Estrema sinistra
L'estrema sinistra è una posizione dello spettro politico riferita generalmente a gruppi, movimenti e partiti della sinistra più radicale[1] che fanno riferimento a ideologie o filosofie originatesi dallo sviluppo ideologico e storico singolo o combinato nella prassi del pensiero marxista, socialista e anarchico quali il comunismo, il trotskismo, il marxismo-leninismo, l'internazionalismo proletario, lo stalinismo e il maoismo. A queste nel corso del XX secolo si è aggiunto il femminismo e a partire dagli anni 1970 l'ecosocialismo.[2]
Indice
1 Definizioni
2 Caratteristiche
3 Sinistra radicale
4 Ultra-sinistra
5 Partiti politici e movimenti
5.1 Italia
5.2 Francia
5.3 Germania
5.4 Regno Unito
5.5 Stati Uniti
6 Note
7 Bibliografia
8 Voci correlate
Definizioni |
Luke March, politologo dell'Università di Edimburgo, definisce estrema sinistra («far-left») in Europa come coloro che si pongono alla sinistra della socialdemocrazia, da loro considerata insufficientemente di sinistra. March distingue tra la sinistra radicale («radical left») che accetta il sistema democratico, ma chiede un cambiamento fondamentale del sistema capitalista; e l'estrema sinistra («extreme left»), più ostile alla democrazia liberale e che denuncia ogni compromesso con il capitalismo. March individua quattro sottogruppi all'interno della politica europea contemporanea di estrema sinistra, ovvero comunisti, socialisti democratici, socialisti populisti e populisti sociali.[3]
Vít Hloušek e Lubomír Kopeček aggiungono caratteristiche secondarie a quelli identificati da Luke March e Cas Mudde, come l'antiamericanismo, l'antiglobalizzazione, l'opposizione alla NATO e il rifiuto dell'integrazione europea.[4]
Caratteristiche |
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L'estrema sinistra, talvolta chiamata «sinistra radicale», affonda le sue radici in ideologie contrastanti che vanno dal sostenere un maggiore statalismo al richiedere l'assenza di uno Stato..mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[non chiaro] Si nota soprattutto perché si oppone sia alla globalizzazione e sia alla cosiddetta «sinistra di governo», ovvero a quei partiti perlopiù di tendenza socialdemocratica che hanno progressivamente abbandonato i temi storici della sinistra per un maggior supporto al libero mercato, ai temi etici e ai diritti civili (ad esempio, matrimonio omosessuale).[senza fonte]
Nell'estrema sinistra vi sono essenzialmente due filoni: uno socialista-comunista (ved leninismo, ecosocialismo e trotskismo) e l'altro anarchico (vedi anarco-comunismo, mutualismo e anarco-individualismo).[senza fonte]
A causa della vastità della galassia dell'estrema sinistra, con centinaia di organizzazione e movimenti, vi è anche una sostanziale differenza dei mezzi con cui ottenere i propri obiettivi. Vi possono infatti essere partiti politici come Die Linke (Germania), Partito della Rifondazione Comunista (Italia) e SYRIZA (Grecia) che accettano di cambiare il sistema capitalista con una «rivoluzione democratica» partecipando a regolari elezioni così come gruppi terroristici che mirano a una rivoluzione armata e violenta per instaurare una società comunista, come lo furono le Brigate Rosse in Italia e le Rote Armee Fraktion in Germania.[senza fonte]
In sintesi, sono catalogabili come di "estrema sinistra" quei soggetti o gruppi che mirano al rovesciamento del capitalismo tramite una rivoluzione, con una conseguente instaurazione di una società egualitaria e collettivista, in opposizione al riformismo dei moderni partiti di centro-sinistra e/o sinistra.[senza fonte]
Tra i partiti di estrema sinistra che rifiutano la democrazia e le elezioni sono i movimenti anarchici e trotskisti.[5] In ambito artistico-culturale l'estrema sinistra era rappresentata dal situazionismo.
