Ferro




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Nota disambigua.svgDisambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Ferro (disambigua).





































































































































Ferro
















































































































































 

 







26
Fe



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

manganese ← ferro → cobalto
Aspetto

Aspetto dell'elemento
Metallo argenteo
Generalità
Nome, simbolo, numero atomico ferro, Fe, 26
Serie metalli di transizione

Gruppo, periodo, blocco

8 (VIIB), 4, d
Densità 7960 kg/m³[1]
Durezza 4,0
Configurazione elettronica
Configurazione elettronica
Proprietà atomiche
Peso atomico
55,84 u

Raggio atomico (calc.)

140 (156) pm
Raggio covalente 126 pm
Configurazione elettronica [Ar]3d64s2

e per livello energetico
2, 8, 14, 2
Stati di ossidazione 2,3,4,6 (anfotero)
Struttura cristallina
cubica a corpo centrato

cubica a facce centrate fra 907 °C e 1 400 °C
Proprietà fisiche
Stato della materia solido (ferromagnetico)
Punto di fusione 1 808 K (1 535 °C)
Punto di ebollizione 3 273 K (3 000 °C)
Volume molare
7,09 × 10−6 m³/mol
Entalpia di vaporizzazione 349,6 kJ/mol
Calore di fusione
13,8 kJ/mol
Tensione di vapore
7,05 Pa a 1 808 K
Velocità del suono 4 910 m/s a 293,15 K
Altre proprietà
Numero CAS 7439-89-6
Elettronegatività 1,83 (scala di Pauling)
Calore specifico 440 J/(kg·K)
Conducibilità elettrica
9,96 × 106 /(m·Ω)
Conducibilità termica 80,2 W/(m·K)
Energia di prima ionizzazione 762,5 kJ/mol
Energia di seconda ionizzazione 1 561,9 kJ/mol
Energia di terza ionizzazione 2 957 kJ/mol
Energia di quarta ionizzazione 5 290 kJ/mol
Isotopi più stabili














































iso NA TD DM DE DP

54Fe
5,8% Fe è stabile con 28 neutroni

55Fe
sintetico 2,73 anni ε 0,231
55Mn

56Fe
91,72% Fe è stabile con 30 neutroni

57Fe
2,2% Fe è stabile con 31 neutroni

58Fe
0,28% Fe è stabile con 32 neutroni

59Fe
sintetico 44,503 giorni β
1,565
59Co

60Fe
sintetico
1,5 × 106  anni
β
3,978
60Co
iso: isotopo
NA: abbondanza in natura
TD: tempo di dimezzamento
DM: modalità di decadimento
DE: energia di decadimento in MeV
DP: prodotto del decadimento

Il ferro è l'elemento chimico di numero atomico 26 e con termine spettroscopico 5D4. Il suo simbolo Fe è un'abbreviazione della parola ferrum, il nome latino del metallo.


Questo elemento si trova sempre legato ad altri quali: carbonio, silicio, manganese, cromo, nichel, ecc. Con il carbonio il ferro forma le sue due leghe più conosciute: l'acciaio e la ghisa. La parola "ferro" è scorrettamente usata nel linguaggio comune per indicare anche le "leghe di ferro" a bassa resistenza, gli acciai dolci.


A livello industriale si riesce ad ottenere ferro con una purezza che si avvicina al 100%. Questo prodotto viene poi utilizzato per essere legato ad altri elementi chimici per ottenere leghe dalle più diverse caratteristiche.


Estremamente importante nella tecnologia per le sue caratteristiche meccaniche e la sua lavorabilità, in passato fu tanto importante da dare il nome ad un intero periodo storico: l'età del ferro.




