Sudafrica




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Sudafrica (disambigua).












































































































































Sudafrica












Sudafrica – Bandiera

Sudafrica - Stemma

(dettagli)

(dettagli)

!ke e: xarra ke
(Unità nella diversità)


Sudafrica - Localizzazione

Dati amministrativi
Nome completo
Repubblica del Sudafrica
Nome ufficiale
Republiek van Suid-Afrika (afrikaans)
Republic of South Africa (inglese)
iRiphabliki yeSewula Afrika (ndebele del sud)
Repabliki ya Afrika-Borwa (sesotho del nord)
Rephaboliki ya Afrika Borwa (sesotho del sud)
iRiphabhulikhi yeNingizimu Afrika (swati)
Riphabliki ra Afrika Dzonga (tsonga)
Rephaboliki ya Aforika Borwa (tswana)
Riphabuḽiki ya Afurika Tshipembe (venda)
iRiphabliki yomZantsi Afrika (xhosa)
iRiphabhuliki yaseNingizimu Afrika (zulu)

Lingue ufficiali

Afrikaans, inglese, zulu, xhosa, ndebele del sud, sesotho del nord, sesotho del sud, swati, tsonga, tswana, venda[1]

Capitale

Pretoria (amministrativa)
Città del Capo (legislativa)
Bloemfontein (giudiziaria)
Politica

Forma di governo

Repubblica parlamentare

Presidente

Cyril Ramaphosa
Indipendenza
11 dicembre 1931 autonomia legislativa,
31 maggio 1961 dal Regno Unito e uscita dal Commonwealth,
1994 riammissione nel Commonwealth
Ingresso nell'ONU
7 novembre 1945[2]
Superficie

Totale
1 219 090 km² (25º)
% delle acque
6%
Popolazione

Totale
55.091.000 [3] ab. (2016) (25º)

Densità
44 ab./km²
Tasso di crescita
0,6% (2017)

Nome degli abitanti
sudafricani
Geografia

Continente

Africa
Confini

Namibia, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Swaziland, Lesotho

Fuso orario

UTC+2
Economia

Valuta

Rand

PIL (nominale)
384 315[4] milioni di $ (2012) (29º)

PIL pro capite (nominale)
7 525 $ (2012) (75º)

PIL (PPA)
576 119 milioni di $ (2012) (25º)

PIL pro capite (PPA)
11 281 $ (2012) (83º)

ISU (2016)
0,666 (medio) (119º)

Fecondità
2,5 (2010)[5]
Varie
Codici ISO 3166

ZA, ZAF, 710

TLD
.za

Prefisso tel.
+27

Sigla autom.
ZA

Inno nazionale

Nkosi Sikelel' iAfrika/Die Stem van Suid-Afrika

Festa nazionale
27 aprile

Sudafrica - Mappa


È membro del Commonwealth, dell'Organizzazione dei Paesi non allineati, dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, dell'OAU (dal 2002 UA) e del Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale.
Evoluzione storica
Stato precedente

bandiera Unione Sudafricana
 

Coordinate: 29°S 24°E / 29°S 24°E-29; 24


Il Sudafrica, ufficialmente Repubblica Sudafricana (in afrikaans: Republiek van Suid-Afrika, in inglese: Republic of South Africa), è uno stato dell'Africa meridionale.


È situato nella punta meridionale del continente africano e confina a nord con la Namibia, il Botswana e lo Zimbabwe, a nord-est con il Mozambico e lo Swaziland; comprende nei suoi confini il Lesotho. Inoltre al Sudafrica appartengono le Isole del Principe Edoardo che si trovano a 1 770 km a sud-est di Port Elizabeth quasi a metà strada tra il Sudafrica e l'Antartide.
Si affaccia inoltre sull'oceano Atlantico e su quello Indiano.
Capo Agulhas, il punto più meridionale del continente, delimita convenzionalmente il confine fra i due oceani.


Dalla fine del regime di apartheid, vigente fino ai primi anni novanta, il paese ha ottenuto la denominazione informale di Rainbow Nation ("nazione arcobaleno", ovvero "abitato da persone di diversi colori").


Il Sudafrica è inoltre l'unico stato al mondo con tre capitali: Pretoria, sede del Governo, Città del Capo, dove si trova il Parlamento, e Bloemfontein, sede del potere giudiziario. Ai fini internazionali, tuttavia, è Pretoria a essere identificata come capitale in quanto sede della Presidenza.




Indice






  • 1 Storia


    • 1.1 Colonizzazione europea


    • 1.2 Il conflitto con i britannici


    • 1.3 Prima e Seconda guerra mondiale


    • 1.4 L'apartheid


    • 1.5 Il Sudafrica del post-apartheid




  • 2 Geografia


    • 2.1 Morfologia


    • 2.2 Idrografia


    • 2.3 Clima




  • 3 Popolazione


    • 3.1 Demografia


      • 3.1.1 Proiezioni demografiche




    • 3.2 Etnie


    • 3.3 Religione


    • 3.4 Lingue


    • 3.5 Immigrazione




  • 4 Ordinamento dello Stato


    • 4.1 Suddivisione amministrativa


    • 4.2 Città principali


    • 4.3 Istituzioni


      • 4.3.1 Costituzione


      • 4.3.2 Poteri dello Stato


      • 4.3.3 Ordinamento scolastico


      • 4.3.4 Università


      • 4.3.5 Sistema sanitario


      • 4.3.6 Forze armate






  • 5 Politica


    • 5.1 Politica interna


    • 5.2 Politica estera




  • 6 Economia


    • 6.1 Trasporti




  • 7 Ambiente


    • 7.1 Parchi nazionali


    • 7.2 Flora e fauna




  • 8 Cultura


    • 8.1 Arte


    • 8.2 Letteratura


    • 8.3 Musica


    • 8.4 Scienza e tecnologia


      • 8.4.1 Il primo trapianto di cuore al mondo


      • 8.4.2 Il Sudafrica nello spazio






  • 9 Sport


    • 9.1 Rugby


    • 9.2 Automobilismo e motociclismo


    • 9.3 Motocross


    • 9.4 Golf


    • 9.5 Calcio


    • 9.6 Giochi olimpici


    • 9.7 Altri sport e eventi sportivi




  • 10 Tradizioni


  • 11 Gastronomia


  • 12 Ricorrenze nazionali


  • 13 Note


  • 14 Bibliografia


  • 15 Voci correlate


  • 16 Altri progetti


  • 17 Collegamenti esterni





Storia |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del Sudafrica e Cronologia storica del Sudafrica.

Secondo la moderna paleoantropologia, il Sudafrica fu probabilmente la "culla dell'umanità"; qui (soprattutto nella zona del Transvaal) si sono infatti trovati fossili di australopitechi, Homo habilis, Homo erectus e Homo sapiens sapiens.


Circa 10.000 anni fa l'odierno Sudafrica, come tutta l'Africa del Sud, era abitata dai boscimani, cui si aggiunsero successivamente popolazioni affini di etnia khoikhoi (ottentotti). Boscimani e ottentotti (collettivamente noti come khoisan) erano cacciatori-raccoglitori nomadi, che non diedero mai luogo a insediamenti popolosi o strutture politiche complesse.


Successivamente, (fra il III e il V secolo) da nordest iniziarono ad affluire in Africa meridionale gruppi bantu, soprattutto zulu e xhosa. I movimenti migratori bantu si svilupparono nell'arco di numerosi secoli, giungendo al pieno compimento solo nella prima metà del secondo millennio.[6] Buoni agricoltori e allevatori, i bantu si insediarono prima nell'odierno KwaZulu-Natal e poi più a sud; gli xhosa si spinsero fino all'odierna Provincia del Capo Orientale, respingendo i khoisan nelle regioni più aride e inospitali dell'area.



Colonizzazione europea |




Lo sbarco di Jan van Riebeeck nella Penisola del Capo


Nel 1487, l'esploratore portoghese Bartolomeo Diaz oltrepassò il Capo di Buona Speranza, aprendo la via marittima alle Indie. Furono però gli olandesi della Compagnia Olandese delle Indie Orientali i primi a creare un insediamento stabile in Sudafrica, nel 1652, fondando quella che sarebbe poi diventata Città del Capo. Questa fu il punto di partenza di un vasto processo di colonizzazione a cui presero parte europei di diverse origini (soprattutto olandesi, francesi ugonotti, bavaresi e scandinavi) che sciolti i legami con la Compagnia diedero vita a una comunità autonoma, e svilupparono una propria cultura e una propria lingua (l'afrikaans). Noti come "boeri" (dall'olandese per "contadino"), i coloni si espansero verso est e verso nord.


I rapporti fra i boeri e le popolazioni indigene della zona del Capo (di etnia khoikhoi) furono relativamente buoni; i khoikhoi, già nomadi, non fecero che ritrarsi gradualmente di fronte all'espansione boera. Quando i boeri giunsero nei pressi dell'odierna Port Elizabeth, però, essi entrarono in attrito con gli xhosa, che si stavano espandendo in direzione opposta. Ne derivarono una serie di conflitti noti con il nome di Guerre della Frontiera del Capo.



