Bruce Lee
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Bruce Lee (李小龍T, Lǐ XiǎolóngP; San Francisco, 27 novembre 1940 – Hong Kong, 20 luglio 1973) è stato un attore, artista marziale, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico hongkonghese. Dall'età di diciotto anni ebbe doppia cittadinanza hongkonghese e statunitense.[1]
Lee è ampiamente considerato uno dei più influenti artisti marziali di tutti i tempi, nonché l'attore più ricordato per la presentazione delle arti marziali cinesi al mondo. I suoi film, prodotti a Hong Kong e ad Hollywood, elevarono ad un nuovo livello di popolarità e gradimento le pellicole di arti marziali e l'interesse per questo tipo di discipline in Occidente. La direzione ed il tono delle sue opere influenzarono profondamente i film di arti marziali di Hong Kong che, fino ad allora, avevano mostrato più un senso teatrale che realistico delle scene. L'arte marziale da lui sintetizzata è chiamata Jeet Kune Do.
Indice
1 Biografia
1.1 Il Kung Fu e gli allenamenti
1.2 Carriera cinematografica
1.3 La morte
1.4 Le commemorazioni
2 Apparizioni televisive
2.1 Produzioni postume
2.2 Film-biografia
3 Giudizi critici
4 Filmografia
4.1 Attore
4.1.1 Cinema
4.1.2 Televisione
4.2 Sceneggiatore
4.3 Regista
4.4 Altro
4.5 Film su Bruce Lee
4.6 Film apocrifo
4.7 Pubblicazioni di Bruce Lee o a lui attribuite
5 Curiosità
6 Citazioni
7 Doppiatori italiani
8 Note
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
Biografia |
Penultimo dei cinque figli di Lee Hoi-chuen, un attore di Canton (Cina) che si era affermato nel cinema, Lee era nato nella Chinatown di San Francisco durante una tournéè negli Stati Uniti della compagnia della quale facevano parte i genitori. Tornata a Hong Kong tre mesi dopo la nascita di Lee, la famiglia fece vivere gran parte dell'adolescenza del figlio fra Hong Kong e gli Stati Uniti, dove Lee si laureò in filosofia.[2]
Ebbe come fratello il cantante Robert e da parte della madre Grace Ho (1907-1996) fu pronipote del ricco uomo d'affari e filantropo hongkonghese Robert Hotung (1862-1956)
Tra i nomi datogli dai genitori, "Li Yuen Kam", "Jun Fan" (che significa letteralmente "ritorna ancora") e "Xiao Feng" ("piccola fenice"). Un altro nome, "Xiao Long" ("piccolo drago", in quanto nato nell'ora e nell'anno cinese del drago) ne sottolineava il carattere esuberante, che durante l'infanzia trascorsa a Hong Kong lo portava a scontrarsi con la piccola criminalità giovanile. Per questo decise di volere imparare le tecniche di difesa marziali iscrivendosi alla prestigiosa scuola di Wing Chun sotto gli insegnamenti del Maestro Yip Man[3], nella cui palestra studiò solo cinque anni, tre dei quali sotto la guida di Wong Shun Leung, allievo-istruttore di Man. Da allora Bruce non abbandonò più lo studio delle arti marziali, che proseguì per suo conto una volta emigrato in America.
All'età di 12 anni entrò alla scuola cattolica La Salle College. Successivamente frequentò il Francis Xavier's College, finché il suo temperamento esuberante, i continui battibecchi coi compagni, la scarsa voglia di applicarsi nello studio, nonché il rischio che potesse rovinare la reputazione della famiglia medio-borghese, indussero il padre a mandarlo a vivere da un vecchio amico negli Stati Uniti[3]. Ma dopo un breve periodo vissuto a San Francisco si trasferì a Seattle, dove lavorò come cameriere[3]. Qui, nel 1962 riuscì a terminare la sua formazione di scuola superiore ottenendo il diploma alla Edison Technical School. Si iscrisse quindi alla facoltà di filosofia dell'Università di Washington[3], ma abbandonò gli studi al penultimo anno. Qui conobbe Linda Emery che sposerà nell'agosto del 1964[3] e dalla quale ebbe due figli: Brandon nel 1965 e Shannon Emery nel 1969[3].
Il Kung Fu e gli allenamenti |
Nonostante le credenze, Lee non studiò mai il Tai Chi seriamente, in quanto non si confaceva alle sue caratteristiche peculiari, prima fra tutte, la sua notevole velocità. Dal padre imparò i concetti fondamentali di questa antica arte. Lee studiò assiduamente Kung Fu nello stile Wing Chun col Maestro Yip Man per cinque anni. Bruce sarebbe stato presentato a Man da William Cheung, sedicente studente di Man, ma in anni recenti la federazione ufficiale del Wing Chun di Hong Kong ha ufficialmente smentito la cosa chiarendo che William Cheung non ha mai studiato con Man, bensì con un istruttore delegato dal Maestro. Bruce comunque studiò nella scuola fino ai diciotto anni nel 1959, anno in cui partì per gli Stati Uniti[4]. Uno degli studenti di maggior livello fu Wong Shun-Leung, che si ritiene abbia avuto una grande influenza sull'allenamento di Lee.
Attratto da qualsiasi disciplina da combattimento, Lee si allenò anche nel pugilato occidentale, vincendo nel 1958 il titolo interscolastico di boxe. Batté il tre volte campione Gary Elms con un K.O. al terzo round. Imparò anche rudimenti di scherma occidentale dal fratello minore Peter, all'epoca campione di questa disciplina. Questo approccio a 360º distinse via via sempre più Lee da ogni altro praticante di arti marziali, tanto che nel 1966, decise di dare un nome al suo stile, ovvero Jeet Kune Do[3], "via del pugno che intercetta".
