Ecuador



















































































































































Ecuador












Ecuador – Bandiera

Ecuador - Stemma

(dettagli)

(dettagli)

Dios, patria y libertad


Ecuador - Localizzazione

Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica dell'Ecuador
Nome ufficiale
República del Ecuador

Lingue ufficiali

spagnolo; quechua

Capitale

Quito  (2.215.820 ab. / 2010)
Politica

Forma di governo

de iure Repubblica presidenziale, de facto Democrazia illiberale

Presidente

Lenín Moreno
Indipendenza
Dalla Spagna nel 1822
Ingresso nell'ONU
21 dicembre 1945 1
Superficie

Totale
283.561 km² (74º)
% delle acque
2,37%
Popolazione

Totale
16.444.634[1] (Cens. 2010)
16.633.149[2] ab. (2017) (66º)

Densità
54 ab./km²
Tasso di crescita
1,419% (2012)[3]

Nome degli abitanti
Ecuadoriani, ecuatoriani, ecuadoregni,; anche nelle corrispondenti forme con la Q[4]
Geografia

Continente

America meridionale
Confini

Colombia, Perù

Fuso orario

UTC -5, -6 (Galápagos)
Economia

Valuta

Dollaro statunitense

PIL (nominale)
84 040[5] milioni di $ (2012) (64º)

PIL pro capite (nominale)
5 743 $ (2012) (92º)

PIL (PPA)
149 484 milioni di $ (2012) (61º)

PIL pro capite (PPA)
10 215 $ (2012) (89º)

ISU (2011)
0,720 (alto) (83º)

Fecondità
2,4 (2011)[6]
Consumo energetico
0,60 kWh/ab. anno
Varie
Codici ISO 3166

EC, ECU, 218

TLD

.ec

Prefisso tel.
+593

Sigla autom.
EC

Inno nazionale

Salve, oh Patria


Festa nazionale
10 agosto

Ecuador - Mappa


1È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945.
Evoluzione storica
Stato precedente

Flag of the Gran Colombia (1819-1820).svg Grande Colombia
 

Coordinate: 1°S 78°W / 1°S 78°W-1; -78


L'Ecuador (spagnolo [ekwaˈðoɾ]; in italiano pronunciato /ˈɛkwador/ o /ekwaˈdɔr/[7]; nome completo: Repubblica dell'Ecuador,[4] è una repubblica presidenziale del Sudamerica con un'estensione territoriale di 283.561 km² ed una popolazione di 16.866.664[2] abitanti.


Situato nella parte nord-occidentale del Sudamerica confina a nord con la Colombia, ad est e a sud con il Perù e ad ovest si affaccia sull'Oceano Pacifico; è attraversato dall'equatore, da cui prende il nome.


La capitale è Quito, che è stata dichiarata Patrimonio dell'umanità nel 1970 perché ha il centro storico meglio conservato e meno alterato dell'America Latina[8]. La città più popolosa è Guayaquil, mentre Cuenca, la terza città più popolosa, è anch'essa Patrimonio dell'umanità, perché è un ottimo esempio di città pianificata in stile coloniale spagnolo[9]. Fa parte dell'Ecuador anche l'arcipelago delle Isole Galápagos, situato a circa 1.000 km dalla costa e particolarmente ricco di specie endemiche, che nel XIX secolo furono profondo oggetto di studio del naturalista britannico Charles Darwin, che stava elaborando la teoria dell'evoluzione, descritta poi nel celebre libro L'origine delle specie.


L'Ecuador, indipendente dal 1830, è una repubblica dal 1832[10], dopo essere stata colonia spagnola per lungo tempo e dopo aver fatto parte, per alcuni anni, della Grande Colombia, uno stato che comprendeva anche Colombia, Venezuela e Panama e fondato da Simón Bolívar, il liberatore delle Americhe (Libertador) dal dominio spagnolo.


La lingua ufficiale e interculturale del Paese è lo spagnolo, anche se la costituzione del 2010 riconosce ufficialmente anche lingue amerinde come il quechua, lo shuar, lo tsafiki e altre, che vengono usate all'interno dei gruppi indigeni. Tra questi il più parlato è il quechua, più propriamente kichwa in Ecuador, diffuso soprattutto nell'area andina.




Indice






  • 1 Etimologia


    • 1.1 Gentilizio




  • 2 Storia


    • 2.1 Civiltà precolombiane


      • 2.1.1 L'epoca preincaica


      • 2.1.2 Era Inca




    • 2.2 Colonizzazione spagnola


    • 2.3 Indipendenza


    • 2.4 Storia contemporanea


      • 2.4.1 La rivolta dei poliziotti del 30 settembre 2010






  • 3 Geografia


    • 3.1 Morfologia


      • 3.1.1 La costa


      • 3.1.2 La Sierra


      • 3.1.3 L'Oriente


      • 3.1.4 Regione insulare




    • 3.2 Idrografia


    • 3.3 Clima




  • 4 Popolazione


    • 4.1 Demografia


    • 4.2 Etnie


    • 4.3 Religioni


    • 4.4 Lingue




  • 5 Ordinamento dello stato


    • 5.1 Suddivisione amministrativa


    • 5.2 Regioni


    • 5.3 Città principali


    • 5.4 Istituzioni


      • 5.4.1 Ordinamento scolastico


      • 5.4.2 Università


      • 5.4.3 Sistema sanitario


      • 5.4.4 Forze armate






  • 6 Politica


    • 6.1 Politica interna


      • 6.1.1 Funzione esecutiva


      • 6.1.2 Funzione legislativa


      • 6.1.3 Funzione giuridica


      • 6.1.4 Funzione elettorale


      • 6.1.5 Funzione di trasparenza e controllo sociale




    • 6.2 Politica estera




  • 7 Economia


    • 7.1 Risorse


      • 7.1.1 Agricoltura


      • 7.1.2 Pesca


      • 7.1.3 Industria




    • 7.2 Esportazioni


    • 7.3 Importazioni


    • 7.4 Trasporti


      • 7.4.1 Strade


      • 7.4.2 Aeroporti


      • 7.4.3 Ferrovia




    • 7.5 Turismo




  • 8 Ambiente


    • 8.1 Flora e fauna


    • 8.2 Riserve naturali




  • 9 Cultura


    • 9.1 Letteratura


    • 9.2 Pittura


    • 9.3 Musica


    • 9.4 Patrimoni dell'umanità


    • 9.5 Scienza e tecnologia


      • 9.5.1 L'Ecuador nello spazio






  • 10 Sport


    • 10.1 Calcio


    • 10.2 Atletica leggera


    • 10.3 Altri sport




  • 11 Tradizioni


    • 11.1 Gastronomia




  • 12 Festività


  • 13 Note


  • 14 Bibliografia


  • 15 Voci correlate


  • 16 Altri progetti


  • 17 Collegamenti esterni





Etimologia |


Il nome Ecuador è una semplificazione del suo nome ufficiale: Repubblica dell'Ecuador. Questo nome fu scelto qualche mese dopo la separazione dalla Grande Colombia, il 14 agosto 1830 a Riobamba, dove si riunì la prima assemblea costituente convocata dal venezuelano generale Juan José Flores, allora capo del territorio, e che divenne di fatto il primo presidente della Repubblica dell'Ecuador. Il nome si riferisce alla linea equatoriale che passa molto vicino alla città di Quito e attraversa il paese da est a ovest. Il primo riferimento del paese in relazione all'equatore terrestre è registrato in Noticias Secretas de América, un resoconto del viaggio in quelle terre di Antonio de Ulloa e Jorge Juan, dove vengono menzionate le terre dell'Ecuador di competenza della Real Audiencia de Quito. Nel XIX secolo il naturalista tedesco Alexander von Humboldt iniziò a citare anch'egli la parola Ecuador riferendosi a quei territori. Più tardi, dopo la famosa Battaglia di Pichincha, le pressioni regionaliste dei rappresentanti di Guayaquil e Cuenca alla Prima Costituente fecero sì che il nome República de Quito fosse scartato, nonostante durante tutto il periodo della colonizzazione spagnola la regione fosse conosciuta come Quito[11][12].



Gentilizio |


In spagnolo, il gentilizio relativo all'Ecuador è ecuatoriano, con la -t- etimologica colta e latineggiante (dal latino medievale aequātor, -ōris), al contrario del nome dello Stato, che prevede la normale sonorizzazione delle occlusive intervocaliche, tipica delle parole genuinamente spagnole.
Nella lingua italiana esistono diverse varianti, la più usata delle quali è ecuadoriano, seguita da ecuatoriano, scritte talvolta con -q- anziché -c- (per meglio uniformarsi alla grafia italiana). Meno frequenti, ma attestate, le forme ecuadoregno e equadoregno, presunte trasposizioni di un inesistente *ecuadoreño, sul modello di salvadoregno e onduregno (questi sì derivanti dallo spagnolo salvadoreño e hondureño, rispettivamente).[4]



Storia |



Civiltà precolombiane |



L'epoca preincaica |


Le prime tracce di presenza umana sul territorio risalgono a circa 11.000 anni fa[13] e si riferiscono a piccoli gruppi di cacciatori e raccoglitori, comuni a gran parte del Sudamerica, dei quali sono stati ritrovati manufatti in basalto, selce e ossidiana ricavati dai depositi lavici di Yanaurco-Quiscatola e Mullumica nell'attuale provincia di Pichincha. In epoche poco più recenti (tardo pleistocene e olocene) sono stati individuati insediamenti di gruppi di cacciatori e raccoglitori nelle piane costiere del Pacifico, la cosiddetta cultura di Las Vegas, di cui si sono ritrovati resti sulla costa e sulla penisola di Santa Elena e dalla quale più tardi (tra il 3500 a.C. e il 1800 a.C.) originò la cultura di Valdivia. In epoca ancora più tarda (tra il 1900 ed il 1500 a.C.) comparve la cultura Machalilla, forse derivata dalla cultura di Valdivia, ma che rispetto ad essa mostrava segni di avanzata lavorazione della ceramica.




Il sito archeologico Inca di Ingapirca, localizzato nel cantone di Cañar.