Il conflitto con i britannici |






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Lo stesso argomento in dettaglio: guerre boere.

In seguito all'avanzata di Napoleone Bonaparte in Europa e la successiva caduta dei Paesi Bassi, il Regno Unito occupò la Colonia del Capo alla fine del XVIII secolo.


Nella prima metà del XIX secolo i boeri, oppressi dal dominio del Regno Unito, diedero via a una grande migrazione verso nord alla ricerca di nuove terre, passata alla storia col nome di Grande Trek. I voortrekker si stabilirono in varie zone del nord, fondando una serie di piccole repubbliche boere, in seguito unitesi nello Stato Libero di Orange, nella Repubblica di Natalia e nella Repubblica del Transvaal, e nello Stellaland, che, insieme al Capo, costituirono l'embrione delle future province sudafricane. Le personalità più eminenti di questa fase furono Paul Kruger e Marthinus Wessel Pretorius.


L'esistenza delle repubbliche era d'ostacolo all'espansione dell'Impero britannico, e la scoperta di diamanti e oro nel nordest del Sudafrica contribuì ad alimentare l'interesse degli inglesi per la completa annessione del paese. Fra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, Regno Unito e boeri si scontrarono in una serie di sanguinosi conflitti noti come guerre anglo-boere. Il conflitto contrappose anche i popoli bantu del Sudafrica; gli zulu si schierarono con i boeri, mentre xhosa e swazi combatterono a fianco del Regno Unito. Questi ultimi ebbero alla fine la meglio e unificarono tutto l'odierno Sudafrica (1909), che nel 1914 fu formalmente costituito come dominion unitario all'interno del Commonwealth, col nome di Unione Sudafricana.



Prima e Seconda guerra mondiale |


L'Unione Sudafricana prese parte alla Prima guerra mondiale a fianco del Regno Unito. Nel 1920 ottenne il mandato della Società delle Nazioni per il controllo dell'Africa del Sud-Ovest (Namibia), strappata ai tedeschi. Nonostante l'aumento del suo prestigio internazionale, l'Unione attraversò un periodo di forte crisi interna, con attriti sempre più violenti fra i nazionalisti boeri e la rappresentanza del Regno Unito. Nel 1931, con l'approvazione dello Statuto di Westminster da parte del parlamento del Regno Unito, il Sudafrica ottenne una parziale autonomia.


In occasione della Seconda guerra mondiale, i contrasti mai sopiti fra Regno Unito e boeri tornarono a emergere. Una parte dei boeri, rappresentata da alcune correnti del Partito Nazionale come la Ossewabrandwag, simpatizzava apertamente per la Germania nazista. Ciò nonostante, il paese prese parte al conflitto sul fronte alleato. Il boero James Hertzog, che governava il paese dal 1924 e pretendeva almeno la neutralità del paese, fu costretto a dimettersi.



L'apartheid |




Bandiera della Repubblica Sudafricana dal 1961 al 1994


Dopo la fine della guerra, il Partito Nazionale vinse le elezioni, e iniziò ad attuare nel paese la politica segregazionista nota come apartheid. L'ideologia dell'apartheid fu elaborata dai primi ministri boeri che si succedettero dal 1948 in poi, e soprattutto da Hendrik Frensch Verwoerd (in carica dal 1956 al 1966). Concettualmente, l'obiettivo dell'apartheid era quello di isolare i diversi gruppi etnici del Sudafrica, lasciando che ognuno di essi si sviluppasse in un proprio contesto sociale, economico e territoriale.[7] Verwoerd spiegò anche che il ruolo predominante dei bianchi nei processi politici che avrebbero portato all'autonomia delle diverse etnie era giustificato dalle circostanze storiche, ovvero dal ruolo fondamentale che i boeri avevano avuto nella nascita del Sudafrica.


Nell'ottica dell'isolamento delle etnie vennero formati i bantustan, territori riservati alle popolazioni nere delle diverse etnie. Complessivamente, circa il 13% del territorio del Sudafrica venne riservato alla popolazione bantu.[8] Contemporaneamente, il Sudafrica venne inteso sempre più nettamente come paese esclusivamente di bianchi, e i neri che continuavano a vivere nelle aree "bianche" (circa il 50%) persero gradualmente i propri diritti civili, come conseguenza del fatto che fosse stato avviato un processo la cui finalità era trasferirne la cittadinanza ai bantustan. Per esempio, ai neri fu vietato di frequentare le scuole e le università dei bianchi; Verwoerd giustificò questa misura osservando che l'istruzione di un nero «deve svolgersi completamente nella tribù ed avere le radici nello spirito e nell'essenza stessa della società bantu».





Nelson Mandela


L'applicazione di una politica sempre più apertamente razzista, causò gravi contrasti interni e alienò al paese il sostegno della comunità internazionale. Nel 1973 le Nazioni Unite dichiararono l'apartheid un crimine contro l'umanità; a partire dal 1961 era già iniziata una campagna di sanzioni economiche contro il Sudafrica. Nello stesso anno il 31 maggio l'Unione Sudafricana ottenne la piena indipendenza dal Regno Unito e divenne repubblica con un referendum; a causa dell'insostenibile politica segregazionista il Sudafrica venne poi espulso dal Commonwealth. Cinque anni dopo venne revocato il suo mandato all'amministrazione della Namibia. Il governo sudafricano si rifiutò di ottemperare alle richieste dell'ONU, e di fatto procedette all'annessione della Namibia come propria provincia.


Balthazar Johannes Vorster (primo ministro dal 1966 al 1978) e i suoi successori Marais Viljoen (in carica dal 1979 al 1984) e Pieter Willem Botha (dal 1984 al 1989) dovettero fronteggiare sia l'isolamento internazionale sia l'emergere di importanti movimenti di opposizione nella comunità nera, fra cui l'African National Congress di Nelson Mandela. Botha fu l'ultimo strenuo difensore dell'apartheid, e cercò di convincere l'intero paese che questo regime era stato un elemento chiave della crescita economica del Sudafrica fra gli anni sessanta e anni novanta, superiore a quella di qualsiasi altro paese africano, e delle migliori condizioni di vita dei neri sudafricani rispetto a quelle della popolazione nera nel resto del continente.


In questa fase Botha trovò alleati neri che lo sostennero, in particolare gli swazi; tra l'altro il Re dello Swaziland Sobhuza II aveva già collaborato in passato nella caccia ai ribelli più violenti dell'ala oltranzista dell'ANC.[9] Botha riuscì perfino a stringere un patto di amicizia e buon vicinato[10] col presidente del Mozambico Samora Machel, nero e comunista. Gli xhosa rimasero invece il gruppo più ostile al governo bianco. In questa fase furono organizzate altresì assemblee legislative autonome per coloured e asiatici.
Tuttavia il sistema si mostrò sempre più fragile e vicino al collasso, accentuando il carattere repressivo, e anche gli Stati Uniti, tradizionali alleati dei bianchi sostenitori dell'apartheid, cominciarono ad unirsi alle richieste di democrazia.[11] L'apartheid durò sinché il successore di Botha, Frederik Willem de Klerk, al governo fino al 1994, intraprese la via della riforma, liberando e chiamando al suo fianco il capo dell'ANC Nelson Mandela e smantellando nel 1991 l'intero sistema della segregazione razziale. Gravi scontri avvennero però tra gli zulu dell'Inkatha Freedom Party guidati dal Re Zwelithini e dal segretario del partito Mangosuthu Buthelezi, che desideravano essere gli unici interlocutori di De Klerk, e gli xhosa dell'ANC, che alla fine ebbero la meglio. Gli zulu si dovettero accontentare dell'istituzione di un loro regno autonomo (il Kwazulu-Natal) nell'ambito della riforma amministrativa del paese (1994), che riunì le vecchie quattro province e i dieci bantustan nelle attuali 9 province.



Il Sudafrica del post-apartheid |


Il 27 aprile 1994 si tennero le prime elezioni democratiche con suffragio esteso a tutte le etnie, in cui venne eletto presidente il capo dell'ANC Nelson Mandela, cui successe poi Thabo Mbeki nel 1999. Il periodo di transizione dal regime dell'apartheid al nuovo corso politico fu gestito da un tribunale speciale istituito nel 1995 a Città del Capo, la Commissione per la Verità e la Riconciliazione (Truth and Reconciliation Commission, TRC).
Le condizioni di vita per i neri restano tuttavia tuttora molto difficili.
Il governo sudafricano ha dovuto accettare le politiche economiche del Fondo Monetario internazionale: si è fatto carico di pagare il debito internazionale creato dai precedenti governi.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte] anche privatizzando molte imprese nazionali. I servizi sociali (acqua, istruzione, sanità) non sono riconosciuti a tutti. Nelle periferie urbane i poveri non sono ancora cittadini a tutti gli effetti.



Geografia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Geografia del Sudafrica.

La Repubblica del Sudafrica si trova all'estremità meridionale dell'Africa, e comprende un tratto di costa sia a est, sull'oceano Indiano, che a ovest su quello Atlantico.



