Artiglieria




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Artiglieria d'epoca esposta a Fort Point, l'edificio storico sotto il Golden Gate Bridge a San Francisco


L'artiglieria è l'insieme delle armi da fuoco e delle bocche di fuoco pesanti progettate originariamente per gli assedi e per l'armamento navale.


Il termine deriverebbe dal latino ars tollendi o ars telorum, cioè l'arte di lanciare dardi. Nei documenti in latino medioevale si trovano le parole arteleria, artelera ed altre voci della stessa forma; tuttavia gli storici continuerebbero ad usare il termine artiglieria anche per indicare le armi da lancio precedenti l'introduzione della polvere da sparo (balliste, catapulte, briccole e simili)..mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]




Indice






  • 1 Cenni storici


  • 2 Caratteristiche e classificazione


  • 3 Tipologie


    • 3.1 Artiglieria terrestre


    • 3.2 Artiglieria navale


    • 3.3 Artiglieria costiera


    • 3.4 Artiglieria contraerea


    • 3.5 Artiglieria controcarri




  • 4 Note


  • 5 Voci correlate


  • 6 Altri progetti


  • 7 Collegamenti esterni





Cenni storici |


Secondo Luigi Cibrario, «la voce attillieria o artiglieria» nel XIII secolo «dinotava ... tutto il materiale della guerra».[1]Ludovico Ariosto nell'Orlando furioso[2] scriveva: « L'artegliaria, come tempesta, fiocca / contra chi vuole al buon Ruggier far torto».


L'uso delle prime bocche da fuoco in Europa risale ai primi decenni del XIV secolo: documenti ufficiali fiorentini del 1326 si riferiscono all'acquisto di "pilas seu palloctas ferreas et canones de mettallo". Nei decenni successivi fra gli stati italiani preunitari che diedero maggior sviluppo alle artiglierie vi fu la Repubblica di Venezia, che naturalmente curava soprattutto quelle navali. I Veneti possedevano gran numero di pezzi di tutte le specie e forme: piccoli cannoni di ferro, bombarde di tutti i calibri, fra cui alcune di notevoli dimensioni. Nella lotta che la vide contrapposta alla Repubblica di Genova, l'artiglieria fu ampiamente adoperata nelle operazioni di terra e di mare; soprattutto ebbe largo uso e notevole efficacia nella guerra di Chioggia.


Lo sviluppo dell'artiglieria fu il primo grande cambiamento delle tecniche militari dopo il medioevo. Con l'età moderna lo sviluppo dell'artiglieria coinvolse lo studio scientifico di altre materie, come matematica, fisica e chimica, e coinvolse anche tutte le altre armi da fuoco, come pistole, fucili, mitragliatrici. Verso la fine del XVI secolo vennero introdotti i proiettili scoppianti al posto di quelli pieni e la gamma delle bocche da fuoco si limitò principalmente al cannone, al mortaio e all'obice.[3] Le necessità imposte dalla nuova arma svilupparono tutta una serie di nuove discipline, quali la fortificazione alla moderna, l'assedio scientifico, lo sviluppo di nuovi mezzi di trasporto, nuove tattiche di spiegamento e impiego truppe. Fu conseguentemente uno degli elementi della crisi dell'ordine feudale e del sorgere degli Stati nazionali.



Caratteristiche e classificazione |


Sono armi poco manovrabili ma molto potenti e vennero ampiamente utilizzate sia nelle battaglie terrestri contro la fanteria pesante sia negli assedi contro mura e fortificazioni.


Esse sono caratterizzate da una bocca da fuoco montata su affusto, in grado di sparare proiettili di grandi dimensioni a notevoli distanze, impiegando una carica esplosiva come elemento generante la propulsione.


Per estensione tale termine denota anche i reparti dell'esercito specializzati nell'uso di tali armi.


L'artiglieria è suddivisa in:




  • artiglieria terrestre da terra contro obiettivi terrestri


  • artiglieria navale da bordo di natanti contro obiettivi navali o terrestri


  • artiglieria costiera da terra contro obiettivi navali


  • artiglieria contraerea da terra o da natanti contro obiettivi aerei


  • artiglieria controcarri da terra anticarro.



Tipologie |



Artiglieria terrestre |


L'artiglieria terrestre può essere classificata in diverse modi.


