Incisioni rupestri
Le incisioni rupestri (dette anche petroglifi o graffiti) sono segni scavati nella roccia con strumenti appuntiti di vario genere, come una punta di roccia più dura a forma di scalpello, utilizzando una tecnica di picchiettatura, guidata o meno da un percussore o una punta metallica (tipo pugnale, di bronzo o di ferro), o usando una tecnica di raschiatura a graffio, da cui il nome graffito.
Le figure formate in alcuni casi, da una fitta concentrazione di buchi, dette coppelle, si pensa potessero essere ricoperte di sostanze coloranti, in alcuni casi servivano per veicolare il sangue di animali sacrificati, durante riti animistici.
Si trovano incisioni rupestri ancestrali a partire da quando è comparso l'Homo sapiens, fino in epoca recente. In tutto il mondo solitamente si trovano in alpeggi da pascolo, vicino a fonti e a laghi. Rappresentano sia realtà della vita quotidiana pastorale e agricola, sia figure simboliche e fantastiche.
L'interpretazione di queste figure è discussa e varia da quella magico-simbolica, legata a riti religiosi di tipo sciamanico, a quella di figure fatte prevalentemente per passatempo da pastori fermi a guardia di greggi che pascolavano nei dintorni o che si abbeveravano.
Per l'osservazione il momento migliore è l'alba o il tramonto, a causa delle ombre marcate create dai raggi solari radenti, che le rendono più facilmente visibili.
Indice
1 Tutela
2 Luoghi di ritrovamento
2.1 Italia
2.1.1 Liguria
2.1.1.1 Zona intemelia
2.1.1.1.1 Monte Bego
2.1.1.1.2 Balzi Rossi
2.1.1.1.3 Monte Grammondo
2.1.1.2 Finalese
2.1.1.2.1 Ciappo delle conche
2.1.1.2.2 Ciappo dei ceci
2.1.1.2.3 Ciappo del sale
2.1.1.3 Monte Beigua
2.1.1.4 Genovesato
2.1.1.4.1 Pietra delle coppelle
2.1.2 Lombardia
2.1.2.1 Val Camonica
2.1.2.2 Valtellina
2.1.3 Piemonte
2.1.4 Toscana
2.1.5 Marche
2.1.6 Val d'Aosta
2.1.7 Date in pascoli e alpeggi
2.1.8 Giochi, mappe, scritte militari
2.1.9 Vollein
2.1.10 Sicilia
2.1.10.1 Grotta del Genovese
2.1.10.2 Grotte dell'Addaura
2.2 Algeria
2.3 Giordania
2.4 Francia
2.4.1 Provenza
2.4.1.1 Valle delle Meraviglie
2.5 Libia
2.6 Marocco
2.7 Stati Uniti
2.7.1 California
2.7.1.1 Valle della Morte
2.7.2 Utah
2.8 Perú
2.8.1 Giappone
3 Note
4 Bibliografia
5 Altri progetti
6 Collegamenti esterni
Tutela |
Le incisioni sono tutelate in Italia dalle Soprintendenze competenti per territorio, alle quali si chiede preventivamente l'autorizzazione per qualsiasi intervento diretto, durante le campagne di studio, organizzate in sede universitaria.
È permesso fotografarle, ma si sconsiglia l'uso del flash, che le fa scomparire nella foto, a meno di poterlo staccare per ottenere un lampo radente. La realizzazione di calchi di studio, quando autorizzati, prevede l'utilizzo di plastilina o stucco da vetro ritrattati.
L'utilizzo di materiali inadeguati, come i polimeri plastici che solidificano, rischia di danneggiare le incisioni ed è strettamente proibita per uso amatoriale. Un mezzo per ottenere delle copie che ne permettano lo studio è il ricalco a carboncino (frottage).
Luoghi di ritrovamento |
Italia |
In Italia sono molti i siti in cui si trovano incisioni rupestri, specialmente nell'arco alpino. Sono state fatte durante il neolitico e la tradizione si è interrotta in coincidenza con la conquista di Rezia ed arco alpino sotto Augusto.
Liguria |
L'Appennino Ligure occidentale è disseminato di siti dove si trovano incisioni rupestri. Precisamente si identificano le seguenti zone:
- Territorio Intemelio, nell'interno di Ventimiglia
- Territorio Ingauno, nell'interno di Imperia
- il Finalese, sulla costa e nell'interno di Finale Ligure
- la Val Bormida
- l'area del Monte Beigua
- il Genovesato, nell'interno di Genova
Le incisioni rupestri sono documenti risalenti all'epoca neolitica e all'età del ferro.
Zona intemelia |
Monte Bego |
Il Monte Bego è nella Valle delle Meraviglie, dove si trovano circa 30.000 incisioni rupestri.
Balzi Rossi |
I Balzi Rossi prendono il nome da percolamenti ferrosi che hanno colorato di rossastro le rocce calcaree dei dintorni. I Balzi Rossi sono noti per otto grotte delle quali, la Grotta dei Fanciulli, la Grotta Florestano, il Riparo Mochi e la Grotta del Caviglione, presentano molte incisioni di tipo lineare.