Un certo numero di partiti di estrema sinistra ha dato vita a organizzazioni militanti e terroristiche durante gli anni 1960 e 1970,[6] come le Brigate Rosse e la Rote Armee Fraktion,[7] che miravano a rovesciare con la lotta armata il sistema capitalista per sostituirlo con il socialismo.
All'inizio del XXI secolo le tesi condivise all'interno della estrema sinistra[8] hanno diluito l'influenza dell'ideologia marxista e i valori ufficialmente dichiarati dai maggiori partiti e movimenti sono la laicità (accompagnata quasi sempre dall'ateismo), il pacifismo, l'ambientalismo, la critica all'imperialismo e agli eccessi del capitalismo, la solidarietà verso i popoli del terzo mondo e verso le fasce più deboli della popolazione (come gli immigrati) e la difesa dei diritti dei lavoratori. Questo ha portato a una loro convergenza verso il variegato movimento no-global.[senza fonte]
Sinistra radicale |
L'aggettivo «radical» (radicale) viene utilizzato nella letteratura in lingua inglese dal XVIII secolo per indicare quei partiti politici che esprimono favore o perseguono strategie volte prevalentemente al riformismo e al mutamento dell'ordine sociale. Durante il XIX secolo iniziò a essere impiegato sia come riferimento a quelle formazioni politiche di sinistra di stampo progressista e sia nell'espressione «radical left» (sinistra radicale) per indicare le organizzazioni e i movimenti di estrema sinistra impegnati anche in azioni terroristiche, come le italiane Brigate Rosse [9][10] e le tedesche Rote Armee Fraktion [11].
Dopo la caduta del muro di Berlino e l'implosione del blocco sovietico questi movimenti politici si sono caratterizzati in Italia per un profondo cambiamento d'ideologia e di proposte politiche.[senza fonte] Intorno agli inizi degli anni 2000 sulla falsariga dell'utilizzo statunitense del termine radicale il suo significato viene sempre più legato al fenomeno dei nuovi movimenti di massa come quello no-global o del cosiddetto popolo di Seattle.[senza fonte]
Ultra-sinistra |
L'ultra-sinistra («ultra-gauche» in francese e «ultra-leftism» in inglese) è una particolare corrente del comunismo marxista che è strettamente correlata al comunismo dei collettivi o comitati («council communism») e al comunismo di sinistra. Le correnti di estrema sinistra sono spesso oggetto di critiche da parte di altre fazioni della sinistra. L'organizzazione comunista International Communist Current rifiuta di lavorare con i gruppi della sinistra tranne che con altri comunisti o anarchici. Gilles Dauvé (noto anche come Jean Barrthot), un teorico comunista di sinistra, sostiene che tutti i regimi borghesi dovrebbero essere contrastati e che i rivoluzionari non dovrebbero difendere la democrazia liberale dal fascismo.
In francese il termine «ultra-gauche» viene usato per definire un movimento comunista sviluppatosi a partire dal pensiero di teorici come Amadeo Bordiga, Otto Rühle, Anton Pannekoek, Herman Gorter e Paul Mattick e succesivamente Jacques Camatte e Gilles Dauvé. Questo punto di vista comprende due tradizioni principali, una tradizione olandese-tedesca tra cui Rühle, Pannekoek, Gorter e Mattick e una tradizione italiana a partire da Bordiga. Queste tradizioni si sono unite nell'ultra-sinistra francese dagli anni 1960.[12] Il teorico politico Nicholas Thoburn definisce queste tradizioni «l'attualità [...] dell'ultra-sinistra storica».[13]
Il termine ebbe origine negli anni 1920 nei movimenti operai tedeschi e olandesi, originariamente riferendosi a un gruppo marxista contrario al bolscevismo e alla socialdemocrazia e con alcune affinità con l'anarchismo.[14] L'estrema sinistra è definita in particolare dalla sua posizione di marxismo antiautoritario che generalmente implica un'opposizione allo Stato e al socialismo di Stato, così come alla democrazia parlamentare e al lavoro salariato. In opposizione al bolscevismo l'estrema sinistra pone in genere forte enfasi sull'autonomia e l'auto-organizzazione del proletariato. Secondo Dauvé:
L'estrema sinistra nacque e crebbe in opposizione alla socialdemocrazia e al leninismo, che era diventato lo stalinismo. Contro di loro affermava la spontaneità rivoluzionaria del proletariato. La sinistra comunista tedesca (in effetti tedesco-olandese), e i suoi derivati, sostenevano che l'unica soluzione umana risiedeva nell'attività propria dei proletari, senza che fosse necessario educarli o organizzarli ... Ereditando il mantello dell'estrema sinistra dopo la guerra, la rivista Socialisme ou Barbarie apparve in Francia tra il 1949 e il 1965.[15]
Le idee dell'ultra-sinistra storica vennero ampiamente riproposte nella nuova sinistra degli anni 1960 e in particolare dal maggio 1968 nei movimenti socialisti libertari come Big Flame, situazionismo e autonomismo.