La cultura Manteña (da Manta) occupava invece le zone costiere tra l'800 e il 1500 ed era dedita in particolar modo alla pesca. Essi furono i primi indigeni a incontrare gli europei che furono stupiti dalla loro abilità di navigare con barche a vela adatte al trasporto di pesanti carichi. Scomparvero in silenzio, vittime del collasso del loro sistema organizzativo e delle epidemie portate dagli spagnoli[14].


I Cañari invece vissero nella sierra dell'Ecuador centro-meridionale a partire dal 500. Quando l'Impero inca arrivò in Ecuador, attorno al 1460, rifiutarono la sottomissione, e dopo una cruenta battaglia furono massacrati dall'esercito di Túpac Yupanqui[13]. Emigrati verso il nord dell'impero, tornarono all'arrivo degli spagnoli per allearsi con loro contro gli Incas, che sconfissero nella Battaglia di Sacsayhuamán, nel 1536.




L'espansione dell'Impero Inca



Era Inca |


L'espansione Inca verso nord di Túpac Yupanqui fu principalmente diretta verso la zona andina, mentre con i popoli delle zone costiere essi si limitarono per lo più a transazioni commerciali con i gruppi residenti. L'Amazzonia ecuadoriana non fu conquistata invece perché ritenuta sacra da tutti i popoli andini, che entravano in quella zona solo per medicinali naturali introvabili al di fuori di essa, oppure, come sostengono alcuni studiosi, perché essi pensavano che all'interno dell'Amazzonia esistesse la Terra promessa, per cui l'accesso ingiustificato non era consentito. Le conquiste furono ottenute non solo con la guerra, come quella lunga e cruenta con i Cañari, ma spesso erano ottenute con alleanze commerciali e matrimoniali[15]. In terra ecuadoriana, gli Inca rifondarono la città di Tumibamba (l'attuale Cuenca), che elessero a centro amministrativo del nord del loro impero e dove nacque Huayna Cápac, figlio di Túpac Yupanqui e successore al trono del padre.


Nonostante il regime Inca fosse piuttosto autoritario e repressivo, essi portarono diversi benefici, costruendo reti viarie, sviluppando agricoltura, allevamento e commercio.
Alla morte di Huayna Capac l'impero fu diviso tra i suoi due figli: mentre Atahualpa, il primogenito, ricevette la parte settentrionale, con capitale Quito, il fratello Huáscar ricevette quella meridionale mantenendo l'originale capitale Cuzco. Nel 1530 Atahualpa sconfisse Huascar riunificando l'impero, tuttavia, i conquistadores spagnoli erano ormai alle porte.



Colonizzazione spagnola |




Basílica del voto nacional Quito


Nel 1526 arrivarono i conquistadores spagnoli, guidati da Francisco Pizarro, diretti inizialmente a Cuzco. Al loro arrivo gli spagnoli trovarono una società dilaniata dalla guerra civile. L'anno seguente, mentre Atahualpa cercava di ripristinare l'unità dello stato, gli spagnoli animati da intenti di conquista, si stabilirono in un forte a Cajamarca. Qui il 16 novembre 1532 avvenne l'incontro con l'imperatore Inca, nella Battaglia di Cajamarca, dove gli spagnoli presero di sorpresa gli Inca disarmati: Atahualpa venne catturato e minacciato di morte, ma si salvò momentaneamente promettendo di riempire d'oro gli spagnoli in cambio della vita. Successivamente gli spagnoli uccisero ugualmente Atahualpa, fuggirono dal forte cannoneggiando gli assedianti che li avevano circondati[16].


Dalle parti di Quito intanto giungeva il capitano Sebastián de Belalcázar, guidato e aiutato dai cañari, nemici di Atahualpa, intraprese la conquista del nord dell'impero Inca, nelle terre ecuadoriane. A Quito il condottiero Rumiñahui aveva preso potere, saputa della morte di Atahualpa, e nascosto l'oro che i parenti dell'ex imperatore dovevano mandargli per salvargli la vita. Prima di lasciare Quito in mano agli spagnoli e dopo cruente battaglie, Rumiñahui incendiò la città, ma fu catturato e imprigionato. Gli spagnoli erano giunti a Quito con l'intenzione di cercare il tesoro di Atahualpa, e non trovandolo, torturano Rumiñahui e, nel 1535, lo uccisero assieme ai suoi compagni di battaglia[17].


Più complessa la fondazione di Guayaquil; sono citate almeno quattro fondazioni di quella città, anche se quella ritenuta ufficiale è del 1538 avvenuta da parte di Francisco de Orellana. Ambato fu occupata dagli spagnoli tra il 1534 e il 1536, mentre Loja e Cuenca furono fondate qualche anno più tardi, rispettivamente nel 1548 e 1557[17]. L'ultima città importante fondata dagli spagnoli fu Ibarra, nel 1606[17].


La popolazione ai quei tempi nel territorio dell'Ecuador era di circa 300-350.000 abitanti; negli anni seguenti i colonizzatori divennero la nuova élite dominante, mentre la popolazione indigena era già stata decimata nei primi decenni di dominio spagnolo, anche a causa delle malattie virulente portate dagli stessi spagnoli[18].
Nel 1563 Quito divenne sede di un distretto amministrativo spagnolo incluso dapprima nel Vicereame del Perù ed in seguito in quello di Nuova Granada.


Durante il dominio spagnolo, Guayaquil fu più volte attaccata dai pirati; prima Thomas Cavendish, nel 1586, poi il francese Jacques L'Hermite nel 1624, quindi ancora gli inglesi con William Dampier nel 1684 e George d'Hout nel 1687, quando anche i francesi Picard y Groniet assaltarono la città. Quest'ultimo assalto lasciò la città semidistrutta e saccheggiata, i pirati presero delle donne come concubine, e Quito dovette negoziare coi pirati perché questi non la incendiassero. Un altro assalto di pirati alla città avvenne nel 1709 da parte di Woodes Rogers, che chiese un riscatto ma se ne andò anticipatamente nel momento che in città si diffuse la peste[16].



Indipendenza |




Il Mariscal Sucre


I primi tentativi di ottenere l'indipendenza dalla Spagna iniziano nel 1809; prima in marzo una cospirazione fu scoperta dalle autorità spagnole che imprigionarono i ribelli, poi rilasciati perché giurarono fedeltà a Ferdinando VII. Il 10 agosto, data conosciuta con il nome di "el primer grito de la independencia", scoppia la ribellione a Quito, dove i rivoluzionari guidati da Juan de Salinas instaurano una Giunta suprema provvisoria. Tuttavia, qualche mese più tardi, in novembre, le truppe comandate dal colonnello Arredondo sedarono la rivolta e l'anno successivo i ribelli furono condannati e giustiziati[16].


Nel 1820 iniziò la Guerra d'indipendenza della Nazione. Quell'anno infatti Esmeraldas dichiara l'indipendenza e a Guayaquil un gruppo di civili aiutati da truppe peruviane hanno facilmente la meglio sulle autorità spagnole, e il poeta e politico José Joaquín de Olmedo viene proclamato Capo di quella che venne definita Provincia Libera di Guayaquil. Anche Cuenca, un mese più tardi, si dichiara indipendente, così come altre città; tuttavia Quito e le zone limitrofe restavano ancora in mani spagnole.


L'emancipazione dell'Ecuador dalla Spagna arrivò il 24 maggio 1822, grazie alla vittoria ottenuta nella decisiva battaglia di Pichincha dagli indipendentisti, al comando di Antonio José de Sucre, luogotenente di Simón Bolívar, contro la Spagna. Successivamente Guayaquil e Cuenca si unirono agli attuali Colombia, Panama e Venezuela, con il nome di Distretto del sud, nella confederazione costituita da Bolívar nel 1819 della Grande Colombia[16].




Ecuador nella Grande Colombia 1821


Nel 1830 il paese si separa dalla confederazione ormai disgregata della Grande Colombia, proclamandosi autonomo con il nome di Ecuador[10].


Il generale conservatore Juan José Flores, primo presidente dello stato, si trovò ad affrontare l'opposizione frontale dei liberali, e nel 1883 la tensione culminò in una guerra civile, che vide contrapposti i conservatori di Quito ai liberali di Guayaquil.


Questo fu il primo di una serie di conflitti che portarono all'alternarsi di vari presidenti liberali e conservatori: Gabriel García Moreno (conservatore) che firmò un concordato con la Santa Sede fu assassinato il 6 agosto 1875, durante il suo secondo mandato per mano dei sicari della Massoneria[19], ed Eloy Alfaro che, al contrario, durante il suo secondo periodo di governo (1907-1911) fece promulgare una nuova e più liberale Costituzione che stabiliva, tra l'altro, una decisa separazione fra Stato e Chiesa, improntando il Paese a una laicità che, mantenuta nelle successive costituzioni del 1945, 1967 e 1978, è tuttora vigente[20].



Storia contemporanea |


Nel 1941, durante la seconda guerra mondiale, il Perù invade la provincia di El Oro e si innesca la Guerra ecuadoriano-peruviana che durerà più di un anno. Causa del conflitto fu la scoperta di giacimenti petroliferi nella zona di confine; i peruviani, militarmente più numerosi conquistarono parte del territorio ecuadoriano e la pace apparente venne fatta solo col Protocollo di Rio de Janerio del 1942. Tuttavia, nessun politico ecuadoriano firmò mai il trattato ritenendolo illegittimo e l'Ecuador continuerà a riportare due confini nelle proprie mappe: uno precedente e uno posteriore al Trattato di Rio[21].


Negli anni sessanta inizia un periodo di caos e iniziarono i Colpi di Stato militari; nel 1963 il presidente Monroy fu deposto da una giunta militare; tornato Velasco Ibarra (più volte presidente dell'Ecuador in precedenza) al potere nel 1968 tramite regolari elezioni, nel 1972 questi fu deposto da un colpo di Stato del generale Guillermo Rodríguez Lara, che instaurò un regime di dittatura poi continuato fino al 1979, quando venne eletto presidente Jaime Roldós Aguilera, che riportò nel paese un sistema democratico[22].




Truppe ecuadoriane durante la guerra del Cenepa.