Monte Grammondo |
La notizia del ritrovamento di incisioni rupestri è pervenuta nel 1973 da ricercatori del Museo di Antropologia Preistorica Di Monaco; le incisioni sono di tipo lineare come quelle dei Balzi Rossi.
Finalese |
Ciappo delle conche |
Il "Ciappo (pietra) delle conche", (in genovese detta Ciappo de Cunche) è un sito archeologico preistorico, costituito da un lastrone di pietra di circa 30 m2 sul quale sono incise 30 figure e scavate 7 vaschette. Il sito si trova sulle alture di Finale Ligure, in prossimità di Orco Feglino e poco più in basso della cima sul pendio meridionale del Monte Cucco.
Sul lastrone roccioso digradante verso sud, si trovano le incisioni rupestri, non ben visibili se il sole è alto. I graffiti sono profondi e fatti sulla roccia con una superficie aspra. L'altezza delle figure varia da pochi centimetri a più di un metro e si distinguono in tre categorie:
- segni cruciformi, interpretati come immagini simboliche dell'uomo: alcuni di questi segni, di circa 20 cm di altezza, sono radunati in gruppi, interpretati come "famiglie", mentre un'unica figura, alta 1,3 m, raffigura forse un guerriero;
- figure di significato ignoto, a forma di rette e curve
- sistemi di vaschette, per raccogliere acqua piovana o altri liquidi.
Ciappo dei ceci |
Il "Ciappo dei ceci", si trova a circa 1 km più a sud del "Ciappo delle conche" e contiene lo stesso tipo di figure. Il toponimo "Ceci" potrebbe derivare da erxi ovvero lecci.
Ciappo del sale |
Il "Ciappo del sale" (in genovese detto Ciappu du sa), si trova nell'immediato entroterra del finalese, a 320 m s.l.m., vicino al paese di Portio Revelli, in località Rocca degli Uccelli, a metà strada su una mulattiera che conduce verso la località di Rocca di Corno. Dei tre "ciappi" con incisioni rupestri nel finalese, è il più comodo e accessibile.
La roccia si presenta piatta, di forma pentagonale irregolare, con il lato più lungo di 37 m e quello più corto di 7 m. Presenta incisioni rupestri simili a quelle del "Ciappo delle conche" e del "Ciappo dei ceci", con figure umane a forma di croce, vaschette, coppelle e altre figure di ignoto significato, come una figura rotondeggiante a raggiera unita ad un triangolo e una figura rotondeggiante irregolare con un punto nel centro.
Lungo il lato più lungo della pietra, si scorgono ancora oggi tracce sul calcare del passaggio dei mulattieri e dei buoi aggiogati ai carri, come è rappresentato in tante incisioni rupestri della Valle delle Meraviglie.
Monte Beigua |
Attorno al Monte Beigua esistono molte iscrizioni, sebbene la patina di ossidazione superficiale della roccia non consenta delle datazioni precise. Nel territorio dei comuni di Urbe e di Sassello, ed entro il Parco regionale del Beigua, sono presenti molte incisioni con forme a phi, cruciformi, stellate o vulvari. I siti sono quelli di "Grande Roccia", "Pietra Scritta", "Dolmen", "Roccia della Biscia".
Genovesato |
Pietra delle coppelle |
La "Pietra delle coppelle", scoperta nel 1908 da Arturo Issel, si trova sulle Giutte, sopra Acquasanta di Voltri (GE), in località "Bric Caramello", a quota di 510 m s.l.m.
La roccia è ricoperta da qualche centinaio di cavità rotonde di varie dimensioni, da 1/2 cm a 2 cm, chiamate coppelle, e da figure geometriche stilizzate, filiformi o a forma di croce, di significato antropomorfo. È presente inoltre un tetraedro scavato, con la punta orientata verso nord, con 35 coppelle delimitanti in un'area circolare. Si riconoscono anche affilatoi a polissoir.
Molte di queste coppelle e croci sono sicuramente preistoriche, mentre altre sono di epoca medioevale: è difficile stabirne con precisione l'epoca, essendo possibile che gruppi cronologicamente diversi siano mischiati tra loro e in mancanza di un contesto archeologico.
La pietra si trova su un antico percorso che parte dalla costa (tra Sestri Ponente e Voltri) e si dirige verso l'interno alle Capanne di Marcarolo, punto di incontro a metà strada per lo scambio tra i prodotti della pastorizia della tribù celto-ligure dei Dectunini, provenienti da Voltaggio, Gavi Ligure e Novi Ligure nell'interno, e il sale portato dai Liguri della costa. La frequente presenza di coppelle[1] lungo le "vie del sale", che dalla costa penetravano nell'interno, ne ha suggerito l'interpretazione come segnalazioni di un confine (che potrebbe essere confermato dalla presenza degli affilatoi per coltelli), ovvero come unità di misura di riferimento (sono infatti spesso presenti in numeri ricorrenti). Un'altra interpretazione è quella archeoastronomica[2].
