, il francolino di monte, il gufo, la pernice bianca, il merlo e il merlo acquaiolo, il gracchio alpino, la ghiandaia, l'allocco, la coturnice, il tordo, il pettirosso.
Tra gli anfibi vivono la rana alpina, il rospo, la lucertola, il ramarro, il tritone alpestre, la salamandra, la salamandra alpina, l'ululone.[18] Tra i rettili velenosi vi sono la vipera e il marasso. Sono presenti pure la biscia dal collare, il biacco, la coronella austriaca, il saettone, l'orbettino.
I pesci autoctoni sono rappresentati a fondo valle dalla trota marmorata, dallo scazzone e dal temolo. Oltre gli 800-1000 m.s.l.m. è presente quasi esclusivamente la trota fario che nelle zone di transizione degli areali dà luogo a popolazioni ibride Fario-Marmorata.
Seppur rarissimo, nei fondovalle a quote meno elevate ed occasionalmente fino a 1000-1400 m.s.l.m., è presente il gambero di fiume.
Antropizzazione |
Le prime frequentazioni degli esseri umani nelle Dolomiti risalgono all'11.500 a. C. L'insediamento stanziale nelle valli dolomitiche è ben documentato dall'età del bronzo. Nel corso del I millennio avanti Cristo le Dolomiti furono popolate dai Reti e colonizzate pure dai Celti, popoli che ebbero rapporti commerciali anche con gli Etruschi. Successivamente il territorio fu occupato dai Romani che, in età imperiale, divisero l'area tra le province di Raethia e Noricum a nord e la X Regio Venetia et Histria a sud. Il contatto tra le popolazioni retiche indigene e quelle latine diede origine ad una nuova cultura e lingua: il ladino. Nel Medioevo vi giunsero i Longobardi. Dall'XI secolo si formarono nell'area dolomitica forme di autogoverno delle comunità locali (Magnifiche Comunità o Regole), esercitate per mezzo di statuti votati democraticamente (le Carte di Regola o Statuti).
Durante il periodo fra i secoli XIV e XVIII il territorio dolomitico fu diviso in due grandi aree d'influenza austroungarica e veneta. I principati vescovili di Trento e Bressanone facevano parte del Sacro Romano Impero, mentre il Bellunese (tranne il comune di Cortina d'Ampezzo che fu dell'Impero fra il 1511 e il 1918) e la Carnia appartenevano alla Repubblica di Venezia la quale in Carnia si sostituì al dominio del patriarcato di Aquileia nel XV secolo. La Carnia fu territorio austriaco fra il 1814 e il 1866. Il Bellunese, come tutto il Veneto, entrerà a far parte del Regno d'Italia nel 1866 dopo la terza guerra d'indipendenza, tranne, come già accennato, la zona di Cortina d'Ampezzo. Il Trentino-Alto Adige entrerà a far parte del Regno d'Italia nel 1918 al termine della prima guerra mondiale.
Quanto poi agli insediamenti umani, nell'area sudtirolese tedescofona prevale il cosiddetto maso chiuso, mentre nella zona ladina (Badìa e Gardena, Trentino, Bellunese) prevalgono le cosiddette viles, nuclei compatti di case addossate le une alle altre. Sono dominanti due diversi modelli culturali: sull'area germanofona prevale il modello germanico, basato su un'organizzazione per nuclei monofamiliari con prevalenza dell'allevamento sull'agricoltura e quindi caratterizzato da ampie superfici a pascolo generalmente indivise; nell'area di cultura romanza è invece diffuso il modello romano, con un'organizzazione sociale in piccole comunità regolate dal diritto romano e dedite prevalentemente all'agricoltura e alla silvicoltura.
Già si è ricordato che le Dolomiti sono dette, da una leggenda popolare, "Monti Pallidi". Numerosi sono i cicli di leggende e i racconti che trattano di popolazioni remote (Fanes[19]Cayuteres, Croderes, Marmaroles da cui Marmarole, ecc.) che abitavano mitici regni, dando vita a scontri leggendari e intrecciando relazioni con magiche presenze nella natura circostante (maghi, gnomi, giganti, fate, streghe, orchi, spiriti, ondine).[20] La versione originale è in lingua ladina, raccolte alla fine dell'Ottocento da Giovanni Battista Alton e successivamente da Hugo de Rossi[21]. Quasi negli stessi anni Karl Felix Wolff raccolse le saghe relative al filone relativo al Regno dei Fanes, rimaneggiò la materia con una certa libertà e le tradusse in tedesco. La sua opera ebbe una grande diffusione a livello internazionale.