Il termine ultra-sinistra viene inoltre usato in modo dispregiativo per attaccare quelle posizioni ritenute massimaliste e non in relazione con il contesto o le risorse disponibili. La tradizionale critica marxista di tale posizione iniziò con L'estremismo, malattia infantile del comunismo di Vladimir Lenin, il quale attaccò quanti (come Anton Pannekoek o Sylvia Pankhurst) nella nascente internazionale comunista rifiutavano di lavorare con i socialisti parlamentari o riformisti. Lenin caratterizzava l'ultra-sinistra come una politica di purezza, la dottrinale «ripetizione delle 'verità' del puro comunismo».[16] I leninisti usavano tipicamente questo termine contro i loro rivali a sinistra. Per esempio, Betty Reid del Partito Comunista della Gran Bretagna scrisse in un opuscolo del 1920 iintitolato Ultra-Leftism in Britain che il partito non portava «alcuna rivendicazione esclusiva di essere l'unica forza a sinistra», ma rigettava i gruppi alla sua sinistra come ultra-sinistra, con Reid che delinea l'estrema sinistra come gruppi che erano trotzkisti, anarchici o sindacalisti o che «sostengono la linea del Partito Comunista Cinese».[17] I trotzkisti e altri valutano il Terzo Periodo dell'Internazionale Comunista in cui descriveva i partiti socialdemocratici come «social fascisti» come una strategia dell'ultra-sinistra.[18] Il termine è stato reso popolare negli Stati Uniti dal Partito Socialista dei Lavoratori al tempo della guerra del Vietnam, usando il termine per descriveretanto gli oppositori del movimento contro la guerra, incluso Gerry Healy.[19] L'ultra-sinistra è spesso associata al settarismo di sinistra, condizione i cui critici giudicano essere quella di un'organizzazione socialista che sembri anteporre i propri interessi in una visione a breve termine agli interessi a lungo termine della classe operaia e dei suoi alleati.[senza fonte]
Partiti politici e movimenti |
Italia |
Durante la Prima Repubblica si indicava come sinistra estrema, rivoluzionaria o extraparlamentare quelle formazioni politiche che si ponevano alla sinistra del Partito Comunista Italiano.[20]
Negli anni 1990 e primi anni 2000 i partiti politici identificati più di frequente dai media con la locuzione «sinistra radicale» sono stati il Partito della Rifondazione Comunista e il Partito dei Comunisti Italiani.[senza fonte] Dopo la caduta del governo Prodi II i partiti della sinistra radicale hanno presentato un'unica lista alle successive elezioni, rispettivamente la Sinistra l'Arcobaleno alle elezioni politiche del 2008 e Rivoluzione Civile a quelle del 2013. Sono partiti di estrema sinistra anche il Partito Comunista Italiano, il Partito Comunista, il Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Classe Rivoluzione, il Partito di Alternativa Comunista, Sinistra Anticapitalista, Fronte Popolare Italia e altre formazioni minori, uniti nelle elezioni politiche del 2018 con Potere al Popolo!.
