Carlo XII di Svezia






































































Carlo XII

Karl XII 1706.jpg
Carlo XII in uniforme militare

Re di Svezia
Granduca di Finlandia
Duca di Brema-Verden
Duca del Palatinato-Zweibrücken

Stemma

In carica
5 aprile 1697 – 11 dicembre 1718
Incoronazione
14 dicembre 1697
Predecessore

Carlo XI
Successore

Ulrica Eleonora

Nascita

Tre Kronor, Svezia, 17 giugno 1682
Morte

Fredrikshald, Norvegia, 11 dicembre 1718
Sepoltura
26 febbraio 1719
Luogo di sepoltura

Chiesa di Riddarholmen, Stoccolma
Casa reale

Casato di Palatinato-Zweibrücken
Dinastia
Wittelsbach
Padre

Carlo XI di Svezia
Madre

Ulrica Eleonora di Danimarca
Religione

Luterana
Firma

Autograf, Carl XII, Nordisk familjebok.png

Carlo XII (Stoccolma, 17 giugno 1682 – Fredrikshald, 30 novembre 1718) fu re di Svezia dal 1697 al 1718.


(N.B.: 27 giugno 1682 - 11 Dicembre 1718 per il calendario Gregoriano.)


Dal 1700 fino alla morte condusse le sue truppe, i cosiddetti "karoliner", in guerra contro la Danimarca, la Russia e la Sassonia, senza più ritornare a Stoccolma.[1]


Nel 1700, una triplice alleanza di Danimarca-Norvegia, Sassonia–Polonia-Lituania e Russia lanciò un attacco al protettorato svedese dell'Holstein-Gottorp ed alle province di Livonia e Ingria, cercando di demolire la potenza dell'impero svedese, sfruttando l'inesperienza del giovane sovrano. In questo modo ebbe inizio la Grande guerra del nord. Guidando il formidabile esercito svedese contro l'alleanza, dal 1706 Carlo riuscì a mettere in crisi tutte le forze nemiche ad eccezione della potente Russia.


La successiva azione di Carlo di invadere Mosca si concluse con una sconfitta dell'esercito svedese nelle battaglie di Poltava e di Perevolochna. Il re trascorse quindi alcuni anni in esilio nell'Impero ottomano prima di tornare ad attaccare la Norvegia, tentando ancora una volta di separare le forze danesi da quelle russe. Due campagne fallimentari si conclusero poi con la morte dello stesso Carlo XII durante l'assedio di Fredriksten nel 1718. In quel tempo, gran parte dell'impero svedese era sotto occupazione militare, anche se la Svezia propriamente detta rimaneva stato sovrano. Questa situazione venne successivamente formalizzata e moderata dal trattato di Nystad, che vide non solo la fine dell'Impero svedese ma anche della sua monarchia assoluta e della sua macchina da guerra così potente, dando vita all'età del governo parlamentare, tra le prime nazioni in Europa a raggiungere questa prospettiva sino alla salita al potere poi di Gustavo III che restaurerà a pieno il potere régio.


Carlo fu un militare eccezionalmente dotato e un maestro di tattica, nonché abile politico che fu in grado di introdurre importanti riforme legali e di tassazione.




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 I primi anni


    • 1.2 L'ascesa al trono


    • 1.3 I primi anni di regno


    • 1.4 La grande guerra del nord


      • 1.4.1 Antefatto


      • 1.4.2 La sconfitta della Danimarca


      • 1.4.3 La prima campagna contro la Russia


      • 1.4.4 La campagna contro la Sassonia


      • 1.4.5 La seconda campagna contro la Russia


      • 1.4.6 La “cattività” turca




    • 1.5 La morte misteriosa


    • 1.6 Dopo Carlo XII




  • 2 Ascendenza


  • 3 Note


  • 4 Bibliografia


  • 5 Altri progetti





Biografia |



I primi anni |




La culla di Carlo XII (incisione da Svenska Familj-Journalen del 1879)


Carl nacque il 17 giugno 1682 a Stoccolma nel palazzo "Tre Kronor", figlio primogenito del re di Svezia Carlo XI (1655 – 1697) e della sua consorte Ulrica Eleonora di Danimarca (1656 – 1693). La sua ascendenza era di origini tedesche in quanto era membro della dinastia del Palatinato-Zweibrücken, un ramo collaterale dei Wittelsbach.


