Associazione Calcio Milan
.mw-parser-output .nota-disambigua{clear:both;margin-bottom:.5em;border:1px solid #CCC;padding-left:4px}.mw-parser-output .nota-disambigua i{vertical-align:middle}
A.C. Milan Calcio | ||||
---|---|---|---|---|
Rossoneri, Diavolo[1] | ||||
Segni distintivi | ||||
Uniformi di gara
| ||||
Colori sociali | Rosso e nero | |||
Simboli | Diavolo | |||
Inno | #Rossoneri Emis Killa e Saturnino[2] | |||
Dati societari | ||||
Città | Milano | |||
Nazione | Italia | |||
Confederazione | UEFA | |||
Federazione | FIGC | |||
Campionato | Serie A | |||
Fondazione | 1899 | |||
Proprietario | Elliott Management Corporation | |||
Presidente | Paolo Scaroni | |||
Allenatore | Gennaro Gattuso | |||
Stadio | Giuseppe Meazza (80 018[3] posti) | |||
Sito web | www.acmilan.com | |||
Palmarès | ||||
Scudetti | 18 | |||
Titoli nazionali | 2 campionati di Serie B | |||
Trofei nazionali | 5 Coppe Italia 7 Supercoppe italiane | |||
Trofei internazionali | 7 Coppe dei Campioni/Champions League 2 Coppe delle Coppe 5 Supercoppe UEFA 3 Coppe Intercontinentali 1 Coppe del mondo per club 1 Coppa Mitropa 2 Coppe Latine | |||
Stagione in corso | ||||
Si invita a seguire il modello di voce |
L'Associazione Calcio Milan, meglio nota come A.C. Milan[4] o anche Milan (AFI: /ˈmilan/[5]), è una società calcistica italiana fondata nel 1899, con sede nella città di Milano.
La squadra milita nella Serie A del campionato italiano di calcio, dove ha giocato pressoché stabilmente: dalla sua introduzione nella stagione 1929-1930, infatti, ha partecipato a 85 campionati di Serie A a girone unico su 87. L'esordio in massima serie nel periodo antecedente il girone unico risale al 1900.
È la terza squadra al mondo per numero di titoli internazionali conquistati (18,[N 1] a pari merito con il Boca Juniors e l'Independiente[6] e alle spalle di Real Madrid e Al-Ahly, rispettivamente a quota 27 e 20).[7][8] Nella sua bacheca figurano, a livello internazionale, 7 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 5 Supercoppe europee, 3 Coppe Intercontinentali e una Coppa del mondo per club FIFA.[4] Se in ambito internazionale il Milan è la squadra italiana con più successi, la prima italiana ad aver vinto la Coppa dei Campioni (nel 1962-1963) e la seconda squadra europea e prima italiana per numero di finali di Coppa dei Campioni/UEFA Champions League disputate (11), in ambito italiano è il secondo club più titolato, a pari merito con l'Inter e alle spalle della Juventus (54 trofei), avendo vinto 30 trofei nazionali: 18 scudetti, 5 Coppe Italia e 7 Supercoppe italiane.[4][N 2] Complessivamente, con 48 trofei ufficiali vinti (30 nazionali e 18 internazionali), è il secondo club italiano più titolato dietro alla Juventus (65). È stata inoltre la prima squadra a vincere, nel 1991-1992, il campionato italiano a girone unico senza subire sconfitte,[9] eguagliata dalla Juventus nel 2011-2012.[10]
Il club figura al quarantunesimo posto della graduatoria continentale dell'UEFA, stilata in base ai risultati ottenuti nelle competizioni UEFA per club nell'ultimo quinquennio[11] e al quarto posto nella classifica stilata dall'IFFHS dei migliori club europei del XX secolo.[12]
Indice
1 Storia
1.1 Dagli esordi al secondo dopoguerra
1.2 Gli anni cinquanta e sessanta
1.3 Gli anni settanta e ottanta
1.4 Dagli anni novanta a oggi
2 Cronistoria
3 Colori e simboli
3.1 Colori
3.2 Simboli ufficiali
3.2.1 Stemma
3.2.2 Inno
3.2.3 Mascotte
4 Strutture
4.1 Stadio
4.2 Centro di allenamento
5 Società
5.1 Organigramma societario
5.2 Gruppo Milan
5.3 Sponsor
5.4 Impegno nel sociale
5.5 Settore giovanile
6 Diffusione nella cultura di massa
7 Allenatori e presidenti
7.1 Allenatori
7.2 Presidenti
8 Calciatori
8.1 Hall of Fame
8.2 Capitani
8.3 Contributo alle Nazionali
9 Palmarès
9.1 Competizioni nazionali
9.2 Competizioni internazionali
9.3 Competizioni giovanili
10 Statistiche e record
10.1 Partecipazioni ai campionati
10.2 Statistiche di squadra
10.3 Statistiche individuali
11 Tifoseria
11.1 Storia
11.2 Gemellaggi e rivalità
12 Organico
12.1 Rosa 2018-2019
12.2 Staff tecnico
13 Note
13.1 Annotazioni
13.2 Fonti
14 Bibliografia
15 Voci correlate
16 Altri progetti
17 Collegamenti esterni
Storia
.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}
.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}
«Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari![13]» |
(Herbert Kilpin) |
Dagli esordi al secondo dopoguerra
Il Milan Football & Cricket Club nacque grazie all'iniziativa di un gruppo di inglesi e italiani, riuniti all'hotel Du Nord e des Anglais, tra i quali Alfred Edwards, il primo presidente, Edward Nathan Berra, il vicepresidente e capitano della squadra di cricket, il segretario Samuel Richard Davies, e fra i soci fondatori David Allison (capitano della squadra), Daniele Angeloni, Giannino Camperio, Antonio Dubini, Guido Valerio e Herbert Kilpin.[14] Della riunione diede notizia La Gazzetta dello Sport in un trafiletto del 15 o del 18 dicembre, ma non essendo rimasta una documentazione certa sull'atto costitutivo della società, la data di fondazione, che il club stesso fissa tradizionalmente al 16 dicembre 1899,[15] resta incerta.[16]
Il 15 gennaio 1900 il club fu affiliato alla FIF, Federazione Italiana del Football e il 15 aprile, nelle semifinali del campionato 1900, la squadra esordì con una sconfitta per 3-0 contro l'FC Torinese. Il 27 maggio dello stesso anno vinse la medaglia del Re grazie al 2-0 ottenuto contro la Juventus.[17]
L'anno seguente il Milan si laureò campione d'Italia, interrompendo la serie di vittorie consecutive del Genoa, sconfitto in finale per 3-0. Per il bis occorse aspettare il 1906, quando ad essere battuta fu la Juventus che rifiutò di disputare la ripetizione della gara di spareggio sul campo dell'US Milanese, non condividendo la decisione della FIF sulla scelta della sede della partita.[18] Nel 1907 arrivò il terzo successo, grazie al primo posto nel girone finale a cui parteciparono Torino e Andrea Doria.
Nonostante i successi, nel 1908 un gruppo di soci, in disaccordo sul tesseramento dei giocatori stranieri, lasciò i rossoneri per fondare un nuovo sodalizio, il Football Club Internazionale Milano.[20] Dopo la separazione il Milan sfiorò due scudetti, nel 1910-1911 e nel 1911-1912, entrambi vinti dalla Pro Vercelli, mentre nel 1916 i rossoneri misero in bacheca la Coppa Federale. Nelle stagioni seguenti la squadra vinse due volte i campionati regionali, ma non riuscì a ottenere successi nelle fasi nazionali.
Nel marzo 1919 la denominazione fu mutata in Milan Football Club[21] e nel 1926 venne inaugurato lo stadio San Siro, fatto costruire dal presidente Piero Pirelli e che, fino al 1947, ospitò solo il Milan, dato che l'Inter avrebbe giocato all'Arena Civica.[22][23] Nel periodo interbellico i diavoli ottennero solo piazzamenti di metà classifica non andando mai oltre il terzo posto, ottenuto nelle stagioni 1937-1938 e 1940-1941. Le stelle dell'epoca furono Aldo Boffi e Giuseppe Meazza.
Nel 1936 la società assunse la denominazione Milan Associazione Sportiva,[21] mutata nel febbraio 1939,[24] quando le autorità fasciste imposero l'italianizzazione del nome in Associazione Calcio Milano.[21] Nell'immediato dopoguerra, mutata ancora la denominazione in Associazione Calcio Milan,[25] la squadra rossonera ripartì col quarto posto del 1946-1947 e col simbolico titolo di campione d'inverno la stagione successiva.[26]
Gli anni cinquanta e sessanta
Il quarto scudetto arrivò nel 1950-1951, dopo 44 anni di attesa,[N 3] insieme alla prestigiosa Coppa Latina 1951, grazie ai gol del celebre trio svedese Gre-No-Li e alle parate di Lorenzo Buffon, sotto la guida tecnica dell'ungherese Lajos Czeizler. Negli anni seguenti si unirono alla squadra altri campioni come Schiaffino, Bagnoli, Radice e Cesare Maldini che, capitanati da Nils Liedholm, furono fra i protagonisti delle vittorie nella Coppa Latina 1956 e di altri 3 campionati (1954-1955, 1956-1957 e 1958-1959). Nel 1958 il Milan raggiunse la sua prima finale di Coppa dei Campioni, perdendo però per 3-2 ai supplementari contro il grande Real Madrid,[27] vincitore delle prime cinque edizioni del trofeo.
