Inondazione
Una inondazione è un fenomeno riguardante l'allagamento in tempi brevi (da ore a giorni) di un'area ben definita e abitualmente subaerea[1], da parte di una massa d'acqua.
Si può trattare di un fenomeno naturale come lo straripamento dei corsi d'acqua, dal loro letto o bacino usuale, in maniera violenta e devastante, o allagamenti per azione combinata di alta marea e tifoni in aree costiere, l'arrivo di uno tsunami su di una costa, o anche per improvvisi scioglimenti di nevai o ghiacciai per cause naturali (tipici quelli ad opera di eruzioni vulcaniche sub-glaciali in Islanda). Quando l'inondazione è causata dalla tracimazione di corsi d'acqua ingrossati per piogge elevate si parla anche di alluvione, a cui possono essere connessi anche fenomeni di erosione e variazione della morfologia delle aree interessate dal fenomeno.
Indice
1 Tempo di ricorrenza
2 Cause
3 Storia
3.1 Prevenzione
3.2 Inondazioni catastrofiche in tempi moderni (cause naturali)
3.2.1 Africa
3.2.2 Asia
3.2.3 America
3.2.4 Australia
3.2.5 Europa
3.2.5.1 Italia
3.3 Inondazioni catastrofiche in tempi moderni (cause antropiche)
3.3.1 America
3.3.2 Europa
3.3.2.1 Italia
4 Note
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Tempo di ricorrenza |
Caratteristica fondamentale della valutazione del rischio esondativo/alluvionale è il cosiddetto tempo di ricorrenza, ovvero la frequenza statistica con cui un evento esondativo di data intensità si ripresenta nel tempo.
La stima del tempo di ricorrenza (che dipende da fattori geomorfologici, climatologici, idrologici e, sempre di più, antropici) viene effettuata attraverso l'analisi delle serie storiche degli eventi alluvionali (possibilmente su un arco di secoli), integrata con la completa valutazione geografica e geomorfologica del territorio su cui insistono l'asta fluviale o il bacino idrografico di riferimento (dati pluviometrici, assetto degli alvei, stato e struttura delle arginature, presenza di eventuali casse di compensazione, presenza e funzionalità di eventuali dighe, etc.). Il tempo di ricorrenza viene espresso in "Y range": ad esempio, un tempo di ricorrenza Y<20 (Years<20) significa che il rischio esondativo in quel dato tratto (alluvionabilità dell'area) è inferiore a 20 anni, ovvero che - in media - più di una volta ogni 20 anni l'area può essere inondata (rischio maggiore di 5%/anno).
Per eventi di magnitudine crescente, ovviamente l'Y range si estende; ad Y crescenti corrispondono quindi fenomeni più ampi e potenzialmente distruttivi. Un evento Y500 o Y1000 rappresenta ad esempio un evento esondativo di una magnitudine tale da potersi presentare - statisticamente - solo una volta ogni 500 o 1000 anni (rischio di 0,2% o 0,1%/anno).
Il dato del tempo di ricorrenza è utile sia a livello ingegneristico, che a livello attuariale-assicurativo: a livello ingegneristico, le costruzioni effettuate in aree alluvionali con Y inferiori a certi parametri (di solito 20 o 50, o nella aree golenali di un fiume) devono rispettare una serie di parametri di sicurezza molto più stringenti; a livello assicurativo, inoltre, vengono solitamente richiesti premi assicurativi contro il rischio esondativo che sono molto più alti nelle aree Y50 o Y100; in alcuni casi, le assicurazioni non assicurano nemmeno le case in aree Y<20 (o chiedono premi elevatissimi per farlo).
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Il termine inondazione o allagamento è spesso usato anche nel caso del fenomeno dell'acqua alta a Venezia, dove è provocato dall'effetto combinato di particolare alta marea e bassa pressione atmosferica. A scala minore, alcune città sviluppatesi sul bordo di laghi possono essere soggette a piccole inondazioni per debordamento delle acque lacustri in seguito ad un'eccessiva alimentazione del lago quando il suo immissario è ingrossato da forti piogge, come accade spesso a Como.
