Marco Pantani





















































Marco Pantani

Marco Pantani.jpg
Marco Pantani nel 1997



Nazionalità

Italia Italia
Altezza
172 cm
Peso
54 kg

Ciclismo Cycling (road) pictogram.svg
Specialità

Strada
Carriera
Squadre di club
1992-1996
Carrera Jeans
1997-2003
Mercatone Uno
Nazionale
1994-2000
Italia Italia
Palmarès

Gnome-emblem-web.svg Mondiali
Bronzo Duitama 1995
In linea
 

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«Un giorno, al Tour, gli avevo chiesto: «Perché vai così forte in salita?». E lui ci aveva pensato un attimo e aveva risposto, questo non riesco a dimenticarlo: «Per abbreviare la mia agonia».»


(Gianni Mura[1])

Marco Pantani (Cesena, 13 gennaio 1970[2] – Rimini, 14 febbraio 2004) è stato un ciclista su strada italiano, con caratteristiche di scalatore puro[3]. Professionista dal 1992 al 2003, considerato tra i più forti scalatori, ottenne in tutto 46 vittorie in carriera con i migliori risultati nelle corse a tappe, vincendo un Giro d'Italia, un Tour de France e la medaglia di bronzo ai mondiali in linea del 1995.


Soprannominato "il Pirata", con grandi doti di fondo e di recupero oltre che di scattista, è stato l'ultimo dei ciclisti (dopo Fausto Coppi, Jacques Anquetil, Eddy Merckx, Bernard Hinault, Stephen Roche e Miguel Indurain) ad aver realizzato l'accoppiata Giro-Tour ovvero la vittoria al Giro d'Italia e al Tour de France nello stesso anno.


Escluso dal Giro 1999 a seguito di un valore di ematocrito al di sopra del consentito, Pantani risentì del clamore mediatico suscitato dalla vicenda e, pur tornato alle gare non molto tempo dopo, raggiunse solo sporadicamente i livelli cui era abituato. Caduto in depressione, morì il 14 febbraio 2004 a Rimini[4], per intossicazione acuta da cocaina con conseguente edema polmonare e cerebrale, così come provato dall'autopsia.




Indice






  • 1 Biografia


    • 1.1 Gli esordi e i primi anni nel professionismo


    • 1.2 1994: secondo al Giro e terzo al Tour


    • 1.3 1995: il primo grave incidente


    • 1.4 1996-1997: il ritorno e il terzo posto al Tour


    • 1.5 1998: la doppietta Giro-Tour


    • 1.6 1999: La sospensione per ematocrito alto


    • 1.7 2000: il secondo ritorno


    • 1.8 2001-2003: la depressione


    • 1.9 La morte




  • 2 Commemorazioni


  • 3 Le inchieste giudiziarie


  • 4 Palmarès


    • 4.1 Altri successi




  • 5 Piazzamenti


    • 5.1 Grandi Giri


    • 5.2 Classiche monumento


    • 5.3 Competizioni mondiali




  • 6 Riconoscimenti


  • 7 Nella cultura di massa


    • 7.1 Canzoni


    • 7.2 Cinema e teatro


    • 7.3 Altro




  • 8 Note


  • 9 Bibliografia


  • 10 Voci correlate


  • 11 Altri progetti


  • 12 Collegamenti esterni





Biografia |



Gli esordi e i primi anni nel professionismo |




Marco Pantani nel 1995


Nacque alle ore 11:45 del 13 gennaio 1970, all'Ospedale Bufalini di Cesena, figlio secondogenito di Ferdinando Pantani detto Paolo e di Tonina Belletti, la quale vendeva piadine nel lungomare di Cesenatico[5]. Fino al 1978 abitò nella casa in via Saffi a Cesenatico, di proprietà dei nonni Sotero e Delia[6]. Trascorse un'infanzia serena; non eccelse negli studi scolastici, ma si buttò a capofitto nello sport, nella caccia e nella pesca, che praticava con la compagnia rispettivamente del padre e del nonno[6]. Dopo essersi cimentato da giovanissimo nel mondo del calcio, ricevette in regalo una bicicletta dal nonno Sotero e capì immediatamente di essere portato per il ciclismo.


Decise di tesserarsi nel G.C. Fausto Coppi di Cesenatico e mostrò subito indubbie doti di grande scalatore, vincendo molte gare: il primo successo fu quello delle Case Castagnoli di Cesena, in un tracciato curiosamente pianeggiante, il 22 aprile 1984[6]. Nel 1986 vivrà i primi due sfortunati incidenti che ne caratterizzeranno la carriera: un giorno, durante un allenamento, si distrae e finisce contro un camion fermo e rimane in coma un giorno; successivamente, una volta ripresosi, sbatte in discesa contro una macchina e rimane in ospedale una settimana con varie fratture[7]. Nel 1990 fu terzo al Giro d'Italia dilettanti, nel 1991 secondo e nel 1992 vinse davanti a Vincenzo Galati e Andrea Noè. Nel 1993 partecipò al primo Giro d'Italia per professionisti, ritirandosi a poche tappe dalla conclusione per una tendinite mentre era 18° in classifica.[7]



1994: secondo al Giro e terzo al Tour |


Nel 1994 passò alla Carrera del ds Davide Boifava. La sua esplosione come ciclista professionista avvenne al Giro d'Italia di quell'anno, con le vittorie di tappa a Merano, all'Aprica e con il secondo posto nella classifica generale finale, alle spalle di Evgenij Berzin.[8] Nella frazione dell'Aprica scattò sul Mortirolo, lasciando dietro il russo Evgenij Berzin e lo spagnolo Miguel Indurain: dopo aver preso fiato ed essersi fatto riprendere da Indurain, sul valico di Santa Cristina riattaccò andando a vincere la tappa. Al suo debutto al Tour de France chiuse terzo in classifica generale, dietro al lettone Pëtr Ugrumov e a 7'19" dal vincitore, lo spagnolo Miguel Indurain, aggiudicandosi pure la maglia bianca di miglior giovane. Nella tappa di Val Thorens, malgrado una brutta caduta, riuscì a staccare tutti i più forti e a giungere terzo al traguardo.[9]



1995: il primo grave incidente |


Mentre era in piena preparazione al Giro d'Italia 1995, un incidente con un'automobile lo costrinse a puntare sul Tour de France. Nella corsa francese si ritrovò presto, anche a causa delle condizioni del ginocchio, ad avere un grosso ritardo dalla vetta della corsa. Il 12 luglio, sull'Alpe d'Huez, andò comunque all'attacco a 13 km dal traguardo, staccò i principali avversari, raggiunse e superò il gruppetto di testa riuscendo a ottenere la vittoria di tappa. Alcuni giorni dopo, nella tappa pirenaica di Guzet Neige, trovò il secondo successo, questa volta dopo una lunga fuga di 42 km. Concluderà la Grande Boucle in tredicesima posizione della generale, vincendo nuovamente la maglia bianca.