Nel 1961-62 il Milan vinse il suo ottavo titolo con Nereo Rocco in panchina, il capocannoniere José Altafini in attacco e un giovane Gianni Rivera in campo. Cambiata, all'inizio della stagione seguente, la denominazione in Milan Associazione Calcio,[28] il club ottenne il primo successo continentale trionfando per 2-1, grazie a una doppietta di Altafini, nella finale di Wembley contro il Benfica[27] e Cesare Maldini fu il primo capitano di una squadra italiana a sollevare la Coppa dei Campioni.[29] Il 16 novembre 1963 i rossoneri, con Viani in panchina dopo il passaggio di Rocco al Torino, persero però per 1-0 lo spareggio della Coppa Intercontinentale giocato allo Stadio Maracanã contro il Santos di Pelé.[30] Questa fu l'ultima stagione sotto la presidenza di Andrea Rizzoli, che si dimise dopo nove anni in cui vinse 4 scudetti, una Coppa Latina, una Coppa dei Campioni ed edificò il centro sportivo di Milanello.[31]
Dopo alcune stagioni opache, che videro come unico successo la Coppa Italia 1966-1967, il ritorno in panchina di Rocco portò, nel 1967-1968, a conquistare il nono scudetto e la Coppa delle Coppe 1967-1968, messa in bacheca battendo al De Kuip di Rotterdam l'Amburgo grazie ad una doppietta di Kurt Hamrin.[32] Nel campionato successivo il Milan giunse secondo alle spalle della Fiorentina, ma vinse la sua seconda Coppa dei Campioni battendo per 4-1 nella finale di Madrid l'Ajax di Rinus Michels.[27] In quell'anno il Milan si aggiudicò la Coppa Intercontinentale, in virtù del successo nella doppia finale contro gli argentini dell'Estudiantes (3-0; 1-2).[33] A questi allori di squadra si aggiunse anche la vittoria di Rivera nel Pallone d'oro 1969, primo italiano a riuscirvi.[34]
Gli anni settanta e ottanta
Gli anni settanta si aprirono con tre secondi posti consecutivi in campionato, due dei quali ottenuti dopo aver subito brucianti rimonte da parte di Inter (1970-1971) e Juventus (1972-1973). In particolare nel 1972-1973 i rossoneri persero un campionato che sembrava già vinto a causa di un'amara sconfitta nella "Fatal Verona".[35] I secondi posti in campionato furono però compensati dalla vittoria di due Coppe Italia (1971-1972 e 1972-1973) e dalla seconda Coppa delle Coppe.
Dopo alcune stagioni non esaltanti, l'arrivo di Nils Liedholm in panchina e il 4º posto nel torneo 1977-1978, stagione di debutto di Franco Baresi, prelusero alla conquista del decimo titolo nel 1978-1979. La squadra, guidata in campo da Gianni Rivera, alla sua ultima stagione da calciatore, vinse la concorrenza dell'ostico Perugia di Ilario Castagner che concluse il campionato imbattuto (prima squadra a riuscirvi nella Serie A a girone unico) e mise finalmente in bacheca l'agognato "scudetto della stella".[36]
Gli anni ottanta si aprirono con la prima retrocessione in Serie B e la radiazione del presidente rossonero Felice Colombo a seguito dello scandalo del Totonero.[37] Il pronto ritorno nella massima serie vincendo il campionato di Serie B 1980-1981 fu seguito da una stagione fallimentare che vide i rossoneri retrocedere nuovamente, questa volta sul campo, chiudendo il torneo al terz'ultimo posto della classifica con 24 punti in 30 giornate.[38] Il ritorno in A fu ancora una volta immediato ma il Milan, dopo alcune stagioni di transizione, che il 20 gennaio 1985 videro l'esordio a Udine del sedicenne Paolo Maldini,[39] dovette affrontare una grave crisi societaria. La società, fortemente indebitata e a rischio fallimento, fu rilevata il 20 febbraio 1986 dall'imprenditore milanese Silvio Berlusconi, che ne ripianò il deficit economico.[40]
La successiva campagna acquisti fu all'altezza del blasone rossonero: arrivarono Roberto Donadoni, Dario Bonetti, Giuseppe Galderisi, Daniele Massaro e Giovanni Galli[41] e dopo una stagione di assestamento, che vide l'esonero di Liedholm e il quinto posto finale, l'anno successivo il Milan scelse di puntare sul giovane tecnico Arrigo Sacchi e ingaggiò i due fuoriclasse olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit, pallone d'oro 1987. Sacchi, dopo un inizio difficile, guidò la squadra alla rimonta sul Napoli sino alla vittoria finale. Tale successo fu il preludio a un triennio d'oro in cui i rossoneri si aggiudicarono due Coppe dei Campioni (1989, 1990), due Supercoppe europee (1989, 1990), due Coppe Intercontinentali (1989, 1990) e la Supercoppa italiana 1989.[42] Il Milan di Sacchi, ispirato al calcio totale, aveva rivoluzionato la pratica e la mentalità calcistica.
Dagli anni novanta a oggi
La serie di successi internazionali del Milan di Sacchi si interruppe il 20 marzo 1991 nella "notte di Marsiglia", quando Adriano Galliani, durante il ritorno del quarto di finale di Coppa dei Campioni giocato contro l'Olympique Marsiglia, fece ritirare la squadra, in svantaggio per 1-0, per lo spegnimento di uno dei riflettori dello stadio.[43] La scelta di non tornare in campo anche dopo il ripristino dell'illuminazione portò alla sconfitta a tavolino per 3-0 e alla squalifica per un anno dalle coppe europee.[44][45] Si chiuse così il ciclo di Sacchi che a fine stagione lasciò la panchina a Fabio Capello per diventare commissario tecnico della Nazionale di calcio dell'Italia.
Escluso dalle competizioni europee, il Milan si concentrò sul campionato 1991-1992, vinto senza subire sconfitte,[9][46] impresa eguagliata dalla Juventus nell'annata 2011-2012.[10] L'anno seguente il Milan si aggiudicò il secondo scudetto di fila e la Supercoppa italiana 1993 e tornò da protagonista nel palcoscenico europeo, arrivando a disputare la finale di Champions League[27], dove fu nuovamente sconfitto di misura dall'Olympique Marsiglia.
Subentrati al Marsiglia, squalificato a seguito del caso Valenciennes-Olympique Marsiglia,[47] i rossoneri persero ambedue le gare che assegnavano la Supercoppa europea 1993 (per 2-1 complessivo contro il Parma) e la Coppa Intercontinentale 1993 (per 3-2 contro il San Paolo). L'annata 1993-94 fu invece memorabile, impreziosita dal double scudetto-Champions League, coppa vinta in finale per 4-0 contro il Barcellona allenato da Johan Cruijff malgrado le assenze dei difensori Franco Baresi e Alessandro Costacurta per squalifica. Il Milan conquistò poi la Supercoppa italiana 1994 e la Supercoppa UEFA 1994, ma fu sconfitto per 2-0 nella Coppa Intercontinentale 1994 dagli argentini del Vélez Sarsfield[48] e per 1-0 nella finale di Champions del 1994-1995, raggiunta per il terzo anno consecutivo, dal giovane Ajax del tecnico Louis van Gaal.[27] Al termine della stagione 1995-96, conclusa con la conquista del quarto scudetto in cinque anni, Capello lasciò la panchina all'uruguaiano Óscar Tabárez.
Nei due anni seguenti il Milan, che passò nel dicembre 1996 da Tabárez al rientrante Sacchi e, nell'estate 1997, da questi al rientrante Capello, visse la fine di un ciclo, segnata da una crisi di risultati e piazzamenti molto deludenti in campionato. Nel 1998 riuscì a raggiungere dopo otto anni la finale di Coppa Italia, dove fu sconfitto dalla Lazio. L'ingaggio del tecnico Alberto Zaccheroni, che guidò i rossoneri alla vittoria del sedicesimo scudetto nel 1998-1999, parve preludere ad un nuovo ciclo di successi, ma la squadra non ottenne risultati di rilievo e passò nel 2001 nelle mani di Cesare Maldini, prima dell'arrivo in panchina dell'ex calciatore rossonero Carlo Ancelotti, che, approdato in rossonero nella stagione 2001-2002, inaugurò un nuovo ciclo vincente. Sotto la sua guida, dopo la semifinale di Coppa UEFA 2001-2002, nel 2003 tornò in bacheca la Champions League, che mancava da nove anni e fu vinta battendo ai rigori, nella finale dell'Old Trafford di Manchester, i rivali della Juventus. Tre giorni dopo, contro la Roma, la squadra si aggiudicò l'unica Coppa Italia dell'era Berlusconi, la quinta della storia rossonera. Nella stagione 2003-2004, in cui la società mutò la denominazione in Associazione Calcio Milan,[49] la bacheca si arricchì con il diciassettesimo scudetto e la quarta Supercoppa europea, vinta allo Stadio Louis II di Monte Carlo battendo per 1-0 il Porto di José Mourinho, mentre i rossoneri persero, sempre ai rigori, sia la Supercoppa italiana 2003 contro la Juventus che la Coppa Intercontinentale 2003 contro gli argentini del Boca Juniors.