Morfologia |





Immagine satellitare del Sudafrica





I Monti dei Draghi




Il territorio sudafricano è in gran parte formato da altopiani, il cosiddetto Alto Veld, che si innalza verso ovest, raggiungendo quote comprese fra i 900 e i 1 900 m s.l.m. Verso le coste l'altopiano presenta un orlo rialzato, detto Grande Scarpata, che si articola in diverse catene montuose separate da aree livellate dall'erosione (il principale agente modellatore del territorio, che non fu più interessato da ingressioni marine importanti dopo il Paleozoico). La Scarpata include a sud-ovest massicci isolati, come il cosiddetto Table Mountain (1 914 m), un massiccio di arenaria che incombe su Città del Capo; a est e a nord si sviluppa invece in catene montuose importanti; le principali sono i monti Drakensberg (Monti dei Draghi), caratterizzati da effusioni basaltiche e cime che toccano altezze superiori ai 3 000 m (la più alta è il Njesuthi, 3 408 m), da cui si dipartono catene minori (Stormberg, Nieuwveld e Sneeuwberg). Sempre nella zona nordorientale si trovano anche i sistemi montuosi Swartberg e Langeberg. Al di là della Scarpata si estende la pianura alluvionale costiera detta Basso Veld, salvo nella zona della Penisola del Capo, dove le formazioni rocciose giungono direttamente all'Oceano in una successione di promontori con coste a falesia. Il centro del paese è in gran parte occupato dai bacini semi-desertici del Grande e Piccolo Karoo, che sfumano a nord-ovest nel deserto del Kalahari, condiviso da Sudafrica e Namibia.


Da un punto di vista geologico, il territorio del Paese poggia su uno zoccolo di rocce cristalline del Precambriano, venate da importanti filoni auriferi e uraniferi (concentrati nella regione del Witwatersrand, in Transvaal). Il Karoo ricopre questo zoccolo con sedimenti di età paleozoica e mesozoica in alcuni punti fino a 7 000 m di profondità; anche questi sedimenti hanno un'importanza economica, essendo ricchi di carbone e di petrolio.



Idrografia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Fiumi del Sudafrica.



Il fiume Orange


Idrograficamente, il Sudafrica è diviso in diversi bacini, ma quello principale è nell'Oceano Atlantico. Il fiume più importante è l'Orange (1 860 km) a ovest, che nasce dal Lesotho e il cui vasto bacino (1 020 000 km²) corrisponde a buona parte degli altopiani; il fiume segna anche un tratto del confine con la Namibia. Il corso del fiume è però accidentato da rapide e cascate che ne rendono difficile la navigazione. Tra gli affluenti dell'Orange hanno una certa importanza il Vaal (1 200 km) e il Molopo (circa 1 000 km) che segna per lungo tratto il confine col Botswana ma è quasi sempre asciutto.


Nell'Oceano Indiano sfocia invece il Limpopo (1 600 km), che divide il Paese dal Botswana; anch'esso impossibile da navigare. Gli altri fiumi nascono in genere nella Grande Scarpata e presentano un andamento normale alla costa; fra i molti è celebre il Tugela che si origina sulle Drakensberg, ai confini col Lesotho, e forma le cascate omonime.


Tra i laghi del Sudafrica vi sono il lago Sibhayi, nel Kwazulu-Natal, il Groot Vloer, formato dal fiume Sak (che però è pressoché asciutto per gran parte dell'anno), e il lago Santa Lucia, nei pressi di Durban.


Fanno parte del Sudafrica anche diverse isole, tra cui le Isole del Principe Edoardo, circa 1 770 km a sud-est di Port Elizabeth, e numerose minori lungo la costa.



Clima |




La Grande Scarpata.


Il clima del Sudafrica è notevolmente vario in rapporto sia alla grande estensione territoriale, sia all'altitudine, sia all'esposizione al mare. La latitudine subtropicale e il profondo influsso marittimo sono all'origine del clima mediterraneo che caratterizza la parte meridionale del territorio, dove le temperature sono miti e le precipitazioni superano i 600 mm; le piogge sono legate all'avanzata di fronti freddi di origine antartica durante l'inverno, mentre quasi tutto il resto dell'Africa australe nello stesso periodo è sovrastato da un'area anticiclonica che impedisce l'afflusso di masse d'aria umida degli oceani circostanti. Al contrario, d'estate, quando in ambito continentale si instaurano condizioni di bassa
pressione, le masse d'aria umida provenienti dall'oceano Indiano al seguito dell'aliseo di sud-est investono le coste orientali e la Grande Scarpata irrorandole di abbondanti precipitazioni (1 000-1 500 mm). In particolare il KwaZulu-Natal gode di un clima caldo umido, che fa di questa provincia l'area più favorevole alla coltivazione di colture tropicali. Man mano che si prosegue verso l'interno le precipitazioni diminuiscono: sugli altopiani si aggirano sui 500-800  mm annui. In modo più netto si riducono proseguendo verso ovest fino a toccare i 60  mm a Port Nolloth, sull'Atlantico. Le escursioni termiche, sensibili sugli altopiani, sono alquanto contenute sulle coste.



Popolazione |


Il Sudafrica ha circa 54 002 000 abitanti che si concentrano nelle città principali dando una distribuzione irregolare nel paese (stima del 2014).



Demografia |




Crescita demografica del Sudafrica dal 1961 al 2015




















Popolazione[12]
Anno
Milioni
1950 13,6
2000 45,7
2016 56

Il Sudafrica è un paese fortemente multietnico; convivono, spesso con difficoltà, etnie bianche, nere, asiatiche e miste. La legge sudafricana riconosce formalmente quattro macro-categorie etniche: neri, bianchi, "coloured" (gruppi etnici di origine mista), e asiatici.


Il conteggio degli abitanti nel censimento del 1980 era di circa 23,8 milioni di persone; altri 4,6 milioni vennero aggiunti per compensare il sottodimensionamento riconosciuto, risultando in una popolazione nazionale di 28,4 milioni. Le cifre escludevano coloro che vivevano nelle tre nazioni che erano nominalmente indipendenti nel 1980 - circa 2,7 milioni nel Transkei, 1 milione nel Bophuthatswana e circa 350.000 nel bantustan del Venda. Una quarta "patria" (homeland), il Ciskei, con una popolazione di 678.000 abitanti, divenne "indipendente" nel 1981.[13]
Il successivo censimento, nel 1991, si svolse in un clima violenze politiche senza precedenti. Per la prima volta, il governo sudafricano utilizzò fotografie aeree e sondaggi campione per enumerare i residenti in ottantotto aree di "agitazione", che erano altrimenti inaccessibili ai funzionari del governo. Dopo essere stato rettificato per la sottovalutazione, il censimento del 1991 ha prodotto un conteggio di 30.986.920 cittadini, escludendo le quattro homelands "indipendenti". I residenti degli altri sei paesi non indipendenti ("autogovernanti") - 10.746.504 persone - vennero inclusi nel conteggio nazionale.[13]
Nel 1992, l'Ufficio del censimento degli Stati Uniti d'America stimava che il 48% di tutti i neri sudafricani e circa l'1% di tutti gli altri gruppi razziali vivevano nelle dieci terre di origine - che costituivano solo circa un settimo dell'intera superficie terrestre del Paese. Su questa base, l'ufficio stimà la popolazione totale del Sudafrica a 40,6 milioni.[13]
Nel 1994 il governo sudafricano stimò la popolazione nazionale totale a 40,4 milioni, dopo che tutte e dieci le homelands erano state ufficialmente reintegrate nel Sudafrica. In quell'anno, l'Ufficio del censimento degli Stati Uniti stimò la popolazione totale del Sudafrica a 43,9 milioni.[13]



Proiezioni demografiche |


La seguente tabella illustra le stime dell'Segretariato delle Nazioni Unite sulla popolazione del Sudafrica avendo come base di riferimento i dati del 2012:








































Anno

Popolazione (al 1º gennaio) - Proiezione
2015
54.957.000
2020
57.296.000
2025
59.702.000
2030
61.836.000
2035
63.670.000
2040
65.413.000
2045
67.075.000
2050
68.642.000
Fonte: Segretariato delle Nazioni Unite[14]


Etnie |


I neri bantu formano circa il 75% della popolazione, e sono suddivisi ufficialmente in 9 "nazioni": zulu 23%; xhosa 18%; sotho (del nord e del sud) 16%; tswana 7%; tsonga 4%; swazi 2,5%; venda 2%; ndebele 1,5%; pedi 1%. I bianchi formano circa il 13% della popolazione, e si suddividono in tre gruppi: boeri (afrikaner) 6,5%, anglosassoni 5,5%, altri (ascendenza principalmente portoghese, tedesca e italiana) 1%.