Nel Campionato mondiale disputatosi in Colombia quell'anno, si classificò terzo dietro Abraham Olano e Miguel Indurain. Proprio quando sembrava agli inizi di una grande carriera, il 18 ottobre, sulla discesa di Pino Torinese, fu investito da un fuoristrada che viaggiava in senso contrario sulla sede di gara durante la Milano-Torino. Venne ricoverato al CTO di Torino dove gli fu riscontrata una frattura di tibia e perone e il rischio di una prematura interruzione dell'attività agonistica. Tuttavia dopo 5 mesi e 5 giorni dall'incidente ritornò in bici.[10][11]



1996-1997: il ritorno e il terzo posto al Tour |




Marco Pantani sull'Alpe d'Huez, Tour de France 1997


Fra luglio e settembre del 1996 Pantani corse in una decina di competizioni ufficiali in preparazione alla stagione successiva. Per il 1997 si trasferì alla nuova Mercatone Uno, squadra patrocinata da Romano Cenni e costruita intorno al romagnolo per puntare ai grandi giri. Ma la sfortuna era ancora dietro l'angolo: al Giro d'Italia Pantani subì un nuovo incidente, in una tappa interlocutoria della corsa, nella discesa del valico di Chiunzi, al km 182, a causa di un gatto che aveva attraversato la strada al passaggio del gruppo. Riuscì a concludere la tappa grazie ai compagni di squadra, ma all'ospedale scoprì di aver subito la lacerazione di un centimetro nelle fibre muscolari della coscia sinistra. Abbandonò la corsa.









«Avrei voluto essere battuto dagli avversari, invece ancora una volta mi ha sconfitto la sfortuna»


(Pantani, il 25 maggio 1997[12])

Questa volta recuperò velocemente e ritornò in sella al Tour dello stesso anno, dove lottò a lungo per la maglia gialla, riportando altre due vittorie di tappa, ancora all'Alpe d'Huez, staccando Ullrich e Virenque,[13] e a Morzine. In particolare all'Alpe d'Huez percorse l'ascesa in 37 minuti e 35 secondi, un record storico.[14] Pur prevalendo sulle salite delle Alpi e dei Pirenei, venne superato in classifica da Ullrich, che riuscì a recuperare il tempo perso grazie alle tappe a cronometro, nelle quali era più forte, portando la maglia gialla fino a Parigi; Pantani si piazzò al terzo posto della classifica finale dietro anche a Richard Virenque.



1998: la doppietta Giro-Tour |




Pantani in gruppo in maglia rosa nel 1998


Nel 1998 partecipò e, per la prima volta, si impose al Giro d'Italia. Rivaleggiando con gli specialisti della cronometro come Alex Zülle, fu in grado di guadagnarsi un margine tale da poter compensare la propria debolezza nelle prove contro il tempo. Pantani prese la maglia rosa – gliela cedette Zülle – il 2 giugno, al termine della frazione di Selva di Val Gardena, e l'indomani controllò il più diretto rivale, Pavel Tonkov, nella tappa dell'Alpe di Pampeago. Decisiva fu la frazione di Plan di Montecampione, il 4 giugno: nell'occasione Pantani, con Zülle ormai alla deriva (quel giorno perse più di mezz'ora), attaccò ripetutamente Tonkov. Il russo, dopo un duello accanito, dovette cedere subendo un passivo di circa un minuto negli ultimi due chilometri, mentre il romagnolo andò a vincere la tappa e a ipotecare il successo finale. Quell'anno al Giro Pantani fece sua anche la classifica scalatori battendo José Jaime González.


Successivamente iniziò la preparazione in vista del Tour de France[15]. A quindici giorni dall'inizio della gara francese morì Luciano Pezzi, mentore di Pantani e suo direttore sportivo alla Mercatone Uno[16]. Nelle prime 7 tappe Pantani accumulò un ritardo di quasi cinque minuti dalla maglia gialla Jan Ullrich: un ritardo che sembrava incolmabile. Ma Pantani, con il passare dei giorni, recuperò la miglior condizione e, con il secondo posto nella tappa Pau - Luchon e la vittoria a Plateau de Beille, ridusse di quasi 3 minuti il suo ritardo. Ma fu con la quindicesima tappa, che andava da Grenoble a Les Deux Alpes, che avvenne la svolta decisiva. Pantani, infatti, andò all'attacco sul colle del Galibier a quasi 50 chilometri dal traguardo, e nonostante le difficili condizioni atmosferiche riuscì a staccare Ullrich arrivando al traguardo in solitaria, con quasi nove minuti di vantaggio sul rivale. Quel giorno Pantani non solo vinse la tappa, ma si prese anche la maglia gialla,[17] che avrebbe mantenuto fino a Parigi, conquistando l'edizione numero 85 della Grande Boucle e regalando all'Italia un trionfo al Tour dopo 33 anni dalla vittoria del 1965 di Felice Gimondi.[18][19].


Per 16 anni rimase l'ultimo italiano ad aver vinto il Tour, fino al 2014, quando Vincenzo Nibali si aggiudicò la vittoria nella classifica generale.