Il suo allenamento includeva tutti gli elementi di fitness, forza e resistenza muscolare, resistenza cardiovascolare e flessibilità. Utilizzò le tecniche tradizionali del culturismo per scolpire e aumentare la massa muscolare. Tuttavia, fu sempre attento nel sottolineare quanto la preparazione mentale e spirituale fossero fondamentali per il successo dell'allenamento fisico e nella pratica delle arti marziali. Al fine di allenare specifici gruppi di muscoli, Lee si avvalse di attrezzature appositamente progettate e costruite.
Il 13 agosto del 1970, a causa di un errato preriscaldamento dei muscoli in un allenamento di sollevamento pesi, subì un grave infortunio[3]: gli esami clinici mostrarono uno stiramento al quarto nervo sacrale, nella parte inferiore della schiena. Durante il periodo di convalescenza, iniziò a dedicarsi alle religioni, alla filosofia, alle arti da combattimento e agli scritti di Jiddu Krishnamurti. Il periodo di inattività fisica gli offre anche l'opportunità di documentare i metodi di allenamento, che in seguito verranno raccolti e pubblicati dalla moglie Linda nel libro The Tao of Jeet Kune Do[3]. Nell'arco dei successivi sei mesi, riuscì a recuperare agilità, velocità e potenza.
Carriera cinematografica |
Il suo debutto nel mondo cinematografico di Hong Kong avvenne all'età di tre mesi, quando fu scelto per il ruolo del neonato nel film Golden Gate Girl del 1941. Fra i sei ed i diciassette anni partecipò come attore bambino a sedici pellicole, anche se il primo film di un certo riguardo, The Orphan del 1958 lo interpretò all'età di diciotto anni[3].
Il produttore della serie televisiva Batman, William Dozier, ebbe l'occasione di visionare i filmati di Lee[3] al Campionato Internazionale di karate, tenutosi a Long Beach il 2 agosto del 1964. L'esibizione incluse varie dimostrazioni, tra le quali flessioni su pollice ed indice e il suo noto "pugno a un pollice". Colpito dalle notevoli capacità fisiche, Dozier invitò Lee per un'audizione, grazie alla quale si aggiudicò una parte nella serie televisiva Il calabrone verde[3], per la stagione 1966-1967, in Batman. Successivamente ottenne ruoli anche nelle serie Ironside, Longstreet, Here Come the Brides, Blondie e, nel 1969 nel film: L'investigatore Marlowe[3].
Lee interpretò il suo primo ruolo da protagonista nei film Il furore della Cina colpisce ancora del 1971 e Dalla Cina con furore del 1972, grazie ai quali ottenne vasta celebrità internazionale. Successivamente fondò una propria casa di produzione, la Concord Production Inc., in società con Raymond Chow della Golden Harvest. Sotto tale egida co-produsse, scrisse, diresse e interpretò L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente nel 1972, in cui fece comparsa anche Chuck Norris[3] in una scena, quella del duello nel Colosseo, che divenne la più celebre di arti marziali nella storia del cinema. Richiese tre giorni di riprese, e venti pagine di sceneggiatura scritte e disegnate da Lee.
Nel 1973 ottenne il ruolo di protagonista in I 3 dell'Operazione Drago, che uscirà postumo in prima mondiale al Graumann's Chinese Theatre di Los Angeles il 24 agosto 1973, per il quale fece anche da coreografo per le scene di combattimento e co-produttore con la sua Concord Production Inc. Il film fu il secondo maggior incasso della Warner Bros. dopo L'esorcista in quella stagione e consolidò l'immagine di Lee come leggenda delle arti marziali.