Indice






  • 1 Cenni storici


  • 2 Caratteristiche


  • 3 Forme allotropiche del ferro


  • 4 Disponibilità


  • 5 Produzione


  • 6 Analisi


    • 6.1 Analisi colorimetrica


      • 6.1.1 Metodo del tiocianato


      • 6.1.2 Metodo dell'o-fenantrolina






  • 7 Applicazioni


  • 8 Ruolo biologico


  • 9 Metabolismo


  • 10 Isotopi


  • 11 Composti


  • 12 Precauzioni


  • 13 Citazioni letterarie


  • 14 Note


  • 15 Bibliografia


  • 16 Voci correlate


  • 17 Altri progetti


  • 18 Collegamenti esterni





Cenni storici |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Età del ferro e Storia della siderurgia.




Simbolo alchemico del ferro




Le prime prove di uso del ferro vengono dai Sumeri e dagli Ittiti, che già 4000 anni avanti Cristo lo usavano per piccoli oggetti come punte di lancia e gioielli ricavati dal ferro recuperato da meteoriti.


Durante il medioevo in alchimia il ferro era associato a Marte.


La storia dell'impiego e della produzione del ferro è comune a quella delle sue leghe ghisa e acciaio.



Caratteristiche |


Il ferro è il metallo più abbondante all'interno della Terra, costituendo il 16% della massa del nostro pianeta, ed è il sesto elemento per abbondanza nell'intero universo. La concentrazione di ferro nei vari strati della Terra varia con la profondità: è massima nel nucleo, che è costituito probabilmente da una lega di ferro e nichel, e decresce fino al 4,75% nella crosta terrestre. La grande quantità di ferro presente al centro della Terra non può essere tuttavia causa del campo geomagnetico, poiché questo elemento si trova con ogni probabilità a una temperatura superiore alla temperatura di Curie oltre la quale non esiste ordinamento magnetico nel reticolo cristallino.


Il ferro è un metallo che viene estratto dai suoi minerali, costituiti da composti chimici del ferro stesso, prevalentemente ossidi. Infatti sulla crosta terrestre il ferro non si rinviene mai allo stato elementare metallico (ferro nativo), ma sempre sotto forma di composti in cui è presente allo stato ossidato. Per ottenere ferro metallico è necessario procedere ad una riduzione chimica dei suoi minerali. Il ferro si usa solitamente per produrre acciaio che è una lega a base di ferro, carbonio ed altri elementi.


Il nucleo di ferro ha la più alta energia di legame per nucleone, perciò è l'elemento più pesante che è possibile produrre mediante fusione nucleare di nuclei atomici più leggeri e il più leggero che è possibile ottenere per fissione: quando una stella esaurisce tutti gli altri nuclei leggeri e arriva ad essere composta in gran parte di ferro, la reazione nucleare di fusione nel suo nucleo si ferma, provocando il collasso della stella su sé stessa e dando origine ad una supernova.


Secondo alcuni modelli cosmologici che teorizzano un universo aperto vi sarà una fase in cui tutta la materia sarà convertita in ferro a seguito di lente reazioni di fusione e fissione nucleare.



Forme allotropiche del ferro |


Esistono tre forme allotropiche del ferro denominate:



  • ferro alfa

  • ferro gamma


  • ferro delta.


Tali denominazioni seguono l'ordine alfabetico delle lettere greche: infatti in passato esisteva anche la denominazione "ferro beta", che è stata successivamente abbandonata in quanto non si tratta in realtà di una forma allotropica del ferro, come invece si pensava, bensì di una forma paramagnetica del ferro alfa, del quale preserva la struttura.[2]


Nel seguente diagramma di fase del ferro puro, ognuna di queste forme allotropiche esiste in un determinato intervallo di temperatura:[3]



  • il ferro alfa esiste a temperature comprese tra 760° e 910 °C;

  • il ferro gamma esiste a temperature comprese tra 910 °C e 1 394 °C;

  • il ferro delta esiste a temperature comprese tra 1 394 °C e 1 538 °C.