Al momento della sua nascita, suo padre scrisse nel suo diario:


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«Il 17 giugno, che era di sabato mattina, mia moglie diede alla luce un figlio. Ringrazio quindi sinceramente Dio per avermi salvato lei e per la salute del nuovo nato[2]»



Carlo XII di Svezia ricevette sin dalla sua gioventù una formazione completa. Tra i suoi insegnanti in particolare ricordiamo il professore dell'Università di Uppsala, Andreas Nicolai, il consigliere di stato Thomas Polus, il ciambellano Gustaf Cronhielm, l'ufficiale del reparto del genio Carl Magnus Stuart ed il vescovo Erik Benzelius il vecchio. Carlo XII era un bambino molto dotato per lo studio ed apprese facilmente il latino, il tedesco, ed il francese; fu inoltre istruito nelle questioni teologiche. Sul campo, più tardi, imparò anche il finlandese, per poter essere capito da una parte dei suoi soldati che provenivano da quelle terre. Le sue più grandi passioni furono la matematica e le materie militari; si allenava anche fisicamente sempre per questo scopo. Alla morte della madre Ulrica Eleonora, nel 1693, essendo suo padre occupato dal governo dell'impero svedese, la regina madre Edvige Eleonora, sua nonna paterna, ebbe in gestione l'educazione del giovane principe e delle sue due sorelle, sviluppando con loro un forte rapporto.


Carlo XI, cosa abbastanza rara per quei tempi, introdusse sin da subito il figlio alla gestione dello stato. Lo portava alle ispezioni militari e alle sedute del Consiglio del re, facendo sí che il giovane principe ereditario fosse pronto a svolgere il suo ruolo che gli sarebbe spettato alla sua morte.


Già da giovane il futuro Carlo XII si contraddinstinse per l'impenetrabilità e la compostezza, quasi glacialità, dei modi. Solo una volta si abbandonò ad eccessi distruttivi e crudeli. Durante una visita del quasi coetaneo principe ereditario di Danimarca, il quattordicenne Carlo si divertì con lui a sfasciare i mobili delle sale del palazzo reale, a scaraventare i piatti e, macabro divertimento, a provare le lame delle spade decapitando cani, capre e altri animali per poi gettarne le teste sanguinanti dalle finestre.



L'ascesa al trono |




Ritratto di Carlo XII nelle vesti dell'incoronazione nel 1697


Alla morte di suo padre, Carlo gli succedette al trono di Svezia col nome di Carlo XII. Carlo XI, già prima di morire, aveva dato disposizioni perché il nuovo consiglio di stato che avrebbe dovuto coadiuvare il giovane sovrano avesse per presidente Bengt Gabrielsson Oxenstierna e per membri Christopher Gyllenstierna, Fabian Wrede, Nils Gyldenstolpe e Lars Wallenstedt, tra i suoi collaboratori più fidati.


Il consiglio di governo si dimostrò troppo ingerente nelle questioni di governo, senza lasciar spazio all'iniziativa del giovane re. Carlo XII venne incoronato re di Svezia il 29 novembre 1697 all'età di 15 anni, con una fastosa cerimonia che si tenne nella cattedrale di Stoccolma, alla quale prese parte anche l'arcivescovo Olaus Swebilius. Come primo vero atto di affermazione di indipendenza, Carlo XII pretese di incoronarsi personalmente, ribadendo la sua piena autorità di sovrano.



I primi anni di regno |


Malgrado la situazione pacifica dei primi anni di regno, Carlo XII visse un'epoca piuttosto difficile per l'amministrazione dello stato, sia internamente che esternamente. Inesperto nell'arte di governare, ma non sprovveduto, seguì le orme paterne conducendo una vita semplice, ma di continuo lavoro. Come suo padre, egli era scettico nei confronti dei vecchi consiglieri reali ed a questi fece perdere quasi tutta l'influenza di cui godevano a corte. Il re, ancora molto giovane, era timido ed introverso; ben presto decise di servirsi di personaggi valenti da porre in posizioni di potere come Carl Piper, che pose alla gestione degli affari interni, e Thomas Polus, sulla politica estera (questi risultò una figura fondamentale anche per decidere un eventuale matrimonio del sovrano).


Nell'ambito della politica estera, Carlo XII cercò di seguire l'orientamento di suo padre rimanendo neutrale in gran parte dei conflitti scoppiati in Europa occidentale all'epoca, mantenendo una stretta amicizia con tutte le potenze marittime più importanti come Inghilterra e Paesi Bassi e, in parte, anche con la Francia.