In Sudafrica i bianchi erano il 22% della popolazione nel 1921; da allora sono declinati al 16% nel 1980[15] e all'8,9% nel 2011,[16][17] sia per via di un tasso di incremento demografico inferiore ai neri e sia per via dell'emigrazione: almeno 800.000 bianchi hanno lasciato il Sudafrica dopo il 1995.[18] Secondo una stima del 2014 i bianchi sono 4.554.800, l'8,4% degli abitanti del Sudafrica.[19]


Gli asiatici formano circa il 3% della popolazione e si suddividono in due gruppi: indiani 2,5%, cinesi 0,5%. Le persone a sangue misto (coloureds) formano circa il 9% della popolazione. Boscimani e ottentotti non raggiungono lo 0,1% della popolazione.




Gruppi etnici dominanti in Sudafrica.

     Neri africani

     Coloured

     Indiano o asiatici

     Bianchi

     Non dominanti






Reddito annuale pro-capite per gruppo razziale in Sudafrica in relazione al reddito dei bianchi (100) dal 1917 al 2008. I neri sono i più poveri, guadagnando in media solo il 13% dello stipendio di un bianco nel 2008, seguiti dai coloured con il 22%. Solo gli asiatici si stanno gradualmente arricchendo, passando dal 42% del reddito dei bianchi del 1993 al 60% del 2008.














Gruppi etnici del Sudafrica
Censimento 1904[17]
Censimento 2011[16]






























Gruppo etnico Percentuale
Neri africani
  
67,5%
Bianchi
  
21,6%
Meticci/mulatti
  
8,6%
Asiatici
  
2,4%
































Gruppo etnico Percentuale
Neri africani
  
79,2%
Bianchi
  
8,9%
Meticci/mulatti
  
8,9%
Asiatici
  
2,5%




























































ETNIA PERC.
Zulu 22%
Xhosa 18%
Sotho 16%
Bianchi 13%
Coloured 9%
Tswana 7%
Tsonga 4%
Swazi 2,5%
Venda 2%
Pedi 1%
Indiani 2,5%
Cinesi 0,5%

Boscimani e
Ottentotti
0,1%





































































































































Etnicità del Sudafrica 1904–2014:
Anno
Popolazione totale
Neri (%)
Bianchi (%)

Coloured (%)
Asiatici (%)
1904[17]
5.175.463
3.491.056 (67,5%)
1.116.805 (21,6%)
445.228 (8,6%)
122.734 (2,4%)
1911[20][21][22]
5.973.394
4.019.006 (67,3%)
1.276.242 (21,4%)
525.466 (8,8%)
152.094 (2,5%)
1921[23][24]
6.927.403
4.697.285 (67,8%)
1.521.343 (22,0%)
545.181 (7,9%)
163.594 (2,4%)
1936[23]
9.587.863
6.595.597 (68,8%)
2.003.334 (20,9%)
769.242 (8,0%)
219.691 (2,3%)
1946[24][23]
11.415.925
7.830.559 (68,6%)
2.372.044 (20,8%)
928.062 (8,1%)
285.260 (2,5%)
1951[25]
12.671.452
8.560.083 (67,6%)
2.641.689 (20,8%)
1.103.016 (8,7%)
366.664 (2,9%)
1960[26][27]
16.003.139
10.928.264 (68,3%)
3.088.492 (19,3%)
1.509.258 (9,4%)
477.125 (3,0%)
1970[28][29][30]
21.402.470
15.036.360 (70,3%)
3.726.540 (17,4%)
2.021.430 (9,4%)
618.140 (2,9%)
1980[31]
23.771.970
15.970.019 (67,2%)
4.453.273 (18,7%)
2.554.039 (10,7%)
794.639 (3,3%)
1991
30.987.000
21.646.000 (69,9%)
5.068.300 (13,4%)
3.286.000 (10,6%)
987.000 (3,2%)
1996[16]
40.583.573
31.127.631 (76,7%)
4.434.697 (10,9%)
3.600.446 (8,9%)
1.045.596 (2,6%)
2001[16]
44.819.778
35.416.166 (79,0%)
4.293.640 (9,6%)
3.994.505 (8,9%)
1.115.467 (2,5%)
2011[32][33]
51.770.560
41.000.938 (79,2%)
4.586.838 (8,9%)
4.615.401 (8,9%)
1.286.930 (2,5%)
2014[34]
54.002.000
43.333.700 (80,2%)
4.554.800 (8,4%)
4.771.500 (8,8%)
1.341.900 (2,5%)
2018[35]
57.725.600
46.682.900 (80,9%)
4.520.100 (7,8%)
5.074.300 (8,8%)
1.448.300 (2,5%)


Religione |


Le religioni più diffuse sono quelle cristiane:
protestantesimo della chiesa riformata sudafricana (circa 35%);
cattolicesimo (10%);
anglicanesimo (10%);
metodismo, luteranesimo e altre fedi cristiane (nel complesso circa 30%).
Si hanno poi islamici (1,5%), induisti (1,5%) ed ebrei (0,5%).


Ecco il quadro completo secondo il censimento del 2016:




Cattedrale Anglicana presso George.





Moschea sufista a Ladysmith.



























































RELIGIONE PERC.
Chiesa di Zion 11,1%
Pentecostali 8,2%
Cattolici 7,1%
Metodisti 6,8%
Chiesa Riformata Olandese 6,7%
Anglicani 3,8%
altri Cristiani
36%
Musulmani 1,5%
Induisti 1,2%
Ebrei 0,3%
altro (animisti e buddisti) 2%
non specificata 1,4%
nessuna (atei e agnostici) 13,9%


Lingue |


Le lingue ufficiali sono 11 e corrispondono alle varie etnie.[1]
I colored parlano in maggioranza l'afrikaans, mentre gli asiatici usano soprattutto l'inglese.


Ecco il quadro completo secondo il censimento del 2001:





Lingue principali in Sudafrica.

     Afrikaans

     Inglese

     Ndebele del sud

     Xhosa

     Zulu

     Sesotho del Nord

     Sesotho del Sud

     Tswana

     Swati

     Venda

     Tsonga

     Lingue secondarie













































































LINGUA PERC. AB.
Zulu 23,8% 10.677.000
Xhosa 17,6% 7.907.000
Afrikaans 13,3% 5.983.000
Sesotho del Nord 9,4% 4.209.000
Tswana 8,2% 3.677.000
Inglese 8,2% 3.673.000
Sesotho del Sud 7,9% 3.555.000
Tsonga 4,4% 1.992.000
Swati 2,7% 1.194.000
Venda 2,3% 1.022.000
Ndebele del Sud 1,6% 712.000
Altre lingue 0,5% 217.000
TOTALE 100,0%
44.820.000


Immigrazione |


Nella seguente tabella vengone riportate le cifre di Statistics South Africa sulle ipotesi di immigrazione in Sudafrica in base alla razza; i numeri negativi rappresentano la migrazione netta dal Sudafrica verso altri paesi.[36]

































Anno
Africani
Asiatici
Bianchi
1985-2000
1.135.275
14.476
-304.112
2001-2005
769.038
23.335
-133.782
2006-2010
922.885
34.688
-112 046
2011-2015
1.067.936
40.929
-95.158


Ordinamento dello Stato |



Suddivisione amministrativa |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Suddivisioni del Sudafrica, Province del Sudafrica e Distretti del Sudafrica.

Fino al 1994, il Sudafrica era suddiviso nelle tradizionali quattro repubbliche boere (Capo, Transvaal, Orange e Natal) e in 10 bantustan. Questa suddivisione venne sostituita con una più aderente alla distribuzione demografica, che conta nove province autonome. Il Kwazulu-Natal ha una struttura amministrativa diversa dalle altre province, di tipo monarchico; l'attuale sovrano (re degli zulu) è Zwelithini.






















































































Province del Sudafrica
Provincia Capoluogo Abitanti capoluogo Superficie (km²) Abitanti[37]
Densità (ab./km²)
Provincia del Capo Occidentale Città del Capo 3.569.359 129.370 5.018.906 37,82
Provincia del Capo Settentrionale Kimberley 182.937 361.830 1.144. 535 2,25
Provincia del Capo Orientale Bisho 147.593 169.580 6.977.948 38,41
KwaZulu-Natal Pietermaritzburg 891.607 92.100 10.226.814 109,46
Free State Bloemfontein 583.253 129.480 3.004.846 21,23
Provincia del Nordovest Mafikeng 74.165 116.320 3.405.933 29,28
Gauteng Johannesburg 3.888.180 17.010 10.043.168 578,77
Mpumalanga Nelspruit 116.705 79.490 3.632.837 45,70
Limpopo Polokwane 136.107 123.910 5.477.449 44,20



Città principali |


Nel 2007, in Sudafrica vi erano 6 municipalità con oltre 1 milione di abitanti e 8 che contavano tra i 500.000 e 1 milione di abitanti (nel 2001 erano 6). Alcuni di essi sono costituiti da centinaia di minuscoli insediamenti molto vicini l'uno all'altro.


























































































































































Johannesburg
Johannesburg
Cape Town
Cape Town
Durban
Durban
Germiston
Germiston


Posizione
Municipalità
Città principale

Provincia
Pop.