Poco distante, verso ovest, in località Giandotto sotto il Poggio, su di un'altra roccia sono state più di recente, riconosciute incisioni rupestri con scene di caccia, di epoca preistorica.
Lombardia |
Val Camonica |
.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}
La Val Camonica (il nome deriva dalla popolazione dei Camuni), è una valle lombarda delle Alpi centrali situata a nord del lago d'Iseo.
È la "capitale" dell'arte rupestre alpina. Con oltre 300mila figure incise conserva la più alta concentrazione di petroglifi e si presenta come il punto di riferimento scientifico per la ricerca nel campo dell'archeologia rupestre. La grande quantità di figure, come al Monte Bego, è dovuta al particolare supporto roccioso, un'arenaria di origine permiana (o verrucano lombardo), a grana molto fine e cemento siliceo, fortemente levigata dai ghiacciai.
Poche figure più antiche risalgono alla fine del paleolitico (animali di grandi dimensioni, cervi, alci), ma la massima fioritura dell'arte rupestre camuna ebbe inizio alla fine del neolitico (metà del IV millennio a.C.), con la raffigurazione schematica di campi coltivati (le cosiddette "mappe" o "incisioni topografiche"), in corrispondenza con l'introduzione di pratiche agricole più evolute e con l'invenzione dell'aratro. Nella successiva età del rame (III millennio a.C.) seguì la raffigurazione di statue-stele e di composizioni monumentali (figure umane, pugnali, asce, scene di aratura a traino bovino, cervi e bovini allineati), di probabile significato e funzione rituale. Con l'età del bronzo antico e medio (figure di armi, asce, pugnali) questo primo grande ciclo termina.
Il secondo ciclo ha inizio con l'età del bronzo medio-recente (metà del II millennio a.C.), con la raffigurazione di figure umane schematiche (i cosiddetti "oranti"). L'età del ferro (80% di tutte le figure, I millennio a.C.) vede un notevole incremento del numero delle figure, delle rocce e dei soggetti incisi: guerrieri (corredati di spade, lance, asce, scudi, elmi...), duellanti, cavalieri, cacciatori, pugili, cervi, cani, oche, uccelli acquatici, grani e dispense, "rose camune". Con l'arrivo dei Romani (16 a.C.) inizia il declino dell'arte rupestre che tuttavia proseguirà ancora per circa due secoli. Per più di mille anni cessa l'attività incisoria per poi riprendere, in modo inspiegabile, verso la fine del Medioevo ossia nel XIV secolo, incrementare nel XV secolo e continuare nel XVI[3]. Il fenomeno è ben evidente nel sito di Campanine all'interno della Riserva delle incisioni rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo. Si tratta quindi più che di incisioni di pieno Medioevo, di manifestazioni da datarsi all'epoca Moderna. Un altro sito di interesse storico è il Monticolo di Darfo in cui vi sono incisioni databili ai secoli XIX e XX.
Valtellina |
Nella Valtellina, pietre incise sono presenti a Teglio, dove sono diffuse su tutto il territorio esposto a mezzogiorno, con raffigurazioni di varia natura incise su rocce affioranti levigate.
A Grosio nel Parco delle Incisioni Rupestri si trova invece la Rupe Magna. La Rupe Magna è la più estesa roccia alpina incisa dall’uomo. Nei suoi 84 metri di lunghezza e 35 di altezza ospita più di 5.000 incisioni collocate cronologicamente tra la fine del Neolitico (III millennio a.C.) e l’Età del Ferro (V sec. a.C.).
Grosio - La Rupe Magna
Grosio
Grosio
Piemonte |
Pietre incise sono presenti in tutte le valli della Alpi occidentali; tra esse in val Chisone ("Cro' da lairi", "Pera d'la cru'"), in val di Susa e in Val Sangone ("Roc dl'Ursi", "Coazze").
In val di Susa, oltre a numerose rocce coppellate, tra le quali la tavola a coppelle detta Perà Crevolà[4] di Menolzio, la Pera 'dle Masche[5] (roccia delle streghe) di S. Antronino, la roccia di Susa[6] e quelle del Truc Monsagnasco[7] nella collina morenica di Rivoli, sono molto importanti i complessi figurativi di Mompantero e della Valcenischia, con spirali e meandri[8] della fine dell'età del Bronzo (tra la fine del II e l'inizio del I millennio a.C.), figure di armati della media età del Ferro (V-IV sec. a.C.) tra i quali armati di spada[9] che testimoniano l'origine protostorica della danza armata degli Spadonari, figure di asce[10] della tribù celtica dei Segusini (III-I sec. a.C.), probabili figure di gladiatori[11] dei primi secoli della romanizzazione.
In Valle Po è notevole per numero e posizione panoramica il gruppo di rocce coppellate di Bric Lombatera[12], scoperto da Araldo Cavallera.