- Sinistra rivoluzionaria
Col termine di «sinistra rivoluzionaria» si sono autodefiniti numerosi gruppi politici degli anni 1960, 1970 e 1980 del XX secolo per distinguersi dal Partito Comunista Italiano e dalla sinistra riformista dei partiti Socialista e Socialista Democratico, accusati di avere progressivamente abbandonato le istanze rivoluzionarie presenti nel movimento dei lavoratori. Alcuni gruppi definivano se stessi anche col termine di «nuova sinistra». Formazioni come Lotta Continua, Avanguardia Operaia, Quarta Internazionale, Potere Operaio, Movimento Studentesco (poi Movimento Lavoratori per il Socialismo), Unione Comunisti Italiani (marxisti-leninisti), i vari partiti comunisti internazionalisti, Lotta Comunista e vari altri hanno avuto, anche se in modo discontinuo, un consenso e un seguito non trascurabile che ha in parte influenzato la vita politica italiana di quegli anni. Negli anni del riflusso e dell'abbandono delle ideologie di massa quasi tutti questi gruppi si sono sciolti o sono confluiti in altre formazioni. In tal senso uno dei processi più importanti avvenne già nella seconda metà degli anni 1970 con Democrazia Proletaria che nei primi anni 1990, con la trasformazione del Partito Comunista Italiano in Partito Democratico della Sinistra, confluì nella nascente formazione del Partito della Rifondazione Comunista.
- Sinistra extraparlamentare
L'espressione «sinistra extraparlamentare» indica quell'area politica della sinistra che non partecipa al sistema politico istituzionale e che rifiuta il concetto di democrazia rappresentativa.[21] Molte organizzazioni extraparlamentari sono formazioni radicali-massimaliste. I gruppi, partiti e movimenti della sinistra extraparlamentare preferiscono l'azione politica diretta e puntano ad un coinvolgimento delle masse e alla partecipazione senza intermediari, facendo evolvere un processo di cambiamento politico fuori dall'alveo delle istituzioni. Spesso le formazioni che si riferiscono a questa area hanno una vocazione marcatamente rivoluzionaria. La definizione di sinistra extraparlamentare include molte organizzazioni con impianti ideologici variegati ma sempre riconducibili all'area della sinistra più estrema. Queste organizzazioni, per quanto spesso molto diverse fra loro, vengono accomunate dal rifiuto del metodo parlamentare, considerato obsoleto e inefficace per risolvere i problemi della società moderna nonché strumento della borghesia per esautorare le masse dall'iniziativa politica. Questa impostazione ha reso possibile collocare queste formazioni all'interno di movimenti più o meno omogenei soprattutto nei momenti di grande mobilitazione sociale. Alcune di queste formazioni hanno alimentato il clima di scontro violento con le autorità e contro i propri nemici politici, tanto da arrivare a teorizzare e talvolta praticare la lotta armata. L'acme della sinistra extraparlamentare in Italia si è avuto negli anni 1970, dove i gruppi politici di sinistra nati dopo il Sessantotto divennero i principali animatori delle lotte politico-sociali di quegli anni. Le formazioni più importanti furono Partito Comunista Internazionalista, Gruppi Comunisti Rivoluzionari, Lotta Comunista, Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista), Avanguardia Operaia, Movimento Studentesco, Unione dei Comunisti Italiani (marxisti-leninisti), Potere Operaio, Lotta Continua, Autonomia Operaia, Cristiani per il Socialismo e Movimento Lavoratori per il Socialismo. Oltre al Partito Comunista Internazionalista e a Lotta Comunista si colloca alla sinistra extraparlamentare anche il Partito Marxista-Leninista Italiano.
- Lotta armata e formazioni terroristiche di estrema sinistra
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Soprattutto negli anni di piombo l'attività sovversiva della sinistra extraparlamentare si è fatta più intensa, con la lotta armata condotta da gruppi quali le Brigate Rosse.
