Pugilato
































Pugilato

Boxing Tournament in Aid of King George's Fund For Sailors at the Royal Naval Air Station, Henstridge, Somerset, July 1945 A29806.jpg
Due pugili della Royal Navy, in un incontro per beneficenza (1945); lo sport moderno è stato creato in Inghilterra
Inventato
Antica Grecia, Antica Roma
Contatto
Genere maschile e femminile
Indoor/outdoor indoor
Campo di gioco ring
Olimpico sì (dal 1904)

Il pugilato (in inglese boxing; in francese boxe) è uno dei più antichi e noti sport da combattimento.


A livello competitivo esso si svolge all'interno di uno spazio quadrato chiamato ring, tra due atleti che si affrontano colpendosi con i pugni chiusi (protetti da appositi guantoni), allo scopo di indebolire e atterrare l'avversario. Questo sport è conosciuto, a partire dal XVIII secolo, anche come "la nobile arte", richiedendo ai suoi praticanti caratteristiche come coraggio, forza, intelligenza e velocità.




Indice






  • 1 Etimologia


  • 2 Storia


    • 2.1 Dall'antichità al medioevo


    • 2.2 Il periodo medievale


    • 2.3 XVIII° secolo: James Figg e l'accademia


    • 2.4 1743: Jack Broughton e le regole londinesi


    • 2.5 1865: Regole del Marchese di Queensberry; nasce la boxe moderna


    • 2.6 XIX secolo: l'ascesa dei Re statunitensi


    • 2.7 XX secolo: la tragedia di Kim fa cambiare le regole


    • 2.8 XXI secolo




  • 3 Tecnica pugilistica


    • 3.1 Stili del pugilato olimpico


    • 3.2 Stili del pugilato professionistico


      • 3.2.1 Stili a confronto






  • 4 Regole


    • 4.1 Competenza esclusiva del Pugilato Nazionale


    • 4.2 Pratica non agonistica


      • 4.2.1 Attività ricreative


      • 4.2.2 Attività giovanile




    • 4.3 Pratica agonistica


      • 4.3.1 Dilettanti


      • 4.3.2 Professionisti




    • 4.4 Pugilato per disabili


      • 4.4.1 Special Boxe, ossia Pugilato in carrozzina




    • 4.5 Protezioni obbligatorie


    • 4.6 Colpi regolari


    • 4.7 Scorrettezze


    • 4.8 Il conteggio


    • 4.9 Verdetti e cartellini


      • 4.9.1 Settore AOB (dilettanti)


      • 4.9.2 Settore Lega Pro Boxe






  • 5 Categorie di peso


    • 5.1 Dilettanti[45]


      • 5.1.1 Uomini


      • 5.1.2 Donne


      • 5.1.3 Juniors




    • 5.2 Professionisti




  • 6 Contegno e Doveri pugilistici


  • 7 Etica e Valori pugilistiche


  • 8 Riabilitazione ed impegno sociale


  • 9 Medicina sportiva


    • 9.1 Infortuni


    • 9.2 Distanza delle riprese


    • 9.3 Taglio del peso




  • 10 Glossario pugilistico


  • 11 Il pugilato nel cinema


    • 11.1 Negli altri media


      • 11.1.1 Letteratura


      • 11.1.2 Fumetti


      • 11.1.3 Manga e anime


      • 11.1.4 Pittura




    • 11.2 Videogiochi




  • 12 Note


  • 13 Voci correlate


  • 14 Altri progetti


  • 15 Collegamenti esterni





Etimologia |


La parola "pugilato" deriva dal latino pugilatus, la quale trae origine da pugil, che indica l'atleta che lotta con il pugnus, ovvero con il "pugno".


Oggigiorno il termine "pugile" indica il praticante dello sport pugilistico, che sia un personaggio odierno o storico.[1]. Sebbene il termine sia utilizzato talora impropriamente dalla stampa in modo sensazionalistico, suscitando accese smentite da parte della Federazione[2], che rifiuta di vedere associato il termine a persone che non siano, né siano state, atleti agonisti FPI.



Storia |



Dall'antichità al medioevo |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Pugilato nell'antica Grecia.





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Lo stesso argomento in dettaglio: Sport nell'antica Roma.



Cimento di giovani pugili; anfora panatenaica, Grecia antica 336 a.C. circa, Arconte Pithodelo. A destra non un giudice, ma la dea Vittoria. A sinistra un altro atleta attende il proprio turno


Il pugilato nasce come sport di difesa personale, e risulta essere il mezzo di difesa personale più antico al mondo, in quanto i pugni sono il primo istinto dell'uomo nella difesa personale stessa. Conosciuto sin dall'età del bronzo, era praticato nell'Antica Grecia e nell'Antica Roma; i pugni erano fasciati con lunghe strisce di cuoio per proteggere le nocche in cui a volte venivano inserite anche placche di metallo.



Il periodo medievale |






In questo periodo la pratica pugilistica prende vie diverse a seconda dei luoghi.




  • Venezia e le Guerre dei Pugni - Si organizzavano delle lotte sui ponti fra due fazioni cittadine avverse: i Castellani ed i Nicolotti (ossia artigiani vestiti di rosso, contro pescatori vestiti di nero). Si svolgevano in autunno, da settembre fino a Natale. I primi regolamenti datano 1292; divenute vieppiù cruente col passare del tempo furono proibite nel 1705, sostituendole con le incruente Forze d'Ercole, da eseguirsi a Carnevale. Queste lotte si svolgevano in vari luoghi: Ponte dei Pugni, Ponte della Guerra, Ponte di Santa Fosca. Queste competizioni prevedevano la supervisione di giudici, e potevano svolgersi in tre modi differenti:

  • Duello di pugilato fra due avversari;


  • Frota, ossia rissa disordinata;


  • Guerra ordinata che consisteva nel conquistare il ponte, buttando a mare la fazione avversa.


Per gli occasionali tuffi il canale veniva ripulito, i ponti rinforzati, e gli spettatori potevano assistere dalla barca [3][4].


  • Combattimenti coi pugni in Russia


XVIII° secolo: James Figg e l'accademia |


Nel XVIII secolo si vollero dare delle regole al pugilato al fine di farlo rendere un'attività sportiva. Nei primi anni del Settecento il pugile inglese James Figg (1695- 1740) concepì il pugilato come uno sport dove era più importante difendersi che attaccare. Lo stesso Figg fu il primo a definire il pugilato nobile arte. Nel 1719 vinse il campionato d'Inghilterra e si autoproclamò campione del mondo di pugilato dopo 15 incontri vinti consecutivi.


La boxe del XVIII secolo era molto diversa da quella di oggi. Spesso capitava che i colpi venissero portati a "martello", dall'alto verso il basso, e il perimetro entro il quale combattevano i pugili era delimitato dagli stessi spettatori dell'incontro oppure si tracciava una semplice linea circolare per terra. I pugili si battevano senza mai fermarsi; quando uno di questi cadeva l'avversario lo cominciava a colpire appena si rialzava da terra. Il combattimento si svolgeva a pugni nudi e si proseguiva ad oltranza senza riprese.


Quando James Figg decise di ritirarsi aveva accumulato una discreta fortuna in denaro, con questi soldi fondò a Londra la prima Accademia della boxe e in seguito cominciò ad organizzare gli incontri in un anfiteatro ad Oxford Street. Grazie all'opera di Figg la boxe comincia a trovare il suo naturale sviluppo. La sua accademia rappresenterà un importante serbatoio di idee e d'innovazioni che faranno imboccare a questo sport la strada che lo porterà verso la sua fase moderna.


James Figg può essere ricordato come il padre della boxe. Fu egli che con la propria opera diffuse le esibizioni di pugilato e la sua iniziativa rese possibile l'apertura di molti altri anfiteatri in Inghilterra. Il pugilato ebbe un grande successo sia per il numero di praticanti che per il numero di sostenitori, tanto che l'Inghilterra fu il primo paese al mondo in cui nacque la figura del pugile professionista. Raggiungere la vittoria nel titolo di campione di Inghilterra significava raccogliere un enorme prestigio e vincere concrete somme di denaro. Il titolo di campione di pugilato inglese dal 1700 fino alla prima metà del XIX secolo fece la storia di questo sport, e praticamente equivaleva al titolo di campione del mondo.


Il suo successore fu George Taylor, uno dei migliori pugili che si allenavano nell'anfiteatro londinese, già da tempo Figg lo aveva definito il suo pupillo. Non abbiamo molte prove concrete che ci forniscano un elenco delle vittorie di Taylor, comunque seguendo una logica moderna Taylor può essere definito come il nuovo campione del mondo della boxe.


Dopo Taylor il titolo di campione d'Inghilterra fu vinto da Jack Broughton, rimasto famoso nella storia per aver formulato nel 1734 il primo codice di disciplina per i combattimenti di pugilato e per aver inventato i guantoni da combattimento. Broughton era più intelligente che forte. Capì che la boxe non era solo un combattimento violento e cieco ma una precisa armonia tra difesa e attacco. Introdusse la tecnica del colpire e ritirarsi e del fermarsi e bloccare il colpo avversario. Broughton rimase famoso sia per le sue vittorie sia per la sua grande onestà, durante e dopo gli incontri.



1743: Jack Broughton e le regole londinesi |


Il pugile inglese Jack Broughton, allievo di Figg, sconvolto dopo aver causato la morte del suo amico George Stevenson a seguito di ferite riportate in un incontro tra i due, definì nel libro London Prize Ring Rules, pubblicato nel 1743 le prime regole per la boxe; da allora gli incontri furono organizzati secondo queste regole. Nel 1750 il titolo di campione passò a Jack Slack, il periodo in cui nello sport del pugilato si stavano infiltrando esempi di disonestà e affari loschi. Slack introdusse il colpo denominato chopper che possiamo definire come l'equivalente del moderno colpo del coniglio, cioè un colpo sferrato nella parte posteriore di testa o collo. Non era un pugile abile, viene ricordato più come un pugile senza paura che per la sua tecnica. Il Duca di Cumberland divenne il suo protettore.


Il 17 giugno 1760 si disputò l'incontro valido per il titolo inglese tra il detentore Slack e lo sfidante Bill Stevens, protetto dal Duca di York. Con molta sorpresa la sfida fu vinta da Stevens. Slack si ritirò dal pugilato attivo e divenne l'allenatore di George Meggs, un pugile che aspirava al titolo di campione. Nell'incontro tra Stevens e Meggs la vittoria andò a quest'ultimo. Pare che molto probabilmente ci fosse stato un accordo sull'esito dell'incontro, Stevens permise all'avversario di vincere per intascare un cospicuo premio in denaro. Slack fu uno degli artefici dell'accordo e per questo ricevette una parte di denaro da Meggs.


Dal 1761 al 1783 il titolo di campione passò da un pugile ad un altro in breve tempo. Meggs fu sconfitto da Baker Milsom, che poco dopo cedette il titolo a Tom Juchau. Il nuovo successore fu Bill Darts, che riuscì a mantenere il titolo per quasi cinque anni fino a che venne sconfitto da Lyons. Lyons lavorava come conduttore di battelli attraverso il Tamigi. La fama che lo ricoprì dopo la vittoria del titolo provocò in lui un grosso disagio, tanto che dopo due sole settimane dalla vittoria si ritirò dal pugilato. Con il ritiro di Lyons Bill Darts riacquisì il titolo, non per molto comunque perché fu messo al tappeto da un pugile irlandese: Peter Corcoran.