In Val Maira, vi è una massiccia presenza di incisioni rupestri di tipo coppelliforme, altre interessanti si trovano sempre in Provincia di Cuneo, in Valle Varaita, in Valle Po e Valle Grana (Loc. Campo Fey antropomorfi sessuati preistorici).
La maggior parte delle scoperte di incisioni rupestri in queste valli sono dovute a Riccardo Baldi, del "Centro studi di arte preistorica" di Pinerolo. Da vedere quelle presenti sul colle di Valmala sul Monte Roccerè (vedi Coppelle e Antropomorfi in Valle Maira - Anthropomorphic Rock Art - Italy cup marks - Comune di Roccabruna) un possibile Antropomorfo di cm 113x138, diverse altre figurazioni e circa 5000 coppelle, molte delle quali però appaiono dovute alla naturale disgregazione di nuclei di roccia meno resistenti.
Nell'alta Valchiusella vi sono due siti importanti:
- la cosiddetta Pera dij Crus[13], nella val Dordogna, sopra la frazione di Tallorno: si tratta un masso isolato di circa 10 m2, con numerose incisioni di figure antropomorfe preistoriche, sia maschili che femminili, e cruciformi storici.
Sentiero delle anime, che parte dal paese di Traversella, lungo il quale su numerosi massi sono presenti soprattutto incisioni cruciformi.
Secondo la leggenda ogni croce rappresenterebbe un guerriero dei Salassi ucciso dai soldati romani.
Toscana |
Tra le province di Pistoia e Prato sono state ritrovate molte incisioni rupestri con figure a coppelle, tipi a ogiva, tipi cruciformi anche antropomorfi (Sassi scritti delle Limentre), segni a phi.
Nella zona di Carrara, sul Monte Sagro sono presenti incisioni rappresentanti lame pennate sulla parete nord, tra i 900 e 1000 m di altitudine.
Anche in Garfagnana[14] e nelle zone limitrofe sono presenti iscrizioni rupestri: in
Garfagnana alcuni massi coppellati sono situati presso antichi luoghi di culto divenuti successivamente santuari alpestri cristiani, come nel caso del santuario di San Viano presso Campocatino di Vagli Sotto (LU).
In questi ultimi anni anche in Lunigiana si sono trovate incisioni rupestri, in particolare ricordiamo:
- La Grotta di Diana a Canossa di Mulazzo
- Nel Vallone della Nuda (Fivizzano)
- Monte Grosso sopra Fivizzano
- Regnano frazione di Casola in Lunigiana
- Sito di Logarghena nel comune di Filattiera[15]
- Sotto il Monte Losanna nel comune di Bagnone
Marche |
In territorio del Comune di Ancona, sul Monte Conero, a quota 500 m circa, è presente un notevole complesso di incisioni rupestri, in parte visibili su una notevole bancata costituita dalla parte sommitale dello strato guida calcarenitico del Marchesini. le incisioni più o meno profonde, di chiara origine antropica, sono costituite da canaletti, coppelle, vaschette circolari e rettangolari, e da un petroglifo isolato riconoscibile come "segno vulvare". La bancata, inclinata Nord-Sud, confina con una vasta area rocciosa tuttora coperta da cotica erbosa e riempimenti terrosi, che occultano chiaramente una prosecuzione delle incisioni, parzialmente affioranti verso Sud, dove si vedono tagli squadrati nella roccia e, all'estremo confine della balza rocciosa, le parti terminali di due canali a taglio squadrato.[16]
Val d'Aosta |
La Valle d'Aosta, oltre a numerose rocce coppellate, ospita interessanti siti di arte rupestre preistorica dell'età del Rame (Chenal) e dell'età del Bronzo (Barmasse). Assolutamente notevole è la necropoli megalitica di Aosta Saint Martin de Corléans (età del Rame e antica età del Bronzo), che ospita numerose statue stele, tra i capolavori dell'arte megalitica europea (III millennio a.C.).
Segni semplici
La presenza di incisioni con coppelle e canaletti, è piuttosto comune nell’arte rupestre alpina, e in Valle d’Aosta sono state segnalate oltre un centinaio di rocce cosi’ incise, accompagnate da altrettante interpretazioni diverse, spesso accompagnate da segni cruciformi, antropomorfi, balestriformi, cerchi, rettangoli e reticolati.
Queste incisioni sono difficilmente collocabili nel tempo con precisione perche’ possono essere riferite a un arco temporale molto lungo nella storia della specie umana, dalla preistoria più antica sino ad epoche molto recenti.
Edifici
Sugli edifici rurali della Valle d’Aosta le prime incisioni sono del XVI secolo: improvvisamente dal Cinquecento fioriscono le date sulle case ma anche sulle pietre sparse o nelle cave: un architrave (soprattutto secoli XVI-XVII, con iniziali, croci o monogrammi), una pietra angolare, un blocco più grande degli altri nel muretto a secco…
Date in pascoli e alpeggi |
In ambito agro-pastorale si trovano scritte su lastroni di rocce tenere, come serpentinite, cloritite, calcare o calcescisto marmoreo, spesso recanti date e nomi dei pastori.
