Teoria del gender




Teoria del gender è un neologismo-forestierismo nato in ambito cattolico negli anni novanta del XX secolo per riferirsi in modo critico agli studi di genere: coloro che fanno uso di questa locuzione sostengono che gli studi di genere nasconderebbero un progetto predefinito mirante alla distruzione della famiglia e di un eventuale "ordine naturale" su cui fondare la società.[1] Nella sostanza l'espressione "teoria del gender" è una sorta di etichetta usata per opporsi ai movimenti femministi e LGBT e alle lotte, alle rivendicazioni, ai saperi, alle teorie che tali movimenti hanno elaborato e prodotto.[2]


Questa presunta "teoria" - di volta in volta presentata come filosofia progressista, teoria sociologica o ideologia di sinistra - affermerebbe che non esiste alcuna differenza tra uomini e donne, e che il proprio sesso si può scegliere e variare ogni volta che si vuole. Si mescolano così concetti propri della teoria queer (il genere come costrutto sociale), della sociologia costruzionista (i ruoli sociali), del femminismo (l'uguaglianza tra uomo e donna), e degli studi sul transessualismo (la differenza tra identità di genere e sesso biologico), finendo per creare un sistema unitario che, in realtà, non è propugnato o difeso da nessuno degli ambiti di ricerca appena citati. Come espediente retorico, l'evocazione di una "teoria del gender" viene utilizzata principalmente per prendere posizione contro i diritti LGBT e il femminismo, dando ad intendere che dietro a questi movimenti esisterebbe una strategia politica unitaria.[3]


Negli ambienti accademici, il riferimento ad una "teoria" strutturata in questo modo, quando non addirittura ad una "ideologia gender", è generalmente considerato un tipico argomento fantoccio,[4] da leggere nel contesto di una teoria del complotto.[5]


In Italia, il termine è spesso usato in altre varianti quali teoria gender, la già citata ideologia [del] gender, gender theory, gender ideology, ideologia del genere e ideologia di genere[6]. Nei paesi di lingua inglese, per riferirsi al fenomeno che in italiano viene denotato come "teoria del gender", viene usata l'espressione gender feminism.[7]




Indice






  • 1 1995: l'inizio delle campagne contro l'ideologia gender


  • 2 Utilizzo in ambito cattolico negli anni 2000


  • 3 Prese di posizione circa l'uso strumentale del termine


  • 4 Note


  • 5 Bibliografia


  • 6 Voci correlate


  • 7 Altri progetti


  • 8 Collegamenti esterni





1995: l'inizio delle campagne contro l'ideologia gender |


L'avvio di una campagna contro un presunto progetto fondato sul "gender" può essere fatta risalire[8] a Dale O'Leary, attivista cattolica appartenente all'Opus Dei, collaboratrice del Narth[9] e giornalista di orientamento conservatore. Nel suo libro The Gender Agenda: Redifining Equality (1997), O'Leary prende le mosse dallo scontro politico avvenuto alla Conferenza mondiale sulle donne del 1995, nella quale l'uso della parola "gender" da parte di associazioni per i diritti delle donne e delle persone LGBT era stato aspramente contestato dai gruppi "pro-famiglia".[10]


Già due anni prima della Conferenza mondiale di Pechino, la biologa Anne Fausto-Sterling aveva pubblicato sulla rivista The Sciences[11] un articolo in cui spiegava quanto a volte il tentativo di far rientrare per forza tutti i neonati in uno dei due sessi faccia violenza ai dati biologici, e proponeva – provocatoriamente – di aggiungere ai due sessi "tradizionali", maschio e femmina, lo herm (l'ermafrodita vero, cioè una persona intersessuale che possieda un testicolo e un ovaio), il merm (lo pseudoermafrodita maschio, una persona intersessuale con i testicoli, con qualche caratteristica sessuale femminile e nessuna ovaia) e la ferm (la pseudoermafrodita femmina, una persona intersessuale con le ovaie, con qualche caratteristica sessuale maschile e nessun testicolo). L'intento di questo articolo, come già uno simile di Susan Kessler del 1990,[12] era quello di favorire un dibattito e un cambio di prassi all'interno del mondo clinico che si occupava del trattamento delle persone intersessuali, in particolare per bloccare l'abitudine di operare alla nascita i neonati con malformazioni genitali, assegnando loro arbitrariamente un sesso prima ancora che essi potessero sviluppare una loro identità di genere.