Pretoria
Pretoria
Port Elizabeth
Port Elizabeth
Bloemfontein
Bloemfontein
East London
East London


1 Municipalità di Johannesburg Johannesburg Gauteng 3,888,180
2 Municipalità di Città del Capo Città del Capo Western Cape 3,497,097
3 eThekwini Durban KwaZulu-Natal 3,468,086
4 Ekurhuleni Germiston Gauteng 2,724,229
5 Municipalità di Tshwane Pretoria Gauteng 2,345,908
6 Municipalità di Nelson Mandela Bay Port Elizabeth Eastern Cape 1,050,930
7 Mangaung Bloemfontein Free State 752,906
8 Buffalo City East London Eastern Cape 724,312
9 Emfuleni Vanderbijlpark Gauteng 650,867
10 Msunduzi Pietermaritzburg KwaZulu-Natal 616,730
11 Thulamela Thohoyandou Limpopo 602,819
12 Polokwane
Polokwane (Pietersburg)
Limpopo 561,772
13 Mbombela Nelspruit Mpumalanga 527,203
14 Bushbuckridge Bushbuckridge Mpumalanga 509,970
15 Makhado Louis Trichardt Limpopo 471,805
16 Rustenburg Rustenburg Nordovest 449,776
17 King Sabata Dalindyebo
Mthatha (Umtata)
Eastern Cape 444,830
18 Emalahleni Witbank Mpumalanga 435,217
19 Matjhabeng Welkom Free State 405,031
20 City of Motlosana Klerksdorp Nordovest 385,782
Statistiche del 2007[38]


Istituzioni |




Palazzo del Parlamento a Città del Capo.



Costituzione |


La Costituzione in vigore è stata emanata il 10 dicembre 1996. Più precisamente, la Costituzione del Sudafrica è entrata in vigore il 4 febbraio 1997.



Poteri dello Stato |


Il Presidente è anche Capo del Governo, dunque ha poteri molto ampi. Egli è eletto dall'Assemblea Nazionale la quale, per prassi, lo individua nel leader del partito vincitore delle elezioni, ed esercita il potere esecutivo direttamente.


Il potere legislativo spetta al parlamento bicamerale, composto di Consiglio Nazionale delle Province, già Senato (90 membri eletti in ognuna delle province per la durata di 5 anni), e Assemblea Nazionale (440 membri eletti dal popolo con il sistema proporzionale, senza sbarramento, allo scopo di rappresentare anche le etnie minoritarie, per la durata di 5 anni).


Per legge devono partecipare al governo attraverso la nomina di vicepresidenti tutti i partiti che superano il 20% dei suffragi.


Il sistema giudiziario si basa sulla Common Law britannica e sul diritto olandese.


Le forze armate sono state riorganizzate nel 1994 e ora sono racchiuse nella SANDF, organo cui fanno capo tutte le armi dell'esercito e della polizia. La SANDF ha assorbito tutte le precedenti strutture militari ufficiali e non, ivi comprese la vecchia SADF, i servizi segreti sudafricani e l'ala militare dell'ANC.



Ordinamento scolastico |





Università di Pretoria


L'istruzione è obbligatoria tra i 7 e gli 11 anni.
L'istruzione primaria dura 7 anni; essa è divisa in una sezione inferiore (due anni) e una superiore; l'istruzione secondaria è quadriennale e comprende una sezione inferiore triennale che termina con un esame (Junior Certificate) e una sezione superiore, che si conclude con un esame di ammissione universitaria (Matriculation).



Università |


La più antica università del Sudafrica è stata inaugurata il 1º ottobre 1829: si tratta dell'Università di Città del Capo (sorta come South African College).



Sistema sanitario |




L'Ospedale Groote Schuur dove avvenne il primo trapianto di cuore.


Il sistema sanitario e di sicurezza sociale sono da sempre molto sviluppati e fortemente integrati, sia nel settore pubblico che in quello privato. Essi assicurano benefici o sussidi ai disoccupati, agli invalidi civili e militari, agli anziani, ai malati cronici. L'assistenza medica è gratuita per i bambini fino al compimento del sesto anno di età e per le donne incinte. La legge sudafricana impone un basso costo per i medicinali contro l'AIDS sin dal 1999. Dopo un'iniziale opposizione, nel 2001 le case farmaceutiche hanno accettato questa legge. La prima operazione di trapianto cardiaco al mondo avvenne in Sudafrica nel 1967 ad opera del chirurgo Christiaan Barnard, presso l'ospedale Groote Schuur.



Forze armate |














































South African Army

Esercito Sudafricano


Descrizione generale
Attiva

1912 - oggi
Nazione
Sudafrica
Tipo

esercito
Dimensione
39.445 unità attive

12.300 in riserva


Guarnigione/QG

Pretoria, Gauteng
Battaglie/guerre

Prima guerra mondiale, Seconda guerra mondiale, Guerra di Namibia, Conflitto dell'Africa Centrale
Sito internet
http://www.army.mil.za/
Parte di

Forze di Difesa Nazionali del Sudafrica

Comandanti

Ministro della difesa
Nosiviwe Mapisa-Nqakula
Comandante attuale
Vusumuzi Masondo

Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Il South African Army (Esercito del Sudafrica in lingua inglese) è la principale forza armata della Repubblica del Sudafrica e si occupa della difesa terrena nazionale. La sua nascita risale al 1912, durante la così nota Unione Sudafricana.


Il ruolo dell'esercito del Sud Africa ha subito un processo fortemente evolutivo negli anni successivi al 1994, anche in occasione della sua armonizzazione all'interno delle neonate Forze di difesa nazionali, che raggruppa le tre forze armate (terra, mare e acqua) e il servizio medico militare.


Al giorno d'oggi l'esercito si sta rendendo sempre più partecipe e protagonista nelle missioni di peacekeeping in Africa del sud, spesso come parte di più ampie operazioni dell'Unione africana.


È doveroso citare anche il programma nucleare che il paese mise in atto a partire dal 1974 sotto spinta dell’allora primo ministro Balthazar Johannes Vorster. Il Sudafrica dispose di un armamento costituito da sei testate, più una settima mai completata. Con il crollo dell’Apartheid, tuttavia, il governo decise spontaneamente di rinunciare al suo arsenale nucleare, smantellandolo definitivamente verso il 1990.[39]



Politica |



Politica interna |


Dalla fine dell'apartheid e il suffragio universale all'inizio degli anni 90, la forza politica dominante è l'African National Congress (ANC), peraltro diviso in correnti.


Le elezioni generali del 27 aprile 1994 videro prevalere l'ANC (62,65% e 252 seggi) sul National Party (NP: 20,39% e 82 seggi), ex-partito guida dei bianchi, e sul Inkatha Freedom Party (IFP: 10,54% e 43 seggi), partito degli zulu. Solo altri 4 partiti entrarono in Assemblea Nazionale, con 23 seggi in totale. L'ANC optò per un governo sostenuto dai tre maggiori partiti. L'Assemblea Nazionale elesse presidente Nelson Mandela (ANC).


Nelle elezioni generali del 2 giugno 1999 si rafforzò l'ANC (66,35% e 266 seggi) e crollò il NNP (ex-NP: 6,87% e 28 seggi), superato dal Democratic Party (DP: 9,56% e 38 seggi), ex-opposizione durante l'apartheid, e dal IFP (8,58% e 34 seggi), mentre si affermò l'interrazziale United Democratic Movement (UDM: 3,42% e 14 seggi). Altri 8 partiti entrarono in Assemblea Nazionale, con 20 seggi in totale. L'ANC confermò l'alleanza di governo con il NNP e l'IFP. Thabo Mbeki (ANC) fu eletto presidente.




L'Union building, sede dell'esecutivo del Sudafrica


Le elezioni generali del 14 aprile 2004 videro l'ulteriore rafforzamento dell'ANC (69,69% e 279 seggi) e della Democratic Alliance (DA, ex-DP: 12,37% e 50 seggi) e l'indebolimento dell'IFP (6,97% e 28 seggi) e dell'UDM (2,28% e 9 seggi) e soprattutto del NNP (che confluì nell'ANC nel 2005). Altre 8 liste entrarono in Assemblea Nazionale, con 34 seggi in totale. L'ANC decise di governare da solo. Thabo Mbeki (ANC) fu rieletto presidente.


Dalle elezioni del 2004 il governo dell'ANC gode di una vasta maggioranza e di un appoggio da parte di altri partiti minori, come ad esempio il Partito Comunista del Sudafrica e dalla Confederazione sindacale più importante nel paese, il Congress of South African Trade Unions (COSATU). I punti di disaccordo interni ai movimenti sindacali relativi alle politiche del lavoro e della distribuzione del reddito sono passati in secondo piano al momento delle elezioni, per poi riaccendersi nel periodo post-elettorale. Il governo è stato accusato di non tener fede a quanto annunciato durante la vasta campagna elettorale con lo slogan “crescita, impiego e ridistribuzione (growth, employment and redistribution – GEAR), che di fatto ha lasciato indietro la redistribuzione, eccezion fatta che per la élite legata al Governo a livello provinciale e nazionale.





Cyril Ramaphosa, attuale presidente del Sudafrica.


