Albert Einstein




.mw-parser-output .nota-disambigua{clear:both;margin-bottom:.5em;border:1px solid #CCC;padding-left:4px}.mw-parser-output .nota-disambigua i{vertical-align:middle}

Nota disambigua.svgDisambiguazione – "Einstein" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Einstein (disambigua).




Albert Einstein in una fotografia del 1947
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la fisica 1921






Firma di Einstein




Albert Einstein (pronuncia italiana [ˈalbert ˈainstain][1]; tedesca [ˈalbɛɐ̯t ˈaɪnʃtaɪn]; inglese [ˈæɫbəɹt ˈaɪnˌstaɪn]; Ulma, 14 marzo 1879 – Princeton, 18 aprile 1955) è stato un fisico e filosofo tedesco naturalizzato svizzero e statunitense.


Oltre a essere uno dei più celebri fisici della storia della scienza, che mutò in maniera radicale il paradigma di interpretazione del mondo fisico, fu attivo in diversi altri ambiti, dalla filosofia alla politica. Per il suo apporto alla cultura in generale è considerato uno dei più importanti studiosi e pensatori del XX secolo.


Nel 1905, ricordato come annus mirabilis, pubblicò quattro articoli a contenuto fortemente innovativo riguardanti tre aree differenti della fisica:



  • dimostrò la validità del concetto di quanto di Planck nell'ambito della spiegazione dell'effetto fotoelettrico dei metalli;

  • fornì una valutazione quantitativa del moto browniano e l'ipotesi di aleatorietà dello stesso;

  • espose in due articoli la teoria della relatività ristretta, che precedette di circa un decennio quella della relatività generale.


Nel 1921 ricevette il premio Nobel per la fisica « [...] per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell'effetto fotoelettrico»[2] e la sua fama dilagò in tutto il mondo soprattutto per la teoria della relatività, in grado, per l'assoluta originalità, di colpire l'immaginario collettivo. Fu per uno scienziato una fama insolita che durante gli ultimi anni di vita non fece che aumentare, al punto che il suo nome divenne ben presto sinonimo di grande intelligenza e genio.




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Gioventù e studi liceali


    • 1.2 1905: l'annus mirabilis


    • 1.3 L'insegnamento e la vita privata


    • 1.4 Teoria della relatività generale


    • 1.5 L’antisemitismo colpisce Einstein


    • 1.6 Il Nobel, la maturità e gli ultimi anni


    • 1.7 La morte




  • 2 Pensiero


    • 2.1 Einstein filosofo


    • 2.2 Visione politica


      • 2.2.1 Einstein e il socialismo




    • 2.3 La visione religiosa




  • 3 Riconoscimenti


  • 4 Curiosità


  • 5 Opere


    • 5.1 Traduzioni




  • 6 Filmografia


  • 7 Note


  • 8 Bibliografia


  • 9 Voci correlate


  • 10 Altri progetti


  • 11 Collegamenti esterni





Biografia |


.mw-parser-output .citazione-table{margin-bottom:.5em;font-size:95%}.mw-parser-output .citazione-table td{padding:0 1.2em 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang{vertical-align:top}.mw-parser-output .citazione-lang td{width:50%}.mw-parser-output .citazione-lang td:first-child{padding:0 0 0 2.4em}.mw-parser-output .citazione-lang td:nth-child(2){padding:0 1.2em}






«Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso.»


(da una lettera a Carl Seelig, 11 marzo 1952[3])


Gioventù e studi liceali |




Einstein bambino con la sorellina Maja


Albert Einstein nacque a Ulma il 14 marzo del 1879 da una benestante famiglia ebraica, figlio di Hermann Einstein, proprietario di una piccola azienda che produceva macchinari elettrici, e di Pauline Koch. Frequentò una scuola elementare cattolica e, su insistenza della madre, gli furono impartite lezioni di violino. All'età di cinque anni il padre gli mostrò una bussola tascabile ed Einstein si rese conto che qualcosa nello spazio "vuoto" agiva sull'ago spostandolo in direzione del nord; avrebbe descritto in seguito quest'esperienza come una delle più rivelatrici della sua vita.




Einstein a 14 anni





Einstein studente








«Albert [...] per quanto desse ai familiari segni di ingegno precoce, non si distinse a scuola. Giunto alle scuole medie, trovò disgustoso il sistema di insegnamento tedesco ed entrò in conflitto coi professori che da parte loro lo maltrattavano. [...] Rovesci di fortuna fecero emigrare la famiglia a Milano e Einstein, lasciato a Monaco a finire i suoi studi, si dette per malato e raggiunse i suoi in Italia. [...] Poi cercò di essere ammesso al Politecnico di Zurigo, ma non avendo la regolare licenza media fu rifiutato e non riuscì nemmeno a superare gli esami di ammissione, per quanto eccellesse in matematica e fisica. Andò allora per un anno a fare studi di riparazione al Gymnasium di Aarau [...] Finalmente, entrato al Politecnico di Zurigo, ...»


(Emilio Segrè, Personaggi e scoperte nella fisica contemporanea, Edizioni scientifiche e tecniche (EST) Mondadori, 1997. ISSN 0303-2752)


La circostanza che il suo profitto in matematica fosse scarso è sbagliata (v. a lato Emilio Segrè). Nell'agosto del 1886 Albert riferì alla madre l'ottimo profitto scolastico: «Ieri Albert ha ricevuto la pagella, è nuovamente il primo della classe»[4]. Einstein cominciò a studiare matematica insieme a Max Talmud,[5] un amico di famiglia che gli procurò testi scientifici come gli Elementi di Euclide e anche filosofici come la Critica della ragion pura di Kant[5]. All'età di dieci anni iniziò a frequentare il Luitpold Gymnasium, ma si rivelò ben presto insofferente al rigido ambiente scolastico, seppur riportando comunque buoni voti in matematica e in latino[6]. Inoltre suo zio Jakob lo metteva spesso alla prova con problemi matematici che risolveva brillantemente « [...] provando un profondo senso di felicità»[7].


A causa di diversi dissesti economici la famiglia Einstein dovette trasferirsi di frequente: dapprima a Monaco di Baviera, poi nel 1894 a Pavia, dove Albert scrisse il suo primo articolo scientifico, e due anni dopo a Berna in Svizzera. Quando la famiglia si trasferì a Milano Einstein, allora diciassettenne, restò in Svizzera per proseguire gli studi, che presto abbandonò per ricongiungersi con la famiglia.


Il fallimento all'esame d'ingresso al Politecnico di Zurigo nel 1895, tentato nonostante non avesse l'età minima richiesta e non superato per insufficienza nelle materie letterarie, fu una dura battuta d'arresto. Pertanto per concludere gli studi superiori fu mandato dalla famiglia ad Aarau dove riuscì a conseguire il diploma nel 1896. Nell'ottobre dello stesso anno ritentò l'esame di ammissione al politecnico, superandolo. Durante il primo anno di studi al politecnico, nel 1896, conobbe Mileva Marić, sua compagna di studi, di cui s'innamorò[8]. Mileva era l'unica donna ammessa a frequentare il politecnico federale svizzero.


Einstein concluse gli studi al politecnico nel luglio del 1900, superando gli esami finali con la votazione di 4,9/6 e classificandosi quarto su cinque promossi. Egli fu l'unico dei laureati a non ottenere un posto come assistente[9]. Nel 1900 gli venne garantito un diploma da insegnante dall'Eidgenössische Technische Hochschule e nel 1901 fu naturalizzato svizzero[10]. In quel periodo Einstein discuteva dei suoi interessi scientifici con un ristretto gruppo di amici, inclusa Mileva[11].