In genere, le varie forme allotropiche vengono indicate con lettere consecutive dell'alfabeto greco partendo dalla temperatura ambiente; nel caso del ferro viene saltata là lettere beta perché erroneamente essa era stata attribuita al ferro non magnetico presente a temperature comprese tra 768 °C (punto di Curie) e 910 °C. Le varie forme allotropiche del ferro sono differenti dal punto di vista strutturale: il ferro alfa, beta e delta presentano un reticolo cubico a corpo centrato con 9 atomi con una costante di reticolo maggiore nel caso del ferro delta, mentre il ferro gamma presenta un reticolo cubico a facce centrate con 14 atomi.[3]


Le soluzioni solide interstiziali del carbonio nel ferro assumono nomi differenti a seconda della forma allotropica del ferro in cui il carbonio è solubilizzato:[4]




  • ferrite alfa: carbonio in ferro alfa;


  • austenite: carbonio in ferro gamma;

  • ferrite delta: carbonio in ferro delta.





Diagramma di fase del ferro puro



Disponibilità |




Acque di colorazione rossastra, impartita dal ferro contenuto nelle rocce.




Frammenti di meteoriti contenenti ferro metallico.


Il ferro è uno degli elementi più comuni sulla Terra, della cui crosta costituisce circa il 5%. La maggior parte si trova in minerali costituiti da suoi vari ossidi, tra cui ematite, magnetite, limonite e taconite.


Si ritiene che il nucleo terrestre sia costituito principalmente da una lega di ferro e nichel, la stessa di cui è costituito circa il 5% delle meteore. Benché rari, i meteoriti sono la principale fonte di ferro allo stato metallico reperibile in natura, per esempio quelle del Canyon Diablo, in Arizona.



Produzione |




Ferro fuso durante la lavorazione dell'acciaio


Industrialmente il ferro è estratto dai suoi minerali, principalmente l'ematite (Fe2O3) e la magnetite (Fe3O4), per riduzione con carbonio in una fornace di riduzione a temperature di circa 2000 °C. Nella fornace di riduzione la carica, una miscela di minerale di ferro, carbonio sotto forma di coke e calcare, viene messa nella parte alta della fornace mentre una corrente di aria calda viene forzata nella parte inferiore.


Nella fornace il carbon coke reagisce con l'ossigeno dell'aria producendo monossido di carbonio:


2 C + O2 → 2 CO

Il monossido di carbonio riduce il minerale di ferro (nell'equazione seguente ematite) per fondere il ferro, diventando biossido di carbonio nella reazione:


3 CO + Fe2O3 → 2Fe + 3 CO2

Il calcare serve a fondere le impurità presenti nel materiale, principalmente biossido di silicio, sabbia ed altri silicati. Al posto del calcare (carbonato di calcio) è possibile usare la dolomite (carbonato di magnesio). A seconda delle impurità che devono essere rimosse dal minerale possono essere usate altre sostanze. L'alta temperatura della fornace decompone il calcare in ossido di calcio (calce viva):


CaCO3 → CaO + CO2

Poi l'ossido di calcio si combina con il diossido di silicio per formare la scoria


CaO + SiO2 → CaSiO3

La scoria fonde nel calore dell'altoforno (il diossido di silicio da solo resterebbe solido) e galleggia sopra il ferro liquido, più denso. Lateralmente l'altoforno ha dei condotti da cui è possibile spillare la scoria liquida o il ferro fuso a scelta. Il ferro così ottenuto è detto ghisa di prima fusione mentre la scoria, chimicamente inerte, può essere usata come materiale per la costruzione di strade o in agricoltura come concime per arricchire suoli poveri di minerali.


Nel 2000 sono state prodotte nel mondo circa 1,1 miliardi di tonnellate di minerale di ferro per un valore commerciale stimato di circa 250 miliardi di dollari, da cui si sono ricavate 572 milioni di tonnellate di ghisa di prima fusione. Anche se l'estrazione di minerali di ferro avviene in 48 paesi, il 70% della produzione complessiva è coperto dai primi cinque: Cina, Brasile, Australia, Russia e India.