1999: La sospensione per ematocrito alto |


Per la stagione 1999 Pantani, dopo il successo nella Vuelta a Murcia, puntò al Giro d'Italia. Dimostrò subito di essere in una buona condizione ottenendo la vittoria nella frazione sul Gran Sasso, primo arrivo in salita, e vestendo di rosa. Otto giorni dopo, sulla salita di Oropa, fu vittima di un salto di catena a pochi km dal traguardo, ma reagì, riprese gli avversari, li superò e conquistò la tappa in solitaria. Dopo le frazioni dell'Alpe di Pampeago e di Madonna di Campiglio, entrambe vinte, sembrava che nessuno ormai potesse togliergli la vittoria finale (era infatti primo in classifica con 5'38" sul secondo, Paolo Savoldelli),[20] dato che anche la tappa successiva, la penultima, aveva caratteristiche altimetriche a lui favorevoli: partenza da Madonna di Campiglio e arrivo all'Aprica con scalata del Mortirolo e oltre 50 km di salita.


Ma le cose cambiarono per Pantani proprio il 5 giugno a Madonna di Campiglio quando, alle ore 10:10 locali, vennero resi pubblici i risultati dei controlli svolti dai medici dell'UCI in quella stessa mattinata: in tali test era stata riscontrata, nel sangue di Pantani, una concentrazione di globuli rossi superiore al consentito. Il valore di ematocrito rilevato al cesenate fu infatti del 52%, oltre il margine di tolleranza dell'1% rispetto al limite massimo consentito dai regolamenti, 50%; il Pirata venne di conseguenza sospeso per 15 giorni, il che comportava l'esclusione immediata dalla "Corsa rosa".[21][22] A questa notizia la squadra del Pirata, la Mercatone Uno-Bianchi, si ritirò in blocco dal Giro. Paolo Savoldelli, nonostante fosse subentrato al primo posto in classifica, rifiutò di indossare la maglia rosa, rischiando una squalifica. La tappa fu poi vinta dallo spagnolo Roberto Heras, mentre il primato passò a Ivan Gotti[22], che andò a vincere quel Giro[23]. Secondo Andrea Agostini, all'epoca portavoce della Mercatone Uno, Pantani effettuó due controlli: il venerdì sera e il sabato pomeriggio, quest'ultimo presso un centro medico specializzato di Imola. Entrambi evidenziarono un valore di ematocrito del 48%, entro i limiti stabiliti[24].


Nell'occasione Pantani non risultò positivo a un controllo antidoping: venne tuttavia legittimamente escluso dalla corsa a scopo precauzionale in base ai regolamenti sportivi introdotti a tutela della salute dei corridori.[25] Associazioni del Pirata con le pratiche di doping risultarono invece dalle dichiarazioni di Jesús Manzano, reo confesso, che citò Pantani in un contesto in cui si accusavano vari ciclisti di alto livello degli anni novanta, organizzatori, tecnici e sponsor[26], e a quelle della danese Christina Jonsson, fidanzata di Pantani per sette anni, che in un'intervista al periodico svizzero L'Hebdò riferì che il ciclista cesenaticense facesse uso regolare di sostanze dopanti.[27] L'utilizzo di doping verrà in seguito accertato dai risultati delle analisi antidoping disposte da una commissione del senato francese su campioni di sangue realtivi al tour 1998, in cui venne rilevata la presenza di EPO[28] Vennero alimentati in seguito dei dubbi su un eventuale "complotto" ai danni di Pantani. Celebre la lettera di Renato Vallanzasca alla madre del ciclista, Tonina, dell'8 novembre 2007. In breve Vallanzasca sostiene che un suo amico, habitué delle scommesse clandestine, lo abbia avvicinato cinque giorni prima del "fatto" di Madonna di Campiglio consigliandogli di scommettere sulla sconfitta di Pantani per la classifica finale, e assicurandogli che «il Giro non lo vincerà sicuramente lui».[29]


A detta di molti la carriera ad alti livelli di Pantani si concluse con tale episodio.[30] Dopo aver spaccato per l'ira un vetro nell'albergo,[22] accerchiato dai giornalisti e accompagnato dai carabinieri mentre stava per lasciare la corsa, disse:









«Mi sono rialzato, dopo tanti infortuni, e sono tornato a correre. Questa volta, però, abbiamo toccato il fondo. Rialzarsi sarà per me molto difficile.»


(Marco Pantani[30])

Pantani rinunciò a partecipare al successivo Tour de France, anche se la sospensione di quindici giorni comminatagli glielo avrebbe consentito[22][31]; nel periodo successivo ai fatti di Madonna di Campiglio, braccato dai media e in preda a una forte depressione, rimase a lungo chiuso in casa, allontanandosi dal ciclismo e cadendo nella spirale della cocaina.[27][32]



2000: il secondo ritorno |




Pantani al Tour de France 2000


Pantani tornò a correre nel 2000 ma, nonostante le condizioni di forma, la difficoltà maggiore fu psicologica.


Faticò a ingranare e la preparazione per il Giro si fece sempre più frammentata fino a diventare inesistente. Il problema della cocaina fu superato dopo tre mesi[33] ma, in vista del Giro, la preparazione fisica non era adatta a una corsa così dura. Ormai nella Mercatone Uno si pensò a un Giro senza Pantani, con Garzelli capitano. Infatti i 9 posti della Mercatone Uno per la corsa rosa erano per Garzelli, De Paoli, Velo, Zaina, Brignoli, Borgheresi, Forconi, Fontanelli e Podenzana, ma poco prima del via quest'ultimo venne escluso per far posto a Pantani.[34] La sua prova fu incolore per la forma non ottimale: era spento e nelle salite non brillava più come ai suoi tempi d'oro. Risorse invece sull'Izoard dove fece da gregario al capitano Garzelli, poi vincitore della classifica generale, e andò ad agguantare un secondo posto in una tappa che fece ben sperare per una sua rinascita.