Nel 1981 Ecuador e Perù riaprirono una disputa ormai secolare per alcune zone di confine, che entrambi i paesi rivendicavano. Vi fu il rischio di una guerra aperta poi scongiurata dall'intervento della OEA.
Il presidente ecuatoriano all'epoca era Jaime Roldós che, poco tempo dopo la crisi con il Perù, morì per una misteriosa esplosione dell'aereo sul quale viaggiava.
Gli succedette, dopo un periodo di potere del vice presidente del governo Roldós, León Febres Cordero, che attuò una politica repressiva e austera creando malcontento nella popolazione; così che, nel 1988, le elezioni furono vinte dal socialdemocratico Rodrigo Borja Cevallos.
Durante la sua presidenza il movimento indigeno ottenne la distribuzione di 1 milione e 700.000 ha di terreno alle popolazioni autoctone, e Borja incentivò anche l'alfabetizzazione e l'educazione bilingue.


Nel 1992, sotto la presidenza del conservatore Sixto Durán Ballén l'Ecuador si distacca dall'OPEC, l'organizzazione che regola la produzione di petrolio tra i paesi membri, per decidere in modo autonomo la produzione, che è stata notevolmente aumentata.


Nel 1995 ci fu l'ennesimo conflitto con il Perù, conosciuto come Guerra del Cenepa conclusosi con l'Atto di Brasilia, firmato dal presidente peruviano Alberto Fujimori e dal suo collega ecuadoriano Jamil Mahuad il 24 ottobre 1998[21], e nel quale l'Ecuador rinunciava alle zone di Tumbes, Jaén e Maynas, in cambio dell'accesso all'Amazzonia, al diritto di navigazione, a due zone franche e a due parchi naturali nella zona del conflitto[23].


All'inizio del 2000, la grave crisi che stava attanagliando il paese dovuta al fallimento del sistema finanziario ecuatoriano sotto la presidenza di Jamil Mahuad, complici la caduta del prezzo del petrolio e il vincolo che il governo stesso aveva con banche corrotte, portarono alla dollarizzazione, e alla scomparsa del Sucre ecuadoriano[24].


Nel 2007, l'Ecuador è stato il primo Paese della regione a formare un proprio programma spaziale senza l'aiuto delle potenze straniere (Agenzia Spaziale Civile Ecuadoriana)[25].



La rivolta dei poliziotti del 30 settembre 2010 |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi politica ecuadoriana del 2010.



Rafael Correa


Il 30 settembre 2010 migliaia di poliziotti occuparono caserme e luoghi pubblici, dando luogo ad una violenta protesta contro i tagli agli stipendi e ai benefit stabiliti dal presidente Rafael Correa nell'ambito di una riforma economica e fiscale. Il governo dichiarò lo stato d'emergenza per una settimana, l'aeroporto di Quito venne chiuso, e i trasporti pubblici bloccati[26]


Correa riferì di essere rimasto intossicato dai gas lacrimogeni lanciati da poliziotti in rivolta durante una riunione in cui arringava i propri sostenitori, e fu costretto al ricovero in ospedale.[26][27]


L'ospedale fu assediato dai poliziotti ribelli, ma il 1º ottobre 2010, Correa fu posto in salvo grazie ad una incursione delle truppe speciali fedeli al presidente, che nel frattempo aveva ricevuto il sostegno del capo di stato maggiore dell'esercito, Ernesto González.[27] Un conteggio delle vittime fu di 8 morti e 274 feriti.[28] Correa accusò i suoi avversari politici di aver fomentato la rivolta, e di aver tentato di innescare un vero e proprio golpe[29]: Per diversi commentatori invece fu solo una rivolta grossolanamente organizzata, senza una vera e propria direzione politica[30]. La rivolta fu unanimemente condannata, anche all'estero, come fatto destabilizzante; alla fine il capo della polizia si dimise, e la protesta rientrò.[29]



Geografia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia dell'Ecuador.


Morfologia |


L'Ecuador confina a nord con la Colombia, a est e sud con il Perù mentre ad occidente si affaccia sull'Oceano Pacifico.
Nella parte settentrionale il territorio dello stato è attraversato dall'Equatore. Da un punto di vista geografico si possono distinguere 4 regioni con caratteristiche molto differenti:



  • La Costa

  • La Sierra

  • El Oriente

  • La regione insulare che comprende le isole Galápagos.



La costa |




Una delle spiagge nella provincia di Esmeraldas (costa)


La costa comprende l'area costiera costituita dalla zona litoranea situata nella parte occidentale del paese e caratterizzata da una fascia di pianure costiere di origine alluvionale seguita, inoltrandosi nell'interno, dalla catena montuosa della Cordillera Costanera (max. 800 m s.l.m.). Un tempo la Cordillera era ricoperta di foreste, mentre ora è sfruttata con vaste piantagioni di banane, palme, cacao e caffè, che si estendono fino ai piedi delle Ande, che, più a sud prende il nome di Cordillera Chongón-Colonche. La folta vegetazione di mangrovie che un tempo caratterizzava la costa è stata in parte eliminata per far spazio ad allevamenti di crostacei in acquacoltura.

Nella parte settentrionale della costa si trovano i porti di Esmeraldas, terminale di un oleodotto utilizzato per l'esportazione di petrolio, mentre il porto di Manta era usato dalla United States Air Force come base di appoggio nella lotta al traffico di narcotici.

La parte meridionale della costa e la penisola di Santa Elena a occidente di Guayaquil, città più popolosa e principale porto dello stato, appartengono geograficamente alla zona desertica che si estende verso il Perù, mentre il clima in questa zona è notevolmente più arido rispetto alla regione costiera settentrionale.



La Sierra |





Vicugna vicugna, nel vulcano più alto del mondo (dal centro del pianeta) Chimborazo (La Sierra)




Il vulcano Cotopaxi (La Sierra)


La parte centrale del paese è attraversata da nord a sud dalla Cordigliera delle Ande; questo territorio montagnoso, costituito da numerosi altopiani, è chiamato la Sierra. È costituita da due catene parallele: la Cordigliera Centrale (chiamata anche Cordillera Real) e la Cordigliera Occidentale, separate da un'ampia vallata la cui altezza media supera i 2000 m s.l.m. e nella quale si trovano le principali città dell'area, tra cui Quito, capitale del paese, situata a circa 2.800 m s.l.m. su di un vasto altopiano collocato ai piedi del vulcano Guagua Pichincha.

Le vette situate nella parte settentrionale della Sierra sono costituite per lo più da vulcani ancora attivi. In quest'area si trova uno dei più alti vulcani attivo del mondo, il Cotopaxi (5.897 m s.l.m. ). La cima più elevata è il monte Chimborazo (6.130 m s.l.m.), un vulcano estinto. Nella stessa area si trova anche il vulcano Cayambe, punto più elevato sul parallelo dell'Equatore. Numerosi sono anche i laghi vulcanici come ad esempio il lago Quilotoa.



L'Oriente |




Parco nazionale di Cuyabeno (Oriente)


È chiamata Oriente la zona costituita dalle pianure del bacino del Rio delle Amazzoni situate ad est delle Ande, in quest'estesa area (poco meno del 50% della superficie complessiva dello stato) vive poco meno del 5% della popolazione totale. L'area è ricoperta da un'impenetrabile foresta pluviale. I numerosi fiumi che attraversano questa zona sono tutti affluenti del Rio delle Amazzoni : il Rio Napo (850 km), il Rio Coca, il Rio Pastaza, il fiume Putumayo e l'Aguarico. La maggior parte di questi nascono in una regione andina molto umida, situata ai piedi del Cotopaxi.





Isole Galápagos, Isla Bartolomé


Questa regione ospita anche gran parte dei campi petroliferi, soprattutto nell'area del Lago Agrio.



Regione insulare |


La regione insulare è la zona che comprende le isole Galápagos situate nell'Oceano Pacifico a circa 1000 km dalla terraferma. Il nome ufficiale dell'arcipelago è Archipélago de Colón, la cui superficie totale è di circa 8000 km², oltre metà dei quali occupati dall'isola principale, Isabela. Le isole hanno origine vulcanica, e, dato il loro isolamento naturale, sono interessate da importanti endemismi botanici e faunistici, già segnalati da Charles Darwin, nella famosa spedizione dell'HMS Beagle. La constatazione delle diversità morfologiche enfatizzate delle isole (soprattutto di tartarughe ed uccelli terrestri) portarono alla elaborazione da parte di Darwin della rivoluzionaria teoria della evoluzione delle Specie.



Idrografia |


Quasi tutti i fiumi dell'Ecuador sorgono nella Cordigliera Andina e scendono o verso l'oceano Pacifico, a ovest, o verso il Rio delle Amazzoni, verso est. Nella regione più esterna della costa i fiumi più piccoli sono alimentati dalle piogge che vanno da novembre a maggio, e possono restare in secca nella stagione secca. Fanno eccezione i più lunghi, che nascendo in alta montagna sono alimentati sia dal disgelo delle nevi sulle cime più alte della cordigliera che dalle piogge che cadono nella sierra. La costa più interna invece è attraversata da fiumi perenni, e le abbondanti piogge della stagione invernale portano spesso inondazioni che talvolta possono portare alla formazione di paludi. Il sistema fluviale principale del versante pacifico è quello corrispondente al bacino del fiume Guayas che comprende un'area pari a 40.000 km².


Nel versante orientale, verso il Rio delle Amazzoni, i fiumi più importanti sono il Rio Napo, il Putumayo e il Pastaza.



Clima |


Nonostante il territorio ecuadoriano non sia particolarmente vasto, esiste una diversa varietà di climi. In generale, esistono quattro diverse regioni climatiche in Ecuador, con climi e stagioni contrastanti tra loro, condizionati dall'altitudine e dalle correnti oceaniche, in quanto trovandosi all'equatore l'insolazione rimane la stessa durante tutto l'anno, e non è ininfluente riguardo al clima dell'Ecuador. Le stagioni sono solamente due e vengono contraddistinte dall'abbondanza e dalla frequenza delle precipitazioni: la stagione umida è chiamata inverno e presenta generalmente temperature più elevate della stagione secca, chiamata estate[31].