A New York, nel marzo del 1995, nel corso dei prep-com (lavori preparatori) alla Conferenza mondiale dell'ONU, furono diffusi tra i delegati "pro-famiglia" alcuni articoli comparsi su riviste femministe e studiati come materiale didattico nei college americani. Un funzionario americano conservatore, parlando con la propria famiglia degli scontri che nei lavori preparatori stavano succedendo tra femministe e delegati "pro-famiglia", aveva ottenuto alcuni di quegli scritti dalla baby-sitter dei suoi figli che studiava allo Hunter College di New York:[13] tra quegli scritti c'era anche l'articolo del 1993 della Fausto-Sterling. Subito scoppiò il panico: c'era qualcuno che stava proponendo di parlare non più di due sessi, ma di cinque sessi! Tuttavia, fraintendendo completamente quanto scritto dalla Fausto-Sterling, che come si è visto proponeva di elencare i sessi come «maschio, femmina, herm, merm e ferm», questi delegati pro-famiglia s'inventarono che oltre ai due sessi già conosciuti si voleva iniziare a parlare anche di «omosessuale maschile, omosessuale femminile e transessuale»,[14] oppure «omosessuale, lesbica, bisessuale e transessuale».[15]


In questo modo, la parola "gender" si era trasformata in una definizione in codice per "omosessualità", e "gender" diventava una specie di attributo cui si dava il significato di "a supporto dei diritti gay"[16] (come sarebbe accaduto nelle locuzioni diffuse in Francia e Italia una ventina di anni più tardi, "libri gender", "educazione gender", "matrimonio gender", eccetera, utilizzate con il valore di "libri che parlano dell'omosessualità come di un normale orientamento", "educazione che mira al superamento dello stigma contro le persone omosessuali", "matrimonio tra persone dello stesso sesso", e così via).


O'Leary utilizzava l'espressione "gender feminism" ("femminismo di genere"), coniata dalla scrittrice e critica del femminismo contemporaneo Christina Hoff Sommers, per individuare coloro che promuoverebbero l'ideologia del gender; a suo dire, costoro


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«sono



  1. Il gruppo che si occupa del controllo della popolazione;

  2. quello dei libertari della sessualità;

  3. gli attivisti dei diritti dei gay;

  4. i promotori multiculturali del politically correct;

  5. la componente estremista degli ambientalisti;

  6. i neo-marxisti e i progressisti;

  7. i decostruzionisti e i postmodernisti.


L'agenda di genere è sostenuta anche dai grandi liberal governativi e da alcune corporazioni multinazionali.[17]»



Anche Mary Ann Glendon, professoressa della facoltà di giurisprudenza di Harvard e capo della delegazione vaticana alla conferenza di Pechino (in seguito ambasciatrice degli Stati Uniti presso la Santa Sede), scrisse contro l'uso del termine "gender" già nel 1996.[18]


Dopo la polemica del 1995, O'Leary scrisse il suo libro appena citato,[19] mentre il Pontificio consiglio per la famiglia avviò la realizzazione di un glossario in cui fossero contenuti tutti i termini «ambigui e discussi sulla famiglia», il Lexicon,[20] poi pubblicato nel 2006. Nel Lexicon appare il saggio della teologa tedesca Jutta Burggraf (anch'essa numeraria dell'Opus Dei), "Genere (Gender)"[21], e un altro saggio del vescovo peruviano Óscar Alzamora Revoredo, dal titolo Ideologia di genere: pericoli e portata[22].


Sono questi i testi di partenza di gran parte di coloro che nel mondo cattolico usano il concetto di "ideologia gender".[22][23][24]



Utilizzo in ambito cattolico negli anni 2000 |



L'espressione è stata diffusa dal Pontificio consiglio per la famiglia per indicare un'ideologia che svaluterebbe la differenza e la complementarità dei sessi e che sarebbe usata per giustificare le unioni omosessuali:






«L’essere uomo o donna non sarebbe determinato fondamentalmente dal sesso, bensì dalla cultura. Tale ideologia attacca le fondamenta della famiglia e delle relazioni interpersonali. [...]
Nel decennio 1960-70, si sono affermate alcune teorie (che oggi gli esperti qualificano generalmente come "costruzioniste") secondo le quali l'identità sessuale di genere ("gender") sarebbe non solo il prodotto dell'interazione tra la comunità e l'individuo, ma anche indipendente dall'identità sessuale personale. In altri termini, nella società i generi maschile e femminile sarebbero esclusivamente il prodotto di fattori sociali, senza alcuna relazione con la dimensione sessuale della persona. In questo modo, ogni azione sessuale sarebbe giustificabile, inclusa l'omosessualità, e spetterebbe alla società cambiare per fare posto, oltre a quello maschile e femminile, ad altri generi nella configurazione della vita sociale.
L'ideologia di "gender" ha trovato nell'antropologia individualista del neo-liberalismo radicale un ambiente favorevole. La rivendicazione di uno statuto analogo, per il matrimonio e per le unioni di fatto (incluse quelle omosessuali) è oggi generalmente giustificato facendo ricorso a categorie e termini derivanti dall'ideologia di "gender".[25]»



Successivamente l'espressione è stata utilizzata sia da papa Benedetto XVI[26] sia da papa Francesco,[27] che in varie occasioni hanno denunciato la pericolosità di tale supposta ideologia.


La XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, tenutasi nel mese di ottobre 2015 sul tema della famiglia, ha affermato che l'ideologia del gender «svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un'identità personale e un'intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina».[28]


Nell'esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia, papa Francesco fa riferimento soltanto in un passaggio all'ideologia genericamente chiamata gender, affermando che essa «induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un'identità personale e un'intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L'identità umana viene consegnata ad un'opzione individualistica, anche mutevole nel tempo».[29] L'esortazione recepisce altresì uno dei principi fondanti degli studi di genere, ossia la distinzione tra "sesso" e "genere": «Non si deve ignorare che sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender) si possono distinguere, ma non separare».[29]


Alcuni intellettuali cattolici parlano di una "teoria del gender", sulla base di una lettura di alcuni testi di intellettuali ritenuti femministi e LGBT. La filosofa Judith Butler è talvolta citata: Butler sostiene che il genere, come percezione sociale, sia risultato di comportamenti e consuetudini culturali, mentre la natura della persona non sarebbe per tutti strettamente binaria.[30][31][32]



Prese di posizione circa l'uso strumentale del termine |






Diverse associazioni accademiche e ordini professionali si sono espressi soprattutto negli anni 2014-2015, ribadendo che una "ideologia" del gender semplicemente non esiste: le intense campagne mediatiche sarebbero piuttosto da ricondurre a dinamiche tipiche delle teorie del complotto.


  • L'Associazione Italiana di Psicologia (AIP) nel marzo 2015 ha diffuso un documento[33] in cui afferma di





«intervenire per rasserenare il dibattito nazionale sui temi della diffusione degli studi di genere e orientamento sessuale nelle scuole italiane e per chiarire l'inconsistenza scientifica del concetto di "ideologia del gender". Esistono, al contrario, studi scientifici di genere, meglio noti come Gender Studies che, insieme ai Gay and Lesbian Studies, hanno contribuito in modo significativo alla conoscenza di tematiche di grande rilievo per molti campi disciplinari (dalla medicina alla psicologia, all'economia, alla giurisprudenza, alle scienze sociali) e alla riduzione, a livello individuale e sociale, dei pregiudizi e delle discriminazioni basati sul genere e l'orientamento sessuale.»




  • A luglio 2015 l'Ordine degli Psicologi delle Marche ha emesso un comunicato intitolato Basta teorie fasulle che creano solo confusione, nel quale si afferma che le comunicazioni circolate nei social media, nelle quali «si parlava di corsi di gender nelle scuole con l'obiettivo di obbligare bambini in tenera età a comportamenti sessualizzati, non conformi al luogo e alla maturità reale», siano servite soltanto a creare un ingiustificato allarmismo.[34]

  • L'Ordine degli Psicologi della Puglia ha ribadito, in un comunicato stampa, che «a prescindere da valutazioni e "credo" personali, non esiste alcuna "teoria del genere" o "ideologia di genere". [...] L'attività di prevenzione nella scuola può essere un anello della catena indispensabile al superamento di stereotipi di genere, ancora troppo radicati nella nostra società. Tra gli obiettivi nazionali dell'insegnamento nelle scuole italiane è improcrastinabile attuare sia la promozione del rispetto delle identità di genere, sia il superamento di stereotipi sessisti attraverso la diffusione dell'educazione affettiva e sessuale, rispondendo altresì all'esigenza di attuare i principi di pari dignità e non discriminazione sanciti dalla Costituzione».[35]