Il suo nemico principale fu sempre la Danimarca che era una secolare spina nel fianco per l'espansione della Svezia.



La grande guerra del nord |



Antefatto |


Nel marzo del 1700 ebbe inizio la Grande guerra del Nord. Inaspettatamente la Svezia fu attaccata da Danimarca, Sassonia/Polonia e Russia. Già nell'ottobre 1698 Augusto II di Polonia[3] e Federico IV di Danimarca avevano stipulato un'alleanza offensiva nei confronti della Svezia, alla quale più tardi aderì anche Pietro il Grande di Russia. Dopo una prima vittoria gli alleati progettarono di spartirsi le province del Baltico orientale[4] in mano svedese fin dal 1611.


I nemici della Svezia avevano tuttavia sottovalutato il rischio di attaccare una grande potenza militare europea. Essi contavano su una vittoria facile e rapida, in base all'inesperienza e alla giovane età del sovrano e si immaginavano un timoroso esercito svedese guidato da un comandante privo di esperienza militare.



La sconfitta della Danimarca |


Nella primavera del 1700 Carlo XII si trovò ad affrontare la coalizione per difendere il suo paese. La sua strategia fu semplice: concentrare le sue forze contro un nemico alla volta, costringerlo alla pace e poi volgersi contro un altro.




Carlo XII di Svezia in un ritratto del 1700


Le ostilità iniziarono con l'attacco di suo cugino Federico IV di Danimarca al ducato di Holstein-Gottorf, alleato della Svezia e governato da un cognato di Carlo XII. Carlo approfittò dell'assenza dell'esercito danese, impegnato nell'Holstein, sbarcando il 23 luglio 1700 sull'isola principale danese con l'aiuto della flotta anglo-olandese: circondò Copenaghen e ne iniziò l'assedio. Il monarca danese si trovò subito in una difficile situazione: la sua piccola flotta doveva fronteggiarne una molto più forte, la capitale del suo stato era sotto assedio ed il suo esercito piuttosto lontano. In questa situazione disperata Federico IV concluse il 18 agosto la pace di Traventhal con la Svezia. Lo status quo ante fu ripristinato e la Danimarca uscì dalla coalizione antisvedese.



La prima campagna contro la Russia |


Carlo si volse quindi contro i rimanenti avversari, Pietro ed Augusto. Entrambi stavano per attaccare i possedimenti svedesi sul Baltico. Augusto il Forte aveva iniziato a metà di luglio l'assedio di Riga, ma dopo la notizia della sconfitta dei danesi interruppe scoraggiato la sua azione, senza aver concluso nulla. La Russia incominciò nell'agosto del 1700 con l'attacco all'Estonia ed a settembre diede inizio all'assedio alla fortezza svedese di Narva.


Carlo XII si decise ad attaccare i russi: nella battaglia di Narva sconfisse con circa ventimila soldati un esercito russo numericamente molto superiore. Nell'attacco alle linee russe, celati da una provvidenziale tempesta di neve, gli svedesi riuscirono a dividere in due lo schieramento russo e lo misero in rotta. Molti soldati russi, in gran parte reclute, fuggendo finirono nel fiume Narva e vi annegarono, mentre la parte rimanente fuggì disordinatamente verso Novgorod ove ben pochi arrivarono: la maggior parte di essi disertò o morì di freddo o di fame durante la fuga.


La battaglia di Narva fu una delle maggiori vittorie della storia militare svedese. Alla fine dell'anno Carlo XII aveva difeso con successo la Svezia e cacciato dai suoi territori tutte le truppe nemiche.



La campagna contro la Sassonia |






Regno di Svezia
Casato di Palatinato-Zweibrücken-Kleeburg















Armoiries Suède Palatinat.svg



Carlo X Gustavo


Figli


  • Carlo




Carlo XI


Figli



  • Edvige Sofia

  • Carlo

  • Ulrica Eleonora





Carlo XII

Ulrica Eleonora

Modifica




Il re a cavallo durante una campagna militare


Anziché inseguire l'esercito russo dopo la battaglia di Narva fino a costringere lo zar Pietro alla pace, Carlo XII si volse contro il terzo nemico, Federico Augusto I di Sassonia-Polonia. Egli invase la Polonia, conquistò Varsavia, sconfisse le truppe di Augusto nella battaglia di Klissow (9 luglio 1702), occupò Cracovia, l'antica città reale polacca e conquistò Thorn.