La morte |
Il 10 maggio 1973, negli studi della Golden Harvest, durante le sessioni di doppiaggio de I 3 dell'Operazione Drago, Lee si allontanò per andare alla toilette, dove fu colto da un attacco di vomito, febbre alta e forti convulsioni. Venne immediatamente trasportato all'ospedale più vicino, dove riscontrarono la presenza di un edema cerebrale. Gli fu così somministrato del mannitolo[5], un medicinale atto a ridurre il gonfiore al cervello, che gli salvò la vita. Lo stesso male, tuttavia, gli tolse la vita due mesi più tardi, la sera del 20 luglio 1973, mentre si trovava a Hong Kong a casa di Betty Ting Pei[6]. Era arrivato assieme al suo socio Raymond Chow, che più tardi se ne era andato per precederli al ristorante Miramar, dove li attendeva l'attore australiano George Lazenby, in città per un ruolo nel nuovo film di Lee come attore-autore, Game of Death. Andato via Chow, sempre secondo Betty, Lee lamentò una forte emicrania. Per cercare di alleviarla assunse una pastiglia, datagli da Betty[6], di Equagesic, contenente sia aspirina che meprobamato, e si andò a sdraiare per un breve riposo, senza più svegliarsi[4]. Tutto ciò secondo le dichiarazioni di Betty in tribunale, giacché non vi erano altri testimoni in casa sua. Fu trasportato con molto ritardo al Queen Elizabeth Hospital dove verso le 22 fu dichiarato "giunto deceduto", dopo che la stessa Betty aveva perso tempo prezioso chiamando prima il produttore Raymond Chow e poi il proprio medico generico, che si adoperarono per tentare di rianimare Lee. L'autopsia non fugò del tutto il dubbio sulla causa del decesso, poiché nel verbale seguito all'inchiesta si parlò di "probabile" reazione allergica a una o più sostanze contenute in un'aspirina, con tutta probabilità al meprobamato. Il cervello, che mediamente in un adulto pesa attorno ai 1.400 grammi, pesava nel caso di Lee 1.575 (un aumento del 13%). I due edemi cerebrali che lo avevano colpito forse potevano attribuirsi all'eccessivo lavoro dei mesi precedenti: "...tanta profusione di energie ebbe come risultato una ulteriore perdita di peso, e un allarmante ritmo di disidratazione...". Linda racconta con questi termini nel suo libro Dragon, ciò che accadde durante le riprese de I 3 dell'Operazione Drago. Tra le conseguenze della disidratazione grave, c'è l'edema cerebrale, che può derivare però anche da ripetuti traumi o infiammazioni.[7] L'autopsia[8] evidenziò non solo il sintomo più evidente del malore che portò al decesso ("...il cervello di Lee era gonfio come una spugna..." segno inequivocabile di un accumulo repentino di liquidi), ma una possibile disfunzione renale, oltre alla presenza nei polmoni di modesta quantità di fluido e piccole quantità di sangue riversatesi negli alveoli. Tali fattori, come riportato dal giornalista Alex Ben Block[8], potevano essere anche conseguenze di un particolare colpo di Kung-Fu della tecnica Dim Mak, di cui Lee poteva essere stato vittima inconsapevole, giacché, come lo stesso produttore Chow ammise all'inchiesta, l'attore aveva ricevuto durissimi colpi non previsti dal copione durante i combattimenti sul set, benché il Dim Mak fosse ritenuto solo folklore dagli esperti di Arti Marziali. Ma ancora molte settimane dopo il funerale la causa mortis restava ignota e ciò provocò tumulti di folla nelle strade di Hong Kong che richiesero l'intervento di agenti in tenuta anti-sommossa. I fan ebbero l'impressione che si stesse nascondendo qualcosa o che le autorità non sapessero esattamente quali pesci pigliare. Il mannitolo iniettato in vena a Bruce Lee aveva invece, secondo l'autopsia, come unico compito il fare riassorbire velocemente il liquido in eccesso causa sia del primo sia del secondo collasso.
Le uniche due sostanze rinvenute nelle analisi del sangue durante l'autopsia, furono i due componenti dell'Equagesic, la summenzionata aspirina, ed anche 4 milligrammi di cannabis che Bruce aveva masticato, ma che come droga leggera non aveva nessun precedente mortale nella medicina forense.
Il 15 ottobre 2005, Chow disse che Lee era morto per un'ipersensibilità al miorilassante contenuto nell'Equagesic, il meprobamato, ingrediente molto comune negli antidolorifici. Quando i dottori annunciarono ufficialmente la morte di Lee, il verdetto finale ne confutò, ossia ne mise in dubbio, la «morte accidentale»[9]. Le cause della morte di Lee sono ancora oggi oggetto di discussione in quanto non vi è assoluta certezza di quella fatale ipersensibilità al medicinale. E proprio ciò secondo molti, incluso il campione di karate statunitense Mike Anderson, amico personale di Lee, ha avvalorato, fra le tante tesi omicidiarie, quella di un veleno erboristico orientale che non poteva essere rinvenuto in un'autopsia eseguita 36 ore dopo la morte. La distonia fra la lentezza nell'accertare la causa mortis - o quantomeno nel comunicarla al pubblico - e l'impennata di velocità che portò poi a chiudere l'inchiesta nel settembre successivo, non fecero altro che avvalorare le voci di un precipitoso insabbiamento, giacché all'epoca tanto la polizia di Hong Kong - che risultava il corpo più corrotto dopo quello di Los Angeles -, quanto la magistratura, erano sovente criticate per infiltrazioni mafiose da parte dei sindacati del crimine organizzato "Hung" (Triadi, in Occidente), ai quali erano affiliati produttori e registi con cui Lee era sovente entrato in contrasto. Molti fans di Hong Kong accusarono Betty Ting Pei, al punto che essa non poté partecipare al funerale, in quanto era nota per accompagnarsi spesso a boss delle Triadi nei locali notturni ed era famigerata per l'uso di alcool e droga e per debiti di gioco d'azzardo. Del decesso furono sospettati dai fans più esagitati anche Raymond Chow, dal quale Lee era in procinto di separarsi poiché il produttore non gli aveva mai dato la percentuale pattuita sugli incassi dei film, il già menzionato regista Lo Wei, contiguo alle Triadi, col quale il divo aveva avuto violente liti ampiamente pubblicizzate sui giornali, il potentissimo produttore Run Run Shaw, anch'esso in odor di Triade, al quale il rifiuto di Lee aveva fatto saltare una coproduzione internazionale con Carlo Ponti infliggendo anche una cocente umiliazione sul piano dell'immagine, ed alcuni esponenti di arti marziali tradizionali sia cinesi che nipponiche, che l'attore aveva spesso criticato.