Einstein e Mileva


Nel gennaio 1902 Mileva ebbe una figlia, Lieserl, che morì presumibilmente di scarlattina. Quel parto illegittimo compromise gli studi della giovane che volontariamente decise di sacrificarsi per la famiglia e la carriera accademica di Albert. Nel 1903 Albert e Mileva si sposarono in municipio. In seguito Mileva avrebbe dato alla luce altri due figli: Hans Albert (1904), che sarebbe diventato ingegnere ed Eduard (1910) che, nonostante le sue capacità nella musica e negli studi, fu travolto dalla malattia mentale e trascorse gran parte della sua vita tra la casa materna di Zurigo e l'ospedale psichiatrico Burghölzli.


Dopo la laurea Einstein trovò lavoro presso l'ufficio brevetti di Berna. Insieme all'amico e collega di lavoro Michele Besso fondò un gruppo di discussione chiamato "Accademia Olimpia", dove si discuteva di scienza e filosofia.



1905: l'annus mirabilis |




Einstein nel 1921


.mw-parser-output .vedi-anche{border:1px solid #CCC;font-size:95%;margin-bottom:.5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:first-child{padding:0 .5em}.mw-parser-output .vedi-anche td:last-child{width:100%}



Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Annus Mirabilis Papers.

Il 1905 fu un anno di svolta nella vita di Einstein e nella storia della fisica. Nel giro di sette mesi pubblicò sei lavori:



  1. un articolo, ultimato il 17 marzo, che spiegava l'effetto fotoelettrico in base alla composizione della radiazione elettromagnetica di quanti discreti di energia (poi denominati fotoni), secondo il concetto di quanto ipotizzato nel 1900 da Max Planck. Questo studio gli sarebbe valso il Premio Nobel per la fisica nel 1921 e avrebbe contribuito allo sviluppo della meccanica quantistica;

  2. la tesi di dottorato sul tema "Nuova determinazione delle dimensioni molecolari", pubblicata il 30 aprile. Sarebbe diventato lo scritto di Einstein più citato nella letteratura scientifica degli anni settanta;

  3. un articolo, datato 11 maggio, sul moto browniano, che costituiva uno sviluppo della sua tesi di dottorato;

  4. una prima memoria, in data 30 giugno, dal titolo Zur Elektrodynamik bewegter Körper (Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento) che aveva come oggetto l'interazione fra corpi carichi in movimento e il campo elettromagnetico vista da diversi osservatori in stati di moto differenti. La teoria esposta nell'articolo, nota successivamente con il nome di Relatività ristretta (o speciale), risolveva i contrasti tra teoria meccanica e teoria elettromagnetica della luce, che avevano caratterizzato la fisica dell'Ottocento, con una revisione dei concetti di spazio e di tempo assoluti;

  5. un'altra memoria sulla relatività ristretta, datata 27 settembre, che conteneva la nota formula E=mc²;

  6. un altro articolo sul moto browniano, pubblicato il 19 dicembre.



L'insegnamento e la vita privata |




Einstein ed Elsa


Einstein ottenne il dottorato il 15 gennaio del 1906 e insegnò a Berna a partire dal 1908. Nel 1909 pubblicò Über die Entwicklung unserer Anschauungen über das Wesen und die Konstitution der Strahlung, sulla quantizzazione della luce. In questo e in un precedente scritto dello stesso anno dimostrò che l'energia dei quanti di Max Planck deve avere una quantità di moto ben definita. Questo scritto introdusse il concetto di fotone (anche se il termine "fotone" fu usato come tale da Gilbert Lewis nel 1926[12]) e ispirò la nozione di dualismo onda-particella nella meccanica quantistica.


Nel 1911 si trasferì a Praga e nel 1914 fu nominato direttore dell'Istituto di Fisica dell'Università di Berlino, dove rimase fino al 1933. In quegli anni effettuò alcune ricerche sulla meccanica statistica e sulla teoria della radiazione.


Sin dal marzo 1912 aveva iniziato una relazione con la cugina trentaseienne divorziata Elsa Löwenthal e della moglie diceva che era come una dipendente che non poteva licenziare. Per incontrare Elsa spariva per giorni finché andò via da casa, dettando poi condizioni incredibili alla moglie:



  1. che i suoi vestiti e la biancheria fossero mantenuti in ordine e in buono stato;

  2. che egli ricevesse i suoi tre pasti regolarmente nella sua stanza;

  3. che la sua camera da letto e lo studio fossero sempre puliti e, in particolare, che sulla sua scrivania potesse mettere le mani solo lui.


Mileva avrebbe anche dovuto rinunciare a ogni rapporto personale, astenersi dal criticarlo sia a parole sia con azioni davanti ai figli. Inoltre Einstein aggiunse altri punti:



  1. Non doveva aspettarsi intimità.

  2. Doveva smettere immediatamente di rivolgersi a lui se lo richiedeva.

  3. Doveva uscire all'istante dalla stanza e senza protestare se egli lo richiedeva.[13]


Mileva accettò ed egli tornò a casa, ma dopo pochi mesi lei tornò con i figli a Zurigo e nel 1919 i due divorziarono, a fronte di un accordo economico (pensione di reversibilità, aumentare i versamenti e ricevere tutto il denaro del futuro premio Nobel);[14]. Nello stesso anno Einstein sposò in seconde nozze la cugina, a cui restò legato fino alla morte di lei nel 1936.



Teoria della relatività generale |






Magnifying glass icon mgx2.svg
Lo stesso argomento in dettaglio: Relatività generale.



L'eclissi del 1919 che fornì una prova a sostegno della teoria della relatività generale





Vier vorlesungen über Relativitätstheorie (gehalten im Mai, 1921, an der Universität Princeton, Vieweg, Braunschweig) rappresenta il testo originale tedesco della prima edizione di The Meaning of Relativity del 1921.


Nel 1915 Einstein propose una teoria relativistica della gravitazione, denominata relatività generale, che descriveva le proprietà dello spaziotempo a quattro dimensioni: secondo tale teoria la gravità non è altro che la manifestazione della curvatura dello spaziotempo.


Einstein dedusse le equazioni del moto da quelle della relatività speciale valide localmente nei sistemi inerziali; dedusse inoltre il modo in cui la materia curva lo spaziotempo imponendo l'equivalenza di ogni possibile sistema di riferimento (da cui il nome di "relatività generale").


In particolare, il potenziale gravitazionale newtoniano viene reinterpretato come l'approssimazione, per campo debole, della componente temporale del tensore metrico: da questo discende il fatto che il tempo scorre più lentamente in un campo gravitazionale più intenso. Alla pubblicazione, la teoria venne accolta con scetticismo da parte della comunità scientifica, perché derivata unicamente da ragionamenti matematici ed analisi razionali, e non da esperimenti e osservazioni[15].


Nel 1917 mostrò il legame tra la legge di Bohr e la formula di Planck dell'irraggiamento del corpo nero. Nello stesso anno introdusse la nozione di emissione stimolata, che sarebbe poi stata applicata alla concezione del laser.


Nel 1919 le predizioni della relatività generale furono confermate dalle misurazioni dell'astrofisico Arthur Eddington effettuate durante un'eclissi solare, che verificarono che la luce emanata da una stella era deviata dalla gravità del sole[15]. Le osservazioni ebbero luogo il 29 maggio del 1919 a Sobral, in Brasile, e nell'isola di Príncipe, nello Stato di São Tomé e Príncipe.[15].









«Max Planck non capiva nulla di fisica, perché durante l'eclissi del 1919 è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se fosse stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazionale. Se avesse capito la teoria, avrebbe fatto come me, e sarebbe andato a letto.»


(Archivio Einstein 14-459[15])

Da allora esperimenti sempre più precisi hanno confermato le predizioni della teoria, prevalentemente nell'ambito dell'astronomia (precessione del perielio di Mercurio e lenti gravitazionali).