Nelle elezioni generali del 22 aprile 2009 si è avuta la vittoria dell'ANC, anche se indebolita dalla recente scissione del Congress of the People (CoPe), e il rafforzamento della DA. Jacob Zuma (ANC) è stato eletto presidente.


L'attuale politica interna è volta soprattutto alla lotta all'AIDS e alla criminalità, che ha raggiunto, specie nelle grandi città, livelli insostenibili. Altro punto delicato che il governo si trova costantemente ad affrontare è quello della tutela delle diverse etnie, tutte molto gelose della propria autonomia. Anche il problema della corruzione ai vertici dell'ANC, che ha il monopolio del potere politico, ha causato notevoli dissidi.


Sebbene vari analisti siano d'accordo nel predire un futuro relativamente roseo per il paese, sono ancora molti i problemi che il Sudafrica si trova a affrontare, e molti di questi (soprattutto la violenza, il divario sociale ricchi-poveri e l'AIDS) rischiano di destabilizzarlo fatalmente. La riequilibratura tra lo standard di vita della minoranza bianca e quello della maggioranza nera è ancora un'utopia, con metà della ricchezza concentrata nelle mani del 10% della popolazione. Le leggi di “discriminazione positiva” per garantire delle quote ai neri non hanno prodotto i risultati sperati (il differenziale tra i più ricchi e i più poveri continua ad aumentare), così come la riforma agraria che continua a essere la questione più dibattuta.


Il periodo di assestamento successivo alla fine del potere bianco dura ancora oggi, e i risultati si fanno sentire: in 12 anni il paese ha perso 29 posizioni nell'indice di sviluppo umano, il 40% della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà, il lavoro nero e la criminalità fioriscono soprattutto nelle townships di periferia.


Il Sudafrica presenta una società ancora troppo divisa lungo le linee di appartenenza razziale ove, se la parte nera della popolazione dispone di gran parte del potere politico, quella bianca (integrata dalla élite che ha consentito il mantenimento dello status quo) esercita un notevole controllo su quello economico. L'ANC ha in cantiere una serie di provvedimenti legislativi che dovrebbero consentire alla popolazione di colore di disporre di una considerevole parte del potere economico e finanziario, secondo il cosiddetto Black Economic Empowerment (BEE), che prevede il possesso di quote azionarie e la presenza nei Consigli di amministrazione da parte della popolazione di colore. I principali problemi del Sudafrica sono, al momento attuale, un elevatissimo tasso di disoccupazione, il 26,7% al settembre 2005, una criminalità violenta e dilagante ed un costante aumento della diffusione dell'HIV/AIDS. L'AIDS rappresenta una vera piaga sociale, che colpisce quasi il 30% dei Sudafricani. Vedi anche Diffusione dell'HIV in Sudafrica.
Dal 2009, grazie al governo di Zuma, la situazione sanitaria è in miglioramento. Il trattamento dell'AIDS con farmaci anti-retrovirali è aumentato dal 40% al 60%, e la trasmissione dell'infezione da HIV tra madre e feto si è dimezzata. Il nuovo piano si propone di arrivare all'80% di copertura terapeutica dei pazienti e di dimezzare la mortalità per tubercolosi, malattia fortemente associata all'AIDS.
Dal 2012 il governo sudafricano ha istituito l'assicurazione sanitaria nazionale (National Health Insurance) per garantire a tutti i cittadini sudafricani l'assistenza sanitaria essenziale. L'iniziativa è partita con 10 distretti e prevede di estendersi in tutto il paese per il 2018.



Politica estera |


Il Sudafrica del post-apartheid ambisce, in quanto stato più sviluppato, ad assumere il ruolo di guida degli Stati del continente, e in particolare dell'Africa australe, nonché di mediatore super partes dei vari conflitti. La sua azione nell'ambito della SADC, dell'Organizzazione dell'Unità Africana (OUA) e dell'ONU è stata in questi anni molto incisiva. Il paese è altresì rientrato nell'orbita britannica, aderendo al Commonwealth e instaurando ottimi rapporti anche con gli altri paesi economicamente più sviluppati.
Nel 2010, il Sudafrica è entrato a far parte dell'associazione di Paesi emergenti nota come BRICS (con Brasile, Russia, India e Cina).



Economia |









Johannesburg, capitale economica del paese.


Nonostante i gravi problemi sociali ereditati dall'apartheid, l'economia del Sudafrica è la più importante del continente africano.[40]
Il Paese produce da solo oltre un terzo del reddito continentale, grazie soprattutto alle risorse minerarie (oro, diamanti, platino, ferro, cromo, carbone) e alle industrie collegate.
Alcuni valori macroeconomici per l'anno 2015 sono: tasso di crescita del PIL pari al +2% annuo, debito pubblico pari al 35% del PIL, budget deficit/PIL 4%, tasso prime rate 9,25%, disoccupazione 24%, inflazione 6%.


L'agricoltura è tra le più sviluppate dell'Africa, anche se con forti squilibri: alle efficienti e produttive aziende agricole che attuano un'agricoltura di piantagione altamente specializzata si affiancano le agricolture di sussistenza, praticate nei villaggi con metodi tradizionali. L'agricoltura e la pesca non solo soddisfano l'intero fabbisogno nazionale, ma producono anche prodotti da esportazione. La produzione di cereali è concentrata nel cosiddetto "triangolo del mais", cioè l'area compresa fra la città di Mafikeng, il Lesotho e lo Swaziland. Il 69% del terreno agricolo del paese è comunque destinato all'allevamento: il Sudafrica è uno dei principali produttori di lana di pecora e di pellicce di karakul.


Per quanto riguarda la silvicoltura, il paese ha messo a punto programmi di rimboschimento di pini ed eucalipti, specie che sono alla base delle esportazioni di legno grezzo e dello sviluppo d'importanti attività industriali. Le aree dove tale settore è più sviluppato sono il Mpumalanga e la zona di George.




Contadini sudafricani.


L'attività mineraria e l'industria rappresentano i settori più importanti dell'economia sudafricana. Ai giacimenti di oro e diamanti, iniziale richiamo per i colonizzatori, si affiancano altre risorse presenti in maniera diversificata e in grande quantità nel sottosuolo, come argento, platino, uranio e carbone. Grazie a ciò si è sviluppata anche un'importante industria pesante, che va a sommarsi a quelle che producono beni di consumo (meccaniche, tessili e alimentari) o di lavorazione dei prodotti agricoli e della pesca.


All'incirca il 93% dell'energia è di origine termica.


Da circa un decennio le industrie metallurgiche italiane collaborano con quelle sudafricane, questo ha permesso ad entrambe le nazioni un miglioramento economico notevole.


Il livello relativamente alto di sviluppo economico del paese non impedisce una larga diffusione della povertà: circa il 40% della popolazione del paese vive con meno di 2 dollari statunitensi al giorno.[41]



Trasporti |





Aeroporto Internazionale OR Tambo.



  • Strade: 362.000 km (la guida è a sinistra)

    • Strade nazionali: 7.200 km


  • Ferrovie: 22.916 km (scartamento 1.067 mm)

  • Porti: Città del Capo, Durban, East London, Mosselbaii, Port Elizabeth, Richards Bay, Saldanha

  • Marina mercantile: 8 navi per 371.000 tsl

  • Aeroporti: 740 (2001) tra cui l'Aeroporto Internazionale OR Tambo (ex Johannesburg International ex Jan Smuts International) (Johannesburg)



Ambiente |


Il 5% del territorio è protetto (il 4% è parzialmente protetto).


Trattati ambientali:



  • Convenzione di Ramsar

  • CITES

  • CBD Convenzione sulla Diversità Biologica

  • Protocollo di Montréal (emissione CFC)

  • Basilea (rifiuti tossici)



Parchi nazionali |





Parco nazionale di Table Mountain.





  • Addo Elephant National Park [2]


  • Agulhas National Park [3]


  • Augrabies Falls National Park [4]


  • Bontebok National Park [5]


  • Golden Gate Highlands National Park [6]


  • Karoo National Park [7]


  • Kgalagadi Transfrontier Park [8]


  • Knysna National Lake Area
    [9][collegamento interrotto]


  • Kruger National Park [10]


  • Mapungubwe National Park [11]


  • Marakele National Park [12]


  • Mountain Zebra National Park [13]


  • Namaqua National Park [14]


  • Table Mountain National Park [15]


  • Tankwa Karoo National Park [16]


  • Tsitsikamma National Park [17]


  • Vaalbos National Park
    [18][collegamento interrotto]


  • West Coast National Park [19]


  • Wilderness National Park
    [20][collegamento interrotto]




Flora e fauna |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Fauna selvatica in Sudafrica.



Giraffe al Kruger National Park


Le caratteristiche climatiche si riflettono fedelmente nella copertura vegetale, che si presenta abbondante e rigogliosa nelle regioni meglio irrorate, povera e rada nelle zone dove le precipitazioni scarseggiano. Dal punto di vista floristico si può dividere il Paese in sei principali zone vegetali: la foresta, la savana, la steppa, la macchia di tipo mediterraneo, la steppa desertica e il deserto.