Il 18 maggio 1771 all'Hyde Park si sfidarono per il titolo Corcoran e il detentore Bill Darts. Corcoran vinse facilmente in un solo minuto di combattimento. Concoran sconfisse tutti i più forti pugili inglesi del periodo che tentavano di rimpossessarsi del titolo. Alcuni di questi incontri presentavano dei lati oscuri, visto che la corruzione era un fenomeno diffuso. Nel 1774 Concoran vinse contro Sam Peters a Birmingham, ma molti spettatori gridarono allo scandalo perché si diffuse la notizia di un probabile accordo tra i due pugili. La supremazia del detentore si spense il 10 ottobre 1776, quando venne sconfitto da Hurry Sellers, un pugile che proveniva dalla scuola di Jack Slack. I giornalisti dell'epoca affermarono che l'incontro era stato venduto da Concoran.


Hurry Sellers mantenne il titolo per quattro anni, fu sconfitto da Duggan Fearns, un altro potente pugile irlandese. L'incontro tra i due durò poco più di un minuto: Sellers cadde a terra al primo pugno di Fearns e si rifiutò di andare avanti. Dal 1783 al 1791 il titolo rimase ininterrottamente nelle mani dell'inglese Thomas Jackling, uno dei pochi pugili dell'epoca riconosciuto come un combattente onesto e non incline ad accordi di sottobanco. Perse il titolo contro Benjamin Brain, nell'incontro disputato nel 1791. Jackling si ritirò al secondo round quando un potente pugno di Brain gli fratturò il naso. Lo stesso Brain rimase ferito, si ruppe il metacarpo e una falange della mano destra. La figura di Benjamin Brain rappresenta un punto di svolta nella storia della boxe inglese e mondiale. Da questo momento in avanti i campioni che si faranno strada nel pugilato si affronteranno con metodi completamente differenti dal passato.


Si comincia a parlare di combattimento secondo schemi e metodi scientifici. Non si pone più affidamento sulla forza e la violenza dei colpi, ma l'attenzione si focalizza sull'utilizzo di una strategia per sconfiggere l'avversario. Ecco quindi che fanno la loro comparsa nuove tecniche di combattimento. Difendersi dai pugni dell'avversario e attaccare diventano una cosa sola, il pugile si difende coprendosi e spostandosi con rapidi giochi di gambe, allo stesso tempo però la difesa è il punto di partenza per un successivo attacco. Alla fine del XVIII secolo compare la figura dello "scienziato" della boxe Daniel Mendoza, detentore del titolo di campione dal 1792 al 1795. Daniel Mendoza perse il titolo contro il "gentleman" John Jackson.



1865: Regole del Marchese di Queensberry; nasce la boxe moderna |




John H. Clark, 1882


Già da alcuni anni attorno alla boxe ruotavano notevoli interessi economici, fatti di rilevanti scommesse e ingenti premi in denaro. Per questo motivo si sentì l'esigenza di regole più rigorose. Nel 1865 John Sholto Douglas scrisse, insieme all'atleta John Graham Chambers[5] le regole del marchese di Queensberry, ovvero il codice della boxe scientifica che contiene i fondamenti principali comuni anche alla boxe moderna:




  • Guantoni: obbligatorio l'uso dei guantoni.


  • Round: l'incontro è diviso in più riprese di tre minuti l'una con un intervallo di uno; non vi erano limiti prestabiliti nel numero di riprese, concordato prima fra i pugili, o a discrezione dell'arbitro.


  • KO: il pugile perdeva se non si riprendeva dai colpi ricevuti entro 10 secondi, mentre il pugile avversario doveva aspettare il comando dell'arbitro per riprendere a colpire.


  • Categorie di peso: i pugili sono divisi in categorie di peso. Non possono avvenire incontri tra atleti di categorie differenti. Le categorie erano inizialmente soltanto tre: leggeri, medi e massimi.


Le nuove regole rendevano il pugilato molto meno violento e lo trasformavano in uno sport di abilità, destrezza e velocità. Per il momento non era ancora stato fissato un numero massimo di riprese, si procedeva quindi ad oltranza fino al KO o allo spossamento di uno dei due pugili. Le regole di Douglas vennero assorbite con molta lentezza. Ancora alla fine del XIX secolo in molti incontri i pugili si affrontavano secondo le vecchie regole del London Prize Ring Rules, nonostante numerose nazioni vietassero l'organizzazione di incontri in cui non era previsto l'uso dei guantoni protettivi. Dal momento in cui venne scritto il codice della boxe scientifica si fa coincidere la storia della boxe con la categoria dei pesi massimi.



XIX secolo: l'ascesa dei Re statunitensi |





John L. Sullivan opposto a Jake Kilrain, 1898


Attorno agli incontri di pugilato, in maniera particolare nella categoria dei pesi massimi, ruotavano interessi economici enormi. Ai pugili venivano dati ingenti premi in denaro e il pubblico amava scommettere ingenti somme su tutto quello che riguardava la sfida: vincitore, quante riprese fosse durata, ecc. Migliaia di persone assistevano alle gare organizzate presso arene costruite appositamente per questo sport. Allora i ring erano ottagonali definiti da corde e pali, i pugili combattevano a torso nudo, con i calzoni lunghi o a tre quarti di gamba, gli incontri non avevano limiti di numero massimo di riprese. Nonostante le regole di Douglas di alcuni anni prima gli incontri venivano ancora disputati a mani nude, ciò portava spesso a tragiche conseguenze. Per questo motivo in molti stati dell'unione e dell'Europa alla fine dell'Ottocento il pugilato a mani nude era proibito.


Il pugilato trovò rapida diffusione negli Stati Uniti d'America a tal punto che nel 7 febbraio 1882 lo statunitense John Lawrence Sullivan vinse il campionato del mondo categoria pesi massimi battendo il detentore Paddy Ryan, un colosso irlandese emigrato negli USA. Con questa vittoria il centro d'interesse della boxe mondiale si spostò definitivamente dall'Inghilterra agli Stati Uniti. Nel 1889 fu disputato l'ultimo incontro senza guantoni valido per i pesi massimi con il quale Sullivan mantenne il titolo. Dal successivo incontro del 7 settembre 1892, Sullivan e Corbett si affrontarono con i guantoni, le regole di Douglas erano ormai definitivamente accettate.


Sull'onda della forte crescita economica statunitense il pugilato si diffuse in tutti gli Stati dell'Unione, divenne uno dei principali sport praticati e rappresentava, per le classi più disagiate, un modo per uscire dalla difficile situazione socio-economica. Nei primi anni del Novecento si fissarono altre categorie di peso e per limitare la durata degli incontri si stabilì che il numero massimo di riprese doveva essere: 15 per gli incontri validi per titoli europei e mondiali, 12 per titoli nazionali. Limitando la durata dell'incontro, si imponeva la necessità di individuare criteri per la vittoria ai punti, il problema fu risolto con l'istituzione dei giudici di gara.


Nel 1908 si affermò a livello mondiale Jack Johnson, il primo pugile di colore statunitense che stupì tutti per la sua boxe intelligente e rapida. Cedette il titolo nel 1915 perdendo contro il cowboy Jess Willard detto “il gigante” poiché alto oltre due metri e pesante 110 kg. Il pugilato diffuso in Italia nei primi anni nel secolo creò la sua federazione organizzatrice la FPI (Federazione Pugilistica Italiana) nel 1916 a San Remo. I padri fondatori furono Goldsmith (Presidente) e Lomazzi (vice Presidente). Nel 1920 ci furono i primi campionati italiani. La sede nazionale diventò Milano per poi trasferirsi a Roma nel 1929.


Il titolo dei pesi massimi passò in mano di Jack Dempsey nell'incontro disputato a Toledo (Ohio) nel 1919, in cui vinse il titolo mondiale contro Jess Willard, nonostante quest'ultimo fosse molto più alto e possente rispetto al vincitore. Dempsey vinse grazie alla destrezza acquisita con i suoi studi e ai suoi originali metodi di allenamento e dominò la categoria dei pesi massimi in un'epoca in cui i combattimenti sul ring erano vinti più con la forza fisica e con la resistenza che con fini azioni tecniche. Dempsey utilizzava i principi del falling step e del double shift, due delle tecniche da lui formalizzate e applicate “sul ring” con successo, dimostrandone la straordinaria efficacia. Egli era molto aggressivo, ma sapeva controllarsi, evitava con destrezza e con un'alzata di spalle i colpi per poi scagliare i suoi pugni in maniera esplosiva, sfruttando in pieno l'intero peso del suo corpo in movimento. Ogni sua azione era organizzata in improvvise e devastanti combinazioni di colpi. Nell'ultimo suo incontro del 1926, in cui subì una discutibile sconfitta, si registrò un'affluenza di pubblico mai vista e gli incassi superarono ogni record.


Dal 1929, anno della grande crisi economica, fino al 1933 il pugilato perse molto della sua notorietà e importanza. Pochi avevano la possibilità di seguire gli incontri e scommettere sul loro esito come avveniva nei primi anni del secolo. Nel 1933 comparve alla ribalta mondiale l'italiano Primo Carnera, che rimase campione del mondo solo per un anno ma raccolse la simpatia di molti. Carnera era un pugile imponente con i suoi 129 kg di peso e 1,97 m di altezza, allo stesso tempo velocissimo e con un'ottima tecnica.





Joe Louis versus Max Schmeling, 1936.jpg


Nel 1937 il titolo passò nuovamente a un pugile di colore, Joe Louis, che strappò il titolo a James Braddock mandandolo KO all'ottava ripresa. Dal 1937 al 1947 ha detenuto la corona mondiale, che ha difeso vittoriosamente per 25 volte. Egli si ritirò nel 1949, quando il suo fisico rovinato dall'alcool e dalla droga non era più in grado di affrontare altri incontri. Il suo record parla di 63 vittorie e 3 sconfitte. Nel 1952 Rocky Marciano con le sue impareggiabili doti vinse il campionato del mondo e inanellò una serie di vittorie impressionante. Abbandonò la carriera professionistica, imbattuto, nel 1956, dopo aver vinto 49 incontri, 43 dei quali per knock out.





Muhammad Ali, uno dei più famosi pugili di tutti i tempi


Gli successe il giovane nero Floyd Patterson, un ex peso mediomassimo che tenne il titolo fino al 1962, salvo una breve interruzione nel 1959-1960. Successe a Patterson un altro nero, Sonny Liston, analfabeta dalla potenza esplosiva, ex carcerato compromesso da legami con la mafia italoamericana e morto in cause misteriose nel 1970. Nel 1964 il titolo fu vinto dal ventiduenne Cassius Clay (conosciuto anche come Muhammad Ali), già vincitore della medaglia d'oro all'Olimpiade di Roma del 1960. Viene ricordato non solo per le sue versatili doti di pugile (mai nessun peso massimo era stato così rapido nei colpi né così mobile sui piedi dato il peso della categoria) ma anche per il suo impegno politico( fu arrestato per aver rifiutato il servizio militare della guerra in Vietnam per via della sua religione -il sunnismo- e perché non credeva in quella guerra ), per la sua giovanissima età e per i modi provocatori con cui si rivolgeva agli avversari. Con Cassius Clay la popolarità del pugilato diventa planetaria.