Termini catastali
Sono forse i segni più ricercati perche’ delimitano i confini tra le diverse proprieta’ private, o tra queste e il sulo pubblico, o ancora i confini tra i comuni adiacenti, e il segno può arricchirsi fino a diventare una mappa stilizzata.
Giochi, mappe, scritte militari |
I giochi rappresentati sulle rocce della Valle d’Aosta ritrovati finora sono due, il Filetto, formato da un quadrato di 9 punti, e la Triple enceinte, tre quadrati concentrici, ed entrambi consistono nel riuscire a mettere in fila tre delle proprie pedine, come nel gioco spesso chiamato Tris che ancora oggi praticano i bambini: da noi queste incisioni sono rare e quindi ancor piu’ suggestive.
Altre incisioni sono quelle riconducibili a eventi bellici o militari: si va dalle guerre napoleoniche alla seconda guerra mondiale, e in genere sono grandi e ben definite, con il nome del militare e/o del corpo di appartenenza e la data, di solito su rocce tenere: calcari massivi o marmi o pietra ollare.
Lillianes
In località Plan des Sorcières nel settembre 2007 sono stati riconosciuti alcuni massi di diverse dimensioni, lavorati a coppelle, databili per la loro fattura a coppelle della tarda Età del Ferro, ovvero la seconda metà del I millennio a.C.
Vollein |
Le incisioni rupestri di Vollein, in comune di Quart, consistono in piccole scanalature contorte collegate a buchi a coppella, e sono prossime alla necropoli Neolitica dell’inizio del III millennio a.C. di cui potrebbero quindi essere coeve; il loro significato non è ancora chiaro, potrebbero essere dei riferimenti ad elementi strutturali concreti, come canali irrigui, oppure riferirsi agli astri, alla topografia circostante o, ancora, a riti sacrificali. Nel settore più a SE dello stesso dosso lapideo e’ anche incisa una piccola croce, che sembra non essere collegata alle prime incisioni.
Bard
Nel comune di Bard, in una località particolarmente suggestiva ai piedi della rocca nei pressi del cimitero, si trova il geosito di Bard, che riporta incisioni naturali accanto ad altre di chiara origine antropica. Tra le prime sono molto belle le cosiddette “marmitte dei giganti”, ossia buche scavate dalle attivita’ erosive dei ghiacciai con risultati particolarmente regolari; vi sono poi incisioni il cui significato e’ da ricollegarsi ai culti religiosi praticati in loco fin dal Neolitico.
Un lungo scivolo, ancora usato come gioco dai bambini del luogo, ha parzialmente cancellato una grande figura a reticolo e alcune coppelle, fatti risalire al IV millennio a.C.; la figura più suggestiva di questo insieme è una “Barca con appendici serpentiformi, a doppia protome ornitomorfa”, risalente con molta probabilita’ alla I Età del Ferro, che trova riscontri simili nell’arte rupestre del coevo complesso Camuno-Valtellinese.
Montjovet
Le rocce con arte figurativa in Valle d’Aosta non sono molte: la prima ad essere segnalata nel 1971 fu la roccia di Montjovet - Chenal, presso il castello omonimo. Si tratta di una parete rocciosa incisa in quattro fasi differenti: la più antica e interessante risale probabilmente al periodo tra il IV ed il III millennio a.C., perche’ tra le altre figure vi compaiono anche dei pendagli a doppia spiarale gia’ noti anche sulle statue-stele dell’età del Rame dell’arco alpino, compreso quello di St. Martin-de-Corléans.
Valtournenche
Una seconda roccia incisa con importanti motivi figurativi si trova a Valtournanche.
Come quella di Montjovet, anche questa riporta due aree distinte: nella prima è incisa una maschera e nella seconda asce interpretate come armi primitive, un coltello interpretato come pugnale e coppelle. La maschera viene associata all’arte megalitica bretone, nonché a motivi presenti sulle stele alpine, mentre il gruppo di “armi” è fatto risalire al periodo del Bronzo Antico.
Villeneuve
nei pressi della centrale idroelettrica di Villeneuve e’ stata scoperta una bella pietra incisa, la roccia di Le Crou – Champrotard, che riporta disegni di armi databili all’età del Rame e del Bronzo Antico: oltre a rappresentazioni topografiche e coppelle, riporta pugnali del tipo Remedello e un’alabarda dell’Antica Età del Bronzo.
Sitografia
http://www.archeosvapa.eu
https://www.andarpersassi.it
http://www.regione.vda.it/territorio/territorio/geositi/vollein/incisioni_i.asp
Pietra con le 7 coppelle
Particolare di due coppelle
Coppella e canaletti
Sicilia |
Grotta del Genovese |
La grotta del Genovese si trova sull'isola di Levanzo (Egadi), a nord ovest del piccolo centro abitato. Si apre nelle rocce calcaree che costituiscono l'isola e venne abitata alla fine del paleolitico superiore (tra 10.000 e 6.000 anni a.C.). La grotta conserva immagini di animali del Quaternario (Cervus elephas, il Bos primigenius e l'Equus hydruntinus), insieme ad alcune figure umane con maschere a testa di uccello simili a quelle delle grotte dell'Addaura. Oltre a queste vi sono dipinte figure palesemente più recenti, colorate in nero e rosso (figure umane maschili e femminili insieme a mammiferi e pesci tra cui il tonno).