In tempi geologici vi sono testimonianze di alcune improvvise inondazioni di vaste aree, rimaste aride al di sotto del livello del mare a causa dell'evoluzione geologica della regione; un esempio è il colmamento del Mediterraneo alla fine della Crisi di salinità del Messiniano.
Vi sono anche episodi di inondazioni causate volutamente dall'uomo, come l'allagamento delle terre olandesi, messo in atto per rallentare l'avanzata delle armate tedesche; e l'inondazione, o allagamento, di vallate a monte della realizzazione di dighe.
Si noti che in alcune lingue, come la lingua inglese, esiste un unico termine per indicare inondazioni e alluvioni (Flood), mentre altre le distinguono, come la lingua spagnola.
Cause |
Molti fiumi che scorrono su terre relativamente pianeggianti attraversano vaste pianure alluvionali. Quando pesanti piogge o lo scioglimento delle nevi causa l'aumento della portata del fiume, l'acqua supera le rive e vasti tratti di acqua poco profonda coprono il territorio del bacino fluviale. Il depositarsi di sedimenti fertili in questo processo aumenta la fertilità del territorio.
Inondazioni dal mare, per effetto (anche combinato) di tempeste o maree, o causate da uno tsunami, possono travolgere le difese naturali o artificiali dei litorali, quali dune o dighe costruite dall'uomo. Queste rappresentano la maggiore minaccia per le popolazioni che vivono vicino alla costa, specialmente se il territorio può essere facilmente inondato perché posto allo stesso livello o più in basso del livello dei flutti.
Durante la storia umana, un suolo fertile e una via di comunicazione navigabile hanno attratto l'agricoltura e altre attività umane. Per difendere città e fattorie da alcuni fiumi predisposti alle inondazioni, sono stati studiati vasti ed elaborati sistemi di dighe e canali lungo le coste e attorno alle città. Sfortunatamente, contenendo grandi quantità d'acqua, le dighe possono creare inondazioni maggiori (o alluvioni) nel caso dovessero cedere. Un altro motivo per costruire barriere artificiali ai flutti è il desiderio umano di sottrarre terre al mare, come è avvenuto nei Paesi Bassi e nella Louisiana.
Ci possono essere anche inondazioni causate dall'uomo, anche se per gli eventi su scala più piccola — in genere non traumatici — si parla più appropriatamente di allagamenti.
- Nei Paesi Bassi si è fatto ricorso alle inondazioni per ritardare o fermare del tutto l'avanzata di truppe nemiche; l'ultima volta avvenne nel 1944, quando gli occupanti tedeschi utilizzarono questa tattica per bloccare l'avanzata alleata.
- Durante il Regno sabaudo l'allagamento delle terre adiacenti alle risaie sulla strada del nemico ha portato a consistenti vantaggi tattici.
- Dopo che si è costruita una diga, una valle o un territorio anche più vasto può essere completamente riempito dall'acqua trattenuta nel bacino artificiale. Le dighe sono costruite in questo caso per garantire delle riserve d'acqua o per la generazione di energia idroelettrica.
Storia |
Nell'antichità molte civiltà si adoperarono per cercare di attutire gli effetti delle inondazioni e utilizzarle a loro favore. Primi tra tutti furono i popoli stanziati nei pressi del Tigri e dell'Eufrate (noti nell'antichità con il nome di Idiglat e Purattu), come i Sumeri, che crearono una rete di canali volti all'irrigazione artificiale e al contenimento delle piene dei due fiumi.
Un'altra popolazione che si cimentò in questa opera fu quella egizia, che cercò di canalizzare le terre attorno al fiume Nilo.
Il Nilo ogni anno, a seguito delle grandi piogge stagionali nell'area del suo bacino meridionale, era caratterizzato da una piena, che gli egiziani credevano fosse di origine divina, con conseguente tracimazione delle acque ed allagamento dei campi coltivati lungo il suo corso in terra egiziana. Durante il ritiro delle acque dai terreni allagati, il fiume depositava sul terreno il limo, che permise all'Egitto ricchi raccolti per millenni grazie ad una fertilità leggendaria. La costruzione della diga di Assuan con la conseguente regolazione idrica del corso d'acqua, ha bloccato il ripetersi di questo fenomeno naturale.