  • La principale classificazione riguarda l'impiego:


    • le armi pesanti della fanteria raggruppano i mortai di piccolo e medio calibro, i lanciagranate e le piccole artiglierie d'accompagnamento (quindi è organica ai battaglioni dell'arma base, generalmente fanteria)

    • l'artiglieria da campagna raggruppa le artiglierie destinate a cooperare direttamente con le unità di arma base, fanteria, cavalleria o reggimenti corazzati (quindi è organica nella brigata);

    • l'artiglieria pesante campale raggruppa le artiglierie destinate a battere gli obiettivi di interesse della manovra di una Grande Unità e, sussidiariamente, a rinforzare le azioni dell'artiglieria da campagna (quindi è organica nella brigata o assegnata in gruppi autonomi al corpo d'armata)

    • l'artiglieria pesante raggruppa le artiglierie destinate esclusivamente a battere gli obiettivi di interesse della manovra di una Grande Unità complessa, specie alle maggiori distanze d'intervento (quindi è sempre organizzata in gruppi autonomi, assegnati a corpi d'armata o direttamente al comando di armata)

    • l'artiglieria controcarri raggruppa le artiglierie specificamente idonee a combattere i mezzi corazzati (quindi generalmente è organica ai battaglioni dell'arma base)

    • l'artiglieria contraerei raggruppa le artiglierie destinate al contrasto aereo di punto (contraerei leggera) o al contrasto aereo di area (contraerei missili), attualmente (2006) l'artiglieria contraerei dell'Esercito Italiano è tutta concentrata nella brigata contraerei.


  • Una seconda classificazione riguarda l'installazione:

    • le artiglierie a traino meccanico sono destinate a spostarsi al traino di un mezzo meccanico, cingolato o ruotato, dal quale vengono poi separate al momento dello schieramento

    • le artiglierie semoventi sono permanentemente montate su di una piattaforma, cingolata o ruotata, idonea a muoversi autonomamente (indicate come cannoni semoventi se su scafo cingolato o autocannoni se su scafo ruotato)

    • le artiglierie autocarrate o portee (non più attuali) vengono trasportate a bordo di un autocarro, dal quale vengono poi fatte scendere mediante piani inclinati al momento dello schieramento

    • le artiglierie ferroviarie (anch'esse non più attuali) sono permanentemente montate su di un pianale ferroviario, si spostano lungo le strade ferrate al traino di motrici ferroviarie ed intervengono col fuoco direttamente dalla sede ferroviaria

    • diversi mezzi blindati, ed in particolare i carri armati, dispongono di un'artiglieria quale armamento principale. La differenza tra questi e le artiglierie semoventi sta nel tipo di materiale d'artiglieria (tipicamente cannoni e non obici) e nel tipo di traiettoria (tesa e non curva).





Un obice M198 da 155 mm in azione, circondato dagli artiglieri del 4º battaglione del 14º reggimento Marine. L'immagine è stata ripresa l'11 novembre 2004 nel campo militare di Falluja durante l'operazione Phantom Fury.


  • Una terza classificazione riguarda la traiettoria che il pezzo di artiglieria è in grado di realizzare:

    • le bombarde (non più attuali) ed i mortai sono caratterizzati da una traiettoria estremamente curva (l'angolo di tiro è compreso fra 45 e 90º), idonea a battere obiettivi fortemente defilati, che, in pratica, vengono colpiti dall'alto; tale caratteristica penalizza la precisione del tiro. Comunque i mortai, dato che non devono (e non possono) sparare a lunghe distanze, possono avere una lunghezza della canna minore di quella delle altre armi

    • gli obici sono caratterizzati da una traiettoria curva, anche se meno dei mortai (l'angolo di tiro è minore di 45º), che penalizza scarsamente la precisione dell'arma pur agevolando l'intervento su obiettivi parzialmente defilati. La lunghezza della canna è decisamente superiore a quella dei mortai.