L’antisemitismo colpisce Einstein |


Le posizioni antimilitariste assunte da Einstein durante la prima guerra mondiale, nonché il crescente clima antisemita in Germania crearono un ambiente particolarmente scomodo. Presto cominciò a ricevere lettere minatorie e ingiurie mentre usciva dal suo appartamento o dall’ufficio. Nel febbraio 1920 un gruppo di studenti interruppe una sua lezione e uno di essi gridò: «Taglierò la gola a quello sporco ebreo!» Fu poi lo stesso Ministro dell’Istruzione a scrivergli una lettera di stima da parte del governo tedesco.[16]


L’antisemitismo divenne anche la molla per attacchi sul campo scientifico tanto che, per reazione scrisse un articolo per il Berliner Tageblatt dal titolo La mia risposta, in cui denunciava il fatto che se non fosse stato un ebreo le sue teorie non sarebbero state attaccate in maniera così veemente. Ma quella sua reazione scomposta lo fece pentire di essersi lasciato trascinare dall’ira.[17]


Il clima divenne ancor più pericoloso quando il 24 giugno 1922 fu assassinato il ministro degli esteri tedesco che era ebreo. Era la 350ª vittima per mano della destra dalla fine della guerra.[18]



Il Nobel, la maturità e gli ultimi anni |




Einstein nel 1921


Il 27 aprile 1920 Bohr giunse a Berlino su invito di Max Planck. Essendo presente a Berlino anche Einstein, si colse l’occasione per un incontro a tre dei più importanti fisici dell’epoca. L’incontro fu estremamente cordiale: seppur diversi caratterialmente si trovarono a loro agio parlando per tutto il tempo di fisica, confrontando le loro idee. «Poche volte, nella vita, una persona mi ha dato tanta gioia con la sua sola presenza come stato nel suo caso», scrisse successivamente Einstein a Bohr.[19]


Nel 1921 ottenne il Premio Nobel per la Fisica per il suo lavoro del 1905 sulla spiegazione dell'effetto fotoelettrico (il premio fu effettivamente assegnato nel 1922). In quegli anni cominciò a dedicarsi alla ricerca di teorie di campo unificate, argomento che lo appassionò fino alla fine, assieme ai tentativi di spiegazioni alternative dei fenomeni quantistici; infatti la sua concezione del mondo fisico mal si conciliava con le interpretazioni probabilistiche della meccanica quantistica. Il più famoso tentativo in questo senso fu il paradosso EPR (Einstein-Podolsky-Rosen) elaborato con Boris Podolsky e Nathan Rosen.


Nel 1927 Einstein venne invitato dal governo italiano a partecipare al Congresso internazionale dei Fisici, che si svolgeva quell'anno a Como in occasione del centenario dalla morte di Alessandro Volta. Egli fu il solo a declinare l'invito per la sua opposizione al regime di Mussolini[20].




La casa di Einstein a Princeton


Nel gennaio del 1933, quando Adolf Hitler salì al potere, Einstein si trovava momentaneamente all'università di Princeton come professore ospite. Il 7 aprile dello stesso anno venne promulgata la "Legge della Restaurazione del Servizio Civile", a causa della quale tutti i professori universitari di origine ebraica furono licenziati. Nell'ottobre del 1933, con l'intensificarsi delle persecuzioni anti-semitiche, decise di trasferirsi negli Stati Uniti. Durante gli anni trenta, con i nazisti al potere, i premi Nobel Philipp von Lenard e Johannes Stark condussero una strenua campagna atta a screditare i suoi lavori, etichettandoli come "fisica ebraica", in contrasto con la "fisica tedesca" o "ariana". Nel 1944, a Rignano sull'Arno, la moglie e le figlie di suo cugino Robert furono uccise da un reparto delle SS, verosimilmente come rappresaglia nei suoi confronti[21]; la strage, a cui si aggiunse l'anno seguente la perdita del cugino, morto suicida, colpì molto Einstein[22], che aveva acquisito la cittadinanza statunitense nel 1940 e che non rientrò più in Europa, rimanendo negli USA fino alla morte.




Brevetto per Refrigeratore di Einstein-Szilard


Oltre all'insegnamento e alle apparizioni in pubblico, presso l'Institute for Advanced Study di Princeton proseguì le sue ricerche, studiando anche alcuni problemi cosmologici e le probabilità delle transizioni atomiche. Negli ultimi anni di vita tentò di unificare la gravità e l'elettromagnetismo, le due forze fondamentali allora conosciute, sebbene si può notare fosse già iniziato lo studio delle forza nucleare forte e della forza nucleare debole, quest'ultima ad opera di Enrico Fermi. Nel 1950 descrisse la sua teoria di unificazione, rivelatasi poi parzialmente errata, in un articolo sulla rivista Scientific American.


Vi è anche una parte della sua personalità collegata a un senso più pratico della scienza. Nel 1929 infatti lavorò insieme a Leó Szilárd ad un prototipo di macchina frigorifera ad assorbimento diffusione, realizzando un brevetto innovativo di un refrigeratore funzionante solo con una miscela di acqua, ammoniaca e butano, senza parti in movimento e con consumi elettrici bassissimi. Il brevetto, registrato negli Stati Uniti nel 1930[23], non fu mai commercializzato perché fu soppiantato commercialmente dal brevetto Servel-Electrolux per gli attuali frigoriferi con ciclo ad assorbimento, oggi noti principalmente per motorcaravan e roulotte. Recentemente però sono stati fatti studi volti a un eventuale utilizzo pratico dell'idea alla base del brevetto Einstein-Szilard[24].


Nel 1952, quando il Presidente d'Israele Chaim Weizmann morì, l'allora Primo Ministro gli offrì l'incarico, ma rifiutò, spiegando di mancare sia dell'inclinazione che dell'esperienze necessarie[25].



La morte |


Il 17 aprile del 1955 fu colpito da una improvvisa emorragia causata dalla rottura di un aneurisma dell'aorta addominale, arteria che era stata già rinforzata precauzionalmente con un'operazione chirurgica nel 1948. Fu ricoverato all'ospedale di Princeton, dove morì nelle prime ore del mattino del giorno dopo (ore 1.15 del 18 aprile 1955) a 76 anni.


Aveva espresso verbalmente il desiderio di mettere il proprio corpo a disposizione della scienza e Thomas Stoltz Harvey, il patologo che effettuò l'autopsia, di propria iniziativa rimosse il cervello e lo conservò a casa propria immerso nella formalina in un barattolo sottovuoto per circa 30 anni. Il resto del corpo fu cremato e le ceneri furono disperse in un luogo segreto. Quando i parenti di Einstein furono messi al corrente, acconsentirono a che il cervello fosse sezionato in 240 parti da consegnare ad altrettanti ricercatori; la parte più grossa è custodita nell'ospedale di Princeton.



Pensiero |



Einstein filosofo |




Einstein e Bohr


Sebbene i contributi principali di Einstein siano relativi alla fisica, è indubbio che egli nutrisse un sincero interesse per la filosofia: nella sua vita studiò scritti di carattere filosofico fin dagli anni del liceo (da quando per la prima volta lesse un libro di Kant). Tuttavia egli non si considerò mai un filosofo nel senso stretto del termine: il suo, più che un sistema filosofico, venne definito da Reichenbach un «atteggiamento filosofico»[26].



Come pensatore e filosofo, era mosso da una profonda ammirazione per i sistemi di Spinoza e Schopenhauer. Del primo era particolarmente affascinato dalla concezione olistica, cioè dall'idea del cosmo come di un tutto ordinato secondo le leggi di un'entità panica impersonale, mentre del secondo condivideva la visione disincantata dell'umanità; inoltre, in tutta la produzione saggistica si può notare come lo stile einsteiniano, lineare e al contempo vibrante e ricco di passi altamente suggestivi, sia avvicinabile a quello di alcuni testi del filosofo tedesco (come dimostrano i caustici aforismi). Nell'ambito della filosofia della scienza, egli affermò l'importanza nei suoi studi dell'opera di David Hume e dell'epistemologia di Ernst Mach, da cui tuttavia si distaccò nella maturità. Smentì invece una sua presunta adesione al positivismo:









«Io non sono positivista. Il positivismo stabilisce che quanto non può essere osservato non esiste. Questa concezione è scientificamente insostenibile, perché è impossibile fare affermazioni valide su ciò che uno "può" o "non può" osservare. Uno dovrebbe dire: "Solo ciò che noi osserviamo esiste": il che è ovviamente falso.»