La costa, che comprende oltre alla zona costiera anche la parte interna del paese a ovest della cordigliera andina, è caratterizzata da un clima tropicale e una temperatura media di 25 °C. La stagione umida, caratterizzata da copiose piogge, va da dicembre a maggio, mentre la stagione secca va da giugno a novembre, periodo nel quale le temperature scendono di qualche grado, quando spirano correnti più fredde e secche provenienti da sud, ossia la corrente di Humboldt, che proveniente dall'Antartide fa sì che la temperatura nella costa sia mediamente 5 gradi in meno che in inverno, quando invece le umide correnti equatoriali portatrici di intense piogge[32][33].


La sierra ha un clima più fresco dovuto all'altitudine; la temperatura oscilla mediamente tra gli 8 °C e 20 °C, con valori massimi compresi tra 22° a 30°. La stagione piovosa nella sierra va generalmente da ottobre ad aprile. Dal punto di vista di un europeo o di un qualsiasi altro abitante delle zone temperate, il clima della sierra appare simile a una primavera o un autunno, come nella stessa Quito, dove durante la giornata soffia un vento fresco e confortevole, seguito da una notte gelida che termina quando si alza il Sole; a quell'altitudine l'aria è rarefatta, e la differenza di temperatura tra i luoghi al Sole e quelli all'ombra è sensibile[34].


L'oriente (regione amazzonica) ha una clima caldo-umido e non è influenzata dalle correnti oceaniche, trovandosi a est delle Ande, ma dal clima proprio del bacino dell'Amazzonia. Le temperature medie sono di 25 °C e la stagione piovosa va da aprile a novembre, anche se, a differenza che nella costa, le precipitazioni sono presenti pressoché tutto l'anno[35].[36].


Le isole Galapagos hanno un clima più stabile delle regioni continentali dell'Ecuador, con temperature costantemente comprese tra 22 e 32 °C, anche se talvolta alcune correnti fredde provenienti dal Perù possono far calare la temperatura di qualche grado[31]



Popolazione |


La popolazione dell'Ecuador è in continua crescita e gli abitanti, che nel 1961 erano poco più di 4,5 milioni, sono stimati essere nel 2014 attorno ai 15,5 milioni. Circa 2-3 milioni di ecuadoriani sono emigrati all'estero negli anni passati, tuttavia con la crisi dei paesi principali mete degli ecuadoriani, tra cui USA, Spagna e Italia, l'emigrazione si è arrestata e numerosi sono stati i rientri in patria. Presente anche un piccolo ma costante processo di immigrazione, in particolar modo di vicini colombiani in fuga da loro paese. L'aspettativa di vita alla nascita è mediamente di 76 anni (73 anni gli uomini, 79 le donne) e l'età media della popolazione circa 26 anni[37].



Demografia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Demografia dell'Ecuador.



Incremento della popolazione ecuadoriana dal 1961 al 2003


Approssimativamente a gennaio 2015 gli abitanti dell'Ecuador sono 15.656.287[2], dei quali il 49,4% è composta da uomini, mentre il 50,6% da donne. La popolazione è distribuita in modo non omogeneo poiché solo il 5% della popolazione occupa la zona coperta dalla foresta pluviale.
Il distretto metropolitano della capitale Quito conta 2.215.820 abitanti, mentre l'area metropolitana di Guayaquil, la città più popolosa dell'Ecuador conta 3.328.534 abitanti: ne consegue che ben 5.544.354 degli ecuadoriani risiede nelle due grandi principali città.
Altre città importanti dell'Ecuador sono: Cuenca, con circa 400.000 abitanti, Santo Domingo de los Colorados, Portoviejo, Machala, Ambato, Manta e Durán, città con oltre 200.000 abitanti.
Quindi, in totale circa 8.780.000 abitanti, oltre il 61% della popolazione dell'Ecuador risiede nelle grandi città.
Nonostante il forte flusso migratorio, iniziato con la crisi economica degli anni '90, oggigiorno si rileva che il numero di persone che emigrano dall'Ecuador verso altri paesi (attorno a 200.000 per anno), è circa eguale al numero di cittadini ecuatoriani che rientrano nel Paese.
È inoltre alta l'immigrazione in Ecuador, specialmente dai paesi confinanti come Colombia e Perù, e da Cuba, tanto che in alcune località il numero di immigrati tocca oggi anche il 40% della popolazione totale. Alto anche il numero dei cittadini asiatici (in particolar modo cinesi), europei e statunitensi che negli ultimi anni si è stabilito in Ecuador, spesso avviando attività turistiche nelle provincie costiere[38].



Etnie |


Nel censimento del 2010 si ebbe un processo di autocertificazione dei cittadini che si potevano identificare in una etnia in base alla loro cultura e le loro tradizioni, senza che fosse definita una distinzione puramente genetica[1].


Il 71,9% della popolazione è costituito da meticci (ossia la combinazione tra indigeni e bianchi),

il 7,4% della popolazione è composto da montubi, etnia mista di bianchi, neri e indigeni nella quale si identifica la popolazione dell'interno della costa ecuadoriana[39],

il 7,2% della popolazione è formato dalla comunità afro-ecuadoriana,

il 7,0% da etnie indigene che vivono in Ecuador da oltre un millennio,

il 6,1% è costituito da bianchi (spagnoli, tedeschi, italiani, polacchi),

lo 0,4% della popolazione è costituito da altre etnie minori.




Distribuzione della popolazione ecuadoriana in base alla sua etnia nel censimento del 2010



Religioni |


Secondo il censimento del 2010, il 91,95% degli ecuadoriani è credente in una religione, il 7,94% si dichiara ateo e lo 0,11% agnostico[40]. Dei credenti, l'80,44% si dichiara cattolico e l'11,3% evangelici. Altri gruppi religiosi presenti sono i mormoni (0,37%), i buddisti (0,29%) e gli spiritisti (0,12%)[41]. Il 31,3% degli intervistati afferma di seguire una funzione religiosa almeno una volta alla settimana, il 21,6% una volta al mese e il 15% in occasioni speciali[40].


Gli ebrei, arrivati in Ecuador durante la persecuzione da parte dei nazisti, sono per lo più concentrati a Quito, dove vivono 250 famiglie, mentre altre 100 vivono a Guayaquil. L'unica sinagoga è presente a Quito ed è stata costruita nel 1938, tuttavia il loro numero è in calo perché la maggior parte di essi ha preferito trasferirsi negli ultimi decenni negli Stati Uniti[42]. 1800 circa sono invece i musulmani, che hanno a disposizione quattro moschee in territorio ecuadoriano: due a Quito, una a Guayaquil e una a Macas[43].



Lingue |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Lingue indigene dell'Ecuador.

La maggior parte degli ecuadoriani parlano spagnolo, ma molti parlano anche lingue amerinde come il quechua, che assieme al shuar, allo tsafiki e altre lingue amerinde vengono considerate ufficiali dalla legge e parlate all'interno dei gruppi indigeni[44]. Secondo il censimento del 2001 lo spagnolo era parlato dal 94% della popolazione, il quechua dal 4,1% e lo shuar dallo 0,55%.



Ordinamento dello stato |



Suddivisione amministrativa |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Suddivisioni dell'Ecuador.

Da un punto di vista amministrativo l'Ecuador è suddiviso in 24 province (provincias) a loro volta suddivise in cantoni (cantones). L'ultimo livello amministrativo sono i comuni (parroquias).






























































Provincia Capoluogo
Azuay Cuenca
Bolívar
Guaranda
Cañar
Azogues
Carchi
Tulcán
Chimborazo
Riobamba
Cotopaxi
Latacunga
El Oro
Machala
Esmeraldas Esmeraldas
Galápagos Puerto Baquerizo Moreno
Guayas
Guayaquil
Imbabura Ibarra
Loja Loja

























































Provincia Capoluogo
Los Ríos
Babahoyo
Manabí
Portoviejo
Morona-Santiago
Macas
Napo Tena
Orellana Puerto Francisco de Orellana
Pastaza
Puyo
Pichincha
Quito
Santa Elena
Santa Elena
Santo Domingo de los Tsáchilas
Santo Domingo
Sucumbíos
Nueva Loja
Tungurahua San Juan de Ambato
Zamora-Chinchipe Zamora






Province dell'Ecuador





La capitale dell'Ecuador è Quito, situata nella provincia di Pichincha nella regione Sierra.



Regioni |


Con la promulgazione della Costituzione del 2008 è stata creata in Ecuador una nuova divisione territoriale, le regioni, al fine di decentralizzare le funzioni amministrative da Quito. La nuova divisione è stata fatta accorpando 2 o più province e ha portato alla creazione di 7 regioni, due distretti metropolitani e una regione a regime speciale (Galapagos)[45].


Le sette regioni sono quelle elencate nella tabella sottostante:

















































1
Regione nord

2
Regione centro-nord

3
Regione centro

4
Regione pacifica

5
Regione litorale

6
Regione centro-sud

7
Regione sud

Bandera Provincia Carchi.svg Carchi

Bandera Provincia Napo.svg Napo

Bandera Provincia Chimborazo.svg Chimborazo

Bandera Provincia Manabí.svg Manabí

Bandera Provincia Bolívar.svg Bolívar

Bandera Provincia Azuay.svg Azuay

Bandera Provincia El Oro.svg El Oro

Bandera Provincia Esmeraldas.svg Esmeraldas

Bandera Provincia Pichincha.svg Pichincha

Bandera Provincia Cotopaxi.svg Cotopaxi

Bandera Provincia Santo Domingo de los Tsáchilas.svg Santo Domingo de los Tsáchilas

Bandera Provincia Guayas.svg Guayas

Bandera Provincia Cañar.svg Cañar

Bandera Provincia Loja.svg Loja

Bandera Provincia Imbabura.svg Imbabura

Bandera Provincia Orellana.svg Orellana

Bandera Provincia Pastaza.svg Pastaza

Bandera Provincia Los Ríos.svg Los Ríos

Bandera Provincia Morona Santiago.svg Morona Santiago

Bandera Provincia Zamora Chinchipe.svg Zamora Chinchipe

Bandera Provincia Sucumbíos.svg Sucumbíos

Bandera Provincia Tungurahua.svg Tungurahua

Santa Elena flag.png Santa Elena



Inoltre, furono creati due distretti metropolitani e una regione a regime speciale:

8: Bandera de Guayaquil.svg Distrito Metropolitano de Guayaquil: Guayaquil, Durán, Samborondón

9: Flag of Quito.svg Distrito Metropolitano de Quito: Quito

10: Bandera Provincia Galápagos.svg Regime speciale della Galápagos



Città principali |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Città dell'Ecuador.