    • i cannoni sono caratterizzati da una traiettoria tesa che li rende estremamente precisi su obiettivi a sviluppo verticale, pur penalizzandone la precisione sugli obiettivi a sviluppo orizzontale e, soprattutto, impedendo il tiro contro obiettivi defilati

    • i razzi sono artiglierie autopropulse caratterizzate dall'impossibilità di modificarne la traiettoria dopo il lancio; sono lanciati da specifiche piattaforme (lanciarazzi) idonee a fornire loro la direzione e l'angolo di tiro iniziali; i lanciarazzi multipli sono inoltre in grado di lanciare, contemporaneamente o in rapida successione, più razzi

    • i missili sono artiglierie autopropulse la cui traiettoria può essere modificata anche dopo il lancio, mediante diverse tecniche che vanno dalla filoguida all'asservimento radar a sistemi di guida automatici presenti sul missile stesso


Il tiro con l'artiglieria terrestre ha caratteristiche particolari, molto diverse da quelle del tiro con armi leggere, in genere si distingue fra:




  • Tiro diretto - Viene effettuato quando la linea di tiro è completamente libera fra bocca da fuoco e bersaglio (quindi può essere effettuato solo da cannoni o obici-cannoni)


  • Tiro indiretto - Viene effettuato quando la linea di tiro è bloccata da un qualunque ostacolo (generalmente è effettuato da mortai, obici e obici-cannoni, può essere effettuato da cannoni in casi particolari)


  • Tiro di razzi - In genere è un tiro di saturazione d'area, data la scarsa precisione di queste armi


  • Tiro di missili - Data la caratteristica di queste armi è sempre un tiro con arma singola, può essere balistico o a propulsione continua.



Artiglieria navale |


Il primo episodio bellico in cui si vide uno studiato impiego dell'artiglieria navale fu probabilmente la battaglia di Lepanto, in cui navi fornite di cannoni prevalsero su unità combattenti secondo le tattiche dell'abbordaggio e dello speronamento, fino a quel momento le più usate nel Mediterraneo.


Inizialmente non esisteva una differenziazione fra artiglierie terrestri e navali, ma alla fine del XVII secolo, pur conservando le stesse bocche da fuoco, gli affusti navali cominciarono a differenziarsi da quelli delle artiglierie terrestri, soprattutto per le diverse esigenze di spazio e di movimento. Tuttavia solo nella seconda metà del XIX secolo si arrivò ad una netta diversificazione.


Nel corso della guerra di secessione americana furono costruite le prime navi con corazza in ferro, che non poteva più essere perforata dai cannoni usati all'epoca sulle navi (in legno), quindi si modificò completamente l'organizzazione delle artiglierie sulle navi, concentrando il peso della bordata in pochi cannoni di grosso calibro, invece di ripartirlo su molti cannoni di calibro più piccolo. Pochi anni dopo (1863) in Scozia fu varata, per la Marina danese, la Rolf Krake, prima nave europea con cannoni non in bordata (fissi e sparanti dal bordo o fianco della nave), ma con cannoni in torretta, cioè su una struttura ruotante che poteva colpire sia in caccia (lungo la linea di movimento della nave) sia in bordata (perpendicolarmente alla linea di movimento). L'ultima evoluzione delle artiglierie navali si ebbe con la HMS Dreadnought, corazzata che fu eponima non solo di una classe, ma di un tipo di nave che dominò il mare fino all'affondamento della Bismarck.


Le artiglierie navali, a partire dalla metà del XIX secolo, sono morfologicamente cannoni, dato che hanno una lunghezza di canna superiore a 30 volte il calibro, quindi possono sparare a tiro teso. Tuttavia il tiro delle artiglierie navali è gestito come tiro di obici, in quanto le distanze a cui vengono impegnati i bersagli sono tali che non si può pensare di utilizzare il primo arco (traiettoria prima del vertice della parabola), quindi vengono gestite da apposite direzioni di tiro centralizzate presenti sulla nave con l'ausilio di tiri di aggiustamento sul bersaglio.


Con la Dreadnought i cannoni principali delle navi furono concentrati in torrette binate (con due cannoni) o trinate (con tre). Ogni torretta aveva la sua corazzatura e la sua santabarbara, per evitare di concentrare troppi esplosivi in un singolo locale. Fino alla seconda guerra mondiale si ebbe un continuo aumento di calibro dei cannoni navali, fino ad arrivare ai 406 mm delle navi da battaglia Iowa e ai 460 mm delle classe Yamato. Con la seconda guerra mondiale le corazzate persero il loro ruolo dominante, e le artiglierie furono progressivamente sostituite da missili, che, richiedendo meccanismi di lancio più leggeri dei cannoni, permisero di ridurre la stazza delle navi, quindi attualmente le navi armate di cannoni (corazzate) sono utilizzate unicamente per il bombardamento costiero. In effetti, l'unica marina ancora in possesso di unità armate di cannoni di grosso calibro è quella americana, che conserva, anche se disattivate, due corazzate della classe Iowa. In generale, le unità contemporanee sono armate solo con uno o due cannoni di calibro intorno ai 130 mm, o 5 pollici a tiro rapido, essenzialmente in funzione contraerea.