(Brian, Einstein: a life, 1996)

Einstein sostenne in più occasioni l'importanza dell'epistemologia nella scienza contemporanea (tanto che negli ultimi anni di vita affermò «La scienza senza epistemologia, se pure si può concepire, è primitiva e informe»[27]) ed egli stesso accompagnò il suo lavoro scientifico con una chiara posizione epistemologica, fino ad arrivare a parlare nella sua Autobiografia scientifica di un «credo epistemologico». In esso egli distingue la totalità delle esperienze sensibili (ovvero i dati offerti dalla natura) dall'insieme dei concetti e delle proposizioni di cui fa uso la scienza (cioè la costruzione teorica); il compito del pensiero logico riguarda solo la parte della costruzione teorica, che però a sua volta assume significato solo dalla connessione, puramente intuitiva e non di carattere logico, con le esperienze sensibili. In altre parole, per Einstein il sistema dei concetti e delle preposizioni di cui fa uso la scienza è una semplice creazione umana che però assume valore e contenuto solo nel momento in cui permette il più possibile di collegare e connettere tra loro i dati sperimentali con la maggiore "economia" (o semplicità) di termini e proposizioni stesse[28].


Alcuni autori hanno evidenziato la rilevanza del pensiero epistemologico di Einstein, come elemento che avrebbe favorito lo scienziato nel formulare un'immagine robusta e coerente della realtà fisica[29]. La sua fiducia nell'intelligibilità dell'universo lo portò ad una concezione rigorosamente deterministica, convincendolo che «Dio non gioca ai dadi»[30] in opposizione ai risultati intrinsecamente probabilistici della meccanica quantistica, cui diede comunque indirettamente importanti contributi[31].


Celebre inoltre è il carteggio che Einstein intrattenne con Sigmund Freud negli anni trenta, in cui si interroga sul Perché la guerra, in un periodo così disastroso per l'umanità compreso tra le due guerre mondiali, ottenendo come risposta dal fondatore della psicoanalisi la natura intrinsecamente aggressiva dell'animo umano[32]. Altrettanto celebre è la raccolta di saggi su varie tematiche Come io vedo il mondo.



Visione politica |


Einstein era intransigente come scienziato, così come persona; nel 1913 rifiutò di firmare un manifesto a favore della guerra che gli veniva proposto da un buon numero di scienziati tedeschi.


L'autorevolezza di Einstein si fece sentire inoltre non solo nel campo della fisica, ma anche in ambito sociale, politico e culturale, in particolare sul tema della non violenza di Gandhi:






«Credo che le idee di Gandhi siano state, tra quelle di tutti gli uomini politici del nostro tempo, le più illuminate. Noi dovremmo sforzarci di agire secondo il suo insegnamento, rifiutando la violenza e lo scontro per promuovere la nostra causa, e non partecipando a ciò che la nostra coscienza ritiene ingiusto.»





Albert Einstein nel 1921


Einstein si considerò sempre un pacifista[33] e un umanista[34], e negli ultimi anni della sua vita, anche socialista, e da molti venne considerato comunista. Descrivendo il Mahatma Gandhi, Albert Einstein disse «Le future generazioni difficilmente potranno credere che qualcuno come lui sia stato sulla terra in carne e ossa».
«Gandhi, il più grande genio politico del nostro tempo, ci ha indicato la strada da percorrere. Egli ci ha mostrato di quali sacrifici l'uomo sia capace una volta che abbia scoperto il cammino giusto».
«Dovremmo sforzarci di fare le cose allo stesso modo: non utilizzando la violenza per combattere per la nostra causa, ma non-partecipando a qualcosa che crediamo sia sbagliato».


Come Gandhi, inoltre, Einstein si fece assertore del valore etico e salutistico del vegetarianismo, abbracciando egli stesso questo stile alimentare.[35]


Le opinioni di Einstein su altri argomenti, come il socialismo, il maccartismo e il razzismo, .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}furono male interpretate[senza fonte] e la sua figura risultò molto controversa negli Stati Uniti di quegli anni (vedi il paragrafo Einstein e il socialismo). Einstein fu inoltre cofondatore del liberale Partito Democratico Tedesco.


L'FBI raccolse un fascicolo di 1427 pagine sulla sua attività e raccomandò che gli fosse impedito di emigrare negli Stati Uniti secondo lo Alien Exclusion Act, aggiungendo che, insieme ad altri addebiti, Einstein credeva, consigliava, difendeva o insegnava una dottrina che, in senso legale, era stata ritenuta dai tribunali, in altri casi, « [...] capace di permettere all'anarchia di progredire indisturbata» e che portava a « [...] un governo solo di nome». Aggiunse anche che Einstein « [...] era stato membro, sostenitore o affiliato a 34 movimenti comunisti tra il 1937 e il 1954» e che « [...] inoltre lavorò come presidente onorario in tre organizzazioni comuniste»[36].




Albert Einstein nel 1931


Einstein si oppose ai governi dittatoriali e per questo motivo (e per le sue origini ebraiche) abbandonò la Germania subito dopo la presa del potere da parte del partito nazista. Il 30 gennaio 1933 lo scienziato era in viaggio di ritorno in Germania dopo un soggiorno negli Stati Uniti; appresa la notizia dell'ascesa di Adolf Hitler mentre si trovava in Belgio, dopo qualche esitazione decise di interrompere il viaggio e ritornare oltre Atlantico su invito del Institute for Advanced Study a Princeton.[37]


In principio fu favorevole alla realizzazione della bomba atomica al fine di prevenirne la costruzione da parte di Hitler e per questo scrisse anche una lettera[38] (del 2 agosto del 1939 probabilmente scritta da Leó Szilárd) al presidente Roosevelt, incoraggiandolo a iniziare un programma di ricerca scientifico-tecnologica per sfruttare l'energia nucleare a scopi civili, dichiarando nella lettera[38] per il presidente che essa poteva essere utilizzata anche per creare delle bombe molto potenti. Roosevelt rispose creando un comitato per studiare la possibilità di usare l'uranio come arma nucleare. Successivamente il Progetto Manhattan assorbì tale comitato.


Einstein, insieme ad Albert Schweitzer e a Bertrand Russell, combatté contro i test e le sperimentazioni militari della bomba atomica. Successivamente invece non fu ascoltato quando, nel 1945, si oppose al lancio della stessa bomba sul Giappone.


Insieme a Russell firmò il Manifesto Russell-Einstein, che dette vita alla Pugwash Conferences on Science and World Affairs.


Tuttavia, dopo la guerra, Einstein fece pressioni per il disarmo nucleare e per l'istituzione di un governo mondiale. Affermò: «Non so con quali armi verrà combattuta la Terza guerra mondiale, ma la Quarta verrà combattuta con clave e pietre».


Non fu un sostenitore del sionismo, anche se sostenne l'insediamento ebraico nell'antica sede del giudaismo, e fu attivo nell'istituzione dell'Università Ebraica di Gerusalemme, in cui pubblicò (1930) un volume intitolato About Zionism: Discorsi e Conferenze del Professor Albert Einstein e a cui donò i suoi scritti. D'altra parte si oppose al nazionalismo ed espresse scetticismo rispetto alla soluzione di uno Stato-nazione ebraico, preferendo la soluzione "binazionale" (binational solution), ovvero la creazione di un unico Stato, ma con il riconoscimento di cittadinanza e pari diritti per tutti gli abitanti, a prescindere da etnia o religione. Insieme ad altri intellettuali ebrei (tra cui Hannah Arendt) il 4 dicembre 1948 scrisse una lettera al New York Times in cui veniva fortemente criticata la visita negli Stati Uniti di Menachem Begin, definendo i metodi e l'ideologia del suo partito "Tnuat Haherut" (formato dopo lo scioglimento ufficiale dell'Irgun) come ispirati a quelli dei partiti nazisti.[39] Nel 1950, con altre illustri personalità, s'impegnò inutilmente per la salvezza di Milada Horáková, condannata a morte dal regime comunista cecoslovacco. In tarda età (1952) gli fu offerto il posto di secondo capo di Stato del nuovo Stato di Israele, ma declinò l'invito con la giustificazione di non avere le capacità necessarie.