Nel 1697 la Dieta di Polonia aveva eletto Federico-Augusto I di Sassonia re di Polonia con il nome di Augusto II di Polonia. Le devastazioni della guerra spinsero parte della nobiltà polacca a reclamare la pace con la destituzione di Augusto e la proclamazione di un nuovo re di Polonia. Carlo XII approfittò di queste sollecitazioni e propose alla Dieta di Varsavia un suo candidato: Stanislao Leszczyński, (20 ottobre 1677 – 23 febbraio 1766), nobile polacco e conte del Sacro Romano Impero, che riuscì facilmente ad imporre sugli altri candidati[5]. Dopo la deposizione di Augusto come re di Polonia, Carlo XII vide che questi dalla Sassonia continuava a trarre nuove forze armate e quindi decise di attaccarlo direttamente: l'occupazione del Ducato di Sassonia e l'incombente bancarotta dello stato sassone indussero il 13 ottobre 1706 il sempre influenzabile Consiglio Segreto a sottoscrivere un trattato di pace con gli svedesi, il trattato di Altranstädt. Il 31 dicembre 1706 Augusto II sottoscrisse il trattato di pace redatto in sua assenza e la rinuncia al trono di Polonia e Lituania.



La seconda campagna contro la Russia |




Carlo XII e Mazepa presso il fiume Dnieper dopo la Battaglia di Poltava, dipinto di Gustaf Cederström


Carlo XII quindi si volse nuovamente contro lo zar Pietro il Grande il quale, nel frattempo, era riuscito a riprendersi l'Estonia e l'Ingria[6]. Per non fare delle rive del Baltico un'altra volta un campo di battaglia e per ottenere una vittoria definitiva sui russi, diresse le sue truppe su Mosca. Carlo XII sconfisse Pietro il Grande nella battaglia di Golovchin il 3 luglio 1708 ma subì la sua prima disfatta nella battaglia di Lesnaya il 28 settembre dello stesso anno, quando Pietro sbaragliò l'ala sinistra dell'armata svedese mentre quest'ultima cercava di raggiungere il corpo principale dello schieramento a Riga. Carlo fu così costretto a rinunciare a marciare su Mosca e si accinse ad invadere l'Ucraina. Pietro allora utilizzò la tecnica della terra bruciata, per impedire all'esercito di Carlo di rifornirsi sul luogo. Di conseguenza la marcia attraverso l'Ucraina non fu facile e l'esercito svedese, attraversato il fiume Dnepr, dovette ripiegare verso sud, verso l'Ucraina cosacca, ove sperava di ottenere aiuti e rinforzi dall'amico atamano dei cosacchi Ivan Mazeppa, nella sua città di Baturin. La sfortuna si accanì contro gli svedesi: l'inverno 1708 / 1709 fu uno dei più rigidi dell'ultimo mezzo secolo in tutta Europa e le perdite di vite di soldati svedesi per congelamento furono impressionanti. A completare il quadro, i russi rasero al suolo la città di Baturin, cosicché quando Carlo XII accompagnato dal Mazeppa, che imprudentemente aveva diviso le sue forze fra la difesa della città ed il campo di battaglia, vi giunse non trovò né le armi né i vettovagliamenti che si aspettava. All'inizio di aprile del 1709 Carlo XII pose l'assedio alla città di Poltava sul fiume Worskla, un affluente del Dniepr, ma i difensori russi resistettero per ben 87 giorni, fino all'arrivo dell'esercito russo. La battaglia si sviluppò in scontri e scaramucce dal 16 al 28 giugno 1709. Ma il giorno 17 giugno, durante una ricognizione, Carlo XII fu ferito da una pallottola ad un piede in modo tale che non poteva né cavalcare né procedere appiedato ma doveva essere trasportato su una portantina od in carrozza, così che la sua operatività di comandante in battaglia ne risultò fortemente menomata. Affidato il comando operativo del suo esercito al feldmaresciallo svedese Carl Gustav Rehnskiöld, Carlo XII decise di attaccare i russi il giorno 29 giugno ma il mal ridotto esercito svedese e la cavalleria cosacca di Mazeppa ne uscirono pesantemente sconfitti: Carlo stesso fu catturato dal nemico e solo l'ardimento di un ufficiale della cavalleria riuscì poco dopo a sottrarlo al nemico. L'esercito svedese in rotta si divise in due parti e quella meno numerosa, di circa 1.000 svedesi e 2.000 cosacchi, riattraversò il Dniepr per dirigersi verso la Moldavia ottomana, mentre il restante corpo, al comando del conte Lewenhaupt (circa 14.000 uomini) scese verso sud lungo la sponda sinistra del Dnepr. I primi riuscirono a raggiungere il fiume Bug, ma nel corso delle operazioni di traghetto, furono attaccati dai russi e solo qualche centinaio di svedesi con il re ed il Mazeppa[7] riuscì ad attraversare il fiume ed a riparare presso il sultano Ahmed III (1673 – 1736).