Artiglieria costiera |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Artiglieria costiera.

L'artiglieria costiera o artiglieria da costa comprende le artiglierie utilizzate per difendere un tratto di costa dagli attacchi provenienti da flotte nemiche. L'artiglieria costiera si è particolarmente sviluppata dal XVII al XIX secolo, nel corso del XX secolo ha perso progressivamente di importanza, quando le corazzate hanno perso il loro ruolo di capital ship a favore delle portaerei. Attualmente l'artiglieria costiera non ha più nessun ruolo.



Artiglieria contraerea |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Artiglieria contraerea.




Cannone contraereo 90/53 Mod 39 della II guerra mondiale esposto al museo della Battaglia di El Alamein (Egitto)


L'artiglieria contraerei si è sviluppata a partire dalla prima guerra mondiale, raggiungendo la sua maturità nel corso della seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente successivi. A partire dagli anni sessanta i missili contraerei stanno prendendo sempre più spazio nei confronti dei cannoni.


Il 20 gennaio 1915 fu costituito il I Reparto di Artiglieria Contraerei su 3 Sezioni, le quali ben presto divennero 3 Batterie.
Nel 1916 questa specialità raggiunse 69 batterie e 25 Sezioni.
Inizialmente si adottò materiale da campagna da 75A/27/906, 75/27/906 e 75/27/911 su installazioni di ripiego ed adottando per il tiro metodi empirici; un forte passo avanti fu fatto invece con l'adozione di materiale 75/27 appositamente costruito (su affusto a candeliere) ed autoportato e con l'adozione per il tiro di una vera e propria centrale (non meccanica), che riusciva, con i molti serventi di cui disponeva, a suddividere e sincronizzare abbastanza bene il diverso lavoro che era necessario compiere per la ricerca dei dati di tiro.
Successivamente le Batterie contraerei aumentarono ancora, finché l'Ordinamento post bellico già contemplava un Reggimento Contraerei per Corpo d'Armata.
Nell'armamento, si addivenne all'adozione delle mitragliere da 20 mm, di quelle da 40 mm ed infine, del materiale da 90 mm, che tanto impiego e tanto sviluppo ebbe poi nella seconda guerra mondiale. anche come artiglieria contro carri.
Nel 1930, infine, fu costituita la Milizia per la Difesa Aerea Territoriale (M.D.A.T.) che si chiamò in seguito Milizia per la Difesa Contraerei Territoriale (prima M.D.C.A.T., poi M.DI.C.A.T.), con gli stessi criteri seguiti per la Milizia da Costa.
A tale Milizia il Regime aveva assegnato il compito di predisporre in tempo di pace e di attuare in tempo di guerra, in concorso con le unità contraeree delle Forze Armate, la difesa territoriale del Paese da attacchi aerei nemici.



Artiglieria controcarri |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Artiglieria controcarri.

L'artiglieria controcarri, intesa come uso dei cannoni nel ruolo anticarro, si è sviluppata insieme ai carri armati per tutta la seconda guerra mondiale. Successivamente ha perso progressivamente di importanza a favore delle armi (individuali o di reparto) controcarro (inizialmente il bazooka e successivamente i missili anticarro).



Note |




  1. ^ Luigi Cibrario, Delle artiglierie dal MCCC al MDCC, Torino, Fontana, 1847; 3ª ed.: Lione, Luigi Perrin, 1854, p. 6 (consultabile anche su Google Libri).


  2. ^ Canto 10, ottava 51.


  3. ^ Universo, De Agostini, Novara, Vol. I, 1962, pag.482



Voci correlate |




  • Armi

  • Armi da fuoco

  • Artiglieria da montagna

  • Artiglieria costiera

  • Artiglieria contraerea

  • Artiglieria controcarri

  • Base bleed

  • Balistica e tiro d'artiglieria

  • Calibro (arma)

  • Cannone

  • Cannone automatico

  • Cannone

  • Corona di forzamento

  • Bombarda (arma)

  • Bocca da fuoco

  • Puntamento

  • Shrapnel




Altri progetti |



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Collegamenti esterni |






  • Artiglieria, su Dizionario storico della Svizzera, hls-dhs-dss.ch. Modifica su Wikidata


  • Artiglieria, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


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