L'ente organizzatore statunitense degli incontri di pugilato, la World Boxing Council (WBC), nel 1968 visse una crisi interna dalla quale nacque un'altra federazione internazionale pugilistica: la World Boxing Association (WBA). Tale sovrapposizione di competenze creò confusione nel mondo della boxe perché ogni associazione organizzava gare per le proprie categorie e di conseguenza nominava i propri campioni. In seguito la situazione venne ulteriormente complicata dalla creazione della International Boxing Federation (IBF) nel 1984 e dalla World Boxing Organization (WBO) nel 1988. Nonostante negli anni passati ciascuna organizzazione adottava proprie categorie di peso, dal 1987 le categorie professionistiche sono state fissate a 17, dai pesi paglia fino ai pesi massimi.[6]


In Europa l'ente organizzatore European Boxing Union (EBU) è unico. In Italia la federazione che organizza gli incontri e assegna i titoli italiani è la Federazione Pugilistica Italiana (FPI). Negli anni ottanta e novanta hanno continuato a mostrare in questo sport la propria superiorità gli uomini di colore. Mike Tyson, indubbiamente il più famoso boxer dell'epoca, è stato campione del mondo dei pesi massimi per tre organizzazioni: WBC, WBA e IBF.



XX secolo: la tragedia di Kim fa cambiare le regole |


Negli anni ottanta avvenne un grande cambiamento nel regolamento del pugilato. Si decise di diminuire la durata degli incontri validi per il titolo da 15 a 12 riprese. Già in passato era accaduto che qualche pugile morisse a causa dei colpi ricevuti durante l'incontro, ma dopo la tragedia di Kim Duk Koo (morto a seguito dei colpi ricevuti nell'incontro con Ray "Boom Boom" Mancini, nel novembre del 1982) la WBC decise, nel 1983, di ridurre a 12 il numero delle riprese. La WBA e la WBO fecero altrettanto nel 1988. La IBF li seguì nel 1989[7].


In Svezia e Norvegia la boxe venne addirittura proibita. Fu reintrodotta in Svezia nel 2006[8], ed in Norvegia nel 2014[9].



XXI secolo |


Negli anni duemila si sono particolarmente distinti i due fratelli ucraini Volodymyr e Vitalij Klyčko: in particolare Vitalij detiene la più alta percentuale di KO di qualsiasi altro peso massimo. Anche se per il grande pubblico la storia della boxe è stata scritta dalla categoria dei pesi massimi, sono degni di essere ricordati molti pugili campioni di altre categorie, tra cui Sandro Mazzinghi, campione del mondo dei medi junior; Nino Benvenuti, campione del mondo dei pesi medi; Henry Armstrong, vincitore di tre titoli mondiali in altrettante categorie di peso differenti; Mario D'Agata campione del mondo nei pesi gallo e Carlos Monzón nei pesi medi, in tutte le categorie di peso Giancarlo Garbelli, Bruno Arcari, Sugar Ray Leonard, Ray Mancini, Alan Minter, Vito Antuofermo, Marvin Hagler, Roberto Durán e tanti altri.





Tecnica pugilistica |




La tecnica per eseguire un colpo diretto, o jab


Nel pugilato viene ravvisata una certa somiglianza con la scherma per il particolare tipo di studio preparatorio fra i contendenti in funzione del successivo scambio di colpi.


Il pugilato è uno sport impegnativo e completo, le doti fisiche richieste sono infatti velocità, agilità, forza e resistenza. Il pugilato richiede sia sforzi aerobici che anaerobici, pertanto l'allenamento mira sia al miglioramento della resistenza nel tempo (tramite corsa, salto della corda, allenamento a corpo libero), sia al miglioramento della forza e allo sviluppo della massa muscolare;


Il pugilato richiede capacità di sopportazione della fatica e del dolore; ma anche carattere e costanza. Infine tempismo: la cosa giusta all'istante sbagliato si rivelerà controproducente.


  • Attacco

I colpi in attacco sono tre; bensì in realtà il diretto sia duplice. Inoltre essi possono essere mirati al volto come alla figura, in guardia normale o contraria. Queste considerazioni elevano esponenzialmente il numero di attacchi possibili.




    • Diretto (Jab o Cross): Si attua avanzando leggermente e si colpisce con il pugno anteriore (Jab), oppure facendo ruotare tutto il corpo nel senso del pugno, colpendo con il pugno posteriore (Cross). A seconda dell'obiettivo può essere un colpo di disturbo, di arresto, di preparazione ad altri diretti, oppure un colpo potente.
      Il diretto è il colpo più importante per il pugile tecnico[10].


    • Gancio (Hook): colpo potente e demolitore che basa la sua potenza sulla leva fornita dalla spalla e dalla posizione ad angolo retto del braccio, è il colpo di chiusura per eccellenza. Il gancio esprime la sua efficacia se eseguito nella corta distanza. [11]


    • Montante (Uppercut): colpo dato dal basso verso l'alto; si può usare come colpo d'incontro oppure nella corta distanza (corpo a corpo). Si attua ruotando la spalla in modo da imprimere potenza al pugno.


  • Difesa

Si attua con Parata o Deviazione: Per ognuno dei "tre" attacchi è possibile parare o deviare il colpo.




      • Diretto: il jab può essere parato col guantone chiuso in difesa, o con la spalla; il diretto col guantone chiuso in difesa o col gomito. Colpi diretti al viso possono essere deviati fuori guardia, oppure vincolati in basso.

      • Gancio: va schivato con un movimento del tronco, non della sola testa. Si deve abbassare il tronco di poco, per non sbilanciarsi, in rotazione contraria al gancio avversario; oppure, più modernamente, senza rotazione, soltanto verticalmente.

      • Montante: va bloccato con la mano opposta, sì da coglierlo scoperto.


    • Schivata di tronco: Si avanza ruotando il tronco in modo da "uscire" dalla guardia avversaria.
      Per es: il pugile rosso attacca col jab sinistro, dunque il pugile blu risponde ruotando il tronco alla propria destra. Così facendo si rende, momentaneamente, irrangiungibile da colpi regolari; al contempo è pronto a rispondere col suo destro appositamente "caricato".

    • Schivata di testa: Per proteggersi si può semplicemente muovere la testa verticalmente (bobbing) od orizzontalmente (weaving)



  • Spostamento


    • spostamento: significa un collocamento del corpo fuori dall'asse di attacco dell'avversario con l'aiuto di un movimento laterale. Questo tipo di azione è in francese chiamato décalage. Parlano anche di "passo di diagonale" quando lo spostamento si effettua su un asse obliquo.

    • Perno: Tipo di spostamento effettuato girando su sé stessi di circa 90°. Utile per schivare e contrattaccare.

    • Tagliare il ring:



  • Guardia

Il "Cambio-guardia" non sarebbe propriamente una tecnica di difesa; le guardie difatti sono due: destra o sinistra, a seconda che il pugilatore sia destrimano oppure mancino. Tuttavia sapere combattere in entrambe le guardie offre indiscutibili vantaggi:



    • cambiare guardia al momento propizio, spiazzando l'avversario. Egli dovrà subitanemante re-impostare la sua strategia di schivata e parata; potrebbe significare coglierlo alla sprovvista.

    • combattere alla pari coi pugili mancini. Essendo i mancini meno numerosi, essi sono più preparati ad affrontare i destrimani, di quanto i destrimani siano avvezzi al confronto coi mancini.

    • minori sollecitazioni a tendini e muscolatura delle gambe. Permette maggiore freschezza e reattività, allorché si utilizzi il cambio di guardia al sopravvenire della stanchezza.


  • Finta

Anche nel pugilato è possibile ingannare l'avversario attraverso una finta; essa se ben eseguita, procura una apertura nella difesa avversaria, allorché l'avversario è convinto ad un attacco inevitabilmente inefficace.



    • Falso attacco: iniziare i movimenti della catena cinetica come si volesse portare un preciso colpo, fermarsi non appena l'avversario risponde a vuoto, indi contrattaccare cogliendolo scoperto.

    • Attacco preparatorio: eseguire una serie di colpi ad un falso bersaglio, per poi cambiare strategia (tipo di attacco o bersaglio) all'improvviso e lanciare un colpo risolutore.
      Per es: è possibile colpire ripetutamente mirando al volto, soltanto per ottenere di alzare la guardia avversaria, per poi mirare al corpo momentaneamente scoperto.

    • Invito a colpire: lasciare volutamente scoperta una zona che si vuole sia colpita (ad es: lo stomaco, il fianco, il volto). L'avversario colpirà vanamente aprendo la propria guardia ed esponendosi al contrattacco.


Questi colpi, affinati (grazie anche alla tecnica hold no punch, ossia sferrare pugni con minima forza e massima velocità), portati in rapida sequenza e con varietà generano le "serie" o "combinazioni". Dalla summa dei vari aspetti offensivi e difensivi può nascere un complesso incontro, che vede sul "quadrato" due uomini che si confrontano lealmente secondo regole codificate, e che alla fine del match li vedrà abbracciarsi.



Stili del pugilato olimpico |


Il pugilato olimpico è il pugilato dilettantistico, ove i pugili si confrontano divisi in squadre organizzate dalle rispettive nazioni di appartenenza.




  • Cuba - Lo stile cubano è influenzato dalla cultura popolare del ritmo e della musica. I pugili cubani si distinguono per la coordinazione ritmica e per tecnica e tattica stilose. La loro evoluzione pugilistica ha saputo reintrerpretare la forza ed il modo di colpire europeo, con il gioco di gambe statunitense, mentre il modo di allenarsi riprende quello degli atleti della russia sovietica.[12][13]


  • Europa - Gli stili europei di pugilato erano in passato assai diversificati fra loro, ma dopo la seconda guerra mondiale si è verificata una amalgamazione. Ultimamente si è affermato un modo di crescere il pugile mirato sulle sue caratteristiche personali. Generalmente i pugili europei prediligono eseguire una serie di colpi brevi e dinamici, con un buon gioco di gambe, e combinazioni in partenza dopo una azione difensiva[12][13]. Inoltre secondo la FPI: Attualmente, nel pugilato di stile olimpico è raro vedere difese a carico delle braccia, soprattutto le deviazioni che sono letteralmente sparite. La tendenza è quella di utilizzare difesa e colpo in coincidenza temporale con un adeguato pressing.[14]


  • Russia - Lo stile russo, che deriva da quello sovietico, ha mantenuto molte delle sue caratteristiche originarie, come il modo di colpire deciso e mirato al bersaglio. Attualmente ci si è allontanati dalla potenza per focalizzarsi maggiormente nei movimenti attivi e aggressivi. Lo stile russo è ben radicato in patria ed influenza altresì le nazioni vicine. La preparazione tecnica di base è molto considerata, ma sempre focalizzandosi sulle abilità fisiche e fisiologiche del pugile particolare. Ai più alti livelli gli atleti si allenano nel cambio-guardia, nei diversi modi di colpire, di muoversi e di difendersi. I pugili spostano la distribuzione del peso sui piedi secondo la tattica e la situazione. Usano la mano guida per le finte od altri attacchi preparatorii, mentre l'attacco principale a seguire sarà un forte colpo con la mano dietro, oppure una serie di diretti sinistri[12][13].