La “cattività” turca |


I turchi all'inizio accolsero cordialmente Carlo XII e la sua presenza provocò anche una guerra dell'impero ottomano contro la Russia.[8] L'ospitalità tuttavia si trasformò in una specie di prigionia durante la quale i vecchi nemici rialzarono il capo ed approfittando della sua assenza Russia e Sassonia si ripresero i territori perduti e ne conquistarono altri a spese della Svezia: l'Inghilterra ottemperò tiepidamente ai suoi doveri di alleato solo fino all'invio di una squadra navale nel Baltico, mentre la Prussia attaccò i possedimenti svedesi in territorio tedesco, la Russia occupò la Finlandia ed Augusto II salì nuovamente sul trono polacco, che conservò fino alla morte (1733). Nel 1714 Carlo XII riuscì finalmente ad andarsene dalla sua prigionia dorata e cavalcando per quindici giorni attraverso l'Europa travestito da semplice ufficiale tedesco raggiunse la Pomerania anteriore, ove nel frattempo i danesi avevano occupato l'isola di Rügen. Entrato nella città di Stralsund, questa subì l'assedio da parte di un esercito misto di truppe danesi, sassoni, prussiane e russe: divenuta insostenibile la resistenza, Carlo si trasferì a Lund nella Scania.



La morte misteriosa |




Fotografia del corpo di Carlo XII scattata durante l'autopsia condotta nel 1916[9]




Le vesti indossate da Carlo XII al momento della sua morte (oggi conservate presso il museo nazionale di Stoccolma)




Il sarcofago di Carl XII nella chiesa di Riddarholmen, Stoccolma


Nel 1718 Carlo ancora una volta decise di invadere la Norvegia. Le forze a sua disposizione comprendevano 40.000 uomini che mossero assedio alla potente fortezza di Fredriksten, sovrastante il villaggio confinario di Fredrikshald (o all'epoca "Cristiania" per parte danese). Mentre ispezionava le trincee che chiudevano il perimetro della fortezza, l'11 dicembre 1718, Carlo venne ucciso da un proiettile che lo colpì al capo. Lo sparo trapassò la sua testa da parte a parte entrando dalla tempia destra e fuoriuscendo da quella sinistra, distruggendo gran parte del cervello nel processo. Senza più un capo, l'invasione venne abbandonata ed il corpo di Carlo venne riportato in terra svedese. Un altro corpo d'armata al comando di Carl Gustaf Armfeldt marciò contro Trondheim con 10.000 uomini, ma dovette poi ritirarsi dopo aver perso 5.800 uomini nel corso di una tempesta di neve.


Le esatte circostanze della morte di Carlo XII non sono ancora oggi chiare. Malgrado le molteplici investigazioni sul campo di battaglia, sul corpo di Carlo stesso e sui suoi vestiti, ancora oggi non si sa esattamente da chi sia stato colpito e se il colpo sia provenuto dalle file nemiche o dai propri stessi uomini.[10]


Una teoria popolare non comprovata asserirebbe che Carlo XII sarebbe stato fatto uccidere da suo cognato Federico, marito di sua sorella Ulrica Eleonora, per ascendere al trono svedese.[10] Secondo la leggenda l'omicidio sarebbe stato commesso materialmente dall'aiutante di campo di Federico, André Sicre, il quale confessò l'omicidio durante uno stato di delirio febbrile contratto in seguito.[11]


Molte sono le teorie su come Carlo XII sia morto quella notte, ma nessuna di queste ancora oggi ha trovato una prova che la confermi; anche se solitamente nelle ispezioni il re era circondato di uomini di fiducia, secondo le fonti il re si trovava solo al momento della sua morte. La teoria oggi maggiormente accettata dagli storici vuole che Carlo XII sia stato ucciso dai nemici, in quanto sarebbe stato molto facile per un fuciliere danese raggiungerlo da quella posizione. Altre possibilità possono essere ricercate all'interno dell'esercito svedese: molti uomini infatti volevano finalmente il termine della guerra che perdurava ormai da tanti anni e molti ricchi aristocratici erano contrari alla tassa del 17% sul capitale recentemente introdotta dallo stesso sovrano.