Tutela |
Numerosi parchi naturali proteggono questa particolare natura e vari comitati ad hoc si sono impegnati nel proporre le Dolomiti come Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, tentativo coronato da successo il 26 giugno 2009, quando a Siviglia i ventuno componenti del World Heritage Committee hanno deciso all'unanimità di includere la quasi totalità delle Dolomiti nell'elenco dei patrimoni naturali.[22][23][24] La candidatura era stata inizialmente avanzata nel 2004 dal Ministero dei Beni Culturali, ma era stata bocciata dall'UNESCO nel maggio 2006. Successivamente il gruppo di lavoro UNESCO del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, coordinato dal prof. Pier Luigi Petrillo, ha ripresentato i due dossier di candidatura, avviando, contestualmente, un intenso negoziato con i 165 paesi membri della Convenzione e i 37 paesi membri del Comitato. A conclusione del negoziato, durato due anni e mezzo, l'Autorità indipendente di valutazione delle candidature naturalistiche, l'IUCN, ha espresso parere favorevole alla candidatura. Da ultimo, a Siviglia, nel giugno 2009, la squadra coordinata dal prof. Petrillo ha condotto gli ultimi finali negoziati ottenendo il riconoscimento dell'UNESCO che "certifica" l'unicità, nel mondo, delle Dolomiti.
I nove sistemi dolomitici protetti dall'UNESCO |
Il bene "Dolomiti UNESCO" comprende nove sistemi dolomitici:
N | Foto | Sistema |
---|---|---|
1 | Pelmo e Croda da Lago | |
2 | Marmolada | |
3 | Pale di San Martino, Pale di San Lucano, Dolomiti bellunesi, Vette Feltrine | |
4 | Dolomiti friulane e d'oltre Piave | |
5 | Dolomiti settentrionali | |
6 | Puez - Odle | |
7 | Sciliar-Catinaccio e Latemar | |
8 | Bletterbach | |
9 | Dolomiti di Brenta |
Parchi naturali |
- Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi
- Parco naturale regionale delle Dolomiti d'Ampezzo
- Parco naturale Fanes - Sennes - Braies
- Parco naturale Paneveggio - Pale di San Martino
- Parco naturale dello Sciliar
- Parco naturale Tre Cime
- Parco naturale Puez-Odle
- Parco naturale provinciale dell'Adamello-Brenta
- Parco naturale delle Dolomiti Friulane
Turismo |
Le Dolomiti, specialmente nella loro parte settentrionale e occidentale, sono intensamente sfruttate ad uso turistico. In particolare le valli delle Province di Trento e Bolzano e la parte alta della Provincia di Belluno basano la propria economia sulla pratica invernale dello sci alpino divenuto popolare con le Olimpiadi Invernali di Cortina del 1956. Il Dolomiti Superski unisce poi sotto un unico skipass la quasi totalità dei comprensori sciistici della zona. Più marginali sono invece lo sci di fondo (di cui esistono però vari punti di eccellenza sparsi nelle varie vallate), e lo sci alpinismo che, in costante crescita negli ultimi decenni, vede la continua nascita di nuovi sci club e gare (prevalentemente notturne) tra le quali vanno sicuramente citate la "Dolomiti Sotto le Stelle" e la "Sellaronda Skimarathon".
L'estate è invece il tempo dei trekking e delle scalate, turismo, questo, che viene praticato sull'intera area. Le Dolomiti vantano una lunga tradizione escursionistica e alpinistica che nel corso del '900 ha dotato molte montagne di una via di salita segnalata e spesso ferrata per facilitarne l'accesso. Le Vie Ferrate sono estremamente diffuse e non si contano i tipici Rifugi Alpini ed i Bivacchi Fissi che facilitano di molto la salita a questi monti. Altro punto di eccellenza sono le Alte Vie delle Dolomiti: sentieri ben battuti e segnati che consentono di compiere lunghe attraversate a tappe della durata di svariate giornate camminando sempre in quota senza mai scendere a fondovalle. Le due Alte Vie più famose sono l'Alta Via numero 1 dal Lago di Braies a Belluno e l'Alta Via numero 2 da Bressanone a Feltre. L'arrampicata, data la sua estrema variabilità e veloce evoluzione, meriterebbe un capitolo a sé stante: vie alpinistiche (classiche e moderne) in montagna, Big Wall, falesie attrezzate, vaste aree boulder e arrampicata su ghiaccio sono solo alcuni esempi delle varie attività legate a questo sport.