Analisi |



Analisi colorimetrica |


Gli ioni ferro(II) (Fe2+) e ferro(III) (Fe3+) formano complessi di colore rosso con numerosi composti organici. Due di questi complessi sono usati a scopo analitico e la concentrazione dello ione ferro(II) o ferro(III) viene dedotta dalla misura dell'intensità del colore del complesso formatosi.



Metodo del tiocianato |


Il campione in soluzione acida per acido cloridrico o acido nitrico 0,05 M-0,5 M viene trattato con un eccesso di soluzione di tiocianato di potassio (KSCN); gli ioni tiocianato formano con gli ioni di ferro(III) dei complessi colorati rosso-ruggine, in eccesso di tiocianato lo ione complesso maggioritario è Fe[(SCN)6]3-. Gli ioni ferro(II) non reagiscono, ma possono essere preventivamente ossidati a ioni ferro(III).


L'assorbanza della soluzione viene letta alla lunghezza d'onda di circa 480 nm.


Tra i cationi che possono interferire nella misura vi sono l'argento, il rame, il nichel, il cobalto, lo zinco, il cadmio, il mercurio e il bismuto; tra gli anioni vi sono i fosfati, i fluoruri, gli ossalati e i tartrati che possono formare complessi abbastanza stabili con gli ioni di ferro(III), competendo con il tiocianato. I sali di mercurio(I) e di stagno(II) vanno ossidati ai corrispondenti sali di mercurio(II) e di stagno(IV), perché distruggono il complesso colorato.


Qualora la presenza di interferenti fosse eccessiva, è possibile precipitare gli ioni ferro(III) in forma di idrossido per trattamento con una soluzione acquosa di ammoniaca concentrata, separare l'idrossido di ferro(III) ottenuto e scioglierlo nuovamente nell'acido cloridrico diluito; oppure estrarre il complesso tiocianato di ferro (III) con una miscela 5:2 di 1-pentanolo ed etere etilico.



Metodo dell'o-fenantrolina |


Gli ioni ferro(II) formano un complesso rosso-arancione con l'o-fenantrolina [(C12H18N2)3Fe]2+, di cui l'intensità dipende dal pH nell'intervallo tra 2 e 9. L'assorbanza della soluzione viene letta alla lunghezza d'onda di 510 nm.


Gli ioni ferro(III) vengono preventivamente ridotti a ioni ferro(II) per trattamento con cloruro di idrossilammonio o idrochinone.


Tra gli interferenti vi sono il bismuto, l'argento, il rame, il nichel, il cobalto e gli ioni perclorato.



Applicazioni |






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Lo stesso argomento in dettaglio: acciaio, acciai legati e ghisa.

Il ferro è il metallo in assoluto più usato dall'umanità, rappresenta da solo il 95% della produzione di metalli del mondo. Il suo basso costo e la sua resistenza nella forma detta acciaio ne fanno un materiale da costruzione indispensabile, specialmente nella realizzazione di automobili, di scafi di navi e di elementi portanti di edifici. I composti del ferro più utilizzati comprendono:



  • la ghisa di prima fusione, contenente tra il 4% e 5% di carbonio e quantità variabili di diverse impurezze quali lo zolfo, il silicio ed il fosforo. Il suo principale impiego è quello di intermedio nella produzione di ghisa di seconda fusione e di acciaio;

  • la ghisa di seconda fusione, la ghisa propriamente detta, che contiene tra il 2,06% ed il 3,5% di carbonio e livelli inferiori delle impurezze sopra menzionate, tali da non incidere negativamente sulle proprietà reologiche del materiale. Ha un punto di fusione compreso tra 1 150 °C e 1 200 °C, inferiore a quello di ferro e carbonio presi singolarmente ed è quindi,il primo prodotto a fondere quando ferro e carbonio sono scaldati insieme. È un materiale estremamente duro e fragile, si spezza facilmente, persino quando viene scaldato al calor bianco;