Prevenzione |
Nei paesi occidentali i fiumi che hanno maggior probabilità di provocare inondazioni o alluvioni sono gestiti con attenzione. Sono usate delle difese come terrapieni, contenimenti, bacini e chiuse per evitare che il fiume superi le rive. Le alluvioni costiere sono state gestite in Europa con le difese costiere, come le dighe marine e la difesa delle spiagge erose dal mare.
Londra è protetta dalle alluvioni da una grande barriera meccanica che attraversa il Tamigi, barriera che viene sollevata quando il livello del mare raggiunge un certo punto (vedi anche la Barriera del Tamigi).
Venezia ha protezioni simili, sebbene esse non siano in grado di proteggere la laguna di Venezia da onde alte, e che diventeranno sempre meno adeguate se avrà luogo l'anticipato innalzamento del livello del mare.- Le difese più grandi e più elaborate possono essere trovate nei Paesi Bassi, dove sono chiamate Piano Delta, con la Diga dell'Oosterschelde come coronamento dell'opera. Questi lavori furono avviati in risposta all'inondazione causata dal Mare del Nord nel 1953 che colpì la parte sud-occidentale del paese. Gli olandesi avevano già costruito una delle più grandi dighe al mondo nel nord del paese, la Afsluitdijk, terminata nel 1932, in risposta ad una precedente inondazione nel 1916.
Le aree soggette alle inondazioni sono tipicamente le stesse ad alta densità abitativa, come parti dei Paesi Bassi, dell'Inghilterra, di New Orleans e del delta del Mississippi. Delle leggi locali sono state emanate per prevenire la costruzione di edifici nelle aree soggette a inondazioni; in alcuni casi la pressione dei costruttori ha causato l'erosione dei controlli, con un crescente numero di nuove aree che necessitano la protezione di difese artificiali.
Il Bangladesh non è stato più soggetto ad alluvioni marine dal 1995, ma la nazione si appoggia pesantemente al supporto e alla tecnologia straniera per prevenire nuove catastrofi. Gli Stati Uniti d'America hanno fornito rifugi contro gli uragani, e l'India fornisce al governo previsioni meteorologiche per consentire la pianificazione delle risposte ai cicloni tropicali. Durante gli anni piccoli culti hanno formato le cosiddette "pattuglie dell'alluvione", composte principalmente di giovani che percorrono le strade rurali alla ricerca del prossimo canale o palude da attraversare. Essi portano indietro a rischio della vita alcune delle migliori fotografie disponibili sulle alluvioni.
Inondazioni catastrofiche in tempi moderni (cause naturali) |
Spesso una inondazione rompe gli argini, ossia quelle barriere costruite dall'uomo per difendersi dalle inondazioni, provocando gravi danni.
Nel seguito sono riportate le inondazioni catastrofiche che hanno suscitato maggiore risonanza nei media.
Non bisogna però dimenticare che fenomeni atmosferici con ciclo stagionale, quali i monsoni e i cicloni — chiamati uragani nei Caraibi, — provocano ogni anno inondazioni su scala inferiore, che non infrequentemente provocano vittime, anche per l'elevata densità della popolazione nelle regioni colpite.
Africa |
- L'alluvione del Mozambico del 2000, causata da pesanti piogge che seguirono un ciclone, colpì la maggior parte del paese per tre settimane, uccidendo migliaia di persone e lasciando l'area devastata.
Asia |
1931: le alluvioni causate dallo straripamento del Fiume Giallo provocarono in Cina tra 800 000 e 4 000 000 di morti.- Nel 1975 il tifone Nina distrusse oltre sessanta dighe in Cina, nella provincia di Henan, causando oltre 200 000 morti.
- Nel luglio 2005, in India, nello stato di Maharashtra, pesanti piogge causarono oltre 750 vittime.
- Nel novembre 2005, in India, negli stati del Tamil Nadu e Andhra Pradesh, molti villaggi furono trasformati in isole a causa delle pesanti piogge cadute nel mese.
America |
- L'8 settembre 1900 un uragano uccise quasi 8 000 persone a Galveston, in Texas.
- La Grande inondazione del Mississippi del 1927, provocata dalle abbondantissime piogge dell'estate precedente, ebbe luogo all'inizio del nuovo anno e uccise 246 persone.