Le due principali aree metropolitane dell'Ecuador sono Guayaquil e la capitale Quito.


Di seguito la lista delle prime venti città più popolose del paese con i dati dei censimenti del 28 novembre 1982, del 25 novembre 1990 e del 25 novembre 2001, una stima del 2010[1][46] e la provincia di appartenenza.





































































































































































































Città dell'Ecuador
# Città Abitanti
Provincia
Cens. 1982 Cens. 1990 Cens. 2001
Cens. 2010
1. Guayaquil 1.199.344 1.508.444 1.985.379 2.291.158
Guayas
2. Quito 866.472 1.100.847 1.399.378 1.619.146
Pichincha
3. Cuenca 152.406 194.981 277.374 331.888
Azuay
4. Santo Domingo 69.235 114.422 199.827 305.632
Santo Domingo
5. Machala 105.521 144.197 204.578 241.606
El Oro
6. Durán 51.023 82.359 174.531 235.769
Guayas
7. Portoviejo 102.628 132.937 171.847 223.086
Manabí
8. Manta 100.338 125.505 183.105 221.122
Manabí
9. Loja 71.652 94.305 118.532 180.617
Loja
10. Ambato 100.454 124.166 154.095 178.538
Tungurahua
11. Esmeraldas 90.360 98.558 95.124 154.035
Esmeraldas
12. Quevedo 42.266 50.285 76.869 150.827
Los Ríos
13. Riobamba 75.455 94.505 124.807 146.324
Chimborazo
14. Milagro 77.010 93.637 113.440 133.508
Guayas
15. Ibarra 53.428 80.991 108.535 131.856
Imbabura
16. La Libertad 41.955 53.108 77.646 95.942
Santa Elena
17. Babahoyo 69.023 93.910 76.869 90.191
Los Ríos
18. Sangolquí 15.004 35.386 56.794 75.080
Pichincha
19. Daule 18.923 24.399 31.763 65.145
Guayas
20. Latacunga 28.764 39.882 51.689 63.842
Cotopaxi



Istituzioni |


L'Ecuador è una repubblica presidenziale con un mandato quadriennale per il Presidente, il vice presidente, e i membri del Congresso. Il presidente, eletto direttamente dal popolo, è rieleggibile una sola volta; i membri del Congresso possono essere immediatamente rieletti. L'attuale presidente è Lenín Moreno.


Il potere esecutivo è demandato a 28 ministeri. Le Giunte e i Consigli provinciali sono eletti direttamente.


I giudici della Corte Suprema sono nominati a vita dal Congresso.


Il suffragio è universale e si diventa elettori a 18 anni. Per i cittadini alfabetizzati tra 18 e 65 anni il voto è obbligatorio, per tutti gli altri è un diritto ma non un dovere.



Ordinamento scolastico |




Il Colegio Maldonado a Riobamba, edificato negli anni venti in stile neoclassico sotto l'influenza di architetti italiani arrivati durante la Grande Guerra.


Il tasso di alfabetizzazione in Ecuador al 2009 è del 93,2%, 2,2 punti in più rispetto al censimento del 2001[47].
Il numero di studenti universitari è di 464.787[48].


Il sistema scolastico è suddiviso in tre settori: la scuola materna, o preprimaria (non obbligatoria) per bambini dai 3 ai 5 anni; la scuola primaria, o basica (obbligatoria) dura 6 anni (dai 6 ai 12 anni) e la secondaria (obbligatoria) altri 6 anni, fino ai 18 anni di età. La frequenza della primaria è di 5 giorni alla settimana, con ore di lezione di 50 minuti. Gli studenti entrano a scuola alle 7.00/7.30 per uscirne alle 13.00/13.30, con una ricreazione dopo la 3ª ora. Alcune scuole primarie danno la possibilità di 3 orari giornalieri possibili: oltre la sessione mattutina, è possibile frequentare la sessione "vespertina" (pomeridiana) e quella notturna, dalle 19.00 alle 22.30. Chi frequenta il turno notturno normalmente va a scuola anche il sabato[49]. L'inglese, seconda lingua ufficiale, viene insegnata a partire dal primo anno di scuola obbligatoria (basica).


L'educazione superiore comprende scuole professionali (non universitarie) e le scuole universitarie e politecniche: le scuole non universitarie durano 2-3 anni ed offrono specializzazioni di livello intermedio preparando i giovani ad entrare nel mondo del lavoro, come ad esempio le scuole per infermiere e quelle per maestro di scuola preprimaria e primaria, della durata di 3 anni. Le università danno il titolo di laurea di pregado ed hanno una durata variabile a seconda della facoltà intrapresa; dai 4 anni come ad esempio per il titolo di docente di educazione secondaria, ai 6 anni per i titoli di avvocato, farmacista, medico, dentista e altri. Dopo l'università per l'ulteriore specializzazione ci sono corsi di dottorato e maestria della durata di 2-3 anni[49]


I calendari scolastici sono diversificati a seconda delle regioni di residenza: nella sierra e in Amazzonia la scuola inizia ai primi di settembre e termina nel giugno dell'anno seguente, mentre nella costa e alle Galapagos inizia in aprile e termina in gennaio dell'anno seguente.


Dopo la riforma costituzionale, le spese, l'alimentazione e la sanità scolastica vengono pagate dallo Stato. Le scuole statali (fiscales) coprono la fascia di età dai 4 a 18 anni; esistono inoltre scuole particular e fiscomissional cioè private o a carattere religioso o militare, e comunque a pagamento. Con la riforma costituzionale tutte le scuole statali diventeranno gratuite.


Le scuole sono numerosissime nei grandi centri, ma sono per lo più a carattere privato, mentre l'insegnamento è impartito non sempre da personale specializzato. Le Università sono statali, private o per corrispondenza e si trovano nei grandi centri cittadini, a Guayaquil e a Quito e nelle maggiori città del paese. Il 93% dei professori universitari è a sua volta laureato.



Università |


Tra le università più rinomate e antiche dell'Ecuador ricordiamo l'Universidad Central del Ecuador, fondata da re Filippo IV di Spagna il 19 maggio 1651, come Real y Pontificia Universidad de San Gregorio Magno.



Sistema sanitario |


L'attuale struttura del sistema di assistenza sanitaria pubblica ecuadoriana risale al 1967[50]. Il Ministero della salute pubblica (Ministerio de Salud Publica del Ecuador) è l'ente responsabile della regolamentazione della sanità pubblica ed è nominato direttamente dal Presidente della Repubblica. Il ministro attuale è Carina Vance.


La filosofia del Ministero della Salute Pubblica è sostenere le popolazioni più vulnerabili e il suo piano d'azione principale riguarda la salute comunitaria e medicina preventiva, e permette ai pazienti di essere ricevuti quotidianamente nelle strutture pubbliche anche senza appuntamenti, senza passare da visite ambulatoriali e senza costi. Questo per quattro specialità in particolare, ossia pediatria, ginecologia, medicina clinica e chirurgia[50].


Esistono anche gli ospedali pubblici specializzati per il trattamento di malattie croniche, o a disposizione verso un particolare gruppo di popolazione, o che forniscono maggior attenzione in alcune specialità mediche, come ad esempio gli ospedali ginecologici o di maternità, quelli per bambini, gli ospedali geriatrici e oncologici.
Anche se gli ospedali più attrezzati si trovano nelle grandi città o nei capoluoghi di provincia, esistono ospedali di base anche nelle città più piccole, adatti per la consultazione familiare e per i trattamenti di base più semplici[50].


Gli ecuadoriani hanno un'aspettativa di vita di 76 anni, 73,2 anni per gli uomini e 79,3 per le donne[51]. Il tasso di mortalità infantile è di 13 bimbi ogni 1.000 nati vivi[52], notevolmente più basso rispetto ai 76 su mille dei primi anni 1980 e 140 per mille del 1950[53]. Il 23% dei bambini sotto i cinque anni sono cronicamente malnutriti[52]. Le popolazioni di aree rurali non hanno accesso all'acqua potabile il cui rifornimento è assicurato per mezzo di autobotti o con il prelievo diretto dai fiumi. Ci sono 686 casi di malaria ogni 100.000 persone[54]. L'assistenza sanitaria di base, tra cui le visite mediche, gli interventi chirurgici e i farmaci di base, sono forniti gratuitamente dal 2008[52]. Tuttavia, alcuni ospedali pubblici sono in cattive condizioni e spesso non hanno le necessarie forniture per soddisfare la forte domanda dei pazienti. Ospedali e cliniche private sono ben attrezzate ma ancora costose per la maggior parte della popolazione[55].



Forze armate |


La difesa del paese è a carico delle Forze armate dell'Ecuador, responsabile dell'integrità della sovranità del territorio nazionale. Gli effettivi nel 2010 erano circa 37.000, di cui 23.500 nell'esercito, 7500 nella forza navale e 6000 nella forza aerea[56]. L'età minima per il servizio militare (obbligatorio o volontario) è di 18 anni, mentre l'obbligo del servizio per gli uomini è del periodo di un anno[37].
I suoi compiti comprendono la lotta contro la criminalità organizzata, il traffico di droga (proveniente spesso da Colombia e Perù), e le operazioni di lotta contro l'immigrazione clandestina.


Nel 2009, la nuova amministrazione presso il ministero della Difesa ha avviato una profonda ristrutturazione all'interno delle forze armate, aumentando la spesa di bilancio a 1.691.776.803 dollari, con un incremento del 25%, tanto che, rispetto al proprio PIL, l'Ecuador è il paese che spende maggiormente in Sudamerica per la difesa: il 2,74% del PIL è difatti destinato alle forze armate[57].