  • l'acciaio al carbonio, che contiene quantità di carbonio variabile tra lo 0,10% e l'1,65%. Secondo il tenore o percentuale di carbonio si dividono in:

    • extradolci (meno dello 0,15%);

    • dolci (da 0,15% a 0,25%);

    • semiduri (da 0,25% a 0,50%);

    • duri (oltre lo 0,50%);



  • il ferro comune, tecnicamente detto battuto o dolce contiene meno dello 0,5% di carbonio, quindi si tratta comunque di acciaio. È un materiale duro e malleabile. Spesso tuttavia con il termine ferro vengono indicati comunemente l'acciaio extradolce e quello dolce;

  • un ferro particolarmente puro, noto come "ferro Armco", viene prodotto dal 1927 con particolari procedimenti ed è impiegato dove si richiede un'elevatissima permeabilità magnetica e un'isteresi magnetica trascurabile.

  • gli acciai speciali, oltre a contenere carbonio sono addizionati di altri metalli quali il cromo, il vanadio, il molibdeno, il nichel e il manganese per conferire alla lega particolari caratteristiche di resistenza fisica o chimica;

  • l'ossido di ferro(III) (Fe2O3), nelle varietà magnetite e maghemite, usato per le sue proprietà magnetiche come materiale per la produzione di supporti di memorizzazione, ad esempio supportato su polimeri nei nastri magnetici.



Ruolo biologico |


Il ferro è essenziale per la vita di tutti gli esseri viventi, eccezione fatta per pochi batteri.


Gli animali inglobano il ferro nel complesso eme, un componente essenziale delle proteine coinvolte nelle reazioni redox come la respirazione. Eccessi di ferro aumentano quindi le reazioni redox provocando così un aumento dei radicali liberi. Per evitare ciò, il ferro nel nostro organismo è legato a proteine che regolano il suo stato di ossidazione. Il ferro inorganico si trova anche negli aggregati ferro-zolfo di molti enzimi, come le azotasi e le idrogenasi.


Inoltre esiste una classe di enzimi basati sul ferro, classe che è responsabile di un'ampia gamma di funzioni di svariate forme di vita quali: la metano-monoossigenasi (conversione del metano in metanolo), la ribonucleotide riduttasi (conversione del ribosio in desossiribosio), le emeritritine (fissazione e trasporto dell'ossigeno negli invertebrati marini) e l'acido fosfatasi porpora (idrolizzazione degli esteri dell'acido fosforico).


La distribuzione degli ioni ferro nei mammiferi è regolata in maniera molto rigorosa.[5] Quando ad esempio il corpo è soggetto ad un'infezione, l'organismo "sottrae" il ferro rendendolo meno disponibile anche ai batteri (transferrina). Questo è il caso dell'epcidina, una proteina prodotta dal fegato che, legando e degradando la ferroportina, inibisce il rilascio di ferro dagli enterociti e dai macrofagi.


Tra le migliori fonti alimentari di ferro si annoverano la carne, il pesce, i fagioli, il tōfu e i ceci. Contrariamente a quanto generalmente ritenuto, nonostante gli spinaci ne siano ricchi, il ferro in essi contenuto non è biodisponibile per l'assorbimento; gli spinaci diminuiscono la biodisponibilità del ferro perché con essi si formano dei composti di coordinazione con conseguente spreco.


Il ferro assunto tramite integratori alimentari è spesso nella forma di fumarato o gluconato di ferro (II): il loro uso è sconsigliato .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}a causa del corretto dosaggio e la conseguente riduzione dell'elemento[non chiaro]. Le dosi consigliate di ferro da assumere quotidianamente variano con l'età, il genere ed il tipo di cibo. Il ferro assunto come eme ha una maggiore biodisponibilità rispetto a quello presente in altri composti. I livelli di assunzione raccomandati (LARN) sono:



  • 10 mg/die per gli uomini dai 18 ai 60 anni

  • 10 mg/die per le donne sopra i 50 anni

  • 12 mg/die per gli adolescenti maschi e le femmine senza mestruazioni

  • 18 mg/die per le donne dai 14 ai 50 anni e per le nutrici

  • 30 mg/die per le gestanti.