L'opinione preliminare di Peter Wu, il neurochirurgo che salvò la vita di Lee durante il primo attacco, fu che la causa della morte dovesse essere attribuita a una reazione alla cannabis della quale, come summenzionato, furono trovate tracce nello stomaco o all'Equagesic[10]. Comunque, in seguito Wu ritrattò questa posizione, affermando:
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«Il Professor Teare era uno scienziato forense raccomandato da Scotland Yard; era stato interpellato come esperto sulla cannabis e non possiamo contraddire la sua testimonianza. Il dosaggio della cannabis non è preciso né prevedibile, ma non ho mai sentito di qualcuno che sia morto solo per averla assunta.[11]» |
Bruce Lee giace nel lotto 276 del Lake View Cemetery accanto al figlio Brandon Lee[12]. A portare il feretro nella cerimonia tenuta a Seattle furono tra gli altri Steve McQueen, James Coburn, Dan Inosanto, Taky Kimura e il fratello Robert[3].
Le commemorazioni |
Nel 1993 è stato anche onorato con una stella sulla Hollywood Walk of Fame a Los Angeles, e nell'occasione di quello che sarebbe stato il suo 65º compleanno (novembre 2005), una statua commemorativa è stata posata sull'Avenue of the Stars a Kowloon, un quartiere di Hong Kong, in sua memoria: di colui che è stato votato "Star of the Century" dagli addetti ai lavori del mondo del cinema di Hong Kong. Un'altra statua più piccola ha preceduto di pochi mesi quest'ultima a Mostar in Bosnia ed Erzegovina, mentre una molto più grande, di venti metri, è sorta successivamente in un parco a tema nella Cina continentale, il Bruce Lee Paradise, a Jun'an (均安) (paese presso Foshan nel quale avrebbe avuto i natali il padre di Bruce, l'attore teatrale e caratterista cinematografico Li Hoi Chuen).
Apparizioni televisive |
Come se stesso in documentari o talk show
The Pierre Berton Show (1971)
Where the Action is, (1966)
The Milton Berle Show (1966)
Produzioni postume |
Un anno dopo la morte di Lee, il regista Sze Diang gira Bruce Lee Stor, la prima agiografia del divo. Nel 1975 il regista Lin Ping dirige Good Bye Bruce Lee (Yung chun ta hsiung, 1975) utilizzando lo stesso attore della precedente agiografia, il più somigliante dei sosia di Lee, Ho Chung Tao (nome d'arte: "Bruce Li"). La storia riprende le idee che Lee aveva per il suo Game of Death, rimaneggiandole e privandole dell'aspetto filosofico. È solo una delle decine di film speculanti su Lee ed interpretati da una pletora di sosia, tra Hong-Kong e Taiwan.
Nel 1977 la Golden Harvest di Raymond Chow, che possiede il 100% dei diritti dell'incompiuto Game of Death, affida al regista Robert Clouse, lo stesso di I 3 dell'Operazione Drago, il materiale girato dall'attore prima della morte per rimaneggiarlo e farne un film. Esce così nel 1978 L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death/Xi wang youxi). Le scene di arti marziali aggiunte sono coreografate dall'allora esordiente Sammo Hung e, tra gli attori, compaiono gli amici ed allievi di Lee Dan Inosanto, maestro di Arti Marziali filippine, il campione americano di Karate Bob Walll ed il campione di pallacanestro Kareem Abdul-Jabbar[3]. Il risultato è un film apocrifo ma un grande successo commerciale sia negli States che in tutta Europa.
Oltre ai film di montaggio e quelli con sosia esistono anche produzioni totalmente estranee a Bruce Lee ma in cui le distribuzioni internazionali hanno forzatamente inserito il suo nome a scopo di sfruttarne la fama, ad esempio Il braccio violento del Thay-Pan.
Nel 2000, il regista e scrittore John Little decide di rimasterizzare il materiale girato da Lee prima della sua morte e di montarlo seguendo le indicazioni che lo stesso Lee aveva lasciato, sulla base di alcuni appunti ricevuti dalla famiglia Lee e scritti di suo pugno da Bruce. A corredo, inserisce interviste inedite e filmati di repertorio. Il risultato è il film-documentario Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), che i puristi reputano però incompleto e parziale giacché i pochi e generici appunti lasciati da Lee sarebbero stati, a detta di alcuni esegeti, colmati da invenzioni ed opinioni dello stesso Little.
Film-biografia |
L'enorme clamore provocato dalla morte improvvisa dell'attore ha creato numerosi film-biografia, ognuno dei quali racconta una propria versione riguardo alla morte di Lee.
Nel 1975 viene proiettato il film agiografico Io... Bruce Lee (Lei Siu Lung jyu ngo) tramite cui si sostiene la maldicenza secondo cui Betty Ting Pei, nella cui casa Lee morì tre anni prima, fosse l'amante del noto attore. In realtà non vi è nessuna prova dell'esistenza di una relazione fra i due attori. La produzione Shaw Bros è lo studio che non riuscì ad avere sotto contratto Lee in vita. La parte di Lee è interpretata da Danny Lee, alias Li Hsiu-Sien, in seguito star dei police-thriller anni ottanta-novanta. Nel ruolo del barman che difende Betty da una banda di fan di Lee che l'accusa di essere la colpevole della sua morte, appare l'attore Jimmy Nam (Nan Kung Hsiu), noto ai patiti per i suoi ruoli di villain in pellicole cult del filone quali Cinque dita di violenza e I fantastici piccoli supermen.
Nel 1978 esce Bruce Lee Supercampione (Li Hsiao Lung chuan chi) di Ng See Yuen, con Ho Chung Tao nel ruolo di Lee. È il più prolifico sosia dell'attore, un ginnasta e stuntman taiwanese in realtà molto più giovane del vero Lee che, col nome fittizio di Bruce Li girerà numerose pellicole di qualità inferiore.