Cronologia delle organizzazioni[senza fonte]
Francia |
In Francia il termine «extrême-gauche» (estrema sinistra) è generalmente accettato per i gruppi politici che si posizionano a sinistra del Partito Socialista come i trotskysti, i maoisti, gli anarco-comunisti e la nuova sinistra («nouvelle gauche»), anche se altri (come il politologo marxista Serge Cosseron) ne limitano lo scopo ai gruppi a sinistra del Partito Comunista Francese.[22] Tuttavia non c'è un vero consenso sulla questione e molti gruppi cercano di evitare gli stereotipi associati alla categorizzazione di estrema sinistra usando la definizione «la sinistra del sinistra» («la gauche de la gauche»). Fino agli anni 1980 (quando entrò in alleanza con i socialisti) anche il Partito Comunista Francese era considerato di estrema sinistra.
Germania |
Regno Unito |
In Gran Bretagna il termine «sinistra dura» («hard left») è usato spesso in modo dispregiativo[23] per riferirsi a movimenti e idee politiche al di fuori del centro-sinistra. Il termine è stato usato più formalmente nel Regno Unito nel contesto di dibattiti all'interno del Partito Laburista e nella sinistra più ampia degli anni 1980 per descrivere gruppi trotskisti come Militant Tendency, Socialist Organiser e Socialist Action.[24] All'interno del partito la sinistra dura rappresentata dal Campaign Group ha aderito a visioni più fortemente socialiste mentre la «sinistra morbida» («soft left»), associata per esempio al Tribune Group, abbracciava idee socialdemocratiche più moderate.[25][26] I politici comunemente descritti come all'estrema sinistra del partito laburista includevano Tony Benn, Derek Hatton, Ken Livingstone,[27] Dennis Skinner[28] e Eric Heffer.[29]
Il termine è stato usato dagli allora oppositori politici del Partito Laburista, ad esempio durante le campagne elettorali del Partito Conservatore dei primi anni 1990 e dai media.[30][31]
Stati Uniti |
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Herbert McClosky e Dennis Chong sostengono che negli Stati Uniti i gruppi di estrema sinistra sono profondamente estranei alla società statunitense e molto critici nei confronti di ciò che percepiscono come la degenerazione spirituale e morale delle istituzioni e considerano la società statunitense come dominata da forze cospirative che lavorano per sconfiggere i loro obiettivi ideologici.[32]
Note |
^ Serge Cosseron, Dictionnaire de l'extrême gauche, Éditions Larousse, 2007, p. 20.
^ (FR) EXTRÊME GAUCHE, Encyclopedia Universalis.
^ Luke March, Contemporary Far Left Parties in Europe: From Marxism to the Mainstream? (PDF), Berlin, Friedrich-Ebert-Stiftung, 2008, p. 3, ISBN 978-3-86872-000-6. URL consultato il 3 giugno 2017.
^ Vít Hloušek e Lubomír Kopeček, Origin, Ideology and Transformation of Political Parties: East-Central and Western Europe Compared, Farnham, Ashgate, 2010, p. 46, ISBN 978-0-7546-7840-3.
^ Nelly Haudegand e Pierre Lefébure, Dictionnaire des questions politiques, éditions de l'Atelier, 2000, p. 101-103.
^ Leonard Weinberg, Ami Pedahzur e Arie Perliger, Political Parties and Terrorist Groups, 2nd, London, Routledge, 2009, p. 53, ISBN 978-1-135-97337-7.
^ Gérard Chaliand, The History of Terrorism: From Antiquity to Al Qaeda, Berkeley, California, University of California Press, 2010, ISBN 978-0-520-24709-3.
^ "Sinistra radicale, che fare di quel 15%?", Articolo di Asor Rosa su Il Manifesto, 14 luglio 2004 Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive.
^ vedi p 20. Samuel M. Katz, Raging Within: Ideological Terrorism, Twenty-First Century Books, 2004
^ vedi p 2, Pierpaolo Antonello, Imagining Terrorism: The Rhetoric and Representation of Political Violence in Italy 1969-2009, Routledge,2017
^ vedi p 21 Ramesh ChandraGlobal terrorism, Gyan Publishing House, 2003
^ "Bring Out Your Dead", Endnotes 1, 2008
^ Nicholas Thoburn "Do not be afraid, join us, come back? On the “idea of communism” in our time" Cultural Critique Number 84, Spring 2013, pp. 1-34
^ Philippe Bourrinet The Dutch and German Communist Left (1900–68): ‘Neither Lenin nor Trotsky nor Stalin!’ - ‘All Workers Must Think for Themselves!’, BRILL, 8 Dec 2016, p.8: "As for the term “ultra-left”, which is often equated with “sectarianism”, it can only define those currents which historically split from the KPD between 1925 and 1927. Left communism never appeared as a pure will to be “as left as possible”."