Metabolismo |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Assorbimento del ferro alimentare.

Il ferro viene assorbito a livello del duodeno. Il ferro legato al gruppo eme è di più facile assorbimento rispetto al ferro non eme. La carne contiene circa il 40% di ferro eme e il 60% di ferro non eme. Del ferro contenuto nella carne, eme e non eme, ne viene assorbito circa il 10-30%,[6] percentuale che sale fino al 40% se si considera il solo ferro eme[7]. Gli alimenti vegetali contengono solo ferro non eme di più difficile assorbimento, infatti del ferro di origine vegetale si assorbe infatti meno del 5%[6]. In totale una persona priva di carenze assorbe in media circa il 10% del ferro introdotto con la dieta[7].


Del ferro introdotto con la dieta circa l'80% è incorporato nel gruppo eme (non è influente lo stato di ossidazione); il restante 20% è immagazzinato come ferro non emico che deve essere necessariamente nella forma ridotta[8].


La riduzione avviene facilmente a pH acido, quindi nello stomaco o in presenza di sostanze riducenti come la vitamina C.


Nelle cellule e nei fluidi corporei (sangue e linfa) il ferro non è mai libero, ma è legato a specifiche proteine di trasporto. All'interno delle cellula della mucosa intestinale il ferro si lega all'apoferritina; il complesso neoformato si chiama ferritina. Dopodiché il ferro viene liberato e ossidato per raggiungere il circolo sanguigno. Nel sangue il ferro viene nuovamente ridotto e si lega alla transferrina. Come tale viene trasportato al fegato dove si deposita come ferritina ed emosiderina. Dal fegato, a seconda delle necessità dell'organismo, il ferro viene trasportato ai vari organi, ad esempio al tessuto muscolare, dove è fondamentale per la sintesi della mioglobina o a livello del midollo osseo rosso dove è impiegato per la sintesi dell'emoglobina.


Il ferro-eme è una sostanza pro-ossidante che favorisce la formazione di N-nitroso composti nel lume intestinale e in generale la produzione di radicali liberi.



Isotopi |


Gli isotopi stabili del ferro esistenti in natura sono quattro: 54Fe, 56Fe, 57Fe e 58Fe.


Le abbondanze relative di ciascuno sono grossomodo le seguenti: 54Fe (5,8 %), 56Fe (91,7 %), 57Fe (2,2 %) e 58Fe (0,3 %). 60Fe è un nuclide radioattivo che ha un'emivita di 2,6 milioni di anni (fino al 2009 si credeva fosse di 1,5 milioni di anni) ed è ormai estinto. Molti lavori di datazione basati sul ferro si basano proprio sulla misura del tenore di 60Fe in meteoriti e minerali.


56Fe riveste un particolare interesse per i fisici nucleari dato che è il nucleo più stabile esistente. È l'unico nuclide che non è possibile coinvolgere in reazioni di fissione o di fusione nucleare traendone energia.


Nel corpo delle meteoriti Semarkona e Chervony Kut si è osservata una correlazione tra la concentrazione di 60Ni, il prodotto del decadimento di 60Fe, e le abbondanze degli altri isotopi stabili del ferro; questo prova che 60Fe esisteva all'epoca della nascita del sistema solare. È inoltre possibile che l'energia prodotta dal suo decadimento abbia contribuito, insieme a quella del decadimento di 26Al, alla ri-fusione ed alla differenziazione degli asteroidi al tempo della loro formazione, 4,6 miliardi di anni fa.


Tra gli isotopi stabili solo 57Fe possiede uno spin nucleare (−½).


L'isotopo 54Fe può decadere emettendo due protoni, modalità estremamente rara e possibile solo a nuclei atomici con un numero pari di protoni e fortemente carenti di neutroni. L'unico altro nucleo atomico che esibisce questo fenomeno è lo 54Zn.