Nel 1993 esce Dragon - La storia di Bruce Lee, trasposizione cinematografica del romanzo della moglie di Lee, Linda, del 1989, che racconta la storia del marito aggiungendo il punto di vista soggettivo.
La leggenda di Bruce Lee è una serie televisiva cinese di 30 episodi da 47 minuti l'uno trasmessa sul canale Rai 4 a partire dal 4 aprile 2009. Si tratta della biografia televisiva di Bruce Lee, trasmessa dalla televisione di Stato cinese (CCTV) in occasione delle Olimpiadi del 2008. Danny Chan Kwok-kwan, già interprete di film come Shaolin Soccer e Kung Fusion, veste nel telefilm i panni di Lee.
Giudizi critici |
Questa voce o sezione sugli argomenti artisti marziali statunitensi e attori statunitensi non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. Commento: la sezione ora appare sufficientemente neutrale, ma ci vorrebbero delle fonti: chi ha sancito queste interpretazioni "nazionalistiche" del suo cinema? quali gruppi di "lotta" si sono riferiti a lui come icona? |
La figura di Bruce Lee è stata di grande impatto e riferimento per la comunità cinese in tutto il mondo, e non solo, partendo dalla sola analisi dei soggetti dei film girati ad Hong Kong (ad eccezione di I 3 dell'operazione drago, essendo una coproduzione USA-Hong Kong che di fatto sottrae al suo personaggio alcuni dei suoi caratteri peculiari nel tentativo di internazionalizzarla). Lee divenne per i cinesi di Hong Kong (nella Cina mainland i suoi film rimasero a lungo banditi parimenti a tutti i film stranieri dal regime comunista) il ritratto dell'orgoglio nazionale e alcuni lo videro come modello per acquisire un corpo forte ed efficiente, un altissimo livello di benessere fisico, e sviluppare allo stesso tempo destrezza nel combattimento corpo a corpo. Nonostante il contenuto violento dei suoi film, Lee era fermamente contrario all'uso delle arti marziali come metodo di offesa e supremazia.
In Il furore della Cina colpisce ancora Lee è un operaio cinese immigrato a Bangkok che vede i suoi compagni di lavoro, suoi stessi connazionali, scomparire uno ad uno per opera di un traffico di droga organizzato dal proprietario della fabbrica; Dalla Cina con furore, ambientato nella Shanghai di inizio novecento, di fatto occupata dalle potenze straniere, preminentemente dai giapponesi, vede invece Lee, membro di una scuola di arti marziali cinesi, alle prese con la violenza, l'arroganza e i soprusi di una scuola giapponese rivale. In L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente Lee si reca a Roma, dove si trova coinvolto in una lotta impari tra i camerieri di un ristorante cinese e una potente banda criminale che intende appropriarsene per impiegarlo come centro di spaccio della droga.
Questi tre film hanno in comune diversi elementi:
- una comunità di cinesi collocata in un contesto estraneo alla loro patria di origine (Bangkok, Shanghai occupata dalle potenze straniere, Roma);
- la comunità cinese è oppressa o comunque sottoposta ad angherie da parte di gruppi di stranieri (i capi della fabbrica a Bangkok, i giapponesi a Shanghai, gli sgherri dei trafficanti di droga a Roma);
- il protagonista interpretato da Bruce inizialmente è una persona tranquilla, che si fa coinvolgere in queste dinamiche dimostrandosi unico in grado di opporsi alla situazione di oppressione o svantaggio imposta ai cinesi dagli stranieri;
- in questo senso, il personaggio di Bruce Lee appare ogni volta come il paladino difensore dei cinesi umili e oppressi dagli stranieri;
- l'arte marziale esercitata Bruce Lee si impone come dominante, riuscendo a prevalere su tutte le tecniche di combattimento straniere.
Per questi motivi c'è chi ha affermato che in quegli anni Bruce Lee è divenuto un simbolo per gli abitanti di Hong Kong (all'epoca in cui era ancora colonia britannica), per i milioni di oriundi cinesi nel Sud-est asiatico e nelle Chinatown sparse per l'Occidente (metaforicamente rappresentate dalle comunità cinesi raffigurate nel primo e nel terzo film), e in senso più ampio per tutte le minoranze etniche (come lo sono i neri e gli ispanici negli Stati Uniti) che vivono la difficile realtà dell'immigrazione in un paese straniero.
Sebbene nei film di Bruce Lee compaia anche la figura del connazionale traditore o collaborazionista (come nel terzo film si rivela essere lo zio cinese, il quale cerca di venire a patti con gli spacciatori), vi è chi rintraccia in questi film non soltanto l'orgoglio e il senso di rivalsa della gente cinese, ma anche un vero e proprio senso di orgoglio nazionalistico quando non addirittura etnico. Ciò tuttavia appare decisamente contrario a quanto professato in vita da Bruce Lee, il quale lottò - sia metaforicamente che letteralmente - per potere insegnare ad allievi di qualunque provenienza o etnia nelle proprie palestre, giungendo talvolta a scontrarsi con i suoi stessi connazionali in nome di questa convinzione[13]
Questa lettura si basa anche sui frequenti confronti tra arti marziali cinesi e tecniche di combattimento di altri paesi, che vengono raffigurate in netta inferiorità in relazione alle tecniche di Bruce Lee. Ciò viene più volte fatto valere nei confronti del karate giapponese. In Dalla Cina con furore, Bruce Lee sconfigge su tutta la linea i membri del dojo di Karate di Shanghai, riducendo a mal partito lo stesso maestro. In L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente, i camerieri cinesi del ristorante decidono di smettere con la pratica del karate e si impegnano ad apprendere il kung fu cinese, dopo aver visto combattere Lee. Anche qui, vi è chi ha voluto leggere nel confronto Kung fu - Karate una metafora del confronto tra Cina e Giappone, dove la prima alla fine prevale e dimostra la propria superiorità sul secondo.