Grotte dell'Addaura |
Le grotte dell'Addaura, che si aprono sul fianco nord-orientale del Monte Pellegrino, a sud ovest della spiaggia di Mondello, furono abitate nel paleolitico e nel mesolitico: vi furono rinvenuti ossa e strumenti utilizzati per la caccia, e presentano sulle pareti un complesso di incisioni rupestri che costituiscono un caso unico nel panorama dell'arte rupestre preistorica.
In una delle grotte le incisio rupestri fra l'epigravettiano finale e il mesolitico raffigurano uomini ed animali: in mezzo a numerosi bovidi, cavalli selvatici e cervi, viene rappresentata una scena dominata da un gruppo di personaggi, disposti in circolo, che circonda due figure centrali con il capo coperto ed il corpo fortemente inarcato all'indietro. L'interpretazione della scena è discussa: secondo alcuni studiosi si potrebbe trattare di acrobati, mentre altri ritengono venga raffigurato un rito che prevedeva il sacrificio di due persone, guidate da sciamani[17]; le due figure mascherate ai lati dei personaggi centrali potrebbero essere inoltre sciamani che assistono ad una cerimonia d'iniziazion
Algeria |
L'altopiano di Tassili n'Ajjer è noto per l'arte rupestre di epoca preistorica e per altri antichi siti archeologici di epoca neolitica, quando in questa regione il clima era più umido e al posto del deserto vi era la savana.
Giordania |
Wadi Rum
Francia |
Provenza |
Valle delle Meraviglie |
La "Valle delle Meraviglie" (Vallée des Merveilles) si trova sul confine italo-francese, nelle Alpi Marittime, vicino a San Dalmazzo di Tenda e contiene un'importante raccolta di incisioni rupestri, costituita da circa 40.000 immagini, incise principalmente sul Monte Bego e dintorni, tra la Valle del Roia, che collega la riviera ligure di ponente al Piemonte, per mezzo del Colle di Tenda, e la val Gordolasca, che serve la zona di Nizza.
Le incisioni rupestri si trovano ad una altitudine da 1.900 a 2.600 m s.l.m., oltre che nella "Valle delle Meraviglie" e nella val Fontanalba, anche nella Valauretta e nella Valmasca. Un piccolo gruppo di figure dello stesso tipo ma fuori da quest'area, si trovano al Colle del Sabbione, lungo i sentieri che discendono verso Cuneo, fino al Lago Vej del Bouc[18], sopra ad Entracque.
La valle era stata da epoche antichissime meta della transumanza estiva proveniente dalla costa, dalla pianura del Cuneese e dalle valli interne, entro un raggio di circa 30 km. Le impronte podaliche lasciate dall'uomo di Neanderthal, indicano che la valle era frequentata già a partire da 300.000-50.000 anni fa, mentre le figure incise sulla roccia risalgono all'uomo di Cro-Magnon, a partire da circa 46.000 anni fa.
Nel 1460 le prime notizie sulle figure della valle vennero riportate in una lettera alla moglie scritta da Pierre de Monfort, un viaggiatore che la attraversò, descrivendola come un luogo infernale, con figure di diavoli e mille demoni scolpiti dappertutto sulle rocce. Nel 1650 Pietro Gioffredo, uno storico di Nizza, descrisse le figure, interpretandole come incise per passatempo da pastori preistorici. Nel 1877 lo studioso Émile Rivière rilevò e descrisse 408 figure identificandole, per la prima volta, con animali, armi e strumenti. Nel 1885 Clarence Bicknell, un ricco pastore inglese residente a Bordighera, dedicò trent'anni alla ricerca e allo studio delle incisioni, segnalandone circa 20.000. Il materiale raccolto si trova al museo e biblioteca Clarence Bicknell di Bordighera. In seguito si susseguirono le pubblicazioni di studiosi sulle figure incise del Monte Bego e delle valli limitrofe, in particolare sulla rivista "Annali liguri di storia patria".
Le incisioni rupestri appaiono scolpite in "posa" statica, senza ordine e senza proporzioni fra di loro e con la realtà. Le loro dimensioni variano da pochi centimetri a qualche metro, essendo in media di circa 20 cm d'altezza e 10 cm di larghezza. Talvolta sono concentrate in gruppi, che globalmente assumono un significato monumentale complesso, come se fosse una processione. Molti segni appaiono modificati e sovrapposti nel tempo, altri sono appena percettibili alla luce radente dell'alba.
Esistono 3 grandi gruppi di figure, suddivise secondo il modo di esecuzione, che sono state eseguite tra il 3000 a.C. ca. e il 14 a.C., epoca della conquista romana.
