Straniamento








Con il termine straniamento si indicano tutti quegli interventi sulle forme artistiche che hanno lo scopo di portarle al di fuori da se stesse, rendendole estranee alla propria stessa natura, creando così nei destinatari un senso di alienazione.
I formalisti russi e in particolar modo Sklovskij usarono la parola "ostranenie" (in russo: остранение?) facendo riferimento a quei modi di procedere del linguaggio letterario che ha come scopo quello di rendere l'abituale visione delle cose deformata portandole in contesti diversi da quelli naturali.
Ciò può essere sperimentato su tre livelli: quello linguistico, ricorrendo a parole o a forme stilistiche al di fuori dalla norma; quello dei generi letterari definiti inserendo degli schemi inconsueti; quello di come si percepisce la realtà creando situazioni o rapporti imprevedibili (per esempio, la descrizione della società russa e delle usanze umane dal punto di vista di un cavallo, nella novella "Cholstomér" di Lev Tolstoj).


Più che nell'arte tradizionale, a parte l'innovativa sperimentazione di Verga, troviamo l'utilizzo della tecnica dello straniamento nell'arte contemporanea e soprattutto in tutte le forme dell'avanguardia.
Negli anni cinquanta e sessanta lo straniamento ha esercitato una grande influenza sulla cultura della sinistra italiana ed è stato utilizzato da Bertolt Brecht che, nel teatro epico da lui fondato ha deciso i modi della recitazione basandosi sul Verfremdungseffekt, cioè l'effetto di straniamento.



Voci correlate |



  • Bertolt Brecht

  • Franco Fortini

  • Cinema russo d'avanguardia

  • Tecnica narrativa di Giovanni Verga

  • Rosso Malpelo

  • Cholstomér

  • Dopo il ballo

  • Cesare Beccaria



Collegamenti esterni |


  • Approfondimento su Viktor Borisovic Sklovskij, su girodivite.it.





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