Puntò tutto sul Tour, dove incontrò Lance Armstrong, futuro vincitore incontrastato delle seguenti edizioni, e già dalle prime frazioni e sui Pirenei il Pirata accumulò un ritardo notevole. Si riscattò sulle Alpi: il 13 luglio nella tappa del Mont Ventoux batté in volata lo statunitense ottenendo la vittoria di tappa.[35] Successivamente, Armstrong, durante un'intervista dichiarò apertamente d'aver lasciato la vittoria al Pirata e questo scatenerà la rabbia di Pantani. Il 17 luglio nella tappa di Courchevel Pantani scattò: risposero Richard Virenque e Armstrong. Dopo alcuni km si staccò Virenque e rimasero solo Pantani ed Armstrong. Dopo che Roberto Heras e Javier Otxoa raggiunsero i due, Pantani attaccò lasciando sul posto gli avversari a 5 km dal traguardo. Raggiunse e staccò José María Jiménez e andò a vincere in solitaria, staccando lo stesso Armstrong di 51 secondi[36]. Il giorno dopo, nella tappa di Morzine con il duro Col de Joux Plane poco prima del traguardo, Pantani attaccò alla prima salita, tentando di recuperare il distacco in classifica. La scarsa collaborazione con i compagni di fuga lo costrinse però a desistere, e poco dopo, a causa di problemi intestinali (dissenteria), fu costretto al ritiro dalla "Grande Boucle".[37]


«Ho provato a far saltare il Tour, sono saltato io» disse dopo essere arrivato al traguardo con 13'44" di ritardo dal vincitore di tappa Richard Virenque.[37] Ci fu chi sostenne che Pantani decise di ritirarsi per evitare il controllo anti-doping del giorno successivo.[38] Nel 2001 e nel 2002 partecipò al Giro d'Italia con scarsi risultati. Ottenne altre due vittorie nei critérium, fra cui l'Acht van Chaam.



2001-2003: la depressione |


Ormai sempre più prostrato nel morale, anche a causa del processo in corso per frode sportiva intentato nei suoi confronti per fatti risalenti al 1995[39], partecipò al Giro d'Italia 2001 ma si ritirò prima della 19ª tappa. Al Tour de France invece la sua squadra non venne invitata. Cominciò intanto ad essere lontano dall'immagine del corridore professionista e tra sospetti e processi della giustizia sportiva, dove fu condannato e poi assolto (per la non esistenza del reato per l'epoca, confermando però la fondatezza dell'accusa di uso di sostanze dopanti[40]), Pantani non riuscì più a trovare la serenità necessaria per tornare a correre.[41]


Nel 2003 tornò a prepararsi sia per il Giro che per il Tour. Al Giro d'Italia lottò testa a testa con i migliori giungendo quattordicesimo nella classifica generale (tredicesimo dopo la squalifica di Raimondas Rumšas, 6º). Durante la tappa del Monte Zoncolan reagì allo scatto di Gilberto Simoni, che aveva staccato tutti; si mise all'inseguimento e l'unico a reggere il suo ritmo fu Stefano Garzelli, ma per le energie spese calò nel finale e arrivò quinto. Nella tappa di Cascata del Toce fece il suo ultimo scatto a 3 km dall'arrivo venendo ripreso da Simoni e finendo ottavo.


In un'ultima intervista a fine Giro d'Italia rivelò la possibilità di una sua possibile partecipazione al Tour de France con un'altra formazione, visto che la Mercatone Uno era stata esclusa; ma l'accordo con il Team Bianchi di Jan Ullrich, che sembrava possibile, non avvenne e Pantani venne escluso per il terzo anno consecutivo dal Tour. In seguito rinuncerà al prosieguo della stagione, non prendendo parte alla Vuelta di Spagna. Il 21 giugno 2003 Pantani entrò nella clinica "Parco dei Tigli" di Teolo in Veneto, specializzata nella cura della depressione e della dipendenza da alcol, uscendone ai primi di luglio per continuare le cure con i medici personali.[42]



La morte |




Monumento commemorativo di Marco Pantani a Cesenatico




La stele dedicata a Pantani sul Col du Galibier


Il 14 febbraio 2004, Marco Pantani fu trovato morto nella stanza D5 del residence "Le Rose" di Rimini.[22] L'autopsia rivelò che la morte era stata causata da un edema polmonare e cerebrale, conseguente a un'overdose di cocaina.[43]


La morte di Pantani lasciò sgomenti tutti gli appassionati delle due ruote, per la perdita di un grande corridore; uno degli sportivi italiani più popolari del dopoguerra, protagonista di tante imprese.[44] Le sue spoglie sono sepolte nel cimitero di Cesenatico (FC), in un'edicola decorata da una vetrata artistica riproducente un particolare del Compianto su Cristo morto di Alessandro Tiarini.




La tomba di Marco Pantani a Cesenatico, Emilia-Romagna



Commemorazioni |


Il giorno successivo alla sua morte, il Milan, squadra di cui Pantani era grande tifoso, giocò con il lutto al braccio la gara di campionato in casa del Lecce.[45]


Per ricordare le sue doti di scalatore, dal 2004 il Giro d'Italia assegna ogni anno ad una salita il titolo "Montagna Pantani", onore concesso fino allora solo al Campionissimo Fausto Coppi, con la "Cima Coppi" (il passo più alto percorso dal Giro).


Nel mese di novembre del 2010 venne esposta al Museo del Ghisallo la maglia gialla di Pantani ottenuta al Tour del 1998; in seguito la maglia venne rubata e non venne più ritrovata.[46] Del furto sono stati accusati i due custodi del Salone del Ciclo e Motociclo della Fiera di Rho, che avrebbero poi rivenduto la maglia del Pirata.[47][48]


Nel giugno del 2011 venne inaugurata una stele sul Col du Galibier in memoria dell'impresa che gli valse sia la vittoria di tappa sia la vittoria finale del Giro di Francia del 1998.



Le inchieste giudiziarie |


La madre di Marco Pantani, Tonina, afferma che il modo scelto dal figlio per assumere la droga o per suicidarsi, ossia l'ingestione di cocaina, non parrebbe verosimile, in quanto sarebbe morto prima di assumere tutta quella quantità, sei volte la dose letale.[49] La signora Pantani sostiene da sempre che il figlio sia stato assassinato simulando un'overdose, probabilmente per farlo tacere riguardo a qualche scomodo segreto[50], forse legato al doping nel ciclismo e alla sua squalifica, al mondo delle scommesse truccate o a quello della droga, di cui sarebbe stato a conoscenza.[51] Tonina Pantani ha richiesto più volte la riapertura dell'indagine archiviata, sostenendo che le firme per il prelievo dei soldi, che Pantani avrebbe usato per comprare la droga, sarebbero falsificate e che non c'era traccia di droga nella camera del residence, come ci si aspetterebbe dalla stanza di un tossicodipendente che ne fa uso abituale e che il ciclista, a suo parere, non era dipendente dalla cocaina, né voleva suicidarsi.