- Un primo gruppo comprende figure realizzate con una fitta punteggiatura, eseguita per picchettamento con punta metallica o punta litica dura. Si tratta di circa 37.000 figure, che rappresentano animali cornuti, aratri, armi e strumenti, figure umane, capanne e poderi (che sembrano planimetrie per delimitare i confini di zone agricole e di pascolo, con sentieri e fonti), recinti d'animali, pelli, paramenti, trappole per animali. Alle figure si aggiungono segni geometrici, come quadrati, cerchi, rettangoli, punti, croci, stelle e altri segni di incerto significato. Alcune figure umane sono particolarmente significative (il volto del sourcier, o "rabdomante", il chief tribù, o capotribù, colpito alla testa da un pugnale e altri personaggi di tipo sciamanico o mitologico). Il cosiddetto "volto del Cristo" è invece probabilmente una realizzazione moderna.
- Il secondo gruppo è costituito da incisioni sottili, accompagnate da piccoli segni graffiti per strisciamento con punte metalliche. Si tratta di circa 3.000 figure, con fasci di linee a forma d'albero, figure antropomorfe, segni a pettine, a meandro, a zig-zag, a reticolo, animali come uccelli, ma anche ricci di mare e meduse. Esistono anche figure in abbigliamento medioevale e scritte con i nomi dei paesi dei dintorni (Tenda, Briga in val Roia, Triora, corte e in villaggi vicini alla valle Argentina, Pigna, Dolceacqua e altri paesi della val Nervia, da cui provenivano i pastori).
- Un terzo gruppo comprende pitture rupestri in ocra rossa, probabilmente di epoca neolitica, che raffigurano una caccia con l'arco allo stambecco.
Le incisioni furono realizzate con punte in minerali duri e in seguito con punte in metallo, sulla tenera roccia locale, spesso approfittando delle sottili patine di alterazione che ricoprono lo strato scistoso della roccia
Libia |
Nel sito di Tadrart Acacus numerose incisioni sono state ritrovate in diversi luoghi all'interno di caverne e ripari sotto le rocce.
Quest'area è stata iscritta come Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1985 per l'importanza delle pitture rupestri e incisioni che visi trovano. Le pitture sono state datate dal 12.000 a.C. al 100 d.C. e riflettono i cambiamenti culturali e naturali nell'area. Le pitture e le incisioni rappresentano animali come giraffe, elefanti, struzzi e cammelli, ma anche di uomini e cavalli. Gli uomini sono riprodotti in varie situazioni di vita quotidiana come nell'atto di danzare e di suonare.
Marocco |
Ad Oukaimeden, località di montagna nell'Alto Atlante, a 74 km da Marrakech, sono frequenti incisioni rupestri raffiguranti pugnali, alabarde, animali e dischi (probabili scudi), il più grande dei quali ha un diametro di 20–30 cm
Stati Uniti |
California |
Valle della Morte |
Nella Valle della Morte sono state trovate incisioni rupestri in tre luoghi: Titus Canyon, "Marble Canyon" e "Mesquite Flats".
Utah |
All'interno del Parco nazionale degli Arches non sono mai stati trovati resti di insediamenti umani preistorici ma solo iscrizioni rupestri risalenti agli antichi abitanti dei Pueblo; da questa popolazione discendono gli attuali abitanti dei Pueblo di Acoma, Cochiti, Santa Clara, Taos e Hopi Mesa.
Perú |
Nel Parco nazionale di Manu (regione Madre de Dios), vi sono i petroglifi di Pusharo, enigmatici intagli dall'origine incerta.
Nella regione di Puno, vi sono i Petroglifi di Quiaca.
Giappone |
- tempio Awashima (città Kitakyūshū )
- Hikoshima (città Shimonoseki)
- Miyajima
- cave Temiya (città Otaru)
Note |
^ La presenza delle coppelle non è tuttavia facilmente riconoscibile: la loro semplicità le rende infatti facilmente confondibili con fenomeni naturali di erosione della pietra.
^ L'ipotesi archeoastronomica viene sostenuta da Giuseppe Brunod.
^ Gastaldi Cristina, Troletti Federico, La fase IV. L’età storica, Sansoni U., Gavaldo S. (a cura di), Lucus Rupestris. Sei millenni d’arte rupestre a Campanine di Cimbergo, Capo di Ponte (Bs), Ed. del Centro, 2009, pp. 339-378.
^ Archivio Online - arte rupestre ed etnografia delle Alpi piemontesi (a cura del Gruppo Ricerche Cultura Montana)
^ Archivio Online - arte rupestre ed etnografia delle Alpi piemontesi (a cura del Gruppo Ricerche Cultura Montana)
^ Archivio Online - arte rupestre ed etnografia delle Alpi piemontesi (a cura del Gruppo Ricerche Cultura Montana)
^ Archivio Online - arte rupestre ed etnografia delle Alpi piemontesi (a cura del Gruppo Ricerche Cultura Montana)
^ ARchivio Online
^ ARchivio Online
^ ARchivio Online
^ ARchivio Online
^ ARchivio Online
^ Archivio Online - arte rupestre ed etnografia delle Alpi piemontesi (a cura del Gruppo Ricerche Cultura Montana)
^ Oscar Guidi, "Incisioni rupestri della Garfagnana". Maria Pacini Fazzi Ed. Lucca, 1990.