  • Analogamente si è pronunciato anche l'Ordine degli Psicologi del Lazio.[36]

  • Dopo i vari pronunciamenti degli ordini regionali a settembre 2015 anche il Consiglio nazionale dell'Ordine nazionale degli psicologi ha preso ufficialmente posizione,[37] appoggiando pienamente la posizione dell'Associazione Italiana di Psicologia, ribadendo «l'inconsistenza scientifica del concetto di "ideologia del gender"» e chiarendo che






«favorire l'educazione sessuale nelle scuole e inserire nei progetti didattico‐formativi contenuti riguardanti il genere e l'orientamento sessuale non significa promuovere un'inesistente "ideologia del gender", ma fare chiarezza sulle dimensioni costitutive della sessualità e dell'affettività, favorendo una cultura delle differenze e del rispetto della persona umana in tutte le sue dimensioni e mettendo in atto strategie preventive adeguate ed efficaci capaci di contrastare fenomeni come il bullismo omofobico, la discriminazione di genere, il cyberbullismo.»



  • L'associazione di docenti universitarie "Società italiana delle storiche" ha affermato che «non esiste [...] una "teoria del gender"»: il gender sarebbe piuttosto «uno strumento concettuale per poter pensare e analizzare le realtà storico-sociali delle relazioni tra i sessi in tutta la loro complessità e articolazione».[38]

Alcuni studiosi hanno denunciato come movimenti cattolici, tra i quali ProVita onlus e Manif Pour Tous Italia (oggi nota come Generazione Famiglia), abbiano introdotto nel dibattito pubblico una lettura distorta delle teorie del genere, con toni aggressivi ed allarmistici (affermando ad esempio che la teoria del gender condurrebbe all'insegnamento della masturbazione in età scolare, oppure indurrebbe a confondere i bambini circa il loro orientamento sessuale, o negherebbe l'esistenza dei generi maschio e femmina) al solo fine di ostacolare il riconoscimento dei diritti delle persone omosessuali, bisessuali, transessuali, transgender e intersex.[39]


Significativo, in effetti, è il fatto che intense campagne di denuncia del presunto complotto dettato dall'agenda "gender" siano state condotte, prima in Francia e poi in Italia, esattamente in coincidenza con l'apertura di un pubblico dibattito circa il matrimonio egualitario o le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Secondo la filosofa Michela Marzano questa sarebbe una prova sufficiente della strumentalità di campagne basate sulla paura e sulla confusione voluta e cercata, campagne il cui vero bersaglio è il riconoscimento della piena dignità delle persone LGBT.[40]


In questo senso, anche l'utilizzo dell'anglicismo "gender", al posto della parola già esistente in italiano, "genere", sarebbe un artificio retorico volto a creare, nelle persone meno preparate, la confusione e la paura che si stia introducendo qualcosa di anomalo ed alieno.[40]



Note |




  1. ^ Sara Garbagnoli, «L'ideologia del genere»: l'irresistibile ascesa di un'invenzione retorica vaticana contro la denaturalizzazione dell'ordine sessuale, in AboutGender, vol. 3, nº 6, pp. 250-263, DOI:10.15167/2279-5057/ag.2014.3.6.224.


  2. ^ «Teoria del gender»: come è nata e a cosa serve, Corriere.it, 6 novembre 2017.


  3. ^ (FR) Mathieu Trachman, Genre : état des lieux. Entretien avec Laure Bereni (PDF), in La Vie des idées, 5 ottobre 2011. URL consultato il 25 marzo 2016.
    (FR) Gaëlle Krikorian, Philippe Mangeot, Adèle Ponticelli e Pierre Zaoui, History trouble, in Vacarme, nº 66, 2014, pp. 218-248. URL consultato il 25 marzo 2016.
    (FR) Odile Fillod, L’invention de la "théorie du genre": le mariage blanc du Vatican et de la science, in Contemporary French Civilization, 39(3), 2014, pp. 321-333, ISSN 0147-9156 (WC · ACNP). URL consultato il 25 marzo 2016.



