45 giri










Un 7″ dell'etichetta M-G-M


Il 45 giri o 7″ è un tipo di disco in vinile, utilizzato sia per la distribuzione di singoli, contenenti due brani - più raramente tre - distribuiti uno per lato, o di EP, distribuiti due per lato.




Indice






  • 1 Caratteristiche


  • 2 Storia


  • 3 Le edizioni per juke box


  • 4 Note


  • 5 Voci correlate


  • 6 Collegamenti esterni





Caratteristiche |


45 giri (al minuto) è la velocità di rotazione di alcuni dischi in vinile di dimensione 7 pollici (18 centimetri), utilizzati, unitamente ai 12" a 45 giri, per la diffusione di singoli discografici fino all'avvento dei CD Audio e, più tardi, del download digitale.


Furono introdotti sul mercato dischi a 45 giri con diametri diversi, fra cui i più conosciuti sono i maxi-singoli con diametro 12" (30 cm). Tuttavia, quando si parla di "45 giri" ci si riferisce generalmente ai dischi 7″. Esistono inoltre anche 7″ a 33 giri di rotazione al minuto, utilizzati per lo più per documenti sonori o per EP.


Stampati generalmente da entrambi i lati, i 45 giri possono contenere due brani, ciascuno della durata massima di circa 4 minuti. In genere si incideva il brano più significativo, destinato al lancio radiofonico o televisivo, sulla facciata denominata "lato A", mentre il lato B era spesso un semplice riempitivo.


Esistono comunque eccezioni e casi particolari in cui il lato B del 45 giri ha avuto maggior successo rispetto al lato A, come ad esempio per In silenzio/Piccola Katy dei Pooh, in cui Piccola Katy era il lato B, o dischi intenzionalmente incisi con doppio lato A, ovvero con due brani di uguale importanza. Un esempio furono nel 1965 Day Tripper e We Can Work It Out dei Beatles.


Per ascoltarli tramite un giradischi tradizionale è necessario utilizzare un adattatore del perno, in quanto essi hanno un foro molto più grande.



Storia |




Una cosiddetta fonovaligia, un giradischi portatile per ascoltare i 45 giri molto popolare tra gli anni 60 e gli anni 70.


Nel 1948 il policarbonato di vinile, materiale leggero e infrangibile, soppianta la vecchia gommalacca e la Columbia Records introduce per prima negli Stati Uniti il formato 45 giri. Il formato, che necessita di una testina di lettura particolare, si diffonde anche grazie ai nuovi modelli di juke box.


In Italia il formato 45 giri si afferma negli anni cinquanta, superando per vendite il 78 giri tra il 1957 e il 1958 e raggiungendo il massimo della diffusione fra il 1964 e il 1970.


Verso la fine degli anni settanta, quando i 45 giri perdono quote di mercato a favore degli LP a 33 giri e delle musicassette, e non sono più quindi il principale supporto per la musica registrata, la facciata B perde parte della sua importanza. Saltuariamente, presenta solo la base musicale o una versione strumentale del brano presente sulla facciata principale.


Il 18 agosto 1990, in seguito a un accordo tra tutte le multinazionali del disco viene cessata la grande produzione del supporto (fino al 1991), tuttavia venne prodotto ancora fino al 1993, quando anche il 33 giri cedette definitivamente il posto a musicassette e CD.


Dopo l'avvento dei supporti digitali, i brani singoli vennero messi in vendita su mini-CD, o CD singoli, (commercializzati dai primi anni novanta fino al 2008).



Le edizioni per juke box |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Jukebox.

Caso unico nel mondo, in Italia i singoli vinilici su 7″ venivano distribuiti anche nell'edizione per juke box, di cui era vietata la vendita al pubblico, riservata unicamente ai gestori di bar che avessero installato uno di questi apparecchi nel proprio esercizio.[1]


L'idea venne infatti a due commilitoni durante il servizio di leva, uno dei quali figlio di un manager della RCA. Fu infatti questa etichetta discografica la prima a mettere in vendita questo formato di singoli, per venire seguita a ruota da tutte le altre case discografiche.[1]


Le edizioni per juke box avevano la caratteristica di costare meno rispetto alle edizioni normali, di essere vendute spesso in anticipo rispetto all'edizione destinata al pubblico e di contenere talvolta, così da abbattere i costi della SIAE, differenti artisti, se non anche differenti etichette discografiche legate dalla comune distribuzione, su ogni lato.[1]


I dischi vennero inizialmente distribuiti con una stampigliatura che ne indicava la diversa destinazione, ma era frequente che i commercianti falsificassero l'edizione così da venderla al pubblico guadagnandone il doppio. A questo scopo negli anni si adottarono diverse soluzioni, fino ad utilizzare una diversa etichetta (gialla per la RCA, solitamente bianca per le altre case discografiche) con la chiara dicitura "juke box". Il disco veniva inoltre confezionato in una copertina bucata al centro, dapprima riutilizzando le copertine dei resi, in seguito delle generiche copertine con il marchio della casa discografica o neutre.[1]


Per qualche anno (tra il 1965 e il 1969) la RCA diede pure un'impronta sonora ai vinili per il juke-box, evidentemente con l'intento di garantire l'integrità dell'ascolto di ogni singola facciata: i brani venivano preceduti e seguiti dalla voce di un'annunciatrice che li presentava.



Note |




  1. ^ abcd Il disco per Juke-Box Archiviato il 21 settembre 2013 in Internet Archive. in 45mania.it



Voci correlate |



  • Disco in vinile

  • Singolo (musica)


  • Long playing (disco in vinile da 33 giri)

  • Extended play

  • Giradischi

  • Fonoincisore



Collegamenti esterni |


  • Sito italiano dedicato ai 45 giri, su 45mania.it.


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