Alcune fra le località di villeggiatura più conosciute presenti nelle vallate dolomitiche sono: Cortina d'Ampezzo nella Conca Ampezzana, Auronzo di Cadore-Misurina in val d'Ansiei, Rocca Pietore-Marmolada nella val Pettorina, Agordo nella Conca Agordina Selva e Ortisei in val Gardena, Dobbiaco e Sesto in val Pusteria, Castelrotto ai piedi dell'alpe di Siusi, Canazei e Moena nella val di Fassa, Falcade in valle del Biois, San Martino di Castrozza nel Primiero, Arabba nella valle di Livinallongo, Corvara, La Villa, San Cassiano, Badia in val Badia, Madonna di Campiglio in val Rendena e Forni di Sopra in Friuli Venezia Giulia.
Un altro tipo di turismo è rappresentato dai luoghi legati ai combattimenti del fronte italiano della prima guerra mondiale: tra questi ricordiamo il Pasubio nelle Piccole Dolomiti (Strada delle 52 gallerie e Dente Italiano).
Sul Monte Rite, nel comune di Cibiana di Cadore, è possibile visitare il museo MMM Dolomites dedicato alla storia dell'esplorazione e dell'alpinismo nelle Dolomiti.
Alcune località turistiche storiche assieme alle montagne più famose hanno assunto durante il turismo Romantico a cavallo tra '800 e '900 degli appellativi o "soprannomi" (spesso confusi tra loro dai media) che risultano però diffusi ancor oggi:
Località | Appellativo |
---|---|
Marmolada | Regina delle Dolomiti |
Antelao | Re delle Dolomiti |
Agner | Gigante delle Dolomiti |
Cimon della Pala | Cervino delle Dolomiti |
Cortina d'Ampezzo | Signora delle Dolomiti |
Agordo | Cuore delle Dolomiti |
Moena | Fata delle Dolomiti |
Feltre | Venezia delle Dolomiti |
Belluno | Porta delle Dolomiti |
Le Dolomiti nei media |
Nelle Dolomiti hanno girato alcune scene di vari film, tra cui La Pantera Rosa (The Pink Panther) di Blake Edwards (1963), Per favore, non mordermi sul collo! di Roman Polański (1967), L'ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci (1987), Solo per i tuoi occhi con Roger Moore (1981), Cliffhanger con Sylvester Stallone (1993) e The Italian Job di F. Gary Gray (2003), oltre alla serie televisiva Un passo dal cielo con Terence Hill.(2010).
Note |
^ I valori universali
^ (EN) The Dolomites-UNESCO World Heritage, su whc.unesco.org. URL consultato il 27 settembre 2010.
^ Non tutti i gruppi dolomitici sono siti protetti dall'UNESCO. Non lo sono ad esempio il Gruppo del Sella e il Gruppo del Sassolungo.
^ Dolomiti, Touring Editore, 2014, pag. 37.
^ 1864: la scoperta delle Dolomiti - Repubblica.it
^ Leggende dell'Alto Adige - I Monti Pallidi
^ Le Dolomiti di Brenta appartengono alle Alpi Retiche meridionali; le Dolomiti Friulane, le Dolomiti di Lienz e le Dolomiti di Comelico-Dolomiti Carniche appartengono alle Alpi Carniche e della Gail; le Piccole Dolomiti appartengono alle Prealpi Venete.
^ La Marmolada, considerata come la vetta più alta delle Dolomiti, è composta principalmente di calcari. Le cosiddette Dolomiti di Fiemme sono per nulla composte di dolomia.
^ Marco Avanzini, Evelyn Kustatscher, La gola del Bletterbach, Storie nella roccia, pag.64-65, ed. Besucherzentrum Geoparc Bletterbach (Aldino, Bolzano), 2011.
^ Oltre alle gole del Bletterbach, presenta interesse geologico particolare il doss Cappèl (m.2264) nei dintorni di Predazzo. Rocce intrusive ed effusive si trovano poi nell'area del vulcano di Predazzo lungo il Sentiero geologico Miniere della Bedovina.
^ Dolomiti: impronte di dinosauri sul Pelmetto monte Pelmo, forcella Staulanza Palafavera Belluno Dolomiti, Museo Civico della Val Fiorentina "Vittorino Cazzetta" a Selva di Ca...
^ Dolomiti, Touring editore, 2014, pag. 35.