Sono del 2004-2005 la vittoria della Supercoppa italiana 2004, il secondo posto in campionato e la sconfitta-beffa nella finale di Champions League contro il Liverpool, che nel secondo tempo rimontò dallo 0-3 e vinse ai rigori.[50] Al termine del campionato 2005-2006, concluso al secondo posto, il Milan fu coinvolto nello "scandalo Calciopoli", subì una penalizzazione di 30 punti che lo relegò al terzo posto e un'ulteriore penalizzazione di 8 punti da scontare nel campionato successivo.[51]
Nel 2006-2007 il Milan giunse nuovamente in finale di Champions League (l'undicesima della propria storia), vinta per la settima volta[52] con la doppietta di Inzaghi ancora contro gli inglesi del Liverpool. Kaká, che vinse poi il Pallone d'oro 2007, fu il capocannoniere della manifestazione con 10 gol.[53] Nel 2007-2008 il Milan si aggiudicò anche la sua quinta Supercoppa europea e la sua prima Coppa del mondo per club, ultimi successi del ciclo Ancelotti, che al termine della stagione 2008-2009, segnata anche dal ritiro di Paolo Maldini, lasciò il testimone all'ex calciatore e dirigente Leonardo,[54][55] alla sua prima esperienza da allenatore, ma rimasto in carica per una sola stagione.[56]
Nell'estate del 2010 arrivò sulla panchina rossonera Massimiliano Allegri, che guidò il Milan alla vittoria del campionato italiano nella stagione 2010-2011, quando il Milan, trascinato dai gol del neoacquisto Zlatan Ibrahimović, vinse il diciottesimo scudetto.[57] Nel 2011 il Milan mise in bacheca anche la sua sesta Supercoppa italiana, battendo a Pechino l'Inter per 2-1.[58] Durante la gestione di Allegri giunsero un secondo posto in Serie A nel 2012 e un terzo posto nel 2013. Nel gennaio 2014 Allegri fu sollevato dall'incarico e sostituito con Clarence Seedorf. Nel triennio successivo alla guida dei rossoneri si avvicendarono l'olandese, Filippo Inzaghi, Siniša Mihajlović e Cristian Brocchi, ma la squadra visse un periodo di declino. Nel dicembre 2016, sotto la guida di Vincenzo Montella, i rossoneri si aggiudicarono la loro settima Supercoppa italiana, conquistando l'ultimo trofeo ufficiale della presidenza Berlusconi.[59] Il 13 aprile 2017 fu infatti ufficializzata la cessione della società all'imprenditore cinese Li Yonghong,[60] nuovo presidente del club.[61] Tuttavia, dopo poco più di un anno, il club assistette ad un nuovo ribaltone societario: il 21 luglio 2018 il fondo d'investimento americano Elliott subentrò all'inadempiente Li Yonghong, nominando Paolo Scaroni nuovo presidente del club rossonero.[62]
Cronistoria
Cronistoria dell'Associazione Calcio Milan | |||
---|---|---|---|
|
Colori e simboli
La maglia del centenario, simile a quella usata all'inizio del XX secolo |
Colori
Durante tutta la sua storia il Milan ha avuto come colori distintivi il rosso e il nero. Tali colori furono scelti, come disse Kilpin, per rappresentare il fuoco dei diavoli milanisti (rosso) e la paura degli avversari nell'affrontarli (nero).[13]
I giocatori indossano una maglia a strisce rosse e nere, motivo per il quale fu dato loro il soprannome di rossoneri, pantaloncini bianchi e calzettoni neri. La divisa di trasferta è solitamente con colore di fondo bianco; con tale divisa il Milan ha vinto 6 finali su 8 di Coppa dei Campioni/Champions League, avendo perso solo contro l'Ajax nel 1994-1995 e contro il Liverpool nel 2004-2005 mentre ha vinto solo una finale su 3 con la maglia rossonera.[65] La terza maglia, invece, è stata prevalentemente nera, ma anche gialla, azzurra, rossa o argentata[66] e persino verde.[67]
Simboli ufficiali
Stemma
Per diversi anni il logo del Milan fu semplicemente la bandiera di Milano. Un altro soprannome che deriva dai colori della società è Il Diavolo e di conseguenza come logo della società fu usata anche l'immagine di un diavolo rosso stilizzato alla destra di una stella, riconoscimento della vittoria di 10 scudetti. Lo stemma riporta i colori sociali rosso e nero a sinistra e la bandiera del Comune di Milano (una croce rossa su sfondo bianco) sulla destra, con la sigla ACM sopra e l'anno della fondazione (1899) sotto.
Stemma del Diavoletto usato dal 1979 al 1986, e di nuovo come secondary logo dal 2018.
Stemma usato dal 1986 al 1998.
Stemma in uso dal 1998.
Il logo per CentoMilan, il centenario rossonero del 1999.
Lo scudo usato sulla prima maglia nelle stagioni 2014-2015 e 2015-2016.
Il logo di Casa Milan, usato sulla seconda maglia nella stagione 2014-2015.
Inno
Dal 2015 il rapper Emis Killa e il bassista Saturnino sono gli interpreti dell'inno ufficiale del Milan, #Rossoneri, lanciato in occasione del 116-esimo compleanno del club[2] in sostituzione di Milan, Milan, scritto dal cantautore Tony Renis, tifoso rossonero, e da Massimo Guantini, con piccoli contributi nel testo da parte del patron Silvio Berlusconi.[68] In precedenza, nel 1984 un altro musicista di fede rossonera, Enzo Jannacci, aveva scritto e interpretato per la squadra meneghina l'inno Mi-mi-la-lan.[69]
Mascotte
Dal 16 febbraio 2006 la mascotte ufficiale del Milan, disegnata dalla Warner Bros., è Milanello, un diavolo rosso con la divisa rossonera e un pallone da calcio, il cui nome omaggia peraltro quello del centro sportivo del club.[70] In precedenza, negli anni novanta tale ruolo era affidato a Dudy, versione milanista di Five, storica mascotte della rete televisiva Canale 5; dagli anni ottanta, sia la squadra che l'emittente sono infatti di proprietà di Silvio Berlusconi, e "Dudy" era il soprannome del suo secondogenito, Pier Silvio Berlusconi.[71]
Milanello, mascotte del Milan dal 2006
Milanello in campo nella partita Milan-Siena, stagione 2011-2012
Strutture
Stadio
Nei primi anni dopo la sua nascita il Milan giocò le partite casalinghe in diversi campi. Dall'aprile 1900 al febbraio 1902 al Campo Trotter in piazza Doria (dove successivamente sorse la stazione Centrale di Milano), dal marzo 1903 al febbraio 1905 al Campo Acquabella in corso Indipendenza, inaugurato il 15 marzo 1903 con l'amichevole Milan-Genoa 0-0, dal gennaio 1906 al marzo 1914 al Campo Milan di Porta Monforte (poi Campo di Via Fratelli Bronzetti, dopo il cambio dell'ingresso da via Sottocorno a via Fratelli Bronzetti), dal novembre 1914 al marzo 1919 al Velodromo Sempione, dall'ottobre al novembre 1919 al Campo Pirelli (in zona Bicocca), dal novembre 1919 al dicembre 1919 in vari campi milanesi in attesa della costruzione del nuovo stadio, e dal febbraio 1920 al luglio 1926 al campo di Viale Lombardia. Il Milan giocò saltuariamente anche all'Arena Civica, campo in seguito diventato dell'Ambrosiana-Inter, nel 1900, dal 1908 al 1914, dall'ottobre 1941 al giugno 1945 e infine dal 1946 al 1947.[72]
Nel dicembre 1925 iniziò, a spese di Piero Pirelli, allora presidente rossonero, la costruzione dello stadio di San Siro, così chiamato dal nome del quartiere di Milano in cui sorgeva. Il nuovo impianto fu ufficialmente inaugurato il 19 settembre dell'anno seguente con una partita tra Milan e Inter, vincitrice per 6-3.[22][73] e da allora il Milan vi gioca, tranne poche eccezioni, le partite interne: San Siro era infatti raggiungibile con difficoltà dai tifosi per via della penuria di energia elettrica, necessaria a far funzionare i tram che portavano i tifosi allo stadio[74]. Nell'aprile 1935 il comune di Milano acquisì la proprietà dello stadio di San Siro[75] che, dalla stagione 1947-48, divenne anche l'impianto casalingo dei nerazzurri.[22] Nel 1980 lo stadio, che ha una capienza di 80 018 posti,[3] fu intitolato a Giuseppe Meazza, ex calciatore di entrambe le società milanesi nonché della Nazionale italiana di calcio.[22][73]
Negli ultimi anni il Milan ha valutato l'ipotesi di costruire un nuovo stadio di proprietà. Il progetto, iniziato verso la fine del 2014 e sviluppato dalla Arup, società che ha realizzato l'Allianz Arena e lo Stadio Olimpico di Pechino, si sarebbe dovuto realizzare proprio a fianco di Casa Milan al Portello.[76] Nel luglio 2015 il Milan si è aggiudicato il bando della Fondazione di Fiera Milano relativo ai padiglioni 1 e 2 di Fieramilanocity, al posto dei quali sarebbe dovuto sorgere il nuovo stadio, ma a causa dell'impossibilità di praticare analisi e carotaggi preventivi dei terreni e di una lievitazione dei costi di bonifica fino a 35 milioni di euro, il progetto è stato abbandonato.[77]
Il comune di Milano, col quale le due società meneghine hanno una convenzione d'uso fino al 2030, ha proposto loro di acquisire la proprietà dello Stadio Meazza per una somma di circa 100 milioni di euro.[78]
Centro di allenamento
Il campo di allenamento del Milan è il centro sportivo di Milanello, situato in provincia di Varese tra i comuni di Carnago, Cassano Magnago e Cairate.[31] Inaugurato nel 1963, è immerso in un'oasi verde di 160 000 m² che comprende anche una pineta e un laghetto. Dispone di 6 campi da calcio regolamentari, un campetto in erba sintetica, un campetto coperto con fondo sintetico e un campetto in erba circondato da una muro sormontato da una recinzione, denominato "gabbia", dentro il quale ci si può allenare a migliorare velocità di esecuzione e reattività.[31]
Il centro sportivo, che ospita i giocatori durante i ritiri, conta anche palestre, stanze mediche, la sala stampa, gli studi di Milan TV e una foresteria allo scopo di ospitare anche le squadre giovanili del Milan. Accanto alla palestra vi è una sala piscine utilizzata per il recupero di giocatori infortunati.[31]
A partire dal 2002 a Milanello è presente anche il centro medico specializzato MilanLab. Un laboratorio che, attraverso l’analisi di dati e parametri fisici individuali atti alla creazione di specifici allenamenti personalizzati, mira a prevenire gli infortuni dei giocatori.[79]
Società
Al 2015, il capitale sociale ammonta a 24.960.000 euro[80] ed è controllato al 99,93% dalla Fininvest,[81] la holding della famiglia Berlusconi. Le sue attività e le passività sono state incluse nel bilancio consolidato del gruppo Fininvest fino al 2012, ma dal 2013 la Fininvest non si è più fatta carico delle eventuali perdite del Milan, che quindi non possono essere ripianate grazie agli utili di altre società Fininvest in attivo.