La foresta, che si stende solo su zone che ricevono una quantità copiosa di precipitazioni, ricopre appena lo 0,25% dell'intero territorio ed è di tipo temperato, subtropicale e montano: la foresta temperata è diffusa prevalentemente nella fascia collinare compresa tra i rilievi del Langeberge e la costa meridionale e in aree più modeste del Natal centrale; la foresta subtropicale si estende lungo la fascia costiera del Natal e della sezione orientale della Provincia del Capo; la foresta montana nelle medesime regioni di quella subtropicale, ma in aree più ristrette e prevalentemente sui versanti più esposti ai venti umidi.


La savana è diffusa principalmente nel Transvaal settentrionale e orientale, nella porzione settentrionale e sud-orientale della Provincia del Capo e nella fascia costiera del Natal; spesso è associata a piante d'alto fusto, quali l'acacia, l'euforbia e il baobab.


Alla savana succede gradualmente, procedendo verso l'interno, la steppa, che si stende a coprire una vasta sezione dell'altopiano, delimitata a ovest dall'isoieta di 375 mm, e precisamente il Transvaal centrale e meridionale, l'Orange Free State, gran parte del Natal e la sezione più orientale della Provincia del Capo.




Campo di fiori al West Coast National Park


La copertura vegetale tipica della cuspide sud-occidentale del Paese che gode di clima mediterraneo, con estati calde e asciutte e inverni miti e piovosi, è la macchia di tipo mediterraneo, che costituisce un'associazione mista, erbacea ed arbustiva, con caratteri spesso accentuatamente xerofili.


Dalla macchia e dalla steppa si trapassa gradualmente nella steppa desertica, che è caratterizzata da piante succulente e da arbusti spinosi e che si estende prevalentemente sull'Hoë Karroo; più a ovest, nel Namakwaland sudafricano e nel Bosmanland, la vegetazione s'impoverisce e il paesaggio assume l'aspetto del deserto, ravvivato qua e là da pochi arbusti spinosi.


Per le caratteristiche della sua fauna, il territorio della Repubblica Sudafricana è considerato parte della regione etiopica, di cui però costituisce una subregione particolare per certe peculiarità, quali l'assenza degli scimpanzé, dei gorilla e di vari tipi di pappagalli e la presenza di springboks (antilopi del Sudafrica) e di altri animali, fra i quali una grande varietà di insetti. La diffusione dei bantu e la colonizzazione dei bianchi hanno ridotto notevolmente il numero dei grandi carnivori e degli erbivori che nei secoli passati popolavano queste terre: il rinoceronte bianco è rappresentato da pochi esemplari in una riserva dello Zululand; l'elefante sopravvive solo nella foresta temperata di Knysna e nel Kruger National Park; qui si trovano anche numerosi leoni, che vivono liberamente anche nel Trasvaal settentrionale. Numerosi sono i roditori (circa 150 specie) ed i felini, come il gatto selvatico, la lince, il leopardo e il gattopardo. Ci sono ben 350 specie di rettili, di cui 125 di serpenti, quali il cobra, il pitone e la vipera; la diffusione dei coccodrilli è limitata alla sezione nord-orientale del Paese. Numerosi sono i ragni, gli scorpioni e così pure gli insetti, dei quali si calcola esistano nell'Africa del Sud almeno 40.000 specie. Gli uccelli sono rappresentati da oltre un migliaio di specie: numerosi sono i pappagalli ed i rapaci, quali l'aquila, il falco, il nibbio, il gufo, la civetta e il serpentario, che gode della reputazione di uccisore di serpenti e come tale è rispettato e protetto; gli struzzi vivono prevalentemente nelle savane e nelle steppe. I pesci, di cui si conoscono almeno 200 specie, abbondano nelle acque dei fiumi; le anguille vivono solo nei corsi d'acqua che tributano all'Oceano Indiano.



Cultura |



Arte |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Arte contemporanea sudafricana.

In Sudafrica coesistono numerose culture, e di conseguenza anche numerose tradizioni artistiche. La cultura boera (caratterizzata da valori come il pionierismo, la frugalità, la famiglia patriarcale e i vincoli di sangue, il patriottismo, nonché dalla lingua, afrikaans e la religione calvinista riformata) si esprime in numerosi settori, dall'architettura (tipico del Sudafrica è lo stile coloniale noto come Cape Dutch) alla letteratura.



Letteratura |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Letteratura sudafricana.

La letteratura sudafricana ebbe il suo periodo d'oro nel XIX secolo, in cui la creazione di una letteratura boera era interpretata come affermazione dell'indipendenza culturale dei pionieri rispetto all'Europa e agli inglesi. Un genere letterario tipico di quest'epoca è il pamphlet accusatorio, spesso rivolto contro gli inglesi, considerati i nemici del popolo boero. Negli anni venti, all'antianglicismo si affiancarono progressivamente altri temi politici, come l'anticomunismo. Negli anni trenta una nuova generazione di scrittori boeri (tra cui Van Wyk Louw, Krige ed Eybers) iniziarono ad allargare i propri orizzonti e trattare temi di carattere più universale. Durante l'apartheid, parte della letteratura boera si pone in posizioni di antagonismo rispetto al governo e al segregazionismo (per esempio Opperman, Breytenbach e Brink).


Le culture aborigene delle etnie bantu comprendono anch'esse una propria letteratura, tramandata oralmente da generazioni. In tempi recenti le forme letterarie occidentali sono state acquisite anche dai neri; importanti scrittori di origine bantu sono per esempio lo xhosa Jordan e lo zulu Dhlomo. Di etnia bantu è anche Mphahlele, a cui si deve una delle principali opere della letteratura sudafricana moderna, The African Image (1962).


La letteratura in lingua inglese è piuttosto tarda e si sviluppa appieno solo nel XX secolo. Essa è caratterizzata dall'approfondimento sociale, dall'opposizione ai boeri, dalla visione romanticheggiante dell'Africa. La principale autrice sudafricana in lingua inglese è certamente Nadine Gordimer, vincitrice nel 1991 del Premio Nobel per la letteratura.


Un altro importante esponente sudafricano, non solo scrittore, ma anche politico e attivista, fu Alan Paton (1903-1988), noto per il suo impegno contro l'apartheid


E ancora è da ricordare Miriam Tlali (1933-2017), la prima donna nera a pubblicare un romanzo nel suo Paese


In Sudafrica visse per nove anni (1896-1905) il poeta portoghese Fernando Pessoa. La cultura britannica e la lingua inglese, con cui entrò in contatto durante la sua permanenza a Durban, si rivelarono fondamentali per la sua formazione e per la costruzione della sua opera letteraria.[42]


Anche gli indiani hanno un discreto repertorio letterario, spesso in lingua inglese, più raramente in hindi. Le tematiche affrontate sono spesso di natura filosofico-religiosa.


Un residuo della colonizzazione olandese e dei loro discendenti boeri lo troviamo tuttora nella sigla automobilistica internazionale: ZA, nel codice ufficiale a due lettere dello standard ISO 3166-1 alpha-2: ZA e nel dominio Internet di primo livello nazionale (country-code top-level domain o ccTLD): .za che sono conseguenti alla denominazione dello Stato in lingua olandese: Zuid-Afrika.



Musica |


Una tradizionale musica da ballo sudafricana è rappresentata dal Kwela, che prende origine dalla musica africana e dal jazz.


Tra le grandi personalità musicali ricordiamo Miriam Makeba (1932-2008), che diede un contributo, riconosciuto a livello internazionale, alla cultura sudafricana.



Scienza e tecnologia |



Il primo trapianto di cuore al mondo |


Il 3 dicembre 1967 al Groote Schuur Hospital di Città del Capo (Sudafrica), viene eseguito il primo trapianto di cuore al mondo: Lewis Washkansky, 53 anni, diventa il primo essere umano ad essere sottoposto ad un trapianto di cuore, ma morirà 18 giorni dopo a causa di una polmonite. L'operazione venne eseguita dal team guidato dal chirurgo sudafricano Christiaan Barnard.



Il Sudafrica nello spazio |




  • 23 febbraio 1999: viene lanciato SUNSAT, il primo satellite sudafricano


  • 25 aprile 2002: Mark Shuttleworth è il primo astronauta sudafricano ad andare nello spazio.



Sport |



Rugby |





Circuito di Kyalami.


Lo sport nazionale del Sudafrica è il rugby. La Nazionale sudafricana ha infatti vinto i mondiali di rugby 1995 (che ha anche ospitato) e quelli in Francia nel 2007 e tre edizioni del Tri Nations (1998, 2004 e 2009).



Automobilismo e motociclismo |


Anche nell'automobilismo il Sudafrica ha ottenuto diversi risultati positivi. Il pilota più rappresentativo rimane senza dubbio Jody Scheckter campione mondiale di Formula 1 nel 1979 alla guida della Ferrari. Il Sudafrica partecipò inoltre con successo alla A1 Grand Prix, la Coppa del Mondo di automobilismo per nazioni. Ha ospitato il Gran Premio del Sudafrica di Formula 1, quello motociclistico del Motomondiale e quello di Superbike (sui circuiti di East London, Kyalami e Welkom), oltre a una prova del campionato A1 Grand Prix su quello cittadino di Durban.