Le icone delle forze militari ecuadoriani sono il generale Antonio José de Sucre, Gran Mariscal de Ayacucho, e Eloy Alfaro.



Politica |





Rafael Correa, Presidente della Repubblica dal 2007 al 2017.



Politica interna |


Il 30 settembre 2007 si sono tenute le elezioni per un'Assemblea Costituente così come richiesto dagli elettori con il referendum del 15 aprile dello stesso anno[58]. Tali elezioni, le più complesse nella storia del Paese, hanno registrato la presenza di un enorme numero di liste (nazionali, provinciali e di emigrati), ed hanno sancito una larghissima vittoria per il partito del presidente Correa, che ha ottenuto 80 dei 130 seggi in palio. L'Assemblea Costituente, i cui lavori iniziarono il 30 ottobre 2007 e si sono svolti a Montecristi (Provincia di Manabi) sotto la presidenza dell'arch. Fernando Cordero Cueva, ha elaborato una nuova Carta Costituzionale approvata tramite un referendum popolare il 28 settembre del 2008[59][60].


La nuova Costituzione comprende 444 articoli[61], incorpora e riconosce tanto il diritto che la cultura indio (tra cui il principio del "Buen Vivir" - non mentire, non rubare, non oziare) che la lingua Quechua (e altre lingue indie) come lingua nazionale, il diritto dello Stato al controllo sui servizi essenziali, sulle attività produttive che possono costituire un rischio per l'ambiente e la salute dei cittadini e sullo sfruttamento delle risorse non rinnovabili. I rappresentanti delle varie etnie indio fecero parte di detta Assemblea Costituente, per la prima volta nella storia del Paese. Inoltre stabilisce che i vari gruppi etnici debbano essere egualmente rappresentati nelle istituzioni come nel settore pubblico, mirando al superamento di un problema che già Simon Bolivar rilevava essere un grave freno alla crescita economica e democratica dei paesi dell'America Latina[61].


La nuova Costituzione Ecuatoriana definisce la separazione dei poteri del governo ecuadoriano in cinque rami. Delle cinque funzioni dello stato, tre erano presenti anche nella costituzioni precedenti: la funzione legislativa, assegnata all'Assemblea Nazionale, la funzione esecutiva, guidata dal Presidente della Repubblica e la magistratura, presieduta dal giudice nazionale della giustizia. Furono poi istituiti due nuovi rami del governo: la funzione elettorale, amministrata dal Consiglio Nazionale Elettorale, e la funzione di trasparenza e del controllo sociale[61].



Funzione esecutiva |




Il Palacio de Carondelet a Quito, sede del governo.


Il potere esecutivo è nelle mani del Presidente della Repubblica, che attualmente è Lenín Moreno, affiancato dal suo vice presidente, Jorge Glas, entrambi eletti nel 2017 per quattro anni. Egli è il Capo di Stato e di governo, ed è responsabile dell'amministrazione pubblica, di creare o sopprimere ministeri, di far rispettare la costituzione e le leggi, i trattati internazionali. Il presidente nomina i ministri coordinatori, i ministri di stato, i funzionari pubblici e, in politica estera, il cancelliere della Repubblica e gli ambasciatori e i consoli. Esercita anche l'autorità finale sulle Forze Armate dell'Ecuador e sulla Polizia Nazionale[61].



Funzione legislativa |


La funzione legislativa è esercitata dall'Assemblea Nazionale unicamerale, che ha sede nella città di Quito nel Palazzo Legislativo, e si compone di 137 membri, suddivisi in dieci commissioni, eletti per un periodo di quattro anni. Quindici assembleisti sono eletti nella circoscrizione nazionale, più due per ogni provincia e uno per ogni duecentomila abitanti o per frazioni che eccedono i centocinquantamila abitanti, secondo l'ultimo censimento della popolazione[61].



Funzione giuridica |


Il potere giudiziario del paese è esercitato dal Consiglio Giudiziario, come suo ente principale, dalla Corte Nazionale di Giustizia, dai tribunali provinciali, e dai tribunali e giudici di pace.
La Corte nazionale di giustizia è composta da 21 giudici, eletti per un mandato di nove anni. La Corte Nazionale è rinnovata di un terzo del loro numero ogni tre anni, come previsto dal Codice organico del potere giudiziario. Essi vengono eletti dal Consiglio Giudiziario ai sensi del procedimento di opposizione e meriti e non è possibile la loro rielezione.
Organismi indipendenti dalla magistratura sono il procuratore generale e il difensore pubblico. Inoltre vi è un regime speciale di giustizia indigena[61].



Funzione elettorale |


Le funzioni e i poteri elettorali sono esercitati solo ogni quattro anni, in caso elezioni, o quando vengono indetti referendum. Le sue funzioni principali sono di organizzare e controllare le elezioni, e punire eventuali violazioni delle leggi elettorali. Il corpo principale è il Consiglio Nazionale Elettorale, che ha sede nella città di Quito, composto da sette membri dei partiti politici più votati. Questo organismo gode di completa autonomia finanziaria e amministrativa e, assieme al Tribunal Contencioso Electoral esercita la funzione elettorale, uno dei cinque poteri dello stato ecuadoriano[61].



Funzione di trasparenza e controllo sociale |


La trasparenza e il controllo sociale sono esercitati dal Consiglio di partecipazione cittadina e controllo sociale, dai difensori civici, dal Controllore Generale dello Stato e dalle soprintendenze. Le sue autorità rimangono in carica per cinque anni ed hanno la responsabilità di promuovere la trasparenza e il controllo di progetti pubblici, programmare piani per la lotta alla corruzione, designare alcune autorità ed essere il meccanismo di regolazione dei conti pubblici del paese[61].



Politica estera |


L'Ecuador è uno dei 51 stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945. Fa parte dell'OAS ed è membro di alcuni gruppi regionali come la Unione delle nazioni sudamericane, il Gruppo Rio e il Patto andino[62].




Julian Assange dal balcone dell'Ambasciata dell'Ecuador a Londra. Nel 2012 Ecuador e Regno Unito rischiarono una grave crisi diplomatica, a causa dell'asilo concesso a Julian Assange da parte del governo ecuadoriano.


I principali obiettivi di politica estera ecuadoriana tradizionalmente sono stati mirati alla difesa del proprio territorio dalle aggressioni esterne e dalle sovversioni interne. Anche se le relazioni estere dell'Ecuador sono state tradizionalmente incentrate sugli Stati Uniti, l'adesione dell'Ecuador all'OPEC negli anni settanta hanno permesso ai leader ecuadoriani una maggiore autonomia in politica estera[63].


L'affinità politica e la similarità di vedute di Correa con gli attuali presidenti di Venezuela, Cuba, Bolivia e Nicaragua lo ha portato a sottoscrivere, nel dicembre 2006, l'impegno di adesione dell'Ecuador all'ALBA. Le politiche del governo Correa hanno portato ad un raffreddamento dei rapporti con gli Usa, che Correa ha più volte criticato per la politica estera già nel 2007 nella campagna per le elezioni presidenziali, quando qualificò il presidente statunitense George W. Bush di essere un imbarazzante presidente che ha fatto danni al proprio paese e al mondo[64].


Nel 2008 avvenne la crisi andina, a causa delle incursioni colombiane in territorio ecuadoriano per la cattura del militante delle FARC Raúl Reyes, e che portarono a una tensione coi rapporti con la vicina Colombia, poi risoltisi dopo una riunione della Gruppo Rio, un'organizzazione internazionale degli stati dell'America latina e dei Caraibi[65].


Sebbene i rapporti con il Regno Unito non fossero particolarmente stretti essi erano comunque rimasti cordiali nel corso della storia; tuttavia, nel 2012 avvenne una crisi diplomatica senza precedenti tra i due paesi, a causa della protezione data dall'Ecuador a Julian Assange nell'ambasciata ecuadoriana a Londra, quando questi si trovava agli arresti domiciliari e con una richiesta di estradizione del governo svedese. Correa ribadì la sua volontà di concedere asilo politico al fondatore di WikiLeaks anche quando i britannici minacciarono un blitz all'interno dell'ambasciata per prelevare l'ex-hacker australiano, accusato di stupro in Svezia ma su cui grava anche l'accusa statunitense di aver pubblicato migliaia di messaggi coperti da segreto di stato[66].


L'Ecuador è uno degli stati aderenti alla Banca del Sud, partecipando al suo capitale.



Economia |




Il Dollaro statunitense è la moneta ufficiale in Ecuador




Raffinerie a Esmeraldas.


L'Ecuador ha l'ottava maggior economia nell'America Latina e la 61º al mondo, con un PIL che nel 2012 è stato di circa 150 miliardi di dollari (PPA), con un prodotto pro-capite di 10.215 $.[5]
Dal 2007 al 2012 l'economia ecuadoriana è cresciuta ad una media annua del 4,3%, al di sopra della crescita media degli altri paesi dell'America Latina, nonostante la crisi internazionale mondiale avvenuta a partire dal 2008. Il tasso di povertà è diminuito, dal 2001 al 2011, dal 40% al 17,4%[67]. In un'indagine del 1998, risulta che la povertà è estremamente maggiore tra le popolazioni indigene, in particolar modo tra le popolazioni rurali della sierra, dove arrivava al 96% della popolazione indigena, contro il 61% della popolazione non indigena, mentre di estrema povertà era affetta il 56% della popolazione indigena contro il 25% della non-indigena. Anche il lavoro infantile è maggiore tra le popolazioni indigene: nel 2001 solo il 57% dei minori tra i 5 e 18 tra gli indigeni andavano a scuola senza lavorare, contro il 73% dei non indigeni[68]. Il petrolio, le cui riserve accertate sono state stimate a 6,51 miliardi di barili a partire dal 2011, rappresenta il 40% delle esportazioni e contribuisce al mantenimento di un saldo commerciale positivo[69][70]. L'inflazione al consumatore è salita dal 4,5% al 5,3% dal 2011 al 2012, mentre il tasso di disoccupazione negli stessi anni è calato dal 4,2 al 4,1%, il più basso di sempre, nonostante la maggioranza della popolazione dell'Ecuador sia in età lavorativa, in quanto relativamente giovane[71].