Anno | Fatturato | Risultato | Patrimonio Netto | Equità | Ricapitalizzazione |
---|---|---|---|---|---|
2006[82] | 305,111 | 11,9 | 287,1 | -40,8 | 1,464 |
2007[83] | 275,442 | -31,7 | 303,7 | -47,5 | 25 |
2008[84] | 237,900 | -66,8 | 325,6 | -64,5 | 50 |
2009[85] | 307,349 | -9,8 | 394,1 | -71,2 | 2,340 |
2010[86] | 253,196 | -69,8 | 380,9 | -96,7 | 45,068 |
2011[87] | 266,811 | -67,3 | 363,8 | -77,1 | 87,060 |
2012[88] | 329,307 | -6,9 | 334,3 | -55,0 | 29 |
2013[89] | 278,713 | -15,7 | 354,6 | -66,9 | 3,75 |
2014[90] | 233,6574 | -91,3 | 291,3 | -94,2 | 64 |
2015[91] | 213,426 | -89,1 | 362,2 | -50,5 | 150 |
2016[92] | 236,128 | -74,9 | 215,2 | -50,4 | 75 |
2017 (prima metà)[93][94] | 102,866 | -32,624 | 447,6 | 30,0 | 113,02 |
Il bilancio d'esercizio del 2014, approvato il 28 aprile 2015, è stato chiuso con un fatturato di 233,6 milioni di euro e una perdita di 91,3 milioni di euro, il bilancio più negativo dell'era Berlusconi.[90] Un valore così alto è conseguente sia alla scelta Fininvest di non consolidare il bilancio del Milan (che ne avrebbe ridotto la perdita a 46,4 milioni) che alla mancata partecipazione della Champions, che nella stagione precedente aveva portato nelle casse circa 35 milioni di euro.[90] L'ultimo bilancio chiuso con un utile è stato quello del 2006, quando la società ha avuto un attivo di 2,5 milioni di euro grazie a 45 milioni di plusvalenze.[95]
Dal 2008 Reconta Ernst & Young S.p.A. è la società di revisione contabile.[96] Secondo la Deloitte il Milan nella stagione 2014-2015 è stato il 14-simo club europeo per fatturato netto, con 199,1 milioni di euro.[97] A maggio 2015 è stata inoltre inserita, con un valore borsistico di 775 milioni di dollari, al decimo posto nella classifica annuale delle società calcistiche più ricche del mondo secondo Forbes.[98] Il Milan è anche uno dei membri fondatori dell'European Club Association,[99] organizzazione internazionale che ha preso il posto del soppresso G-14, composta dai principali club calcistici riuniti in consorzio al fine di ottenere una tutela comune dei diritti sportivi, legali e televisivi di fronte alla FIFA e alla UEFA.[100]
Dopo solo un anno dall'acquisizione cinese del club, esso finisce nelle mani di Elliott Management Corporation a seguito delle inadempienze da parte del presidente del Milan Li Yonghong rispetto agli aumenti di capitale garantiti poi dal fondo in questione. Il fondo di Paul Singer diventa così il nuovo proprietario della Rossoneri Sport Investment Lux (holding creata da Yonghong Li in precedenza per l'acquisizione del Milan da Fininvest), la quale detiene al 2018 il 99,93% dell'AC Milan. Il 21 luglio viene convocato il CdA che rimuove i vecchi membri ed elegge Paolo Scaroni presidente.[101]
Il Milan è l'unica squadra italiana, insieme alla Roma, ad aver sponsorizzato la competizione automobilistica Superleague Formula risultando 3º nell'edizione 2008,[102] 7º nel 2009[103] e 5º nel 2010.[104]
Organigramma societario
Dal sito ufficiale della società.[105]
|
Gruppo Milan
L'Associazione Calcio Milan S.p.A. controlla il 100% di Milan Entertainment S.r.l., di Milan Real Estate S.p.A. e di Fondazione Milan - Onlus; possiede inoltre il 50% di M-I Stadio S.r.l.[80]
Milan Entertainment S.r.l. è la società che detiene i diritti di gestione e valorizzazione commerciale del marchio Milan[80]
Milan Real Estate S.p.A. è la società che gestisce il patrimonio immobiliare della squadra rossonera, comprendente e il centro sportivo di Milanello.[80]
M-I Stadio S.r.l. è il consorzio formato al 50% tra Milan e Inter per la gestione dello Stadio Giuseppe Meazza.[80]
Sponsor
Elenco degli sponsor tecnici e ufficiali del Milan.[106][107]
|
|
Impegno nel sociale
Attraverso la onlus Fondazione Milan, presieduta da Barbara Berlusconi, fin dal 2003 il club è impegnato nel sociale, avviando e sostenendo dei progetti che si ripropongono di combattere le situazioni di disagio giovanile attraverso la pratica dello sport.[108] Dalla sua nascita la fondazione ha realizzato, in Italia e all'estero, oltre 100 progetti e raccolto oltre 10 milioni di euro.[109]
Settore giovanile
Il settore giovanile del Milan è formato da squadre che gareggiano a livello nazionale e che rappresentano i vari livelli d'età, dal Campionato Primavera fino agli Esordienti e ai Pulcini.[110] Il progetto Scuola Calcio Milan si rivolge anche alla formazione degli allenatori delle società affiliate, per assicurare il miglioramento delle attività volte alla crescita dei giovani.[111]
Ad esso si affiancano i Milan Junior Camp, scuole estive in ambito nazionale e internazionale, in cui si coniuga la vacanza con l'attività sportiva, con la possibilità di partecipare anche a corsi di lingua inglese.[112]
Le attività delle squadre del settore giovanile si svolgono al centro sportivo Vismara[113] nel quartiere Gratosoglio di Milano, mentre la Primavera si allena con la prima squadra a Milanello.[31]
Massima attenzione al settore giovanile e investimenti nei vivai sono stati confermati dalla subentrante proprietà cinese,[114] che il 14 aprile 2017 ha sottoscritto il passaggio di proprietà del club dalla Fininvest.[60]
Diffusione nella cultura di massa
Nel settore cinematografico, tra le pellicole dedicate alla squadra rossonera ci sono Gli eroi della domenica (1953) del regista Mario Camerini, che racconta dell'incontro di calcio tra i rossoneri e una pericolante e di un tentativo di corruzione; nel film compaiono, oltre all'allenatore Lajos Czeizler, molti dei giocatori del Milan dell'epoca, Lorenzo Buffon, Carlo Annovazzi e l'intero Gre-No-Li. Del 1959 è l'Audace colpo dei soliti ignoti di Nanni Loy, sequel de I soliti ignoti, in cui un gruppo di balordi romani si reca a Milano fingendosi al seguito della squadra giallorossa, ma con l'intento di compiere una rapina al furgone del Totocalcio. Memorabile la scena in cui Gassman, interrogato nel commissariato, recita a memoria la cronaca della partita per suffragare il proprio alibi.
Ci sono poi un film dell'82 di Enrico Vanzina, Eccezzziunale... veramente, in cui Diego Abatantuono interpreta, in tre distinti episodi, rispettivamente un tifoso milanista, Donato Cavallo il "ras della Fossa", uno interista e uno juventino e il suo sequel del 2006, Eccezzziunale veramente - Capitolo secondo... me, sempre di Vanzina. Nel 1989 Massimo Boldi, in Fratelli d'Italia, interpreta uno sfegatato supporter milanista costretto a un avventuroso viaggio in auto assieme a due pericolosi ultras giallorossi, Romolo e Remo, appena usciti di prigione, interpretati da Angelo Bernabucci e Maurizio Mattioli. Gli stessi attori, con ruoli analoghi, compaiono poi in Tifosi, film a episodi del 1999.
In ambito musicale, il popolare cantautore Adriano Celentano ha citato il Milan nel brano del 1968 Eravamo in 100.000, «Io dell'Inter, lei del Milan». Nel 1979 Lucio Dalla omaggiava nel brano Milano il successo nella Coppa dei Campioni del 1963, «Poi Milan e Benfica, Milano che fatica» mentre il grande tifoso rossonero Enzo Jannacci ricordava, nel brano del 1974 Vincenzina e la fabbrica, stagioni sottotono con «zero a zero anche ieri 'sto Milan qui, 'sto Rivera che ormai non mi segna più». Ricordiamo anche l'attore Umberto Smaila, che ha scritto e interpretato nel 1987 l'inno degli Ultras del Milan Canto Rossonero e Laura Pausini, reinterprete di Milan, Milan, che ha duettato con Ancelotti a San Siro per celebrare la vittoria nella Champions League del 2007.
Ampia è la popolarità del Milan nei social network: all'11 gennaio 2016 risulta seguito da 24,7 milioni di fan su Facebook, da 3,1 milioni su Twitter e 1,9 su Instagram, collocandosi al primo posto nella graduatoria italiana e all'ottavo in quella mondiale;[97] il club vanta inoltre circa 300 000 iscritti al canale YouTube e oltre 5 milioni di tifosi su Google+.[115]
Il 16 dicembre 1999, in occasione del centenario della fondazione del club, è nato Milan Channel, un canale televisivo tematico a pagamento che trasmette ininterrottamente notizie ed eventi incentrati sul "mondo Milan". Il 1º luglio 2016 il canale assume la nuova denominazione di Milan TV rinnovando grafiche e logo. Tematiche analoghe vengono diffuse anche attraverso MilanTime, la Web TV ufficiale della squadra rossonera, che trasmette in streaming tramite il sito ufficiale del club. Più in generale, la distribuzione di contenuti avviene attraverso una piattaforma integrata di un ambiente unico, comprendente social, web e mobile, avviata nel 2010 col progetto Milan Media Factory. Tra le emittenti radio ci sono Radio Italia, radio ufficiale del club,[116] e la radio sportiva Radio MilanInter, le cui trasmissioni sono dedicate a entrambe le compagini milanesi.
In campo editoriale Forza Milan! è stata per oltre mezzo secolo la rivista ufficiale della squadra, fondata nel 1963 dal giornalista Gino Sansoni ed edita da Panini. Dedicata interamente alle vicende del club, sotto la direzione di Gigi Vesigna raggiunse la tiratura di 130.000 copie mensili.[117]
Allenatori e presidenti
Allenatori
Sono 59 gli allenatori che dal 1899 hanno assunto la guida tecnica del club. Il primo allenatore, nonché capitano e fondatore del club, fu Herbert Kilpin, che rimase alla guida della squadra fino al 1906, mentre il primo allenatore professionista[N 4] ingaggiato nel 1922, fu l'austriaco Ferdi Oppenheim,[118] che fu anche il primo allenatore straniero della storia rossonera: rimase alla guida della società per due stagioni.
L'allenatore rossonero più vincente e longevo è stato Nereo Rocco, detto il Paròn, in carica per 4 periodi diversi per un totale di 459 panchine[119] in 13 stagioni (9 complete e altre 4 solo per alcune partite).[120] Sotto la sua gestione il Milan vinse 10 titoli: 2 scudetti, 3 Coppe Italia, 2 Coppe dei Campioni (prima compagine italiana a diventare Campione d'Europa[121]), 2 Coppe delle Coppe e una Coppa Intercontinentale.