  • Usa - Lo stile statunitense riflette i retroscena culturali, etnici, insegnamenti, filosofie e stili di un vasto ventaglio di allenatori americani. Ad ogni modo l'elemento più caratterizzante è l'elevato livello di atletismo dei pugili statunitensi. Caratteristica che permette lor di avere molte energie da spendere, e per molto a lungo. Velocità, potenza, forza, rapidità, agilità sono caratteristiche salienti nei programmi di allenamento di boxe statunitense. Un altro fattore determinante sono l'elevato numero di competizioni domestiche, come ad esempio: Silver Gloves, Golden Gloves, National Police Athletic League, Armed Forces, Junior Olympic Programs; queste competizioni permettono ai giovani di potere crescere, pugilisticamente, sin da tenera età.[12]



Stili del pugilato professionistico |


Non esistono due pugili con uno stile identico. Nella pratica esistono, tuttavia, dei modi di definire alcuni stili, senza che per questo un pugile debba essere inquadrato esclusivamente in uno di essi. Esistono difatti pugili dal grande bagaglio tecnico, in grado di praticarne più di uno, nel corso dello stesso incontro.



  • Mexican style - Il famoso mexican style, popolare in messico, è uno stile aggressivo fatto di colpi decisi e ricerca del corpo a corpo. I praticanti di questo stile sono carenti in difesa, mentre la tecnica di attacco non è definita in un modo particolare, sebbene il pugile "messicano" debba generalmente tenere il centro del ring. Non è affatto necessario essere messicani: il kazako GGG è generalmente considerato un genuino esponente del mexican style[15]. Altri degni interpreti di questo stile sono stati: Roberto Durán, Gomez, Salvador Sánchez, Julio César Chávez, Óscar de la Hoya[16].


  • Stilista/Out-fighter - Il classico pugile stilista, in inglese "out-fighter", cioè che boxa rimanendo all'esterno della guardia dell'avversario, cerca di tenere a distanza l'antagonista colpendolo con pugni veloci e che arrivano da lontano, distruggendo gradualmente la resistenza e le forze dell'avversario fino a ridurlo in propria balìa. A causa del loro affidarsi a colpi veloci ma non devastanti, gli stilisti tendono a vincere ai punti piuttosto che per KO, benché alcuni di essi presentino carriere con percentuali molto alte di incontri vinti prima del limite.

Gli out-fighter sono spesso considerati i migliori strateghi del pugilato, grazie alla loro abilità di controllare l'andamento dell'incontro e di condurre l'avversario verso l'epilogo da essi pianificato intaccandone metodicamente le forze ed esibendo maggiore abilità e destrezza di un picchiatore. Lo stilista out-fighter, perché questo stile dia buoni risultati, deve essere dotato di un buon allungo, di velocità di braccia, di ottimi riflessi e deve essere in grado di svolgere un grande e continuo lavoro di gambe. Tra i più grandi stilisti possono essere citati Prince Naseem Hamed, Zab Judah, Paulie Malignaggi, Larry Holmes, Buster Mathis, Sugar Ray Leonard, Billy Conn,[17]Willie Pep,[18]Young Stribling e Muhammad Ali.[19]



  • Puncher - Il puncher è un pugile con una dotazione tecnica completa, abile nel boxare a distanza ravvicinata unendo la tecnica alla potenza e alla velocità, ed è un pugile che ha spesso la capacità di mettere fuori combattimento l'avversario con combinazioni di pugni o anche con un unico colpo. I movimenti e la tattica del puncher sono spesso simili a quelli di uno stilista, a differenza del quale, tuttavia, il puncher non tenta di evitare gli scambi a distanza ravvicinata. Inoltre, i puncher non cercano di sfiancare l'avversario sulla distanza, con incontri che si risolvono spesso ai punti, ma tendono a demolire l'avversario con le combinazioni di colpi per poi cercare il KO.

Tra i più grandi puncher possono essere citati Sonny Liston, Manny Pacquiao, Sam Langford,[20]Henry Armstrong,[21]Joe Louis,[22]Sugar Ray Robinson,[23]Tony Zale, Evander Holyfield, Miguel Cotto, Archie Moore, Carlos Monzón,[24]Stanley Ketchel,[25]Khaosai Galaxy, David Haye, Óscar de la Hoya.



  • Picchiatore (in inglese: Slugger) - Il picchiatore è solitamente carente di tecnica, che compensa queste carenze con la grande forza delle gambe e la pura potenza dei propri pugni. Molti picchiatori ricercano la stabilità dell'assetto per favorire la potenza, e per questo tendono ad essere insufficientemente mobili e ad avere difficoltà ad inseguire i pugili veloci di gambe, di cui possono anzi diventare un facile bersaglio. I picchiatori a volte tendono a trascurare le combinazioni, privilegiando le ripetizioni di colpi singoli, a volte portati con una sola mano e con grande potenza (per lo più ganci e montanti), ma spesso con velocità minore di quella degli stilisti.

La lentezza e la prevedibilità degli schemi (colpi singoli con traiettorie ovvie) spesso lasciano la strada aperta ai pugni d'incontro e, per avere successo, i picchiatori devono essere in grado di assorbire notevoli dosi di pugni. Le armi più importanti del picchiatore sono la potenza e la capacità di incassare. Tra i più grandi pugili picchiatori possono essere citati Max Baer,[26]Rocky Graziano,[27]Ron Lyle, Jerry Cooney, Cleveland Williams, Samuel Peter, Ricardo Mayorga, Roberto Durán, Antonio Margarito, George Foreman e Rocky Marciano, ritiratosi imbattuto con 49 vittorie all'attivo.



  • Aggressore (in inglese: In-fighter) - L'aggressore, o incalzatore, che boxa dall'interno della guardia dell'avversario, è un pugile dall'aggressione continua, per questo chiamato anche pressure fighter, che tenta di rimanere addosso all'avversario, aggredendolo con continue raffiche e intense combinazioni di ganci e montanti. Occorrono buone doti di incassatore, perché questo stile lo espone ad essere colpito da serie di jab e diretti prima di riuscire ad entrare nella guardia dell'avversario, dove i colpi dell'in-fighter sono più efficaci. Essi agiscono meglio a distanza ravvicinata perché generalmente sono di statura più bassa della media degli avversari e hanno un minore allungo, e perciò sono più efficaci ad una distanza in cui le più lunghe braccia dei loro avversari sono svantaggiate nel colpire rispetto alle loro.

Tuttavia, diversi pugili alti rispetto alla loro categoria sono relativamente abili nell'effettuare una boxe d'aggressione dall'esterno della guardia dell'avversario, quanto all'interno. L'essenza dello stile dell'incalzatore è l'aggressione senza soste. Molti in-fighter di bassa statura utilizzano l'altezza ridotta come strumento per schivare i colpi e infilarsi nella guardia dell'avversario, abbassandosi fino alla vita per passare sotto o di fianco ai colpi in arrivo. A differenza del bloccare i colpi con i guantoni, le schivate fanno andare a vuoto l'avversario causandone lo sbilanciamento, e consentono all'in-fighter di passargli sotto al braccio disteso con i pugni liberi per colpire d'incontro. Nonostante questo stile esponga parecchio i pugili che lo praticano ai colpi degli avversari, qualche in-fighter fu noto invece per essere stato difficile da colpire.


Le qualità indispensabili per un in-fighter sono l'aggressività, la resistenza, il saper incassare e il saper schivare i colpi infilandosi nella guardia dell'avversario. Tra i più grandi aggressori / in-fighter possono essere citati Roberto Durán, Harry Greb,[28]Jack Dempsey,[29]Rocky Marciano,[30]Marcos Maidana, Gennadij Golovkin, Joe Frazier, David Tua, Jake LaMotta, e Mike Tyson che ha vinto oltre 20 incontri al 1º round.



  • Colpitore d'incontro (in inglese: Counter puncher) - Il colpitore d'incontro è un pugile che usa come ultima difesa i movimenti della testa e blocchi costanti per contrastare l'avversario. Quando l'avversario tenta di colpire, il pugile d'incontro usa la propria difesa per schivare il colpo e per restituirlo contestualmente. Il colpitore d'incontro ha una potenza spesso devastante, perché la potenza del pugno va a sommarsi alla forza contraria del movimento di sbilanciamento in avanti del pugile che è stato schivato.

I pugili d'incontro combattono soprattutto a distanza ravvicinata, ma alcuni di essi rimangono invece alla stessa distanza di uno stilista. Per essere efficaci, gli incontristi usano i movimenti del capo, i riflessi, la velocità, l'allungo e devono essere buoni incassatori. Tra i più grandi pugili d'incontro possono essere citati Muhammad Ali, Pernell Whitaker, Mike Tyson, James Toney, Nicolino Locche, Juan Manuel Márquez, Floyd Mayweather Jr., Young Stribling e Roy Jones Jr..



Stili a confronto |






Ci sono delle regole generalmente accettate riguardo alle possibilità di successo che ciascuno di questi stili di boxe ha sugli altri. In generale, un aggressore / in-fighter è avvantaggiato rispetto ad uno stilista / out-fighter, uno stilista / out-fighter è avvantaggiato rispetto ad uno stilista / puncher, e un puncher è avvantaggiato rispetto ad un aggressore / in-fighter; questo forma un circolo in cui ciascuno stile è più forte rispetto ad alcuni stili e più debole rispetto ad altri, senza che ce ne sia uno superiore agli altri, come in un rock-paper-scissors. Il risultato di un incontro è ovviamente determinato anche da vari altri fattori, quali il livello di abilità e di allenamento dei pugili, ma l'ampiamente sostenuta esistenza di queste relazioni tra i vari stili si riassume in un cliché diffuso tra fan e scrittori di pugilato che dice che “gli stili fanno i match”.


I puncher e i picchiatori tendono a vincere gli aggressori/in-fighter perché, cercando di avvicinarsi, gli aggressori / in-fighter finiranno invariabilmente dritti incontro ai più potenti colpi dei primi. Così, a meno che l'aggressore non abbia delle capacità di incassatore fuori dal comune, la potenza superiore dei primi la spunterà. A parità di capacità pugilistica e di condizione atletica, naturalmente. Un esempio famoso del vantaggio del picchiatore in questo tipo di confronto è la vittoria per KO di George Foreman su Joe Frazier.


Nonostante gli aggressori/in-fighter trovino più sfogo alla loro boxe con i punchers, che accettano molto più di buon grado gli scambi ravvicinati, hanno in realtà più probabilità di successo contro gli stilisti. Lo stilista / out fighter preferisce un combattimento più lento, con maggior distanza tra sé stesso e l'avversario. L'in-fighter tenta senza soste di ridurre questa distanza per scatenare continue raffiche furibonde, mentre a distanza ravvicinata lo stilista perde parecchia della propria efficacia, perché non riesce a tirare i colpi più efficaci del suo repertorio. L'aggressore / in-fighter esce generalmente vittorioso da questo confronto, a causa del proprio incalzare e dell'agilità con cui questo viene messo in atto, che lo rende difficile da sfuggire.