Einstein e il socialismo |


Scrisse nel 1929:
«Rendo omaggio a Lenin come a colui che ha dedicato tutte le sue forze alla realizzazione della giustizia sociale, sacrificando a questo fine la propria individualità. Non credo però che il suo metodo sia giusto»[40].


Nell'articolo del 1949 Perché il socialismo?, Albert Einstein descrisse il disordine economico della società capitalistica moderna come fonte di un male da superare. Egli era contrario ai regimi totalitari dell'Unione Sovietica e di altri paesi, ma era favorevole a un socialismo democratico che combinasse un'economia pianificata con un profondo rispetto per i diritti umani. Difatti per Einstein il vero scopo del socialismo era precisamente di superare e andare al di là della "fase predatoria dello sviluppo umano" per anticipare un modello di società nuovo che conciliasse il benessere del singolo individuo con quello della comunità intera.



La visione religiosa |


Benché di famiglia ebraica, Einstein non credeva negli aspetti strettamente religiosi dell'ebraismo, ma considerava sé stesso ebreo da un punto di vista culturale. Einstein fu socio onorario della Rationalist Press Association sin dal 1934.


Einstein in età adulta rifiutava nel complesso l'idea di un Dio personale (ritenendola una forma di antropomorfismo) tipica della concezione ebraico-cristiana, come testimonia una lettera personale nel 1954,[41] dove scriveva:






«Io non credo in un Dio personale e non ho mai negato questo fatto, anzi, ho sempre espresso le mie convinzioni chiaramente. Se qualcosa in me può essere chiamato religioso è la mia sconfinata ammirazione per la struttura del mondo che la scienza ha fin qui potuto rivelare.»



E ancora, sulla morte:[41]






«Non riesco a concepire un Dio che premi e castighi le sue creature o che sia dotato di una volontà simile alla nostra. E neppure riesco né voglio concepire un individuo che sopravviva alla propria morte fisica; lasciamo ai deboli di spirito, animati dal timore o da un assurdo egocentrismo, il conforto di simili pensieri. Sono appagato dal mistero dell'eternità della vita e dal barlume della meravigliosa struttura del mondo esistente, insieme al tentativo ostinato di comprendere una parte, sia pur minuscola, della Ragione che si manifesta nella Natura.»



In una sua lettera manoscritta datata 3 gennaio 1954 (quindici mesi prima della morte) indirizzata al filosofo Eric Gutkind, che gli aveva inviato una copia di un suo libro sulla Bibbia, Einstein ribadisce ancora le sue concezioni scrivendo:






«…Per me, la parola Dio non è niente di più che un'espressione e un prodotto dell'umana debolezza, e la Bibbia è una collezione di onorevoli ma primitive leggende, che a dire il vero sono piuttosto infantili. Nessuna interpretazione, non importa quanto sottile, può farmi cambiare idea su questo. Per me la religione ebraica, come tutte le altre, è un'incarnazione delle superstizioni più puerili…»



Questa importante missiva[41], acquistata all'asta nel 1955 da un privato e rimasta per molto tempo sconosciuta, è stata venduta a Londra il 15 maggio 2008 per 214.000 Euro dalla casa d'aste 'Bloomsbury'[42][43][44].


Era affascinato dal panteismo di Spinoza («Io credo nel Dio di Spinoza che si rivela nella ordinaria armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si preoccupa del fato e delle azioni degli esseri umani»), ma rifiutava l'etichetta di panteista. Una volta in risposta alla domanda: «Lei crede nel Dio di Spinoza?», Einstein rispose così:









«Non posso rispondere con un semplice sì o no. Io non sono ateo e non penso di potermi chiamare panteista. Noi siamo nella situazione di un bambino piccolo che entra in una vasta biblioteca riempita di libri scritti in molte lingue diverse. Il bambino sa che qualcuno deve aver scritto quei libri. Egli non conosce come. Il bambino sospetta che debba esserci un ordine misterioso nella sistemazione di quei libri, ma non conosce quale sia. Questo mi sembra essere il comportamento dell'essere umano più intelligente nei confronti di Dio. Noi vediamo un universo meravigliosamente ordinato che rispetta leggi precise, che possiamo però comprendere solo in modo oscuro. I nostri limitati pensieri non possono afferrare la forza misteriosa che muove le costellazioni. Mi affascina il panteismo di Spinoza, ma ammiro ben di più il suo contributo al pensiero moderno, perché egli è il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due cose separate»


(Brian, Einstein a life, 1996, p. 127)

La posizione di Einstein verso la religione ammette un'attitudine religiosa' dinanzi al mistero e alla bellezza della natura, un'attitudine che però, come sopra accennato, appare piuttosto differente da un'impostazione tradizionale di tipo ebraico-cristiana. Albert Einstein sembra infatti rigettare, pur rifiutando esplicitamente l'ateismo, una concezione di Dio personale, come testimoniato dal seguente passaggio tratto da Il Mondo come io lo vedo (1934)[45]:






«Fu l'esperienza del mistero - seppure mista alla paura - che generò la religione. Sapere dell'esistenza di qualcosa che non possiamo penetrare, sapere della manifestazione della ragione più profonda e della più radiosa bellezza, accessibili alla nostra ragione solo nelle loro forme più elementari - questo sapere e questa emozione costituiscono la vera attitudine religiosa; in questo senso, e solo in questo, sono un uomo profondamente religioso. Non posso concepire un Dio che premia e punisce le sue creature, o che possiede una volontà del tipo che noi riconosciamo in noi stessi. Un individuo che sopravvivesse alla propria morte fisica è totalmente lontano dalla mia comprensione, né vorrei che fosse altrimenti; tali nozioni valgono per le paure o per l'assurdo egoismo di anime deboli. A me basta il mistero dell'eternità della vita e la vaga idea della meravigliosa struttura della realtà, insieme allo sforzo individuale per comprendere un frammento, anche il più piccino, della ragione che si manifesta nella natura»



Fu accusato di ateismo dal vescovo di Boston O'Connell, che lo accusò altresì di corrompere la morale attraverso queste sue idee, e di questo Einstein soffrì molto. In realtà Einstein non aveva nemmeno una grande opinione dell'ateismo militante:[46]






«Gli atei fanatici sono come schiavi che ancora sentono il peso delle catene dalle quali si sono liberati dopo una lunga lotta. Sono creature che – nel loro rancore contro le religioni tradizionali come "oppio delle masse" – non possono sentire la musica delle sfere.»



E ancora[47]:






«Trovi sorprendente che io pensi alla comprensibilità del mondo (nella misura in cui ci sia lecito parlarne) come a un miracolo o a un eterno mistero. A priori, tutto sommato, ci si potrebbe aspettare un mondo caotico del tutto inafferrabile da parte del pensiero. Ci si potrebbe (forse addirittura si dovrebbe) attendere che il mondo si manifesti come soggetto alle leggi solo a condizione che noi operiamo un intervento ordinatore. Questo tipo di ordinamento sarebbe simile all'ordine alfabetico delle parole di una lingua. Al contrario, il tipo d'ordine che, per esempio, è stato creato dalla teoria della gravitazione di Newton è di carattere completamente diverso: anche se gli assiomi della teoria sono posti dall'uomo, il successo di una tale impresa presuppone un alto grado d'ordine nel mondo oggettivo, che non era affatto giustificato prevedere a priori. È qui che compare il sentimento del "miracoloso", che cresce sempre più con lo sviluppo della nostra conoscenza.
E qui sta il punto debole dei positivisti e degli atei di professione, che si sentono paghi per la coscienza di avere con successo non solo liberato il mondo da Dio, ma persino di averlo privato dei miracoli. La cosa curiosa, certo, è che dobbiamo accontentarci di riconoscere il "miracolo", senza poter individuare una via legittima per andar oltre. Capisco che devo ben esplicitare quest'ultima considerazione in modo che non ti venga in mente che, indebolito dall'età, io sia divenuto vittima dei preti.»