Un altro tecnico che ha segnato la storia rossonera è stato Arrigo Sacchi. Nel biennio 1989-90 il Mago di Fusignano condusse il Milan alla conquista di 2 Coppe dei campioni, di 2 Coppe Intercontinentali e di 2 Supercoppe UEFA. A livello nazionale conquistò inoltre lo scudetto 1987-1988 e la Supercoppa italiana 1988. Ma il Milan di Sacchi viene ricordato anche come la più forte squadra di club di tutti i tempi.[122]
A Sacchi subentrò nel 1991 Fabio Capello, ex calciatore rossonero e in precedenza tecnico delle giovanili. In 5 stagioni il Milan vinse 4 scudetti (3 dei quali consecutivi), 1 Champions League, 3 Supercoppe europee e una italiana, per 9 trofei complessivi[48]. Quel Milan, soprannominato degli "invincibili", stabilì inoltre il record di 58 risultati utili consecutivi in Serie A.[123]
Da ricordare, infine, Carlo Ancelotti: allenatore dal 2001 al 2009, è il secondo tecnico col maggior numero di partite sulla panchina del Diavolo, 420,[124] e l'unico rossonero ad aver vinto con il Milan 2 Champions League in campo e altrettante in panchina. Sotto la sua guida la squadra vinse 8 trofei, 1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 2 Champions League, 2 Supercoppe UEFA e 1 Coppa del mondo per club.[125]
Presidenti
In più di 100 anni di storia societaria, alla guida del Milan si sono avvicendati 23 presidenti. Il primo presidente della società rossonera fu Alfred Edwards, uno dei soci fondatori del club. Dal 21 luglio 2018 la carica è ricoperta da Paolo Scaroni.[126]
Il massimo dirigente più longevo nella storia del club è stato Silvio Berlusconi, proprietario del Milan per 31 anni, dal 24 marzo 1986 al 13 aprile 2017, e presidente per 20 anni. La carica è rimasta formalmente vacante dal 21 dicembre 2004 al 15 giugno 2006 e dall'8 maggio 2008 al 29 marzo 2012, per le dimissioni di Berlusconi a seguito dell'approvazione di una legge disciplinante i conflitti d'interesse nel periodo in cui è stato presidente del Consiglio dei ministri e dal 29 marzo 2012 al 13 aprile 2017, quando ha ricoperto la carica di presidente onorario.[127]
Berlusconi è anche il più vincente per trofei: sotto la sua gestione il Milan si è laureato 8 volte campione d'Italia, 5 volte campione d'Europa e ha conquistato 2 Coppe Intercontinentali e 1 Coppa del mondo per club; ha inoltre vinto 7 Supercoppe italiane, 5 europee nonché una Coppa Italia, per un totale di 29 trofei ufficiali in 31 anni (26 dei quali durante i 20 anni di presidenza).
Calciatori
Hall of Fame
Di seguito l'elenco dei 54 calciatori inseriti nella Hall of Fame sul sito ufficiale del Milan.[128]
|
|
|
Capitani
Di seguito l'elenco dei 44 capitani rossoneri[N 5] con le stagioni in cui hanno portato la fascia:[72]
|
|
Contributo alle Nazionali
Al 20 novembre 2018 sono 109 i calciatori del Milan ad aver ricevuto la convocazione nella Nazionale maggiore italiana durante la loro militanza milanista, 99 dei quali hanno effettivamente collezionato almeno una presenza in campo. Solo la Juventus con 144 convocazioni e l'Inter con 111 hanno fornito un numero maggiore o uguale di giocatori candidati a indossare la maglia azzurra. Il maggior numero di presenze è di Paolo Maldini (126), mentre il primato delle reti va a Roberto Baggio (27).[130]
I primi rossoneri a vestire la maglia della Nazionale italiana furono Aldo Cevenini e Pietro Lana, che scesero in campo nella partita di debutto degli azzurri del 15 maggio 1910 giocata all'Arena Civica di Milano contro la Francia. L'incontro terminò 6-2 per l'Italia e Lana fu l'autore della prima rete della storia della Nazionale italiana di calcio nonché della prima tripletta in azzurro.[131]
Sono otto i giocatori laureatisi campioni del mondo di calcio durante il periodo di militanza nel Milan:
|
|
Sono invece cinque i calciatori militanti nel Milan vittoriosi nel campionato europeo di calcio 1968: Angelo Anquilletti, Giovanni Lodetti, Pierino Prati, Gianni Rivera e Roberto Rosato.
Altri due calciatori rossoneri non italiani hanno conquistato la coppa del mondo con le rispettive nazionali: il francese Marcel Desailly (Francia 1998) e il brasiliano Roque Júnior (Corea del Sud-Giappone 2002), mentre gli olandesi Marco van Basten e Ruud Gullit si sono imposti nella rassegna europea in Germania Ovest 1988.
Hanno invece vinto la FIFA Confederations Cup i brasiliani Leonardo nel 1997, Dida e Kaká nel 2005, ancora Kakà e Pato nel 2009, mentre Serginho si è imposto nell'edizione 1999 della Copa América.
Palmarès
Competizioni nazionali
- 30 trofei ufficiali
- Campionato italiano: 18
1901, 1906, 1907, 1950-1951, 1954-1955, 1956-1957, 1958-1959, 1961-1962, 1967-1968, 1978-1979
1987-1988, 1991-1992, 1992-1993, 1993-1994, 1995-1996, 1998-1999, 2003-2004, 2010-2011
- Coppa Italia: 5
1966-1967, 1971-1972, 1972-1973, 1976-1977, 2002-2003
- Supercoppa italiana: 7
1988, 1992, 1993, 1994, 2004, 2011, 2016
- Altri trofei
Medaglia del Re: 3 [N 8]
- 1900, 1901, 1902
- Coppa Federale: 1
- 1915-1916
- Campionato italiano di Serie B: 2
1980-1981, 1982-1983
Competizioni internazionali
- 18 trofei ufficiali UEFA e FIFA
- Coppa dei Campioni/UEFA Champions League: 7
1962-1963, 1968-1969, 1988-1989, 1989-1990, 1993-1994, 2002-2003, 2006-2007
- Coppa delle Coppe: 2
1967-1968, 1972-1973
- Supercoppa UEFA: 5
1989, 1990, 1994, 2003, 2007
- Coppa Intercontinentale: 3
1969, 1989, 1990
- Coppa del mondo per club FIFA: 1
- 2007
- Altri trofei
- Coppa Latina: 2
1951, 1956
- Coppa Mitropa: 1
- 1981-1982
Competizioni giovanili
- Campionato Primavera: 1
- 1964-1965
- Coppa Italia Primavera: 2
1984-1985, 2009-2010
- Torneo di Viareggio: 9
1949, 1952, 1953, 1957, 1959, 1960, 1999, 2001, 2014
- Campionato nazionale Dante Berretti: 7
- 1971-1972, 1981-1982, 1982-1983, 1984-1985, 1989-1990, 1993-1994, 2008-2009
- Campionato Nazionale Under-17: 5
- 1994-1995, 1995-1996, 2002-2003, 2006-2007, 2010-2011
- Campionato Nazionale Under-16: 1
- 2016-2017
- Campionato Nazionale Under-15: 2
- 1991-1992, 2009-2010
Statistiche e record
Partecipazioni ai campionati
Livello | Categoria | Partecipazioni | Debutto | Ultima stagione | Totale |
---|---|---|---|---|---|
1º | Campionato Federale | 4 | 1900 | 1903 | 108 |
Prima Categoria | 10 | 1904 | 1920-1921 | ||
Prima Divisione | 5 | 1921-1922 | 1925-1926 | ||
Divisione Nazionale | 4 | 1926-1927 | 1945-1946 | ||
Serie A | 85 | 1929-1930 | 2018-2019 | ||
2º | Serie B | 2 | 1980-1981 | 1982-1983 | 2 |
In 120 stagioni sportive, a partire dall'esordio del 15 aprile 1900, il Milan ha disputato 108 campionati di massima serie (85 campionati di Serie A, 4 Campionati Federali, 10 di Prima Categoria, 5 di Prima Divisione e 4 di Divisione Nazionale) e 2 di Serie B. Nelle restanti 10 stagioni, per 3 volte (1905, 1909 e 1913-1914) non ha superato le eliminatorie regionali lombarde, nel 1908 ha rinunciato a partecipare al campionato, mentre nel quadriennio dal 1915-1916 al 1918-1919 e nelle annate 1943-1944 e 1944-1945 ha disputato i cosiddetti "campionati bellici".[132]
Statistiche di squadra
Gli 85 campionati di Serie A disputati ne fanno la quarta squadra per numero di partecipazioni, preceduta dall'Inter, presente in tutti gli 87 campionati, dalla Juventus e dalla Roma, presenti in 86 campionati su 87. I rossoneri hanno vinto il campionato per 18 volte, in 15 casi si sono classificati secondi e 17 volte terzi; nelle 108 edizioni della massima serie disputate dalla fondazione del club, la società è arrivata dunque sul podio nel 47,2% dei casi.