Per esempio, l'aggressore / in-fighter Joe Frazier, nonostante fosse stato facilmente dominato dal picchiatore George Foreman, creò invece molti più problemi allo stilista Muhammad Ali nei loro tre incontri. Allo stesso modo l'aggressore Harry Greb fu l'unico ad aver sconfitto il grande out-fighter Gene Tunney. Joe Louis, dopo il ritiro, ammise che odiava essere incalzato, e che l'aggressione continua dell'imbattuto Rocky Marciano gli avrebbe causato problemi anche nel suo periodo migliore. Gli stilisti / out-fighter tendono ad essere più efficaci contro un picchiatore, le cui ridotta velocità di braccia e gambe, e l'inferiore tecnica, lo rendono un bersaglio facile da colpire per la superiore velocità dello stilista.


La preoccupazione principale dello stilista è quella di prestare sempre il massimo dell'attenzione, poiché al picchiatore è sufficiente arrivare a segno con un colpo di quelli giusti per mettere fine all'incontro. Se lo stilista riesce ad evitare o a limitare l'efficacia dei colpi del picchiatore, lo può stancare colpendolo con veloci jab fino a portarlo, alla lunga, all'esaurimento delle forze. Se la tattica è sufficientemente efficace, lo stilista può perfino aumentare la pressione negli ultimi round in un tentativo di raggiungere il KO. Molti pugili classici, ad esempio Muhammad Ali, hanno avuto i loro successi migliori contro i picchiatori. Il più famoso degli esempi di questo tipo di match è quello con cui Ali, nel 1974, a Kinshasa, stroncò Foreman con un KO all'8º round dopo avergli fatto esaurire le energie nel vano tentativo di trovare immediatamente una soluzione di forza.



Regole |


Il pugilato è uno sport che può essere praticato in maniera agonistica in qualità di dilettanti o professionisti (a dispetto del nome i dilettanti sono agonisti in tutto e per tutto); ma anche non agonistica: attraverso le moderne discipline ricreative, che non prevedono un effettivo combattimento.


Gli atleti non agonisti non sono sottoposti ai rigidi e frequenti controlli sanitari cui debbono sottoporsi gli agonisti.



Competenza esclusiva del Pugilato Nazionale |


In Italia il pugilato si può praticare e/o promuovere esclusivamente tramite la Federazione Pugilistica Italiana, ovvero altri enti da essa autorizzati, nel rispetto della legge e delle disposizioni di: CONI, CIO, AIBA. Lo stesso CONI riconosce una sola federazione per ciascuno sport: In altre parole, nessun altro Ente riconosciuto dal CONI potrebbe presentare nel proprio Statuto la possibilità di svolgere ovvero promuovere l’attività sportiva che già ricada sotto l'egida di una Federazione affiliata al CONI.


Nessuna attività sportiva rassomigliante al pugilato, o alla boxe, può essere praticata in assenza delle tutele, garanzie e specifici protocolli tecnico-sanitari, propri della Fpi [31][32]. Rispettando tali protocolli enti come UISP e FISP possono organizzare riunioni. Mentre il Free Punch Boxing a contatto pieno, ed i corsi Fit-Boxe MSP Italia sono, al momento del comunicato, difficati.



Pratica non agonistica |


Fanno parte della pratica non agonistica le attività ricreative o propedeutiche, legate allo sport del pugilato: discipline Pre-Pugilistiche inserite nel Registro delle Società Sportive del CONI.



Attività ricreative |



  • Gym boxe - La gym boxe è un pugilato amatoriale, di natura ludico-promozionale. Gli atleti possono tesserarsi a partire dai 13 anni di età fino ad oltre i 40 anni.[33]


  • Soft boxe - Si tratta di una forma di pugilato amatoriale, senza contatto, che è strettamente vietato. Possono tesserarsi come amatori atleti maschi o femmine dai 6 ai 65 anni di età; gli incontri sono di tre riprese di un minuto l'una, e un minuto di riposo. Gli atleti sono inquadrati per fascia di età e categoria di peso.[34]


  • Light Boxe - La forma amatoriale del Pugilato più vicina alla Boxe AOB, la light boxe prevede il contatto controllato e quello intenzionale è sanzionato. Gli atleti si dividono per età e peso; indossano la divisa e le protezioni identiche ai pugili dilettanti, gli incontri sono di tre riprese di un minuto l'una (o anche tre da 1 minuto e 1/2 per i prima serie) e sono arbitrati e giudicati da ufficiali di gara qualificati. La disciplina nasce in Piemonte e si diffonde velocemente in diverse regioni italiane. Da diversi anni è possibile partecipare alla fase nazionale " Coppa Italia Light Boxe " . Nel 2016 nasce in Liguria la sua versione per persone con disabilità - Light Boxe Disability -[35][36]


  • Boxe competition - Forma di pugilato sperimentale alternativa alla pratica agonistica; nell'intenzione si rivolge a coloro che non possono o non vogliono dedicarsi all'agonismo. Questo progetto è stato ideato dal Tecnico Massimo Barone, ed è stato riconosciuto dalla Federazione Pugilistica Italiana. L'allenamento prevede degli scaglioni predeterminati, ed è a tempo di musica. Gli atleti sono inquadrati per categorie di età e peso. La distanza è di 3 riprese di 2 minuti (riducibile a 2 da 1 e 1/2 per atleti principianti). Le gare sono costituite da sessioni di pugilato senza contatto, oppure con contatto controllato (senza affondare i colpi), con giuria dedicata. Con il contatto controllato la giuria assegna punti secondo i colpi (pugni) andati a segno: 1 pugno 1 punto, 2 o più 2 punti. Nelle gare senza contatto la giuria assegna punti per le azioni valide concatenate eseguite.[37]


  • Boxe in action - La BOXE IN ACTION risponde all'esigenza sia di chi vuole usufruire dei benefici dell'allenamento della boxe per la propria forma fisica, sia di chi vuole avvicinarsi al pugilato come sport agonistico. Consolidata sul territorio italiano è attualmente molto richiesta all’estero. È praticata da un’utenza vastissima di bambini, adolescenti, adulti senza alcuna distinzione di sesso. Con la “BIA” ognuno può raggiungere un suo obbiettivo personale e diversificato, arrivando a bruciare circa 600 Kcal a lezione. Ideata nel 1998 da Thierry Ayala (fondatrice, preparatrice atletica e tecnico di pugilato) ed Antonella Rossi (co-fondatrice, tecnico di pugilato e fitness trainer), è un’attività riconosciuta dalla Federazione Pugilistica Italiana la cui particolarità è quella di congiungere le tecniche pugilistiche con la musica, rendendola una perfetta attività di fitness.


Attività giovanile |


Il settore attività giovanile della Federazione Pugilistica Italiana forma i giovanissimi atleti formandoli individualmente, e in coppia i più grandi, con pratiche di tipo ludico-sportivo con obiettivi fisici di coordinazione, e tecnico tattici. Si organizzano gare regionali/interregionali di praticanti minorenni di età variabile, denominate Criterium[38]. La competizione nazionale prende il nome di Coppa Italia Giovanile. I giovani atleti sono inquadrati per fascia di età, e non secondo il peso; le categorie sono: Cuccioli (5,6,7 anni), Cangurini (8 e 9 anni), Canguri (10 e 11 anni), Allievi (12 e 13 anni).[39]



Pratica agonistica |


Fanno parte della pratica agonistica sia il pugilato professionistico che quello dilettantistico.



Dilettanti |




Un pugile dilettante


I pugili dilettanti sono atleti che partecipano a pubbliche gare per puro spirito agonistico e non per lucro. La categoria oggi è inquadrata secondo le regole della AIBA, settore AOB (Aiba Open Boxing).[40]
I pugili dilettanti sono inquadrati per fascia di età, peso, e punteggio accumulato. Quando si ammettono incontri fra pugili dilettanti di categorie differenti (es: junior contro youth), si applicano i regolamenti di gara della categoria inferiore. Pugili di una stessa società non possono battersi, tranne il caso di Torneo o Campionato. Incontri fra pugili uomini e donne sono vietati senza eccezioni.


I pugili dilettanti combattono indossando una canottiera del colore del proprio angolo, paradenti (vietato il colore rosso), guantoni approvati AIBA o FPI di 10 once (fanno eccezione i pugili élite uomini di peso dai 69 ai +91 che debbono usare guantoni da 12 once). Inoltre gli uomini devono usare la conchiglia; se donne il corsetto toracico protettivo e cintura di protezione pelvica. L'uso delle protezioni è sempre obbligatorio, fanno eccezione i soli pugili élite uomini che non indossano il caschetto.[40]


Diverso è il caso delle World Series of Boxing, ove i pugili, pur se dilettanti, combattono con abbigliamento e regolamenti analoghi a quelli professionistici. Un caso del tutto particolare di pugilato dilettantistico è quello degli Scacchipugilato; esso è proposto dalla FISP una altra federazione autorizzata dalla FPI.




  • Pugili schoolboys - Sono pugili uomini che hanno compiuto il 13º anno d'età o compiano il 14° nell'anno cui il tesseramento si riferisce. Gareggiano fra di loro sulla distanza delle tre riprese di 1' 30” con intervallo di un minuto tra le riprese. Questi pugili sono autorizzati a sostenere non più di 12 incontri l'anno. Per questa fascia d'età le categorie di peso sono di più che nelle altre, e la categoria maggiore è di superiori ai 76 kg.[40]


  • Pugili junior - Sono pugili uomini e pugili donne che compiono 15 o 16 anni nell'anno del tesseramento. Gareggiano sulla distanza delle tre riprese di due minuti l'una, con intervallo di un minuto.[40]


  • Pugili youth - Sono pugili che compiono 17 o 18 anni nell'anno del tesseramento. Gli uomini gareggiano sulla distanza delle tre riprese di tre minuti l'una, con intervallo di un minuto. Le donne gareggiano sulla distanza delle quattro riprese da due minuti l'una con intervallo di un minuto.[40]


  • Pugili senior - Sono pugili uomini che compiono dai 19 ai 40 anni nell'anno del tesseramento. Non importa se provengono dalla categoria Youth; gareggiano sulla distanza delle tre riprese di tre minuti l'una. Se accumulano sufficiente punteggio possono passare alla qualifica di Elite.[40]


  • Pugili elite uomini - Sono pugili senior di esperienza certificata da un punteggio accumulato, legato alla categoria di peso; combattono senza caschetto.[40]


  • Pugili elite donne: I e II serie - Le pugilesse che compiono dai 19 ai 40 anni nell'anno del tesseramento sono tesserate come Elite II serie. Gareggiano sulla distanza delle quattro riprese di due minuti l'una. Per passare alla qualifica Elite I serie devono maturare un punteggio, che è legato alla categoria di peso.[40]



Professionisti |


Secondo la Federazione Pugilistica Italiana, il Settore Lega Pro Boxe disciplina l'attività del pugilato pro; vale a dire il pugilato tradizionale. Si disputano incontri sulla distanza minima di quattro riprese, e massima di dodici. Gli atleti possono proseguire l'attività oltre i quaranta anni, purché oltre ai normali controlli sanitari effettuino una risonanza magnetica cerebrale con cadenza annuale. Si utilizzano guantoni da 8 once; fanno eccezione gli uomini il cui peso vada dai superwelter ai massimi, che utilizzano 10 once.[41]




  • Pugili neo-pro - Si tratta di una categoria di transizione fra il pugilato dilettantistico AOB e quello professionistico. Possono accedervi i pugili uomini Elite, o donne Elite I serie. È possibile ritornare nel settore AOB purché non si abbia disputato alcun incontro Pro. Si disputano incontri dalle quattro alle dieci riprese.[41]


  • Pugili pro - Possono chiedere di diventare pugili Pro, i pugili Neo-Pro che hanno effettuato almeno cinque incontri, oppure che si siano qualificati per la finale del Campionato Italiano di Lega Neo-Pro. Tuttavia la Lega Pro Boxe può ammettere al professionismo con propria motivata decisione anche atleti con un differente percorso alle spalle, anche in altri sport di combattimento. In tal caso sarà necessario il curriculum sportivo ufficiale rilasciato dalla Federazione di provenienza.[41]



Pugilato per disabili |


Il pugilato per disabili non è ancora compreso nel programma delle Paralimpiadi; la Fpi sta lavorando al Progetto Paralimpiadi di concerto con CONI e AIBA ma non sono ancora disponibili le risultanze.