^ Per quanto riguarda la suddivisione delle Dolomiti proposta dalla Partizione delle Alpi e dalla SOIUSA si veda la voce Dolomiti (sezione alpina).
^ Mugo nell'Enciclopedia Treccani
^ Oligotrofo nell'Enciclopedia Treccani
^ Alto Adige: è tornata la lontra, da un anno scienziati ne seguono le tracce - Yahoo Notizie Italia Archiviato il 15 luglio 2014 in Internet Archive.
^ Valle di Non (Trento): fotografato un esemplare di sciacallo dorato sul Monte Peller
^ Ululone nell'Enciclopedia Treccani
^ Il contesto della saga dei Fanes: culti e miti
^ Dolomiti, Touring editore, 2014, pag. 39 e 40-41.
^ Fiabe e leggende della Valle di Fassa
^ Dolomiti patrimonio dell'umanità dall'Unesco il riconoscimento - ambiente - Repubblica.it
^ Fonte: Corriere della Sera. Fonte: UNESCO. Archiviato l'11 novembre 2009 in Internet Archive.
^ Dolomiti Unesco - Patrimonio dell'umanità
Bibliografia |
- (DE) Maria M. Gordon Ogilvie, Das Grödener-, Fassa- und Enneberggebiet in den Südtiroler Dolomiten. Geologische Beschreibung mit besonderer Berücksichtigung der Überschiebungserscheinungen, 2 volumi (Abhandlungen der geologischen Bundesanstalt, XXIV,1-2), Vienna, Geologische Bundesanstalt, 1927.
- Bosellini A., 1996. Geologia delle Dolomiti. Bolzano: Casa editrice Athesia. 191 pp.
Claudio Cima, Scopriamo insieme i parchi delle Dolomiti, Ist. Geografico De Agostini, 1994.- Claudio Cima, I laghi delle Dolomiti, Edizioni Mediterranee, 1996.
- Leonardi P. et al., 1967. Le Dolomiti. Geologia dei monti tra Isarco e Piave. Rovereto: Manfrini Editore. 1019 pp.
- Franco de Battaglia e Luciano Marisaldi, Enciclopedia delle Dolomiti, Bologna, Zanichelli, 2000. ISBN 978-88-08-09125-3
- Petrillo P.L., Le Dolomiti patrimonio dell'Umanità, https://web.archive.org/web/20151208080816/http://www.rivistasitiunesco.it/articolo.php?id_articolo=92 in Rivista Siti UNESCO
- Provincia di Belluno, Provincia Autonoma di Bolzano-Alto Adige Autonome Provinz Bozen-Südtirol, Provincia di Pordenone, Provincia Autonoma di Trento, Provincia di Udine, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, 2008. Nomination of the Dolomites for inscription on the World Natural Heritage List UNESCO. Nomination Document. 363 pp. https://web.archive.org/web/20131225070444/http://fondazionedolomitiunesco.org/documentazione-2/01_DOLOMITES_nomination_document_jan2008_1236608233_1294933181.pdf
Reinhold Messner e Jakob Tappeiner, Dolomiti: le più belle montagne della terra, Lana, Tappeiner, 2002. ISBN 88-7073-317-3
- Reinhold Messner, Ursula Demeter, Georg Tappeiner, Dolomiti: patrimonio dell'umanità, Bolzano, Tappeiner, 2010. ISBN 978-88-7073-561-1
Voci correlate |
- Dolomiti (sezione alpina)
- Ciclabile delle Dolomiti
Dolomia, Dolomite
- Dolomiti lucane
- Geologia
- Museo geologico delle Dolomiti
- Rifugi delle Dolomiti
- Via ferrata
Altri progetti |
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- Wikivoyage
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Wikinotizie contiene l'articolo 180 falò intorno alle Dolomiti del Sella
Collegamenti esterni |
- http://www.treccani.it/enciclopedia/dolomiti/
- Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, su dolomitipark.it.
- Libro sulle vie normali a tutte le cime oltre i 3000 metri delle Dolomiti, su vienormali.it.
- Sito web dedicato alle cime oltre i 3000 metri delle Dolomiti, su 3000dolomiti.it.
- Dolomiti.org: Portale ufficiale delle Dolomiti, su dolomiti.org.
- Museo Selva di Cadore, su museoselvadicadore.it.
- DolomitesWorld.com: Portale delle Dolomiti, su dolomitesworld.com.
- Panoramiche a 360 gradi delle Dolomiti, su dolomiti.eu.
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