Nel corso delle partite ufficiali disputate, la miglior vittoria in casa del Milan è il 13-0 contro l'Audax Modena (Prima Categoria 1914-1915), mentre in trasferta è il 10-0 contro l'Ausonia (Prima Categoria 1919-1920). La peggiore sconfitta interna, invece, è lo 0-8 subito contro il Bologna (Prima Divisione 1922-1923) mentre fuori casa per tre volte il Milan perse con sei reti di scarto: un 2-8 contro la Juventus (Divisione Nazionale 1926-1927) e due 0-6, uno sempre contro i bianconeri nella Prima Divisione 1925-1926 e l'altro contro l'Ajax nella Supercoppa UEFA 1973.[133]
A livello nazionale i rossoneri detengono vari record: la più lunga serie di gare senza sconfitte nel campionato di Serie A (58 partite, dal 26 maggio 1991, Parma-Milan 0-0 al 14 marzo 1993, Milan-Lazio 2-2[134]), con l'intermezzo della stagione 1991-1992 conclusa, con Fabio Capello come allenatore, senza subire nessuna sconfitta, con 22 vittorie e 12 pareggi, segnando 74 reti e subendone solamente 21;[9]; la più lunga serie di gare esterne senza sconfitte in Serie A (38 partite);[134]; la più larga vittoria in trasferta in Serie A (Genoa-Milan 0-8 nel 1954-1955, a pari merito con Venezia-Padova 0-8 del campionato 1949-1950).[135]
A livello di coppe nazionali il Milan ha disputato 14 tra finali e gironi finali di Coppa Italia (con 5 vittorie)[136] e 11 finali di Supercoppa italiana (7 vittorie)[137] per un totale di 25 finali, collocandosi al secondo posto, dietro la Juventus prima con 32 finali complessive; in ambito internazionale, il Milan si colloca al terzo posto nella classifica dei club plurivincitori: nelle 29 finali disputate[138] i rossoneri hanno conquistato 18 trofei[N 1] (7 Coppe dei Campioni/Champions League, 2 Coppe delle Coppe, 5 Supercoppe europee, 3 Coppe Intercontinentali, 1 Coppa del mondo per club FIFA),[4] a pari merito con il Boca Juniors e l'Independiente[6] e alle spalle di Real Madrid e Al-Ahly (27 e 20 trofei).[7][8]
In Europa l'avversario affrontato in più occasioni è il Barcellona (19 incontri con 5 vittorie, 6 pareggi e 8 sconfitte[139]) seguito dal Real Madrid (16 incontri)[140] e dall'Ajax (14 incontri).[141] I rossoneri hanno vinto una sola volta al Camp Nou mentre il Barça 3 volte a San Siro,[139] invece i madrileni non si sono mai imposti al Meazza mentre i rossoneri hanno vinto una volta al Bernabéu.[140]
Un sondaggio del 2007 a cura della rivista sportiva World Soccer ha inoltre incoronato il Milan degli olandesi, guidato da Arrigo Sacchi, la più forte squadra di club di tutti i tempi e la quarta nella speciale classifica, dov'è preceduta solo da tre nazionali di calcio (Brasile 1970, Olanda 1974 e Ungheria 1953).[122]
Statistiche individuali
A livello individuale, il giocatore con il maggior numero di presenze in rossonero è Paolo Maldini, con 902 partite disputate in 25 stagioni dal 1984 al 2009. Seguono Franco Baresi (719 presenze, 20 stagioni), Alessandro Costacurta (663 presenze, 21 stagioni), Gianni Rivera (658 presenze, 19 stagioni) e Mauro Tassotti (583 presenze, 17 stagioni). Il capocannoniere di tutti i tempi è invece lo svedese Gunnar Nordahl con 221 gol segnati in 8 stagioni. Alle sue spalle Andriy Shevchenko (175 gol in 8 stagioni), Gianni Rivera (164 in 19 stagioni), José Altafini (161 in 7 stagioni) e Aldo Boffi (136 in 9 stagioni).[133]
Il Milan è l'unica squadra ad aver piazzato per due volte tre suoi giocatori ai primi tre posti nella classifica del Pallone d'oro: nel 1988, quando furono premiati nell'ordine Marco van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard,[N 9] e nel 1989, che vide trionfare van Basten, Baresi e Rijkaard. Detiene inoltre il primato per il numero di calciatori vincitori della classifica marcatori della Serie A a girone unico (17 volte).[134] Ventuno personalità affiliate al Milan sono membri della Hall of Fame del calcio italiano (terzo club in graduatoria dietro l'Inter e la Juventus, entrambe a quota ventitré): Roberto Baggio, Paolo Maldini e Franco Baresi (categoria Giocatore italiano), Giovanni Trapattoni, Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti (categoria Allenatore italiano), Gianni Rivera e Paolo Rossi (categoria Veterano italiano), Silvio Berlusconi e Adriano Galliani (categoria Dirigente italiano), Marco van Basten, Ronaldo e Ruud Gullit (categoria Giocatore straniero), Giovanni Mauro, Giuseppe Meazza, Vittorio Pozzo, Ferruccio Valcareggi, Nereo Rocco, Nils Liedholm e Cesare Maldini (categoria Riconoscimenti alla memoria).[142][143]
Classifica presenze
| Classifica gol
|
Tifoseria
Secondo un sondaggio d'opinione della società Demos & Pi, effettuato nel settembre 2016, il Milan risulta al secondo posto per numero di sostenitori in Italia, dopo la Juventus e alla pari dell'Inter, col 14% di preferenze del campione esaminato,[146] mentre a livello europeo risultava, in base a uno studio pubblicato nel 2010 dalla società tedesca Sport+Markt,la settima squadra per numero di tifosi, prima delle italiane con 18,4 milioni di sostenitori, ma lontana dai 57,8 milioni di sostenitori del Barcellona.[147]
Storia
Il tipico tifoso del Milan per lunghi decenni del XX secolo apparteneva alla classe popolare e operaia, per questo i tifosi rivali dell'Inter li chiamavano casciavìt (appellativo ormai desueto, usato fino agli anni ottanta), che in milanese significa cacciaviti, proprio per indicare l'origine proletaria di larga parte dei tifosi rossoneri.[148] A loro volta i tifosi milanisti chiamavano i cugini nerazzurri baùscia, termine milanese che significa gradasso, essendo allora la tifoseria nerazzurra composta perlopiù dalle classi medie e altolocate.[148]
Negli anni sessanta si stabilirono in vari settori della curva sud dello stadio San Siro i primi nuclei del tifo organizzato rossonero, fra cui la Fossa dei Leoni, il gruppo ultras più antico del calcio italiano,[149] nato a Milano nel 1968 e scioltosi nel 2005 a seguito di aspri dissidi con altri gruppi ultrà rossoneri,[150] le Brigate Rossonere, fondate nel 1975[151] e il Commandos Tigre, poi confluiti tutti nel gruppo Curva Sud Milano.[152] Politicamente gli ultras del Milan, che nelle partite casalinghe occupano la Curva Sud, non hanno mai espresso una preferenza marcata,[152] anche se tradizionalmente venivano associati alla sinistra, fino in tempi più recenti quando, sotto la presidenza di Silvio Berlusconi, sono stati avvicinati alla destra.[153]
Gemellaggi e rivalità
I tifosi del Brescia,[154] della Reggina,[155] del Lione[156] e del Siviglia sono gli unici gemellati con quelli del Milan. Il gemellaggio con il Siviglia è nato durante la partita di Supercoppa UEFA 2007, disputata tre giorni dopo la scomparsa del giocatore sivigliano Antonio Puerta.[157] Per ricordarlo i giocatori di entrambe le squadre hanno indossato una maglia che, sotto il proprio numero, riportava il suo nome e in tribuna vi erano numerosi striscioni dedicati al difensore. Inoltre, durante l'intervallo, due ultras del Milan hanno portato sotto la curva del Siviglia uno striscione recante la scritta "Onore a Puerta",[158] con i tifosi spagnoli che hanno ringraziato quelli rossoneri con il coro "Milan, Milan".[157]
Precedentemente vi furono anche gemellaggi col Bologna,[159] col Como, venuto meno dopo la discesa della squadra lariana nelle categorie inferiori,[160] col Napoli, interrotto negli anni ottanta quando il Milan vinse un campionato proprio battendo in casa i partenopei,[161] e con la Roma (dovuto alle comuni simpatie politiche delle tifoserie), deterioratosi nel 1987 a seguito di incidenti con conseguente sconfitta a tavolino e squalifica del campo di San Siro seguiti, due anni dopo, dalla morte del tifoso romanista Antonio De Falchi.[162][163]
La più grande rivale del Milan è l'altra compagine meneghina, l'Inter. Il derby tra queste due squadre viene detto Derby della Madonnina per la statua della Madonnina posta in cima al Duomo di Milano. Anche con la Juventus, nonostante alcuni accordi passati stipulati a livello di società,[164] vi è da sempre una rivalità molto accesa,[165] essendo le squadre italiane più titolate.[4][166] Le due squadre hanno pure disputato una finale di Champions League, il 28 maggio 2003 all'Old Trafford, vinta ai rigori dai rossoneri per 3-2.
Quella col Genoa è una rivalità nata agli albori del campionato, nelle sfide per la conquista dei primi scudetti, ravvivatasi nella stagione 1981-82, quando i rossoblu conquistarono la salvezza a Napoli a pochi minuti dal termine del campionato proprio ai danni dei rossoneri[167] e acuitasi infine nel 1995 per l'uccisione di Vincenzo Spagnolo, tifoso genoano, da parte di un tifoso milanista.[162]
Inoltre vi sono anche rivalità minori con altri club, più o meno accese a seconda dei periodi: il Verona, contro cui il Milan perse due scudetti a vantaggio di Juventus e Napoli (la Fatal Verona)[35], la Lazio, gemellata con l'Inter, che perse uno scudetto nel 1999 dopo la rimonta rossonera,[168] l'Atalanta, rivale storica del Brescia, la Fiorentina, la Sampdoria e il Cagliari.[160]
Organico
Rosa 2018-2019
Rosa e numerazione, tratte dal sito internet ufficiale della società, aggiornate al 24 gennaio 2019.[169]
|
|
Staff tecnico
Dal sito internet ufficiale della Lega Serie A.[170]
|
Note
Annotazioni
^ ab Nel computo sono incluse le sole competizioni organizzate o ufficialmente riconosciute dalle 6 Federazioni appartenenti alla FIFA e/o dalla FIFA stessa.
^ In questo computo sono incluse solo le competizioni organizzate dalla Lega Serie A.
^ I campionati nazionali effettivi senza vittorie furono, però, 36, per via della mancata partecipazione del 1908 e delle interruzioni belliche (1915-1919 e 1943-1945).
^ In precedenza la figura dell'allenatore era ricoperta da un dirigente accompagnatore (o ancora prima nel caso di Kilpin da un giocatore) che decideva la formazione, ma non necessariamente dirigeva gli allenamenti: Enrico Tosi, Forza Milan! – La storia del Milan, Italia/Italy, 2005.
^ Tre dei quali, Bonizzoni, Antonini e Rivera, indossarono la fascia di capitano in due periodi distinti.
^ Sostituì Arcari a stagione 1940-1941 in corso.
^ Sostituì Antonini a stagione 1948-1949 in corso.
^ Vincitore unico e assegnatario definitivo del trofeo.
^ Rijkaard disputò la prima parte dell'anno 1988 al Real Saragozza, trasferendosi al Milan in estate.
Fonti
^ (EN) AC Milan, su worldfootballtravel.com. URL consultato il 25 settembre 2015.
^ ab #Rossoneri: lanciato il videoclip, su acmilan.com. URL consultato il 1º novembre 2016.
^ ab Struttura, su sansiro.net. URL consultato il 5 aprile 2012.
^ abcde Palmares, su transfermarkt.it. URL consultato l'11 ottobre 2015.