Special Boxe, ossia Pugilato in carrozzina |


Un nuovo e ancora acerbo progetto di pugilato rivolto ai praticanti disabili. Il regolamento di categoria tiene conto dei diversi gradi di disabilità. Nella special boxe ci si confronta dalla carrozzina con guantoni e caschetto; l'obiettivo è superare l'avversario senza metterlo fuori combattimento (K.O), con dinamiche motorie simili a quelle dei più famosi: Scherma in carrozzina, Pallacanestro in carrozzina, Rugby in carrozzina[42]. Il progetto nacque nel 2013 a Livorno.[43]


Light Boxe Disability - Pugilato amatoriale per persone con disabilità


Sulla scia della Special Boxe, nasce in Liguria nel 2016, la Light Boxe Disability - in memoria di Matteo Perazzo - che si pone l’obiettivo di mettere a disposizione delle persone con disabilità fisica ed intellettiva, la disciplina della Light Boxe. Il pugilato non sarà più un limite per loro, anzi rappresenterà l'opportunità di rimettersi in gioco, imparando a meglio gestire le emozioni negative causate dalla propria condizione fisica. Il pugilato da sempre unisce, da sempre offre una seconda chance di vita.



Protezioni obbligatorie |




Pugili dilettanti, Spencer Vs Ellison, 2008, Armed Forces Boxing Championships


Le protezioni previste dal regolamento di ciascuna competizione sono obbligatorie; qualora l'atleta se ne privasse volontariamente, sarebbe immediatamente sanzionato dall'arbitro, con un richiamo ufficiale (perdendo punti). La perdita involontaria è sanzionata se è colposa e reiterata (es: caduta del paradenti a seguito di colpo regolare). Se una protezione si rompe, dovrà essere sostituita entro cinque minuti, a pena della sospensione dell'incontro, cui seguirà verdetto ai punti.




  • Corsetto toracico - Solo per le donne, a protezione del petto.


  • Cintura di protezione - Per proteggere dai colpi portati sotto la cintura, che comunque sono sempre vietati.


  • Casco - Il casco in gomma omologato AIBA od FPI, non è usato dai pugili uomini in alcune competizioni. Deve essere indossato dopo essere saliti sul ring.


  • Paradenti - Non può essere di colore rosso, o parzialmente rosso, in quanto occulterebbe la fuoriuscita di sangue.


  • Bendaggio - Le mani per indossare i guantoni debbono essere bendate. Lunghezza e larghezza della benda sono codificate, e si differenziano fra dilettanti e professionisti; questi ultimi impiegano bende notevolmente più lunghe, a fronte di guantoni più leggeri. È vietato usare sostanze che modifichino la consistenza del bendaggio (l'uso del gesso di Parigi ha comportato in passato squalifiche esemplari). Vietato altresì indossare degli anelli: terminato l'incontro l'arbitro controlla sempre i bendaggi, prima della comunicazione del verdetto; se le mani di un pugile non sono in ordine, egli sarà squalificato.


  • Guanti da boxe - I guanti si indossano prima di salire sul ring; si tolgono alla fine dell'incontro. Togliere i guanti prima del tempo è considerato un modo per comunicare all'arbitro la volontà di abbandonare l'incontro.



Colpi regolari |


Sono considerati regolari i soli colpi portati con i pugni chiusi che colpiscono con le nocche (lo spazio compreso fra l'estremo del metacarpo e la Falange), zona che è corrispondente alla imbottitura del guantone da boxe. Inoltre debbono impattare frontalmente, o lateralmente, al busto dell'avversario dalla cintura in su. La cintura si colloca entro l'altezza delle ossa iliache.



Scorrettezze |


Si considerano colpi proibiti e falli.


I colpi proibiti sono tutti quelli non regolari; come ad esempio: colpire di manrovescio, con il dorso della mano, il taglio, il palmo. Colpire con la testa, spalla, avambraccio. Girare su sé stessi e colpire; colpire l'avversario a terra, o in parti non valide (sotto la cintura, alla nuca, ai reni, o comunque alle spalle). Colpire di striscio per tagliare l'avversario. Colpire sulle braccia o sui guantoni dell'avversario non è proibito, tuttavia non incrementa il punteggio. Un colpo regolarmente vibrato può colpire in parte non ammessa, per fatto o colpa dell'avversario: in questo caso non costituisce colpo proibito.[40]


Per falli si intendono condotte irregolari come:



  • usare le corde (prendere slancio, appoggiarvisi, toccarle)

  • tenere e colpire

  • spingere l'avversario, la sua testa, o gravargli da sopra

  • condotta pericolosa (abbassare la testa sotto la cintura dell'avversario, mettergli la testa sotto il mento)

  • condotta sleale (pestare i piedi all'avversario)

  • simulazione

  • scarso agonismo (offendere l'avversario, correre sul quadrato, dare le spalle all'avversario)

  • disobbedire all'arbitro

  • mordere

  • liberarsi delle protezioni obbligatorie

  • tenere il guantone avanzato diritto, ad ostruzione della visuale avversaria

  • colpire nonostante gli ordini di break o di stop



Il conteggio |


Il conteggio serve per dare un momento di pausa al pugile in difficoltà; ha la durata minima di 8 secondi, e massima di 10. Un pugile che non riesce a riprendersi entro il 10 subirà lo Out e il verdetto arbitrale di K.O. (Knock Out, "Fuori Combattimento"). L'arbitro tuttavia può fermarsi a 8 se vede che il pugile è passivo e poco reattivo a causa dei colpi ricevuti (arrivato a 8 l'arbitro molto velocemente ordina al pugile di guardarlo e gli chiede se si sente bene); in questo caso il verdetto sarà di nuovo arbitrale e di K.O.T (fuori combattimento tecnico).


L'arbitro effettua il conteggio se un pugile che ha subito colpi regolari è: a terra, parzialmente fuori dalle corde, aggrappato alle corde, appoggiato alle corde; oppure anche se è in difesa passiva. La procedura è la seguente: l'arbitro grida l'ordine di Stop, poi inizia subito a contare e indica all'altro pugile di dirigersi verso un preciso angolo neutro (quello da cui possa vederlo agevolmente). Se l'avversario disobbedisce l'arbitro sospende il conteggio, concedendo quindi un tempo di recupero maggiore al pugile in difficoltà. Il conteggio non può essere fermato né dal secondo né dalla campana del gong; se il pugile deve essere soccorso l'arbitro decreta il Out e chiama il medico. Se entrambi i pugili sono in difficoltà l'arbitro li conterà ambedue contemporaneamente.


Il conteggio può essere effettuato fino ad un determinato numero di volte nella stessa ripresa, od in tutto l'incontro: terminati i conteggi, l'arbitro decreterà il verdetto di K.O.T. Nei dilettanti il subire un conteggio non comporta alcuna detrazione di punti; nei professionisti invece si perde la ripresa di 2 punti. In entrambi i casi i giudici annotano sui cartellini se il conteggio è avvenuto per colpi al capo (KDH), oppure al corpo (KD).



Verdetti e cartellini |


Un incontro può terminare con lo svolgimento delle riprese previste, oppure per abbandono, fuori combattimento (KO), intervento del medico, cause di forza maggiore. L'arbitro, il medico, il commissario di riunione, il secondo principale, possono intervenire per fermare un incontro prima del limite. Secondo la situazione il verdetto è stabilito dall'arbitro, oppure dai giudici. Se l'incontro si svolge regolarmente sono i giudici che stabiliscono il verdetto ai punti, conteggiati per ogni singola ripresa. Essi valutano sulla base dei colpi regolari lanciati con efficacia e determinazione[44], la correttezza, la tecnica offensiva e difensiva. Nei cartellini che redigono oltre ai punti, annotano i richiami ufficiali, i conteggi, per finire con il verdetto, utilizzando le apposite abbreviazioni.



Settore AOB (dilettanti) |


Vi è una differenza fra gli incontri di attività ordinaria e quelli di Torneo o Campionato: poiché nei tornei si combatte una volta al giorno, ponendo eccezione alla pausa sanitaria di 4 giorni, il ferimento comporta l'impossibilità di continuare e quindi la sconfitta alle eliminatorie per KOT-i; ciò non vale per l'incontro di finale per il quale non c'è l'esigenza di ammettere la predetta eccezione.




  • Vittoria ai punti - VP - Il verdetto è ai punti se: sono state completate le riprese previste; l'incontro è sospeso per cause di forza maggiore, non è possibile ripristinare entro 5 minuti una delle protezioni obbligatorie; vi è un duplice fuori combattimento (KO); il confronto è sospeso poiché un pugile che ha subito una lieve ferita accidentale, subisce un aggravamento della stessa a causa di un colpo regolare; il confronto è sospeso poiché un pugile che ha subito una lieve ferita causata da un colpo regolare, subisce un aggravamento accidentale della stessa; il confronto è sospeso perché entrambi i pugili hanno riportato una ferita accidentale/causata da colpo regolare.


  • Pareggio - N - Il verdetto di pareggio è ammesso in attività ordinaria allorché nessuno dei duellanti sia riuscito a prevalere, a giudizio della giuria. Tale verdetto non è ammesso in caso di Torneo o Campionato, nel qual caso il giudice dovrà sempre esprimere una preferenza.


  • Vittoria per fuori combattimento - VKO - Decretata dall'arbitro allorché il pugile, dopo aver subito colpi regolari, e sottoposto a conteggio non riesce a riprendersi entro i 10 secondi; oppure quando il pugile, od il secondo, intendono abbandonare durante il conteggio dell'atleta considerato a terra.