Afferma che la stanza era stata messa di proposito in disordine (in particolare che il disordine causato fosse inverosimile per una persona sola in preda ad un'overdose, come fu sostenuto dalla procura), c'erano residui di cibo cinese, che Pantani non mangiava mai, nessuna bottiglietta d'acqua per ingerire la dose di cocaina (in realtà era presente una bottiglia semivuota, ma venne ignorata e non analizzata a sufficienza.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte]), e alcuni lividi sospetti sul corpo del ciclista, tali da far supporre un'aggressione di più persone, per forzarlo a bere l'acqua con la cocaina.[52][53][54]
Ha lamentato inoltre l'asportazione del cuore di Pantani da parte del medico legale, il quale ha sempre sostenuto la tesi dell'overdose, citando anche alcuni appunti del Pirata, che denotavano uno stato mentale alterato.[55]
Il 2 agosto 2014 viene reso noto che la Procura della Repubblica di Rimini, a seguito di un esposto presentato dai familiari di Pantani, ha riaperto le indagini sulla morte del ciclista con l'ipotesi di reato di "omicidio volontario".[56][57][58] La procura ha però chiesto l'archiviazione delle stesse nel settembre 2015 con la motivazione che la sua morte fu causata da suicidio e non da omicidio.[59]


Il 14 marzo 2016, essendoci in corso un'inchiesta da parte della Procura della repubblica di Forlì, viene diffusa da Premium Sport un'intercettazione di un detenuto vicino ad ambienti legati alle scommesse clandestine, il quale, riferendosi all'episodio di Madonna di Campiglio, implicherebbe un intervento della camorra nell'esclusione di Pantani dal Giro d'Italia 1999[60]; il sangue del ciclista sarebbe stato deplasmato[61]. Il giorno successivo Premium Sport rende pubblica una nuova intercettazione, in cui Augusto La Torre, boss di Mondragone, confermerebbe il coinvolgimento della malavita nel caso Pantani, accusando l'alleanza di Secondigliano[62]. Il 17 marzo emerge la dichiarazione dell'autista di Wim Jeremiasse, responsabile del controllo antidoping a Madonna di Campiglio, il quale confermerebbe la presenza dell'ispettore nella mattinata del 5 giugno 1999. La testimonianza non coinciderebbe con quella resa al processo di Trento dai medici che effettuarono il prelievo ematico a Pantani; essi non menzionarono la presenza di Jeremiasse[63].


La Procura della Repubblica di Forlì, che indagava sul caso, concluse che “un clan camorristico minacciò un medico per costringerlo ad alterare il test e far risultare Pantani fuori norma“[64][65], ma dovette richiedere l'archiviazione delle indagini a causa dell'intervenuta prescrizione dei reati[66].



Palmarès |









  • 1989 (G.S. Rinascita Ravenna dilettanti, due vittorie)


2ª tappa Sei Giorni del Sole (San Mango d'Aquino)

4ª tappa Sei Giorni del Sole (Squillace)



  • 1990 (G.S. Giacobazzi-Nonantola dilettanti, tre vittorie)


Memorial Pancotti - Ostra Vetere

Ghiare di Berceto-Fonti San Moderanno

Trofeo Dall'Agata (valido come Campionato Emilia-Romagna, prova in linea)



  • 1991 (G.S. Giacobazzi-Nonantola dilettanti, cinque vittorie)


10ª tappa Giro d'Italia dilettanti (Agordo)

Ghiare di Berceto-Fonti San Moderanno

Gran Premio Città di Meldola

Cronoscalata della Futa - Memorial Gastone Nencini

Piccolo Giro dell'Emilia



  • 1992 (G.S. Giacobazzi-Nonantola dilettanti, quattro vittorie)


Livorno-Valle Benedetta

9ª tappa Giro d'Italia dilettanti (Cavalese)

10ª tappa Giro d'Italia dilettanti (Alleghe)

Classifica generale Giro d'Italia dilettanti



  • 1994 (Carrera-Tassoni, due vittorie)


14ª tappa Giro d'Italia (Lienz > Merano)

15ª tappa Giro d'Italia (Merano > Aprica)



  • 1995 (Carrera-Tassoni, tre vittorie)


9ª tappa Tour de Suisse (La Punt > Flumserberg)

10ª tappa Tour de France (Aime/La Plagne > Alpe d'Huez)

14ª tappa Tour de France (Saint-Orens-de-Gameville > Guzet-neige)






  • 1997 (Mercatone Uno-Wega, due vittorie)


13ª tappa Tour de France (Saint-Étienne > Alpe d'Huez)

15ª tappa Tour de France (Courchevel > Morzine)



  • 1998 (Mercatone Uno-Bianchi, dieci vittorie)


4ª tappa, 1ª semitappa Vuelta a Murcia (Murcia > Morron de Totana)

14ª tappa Giro d'Italia (Schio > Piancavallo)

19ª tappa Giro d'Italia (Cavalese > Montecampione)

Classifica generale Giro d'Italia

11ª tappa Tour de France (Luchon > Plateau de Beille)

15ª tappa Tour de France (Grenoble > Les Deux Alpes)

Classifica generale Tour de France

1ª prova À travers Lausanne

2ª prova À travers Lausanne

Classifica generale À travers Lausanne



  • 1999 (Mercatone Uno-Bianchi, sette vittorie)


4ª tappa Vuelta a Murcia (Murcia > Aledo)

Classifica generale Vuelta a Murcia

2ª tappa Setmana Catalana de Ciclisme (Lloret de Mar > Castelló d'Empúries)

8ª tappa Giro d'Italia (Pescara > Gran Sasso d'Italia)

15ª tappa Giro d'Italia (Racconigi > Oropa)

19ª tappa Giro d'Italia (Castelfranco Veneto > Alpe di Pampeago)

20ª tappa Giro d'Italia (Predazzo > Madonna di Campiglio)



  • 2000 (Mercatone Uno-Albacom, due vittorie)


12ª tappa Tour de France (Carpentras > Mont Ventoux)

15ª tappa Tour de France (Briançon > Courchevel)






Altri successi |









  • 1989 (G.S. Rinascita Ravenna dilettanti)

Classifica giovani Sei Giorni del Sole


  • 1990 (G.S. Giacobazzi-Nonantola dilettanti)