1965: l'uragano Betsy allagò vaste aree di New Orleans.
1972: l'uragano Agnes provocò 122 morti, soprattutto per lo straripamento di corsi d'acqua, nello Stato di New York e in Pennsylvania.- La Grande inondazione americana del 1993 è stata una delle peggiori inondazioni degli USA; colpì gli stati lungo i fiumi Mississippi e Missouri.
1995: alluvione di New Orleans.- In aprile e maggio 1997 lo straripamento del Red river provocò gravi danni in Dakota del Nord, Minnesota e Manitoba.
- Nel giugno 2005 per oltre tre settimane vennero allagate alcune delle maggiori aree metropolitane del Canada, tra cui Calgary. Il numero delle vittime fu di 72 morti.
- Nell'agosto 2005 fu allagato l'80% di New Orleans, in Louisiana, a seguito dell'Uragano Katrina.
- Dal 25 giugno al 6 luglio 2006 furono colpiti gli stati americani dallo Stato di New York alla Carolina del Nord. Oltre a ingenti danni, ci furono 16 vittime.
Australia |
- Inondazione di Clermont del 1916: 61 morti a seguito di un ciclone.
- Le alluvioni della Hunter Valley nel 1955, Nuovo Galles del Sud, distrussero oltre 100 abitazioni e causarono l'evacuazione oltre 45,000 persone.
Europa |
- Nel gennaio del 1916: gravi danni a seguito della inondazione del golfo di Zuider Zee nei Paesi Bassi.
- L'inondazione causata dal Mare del Nord nel 1953 causò oltre 2,000 morti nei Paesi Bassi e nel Regno Unito e portò alla costruzione delle difese del Piano Delta e della Barriera del Tamigi.
- Nel 1982, in Spagna, il fiume Júcar provocò lo straripamento del bacino di Tous.
- Nel 2002: Gravi alluvioni in Germania, nella Repubblica Ceca e in Polonia. Furono particolarmente colpite Praga e Dresda. Per approfondimenti, si veda Alluvione Europea del 2002.
- Nel 2010 (il 15 di giugno) il Dipartimento francese della Varo subisce gravi inondazioni
Italia |
- 3 novembre 1844, alluvione di Firenze, che colpì anche diverse zone del contado per l'inondazione causata dall'Arno, dalla Sieve e da fossi minori.
- 1º ottobre 1949, nubifragio in Campania. Numerosi straripamenti causarono vittime soprattutto nella zona di Benevento.
- 22 ottobre 1951, alluvione in Calabria. In seguito a piogge torrenziali si verificarono numerose frane che causarono decine di morti.
- 14 novembre 1951, alluvione del Polesine in Veneto.
- 4 novembre 1966, alluvione di Firenze. Il fiume Arno esondò devastando la città.
Novembre 1968, alluvione in Piemonte.- 7-8 ottobre 1970, alluvione a Genova. Esondano il Leira, il Bisagno e altri torrenti minori. 44 vittime.
1973, alluvione in Calabria.- Estate 1987, alluvione della Valtellina. Il fiume Adda straripò devastando la Valtellina.
- 6 novembre 1994, alluvione del Tanaro in Piemonte.
- 19 giugno 1996, alluvione della Versilia.
- 5 maggio 1998, tragedia di Sarno (Campania). La frana a Sarno fece 160 vittime.
- 9 settembre 2000, alluvione di Soverato (Calabria). Un'alluvione distrusse un campeggio provocando 12 morti e 1 disperso.
- 13-16 ottobre 2000, alluvione in Piemonte. L'evento interessò il fiume Po e gran parte dei suoi affluenti in Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria e Lombardia: 23 morti, 11 dispersi, 40.000 sfollati.
- 29 agosto 2003, alluvione del Fella. In totale le abitazioni danneggiate sono state più di 260 e gli sfollati più di 300
- 30 aprile 2006, frana di Ischia. La frana è avvenuta nella frazione Pilastri del Comune di Ischia alle 7,30, uccidendo 4 persone; nove persone rimasero ferite e si decise di far evacuare una cinquantina di famiglie dalla zona, allestendo una tendopoli nel campo sportivo del comune di Ischia.[2].