  • Vittoria per fuori combattimento tecnico - VKOT - L'arbitro decreta la fine del confronto se vi è notevole disparità fra i duellanti, se è stato raggiunto il limite massimo di conteggi, se non si riprende per tempo dal colpo basso, se dopo essere caduto fuori dal ring non vi risale, senza aiuti, per tempo; oppure quando il pugile, od il secondo, intendono abbandonare durante il conteggio dell'atleta considerato in difesa passiva.


  • Vittoria per fuori combattimento per intervento medico - VKOT-i - L'arbitro interrompe l'incontro perché: un pugile si è infortunato; c'è una ferita grave causata da colpo regolare; durante un Torneo o Campionato si verifica una ferita accidentale (ad eccezione della finale); uno dei pugili ha perduto una delle lenti a contatto obbligatorie. Inoltre se il medico, ritenendo l'incontro pericoloso, si rivolge al commissario di riunione e fa suonare il gong.


  • Vittoria per abbandono - VABB - L'arbitro sospende l'incontro se un pugile: alza il braccio, non riprende l'incontro al suono del gong, volta le spalle all'avversario e va verso il proprio angolo. Inoltre se il secondo: getta la spugna, toglie i guanti al pugile (durante l'intervallo), o chiama l'arbitro comunicandolo a voce. Non si può abbandonare durante il conteggio, nel caso l'arbitro decreterà il KO od il KOT.

  • Vittoria per squalifica - VSQ


  • Vittoria per assenza dell'avversario - VWO - In caso di Torneo o Campionato, quando uno dei duellanti non è a disposizione in tenuta di gara per l'orario previsto.


  • No contest - NC - Può verificarsi in attività ordinaria, allorché l'arbitro squalifichi entrambi i pugili.



Settore Lega Pro Boxe |



  • Vittoria ai punti - VP

  • Vittoria Tecnica ai Punti - VTP

  • Vittoria per abbandono - VABB

  • Vittoria per squalifica dell'avversario - VSQ

  • Vittoria per fuori combattimento - VKO

  • Vittoria per fuori combattimento tecnico - VKOT

  • Vittoria per fuori combattimento tecnico per ferita o intervento medico - VKOTC

  • Pareggio - N

  • Pareggio Tecnico - NT

  • No Decision - ND

  • Vittoria per assenza dell'avversario - VAA



Categorie di peso |



Dilettanti[45] |










Uomini |















































Categoria
Limite di peso in kg
Mosca leggeri 49
Mosca 52
Gallo 56
Leggeri 60
Superleggeri 64
Welter 69
Medi 75
Mediomassimi 81
Massimi leggeri 90.72
Supermassimi 120





Donne |















































Categoria
Limite di peso in kg
Mosca leggeri 48
Mosca 51
Gallo 54
Piuma 57
Leggeri 60
Superleggeri 64
Welter 69
Medi 75
Mediomassimi 81
Massimi Nessun limite





Juniors |















































Categoria
Limite di peso in kg
Mosca leggeri 48
Mosca 50
Supermosca 52
Gallo 54
Piuma 57
Leggeri 60
Super-leggeri 63
Medi 75
Mediomassimi 80
Massimi Nessun limite




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Professionisti |











































































Categoria
Limite di peso (1 lb. = 0,4536 kg circa)

Paglia (Minimosca)
105 lb; 45,00

kg



Mosca leggeri (Mosca jr.)
108 lb; 49 kg
Mosca 112 lb; 51 kg

Supermosca (Gallo jr.)
115 lb; 52 kg
Gallo 118 lb; 54 kg

Supergallo (Piuma jr.)
122 lb; 55 kg
Piuma 126 lb; 57 kg

Superpiuma (Leggeri jr.)
130 lb; 59 kg
Leggeri 135 lb; 61 kg

Superleggeri (Welter jr., Welter leggeri)
140 lb; 64 kg
Welter 147 lb; 67 kg

Superwelter (Medi jr., Medi leggeri)
154 lb; 70 kg
Medi 160 lb; 73 kg
Supermedi 168 lb; 76 kg
Mediomassimi 175 lb; 80 kg

Massimi leggeri (Cruiser)
200 lb; 90 kg
Massimi oltre 201 lb, oltre 91 kg


Contegno e Doveri pugilistici |


Da regolamenti Fpi: presente per intervenire ad una riunione di pugilato, il Pugile deve avere rispetto verso tutti gli ufficiali di servizi e il pubblico; rispettare le regole e astenersi da giudizi o discussioni.[46] Nello svolgimento delle riprese deve osservare il massimo silenzio; può conferire con i secondi durante il minuto di intervallo. Può interpellare l'arbitro solamente se intende abbandonare.[47] Il pugile deve avere contegno cavalleresco nei confronti di avversario e secondi, astenendosi da comportamenti che possano apparire irriguardosi. Deve stringere la mano all'avversario prima dell'incontro e dopo la proclamazione del verdetto.


Il pugile convocato a rappresentare la Nazione Italiana[48] deve avere una condotta irreprensibile, essendo chiamato come esempio per la collettività: puntuale, rispettoso, disciplinato, non cede al nervosismo ed esercita l'autocontrollo. Egli ha il dovere di: vincere e perdere con dignità[49]. Egli/Ella offrirà sempre una prestazione che [...] sarà inequivocabilmente contraddistinta dal maggior e miglior rendimento possibile per tenere alto il prestigio sportivo dell’Italia, affrontando le competizioni con animo forte, lealtà e cavalleria. All'inizio e alla fine della gara l'atleta stingerà la mano agli arbitri e all'avversario; infine l'atleta stringerà la mano al tecnico avversario e infine al proprio.[50]



Etica e Valori pugilistiche |


Secondo Carlo Nori, già presidente della Lega Pro Boxe, il pugilato si attesta come sport di riscatto per chi ha fame di conquistarsi una vita migliore. Molti campioni sono ex ragazzi difficili, prodotto di quartieri malfamati dove la vita è dura e priva di prospettive. Con la costante frequentazione della Pugilistica si trasmettono i valori del pugilato: rispetto verso maestro, avversario, arbitro, regolamento; inoltre dedizione e puntualità: perché le palestre di pugilato hanno le loro regole e orari. Valori che una volta appresi da chi non li conosceva, poi diventano spendibili nella vita quotidiana: nel lavoro e nella società. Nella boxe il successo si conquista un passo alla volta, giacché per diventare campioni ci vogliono molti anni e incontri: prima dilettante, se riesce olimpionico; in seguito professionista, ma soltanto i migliori potranno competere per titoli prestigiosi. Come ha detto e scritto diverse volte Rino Tommasi, il pugilato è uno sport pericoloso in cui si può anche morire, ma quanta gente sarebbe morta se non ci fosse il pugilato? Alcuni campioni in gioventù erano delinquenti, se avessero continuato a delinquere avrebbero prodotto danni non solo a loro stessi. [51]


Secondo la CEI, nel pugilato tipo boxe inglese[52] il gesto del pugile è razionale e non brutale: si cerca di sottomettere l'avversario nel rispetto delle Regole, senza necessariamento metterlo fuori combattimento (K.O.), grazie all'espediente della vittoria ai punti. La perdita di etica, dovuta alla mancanza di legittima difesa, è superata dalla valutazione complessiva del pugilato come arte che si pratica per ottenere traguardi personali non diversamente raggiungibili: atletismo, creatività, resistenza, equilibrio psico-dinamico, abilità nella deterrenza. Per diventare veri atleti si deve praticare una forma di ascesi sportiva nello sforzo di perfezionarsi; a quel punto si avranno promosse unità e armonia personali, raffinando la mente e superando i primitivi limiti corporei. In presenza di una autentica cultura sportiva che consenta di rimanere entro il confronto, senza cadere nello scontro. In sostanza va coltivato lo spirito dell'atleta. [...] In sintesi, il rapporto “etica e pugilato” richiama almeno quattro principi morali insostituibili perché sia un atto umano accettabile: 1 il principio di responsabilità, 2 il principio di integrità della persona, 3 il principio del sano agonismo, 4 il principio del rispetto assoluto dell'altro, 5 il principio del superamento di sé. Questi principi valgono come guida per valutare positivamente un'attività sportiva qual è il pugilato in modo che sia degno, bello e giusto coronamento della persona.[53]



Riabilitazione ed impegno sociale |


Lo sport del pugilato è da sempre un mezzo di recupero sociale e morale anche per persone ai margini della società, in forza del valore educativo insito nella disciplina sportiva.


Gli atleti stessi sono personalmente coinvolti. Roberto Cammarelle è testimonial per associazioni come: Sport Senza Frontiere, Osservatorio Bullismo e Doping, Istituto Serafico.[54]. Giacobbe Fragomeni è impegnato come maestro di pugilato anche presso riunioni in carcere, come al carcere Le Vallette di Torino.[55]. Patrizio Oliva collabora con Associazione Milleculure.[56]



Medicina sportiva |


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Avvertenza

Alcuni dei contenuti riportati potrebbero generare situazioni di pericolo o danni. Le informazioni hanno solo fine illustrativo, non esortativo né didattico. L'uso di Wikipedia è a proprio rischio: leggi le avvertenze.

Il pugilato è uno sport di contatto, nel quale si possono riportare traumi, ferite e lesioni. Le protezioni individuali obbligatorie (casco, paradenti, protezione pelvica, guantoni certificati di peso stabilito con o senza antishock) sono disciplinate dal regolamento AOB (pugilato amatoriale) e dai regolamenti delle altre competizioni (settori).


Lo stato di salute degli atleti è disciplinato dal Regolamento del settore sanitario. Un atleta per potersi tesserare dovrà sottoporsi ad una visita medica di idoneità agonistica, ecocardiogramma color-Doppler ed RX torace. Inoltre con cadenza annuale: EEG, RM cerebrale ed esami ematochimici comprensivi di emocromo completo con formula e sierologia per HBV e HCV. Solo per gli atleti oltre i 35 anni, anche un test ergometrico massimale annuale.


Ogni qualvolta il medico lo ritenga utile, tipicamente dopo una sconfitta per colpi al capo, l'atleta dovrà eseguire una RM cerebrale e osservare un periodo di riposo dalla attività di tempo variabile,che comprende allenamento e sparring.[57]


Entro 48 ore dall'inizio di un incontro, l'atleta deve sottoporsi a visita medica pre-gara da parte di un medico specialista in Medicina dello Sport. Ci sono dei limiti alla frequenza di incontri disputati: per gli AOB quattro giorni; per i/le pugili WSB, APB e Pro almeno dieci. Fanno eccezione i tornei nei quali più brevemente l'obbligo è di 24 ore di riposo.[57]


Una introduzione generale sulla materia è stata pubblicata nel 2006 dalla ABA (The Amateur Boxing Association Of England): Medical Aspects Of Amateur Boxing[58], a uso di allenatori, medici, arbitri, ecc...



Infortuni |






  • Borsite, lesioni alla cuffia dei rotatori


  • Concussione cerebrale - Lo scambio di colpi alla testa può comportare una concussione cerebrale. Nei casi più gravi un trauma cranico può condurre al decesso. Concussioni lievi ripetute nel tempo, possono generare una encefalopatia cronica post-traumatica, che si manifesta anni dopo la cessazione della attività sportiva.