Classifica giovani Giro dell'Emilia Romagna


  • 1991 (G.S. Giacobazzi-Nonantola dilettanti)

Classifica scalatori Giro della Regione Friuli Venezia Giulia


  • 1992 (G.S. Giacobazzi-Nonantola dilettanti, quattro vittorie)

Classifica scalatori Giro d'Italia dilettanti


  • 1994 (Carrera-Tassoni)



Trofeo Bonacossa Giro d'Italia


Classifica giovani Tour de France



  • 1995 (Carrera-Tassoni)


Classifica giovani Tour de France


  • 1997 (Mercatone Uno-Wega)


Profronde van Pijnacker (Criterium)

Rominger Classic - Crans Montana (Criterium)



  • 1998 (Mercatone Uno-Bianchi)


Classifica scalatori Vuelta a Murcia


Classifica dei Gran Premi della Montagna Giro d'Italia


Trofeo Bonacossa Giro d'Italia

Grand Prix de la Ville de Luxembourg - Galà Tour de France







Circuit de l'Aulne (Criterium)

Bologna (Criterium)

Ritter Classic - Charlottenlund (Criterium)

Profronde van Surguisterveen (Criterium)

Luxembourg-Steinsel (Criterium)

København (Criterium)

Valencia (Omnium)

Rominger Classic - Crans Montana (Criterium)



  • 1999 (Mercatone Uno-Bianchi)

Classifica scalatori Vuelta a Murcia


  • 2000 (Mercatone Uno-Albacom)


Profronde van Stiphout (Criterium)


Acht van Chaam (Criterium)






Piazzamenti |



Grandi Giri |









  • Giro d'Italia



1993: ritirato (18ª tappa)


1994: 2º


1997: non partito (9ª tappa)


1998: vincitore


1999: non partito (21ª tappa)


2000: 28º


2001: non partito (19ª tappa)


2002: ritirato (16ª tappa)


2003: 13º





  • Tour de France



1994: 3º


1995: 13º


1997: 3º


1998: vincitore


2000: non partito (17ª tappa)





  • Vuelta a España



1995: non partito (17ª tappa)


2001: ritirato (11ª tappa)






Classiche monumento |








  • Milano-Sanremo



1995: 98º


1997: 31º


1998: ritirato


1999: 62º


2001: 89º


2002: 76º





  • Liegi-Bastogne-Liegi



1993: 67º


1994: 67º


1995: 18º


1997: 8º






Competizioni mondiali |








  • Campionati del mondo



Agrigento 1994 - In linea: ritirato


Duitama 1995 - In linea: 3º





  • Giochi olimpici


Sydney 2000 - In linea: 69º





Riconoscimenti |




La "biglia" con l'immagine di Pantani presso il centro direzionale del Mercatone Uno a Imola




  • Atena d'Argento nel 1995 e 1998


  • Medaglia d'oro al valore atletico nel 1998


  • Velo d'Or nel 1998


  • Mendrisio d'Oro nel 1998


  • Premio Grandi Ex nel 2008 alla memoria



Nella cultura di massa |







Canzoni |



  • I Litfiba hanno dedicato a Marco Pantani la canzone Prendi in mano i tuoi anni, pubblicata nel 1999 nell'album Infinito. A differenza di tutte le altre dediche, scritte postume dopo la morte del ciclista, questa fu scritta e pubblicata quando Pantani era ancora all'apice della sua carriera, prima della squalifica del 1999.

  • Gli Stadio hanno scritto appositamente per lui E mi alzo sui pedali, dall'album Parole nel vento, integrando il testo della canzone con alcuni pensieri scritti dallo stesso Pantani su fogliettini trovati sparsi nella stanza accanto al suo cadavere. Questa canzone è stata anche utilizzata come sigla nel film Il Pirata - Marco Pantani, prodotto dalla RAI, in cui il ruolo del corridore romagnolo è stato interpretato dall'attore Rolando Ravello.

  • I Nomadi gli hanno dedicato la canzone L'ultima salita presente nell'album Con me o contro di me uscito nel febbraio 2006.


  • Riccardo Maffoni ha dedicato a Pantani la canzone Uomo in fuga, pubblicata nell'album Storie di chi vince a metà del 2004.


  • Alexia dedica a Pantani la canzone Senza un vincitore contenuta nell'album Gli occhi grandi della Luna del 2004.


  • Francesco Baccini ha scritto la canzone In fuga dedicata al Pirata, pubblicata nell'album Stasera teatro del 2005.


  • Claudio Lolli ha pubblicato la canzone Le rose di Pantani (testo di Gianni D'Elia) nell'album La scoperta dell'America del 2006.


  • Giorgio Canali dedica a Marco Pantani la canzone "MP nella BG" nell'album "Nostra Signora della Dinamite", polemizzando con l'Italia che parla solamente di calcio.


  • Antonello Venditti ha dedicato la canzone "Tradimento e Perdono" dall'album "Dalla pelle al cuore" (2007) a Marco Pantani, Agostino Di Bartolomei e Luigi Tenco.

  • Il cantautore romagnolo Max Arduini dedica a Marco Pantani il brano Sul col du Galibier dall'album VIVOinPratiCANTATO (2012)[67].


  • Ted Bee ha pubblicato la canzone "Tutti gli altri dietro" prodotta da Andrea Rock nell'album "Phoenix" (2016)

  • Il rapper romano Ketama126 dedica a Pantani un brano omonimo nell'album "Oh Madonna" (2017).



Cinema e teatro |




  • Il Pirata - Marco Pantani (2007), film TV con Rolando Ravello


  • Pantani (2012) di Marco Martinelli, opera teatrale prodotta dal Teatro delle Albe con Ermanna Montanari e Luigi Dadina, musiche in scena per fisarmonica di Simone Zanchini. La drammaturgia di Martinelli ha vinto il Premio Ubu 2013 quale "miglior novità italiana" e Ermanna Montanari ha vinto il Premio Duse 2013 per l'interpretazione di Tonina Pantani, madre del campione.



Altro |



  • Giorgio Celiberti, nel 2004, in omaggio e in ricordo di Marco Pantani realizzò un quadro che venne consegnato, assieme al primo premio, al vincitore del 43º Giro della Regione Friuli Venezia Giulia.