- 22 ottobre 2008, Cagliari. Nubifragio nel settore di Capoterra e dell'hinterland cagliaritano. Gravi allagamenti a Capoterra (Poggio dei Pini, Su Loi), Pirri e Monserrato. Allagamenti anche nelle campagne di Sestu ed Elmas. 4 Vittime a Capoterra e 1 a Sestu.
- 1º ottobre 2009, Alluvione e colata di detrito a Messina, dovuta a forti piogge e dissesto idro-geologico, 36 morti, 96 feriti.
- 10 novembre 2009, Frana ad Ischia. A distanza di tre anni e mezzo dalla frana del 2006, una nuova frana sull'isola di Ischia, stavolta a Casamicciola, provoca un morto e 30 feriti. A perdere la vita una ragazza di 15 anni, trascinata in mare dalla corrente: nei polmoni i medici han trovato acqua e sabbia.[3]
- 15 febbraio 2010, Frana di Maierato (Vibo Valentia), dovuta a piogge, disboscamento e grave dissesto idro-geologico: si stacca un costone della montagna del comune Maierato; durante la giornata ci sono state più di 200 frane, ma nessun morto. La frana è stata ripresa in diretta e il video choc è stato mandato su tutti i telegiornali facendo in poche ore il giro del mondo.[4]
- 15 febbraio 2010: Frana e smottamento di San Fratello (Messina), dovuto a piogge e dissesto idro-geologico: l'intero paese di San Fratello è quasi "scivolato" a valle con gli smottamenti continui del 15 febbraio. Nessun morto.
- 4 novembre 2011, alluvione a Genova. Esondano il Bisagno, lo Sturla e il Fereggiano (che causa 6 vittime nell'omonima via).
- 18 novembre 2013, alluvione in Sardegna a causa del ciclone Cleopatra.
Inondazioni catastrofiche in tempi moderni (cause antropiche) |
Inondazioni catastrofiche possono anche essere provocate direttamente o indirettamente da interventi dell'uomo sull'ambiente. La rottura degli argini di un fiume o di una diga di sbarramento può provocare inondazioni catastrofiche per la vita e le opere dell'uomo.
America |
- La Grande inondazione del 1889 provocò la morte di oltre 2 200 persone a Johnstown, in Pennsylvania, a causa della rottura di una diga.
- Il 6 novembre 1977 si ruppe la diga di Kelly Barnes, vicino a Toccoa in Georgia; morirono 39 persone.
Europa |
Italia |
- 9 ottobre 1963, strage del Vajont. I morti furono 1 917, causati da una frana che riempì gran parte dell'invaso di un diga idroelettrica, con conseguente tracimamento in massa dell'acqua del bacino sopra il coronamento della diga.
- 19 luglio 1985, Catastrofe della Val di Stava il cedimento di una diga del bacino artificiale di una miniera in Trentino provocò una inondazione catastrofica, che causò la morte di 268 persone.
Note |
^ ossia non ricoperta di acque superficiali
^ Frana ad Ischia: travolta casa. Quattro morti - Corriere della Sera
^ Frana Ischia, un morto e 8 feriti - Top News - ANSA.it
^ Vibo Valentia, frana la montagna. Il video choc - Tg24 - Sky.it
5. GOVI M. & LUINO F. (2003) – “La colata di fango di Stava (Trentino) del 19 luglio 1985”. In: Tosatti (Ed.): “Rassegna dei contributi scientifici sul disastro della Val di Stava (Provincia di Trento), 19 luglio 1985”, p. 361-397.
6. LUINO F. & DE GRAFF J.V. (2012): “The Stava mudflow of 19 July 1985 (Northern Italy): a disaster that effective regulation might have prevented”. Nat. Hazards Earth Syst. Sci., 12, 1029-1044; doi:10.5194/nhess-12-1029-2012.
Voci correlate |
- Alluvione
- Meteorologia
- Danno
- Identificazione delle vittime di disastri
Altri progetti |
Altri progetti
- Wikizionario
- Wikinotizie
- Wikimedia Commons
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Collegamenti esterni |
Inondazione, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
(EN) Inondazione, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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