Tiburio
.mw-parser-output .avviso .mbox-text-div>div,.mw-parser-output .avviso .mbox-text-full-div>div{font-size:90%}.mw-parser-output .avviso .mbox-image div{width:52px}.mw-parser-output .avviso .mbox-text-full-div .hide-when-compact{display:block}
Questa voce o sezione sull'argomento elementi architettonici non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti. |
Il tiburio è un elemento architettonico che racchiude al suo interno una cupola proteggendola. Può assumere svariate forme, come quella cilindrica, cubica, parallelepipeda o prismatica, a seconda che la cupola abbia pianta poligonale o circolare. Generalmente è costituito da un tetto a spioventi chiuso in sommità da una lanterna.
Il tiburio fu usato con frequenza nell'architettura sacra bizantina, romanica e gotica e in edifici rinascimentali.
Tiburi sono presenti ad esempio nell'abbazia di Chiaravalle, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, nella chiesa di Santa Maria presso San Satiro, nella basilica di Sant'Ambrogio a Milano, nella basilica della Santissima Annunziata (di Leon Battista Alberti), nel battistero di San Giovanni a Firenze, nella basilica di San Vitale a Ravenna e nella chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza (di Francesco Borromini) a Roma.[1] e anche nel Mausoleo di Galla Placidia, Ravenna.
Da un punto di vista statico, il tiburio copre la cupola senza gravarvi.
Indice
1 Note
2 Bibliografia
3 Altri progetti
4 Collegamenti esterni
Note |
^ Piacentini, Marcello: Una nuova chiesa romana dell'architetto Giovanni Muzio. In: Fede e Arte, 2.1954, p. 1.
Bibliografia |
- Beltrami, Luca: Leonardo da Vinci negli studi per il tiburio della cattedrale di Milano. Milano 1903.
- Piacentini, Marcello: Una nuova chiesa romana dell'architetto Giovanni Muzio. In: Fede e Arte, 2.1954, p. 1.
Altri progetti |
Collegamenti esterni |
- Treccani.it, ad vocem, su treccani.it.