Il paese ha subito in questi ultimi anni una notevole trasformazione, passando da un'economia prevalentemente agricola ad una industriale e sviluppata soprattutto nel settore terziario; nel 2012 infatti i servizi incidono per il 57,6% del PIL, contro il 6% dell'agricoltura e il 36,1% dell'industria, nonostante la forza lavoro sia ancor più rilevante nell'agricoltura (27%) che nell'industria (19%), mentre nei servizi occupa il 54%[71].


Tra il 2006 e il 2016, la povertà è diminuita dal 36,7 % al 22,5 %. Allo stesso tempo, le disuguaglianze, come misurato dall'indice di Gini, è diminuito 0,55 al 0,47.[72]



Risorse |


La produzione di energia elettrica è di 21.840 miliardi di kW.


Petrolio: 504.000 barili prodotti, di cui 198.700 raffinati nel 2012[71].


Il paese è ricco di risorse minerarie, oltre a quelle petrolifere. Vi sono enormi giacimenti di rame; dal 2002 al 2012 è stato infatti estratto rame per un'equivalente di 167,2 miliardi di dollari. Anche molibdeno, oro e argento sono presenti in notevoli quantità nel sottosuolo ecuadoriano, così come presenti sono zinco, piombo e zolfo[73].



Agricoltura |


L'Ecuador è il maggior esportatore di banane al mondo, anche se rispetto ad altri paesi latinoamericani le sue esportazioni sono in leggero calo; in particolare le esportazioni sono calate dell'11% nel 2012 verso gli Stati Uniti e del 3% verso l'Europa, per via del prezzo più elevato rispetto, ad esempio, alla frutta colombiana, honduregna o costaricana[74]. Altri prodotti esportati sono i fiori tropicali, il cacao (ottavo produttore al mondo), il caffè e il palmito. Significativa anche la produzione di riso, canna da zucchero, mais.



Pesca |


L'Ecuador è un grosso esportatore di gamberi, che rappresentano il 13,2% delle vendite ad altri paesi di prodotti non petroliferi; questo mercato è in crescita, con un aumento delle esportazioni del 9% dal 2011 al 2012[75].



Industria |


Le attività industriali sono prevalentemente concentrate a Quito e Guayaquil, ed ha i punti di forza nel settore petrolchimico, tessile, farmaceutico e del cemento[76].



Esportazioni |


USA 37,8%, Panamá 9,9%, Perù 6,2%, Venezuela 5,2%, Cile 4,9%, Russia 4,6% (2011)[71].



Importazioni |


USA 27,6%, Cina 10,1%, Colombia 9%, Panamá 4,6%, Perù 4,5%, Brasile 4,3%, Corea del Sud 4% (2011)[71].



Trasporti |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Trasporti in Ecuador.


Strade |


La rete viaria dell'Ecuador è di circa 44.000 km[77]; il 20% delle strade sono statali, il 24% provinciali e il 51% cantonali. Dei 155 progetti che negli ultimi anni il governo ha finanziato, il 58% riguarda il rifacimento e il miglioramento di strutture esistenti precedentemente costruite con materiale di bassa qualità. Il governo non impone pedaggi e finanzia di tasca propria il mantenimento delle vie di comunicazione[78]. Tra le vie di comunicazione primarie la più importante che passa per l'Ecuador è la panamericana, che taglia il paese da nord a sud collegando Colombia e Perù, passando per importanti città ecuadoriane, tra le quali Quito, Ibarra, Latacunga, Ambato, Riobamba, Cuenca e Loja.
La qualità delle strade è piuttosto variabile; quelle di nuova costruzione, come ad esempio quella che collega Guayaquil a Salinas, sono moderne, ampie e con fondo stradale in buono stato, mentre altre più trascurate necessitano di grossa manutenzione per l'alto numero di buche presenti[79]. Il servizio principale di spostamento rimane l'autobus, che collega le città ecuadoriane tramite servizi offerti da diverse compagnie diariamente e a diversi orari del giorno e della notte.



Aeroporti |


L'Ecuador dispone di cinque aeroporti internazionali: il Mariscal Sucre di Quito, l'Aeroporto Internazionale José Joaquín de Olmedo di Guayaquil, l'Eloy Alfaro di Manta e l'Aeropuerto Internacional Cotopaxi di Latacunga, Aeropuerto Coronel Carlos Concha Torres di Esmeraldas. Nel febbraio 2013 è stato inaugurato il nuovo Aeroporto Internazionale di Quito, a 18 km dal centro della città in località Tababela[80], mentre il vecchio Mariscal Sucre sarà trasformato in parco pubblico e spazi culturali e sociali.
Altri importanti aeroporti ecuadoriani sono il Mariscal Lamar di Cuenca e il Seymour situato nelle isole Galapagos[81].



Ferrovia |


La ferrovia, nonostante di antica costruzione e praticamente abbandonata negli ultimi decenni, sta ora subendo una ristrutturazione per poter consentire un servizio moderno nei prossimi anni, almeno nella tratta principale (Ferrocaril Trasandino)[82] che da Durán, alle porte di Guayaquil, arriva a Quito. Attualmente serve più per tratte verso luoghi di interesse turistico che per reali necessità della popolazione comune[83].



Turismo |




Città della metà del Mondo (provincia del Pichincha)


Il Ministero dell'Informazione e del Turismo è stato creato il 10 agosto 1992, all'inizio del governo di Sixto Durán Ballén, prevedeva il turismo come attività fondamentale per lo sviluppo economico e sociale dei popoli. Di fronte al settore turistico in forte crescita, nel giugno 1994 fu deciso di rafforzare e favorire questa attività. L'Ecuador è un paese con grandi ricchezze naturali. La diversità delle Quattro Regioni dà origine a migliaia di specie di flora e fauna. Ci sono circa 1.640 specie di uccelli. Le specie di farfalle sfiorano i 4.500, 345 rettili, 358 anfibi e 258 mammiferi. Non sorprende che l'Ecuador sia considerato uno dei 17 paesi in cui è presente la maggiore biodiversità del pianeta, ed è il paese più grande del mondo per biodiversità ogni km2. La maggior parte della sua fauna e della flora vivono in 26 aree protette dallo Stato. Il paese è sede anche di una vasta gamma di culture.

Con il governo Correa lo slogan turistico dell'Ecuador è divenuto "Ecuador Ama la Vida",


In uno studio del Ministero del Turismo, l'entrata di turisti stranieri in Ecuador è passato da 840.500 nel 2006 a oltre 1 milione di unità nel 2010. I maggiori visitatori nel 2010 sono risultati gli statunitensi, con quasi il 24% delle presenze totali straniere, seguiti dai colombiani (20%), peruviani (15%), spagnoli (5,6%), venezuelani e argentini (3%), cileni (2,7%), cubani (2,6%), tedeschi (2,4%), canadesi (2,3%), britannici (2,2%), francesi (1,9%), messicani (1,5%), italiani e brasiliani (1,44%)[84].



Ambiente |



Flora e fauna |




Fenicottero rosso nelle Galapagos Phoenicopterus ruber


L'Ecuador è sede di una notevole biodiversità, e fa parte dei 17 paesi cosiddetti megadiversi ed ha la più alta concentrazione di biodiversità per km²[85][86]. Infatti il bioma della foresta pluviale e della foresta tropicale si estende su gran parte del suo territorio, mentre a ovest, vicino alla costa, è presente la foresta di mangrovie, e, della provincia di Esmeraldas, in una zona chiamata Majagual, si trovano le mangrovie più alte del mondo. Le isole Galápagos hanno una grande varietà di specie endemiche, un tempo oggetto di studio del celebre naturalista inglese Charles Darwin, studio che gli ha permesso di sviluppare la nota teoria dell'evoluzione[87]. Le isole sono diventate famose in tutto il mondo grazie alle originali caratteristiche della sua fauna, in particolare le tartarughe. Nel 1978 l'UNESCO dichiarò le isole e la riserva marina come patrimonio dell'umanità, e nel 1986, il mare che circonda le isole è stato dichiarato riserva marina. Tuttavia, una ventina d'anni dopo, nel 2007, la stessa Unesco inserì l'ecosistema in pericolo a causa di fattori come la proliferazione di specie invasive e per l'aumento indiscriminato del turismo e dell'immigrazione[88]. Nel 2010 comunque, la stessa Unesco ha tolto dalla lista dei siti in pericolo le isole dopo che l'Ecuador ha mostrato un maggior impegno nel far fronte ai problemi che compromettevano l'integrità delle Galapagos[89].



Riserve naturali |


Il Parco nazionale Yasuní, che in lingua waorani significa "terra sacra"[90], si estende su un'area di 9.820 km ed è compreso tra le province di Pastaza, Napo e Orellana, tra il fiume Napo e il fiume Curaray. Il parco è prevalentemente boschivo ed è considerato dall'UNESCO nel 1989 Riserva della biosfera, e fa parte del territorio dove si trova il popolo Waorani e i gruppi Tagaeri e Taromenane, tribù mai contattate dalla civiltà moderna. Secondo uno studio recente, il Parco Nazionale Yasuni e la zona circostante sono considerate le zone che possiedono la più vasta biodiversità del mondo, grazie alla sua ricchezza di anfibi, uccelli, mammiferi e piante. Questo parco ha più specie di animali per ettaro dell'intera Europa e, sempre in un solo ettaro, contiene 644 specie di alberi, cioè più di quelli presenti negli Stati Uniti e nel Canada messi assieme[91]. Il sito è stato preso di mira dalle compagnie petrolifere per la gran quantità di greggio che è stato stimato essere presente nel sottosuolo; questo e l'aumento del turismo nella zona del Parco hanno portato a tensioni con gli indigeni nativi del luogo, in particolar modo con i Waorani, sfociati in violenze nel 2013 e che hanno portato gli stessi Waorani a chiedere a gran voce l'intervento delle autorità per la loro protezione e per quella dei loro "fratelli" Taromenane, tuttora mai contattati dalla civiltà[92].


Altre aree protette di particolare interesse sono il Parco nazionale di Sangay, Patrimonio dell'Umanità dal 1983, il Parco Nazionale El Cajas, il Parco Nazionale Podocarpus e il Parco Llanganates, situato nei pressi di Baños.