La dimensione di eroe che lotta contro le ingiustizie perpetuate nei confronti dei cinesi, il ricorso disperato alla violenza per riparare i torti subiti e le componenti di rivendicazione nazionale che molti ravvisano nei film di Bruce Lee possono essere sinteticamente espresse dalla scena di Dalla Cina con furore nella quale al protagonista viene proibito di entrare in un parco di Shanghai, essendovi un cartello al suo ingresso che prescrive “È vietato l'ingresso ai cani e ai cinesi”. Deriso da alcuni giapponesi, che gli suggeriscono di mettersi a quattro zampe per avere modo di essere condotto nel parco, Lee dà a questi una meritata lezione, dopodiché distrugge il cartello con un calcio acrobatico in volo. Questo forte gesto di sfogo della rabbia propria e della propria gente contro le discriminazioni e i soprusi si conclude con una scena in cui il protagonista viene circondato da una piccola folla di plaudenti connazionali, che lo nasconde per proteggerlo dall'imminente arrivo della polizia[14].
Una componente importante che ha contribuito a rendere Bruce Lee un'icona è il suo rapporto con la violenza. Sebbene in vita Bruce Lee abbia a più riprese espresso il proprio credo e la propria filosofia personale in merito al ricorso alla violenza, lasciandone abbondante traccia nei suoi scritti e nelle sue interviste, vi sono molti che hanno letto nei suoi film un'affermazione della violenza come l'unico mezzo possibile per reagire all'ingiustizia subita. Questo può essere il motivo per cui Bruce Lee è stato per un certo periodo il simbolo di alcuni di quei movimenti di contestazione che negli anni 60-70 consideravano la violenza come l'unico strumento possibile per rovesciare un ordine costituito.
Filmografia |
Attore |
Cinema |
Golden Gate Girl, regia di Kwan Man Ching (1941) - non accreditato
The Birth of Mankind, regia di Yue Leong (1946)
Fu gui fu yun (1948)
Meng li xi shi, regia di Aimin Jiang (1949) - accreditato come Siu Hoi-Chuen Lee
Xi lu xiang, regia di Fung Fung (1950) - accreditato come Siu Lung
Ren zhi cue, regia di Kim Chun (1951)
Ku hai ming deng, regia di Kim Chun (1953)
Ci mu lei, regia di Kim Chun (1953)
Qian wan ren jia, regia di Ji Zhu (1953)
Wei lou chun xiao, regia di Tie Li (1953) - accreditato come Lee Jun-fan
Fu zhi guo (1953)
Ai, regia di Kim Chun, Sun-Fung Lee, Tie Li, Wui Ng, Hang Wong e Ji Zhu (1955)
Ai xia ji, regia di Kim Chun, Sun-Fung Lee, Tie Li, Wui Ng, Hang Wong e Ji Zhu (1955)
Gu er xing, regia di Dai-Suk Chin e Kai Lee (1955)
Er nu zhai, regia di Kim Chun (1955)
Gu xing xue lei, regia di Ji Zhu (1955)
Zha dian na fu, regia di Kim Chun (1956) - accreditato come Lee Siu Lung
Zao zhi dang cu wo bu jia, regia di Wai-Kwong Chiang (1956)
Lei yu, regia di Wui Ng (1957)
Ren hai gu hong, regia di Sun-Fung Lee (1960) - accreditato come Lee Siu-Lung
L'investigatore Marlowe (Marlowe), regia di Paul Bogart (1969)
Il furore della Cina colpisce ancora (Tang shan da xiong), regia di Lo Wei e Chia-Hsiang Wu (1971)
Dalla Cina con furore (Jing wu men/ fist of fury), regia di Lo Wei (1972)
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang/ Way of the Dragon), regia di Bruce Lee (1972)
I 3 dell'Operazione Drago (Enter the Dragon), regia di Robert Clouse (1973)
Opere postume:
Bruce Lee Supercampione, regia di See-Yuen Ng (1976)
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death I), regia di Robert Clouse (1978): Bruce Lee viene fatto comparire usando materiale di archivio.
L'ultima sfida di Bruce Lee (Game of Death II), regia di Ngsee See Yuen (1981): in questo film Lee compare solo in immagini d'archivio prese dai suoi film.