^ Luciano Canepari, Milan, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
^ ab Il Boca vince la Recopa e aggancia il Milan, su gazzetta.it, 28 agosto 2008. URL consultato l'11 ottobre 2015.
^ ab Palmares Real, su transfermarkt.it. URL consultato il 14 gennaio 2017. Ai 23 trofei va aggiunta la Coppa Iberoamericana, trofeo ufficiale CONMEBOL.
^ ab (EN) International Cups Trivia, su rsssf.com. URL consultato il 4 gennaio 2013.
^ abc (DE) Die italienische Serie A 1991/1992, su fussballdaten.de. URL consultato l'11 ottobre 2015.
^ ab (DE) Die italienische Serie A 2011/2012, su fussballdaten.de. URL consultato l'11 ottobre 2015.
^ Coefficienti per club 2016/17, su it.uefa.com, 6 giugno 2017. URL consultato il 25 agosto 2017.
^ (EN) Europe's Club of the Century, International Federation of Football History & Statistics, 10 settembre 2009. URL consultato il 25 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2012).
^ ab Matteo Chiamenti, Il papà del Milan, su milannews.it, 8 settembre 2010. URL consultato il 31 agosto 2015.
^ Di Cera, Cap. 1.
^ Panini, 2005, p. 8.
^ Di Cera, p. 14.
^ Di Cera, Voce "Medaglia del Re".
^ Panini, 2005, pp. 20-21.
^ Panini, 1999, pp. 27-38.
^ Di Cera, p. 40.
^ abc Panini, 2015, p. 96.
^ abcd Storia, su sansiro.net. URL consultato il 5 aprile 2012.
^ Panini, 2005, p. 57.
^ Panini, 2005, p. 152.
^ Panini, 2005, p. 185.
^ (DE) Der 20. Spieltag der italienischen Serie A 1947/1948, su fussballdaten.de. URL consultato il 2 ottobre 2015.
^ abcde Tutte le finali del Milan, su gazzetta.it. URL consultato il 5 gennaio 2017.
^ Panini, 1999, p. 296.
^ Panini. 2005, p. 298.
^ Panini, 2005, p. 306.
^ abcde Milanello, su acmilan.com. URL consultato il 1º gennaio 2017.
^ Coppa delle Coppe 1967/68, su transfermarkt.it. URL consultato il 2 gennaio 2017.
^ Coppa Intercontinentale 1969, su transfermarkt.it. URL consultato il 2 gennaio 2017.
^ Di Cera, voce "Rivera Gianni".
^ ab Gazzetta - Quando vede rossonero, Verona si fa "Fatal", su milannews.it, 18 ottobre 2014. URL consultato il 23 gennaio 2016.
^ L'imbattibile Perugia del '78-'79, un record amaro, su sport.sky.it. URL consultato il 2 gennaio 2017.
^ Marzo 1980: scoppia lo scandalo del "Totonero", su panorama.it. URL consultato il 3 gennaio 2017.
^ (DE) Die italienische Serie A 1981/1982, su fussballdaten.de. URL consultato il 27 settembre 2008.
^ Paolo Maldini, su acmilan.com. URL consultato il 9 ottobre 2016.
^ Franco Rossi, Silvio Berlusconi presidente del Milan, su ricerca.repubblica.it, 13 febbraio 1986. URL consultato il 27 settembre 2008.
^ Panini, 2005, p. 470.
^ (EN) History, su acmilan.com. URL consultato il 6 gennaio 2017.
^ Crudeli, p. 44.
^ Panini, 2005, p. 507.
^ 1991 - Stella Rossa Belgrado, su gazzetta.it. URL consultato il 27 settembre 2008.
^ Panini, 2005, p. 509.
^ Il Marsiglia perde tutto, su ricerca.repubblica.it, 23 settembre 1993. URL consultato il 31 gennaio 2016.
^ ab Capello, Fabio, in Enciclopedia dello sport, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002-2005.
^ Panini, 2005, p. 604.
^ Il Milan crolla, Champions addio, su tgcom24.mediaset.it, 25 maggio 2005. URL consultato il 31 agosto 2015.
^ Arbitrato: Juve sorride, Milan piange, su tgcom24.mediaset.it, 27 ottobre 2006. URL consultato il 31 agosto 2015.
^ (EN) Inzaghi inspires Milan to glory, su uefa.com. URL consultato il 2 gennaio 2016.
^ Kakà, un fenomeno tra gli dei, su tgcom24.mediaset.it, 25 maggio 2007. URL consultato il 12 giugno 2012.
^ Arrivederci Carletto!, su acmilan.com, 2 giugno 2009. URL consultato il 14 maggio 2011.
^ Gaetano De Stefano, Milan, ecco Leonardo. "Un giorno speciale", su gazzetta.it, 1º giugno 2009. URL consultato il 26 ottobre 2010.
^ Leonardo saluta il Milan, su repubblica.it, 14 maggio 2010. URL consultato il 3 ottobre 2015.
^ Campioni nonostante..., su acmilan.com, 11 maggio 2011. URL consultato il 9 ottobre 2016.
^ Gaetano De Stefano, Ibra-Boateng: Inter a terra. Festa Milan in Supercoppa, su gazzetta.it, 6 agosto 2011. URL consultato il 6 agosto 2011.
^ Milan, è il 29º titolo di Berlusconi. E il primo di una generazione, su gazzetta.it, 23 dicembre 2016. URL consultato il 24 dicembre 2016.
^ ab AC Milan: finalizzata la cessione del 99,9% del club da Fininvest alla Rossoneri Sport Investment Lux (PDF), su fininvest.it, 13 aprile 2017. URL consultato il 13 aprile 2017.
^ Li Yonghong: "Ringrazio Berlusconi, forza Milan!", su acmilan.com. URL consultato il 14 aprile 2017.
^ L'inizio di una nuova era per il Milan, su acmilan.com, 21 luglio 2018. URL consultato il 22 luglio 2018.
^ Escluso dalle competizioni UEFA per aver abbandonato il campo durante la partita di ritorno dei quarti di finale di Coppa dei Campioni contro l'Olympique Marsiglia.
^ Declassato dal 2º posto ottenuto sul campo su delibera della CAF per responsabilità oggettiva nell'ambito di Calciopoli.
^ Alessandra Bocci, Per i 25 anni di Berlusconi il Milan si mette in bianco, su gazzetta.it, 19 febbraio 2011. URL consultato il 21 maggio 2012.
^ La leggenda del Milan nelle sue maglie: 1992-2011, su freewebs.com. URL consultato il 14 gennaio 2017.
^ adidas e AC Milan: la terza maglia, su acmilan.com. URL consultato il 14 gennaio 2017.
^ Enrico Ferrazzi, Tony Renis: "Ecco racconto come è nato l'inno del Milan: è stata un'idea di Berlusconi", su milannews.it, 21 novembre 2014. URL consultato il 25 gennaio 2015.
^ Enzo Jannacci e l'inno del Milan, 29 marzo 2013.
^ Ecco la nuova mascotte, su acmilan.com, 16 febbraio 2006. URL consultato il 5 gennaio 2017.
^ Saporiti, p. 136.
^ ab Cfr. la tabella relativa alla società riportata all'inizio di ogni stagione in Panini, 1999.
^ ab San Siro, su acmilan.com. URL consultato il 1º gennaio 2017.
^ Panini, 1999, p. 174.
^ Panini, 1999, p. 137.
^ AC Milan, Nuovo Stadio AC Milan, il plastico, su YouTube, 4 febbraio 2015. URL consultato il 31 agosto 2015.
^ Francesco Floris, Stadio al Portello, il Milan rischia di dover pagare per non costruirlo, su linkiesta.it, 24 settembre 2015. URL consultato il 19 dicembre 2017.
^ L'idea del comune: vendere San Siro a Milan e Inter, su milanotoday.it. URL consultato il 29 aprile 2018.
^ La FIFA: Milan lab all'avanguardia, su acmilan.com. URL consultato il 29 aprile 2018.
^ abcde A.C. Milan S.p.A. - Bilancio al 31 dicembre 2015, su academia.edu, 3,39,40. URL consultato il 26 dicembre 2016.
^ Un affare per Fininvest. E comanderà il Cavaliere, su ilgiornale.it, 6 giugno 2015. URL consultato il 3 dicembre 2016.
^ bilancio, su acmilan.com.
^ bilancio 2007, su acmilan.com.
^ bilancio 2008 approvato, su acmilan.com.
^ milan bilancio 2009, su ansa.it.
^ milan approva bilancio 2009, su acmilan.com.
^ Serie A - AC Milan, il bilancio 2011 chiude con un perdita di 67 milioni, su sporteconomy.it, 20 aprile 2012. URL consultato l'11 ottobre 2016.
^ Il Milan approva il bilancio 2012, su milannews.it, 22 aprile 2013. URL consultato l'11 ottobre 2016.
^ Bilancio 2013, AC Milan comunicato ufficiale: l'approvazione del bilancio 2013, su milannews.it, 16 aprile 2014. URL consultato l'11 ottobre 2016.
^ abc Milan, approvato il bilancio: passivo da 91 milioni. Galliani: "Cessione non è certa", su quotidiano.net. URL consultato il 3 dicembre 2016.
^ Milan, profondo rosso: spese Fininvest a 820 milioni, su gazzetta.it, 28 aprile 2016. URL consultato l'11 giugno 2016.
^ Milan, bilancio 2016: -74.9, ma cresce il fatturato. Quanti pegni a Elliott, su milanlive.it. URL consultato il 2 maggio 2018.
^ bilancio milan, su calcioefinanza.it.
^ bilancio milan 2017 prima metà reuters, su it.reuters.com.
^ Bilancio in attivo, su acmilan.com, 27 aprile 2007. URL consultato il 3 dicembre 2016.
^ Relazioni e bilancio al 31 dicembre 2008 - Gruppo Milan, su scribd.com, p. 190. URL consultato il 4 giugno 2017.
^ ab (EN) Football Money League (PDF), su www2.deloitte.com, 3, 9. URL consultato il 9 febbraio 2016.
^ (EN) The World's Most Valuable Soccer Teams 2015, su forbes.com, 6 maggio 2015. URL consultato il 6 marzo 2016.
^ Nuova era per il calcio, su it.uefa.org, 24 gennaio 2008. URL consultato il 31 agosto 2015.
^ (EN) About ECA, su ecaeurope.com. URL consultato il 3 maggio 2013.