Note |




  1. ^ Gianni Mura, Pantani trovato morto in un residence, in ricerca.repubblica.it, 15 febbraio 2004. URL consultato il 15 ottobre 2008.


  2. ^ A Cesena un giardino dedicato a Pantani, su gazzetta.it, 15 febbraio 2015. URL consultato il 6 giugno 2015.


  3. ^ Pier Bergonzi, Davide Cassani e Ivan Zazzaroni, Pantani - Un eroe tragico, Mondadori, 2010. URL consultato il 3 gennaio 2018.


  4. ^ Giovanni Battistuzzi, L’amore perduto. Marco Pantani e quel che resta di San Valentino, Il Foglio.


  5. ^ Mamma Pantani cede il chiosco troppi i ricordi del Pirata, La Repubblica, 10 giugno 2005


  6. ^ abc
    Pantani story[collegamento interrotto], pantani.it



  7. ^ ab Filippo Curti. Marco Pantani: costruzione ed evoluzione del mito mediatico. Tesionline.it (PDF), su tesionline.com. URL consultato il 9 giugno 2009.


  8. ^ Marco maglia rosa della gente: "me la merito", in www.corriere.it, 13 giugno 1994. URL consultato il 9 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2015).


  9. ^ Redazione Spaziociclismo, Speciale Pantani, Correva l'anno...1994, in spaziociclismo.it, 13 gennaio 2010. URL consultato il 13 febbraio 2011.


  10. ^ Redazione Spaziociclismo, Speciale Pantani, Correva l'anno...1995, in spaziociclismo.it, 13 gennaio 2010. URL consultato il 13 febbraio 2011.


  11. ^ Josti Gianfranco, Auto contromano, Pantani sfiora la morte, in corriere.it, 19 ottobre 1995. URL consultato il 1º maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2015).


  12. ^ Pier Bergonzi e Claudio Gregori, Pantani, calvario senza fine, in gazzetta.it, 25 maggio 1997. URL consultato il 14 febbraio 2011.


  13. ^ Gianni Mura, Pantani eroe del Tour, in ricerca.repubblica.it, 20 luglio 1997. URL consultato il 15 ottobre 2008.


  14. ^ Redazione Spaziociclismo, Speciale Pantani, Correva l'anno...1997, in spaziociclismo.it, 13 gennaio 2010. URL consultato il 13 febbraio 2011.


  15. ^ Pantani, la rosa è l'arma in più, su gazzetta.it, 2 luglio 1998. URL consultato il 10 settembre 2016.


  16. ^ Ubaldo Scanagatta, Dieci anni senza il Pirata, il ricordo di Ubaldo, su ubitennis.com, 17 febbraio 2014. URL consultato il 9 settembre 2016.


  17. ^ Candido Cannavò, Attacca da lontano e sgretola tutti È in giallo: ora ha il Tour in mano Scrive così una pagina epica di sport, in La Gazzetta dello Sport, 28 luglio 1998. URL consultato il 21 gennaio 2011.


  18. ^ Redazione Spaziociclismo, Speciale Pantani, Correva l'anno...1998, in spaziociclismo.it, 13 gennaio 2010. URL consultato il 14 febbraio 2011.


  19. ^ Tour de France 1998 - quindicesima tappa, www.sitodelciclismo.net. URL consultato il 3 ottobre 2008.


  20. ^ Gianfranco Josti, Claudio Colombo, Pantani leggendario, una fuga infinita, in archiviostorico.corriere.it, 5 giugno 1999. URL consultato il 25 luglio 2012 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).


  21. ^ Gianfranco Josti, Ematocrito a 52, Pantani fuori dal Giro, in archiviostorico.corriere.it, 6 giugno 1999. URL consultato il 25 luglio 2012.


  22. ^ abcde Dario Ceccarelli, Quattro anni dalla morte di Pantani: ricordo di un campione infelice, in www.ilsole24ore.com, 13 febbraio 2008. URL consultato il 3 ottobre 2008.


  23. ^ Gianfranco Josti, Ematocrito a 52, Pantani fuori dal Giro, in archiviostorico.corriere.it, 6 giugno 1999. URL consultato il 25 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 9 novembre 2012).


  24. ^ Pantani, l'ultima notte in maglia rosa. L'amico: "Vi svelo il complotto"


  25. ^ Pantani assolto "Non era reato", in archiviostorico.gazzetta.it, 3 ottobre 2003. URL consultato il 9 giugno 2009.


  26. ^ Parla Manzano "Così nascondevano il sangue", in archiviostorico.gazzetta.it, 28 aprile 2007. URL consultato il 9 giugno 2009.


  27. ^ ab "Doping e cocaina così è morto Pantani", in www.repubblica.it, 22 aprile 2004. URL consultato il 14 agosto 2010.


  28. ^ Doping, senato francese: "Pantani si dopò nel Tour '98". Nella lista anche Cipollini - Repubblica.it, in La Repubblica, 24 luglio 2013. URL consultato il 18 luglio 2018.


  29. ^ Ed ora luce su Campiglio - Vallanzasca: Pantani fu incastrato, in www.cicloweb.it, 3 ottobre 2008. URL consultato il 25 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2013).


  30. ^ ab Francesca Fanelli, 1999, Giro d'Italia: è la fine di Pantani, in www.corrieredellosport.it, 5 giugno 2011. URL consultato il 25 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2015).


  31. ^ Angelo Zomegnan, Pier Bergonzi e Marco Pastonesi, Pantani, progetto di ritorno, in archiviostorico.gazzetta.it, 10 giugno 1999. URL consultato il 14 febbraio 2011.


  32. ^ Marco Pantani, “complotto per alterare ematocrito”. L'ombra della camorra, Il Fatto Quotidiano, 17 ottobre 2014


  33. ^ "Pantani si dopava e prendeva coca. Con me", Panorama, 22 aprile 2004


  34. ^ Angelo Zomegnan, Pantani, il Giro per tornare Pirata, in gazzetta.it, 11 maggio 2000. URL consultato il 14 febbraio 2011.


  35. ^ Gianni Mura, Pantani risorge sul Ventoux, in ricerca.repubblica.it, 14 luglio 2000. URL consultato il 15 ottobre 2008.


  36. ^ Gianni Mura, Pantani, impresa da Pirata al Tour stacca tutti sulle Alpi, in ricerca.repubblica.it, 17 luglio 2000. URL consultato il 15 ottobre 2008.