Io sono Bruce Lee, regia di Pete McCormack – documentario (2012)
Televisione |
The Milton Berle Show (titolooriginale) – serie TV, episodio 1x2 (1966)
Batman (Batman) – serie TV, episodi 2x7-2x51-2x52 (1966-1967)
Il Calabrone Verde (The Green Hornet) – serie TV, 26 episodi (1966-1967)
Ironside (Ironside) – serie TV, episodio 1x7 (1967)
Blondie – serie TV, episodio 1x13 (1969)
Arrivano le spose (Here Come the Brides) – serie TV, episodio 1x25 (1969)
Longstreet (Longstreet) – serie TV, 4 episodi (1971)
Sceneggiatore |
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang), regia di Bruce Lee (1972)
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death), co-regia di Robert Clouse (1978) - non accreditato
Opere postume:
Messaggi da forze sconosciute (Circle of Iron), regia di Richard Moore (1978) - soggetto
Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), regia di John Little e Bruce Lee – video documentario (2000) - filmati originali
Bruce Lee in G.O.D.: Shibôteki yûgi, regia di Toshi Ohgushi e Toshikazu Ôgushi (2000) - materiale
Regista |
L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente (Meng long guo jiang) (1972)
Opere postume:
L'ultimo combattimento di Chen (Game of Death), co-regia di Robert Clouse (1978) - non accreditato
Bruce Lee - La leggenda (Bruce Lee: A Warrior's Journey), co-regia di John Little – video documentario (2000) - filmati originali
Altro |
- No Retreat No Surrender
The Silent Flute, sceneggiatura del (1971)
- Film prodotti dalla Concord Production
The Game of Death (死亡的遊戲), film incompiuto (1972)
Film su Bruce Lee |
Bruce Lee: A Dragon Story, regia di Shih Ti (1974)
Io... Bruce Lee, regia di Mar Lo (1976)
Bruce and the Shaolin Bronzemen, regia di Joseph Kong (1977)
Bruce Lee, the Legend, diretto da Leonard Ho (1984)
Dragon - La storia di Bruce Lee, regia di Rob Cohen (1993)
Bruce Lee - La grande sfida, George Nolfi (2016)
Film apocrifo |
Bruce Lee Fights Back from the Grave, regia di Lee Doo-yong (1976)
Pubblicazioni di Bruce Lee o a lui attribuite |
- Bruce Lee, Jeet Kune Do - Il libro segreto di Bruce Lee, Edizioni Mediterranee, 1983, ISBN 9788827201428.
Edizione italiana del primo volume di Bruce Lee sul suo famoso metodo di combattimento, il Jeet Kune Do; originariamente pubblicato nel 1975.
- Bruce Lee, La mia via al Jeet Kune Do, vol. 1: manuale pratico del Jeet Kune Do, Edizioni Mediterranee, 2000, ISBN 88-272-1330-9.
Scritti ed appunti di Bruce Lee sul Jeet Kune Do, stesi durante la convalescenza nel 1970 ma pubblicati solo dopo la sua morte per volontà della moglie Linda con l'aiuto di Dan Inosanto ed altri.
- Bruce Lee, La mia via al Jeet Kune Do, vol. 2: il Tao del Kung Fu, Edizioni Mediterranee, 2000, ISBN 88-272-1328-7.
La prima parte del volume presenta i testi di Bruce Lee del 1963 e del 1964 (gli unici effettivamente pubblicati in vita), raccolti postumamente da John Little. Nella seconda parte sono incluse interviste e conversazioni di Lee dal 1958 sino alla sua morte nel 1973.
- Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 1: Tecniche di autodifesa, Edizioni Mediterranee, 2001, ISBN 9788827202593.
Primo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.
- Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 2: Tecniche di base, Edizioni Mediterranee, 2001, ISBN 9788827203187.
Secondo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.
- Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 3: Tecniche avanzate, Edizioni Mediterranee, 2001, ISBN 9788827203613.
Terzo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.
- Bruce Lee, Mitoshi Uyehara, Tecniche segrete di Bruce Lee, vol. 4: Tecniche superiori, Edizioni Mediterranee, 2001, ISBN 9788827203620.
Ultimo dei quattro libri che approfondiscono il metodo di combattimento di Bruce Lee, tratto dai suoi scritti sul Jeet Kune Do del 1966, redatti da Mitoshi Uyeahara.
- John Little (a cura di), Pensieri che colpiscono. Gli aforismi di Bruce Lee per la vita di tutti i giorni, Edizioni Mediterranee, 2003, ISBN 88-272-1528-X.
- Bruce Lee, Il tao del dragone. Verso la liberazione del corpo e dell'anima, Mondadori, 2006, ISBN 9788804558835.
Le ultime e più intime annotazioni di Bruce Lee sulle arti marziali e su vari aspetti dell'esistenza.
- Bruce Lee, La perfezione del corpo. L'arte di esprimere al meglio il fisico e la mente, Mondadori, 2007, ISBN 9788804572121.
Raccolta postuma di scritti su esercizi, regole alimentari e riflessioni tratte dai diari di allenamento e dagli appunti personali di Bruce Lee, compilata da John Little.
- Bruce Lee, Lo spirito del dragone. Lettere (1858-1973), Mondadori, 2010, ISBN 9788804603399.
Compendio di lettere private scritte da Bruce Lee.
Curiosità |
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È stato anche un filosofo introducendo il radicalismo nelle arti marziali[senza fonte].- È stato preso come spunto per diversi personaggi di videogiochi di combattimento, come Marshall Law (e suo figlio Forest) e Lee Chaolan (il suo nome ricorda la traslitterazione cinese di Bruce Lee) della serie Tekken della casa di produzione Namco, Fei Long della serie Street Fighter della Capcom, Liu Kang in Mortal Kombat, Dragon della serie World Heroes, Jann Lee in Dead or Alive, Bros lee del videogioco Broforce e Lee Sin nel MOBA League of Legends. Bruce Lee ha ispirato Rock Lee e Gai Maito personaggi del Manga ed Anime Naruto e Lee Pai Long nel Manga e Anime "Shaman King".