Cultura |



Letteratura |




Eugenio Espejo


La prima letteratura nell'Ecuador colonizzato, così come in tutta l'America Latina, è stata influenzato dal Siglo de Oro spagnolo. Uno dei primi scrittori fu Jacinto Collahuazo, capo indigeno di Otavalo, che nonostante la repressione e la discriminazione dei popoli nativi da parte degli spagnoli, imparò a leggere e a scrivere in castigliano, anche se le sue opere furono scritte in lingua quechua. Gli spagnoli, ignorando il valore letterario dei suoi scritti, gli ordinarono di bruciarle nella piazza pubblica, dopodiché lo imprigionarono. Alcune parti dei suoi lavori furono ritrovate solo dopo molti secoli, come una poesia che descriveva l'impotenza e la tristezza del popolo Inca che aveva perso il loro re Atahualpa[93][94].


Altri scrittori ecuadoriani furono i gesuiti Juan Bautista Aguirre e Juan de Velasco, e soprattutto Eugenio Espejo, patriota che si potrebbe definire come il primo giornalista dell'epoca coloniale. Le sue idee ispirarono dopo la sua morte la rivoluzione del 1809, anche se all'epoca gli costarono il carcere, dove morì nel 1795[95].
Un altro scrittore ricordato è José Joaquín de Olmedo, che fu anche presidente dell'Ecuador nel 1945 ma che, in precedenza, scrisse numerosi poemi, tra i quali il famoso La victoria de Junin: Canto a Bolivar, un'ode al liberatore delle americhe Simón Bolívar[96].
Altri scrittori importanti del passato furono Juan Montalvo e Juan León Mera, famoso per il suo Cumandá e dell'inno nazionale dell'Ecuador, Salve, oh Patria, scritto per la prima volta nel 1866.


Scrittori contemporanei noti sono i poeti Jorge Carrera Andrade e Luis Costales, i novellisti Jorge Enrique Adoum, Jorge Icaza, Jorge Queirolo Bravo, Gabriela Alemán, Rosalía Arteaga e Alicia Yanez, il saggista Benjamín Carrión.



Pittura |


Alcuni dei più noti pittori ecuadoriani del passato sono Oswaldo Guayasamín, Eduardo Kingman, Camilo Egas, Ricardo Dávila, Rodrigo Viera, Oswaldo Viteri (anche scultore) e altri. Il più noto di essi è senza dubbi Guayasamín, pittore quiteño di origine indigena, le cui opere descrivevano l'origine, il dramma e la tenerezza dei popoli latinoamericani e le cui opere sono state esposte in vari luoghi del mondo[97].



Musica |


La musica ecuadoriana ha una lunga storia. Il Pasillo è un genere di musica latina indigena considerata musica nazionale in tutto il paese. Ci sono diversi tipi di musica tradizionale in Ecuador, come l'albazo, il pasacalle, la tonada, la capishca, la bomba (suonata particolarmente tra gli afro-ecuadoriani di Esmeraldas), ed altri. La tecnocumbia e la rockola sono invece esempio di generi musicali con influenza straniera. Una delle forme più tradizionali di danze ecuadoriane è il sanjuanito, originario del nord dell'Ecuador (Otavalo) e ballata nelle feste indigene[98]. Secondo il musicologo ecuadoriano Segundo Luis Moreno, il sanjuanito era ballato dagli indigeni durante il compleanno di san Giovanni Battista. La data del culto del santo, il 24 giugno, fu introdotta dagli spagnoli, e casualmente coincide con la festa Inca del Inti Raimi, che in quechua significa "Festa del Sole"[99].


Una delle più note cantanti ecuadoriane del XX secolo fu sicuramente Carlota Jaramillo (1904-1987), soprannominata spesso nel suo paese Regina della canzone nazionale o la regina del pasillo



Patrimoni dell'umanità |


Sono ben cinque i siti ecuadoriani inseriti nella Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO:



  • Città di Quito (1978)

  • Isole Galápagos (1978-2001)


  • Parco nazionale di Sangay (1983)

  • Centro storico di Santa Ana de los Ríos de Cuenca (1999)


  • Qhapaq Ñan, sistema stradale andino (2014)



Scienza e tecnologia |



L'Ecuador nello spazio |


25 aprile 2013: viene lanciato NEE-01 Pegaso, il primo satellite ecuadoriano



Sport |





Jefferson Pérez, primo ecuadoriano medaglia d'oro ai Giochi olimpici.



Calcio |


Il calcio è lo sport più popolare del paese. Le squadre calcistiche più importanti e maggiormente seguite sono il Barcelona Sporting Club di Guayaquil, che detiene il maggior numero di titoli nazionali vinti insieme al Nacional con 13 campionati nazionali vinti, il Deportivo Quito (4 titoli) e la LDU Quito, che oltre a 10 campionati nazionali vinti vanta essere il club ecuadoriano che ha avuto maggiormente successo in campo internazionale, vincendo la Coppa Libertadores 2008 (prima volta di una squadra ecuadoriana), la Recopa Sudamericana nel 2009 e 2010, la Copa Sudamericana 2009.


La squadra nazionale ha disputato le fasi finali in un mondiale di calcio nelle edizioni di Giappone-Corea 2002 e di Germania 2006, dove arrivò agli ottavi di finale venendo poi eliminata dall'Inghilterra.
Uno dei calciatori più famosi della storia ecuadoriana è Alberto Spencer, che militava nel Peñarol ed è il maggior marcatore di sempre della Coppa Libertadores[100]. Iván Hurtado è invece il recordman di presenze in nazionale, mentre Agustín Delgado è il maggior goleador in nazionale con 31 reti.



Atletica leggera |


Uno dei più importanti sportivi ecuadoriani della storia è il marciatore Jefferson Pérez, unico ad aver vinto una medaglia d'oro ai giochi olimpici per il suo paese, nel 1996 ad Atlanta.
Conquistò anche un argento correndo la sua ultima gara a Pechino 2008 ed è l'unico marciatore al mondo ad aver vinto 3 mondiali consecutivi (2003-2005-2007).



Altri sport |


Tra gli altri sport diffusi sono anche la pallacanestro, il tennis, la pallavolo e negli ultimi anni anche il surf.
Tra gli sportivi del passato da ricordare i tennisti Pancho Segura e Andrés Gómez, che vinse tornei importanti fra i quali, nel 1990, il Roland Garros, battendo in finale Andre Agassi.



Tradizioni |



Gastronomia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina ecuadoriana.



La fanesca è una tipica zuppa ecuadoriana servita durante la Settimana Santa.


Nonostante non sia un paese vasto, la cucina ecuadoriana è piuttosto varia per via dei diversi climi del paese (costa, sierra, oriente e isole).
Il pesce è consumato maggiormente nella costa, Picudo, Dorado, Trota, Corvina sono tra i più diffusi.
I piatti più tipici e conosciuti di pesce sono: il ceviche, la zuppa di mare, l'encocado (stufato di pesce con cocco), l'encebollado, i bollos, lo stufato di pesce con arachidi.
Il platano è quasi onnipresente nei piatti "costegni", il "platano verde" viene consumato fritto, bollito o alla griglia, così come il "maduro", più dolce e di color giallo simile alla banana, quest'ultima consumata cruda come frutta. Il verde è spesso mescolato con pesce o carne in alcune ricette tipiche[101].


La carne è consumata in tutto il paese, soprattutto quella di manzo, di maiale e di pollo, mentre agnello e capra sono maggiormente cucinati sulla sierra. Viene cotta alla griglia, al forno o, come un piatto tipico con carne di maiale, la fritada, fritta in padella[102].


Vegetali e legumi sono molto diffusi nella cucina ecuadoriana; oltre al largo consumo di platano, il riso viene servito quasi sempre con piatti di carne o pesce, la yuca è un'alternativa molto usata alle patate e al platano, esiste anche il pan de yuca.
Anche il mais viene cucinato in forme diverse, dalla pannocchia bollita ai tortini di mais, così come notevole uso in cucina trovano i legumi in genere: fagioli, lenticchie e fave accompagnano spesso (insieme al riso) molti piatti unici di carne o pesce[101].
Molto popolari sono anche le zuppe di vario tipo, dove pollo, carne e pesce sono abbinati a verdure diverse e talvolta a formaggio[103].



Festività |


Di seguito i giorni di festività in Ecuador a livello nazionale; da considerare che in certi casi alcune festività sono posticipate per convenienza di alcuni giorni per farle seguire da un fine settimana[104]



  • 1º gennaio - Anno Nuovo

  • marzo - lunedì di Carnevale

  • marzo - martedì di Carnevale

  • marzo o aprile - venerdì Santo

  • 1º maggio - Festa del lavoro

  • 24 maggio - Battaglia di Pichincha

  • 10 agosto - Día del Primer Grito de Independencia de Quito: Proclamazione di indipendenza dalla Spagna, nel 1809

  • 9 ottobre - Indipendenza di Guayaquil

  • 2 novembre - Giorno dei Morti

  • 3 novembre - Indipendenza di Cuenca

  • 25 dicembre - Natale



Note |




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Bibliografia |



  • "Costitucón 2008 - Dejemos el pasado atràs", Publicación oficial de la Asemblea Nacional del Ecuador

  • Federico Gonzales Suarez, Historia General de la Republica del Ecuador, Kessinger Publishing, 2010 [1890].

  • AA.VV., Ecuador - All'ombra dei vulcani, Erizzo, 1981, ISBN 88-7077-000-1.

  • Alberto Acosta, Breve historia economica del Ecuador, Corporacion Editora Nacional, 1995, ISBN 9978-84-210-1.

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  • Ugo Stornaiolo, Ecuador: anatomía de un país en transición, 2ª ed., Quito, Docutech, 1999, ISBN 9978-04-554-6.



Voci correlate |


  • Stemma dell'Ecuador


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Collegamenti esterni |




  • Scheda dell'Ecuador dal sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI

  • Perché visitare l'Ecuador?, su pachijalreserve.com.

  • Ecuador, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 15 marzo 2011.


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