^ Angelina Magnotta,Il culto della Dea Madre nella Terra di Luna Edizioni dell'Assemblea della Regione Toscana, Firenze 2015
^
G. Barbone, R. M. Lusardi Barbone, Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini, La roccia con incisioni del Monte Conero: relazione preliminare (PDF), XLII Riunione Scientifica dell'I.I.P.P. - L'arte preistorica in Italia, Trento, 2007. URL consultato il 27 gennaio 2014.
^ L'interpretazione della scena incisa come sacrificio umano sarebbe indicata dalla presenza, intorno al collo e ai fianchi dei due personaggi centrali, di corde atte a costringerne il corpo in un'innaturale e dolorosa posizione inarcata, che potrebbe essere la rappresentazione di un sacrificio tramite autostrangolamento, attestato anche in altre culture
^ Lago del Vei del Bouc.Entraque Sito Turistico Comune di Entracque
Bibliografia |
- Issel, Arturo (1892). Liguria Preistorica, parte III, pag.457. Acquasanta: Società Ligure di Storia Patria (Atti XL).
- De Marchi, Leonardo (2000). I sassi scritti delle Limentre: Appennino pistoiese e pratese. Gruppo Studi Alta Val del Reno, Porretta Terme (Bologna)
- Graziosi P., "L'arte preistorica in Italia", Sansoni Ed. Milano, 1973.
- Mannino G., "I graffiti parietali preistorici della Grotta dell'Addaura: la scoperta e nuove acquisizioni", Atti della XLI Riunione Scientifica dell'Istotuto Italiano di Preistoria e Protostgoria, San Cipirello (PA, 16-19 novembre 2006).
- Sansoni U., Marretta A. e Lentini S. (2001). Il segno minore. Arte rupestre e tradizione nella Bassa Valcamonica (Pisogne e Piancamuno). Edizioni del Centro. Centro Camuno di Studi Preistorici. Capo di Ponte (BS). 239 p.
- Priuli, Ausilio e Pucci, Italo (1994). Incisioni rupestri e megalitismo in Liguria. Priuli e Verlucca, editori. Ivrea (Torino). pag. 102. ISBN 88-8068-006-4
- Arcà, Andrea e Fossati, Angelo (1998) "Il complesso petroglifico e pittografico di Mompantero, valle di Susa (TO)" in Atti della XXXII Riunione Scientifica dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, Preistoria e Protostoria del Piemonte. Dedicata a Giuliano Cremonesi, Alba, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, 29 settembre/1º ottobre 1995, Firenze, pp. 327-341.
- Arcà, Andrea (2013), "Le Meraviglie del Bego e le coppelle delle Alpi nel quadro della “scoperta” scientifica ottocentesca delle incisioni rupestri alpine" in Rivista di Scienze Preistoriche, LXIII, pp. 217-253.
- Arcà, Andrea (2009), "Monte Bego e Valcamonica, confronto fra le più antiche fasi istoriative. Dal Neolitico al Bronzo Antico, parallelismi e differenze tra marvegie e pitoti dei due poli dell’arte rupestre alpina" in Rivista di Scienze Preistoriche, LIX, pp. 265-306.
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikimedia Commons
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulle incisione rupestre
Collegamenti esterni |
Incisioni rupestri, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
(EN) Incisioni rupestri, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Progetto europeo di catalogazione informatizzata delle incisioni rupestri.
EuroPreArt, database europeo di arte preistorica.
Scheda sul parco delle incisioni rupestri con Rupe Magna di Grosio (SO) (sul sito della Soprintendenza ai beni archeologici della Lombardia).
.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
Scheda sul parco nazionale delle incisioni rupestri di Capo di Ponte (BS)[collegamento interrotto]sul sito della Soprintendenza ai beni archeologici della Lombardia.
Introduzione all'arte rupestre delle Alpi, a cura di Orme dell'Uomo.
Dipartimento Valcamonica e Lombardia del Centro camuno di studi preistorici.
Riserva incisioni rupestri Ceto-Cimbergo-Paspardo[collegamento interrotto].
Sui Sentieri dell'Arte Rupestre, guida e itinerari sull'arte rupestre alpina.- Incisioni rupestri nel Parco naturale Orsiera Rocciavré - Riserva di Chianocco - Orrido di Foresto, su parco-orsiera.it.
- Incisioni rupestri nel Parco nazionale Val Grande, su parcovalgrande.it.
- Incisioni rupestri in Valgrande e dintorni, su in-valgrande.it.
Incisioni rupestri di Bard sul sito della regione Val d'Aosta.
.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}
Controllo di autorità | GND (DE) 4016718-5 |
---|