Composti |




Questo mucchio di minerale di ferro verrà usato per produrre acciaio.


Gli stati di ossidazione più comuni del ferro comprendono:



  • il ferro(0), che dà complessi organometallici come Fe(CO)5

  • il ferro(II), che dà composti di Fe2+, è molto comune (il suffisso -oso è obsoleto, IUPAC).

  • il ferro(III), che dà composti di Fe3+, è anche molto comune, per esempio nella ruggine (il suffisso -ico è obsoleto, IUPAC).

  • il ferro(IV), Fe4+, che dà composti talvolta denominati di ferrile, è stabile in alcuni enzimi (e.g. perossidasi).

  • È anche noto il ferro(VI), uno stato raro presente per esempio nel ferrato di potassio.

  • il carburo di ferro Fe3C è conosciuto come cementite.


Si veda anche ossido di ferro.



Precauzioni |


Un apporto eccessivo di ferro tramite l'alimentazione è tossico perché l'eccesso di ioni ferro(II) reagisce con i perossidi nel corpo formando radicali liberi[9]. Finché il ferro rimane a livelli normali, i meccanismi anti-ossidanti del corpo riescono a mantenere il livello di radicali liberi sotto controllo.


Un eccesso di ferro può produrre disturbi (emocromatosi); per questo l'assunzione di ferro tramite medicinali e integratori va eseguita sotto stretto controllo medico e solo in caso di problematiche legate alla carenza di ferro.



Citazioni letterarie |


  • Al ferro è dedicato uno dei racconti de "Il sistema periodico" di Primo Levi.


Note |




  1. ^ a 0 °C, 1 atmosfera, fonte: http://ishtar.df.unibo.it/mflu/tafel/densit.html


  2. ^ AlmAck - La struttura del Ferro


  3. ^ ab Smith, p. 241


  4. ^ Smith, pp. 277-279


  5. ^ PLoS Biology: How Mammals Acquire and Distribute Iron Needed for Oxygen-Based Metabolism Archiviato il 7 maggio 2004 in Internet Archive.


  6. ^ ab Assorbimento del ferro, su my-personaltrainer.it.


  7. ^ ab Assorbimento del ferro, Associazione per lo Studio dell'Emocromatosi e delle Malattie da Sovraccarico di Ferro.


  8. ^ (EN) Iron Absorption, Information Center for Sickle Cell and Thalassemic Disorders, Harvard University.


  9. ^ Scott J. Dixon e Brent R. Stockwell, The role of iron and reactive oxygen species in cell death, in Nature Chemical Biology, vol. 10, nº 1, 2014-1, pp. 9–17, DOI:10.1038/nchembio.1416. URL consultato il 21 agosto 2018.



Bibliografia |



  • Francesco Borgese, Gli elementi della tavola periodica. Rinvenimento, proprietà, usi. Prontuario chimico, fisico, geologico, Roma, CISU, 1993, ISBN 88-7975-077-1.

  • R. Barbucci, A. Sabatini, P. Dapporto, Tavola periodica e proprietà degli elementi, Firenze, Edizioni V. Morelli, 1998 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2010).

  • William F. Smith, Scienza e tecnologia dei materiali, 2ª ed., McGraw-Hill, 1995, ISBN 88-386-0709-5.



Voci correlate |



  • Acciaio

  • Ghisa

  • Acciai legati

  • Fassaite

  • Clorato ferroso

  • Nanopolvere di ferro



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |






  • Ferro, su Dizionario storico della Svizzera, hls-dhs-dss.ch. Modifica su Wikidata


  • Ferro, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Ferro, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • Ferro in nutrizione, su nutritionvalley.it.

  • (EN) Iron, su WebElements.com.

  • (EN) Iron, su EnvironmentalChemistry.com.

  • (EN) It's Elemental – Iron, su education.jlab.org.


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