In una lettera del 24 gennaio 1936 che egli scrisse in risposta a un bambino, che gli aveva chiesto se anche gli scienziati pregassero e per che cosa, dopo aver detto che per uno scienziato ogni evento è riconducibile alle leggi di natura e quindi non risulta influenzabile dalla preghiera, aggiunse: "Però, chiunque sia seriamente impegnato nella ricerca della scienza si convince che un qualche spirito, molto superiore a quello dell‘uomo, è manifesto nelle leggi dell`universo." (Albert Einstein, Dear Professor Einstein. Albert Einstein`s letters to and from Children, ed. by Robert Schulmann, Prometheus Book, New York 2002, p. 129).


Sebbene fosse ebreo, Einstein ammirava molto la figura storica di Gesù[48]:



– Fino a che punto è influenzato dalla cristianità?

– Da bambino ho ricevuto un'istruzione sia sul Talmud che sulla Bibbia. Sono un ebreo, ma sono affascinato dalla figura luminosa del Nazareno».

– Ha mai letto il libro di Emil Ludwig su Gesù?

– Il libro di Ludwig è superficiale. Gesù è una figura troppo imponente per la penna di un fraseggiatore, per quanto capace. Nessun uomo può disporre della cristianità con un bon mot.

– Accetta il Gesù storico?

– Senza dubbio! Nessuno può leggere i Vangeli senza sentire la presenza attuale di Gesù. La sua personalità pulsa a ogni parola. Nessun mito può mai essere riempito di una tale vita.



Riguardo alla relazione tra scienza e religione egli nel 1950 in Out of My Later Years, scrive: «La scienza senza la religione è zoppa, la religione senza la scienza è cieca». E ancora: «La scienza, contrariamente a un'opinione diffusa, non elimina Dio. La fisica deve proporsi non solo di sapere com'è la natura, ma anche di sapere perché la natura è così e non in un'altra maniera, con l'intento di arrivare a capire se Dio avesse davanti a sé altre scelte quando creò il mondo»[49].


Circa la chiesa cattolica durante la seconda guerra mondiale, ad Einstein è stata attribuita questa posizione riportata a pagina 38 del numero del Time del dicembre 1940[50]:






«Essendo amante della libertà, quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università… Ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani... Ma anche loro vennero ridotti al silenzio, soffocati nell'arco di poche settimane. Solo la Chiesa rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Prima io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale…»



Einstein sapeva dell'articolo del Time Magazine in cui era citata la sua affermazione e sulla quale alcuni chiedevano maggiori dettagli,[51] ma non scrisse mai alla rivista per farla rettificare, anzi c'è una sua lettera del 1943, autenticata dall'esperta Catherine Williamson[52], in cui lui stesso dice che l'affermazione riportata dal Time Magazine è riconducibile ad una sua dichiarazione, anche se lui era stato un po' più moderato[53]. In una lettera successiva rifiuta tuttavia la paternità di questa frase, sostenendo che la sua dichiarazione fu travisata e modificata a tal punto da non poterla più riconoscere come sua. Inoltre specifica che la citazione non riflette il suo pensiero generale riguardo alla chiesa[54].


Il diplomatico e studioso ebreo Pinchas Lapide riporta nei suoi testi un'altra versione della frase pubblicata sul Time, comunque molto simile[55]:






«Solo la Chiesa cattolica protestò contro l'attacco furioso di Hitler contro la libertà. Fino ad allora io non ero stato interessato alla Chiesa ma oggi io sento grande ammirazione per la Chiesa, che, sola, ebbe il coraggio di combattere per la verità spirituale e la libertà morale.»



Nel complesso Einstein aveva una concezione religiosa sui generis, il cui carattere è ancora oggetto di discussione tra gli studiosi, incentrata sull'idea che l'universo è determinato da leggi che il pensiero umano può scoprire e comprendere. In questo senso la sua concezione religiosa aveva anche aspetti fideistici, perché riconosceva che non si danno argomenti razionali che possano giustificare incontrovertibilmente come l'universo sia, a priori, governato da leggi scientifiche e comprensibile alla mente umana.


La posizione di Einstein su Dio è stata largamente strumentalizzata dagli opposti partiti della disputa teismo/ateismo. Certo è che Einstein rifuggiva da qualunque facile definizione. Senz'altro espresse rispetto per i valori religiosi adottati dalle tradizioni ebraiche e cristiane, pur non condividendone la concezione del divino.



Riconoscimenti |


  • Nel 1926 gli fu assegnata la Medaglia d'Oro della Royal Astronomical Society.

A Einstein sono stati dedicati:



  • l'elemento chimico einsteinio.

  • la Medaglia Albert Einstein, che dal 1979 viene consegnata al fisico che si sia particolarmente distinto nel suo ambito di ricerca.

  • il Premio Einstein[56].

  • l'asteroide: 2001 Einstein.

  • il cratere Einstein sulla Luna.

  • l'unità di misura Einstein per l'energia raggiante

  • l'osservatorio astronomico Torre Einstein



Curiosità |







  • Durante la sua permanenza a Princeton negli anni cinquanta Einstein strinse amicizia con il matematico austriaco Kurt Gödel, pur avendo un temperamento estremamente diverso da lui[46], mentre ebbe come vicino di stanza in Dipartimento il fisico-matematico ungherese John Von Neumann dal carattere guascone ed estroverso.

  • Tra i vari aneddoti su Einstein ricorre spesso quello secondo cui quando espatriò negli Stati Uniti, sulla richiesta di dichiarare la sua razza d'appartenenza, avrebbe risposto "umana"[57]. Nessun dato reale sembra supportarlo, nell'unico documento sul suo passaggio per Ellis Island risulta invece registrato come ebreo[58].



Opere |









  • Relatività. Esposizione divulgativa (Über die spezielle und allgemeine Relativitätstheorie (gemeinverständlich), 1916)


  • Come io vedo il mondo (Mein Weltbild, 1934)



Traduzioni |



  • Albert Einstein, Il significato della relatività, Torino, Bollati Boringhieri, 2014, ISBN 978-88-339-2555-4.

  • Albert Einstein, Il mondo come io lo vedo (scritti fino al 1933), Roma, Newton Compton Editori, 2015, ISBN 978-88-541-7172-5.

  • Albert Einstein, Pensieri degli anni difficili (scritti dal 1933 al 1950), Torino, Bollati Boringhieri, 2014, ISBN 978-88-339-2531-8.

  • Albert Einstein, Pensieri, idee, opinioni (ulteriori scritti dal 1933 al 1950), Roma, Newton Compton Editori, 2006, ISBN 978-88-541-8150-2.

  • Albert Einstein, Autobiografia scientifica, Torino, Bollati Boringhieri, 1979, ISBN 978-88-339-2582-0.

  • Albert Einstein, Pensieri di un uomo curioso (raccolta miscellanea di scritti), Mondadori, 1999, ISBN 978-88-04-47479-1

  • Albert Einstein, Leggendo Lucrezio (prefazione all'edizione tedesca del De rerum natura del 1924 curata da Hermann Diels), a cura di Gherardo Ugolini, La Scuola di Pitagora, Napoli, 2012, ISBN 978-88-65-42069-0



Filmografia |




  • Albert Einstein, fiction del 1975 regia di Massimo Scaglione produzione Rai, con Giancarlo Zanetti nelle vesti di Einstein, Raoul Grassilli, Gianni Mantesi.


  • Vita di Einstein, fiction del 1990 regia di Lazar Iglesias coproduzione internazionale fra Rai1, Tele France1 e l'inglese, Tele Chip.


  • Genio per amore (I.Q.), film del 1994 diretto da Fred Schepisi con Tim Robbins, Meg Ryan e Walter Matthau nella parte di Albert Einstein.