  4. ^ Chiara Lalli, Tutti pazzi per il gender, Internazionale, 31 maggio 2015.
    «Le Cassandre della “ideologia del gender” combattono contro un nemico che hanno immaginato, o che hanno costruito, stravolgendo il reale, per renderlo irriconoscibile e poterlo così additare come un mostro temibile (si chiama straw man ed è una fallacia molto comune)».



  5. ^ (FR) Anne-Charlotte Husson, Généalogies polémiques du genre : généalogie et théorie du complot, su (Dis)cursives : Linguistique discursive, études de genre, féminisme, 25 febbraio 2016. URL consultato il 6 aprile 2016.
    «Plusieurs éléments, dans le discours antigenre, évoquent la théorie du complot».



  6. ^ Che cos'è la "teoria del gender" - Il Post, in Il Post, 16 aprile 2015. URL consultato il 30 marzo 2018.


  7. ^ Definition of gender feminism in English, su en.oxforddictionaries.com.


  8. ^ Un riassunto meticoloso delle radici e delle prime manifestazioni di questo concetto si può trovare in (FR) Odile Fillot, Genre et SVT: copie à revoir, in Allodoxia, 15 agosto 2012. URL consultato l'8 aprile 2016.


  9. ^ I suoi contributi al sito del Narth sono elencati qui.


  10. ^ Sull'episodio si veda: (EN) Sally Baden e Anna Maria Goetz, Who Needs [Sex] when you can Have [Gender]? Conflicting discourses on gender at Beijing, in Feminist review, vol. 56, summer 1997, pp. 3-25. Il testo in formato pdf può essere scaricato .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    qui[collegamento interrotto].



  11. ^ (EN) Anne Fausto-Sterling, The Five Sexes: Why Male and Female are not enough (PDF), in The Sciences, marzo/aprile 1993, pp. 20-25.


  12. ^ (EN) Susan J. Kessler, The Medical Construction of Gender: Case managements of intersexed infants, in Signs: Journal of Women in Culture and Society, XVI, nº 11, 1990, pp. 3-26.


  13. ^ Leary, p. 77


  14. ^ Marco Politi, La Chiesa si prepara alla guerra dei cinque sessi, in La Repubblica, 20 maggio 1995. URL consultato l'8 aprile 2015.


  15. ^ Leary, p. 81


  16. ^ Su questo aspetto si veda: (EN) Judith Butler, Undoing Gender, Routledge, 2004, pp. 181-190. e (EN) Rebeka Jadranka Anic, Gender, Politics, and the Catholic Church, in Gender and Theology, Smc Press, 2012, p. 31.


  17. ^ Leary, p. 11


  18. ^ (EN) Mary Ann Glendon, WHAT HAPPENED AT BEIJING, su https://www.firstthings.com/.


  19. ^ Dale O'Leary, Maschi o femmine? La guerra del genere, Rubbettino, 2006.


  20. ^ Pontificio consiglio per la famiglia (a cura di), Lexicon: termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche, Bologna, EDB, 2006.


  21. ^ Jutta Burggraf (PDF), su godeeper.weebly.com.


  22. ^ ab Citato in Valter Danna e Alberto Piola (a cura di), Scienza e fede: un dialogo possibile?: Evoluzionismo e teologia della creazione, Effata Editrice, p. 169, ISBN 9788874024261.


  23. ^ Andrea Galli, Teoria del gender, l'esperta O'Leary «Ideologia promossa a livello globale», in Avvenire, 15 aprile 2013. URL consultato il 9 agosto 2018.


  24. ^ Pietro Sorci, La celebrazione del matrimonio cristiano, vol. 2, Il pozzo di Giacobbe, 2007, p. 58, ISBN 9788861240025.


  25. ^ Pontificio consiglio per la famiglia, Famiglia, matrimonio e "unioni di fatto", su vatican.va, 26 luglio 2000.


  26. ^ Il Papa: la teoria gender mette a rischio la dignità dei figli, in Vatican Insider, 22 dicembre 2012.


  27. ^ Il Papa: "La teoria del gender è uno sbaglio della mente umana", in Il Foglio, 22 marzo 2015 (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2015).
    Dialogo del Santo Padre con i Vescovi della Polonia (Kraków, 27 luglio 2016), in Sala stampa della Santa Sede, 2 agosto 2016.