- Il volto di Lee è servito da base a Tetsuo Hara per creare l'immagine di Kenshiro, protagonista di Ken il Guerriero; durante la storia Lee viene citato più volte nelle movenze, nella concezione della Divina Arte di Hokuto come tecnica adattabile ai cambiamenti, e perfino in piccoli gesti (soprattutto quello di provocare l'avversario invitandolo a farsi avanti). Quando la collocazione temporale si sposta di alcuni anni (dopo la morte di Raoul), la somiglianza si perde ed il volto di Kenshiro adulto somiglia maggiormente a Sylvester Stallone.
Citazioni |
L'ultimo combattimento di Chen viene citato in due film: in Kill Bill: Volume 1 la protagonista Beatrix Kiddo (interpretata da Uma Thurman) indossa una tuta integrale gialla e nera; in The Matrix Neo (interpretato da Keanu Reeves), durante lo scontro con l'agente Smith in metropolitana, si muove e lo provoca come Bruce Lee durante lo scontro con Kareem Abdul Jabbar.
Doppiatori italiani |
Nelle versioni in italiano dei suoi film, Bruce Lee è stato doppiato da:
Cesare Barbetti in Il furore della Cina colpisce ancora, Dalla Cina con furore, L'urlo di Chen terrorizza anche l'Occidente
Mauro Gravina in Il calabrone verde
Gianni Giuliano in L'investigatore Marlowe
Carlo Sabatini in I 3 dell'Operazione Drago
Luigi La Monica in L'ultimo combattimento di Chen
Massimo Lopez in L'ultima sfida di Bruce Lee
Note |
^
(EN) Paul Bowman, Was Bruce Lee Chinese, or American, or British, or What?, su SOAS University of London, https://www.soas.ac.uk.
^
Morto Bruce Lee attore del karaté, in La Stampa (Torino), http://www.archiviolastampa.it/, 22 luglio 1973, p. 6.
^ abcdefghijklmnop (EN) Bruce Lee biography, The unofficial Bruce Lee home page, 31 marzo 1996. URL consultato il 22 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2012). basata su (EN) Linda Lee, The Bruce Lee Story, Santa Clarita, Ohara Publications, 1989.
^ ab (EN) Linda Lee, The Bruce Lee Story, Santa Clarita, Ohara Publications, 1989.
^ (EN) Bruce Thomas, Bruce Lee: Fighting Spirit : a Biography, Berkeley, Frog, 1994. URL consultato il 22 luglio 2011.
^ ab Jimmy Wang, Lorenzo De Luca, Bruce Lee : Il Piccolo Drago, Roma, Edizioni Mediterranee, 1990. URL consultato il 12 luglio 2013.
^ Raslan A, Bhardwaj A (2007). "Medical management of cerebral edema". Neurosurgical Focus. 22 (5): E12. PMID 17613230. doi:10.3171/foc.2007.22.5.13.
^ ab Riportato in Bruce Lee il re del kung fu, di Alex Ben Block, 1976
^ (EN) Sid Campbell & Greglon Lee, Remembering the Master, Berkeley, Blue Snake Book/Frog, 2006. URL consultato il 22 luglio 2011.
^ Bruce Thomas, p. 270
^ Bruce Thomas, p. 286
^ Lake View Cemetery
^ Linda Lee Cadwell racconta nel suo libro "Dragon" che nel 1965 giunsero da San Francisco nella sua palestra di Seattle, tre individui di origine cinese, i quali sfidarono Bruce Lee in un combattimento marziale a condizione che se egli avesse perso non avrebbe più potuto continuare a insegnare a persone "non cinesi". Bruce Lee accettò la sfida e vinse con facilità.
^ Dario Tomasi, 'Il cinema asiatico. L'Estremo Oriente, Laterza, 2011, ISBN 978-88-420-9521-7.
Bibliografia |
- Alex Ben Block, Bruce Lee. La sua vita, la sua leggenda, Edizioni Mediterranee, 1974, ISBN 88-272-0061-4.
- Riccardo Esposito, Il drago feroce attraversa le acque, Tarab Edizioni, 1998, ISBN 88-86675-32-1.
- Riccardo Esposito, Le stagioni del kung-fu, seconda parte: Le altre compagnie 1970-1975, in Il cinema del kung-fu, Fanucci, 1989, ISBN 88-347-0120-8.
- Linda Lee, Bruce Lee: "Dragon", Edizioni Mediterranee, 1989, ISBN 88-272-0265-X.
- Bruce Thomas, Vera vita di Bruce Lee: storia, ambizioni e caduta di uno spirito guerriero, a cura di Manfredi Maria Giffone, Roma, Castelvecchi, 2004, ISBN 88-7615-000-5.
- Bruce Lee è vivo! Guida al cinema di Bruce Lee e dei suoi imitatori, in Nocturno dossier, nº 68, 2008.
Voci correlate |
- Jeet Kune Do
- Wing Chun
- Yip Man
- Wong Shun Leung
- Ted Wong
- Pugno a un pollice
- Brandon Lee
- Sammo Hung
- Betty Ting Pei
- Concord Production
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikiquote
- Wikimedia Commons
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Bruce Lee
Collegamenti esterni |
- (EN) Sito ufficiale, su brucelee.com.
- Luigi Vercotti, Bruce Lee: verso i settanta con furore, su film.it, 1º ottobre 2009.
- (EN) La fondazione "Bruce Lee", su bruceleefoundation.com.
(EN) Bruce Lee, su Internet Movie Database, IMDb.com.
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Controllo di autorità | VIAF (EN) 51692172 · ISNI (EN) 0000 0003 6855 300X · LCCN (EN) n79068505 · GND (DE) 118570803 · BNF (FR) cb11912061r (data) · NLA (EN) 35296927 |
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