  • Einstein, fiction del 2008 di Liliana Cavani con l'attore italiano Vincenzo Amato nelle vesti del grande scienziato.


  • Il mio amico Einstein (Einstein and Eddington), film TV del 2008 trasmesso dalla BBC, con David Tennant nel ruolo di Arthur Eddington e Andy Serkis in quello di Albert Einstein.


  • Genius - Einstein, serie TV del 2017 produzione National Geographic con protagonista Geoffrey Rush nel ruolo di Einstein.



Note |




  1. ^ Luciano Canepari, Einstein, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
    Meno consigliata la pronuncia intenzionale [ˈainʃtain].



  2. ^ Nobelprize.org, The Nobel Prize in Physics 1921, su nobelprize.org. URL consultato il 27 ottobre 2013.


  3. ^ Archivio Einstein n° 39-13.1


  4. ^ Pauline Einstein, lettera a Jette Koch, 1º agosto 1886. Riportata su Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein di Abraham Pais, p. 53


  5. ^ ab (EN) Dudley Herschbach, Einstein as a Student (PDF), Department of Chemistry and Chemical Biology, Harvard University, p. 3. URL consultato il 22 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2009).


  6. ^ Ph. Hausel München Merkur, 14 marzo 1979. Riportata su Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein di Abraham Pais, p54


  7. ^ M. Einstein Biografia p14 - Biografia su Albert Einstein scritta dalla sorella, terminata nel 1924; riportata su Sottile è il signore... La scienza e la vita di Albert Einstein di Abraham Pais, p. 54


  8. ^ Tesla Memorial Society of New York Teslasociety.com


  9. ^ Dudley Herschbach, Einstein as a Student, Department of Chemistry and Chemical Biology, Harvard University, Cambridge, MA, USA, p. 6, web: Copia archiviata (PDF), su chem.harvard.edu. URL consultato il 15 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2009).


  10. ^ Einstein's nationalities at einstein-website.de, su einstein-website.de. URL consultato il 27 ottobre 2013.


  11. ^ Gerald Holton, Einstein, history, and other passions: the rebellion against science at the end of the twentieth century, Harvard University Press, 2000 ISBN 0-674-00433-7


  12. ^ The origin of the word "photon"


  13. ^ Manjit Kumar, Quantum, Mondadori, 2017, p. 121, ISBN 978-88-04-60893-6.


  14. ^ Manjit Kumar, Quantum, Mondadori, 2017, p. 127, ISBN 978-88-04-60893-6.


  15. ^ abcd Marco Pivato, Quando l'eclisse premiò Albert
    [collegamento interrotto], La Stampa, 17 giugno 2009. URL consultato il 14 dicembre 2012.



  16. ^ Manjit Kumar, Quantum, Mondadori, 2017, pp. 130-131, ISBN 978-88-04-60893-6.


  17. ^ Manjit Kumar, Quantum, Mondadori, 2017, pp. 133-134, ISBN 978-88-04-60893-6.


  18. ^ Manjit Kumar, Quantum, Mondadori, 2017, p. 135, ISBN 978-88-04-60893-6.


  19. ^ Manjit Kumar, Quantum, Mondadori, 2017, pp. 132-133, ISBN 978-88-04-60893-6.


  20. ^ Aldo Gamba e Perangelo Schiera (a cura di), Fascismo e scienza. Le celebrazioni voltiane e il Congresso internazionale dei Fisici del 1927, Il Mulino, Bologna 2005


  21. ^ "Così le Ss massacrarono i familiari di Einstein", la Repubblica.


  22. ^ Lettera del Maggiore Milton Wexler
    [collegamento interrotto], Valdarno Scuola.



  23. ^ U.S. Patent N. 1.781.541


  24. ^
    [collegamento interrotto]Einstein's Refrigerator



  25. ^ Israel Modern History: Offering the Presidency of Israel to Albert Einstein, su jewishvirtuallibrary.org. URL consultato il 7 ottobre 2017.


  26. ^ H. Reichenbach, Significato filosofico della teoria della relatività in Albert Einstein, Autobiografia scientifica, op. cit., p. 177


  27. ^ A. Pais, La scienza e la vita di Albert Einstein, op. cit., pag. 24


  28. ^ Albert Einstein, Autobiografia scientifica, op. cit., p. 14


  29. ^ Si veda ad esempio: F. Laudisa, Albert Einstein. Un atlante filosofico, Bompiani, Bergamo, 2010, ISBN 978-88-452-6426-9


  30. ^ «Dio non gioca a dadi» è il modo con cui viene in genere riportato il pensiero di Einstein, che in realtà disse: «Sembra difficile dare una sbirciata alle carte di Dio. Ma che Egli giochi a dadi e usi metodi "telepatici" [...] è qualcosa a cui non posso credere nemmeno per un attimo» (cit. in Bill Bryson, Breve storia di (quasi) tutto, TEA (2008), ISBN 978-88-502-1549-2 )


  31. ^ Dio non gioca a dadi | Scienza in Rete


  32. ^ Il carteggio Einstein-Freud sulla guerra


  33. ^ Einstein | American Museum of Natural History Archiviato il 4 febbraio 2005 in Internet Archive.


  34. ^ Einstein | American Museum of Natural History Archiviato il 4 febbraio 2005 in Internet Archive.


  35. ^ (EN) Albert Einstein (1879-1955), International Vegetarian Union. URL consultato il 23 febbraio 2015. Vedi anche Alice Calaprice (a cura di), The Ultimate Quotable Einstein, Princeton University Press, 2011, pp. 453–454, ISBN 978-0-691-13817-6.


  36. ^ Federal Bureau of Investigation - Freedom of Information Privacy Act


  37. ^ S.Friedländer, Gli anni dello sterminio. La Germania nazista e gli ebrei (1939-1945), pp. 788-789.


  38. ^ ab Albert Einstein's Letters to President Franklin Delano Roosevelt, su E-World, 1997.


  39. ^ (EN) Hannah Arendt Albert Einstein, Albert Einstein Letter to The New York Times. December 4, 1948 New Palestine Party. Visit of Menachen Begin and Aims of Political Movement Discussed. URL consultato il 24 febbraio 2018.


  40. ^ A. Pais, La scienza e la vita di Albert Einstein, op. cit., p. 24


  41. ^ abc Ecco la lettera che nega Dio, E Einstein scrisse: Dio? Superstizione - Repubblica.it > Ricerca


  42. ^ James Randerson, Childish superstition: Einstein's letter makes view of religion relatively clear, The Guardian, 13 maggio 2008. URL consultato il 27 ottobre 2013.


  43. ^ Stephen Adams, Albert Einstein letter shows disdain for religion, Daily Telegraph, 13 maggio 2008. URL consultato il 27 ottobre 2013.


  44. ^ What he wrote — An abridgement of the letter from Albert Einstein to Eric Gutkind from Princeton in January 1954, translated from German by Joan Stambaugh., The Guardian, 13 maggio 2008. URL consultato il 27 ottobre 2013.


  45. ^ Albert Einstein, The World as I see it (1934), ed.it Il Mondo come io lo vedo, prefazione di G. Giorello, Milano 2010, p. 15


  46. ^ ab Amazon.com: Einstein: His Life and Universe (9780743264730): Walter Isaacson: Books


  47. ^ Albert Einstein, Lettres à Maurice Solovine, Gauthier Villars, Parigi, 1956 p. 102


  48. ^ Albert Einstein, The Saturday Evening Post, 26 ottobre 1929


  49. ^ Holdon, "The Advancement of Science…", Cambridge University Press (New York), 1986, p. 91


  50. ^ [Intervista a Time Magazine, 23/12/1940, p. 40]


  51. ^ Dukas, Helen, ed. (1981) Albert Einstein, The Human Side. Princeton: Princeton University Press, p. 94


  52. ^ New Einstein Letter Credits Church - YouTube


  53. ^ 1943 Albert Einstein Letter | Roadshow Archive | PBS


  54. ^ H. Dukas, B. Hoffmann, Albert Einstein, the Human Side: New Glimpses from His Archives, Princeton Univ. Press, 1979.