Motocross |


Tyla Rattray ha vinto il Campionato Mondiale di Motocross classe MX2 (125 cm³ due tempi e 250 cm³ quattro tempi), in sella alla sua KTM SXF 250.



Golf |


Per il golf da ricordare Gary Player, vincitori di diversi ori in vari tornei internazionali.



Calcio |


La Nazionale di calcio del Sudafrica eccelle nei tornei continentali come la Coppa d'Africa, di cui ha vinto l'edizione del 1996 giocata proprio in terra sudafricana. Stenta invece nei campionati del mondo, cui ha partecipato nel 1998, nel 2002 e nel 2010 (come paese ospitante) senza mai raggiungere gli ottavi di finale. Tra i calciatori sudafricani ricordiamo Benni McCarthy, capocannoniere della Nazionale sudafricana con 32 reti.



Giochi olimpici |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Sudafrica ai Giochi olimpici.

Il primo atleta di una delegazione africana a vincere una medaglia d'oro olimpica fu il sudafricano Reggie Walker, nell'atletica leggera, ai Giochi olimpici di Londra 1908.



Altri sport e eventi sportivi |


Altri sport in cui il Sudafrica eccelle sono il rugby a 7, l'hockey su prato, il cricket e il polo.


Nel giugno 2009 ha ospitato l'8a edizione della FIFA Confederations Cup e nel 2010 è divenuto il primo paese africano ad ospitare un'edizione della Coppa del Mondo FIFA, vinta dalla Spagna.
Alcuni famosi giocatori sono Steven Pienaar, Tsepo Masilela e Siphiwe Tshabalala.
La possibilità di ospitare i Mondiali di calcio del 2010 ha permesso alla nazione di poter affermare al mondo la propria rinascita economica.



Tradizioni |







Gastronomia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Cucina sudafricana.

La cucina sudafricana può essere distinta da una fase praticata dai popoli indigeni africani e da una fase caratterizzata dalla colonizzazione del periodo coloniale.



Ricorrenze nazionali |




























Data
Nome
Significato
27 aprile

Festa della libertà
Festa nazionale: celebra le prime elezioni generali democratiche in Sudafrica, nel 1994
16 giugno
Giorno della Gioventù
Commemora la Rivolta di Soweto, che vide coinvolti migliaia di studenti e docenti neri, nel 1976
18 luglio

Nelson Mandela International Day
Celebrazione dell'anniversario di nascita di Nelson Mandela
9 agosto

Giornata nazionale della donna
in Ricordo alla marcia di protesta delle donne sudafricane, durante il periodo dell'Apartheid, nel 1956


Note |




  1. ^ ab South Africa, su The World Factbook, Central Intelligence Agency. URL consultato il 18 dicembre 2012.


  2. ^ È uno dei 51 Stati membri che nel 1945 diedero vita all’ONU.


  3. ^ Banca Mondiale


  4. ^ Dati dal Fondo Monetario Internazionale, ottobre 2013


  5. ^ Tasso di fertilità nel 2010, su data.worldbank.org. URL consultato il 12 febbraio 2013.


  6. ^ Valsecchi P., Sudafrica, in Dizionario di Storia, il Saggiatore–B-Mondadori, Milano 1993.


  7. ^ Bantu Education, «Policy for the Immediate Future», Dichiarazione del Dr. Verwoerd, 1954


  8. ^ Bantustan, «Britannica Online»


  9. ^ A. Booth, Swaziland (1984)


  10. ^ Nkomati Accord del 1984.


  11. ^ Vittoria Calvani, Il gusto della storia - L'età del "disordine mondiale", 2004


  12. ^ Dipartimento per gli affari economici e sociali, World Population Prospects: The 2017 Revision, su population.un.org. URL consultato il 10 settembre 2017.


  13. ^ abcd (EN) South African population - Size and Growth, su countrystudies.us. URL consultato il 3 novembre 2018.


  14. ^ World Population Prospects: The 2012 Revision, UN. URL consultato il 28 luglio2014.


  15. ^ Study Commission on U.S. Policy toward Southern Africa (U.S.), South Africa: time running out : the report of the Study Commission on U.S. Policy Toward Southern Africa, University of California Press, 1981, p. 42, ISBN 0-520-04547-5.


  16. ^ abcd Primary tables South Africa: Census ’96 and 2001 compared (PDF), Statistics South Africa, 2004, pp. 4–5, ISBN 0-621-34320-X. URL consultato il 24 novembre 2015.


  17. ^ abc Smuts I: The Sanguine Years 1870–1919, W.K. Hancock, Cambridge University Press, 1962, pg 219


  18. ^ White flight from South Africa | Between staying and going, The Economist, 25 September 2008


  19. ^ Mid-year population estimates 2014 (PDF), Statistics South Africa. URL consultato il 22 agosto 2014.


  20. ^ Gideon Shimoni, Community and Conscience: The Jews in Apartheid South Africa, Lebanon, New Hampshire, University Press of New England, 2003, p. 1–4, ISBN 978-1-58465-329-5.


  21. ^ Vital Statistics of South Africa


  22. ^ Anthony J. Christopher, A South African Domesday Book: the first Union census of 1911, Department of Geosciences , Nelson Mandela Metropolitan University, Port Elizabeth, Sudafrica, p. 22-34.


  23. ^ abc Popilation figure - Tabella A1


  24. ^ ab The Statesman’s Year-Book, Republic of South Africa/Republiek van Suid-Afrika, pp 1067-1096


  25. ^ The Statesman’s Year-Book: Statistical and Historical Annual of the States of the World for the Year 1958, a cura di S. Steinberg, The British Commonwealth and empire: Union of South Africa, pagina 256


  26. ^ The Statesman's Year-Book, 1967–1968 (104th annual edition), edited by S.H. Steinberg, Macmillan, Londra; St. Martin's Press, New York, 1967, pagine 1405–1424


  27. ^ The Europa Year Book 1969, Volume II: Africa, The Americas, Asia, Australasia, Europa Publications, London, 1969, pagina 1286


  28. ^ Censimento del Sudafrica, maggio 1970


  29. ^ Marcelle Kooy, Black Worker Unrest in South Africa 1971-1973 in Its Historical Context, pagina 55.


  30. ^ The Statesman's Year-Book, 1987–1988 a cura di J. Paxton, pagina 1.073


  31. ^ The Statesman's Year-Book, 1982–1983 a cura di J. Paxton, pagina 1.074


  32. ^ Census in brief (PDF), Statistics South Africa, 2003, ISBN 0-621-34293-9. URL consultato il 24 novembre 2015.


  33. ^ Census in brief (PDF), Statistics South Africa, 2012, p. 21, ISBN 978-0-621-41388-5.


  34. ^ Mid-year population estimates 2014. Statistics South Africa


  35. ^ Mid-year population estimates 2018. Statistics South Africa


  36. ^ Mid-year population estimates 2014 (PDF), Statistics South Africa, 31 luglio 2014. URL consultato l'8 dicembre 2015.


  37. ^ World Gazetteer (stima 2009), su world-gazetteer.com. URL consultato il 22 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2009).


  38. ^ Statistics South Africa, Community Survey, 2007, Basic Results Municipalities (pdf-file) Archiviato il 25 agosto 2013 in Internet Archive. Retrieved on 2008-03-23.


  39. ^ (EN) Uri Friedman, Why One President Gave Up His Country's Nukes, in The Atlantic, 9 settembre 2017. URL consultato il 12 settembre 2018.


  40. ^ [1]


  41. ^ Human development indices (PDF), su hdr.undp.org.


  42. ^ Sulla vita di Pessoa in Sudafrica, si veda Alexandrino E. Severino, Fernando Pessoa na África do Sul, Lisboa, D. Quixote, 1969



Bibliografia |




  • La Geografia - dizionario enciclopedico - Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A., Milano (1984)

  • Donald L. Horowitz, A Democratic South Africa?: Constitutional Engineering in a Divided Society (Perspectives on Southern Africa, No 46), 0520078853, 9780520078857, 9780585299808 University of California Press 1992



Voci correlate |



  • Namibia

  • Apartheid

  • Biltong

  • Costituzione del Sudafrica



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Collegamenti esterni |




  • Scheda sul Sudafrica sul sito Viaggiare Sicuri - Sito curato dal Ministero degli Esteri e dall'ACI

  • Consolato sudafricano in Italia, su sudafrica.it.

  • (DEFRENES) Mappa, su world-gazetteer.com.

  • (EN) Governo del Sudafrica, su gov.za.

  • (EN) Giornali, su southafrica.co.za.

  • (EN) Ministero degli Affari Esteri, su dfa.gov.za.

  • (EN) Partiti politici, su gov.za.

  • (EN) Ministeri, su go.za.

  • (EN) Mappa Sudafrica, su freeworldmaps.net.

  • Indirizzi utili, su ice.it.


Fotografia

  • Fotografia del Sudafrica, su africanphotos.gm.

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