Un'altra teoria sulla morte di Carlo XII è emersa ad opera dello scrittore finlandese Carl Nordling, il quale asserisce che il chirurgo del re, Melchior Neumann, avesse sognato il re e questi gli avrebbe detto in sogno che non era morto per uno sparo proveniente dalla fortezza, bensì da "uno che mi sta vicino".[11]
Il corpo di Carlo XII venne riesumato per ben tre volte per accertarne le cause della morte, nel 1746, nel 1859 e nel 1917.


A Carlo successe, come regina, la sorella Ulrica Eleonora. Per quanto riguarda il ducato del Palatinato-Zweibrücken era necessario (per la Legge Salica) un erede maschio così a Carlo successe come regnante il cugino Gustavo Leopoldo. Georg Heinrich von Görtz, primo ministro di Carlo, venne decapitato nel 1719.



Dopo Carlo XII |


Con Carlo XII finì la posizione di Grande Potenza della Svezia e la duratura lotta per la supremazia sul mar Baltico. Dopo la Grande guerra del nord fu la Russia a subentrare alla Svezia come Grande Potenza nel contesto europeo.


La posizione di Carlo XII come stratega nella storia militare è controversa. È vero che egli fu un grande tattico, ma è difficile che venga considerato un grande stratega, capace di avere una visione più generale, come dimostrano i suoi sei anni di continua campagna in Polonia che resero possibile la ripresa e poi l'ascesa della Russia. Inoltre fu anche un cattivo diplomatico, incapace di sfruttare le vittorie: egli aveva infatti più volte rifiutato la pace quando si trovava in una posizione di forza (per esempio Augusto II gli aveva più volte, fra il 1701 ed il 1702, offerto la Curlandia e la Livonia oltre ad un'alleanza contro Pietro il Grande).


Alla fine del regno di Carlo XII, annota un viaggiatore olandese, é raro, nei villaggi, trovare un uomo giovane, a meno che non sia un soldato. Questo ad indicare la situazione demografica alla fine di un regno che aveva visto la Svezia svuotata degli uomini atti alle armi.


Altro aspetto da considerare è quello economico: Carlo XI lasciò un regno con il bilancio in attivo mentre il figlio, a causa dei continui sforzi bellici, lasciò una situazione finanziaria disastrosa, con le casse dello stato pesantemente indebitate.


Carlo perseguì il suo scopo illusorio di rendere la Polonia e la Russia suoi vassalli. Dopo neanche cent'anni dalla sua morte, la Svezia aveva perso il suo status di Grande Potenza e tutti i possedimenti svedesi sul mar Baltico al di fuori del territorio nazionale (Finlandia inclusa).


La sua astinenza da alcolici e donne fu eccezionale, tanto che i Turchi dissero che se avessero avuto un comandante come lui, avrebbero potuto conquistare il mondo. Fino ad oggi gli storici discutono se lui fosse omosessuale, autoerotico o incomprensibilmente un fanatico religioso. Dopo la vittoria di Narva la guerra fu il suo chiaro scopo: in guerra si sentiva appagato. I contemporanei citavano la sua puramente sovrumana capacità di sopportare il dolore e la sua totale mancanza di emotività.