^ Gilles Dauvé The Story of Our Origins, translation of Gilles Dauve "le roman de nos origines "La Banquise No. 2, 1983
^ Lenin, cited in Žižek The Idea of Communism, p.37, see Nicholas Thoburn "Do not be afraid, join us, come back? On the “idea of communism” in our time" Cultural Critique Number 84, Spring 2013, pp. 1-34
^ "Introduction" in Smith Evan, Worley Matthew Against the grain: The British far left from 1956, Oxford University Press, 1 Dec 2014 (pp. 7-8).
^ e.g. John Molyneux "What do we mean by ultra-leftism?" (October 1985) in Socialist Worker Review 80, October 1985, pp. 24–25.
^ Joseph Hansen, Marxism vs. Ultraleftism: The Record of Healy's Break with Trotskyism, ISBN 0-87348-689-7. URL consultato il 15 novembre 2016.
^ Tamburrano
^ Robertobartali.it - La Sinistra extraparlamentare
^ Serge Cosseron, Dictionnaire de l'extrême gauche, Paris, Larousse, 2007, p. 20, ISBN 2-03-582620-9.
^
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«Condemnation by label is a favourite tactic of political antagonism ... Descriptions like 'hard left', 'far left' ... all have extra connotations, political under-meanings to damage the people they describe». - Moyra Grant, The British media, illustrated, Comedia, 1984, p. 29. URL consultato il 1º novembre 2015.
«Key words and phrases like 'hard left', 'extremist' and 'Soviet style' are explicitly derogatory and dismissive labels which mask a serious lack of information and analysis about the theory and practice of socialism and communism.».
- John Wilson, Understanding Journalism: A Guide to Issues, Psychology Press, 1996, p. 203, ISBN 978-0-415-11599-5.
^ Eric Shaw, Discipline and Discord in the Labour Party: The Politics of Managerial Control in the Labour Party, 1951–87, Manchester University Press, 1º gennaio 1988, p. 267, ISBN 978-0-7190-2483-2.
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^ What's left of the Labour left?, Total Politics. URL consultato il 6 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2015). Parametro sconosciutodf
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^ James Curran, Culture Wars: The Media and the British Left, Edinburgh University Press, 29 luglio 2005, pp. 196,209.
^ "Kinnock attacks hard left", BBC World Service. 18 September 1998; Patrick Wintour, Unite challenges expulsion of alleged Trotskyists from Labour party, in The Guardian, 24 ottobre 2015. URL consultato il 24 ottobre 2015 (archiviato il 24 ottobre 2015).
«However, there is concern in the parliamentary party that several hard-left groups such as Left Unity, the Socialist Workers party (SWP), the Socialist party and the AWL are trying to attach themselves to Momentum to gain entry into the party. Party moderates are fearful that Labour's largest affiliated union is too relaxed about opening the party's doors to the hard left.».
^ Herbert McClosky e Dennis Chong, Similarities and Differences Between Left-Wing and Right-Wing Radicals, in British Journal of Political Science, vol. 15, nº 3, 27 gennaio 2009, pp. 329-363, DOI:10.1017/s0007123400004221.
Bibliografia |
- Woshinsky, Oliver H., Explaining Politics: Culture, Institutions, and Political Behavior (Oxon, England, UK; New York, New York, USA: Routledge, 2008) pp. 145–149.
- Herbert McClosky e Dennis Chong, "Similarities and Differences Between Left-Wing and Right-Wing Radicals", in British Journal of Political Science, vol. 15, nº 03, 27 gennaio 2009, pp. 329–363, DOI:10.1017/s0007123400004221.
Voci correlate |
- Antifascismo
- Comunismo
- Libertarismo
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