^ About ECA, su gazzetta.it. URL consultato il 21 luglio 2018.
^ 2008 Superleague Formula standings, su gpupdate.net. URL consultato il 18 ottobre 2015.
^ 2009 Superleague Formula standings, su gpupdate.net. URL consultato il 18 ottobre 2015.
^ 2010 Superleague Formula standings, su gpupdate.net. URL consultato il 18 ottobre 2015.
^ Società, su acmilan.com.
^ Da Adidas a Puma: la storia delle maglie del Milan vista dai suoi sponsor tecnici, su sport.sky.it. URL consultato il 1º maggio 2018.
^ Di Cera, voce "Sponsor".
^ Fondazionemilan.org è tornato, su acmilan.com. URL consultato il 1º gennaio 2017.
^ Fondazione Milan, su fondazionemilan.org. URL consultato il 28 dicembre 2016.
^ Giovanili, su acmilan.com. URL consultato il 3 gennaio 2017.
^ Scuola Calcio Milan: il nuovo progetto, su acmilan.com. URL consultato il 4 gennaio 2017.
^ Adidas Milan Junior Camp, su acmilan.com. URL consultato il 4 giugno 2017.
^ Centro Sportivo Vismara, su acmilan.com. URL consultato il 3 gennaio 2017.
^ Milan, Sino-Europe: "Investiremo nel vivaio per riportare il club al top", su repubblica.it. URL consultato il 4 gennaio 2017.
^ We are two million, su acmilan.com. URL consultato il 15 febbraio 2016.
^ Radio ufficiale, su radioitalia.it. URL consultato il 16 febbraio 2016.
^ Emanuelli, p. 422.
^ Panini, p. 72.
^ Numeri da capogiro, su acmilan.com, 12 marzo 2007. URL consultato il 28 dicembre 2013.
^ Panini, p. 726.
^ Panini, p. 298.
^ ab C'è solo il Milan di Sacchi tra i 10 top team di sempre, su gazzetta.it, 10 luglio 2007. URL consultato il 1º febbraio 2016.
^ Panini, p. 516.
^ Di Cera, p. 695.
^ Di Cera, voce "Ancelotti Carlo".
^ Marco Conterio, Da Edwards a Li: Scaroni è il 23esimo presidente del Milan, su tuttomercatoweb.com, 21 luglio 2018. URL consultato il 12 agosto 2018.
^ A.C. Milan comunicato ufficiale, acmilan.com, 29 marzo 2012. URL consultato il 5 settembre 2015.
^ Hall of Fame, acmilan.com. URL consultato il 14 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2016).
^ Milan, Romagnoli è il nuovo capitano: leader della difesa e non solo, su pianetamilan.it.
^ Nazionale in cifre: i convocati di una società alla Nazionale A, su figc.it. URL consultato il 9 novembre 2018.
^ Italia-Francia, su figc.it. URL consultato il 21 febbraio 2016.
^ Panini, 2005, p. 620.
^ ab (PL) Rekordy, su acmilan.pl. URL consultato il 23 ottobre 2015.
^ abc Di Cera, voce "Record".
^ Mai 7 reti fuori casa in era 3 punti, su ansa.it, 27 febbraio 2011. URL consultato il 1º gennaio 2017.
^ Di Cera, voce "Coppa Italia".
^ Panini, 2015, p. 48.
^ I 12 record più importanti stabiliti dal Milan nella sua storia, su 90min.com. URL consultato il 24 ottobre 2015.
^ ab (EN) Head to head: AC Milan vs FC Barcelona, su footballdatabase.eu. URL consultato il 24 ottobre 2015.
^ ab (EN) Head to head: AC Milan vs Real Madrid, su footballdatabase.eu. URL consultato il 24 ottobre 2015. All'elenco va aggiunta una partita nella Coppa Latina; Panini, 2005, pp. 635-636.
^ (EN) Head to head: AC Milan vs Ajax Amsterdam, su footballdatabase.eu. URL consultato il 24 ottobre 2015.
^ Hall of Fame del calcio italiano, su museodelcalcio.it. URL consultato il 24 ottobre 2015.
^ Nuove stelle nella Hall of Fame, su museodelcalcio.it. URL consultato il 17 gennaio 2017.
^ Nel conteggio è incluso anche il gol dell'1-1 contro il Real Madrid del 5 aprile 1989, attribuito dalla UEFA a van Basten, che alcune fonti considerano invece autogol di Buyo.
^ Nelle ultime due stagioni prima del ritiro van Basten non scese mai in campo per un infortunio alla caviglia.
^ Il tifo calcistico - settembre 2016, su demos.it. URL consultato l'8 ottobre 2016.
^ Tifo: Barcellona la regina d'Europa, su sportmediaset.mediaset.it, 9 settembre 2010. URL consultato il 24 ottobre 2015.
^ ab Stretto, Introduzione.
^ Ferreri, pp. 14-15.
^ Francesio, pp. 180-182.
^ Ferreri, p. 15.
^ ab (EN) Milan: Serie A alternative club guide, su theguardian.com. URL consultato il 25 ottobre 2015.
^ Il Giornale / Ribaltone a Milano: l'Inter diventa di sinistra, il Milan di destra, su ilsussidiario.net, 13 gennaio 2011. URL consultato il 5 maggio 2013.
^ Curve di Brescia e Milan: storia di un gemellaggio lungo oltre 20 anni, su milannews.it, 23 aprile 2011. URL consultato il 18 gennaio 2016.
^ Cinque gol per continuare a sperare, su milannews.it, 21 aprile 2008. URL consultato il 20 gennaio 2016.
^ Milan-Lione: i precedenti in amichevole tra i due club, su milannews.it, 18 luglio 2015. URL consultato il 18 gennaio 2016.
^ ab Andrea Schianchi, Quando fare festa diventa difficile, su archiviostorico.gazzetta.it, 1º settembre 2007. URL consultato il 24 gennaio 2016.
^ Il Milan batte il Siviglia nella partita di Puerta, su repubblica.it, 31 agosto 2007. URL consultato il 24 gennaio 2016.
^ Marco Sappino (a cura di), Dizionario del calcio italiano, Baldini & Castoldi, 2000, p. 1581.
^ ab I tifosi del… Milan, su pianetaempoli.it. URL consultato il 4 giugno 2017.
^ Di Cera, Cap. XIII.
^ ab Una scia di sangue lunga 20 anni. Tante le vittime fuori dagli stadi, su repubblica.it, 11 novembre 2007. URL consultato il 23 gennaio 2016.
^ La Roma a San Siro polizia in allarme, su archiviostorico.gazzetta.it, 16 dicembre 2013. URL consultato il 24 gennaio 2016.
^ Alberto Costa, Juve Milan, il patto di ferro, su archiviostorico.corriere.it, 5 luglio 1995. URL consultato l'8 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2016).
^ Corrado Sannucci, Juve e Milan, la sfida infinita storia di rivalità e di campioni, su ricerca.repubblica.it, 15 maggio 2003. URL consultato il 14 dicembre 2008.
^ Palmares Juve, su transfermarkt.it. URL consultato il 20 gennaio 2016.
^ Una rivalità secolare, su milannews.it, 3 febbraio 2011. URL consultato il 23 gennaio 2016.
^ Il Milan è suo e solo suo, su milannews.it, 26 febbraio 2013. URL consultato il 18 gennaio 2016.
^ Prima squadra 2018/19, su acmilan.com.
^ Staff Tecnico, su legaseriea.it.
Bibliografia
- Almanacco illustrato del Milan, 1ª ed., Panini, 1999.
- Almanacco illustrato del Milan, 2ª ed., Panini, 2005.
- Almanacco illustrato del calcio 2015, Modena, Panini Comics, 2015, ISBN 978-88-912-1454-6.
- Tiziano Crudeli, Crudelmente Milan. 20 anni di passione rossonera, Libri di Sport, 2005, ISBN 88-87676-48-8.
- Giuseppe Di Cera, 1001 storie e curiosità sul grande Milan che dovresti conoscere, Newton Compton, 2013, ISBN 978-88-541-5987-7.
- Giuseppe Di Cera, I campioni che hanno fatto grande il Milan, Newton Compton Editori, 2014, ISBN 978-88-541-7069-8.
- Giuseppe Di Cera, Il romanzo del grande Milan, Newton Compton, 2015, ISBN 978-88-541-8793-1.
- Giuseppe Di Cera, Il Milan dalla A alla Z, Newton Compton, 2016, ISBN 978-88-227-0188-6.
- Massimo Emanuelli, 50 anni di storia della televisione attraverso la stampa settimanale, Greco & Greco, 2004, ISBN 88-7980-346-8.
- Andrea Ferreri, Ultras, i ribelli del calcio, Mimesis Edizioni, 2008, ISBN 978-88-96130-02-5.
- Giovanni Francesio, Tifare contro, Sperling & Kupfer, 2010, ISBN 978-88-7339-312-2.
- Marco Saporiti, Canale 5, vol. 1, Cerebro, 2009, ISBN 978-88-96782-13-2.
- Marco Stretto, Introduzione, in Siamo tutti tifosi del Milan, Delos Digital, 2015, ISBN 978-88-6775-763-3.
Voci correlate
- Statistiche delle competizioni UEFA per club
- Società calcistiche vincitrici delle competizioni confederali e interconfederali
- Migliori club del XX secolo FIFA
- Migliori club del XX secolo per ogni continente IFFHS
- G-14
- Polisportiva Milan
Altri progetti
Altri progetti
- Wikiquote
- Wikinotizie
- Wikimedia Commons
Wikiquote contiene citazioni sull'Associazione Calcio Milan
Wikinotizie contiene notizie di attualità sull'Associazione Calcio Milan
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sull'Associazione Calcio Milan
Collegamenti esterni
(IT, EN, PT, ZH) Sito ufficiale, su acmilan.com.
Canale ufficiale, su YouTube.
Associazione Calcio Milan, su LegaSerieA.it, Lega Nazionale Professionisti Serie A.
(EN) Associazione Calcio Milan, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (DE, EN, IT) Associazione Calcio Milan, su Transfermarkt.it, Transfermarkt GmbH & Co. KG.
.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}
.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}
Controllo di autorità | VIAF (EN) 158266146 · ISNI (EN) 0000 0004 0551 3462 · LCCN (EN) n79099445 · GND (DE) 7536347-1 |
---|