  37. ^ ab Gianni Mura, Pantani, fine dell'avventura, in ricerca.repubblica.it, 19 luglio 2000. URL consultato il 15 ottobre 2008.


  38. ^ Redazione Spaziociclismo, Speciale Pantani, Correva l'anno...2000, in spaziociclismo.it, 13 gennaio 2010. URL consultato il 14 febbraio 2011.


  39. ^ Pantani rinviato a giudizio con l'accusa di frode sportiva, in ricerca.repubblica.it, 20 aprile 2000.


  40. ^ Doping, Pantani assolto "Il reato nel '95 non esisteva", in ricerca.repubblica.it, 23 ottobre 2001. URL consultato il 15 gennaio 2013.


  41. ^ Redazione Spaziociclismo, Speciale Pantani, Correva l'anno...2001-2004, in spaziociclismo.it, 13 novembre 2010. URL consultato il 14 febbraio 2011.


  42. ^ Pantani dimesso dalla clinica, in ricerca.repubblica.it, 4 luglio 2003. URL consultato il 15 ottobre 2008.


  43. ^ [1] articolo sull'autopsia


  44. ^ [2] articolo sul funerale


  45. ^ Morte Pantani, Milan a Lecce con il lutto al braccio


  46. ^ Restituite al Museo la maglia di Pantani, in gazzetta.it, 12 novembre 2010. URL consultato il 14 febbraio 2011.


  47. ^ Pantani, due custodi della Fiera di Rho accusati per il furto della maglia gialla, in la Repubblica, 13 gennaio 2011. URL consultato il 22 gennaio 2013.


  48. ^ Furto della maglia di Pantani: denunciati custodi del Ghisallo, in la Provincia di Como, 14 gennaio 2011. URL consultato il 22 gennaio 2013.


  49. ^ Pantani: omicidio? Inchiesta riaperta dalla Procura di Rimini


  50. ^ La madre di Pantani: "Aveva scoperto qualcosa e gli hanno tappato la bocca"


  51. ^ Pantani , quei segreti troppo scottanti


  52. ^ Ciclismo, mamma Pantani: "Marco è stato assassinato, farò riaprire il processo"


  53. ^ Pantani è stato ucciso. La verità di mamma Tonina


  54. ^ Ciclismo, Mamma Pantani: Marco è stato ucciso. E Zabel ammette doping


  55. ^ "Pantani non è stato ucciso"


  56. ^ Francesco Ceniti, Luca Gialanella, Pirata Shock, in Gazzetta dello Sport, 2 agosto 2014, pp. 2-3-5-6.


  57. ^ Marco Mensurati, Matteo Pinci, Pantani, la procura riapre l'inchiesta, in la Repubblica, 2 agosto 2014, pp. 16-17.


  58. ^ Marco Mensurati, Matteo Pinci, Pantani, il giallo dei pusher. Contatti frenetici al telefono mentre Marco era già morto
    [collegamento interrotto], in la Repubblica, 3 agosto 2014, pp. 14-15.



  59. ^ Morte Pantani, Procura Rimini: "Non fu omicidio ma suicidio"


  60. ^ Pantani: "La camorra gli fece perdere il Giro"


  61. ^ «Variazione delle piastrine clinicamente impossibile»


  62. ^ Pantani, nuova intercettazione: "La Camorra lo ha fermato per le scommesse clandestine"


  63. ^ Caso Pantani, esclusiva Premium: parla l'autista dell'ispettore antidoping di Campiglio


  64. ^ Adesso è ufficiale: Pantani non era dopato, analisi del sangue alterate con la deplasmazione per eliminarlo, su meteoweb.it, 14 marzo 2016. URL consultato il 7 febbraio 2017.


  65. ^ Così la camorra fermò Pantani, su iltempo.it, 16 marzo 2016. URL consultato il 7 febbraio 2017.


  66. ^ Pantani, caso Campiglio: il gip archivia l'inchiesta, su gazzetta.it, 3 agosto 2016. URL consultato il 7 febbraio 2017.


  67. ^ maxarduini.com



Bibliografia |



  • Luca Steffenoni, Il caso Pantani. Doveva morire, Milano, Chiarelettere, 2017

  • Beppe Conti, Marco Pantani. Una vita da Pirata (Sperling & Kupfer, 2004)

  • Manuela Ronchi, Gianfranco Josti, Un uomo in fuga. La vera storia di Marco Pantani (Rizzoli, 2004, ISBN 88-17-00367-0)

  • Stefano Fiori, Pantani vive (2004)

  • Andrea Rossini, Ultimo chilometro (I libri del Corriere Romagna 2004)

  • Fabio Marzaglia, Appena sotto il cielo (Bradipolibri Editore, Torino 2005, ISBN 88-88329-60-9)


  • Pier Bergonzi, Davide Cassani, Ivan Zazzaroni, Pantani. Un eroe tragico (Mondadori, 2005)

  • Salima Barzanti, Marco Pantani mito e tragedia. (I libri di Pipinè 2006)

  • Philippe Brunel, Vie et mort de Marco Pantani, Grasset, 2007, ISBN 2-246-67521-9

  • Tonina Pantani con Enzo Vicennati, "Era mio figlio", Mondadori, 2008

  • Giuseppe Alessandri, Marco Pantani ultimo eroe romantico, Edizioni della Meridiana, Firenze, 2009.

  • Cosimo Cito, Il fantasma del Galibier. Il Tour di Marco Pantani, Limina edizioni, 2010, ISBN 978-88-6041-066-5.

  • Tonina Pantani e Francesco Ceniti, In nome di Marco, Rizzoli, 2013, ISBN 17070171ISBN non valido (aiuto).

  • Andrea Rossini, Delitto Pantani: Ultimo chilometro (segreti e bugie), Nda press, 2014, ISBN 978-88-89035-90-0

  • Marco Martinelli, "Pantani", Luca Sossella editore, 2014.

  • Gianfranco Camerini, Un uomo venuto dal mare... Che ama le montagne. Marco Pantani, Walberti Edizioni, 1996.



Voci correlate |



  • Il Pirata - Marco Pantani

  • Pantani. Un eroe tragico



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Collegamenti esterni |






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