Ascendenza |



















































Carlo XII di Svezia

Padre:
Carlo XI di Svezia

Nonno paterno:
Carlo X Gustavo di Svezia

Bisnonno paterno:
Giovanni Casimiro del Palatinato-Zweibrücken-Kleeburg

Trisnonno paterno:
Giovanni I del Palatinato-Zweibrücken

Trisnonna paterna:
Maddalena di Jülich-Kleve-Berg

Bisnonna paterna:
Caterina di Svezia

Trisnonno paterno:
Carlo IX di Svezia

Trisnonna paterna:
Anna Maria di Wittelsbach-Simmern

Nonna paterna:
Edvige Eleonora di Holstein-Gottorp

Bisnonno paterno:
Federico III di Holstein-Gottorp

Trisnonno paterno:
Giovanni Adolfo di Holstein-Gottorp

Trisnonna paterna:
Augusta di Danimarca

Bisnonna paterna:
Maria Elisabetta di Sassonia

Trisnonno paterno:
Giovanni Giorgio I di Sassonia

Trisnonna paterna:
Maddalena Sibilla di Prussia

Madre:
Ulrica Eleonora di Danimarca

Nonno materno:
Federico III di Danimarca

Bisnonno materno:
Cristiano IV di Danimarca

Trisnonno materno:
Federico II di Danimarca

Trisnonna materna:
Sofia di Meclemburgo-Güstrow

Bisnonna materna:
Anna Caterina del Brandeburgo

Trisnonno materno:
Gioacchino Federico di Brandeburgo

Trisnonna materna:
Caterina di Brandeburgo-Küstrin

Nonna materna:
Sofia Amelia di Brunswick e Lüneburg

Bisnonno materno:
Giorgio di Brunswick-Lüneburg

Trisnonno materno:
Guglielmo il Giovane di Brunswick-Lüneburg

Trisnonna materna:
Dorothea di Danimarca

Bisnonna materna:
Anna Eleonora di Assia-Darmstadt

Trisnonno materno:
Luigi V d'Assia-Darmstadt

Trisnonna materna:
Maddalena di Brandeburgo


Note |




  1. ^ Voltaire nel 1731 scrisse un'opera biografica su di lui: Storia di Carlo XII, che valse l'esilio allo scrittore francese.


  2. ^ Liljegren, Bengt (2000), p. 16


  3. ^ Augusto era anche elettore di Sassonia con il nome di Federico Augusto I di Sassonia.


  4. ^ Scania, Livonia, Estonia, Ingria, Pomerania anteriore, Wismar


  5. ^ Luigi XIV aveva proposto la candidatura del principe Francesco-Luigi di Borbone-Conti (detto il Gran Conti), ma quando questi giunse a Varsavia Carlo XII minacciò la Francia di intervenire presso gli alleati del Re Sole nella Guerra di successione spagnola e la candidatura fu ritirata.


  6. ^ Ed era anche riuscito a fondare una nuova città sulla Neva: San Pietroburgo.


  7. ^ Mazeppa morì poco dopo (22 settembre 1709) per cause naturali


  8. ^ La guerra si concluse vittoriosamente per i turchi con la pace del Prut (25 luglio 1711), nella quale fra l'altro la Russia si impegnava a non interferire più nelle vicende polacche.


  9. ^ Associated Press, A ROYAL AUTOPSY DELAYED 200 YEARS, in The New York Times, 16 settembre 1917. URL consultato il 20 novembre 2008.


  10. ^ ab Herman Lindqvist, Karl XII:s död ger inte forskarna någon ro, Aftonbladet, 29 novembre 2009.


  11. ^ ab Mike Dash, Past Imperfect, Smithsonian Magazine, 17 settembre 2012.



Bibliografia |



  • Jörg-Peter Findeisen: Karl XII. von Schweden – ein König, der zum Mythos wurde. Duncker & Humblot, Berlino 1992, ISBN 3-428-07284-7.

  • Jörg-Peter Findeisen: Das Ringen um die Ostseeherrschaft. Duncker & Humblot, Berlino 1992, ISBN 3-428-07495-5.

  • Peter From: Karl XII:s död - gåtans lösning. Historisk Media, Lund 2005


  • Ragnhild Hatton: Charles XII. of Sweden, Londra, Weidenfeld and Nicholson, 1968

  • Otto Haintz: König Karl XII. von Schweden. 3 Bände, De Gruyter, Berlino 1951.

  • Benjamin Richter: Verbrannte Erde. Peter der große und Karl XII. Die Tragödie des ersten Russlandfeldzuges, MatrixMedia Verlag, Göttingen 2010 ISBN 978-3-932313-37-0


  • Voltaire: (1731), Histoire de Charles XII.

  • Heinz-Jürgen Zierke: Karl XII., Hinstorff Verlag, Rostock 1979.

  • Lundblad, Knut: Geschichte Karl des Zwölften Königs von Schweden, ed. Friedrich Perthes, Amburgo (1840). vol. 1,vol. 2



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