  28. ^ Relazione finale del Sinodo dei Vescovi a Papa Francesco, su www.vatican.va. URL consultato il 5 novembre 2016.


  29. ^ ab Amoris laetitia, num 56.


  30. ^ Viggiani Giacomo, “La performatività del genere”, Convegno Internazionale 'Spaces of Difference', Milano, 20-21 Ottobre 2010, Pg. 2, Pg.2 (PDF), su archivio.formazione.unimib.it. URL consultato il 19 aprile 2018.


  31. ^ Cosa (non) è la teoria del gender, su Coordinamento Genitori Democratici Onlus. URL consultato il 19 aprile 2018.


  32. ^ Per una discussione sul pensiero di Judith Butler si veda Judith Butler, Gender Trouble: Feminism and the Subversion of Identity, New York, Routledge, 1999 [1990], pp. 163–71, 177–8, ISBN 84-493-2030-5. The signification of sex is also addressed in connection with Monique Wittig in the section "Monique Wittig: Bodily Disintegrations and Fictive Sex," pp. 141–63


  33. ^ AIP-Sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione nei contesti scolastici, Associazione Italiana di Psicologia, 12 marzo 2015. URL consultato il 22 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).


  34. ^ Comunicato Stampa - l'Ordine Psicologi Marche si esprime in merito all'ideologia del gender - "Basta teorie fasulle che creano solo confusione" -, Ordine degli Psicologi delle Marche, 1º luglio 2015. URL consultato il 22 agosto 2015.


  35. ^ Teoria del gender o studi di genere?, su psicologipuglia.it, 3 luglio 2015. URL consultato il 17 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2016).


  36. ^ Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi pronunci un no chiaro a terapie riparative e a ideologia del gender (comunicato stampa), su ordinepsicologilazio.it, 15 aprile 2015. URL consultato il 17 settembre 2015.


  37. ^ Consiglio nazionale, Nota dell'AIP sulla rilevanza scientifica degli studi di genere e orientamento sessuale e sulla loro diffusione nei contesti scolastici italiani (PDF) (comunicato stampa), Ordine degli psicologi.


  38. ^ Direttivo della Società Italiana delle Storiche, Lettera all'on. Stefania Giannini e all'on. Teresa Bellanova, su casadelladonnapisa.it, 9 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 13 luglio 2015).


  39. ^ Chiara Lalli, Tutti pazzi per il gender, Internazionale, 31 maggio 2015.


  40. ^ ab Michela Marzano, La paura del gender è una bufala omofoba, parola di Michela Marzano, Wired.it, 10 novembre 2015.



Bibliografia |



  • Lorenzo Bernini, La "teoria del gender", i "negazionisti" e la "fine della differenza sessuale", in AboutGender, vol. 5, nº 10, 2016, pp. 367-381, ISSN 2279-5057 (WC · ACNP). URL consultato il 4 gennaio 2017.

  • Giovanni Dall'Orto, I turbamenti del giovane Gender, in H-ermes: Journal of Communication, vol. 7, 2016, pp. 33-60, DOI:10.1285/i22840753n33, ISSN 2284-0753 (WC · ACNP). URL consultato il 3 giugno 2016.

  • Michela Marzano, Papà, mamma e gender, Novara, UTET, 2015, ISBN 978-88-511-3603-1.

  • Chiara Lalli, Tutti pazzi per il gender, Fandango libri, 2016, p. 176, ISBN 978-88-6044-488-2.

  • Sara Garbagnoli, Massimo Prearo, La croisade "anti-genre": Du Vatican aux manifs pour tous, Textuel, ISBN 978-2845975897.



Voci correlate |



  • Isteria di massa

  • Panofobia

  • Post verità

  • Bufala

  • Fake news

  • Panico morale

  • Teoria del complotto

  • Agenda gay



Altri progetti |



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Collegamenti esterni |



  • Il "genere": una guida orientativa (PDF), su nuovapropostaroma.it, 2015. URL consultato il 22 ottobre 2015. (a cura di Federico Ferrari, Enrico M. Ragaglia, Paolo Rigliano, in collaborazione con la Società italiana di psicoterapia per lo studio delle identità sessuali)

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