  55. ^ [Only the Catholic Church protested against the Hitlerian onslaught on liberty. Up till then I had not been interested in the Church, but today I feel a great admiration for the Church, which alone has had the courage to struggle for spiritual truth and moral liberty. – Albert Einstein (Pinchas E. Lapide, Three Popes and the Jews, p.251, New York: Hawthorn Books, Inc., 1967) ]


  56. ^ (EN) Einstein Prize


  57. ^ Omaggio ad Albert Einstein. e Corriere della Sera


  58. ^ Catalepton > L'angolo che sporge > “Razza?” “Umana” Archiviato il 13 agosto 2011 in Internet Archive.



Bibliografia |




  • Jeremy Bernstein, Einstein, Bologna, Il Mulino, 2004, ISBN 978-88-15-09676-0

  • Denis Brian, Einstein: a life, Wiley, New York, 1997, ISBN 978-0-471-19362-3


  • Leopold Infeld, Albert Einstein, Torino, Einaudi, 1962, ISBN 88-06-04416-8

  • L. Fregonese, Gioventù felice in terra pavese. Le lettere di Albert Einstein al Museo per la Storia dell'Università di Pavia, Milano, Cisalpino, 2005

  • Pietro Greco, Einstein, Milano, Alpha Test, 2004, ISBN 884830494X

  • Michael Guillen, Le 5 equazioni che hanno cambiato il mondo, TEA, ISBN 88-502-0439-6


  • Bertrand Russell, L'ABC della relatività, Longanesi, 2005, ISBN 978-88-304-2248-3

  • Dennis Overbye, Einstein innamorato, Milano, Bompiani, 2005, ISBN 978-88-452-3474-3

  • Abraham Pais, «Sottile è il Signore...». La scienza e la vita di Albert Einstein, Torino, Bollati Boringhieri, 1986, ISBN 978-88-339-1927-0

  • Abraham Pais, Einstein è vissuto qui, Torino, Bollati Boringhieri, 1994, ISBN 978-88-339-0954-7


  • W. Pauli, Teoria della relatività, Torino, Bollati Boringhieri, 2008, ISBN 978-88-339-1864-8


  • H. Dukas, B. Hoffmann, Albert Einstein, il lato umano. Spunti per un ritratto, Torino, Einaudi, 2005, ISBN 978-88-06-17465-1


  • Walter Isaacson, Einstein. La sua vita, il suo universo, Mondadori, 2010, ISBN 978-88-04-59573-1


  • Julian Schwinger, L'eredità di Einstein: l'unità di spazio e tempo, Zanichelli, 1988, ISBN 978-88-08-05340-4


  • Kip Thorne, Buchi neri e salti temporali. L'eredità di Einstein, Castelvecchi, 2015, ISBN 978-88-6944-112-7



Voci correlate |




  • Analisi di Einstein dell'interazione radiazione-materia

  • E=mc²

  • Einstein Museum

  • Croce di Einstein

  • Condensato di Bose-Einstein

  • Notazione di Einstein

  • Legge di Stark-Einstein

  • Ponte di Einstein-Rosen

  • Relazione di Einstein–Smoluchowski

  • Equazione di campo di Einstein

  • Statistica di Bose-Einstein

  • Tensore di Einstein

  • Coefficienti di Einstein

  • Puzzle di Einstein

  • Modello di Einstein

  • Effetto Einstein-de Haas

  • Paradosso EPR




Altri progetti |



Altri progetti



  • Wikisource

  • Wikiquote

  • Wikimedia Commons





  • Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a Albert Einstein


  • Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Albert Einstein


  • Collabora a Wikimedia CommonsWikimedia Commons contiene immagini o altri file su Albert Einstein



Collegamenti esterni |






  • Sito ufficiale, su einstein.biz. Modifica su Wikidata

  • Banche dati cinema: Internet Movie Database · filmportal.de Modifica su Wikidata

  • Banche dati musica: Discogs · MusicBrainz Modifica su Wikidata

  • Banche dati biografie: Dizionario storico della Svizzera · Find a Grave · MacTutor · Mathematics Genealogy Project · nobelprize.org Modifica su Wikidata

  • Banche dati letteratura: Internet Speculative Fiction Database · Goodreads Modifica su Wikidata

  • Enciclopedie: Enciclopedia Britannica Modifica su Wikidata

  • (EN) Einstein Papers Project - The Collected papers of Albert Einstein progetto di pubblicazione dell'intero corpus di scritti di Einstein

  • (EN) The Collected Papers of Albert Einstein versione digitale dell'Einstein Papers Project

  • (EN) Einstein Archives Online digitalizzazione dell'archivio Einstein dell'Università Ebraica di Gerusalemme


  • (EN) Albert Einstein, su nobelprize.org, Nobel Media AB. Modifica su Wikidata

  • Annus Mirabilis, su lorentz.phl.jhu.edu.

  • (DEEN) Museo Einstein Berna, su einstein-bern.ch.

  • (DE) Albert Einstein, "Zum Relativitaets-Problem", Scientia: rivista internazionale di sintesi scientifica, 15, 1914, pp. 337–348.


  • Ciao Einstein, mi piace la tua calligrafia Speciale swissinfo.ch - Svizzera, crocevia di grandi storie


  • Perché il socialismo? (il manoscritto tradotto in italiano)

  • (EN) Why socialism? - Albert Einstein, Monthly review, 1949-05 (il manoscritto originale).

  • (EN) FBI Freedom of Information Act Documents on Einstein, su foia.fbi.gov (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2004).

  • Albert Einstein - Il lato umano (PDF), su ulisse.sissa.it.


  • Einstein una biografia curata da Thomas F. Torrance


.mw-parser-output .navbox{border:1px solid #aaa;clear:both;margin:auto;padding:2px;width:100%}.mw-parser-output .navbox th{padding-left:1em;padding-right:1em;text-align:center}.mw-parser-output .navbox>tbody>tr:first-child>th{background:#ccf;font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_navbar{float:left;margin:0;padding:0 10px 0 0;text-align:left;width:6em}.mw-parser-output .navbox_title{font-size:110%}.mw-parser-output .navbox_abovebelow{background:#ddf;font-size:90%;font-weight:normal}.mw-parser-output .navbox_group{background:#ddf;font-size:90%;padding:0 10px;white-space:nowrap}.mw-parser-output .navbox_list{font-size:90%;width:100%}.mw-parser-output .navbox_odd{background:#fdfdfd}.mw-parser-output .navbox_even{background:#f7f7f7}.mw-parser-output .navbox_center{text-align:center}.mw-parser-output .navbox .navbox_image{padding-left:7px;vertical-align:middle;width:0}.mw-parser-output .navbox+.navbox{margin-top:-1px}.mw-parser-output .navbox .mw-collapsible-toggle{font-weight:normal;text-align:right;width:7em}.mw-parser-output .subnavbox{margin:-3px;width:100%}.mw-parser-output .subnavbox_group{background:#ddf;padding:0 10px}

















































.mw-parser-output .CdA{border:1px solid #aaa;width:100%;margin:auto;font-size:90%;padding:2px}.mw-parser-output .CdA th{background-color:#ddddff;font-weight:bold;width:20%}



Controllo di autorità
VIAF (EN) 75121530 · ISNI (EN) 0000 0001 2281 955X · SBN ITICCUCFIV35853 · LCCN (EN) n79022889 · GND (DE) 118529579 · BNF (FR) cb119016075 (data) · ULAN (EN) 500240971 · NLA (EN) 36582360 · BAV ADV10181679 · CERL cnp01496856












BiografiePortale Biografie

FilosofiaPortale Filosofia

FisicaPortale Fisica

MigrantiPortale Migranti

Premi NobelPortale Premi Nobel



Popular posts from this blog

Mario Kart Wii

The Binding of Isaac: Rebirth/Afterbirth

What does “Dominus providebit” mean?