A tal proposito giova ricordare quanto detto in precedenza: un atleta che ha subito una concussione o che abbia una storia di concussioni nella sua attività, presenta un rischio 4-6 volte superiore di subirne un'altra. Sebbene questa condizione patologica, conosciuta come encefalopatia cronica post-traumatica, sia stata per la prima volta descritta nella boxe, tanto che viene anche definita “demenza pugilistica” o “punch drunk syndrome”, ne sono affetti, seppur in forma più lieve, anche atleti di altri sport di contatto quali il football americano, l'hockey su ghiaccio, le arti marziali e, secondo alcuni ricercatori, il calcio e il rugby[59]


  • Frattura della madibola


  • Frattura del pugilatore - Una frattura del collo metacarpale (o frattura sottocapitale del metacarpo) è comunemente detta frattura del pugile, poiché sono causate dal colpire un oggetto duro[60]. Allorché non si abbia cura di colpire direttamente per tramite del 2° e del 3° metacarpo (corrispondenti alle dita: indice e medio, i più robusti), e si colpisca invece di striscio con il 4° od il 5° (corrispodenti alle dita: anulare e mignolo), può capitare di fratturarsi la mano[61][62]. Qualora la frattura sia dovuta ad un colpo dato a mano nuda, presso la bocca di qualcun altro, la cute potrebbe rimanere lacerata. La contaminazione della ferita cutanea con batteri orali può causare lesioni infettive tali da compromettere permanentemente la funzionalità della mano stessa, se non tempestivamente curate[60].

Sintomi: nocche gonfie o doloranti, dita in posizione anomala. Diagnosi: clinica, ma comunque necessaria una radiografia. Cura: si prevede l'immobilizzazione tramite tutore, oppure può rendersi necessario un intervento chirurgico (dipende se v'è presenza di disallineamento o rotazione nei tronconi). Finisce con esercizi di mobilizzazione[60]. Prognosi: generalmente buona se c'è stato buon esito nei vari passaggi fra chirurgo e medico familiare[63]. Tuttavia in caso di frattura malconsolidata (provocante dolore, difficoltà motoria, spostamento alle dita) occorre intervenire tramite una osteotomia correttiva, un tipo di intervento piuttosto impegnativo.[63]


  • Lesioni oculari


Distanza delle riprese |


Nel pugilato amatoriale i pugili si confrontano sulla distanza delle tre riprese da tre minuti l'una, intervallate da un minuto di riposo [64]. Nel professionismo la distanza aumenta, da un minimo di quattro, ad un massimo di dodici. La distanza delle dodici riprese per i titoli di campione fu stabilita a seguito della morte di Kim Duk Koo. Maggiore è la distanza, maggiore sarà la disidratazione, e tutti i rischi ad essa connessi. Tuttavia la disidratazione può essere stata precedentemente aggravata da un cattivo taglio del peso.



Taglio del peso |


La pratica di dimagrire velocemente riducendo idratazione e massa magra, digiunando, per rientrare nel limite di peso di una categoria inferiore, è un altro grave rischio sanitario: si riducono il tono della massa muscolare (vanificando l'allenamento), la capacità atletica, e anche la naturale resistenza ai colpi subiti (con la riduzione del liquido cefalorachidiano).[65]



Glossario pugilistico |








  • Commissario di Riunione - Ufficiale di gara preposto a che siano osservate le regole: è presente al luogo della riunione pugilistica, ed ogni incontro in programma deve prima passare al suo vaglio. Eventuali eccezioni regolamentari, debbono prima ricevere la sua approvazione.


  • Manuale - Libro che insegna la tecnica pugilistica, con un lungo elenco di combinazioni da imparare e mettere in atto, descritte ed illustrate.


  • Materasso - Viene definito tale un avversario non all'altezza della sfida, stimato per un avversario da allenamento. Potrebbe riferirsi ad un ex campione in declino, o anche ad un mestierante inesperto.


  • Collaudatore - Pugile collaudatore. Figura analoga a quella del Journeyman, ossia un perdente di mestiere. Potrebbe essere un mestierante inesperto gettato allo sbaraglio, come pure un pugile stagionato di tutto rispetto. Nel secondo caso trattasi di una figura necessaria alla crescita dei giovani talenti, che hanno necessità di fare esperienza prima di arrivare ad incontri importanti contro avversari determinati.


  • Sciacquadenti - Termine gergale, indica un forte colpo ricevuto alla bocca, tale da far vacillare o anche atterrare.


Anglicismi




  • Double shift - Tecnica di Jack Dempsey, significa doppio cambio di guardia. Cambiare guardia velocemente e ripetutamente consente di arricchire il proprio gioco di gambe, ottenendo potenza, cambiare angoli e variare le distanze.


  • Dempsey Roll - Tecnica di attacco resa famosa dal pugile Jack Dempsey. Si tratta di portare una serie di potenti ganci al corpo e/o al volto dell'avversario. Per farlo si deve abbassare il proprio baricentro, piegando le ginocchia ed allargando l'appoggio dei piedi; il tronco farà un movimento ad otto. L'avversario dovrà essere chiuso alle corde, oppure in avanzamento. Questa tecnica porta il sinistro come il destro, pertanto occorre una guardia stretta a mani pari e vicine al volto.



Pro: così facendo si aumenta la potenza dei colpi, e la possibilità di un colpo risolutore.

Contro: si diventa ripetitivi e prevedibili; si è maggiormente esposti ad un montante, ideale risposta d'incontro; si è rallentati nel gioco di gambe. Si tratta di una offensiva da usarsi per chiudere un incontro.




  • Falling Step - Letteralmente passo che cade, un tipo di attacco di Jack Dempsey, ma che poi è divenuto una teoria di difesa personale. Si intende di attaccare con tutta la propria forza.


  • FootWork - Il "gioco di gambe", necessario per tagliare il ring.


  • Haymaker - Termine gergale: falciata, mazzata. Si tratta di un tipo di pugno non ortodosso, da rissa, assomigliante al Lariat. Si tratta di una sbracciata[66], si esegue facendo fare un largo movimento al braccio, senza usare il gomito, e senza curarsi di mantenere la guardia né di proteggersi. Colpo non regolamentare.


  • In-Fighter (o anche Swarmer, Crowder) - aggettivo che definisce il pugile che combatte "dentro" la guardia dell'avversario, ossia da molto vicino, o anche a pieno contatto corporeo. Questa distanza ravvicinata richiede un bagaglio tecnico specifico che non tutti i pugili possiedono: resistenza ai colpi, propriocezione, incalzare l'avversario.


  • Out-Fighter - aggettivo che definisce il pugile che combatte "fuori" la guardia dell'avversario, ossia sempre da una certa distanza. Il pugile tecnico, che fa boxe di rimessa, deve innanzitutto sapere gestirsi l'avversario, mandandolo a spasso per il ring con un superiore gioco di gambe, senza farsi incalzare, e con un sapiente diretto jab di disturbo; nonché a vuoto con movimenti di tronco, e colpire possibilmente di incontro. Questo stile soffre particolarmente lo svantaggio in allungo.


  • Knock-out - Fuori combattimento. Un verdetto di vittoria.


  • KOT - letteralmente Knock Out tecnico, o anche come: Vittoria per arresto dell'incontro da parte dell'arbitro (V.R.S.C.); si tratta di un verdetto di vittoria deciso dall'arbitro allorché si palesi una consistente differenza di capacità fra i duellanti: difesa passiva, eccessivi atterramenti, mancato recupero di forma nei tempi regolamentari.


  • Journeymen - Sono pugili professionisti interessati alle borse; per guadagnare di più viaggiano molto, da cui il nome in lingua inglese che li definisce. Preparandosi in questo modo approssimativo non potrebbero mai aspirare a vincere titoli importanti, ed interpretano il ruolo dei perdenti di mestiere. Un perdente famoso per il numero elevatissimo di incontri sostenuti è stato il britannico Peter Buckley.[67]


  • Peek-a-Boo - Particolare guardia a mani alte usata da pugili di statura inferiore.


  • Ring announcer - L’Annunciatore; può essere una persona comune, uno degli organizzatori della riunione pugilistica, o anche una personalità celebre. In ogni caso è agli ordini del Commissario di Riunione.


  • Ring girl - Per lunga tradizione durante il minuto di riposo concesso ai pugili fra una ripresa e l'altra, si concede al pubblico come intermezzo lo spettacolo di una bella ragazza in abiti succinti, che fa il giro del quadrato (in inglese ring) tenendo in mano un cartello indicante la ripresa che si dovrà svolgere pochi momenti dopo. Figura simile a quella delle ombrelline. Tuttavia la loro presenza non è garantita, dipende dalla organizzazione della riunione.


  • Shadowboxing - o sia fare il vuoto: tipo di allenamento utile in molti modi differenti: riscaldamento, defaticamento, per la tecnica, a corpo libero o con pesi.


  • Shoulder Roll - Particolare guardia usata dai pugili più tecnici e meno aggressivi.


  • Sparring Partner - Dal verbo to spar, indica il compagno d'allenamenti da farsi sul ring, che precede un incontro.



Il pugilato nel cinema |


In ordine cronologico ricordiamo:




  • Charlot boxeur (conosciuto anche come Charlot eroe del ring), del 1915, con Charlie Chaplin;


  • Il campione (1931), diretto da King Vidor. È un melodramma toccante che ebbe grande successo commerciale e di critica. Nel 1932 vinse due premi Oscar, per il miglior attore (Wallace Beery) e il miglior soggetto.


  • Pugno di ferro, del 1932, con Stanlio e Ollio;


  • Stasera ho vinto anch'io, film del 1949 diretto da Robert Wise e interpretato da Robert Ryan;


  • Il grande campione, film del 1949 diretto da Mark Robson e interpretato da Kirk Douglas;


  • Lassù qualcuno mi ama (Somebody up there likes me), di Robert Wise con Paul Newman, film del 1956 sulla vita del campione statunitense di origini italiane Rocky Graziano;


  • Città amara - Fat City, di John Huston con Jeff Bridges, film del 1972 sulla vita di due pugili;


  • Rocky (1976), la pellicola di culto senz'altro più nota incentrata sul pugilato e il primo capitolo di una lunga saga: ha infatti avuto come sequel di altrettanta fama mondiale Rocky II, Rocky III, Rocky IV, Rocky V, Rocky Balboa e uno spin-off, Creed.


  • Il Campione (The Champ) (1979) diretto da Franco Zeffirelli. È il remake di The Champ, film del 1931 diretto da King Vidor. Lo sceneggiatore Walter Newman adatta per il film il soggetto originale del film di Vidor.


  • Toro scatenato (Raging Bull), film del 1980 sulla vita di Jake LaMotta diretto da Martin Scorsese e interpretato da Robert De Niro;


  • Bomber (1982), commedia italiana diretta da Michele Lupo con Bud Spencer e Jerry Calà;


  • Boxer, film del 1984 in lingua hindi diretto da Raj N. Sippy;


  • The Boxer, film del 1997 diretto da Jim Sheridan;


  • Hurricane - Il grido dell'innocenza (The Hurricane) film del 1999 che racconta la storia di Rubin Carter, interpretato da Denzel Washington;


  • Alì, film del 2001 diretto da Michael Mann e interpretato da Will Smith;


  • Undisputed (2002), diretto da Walter Hill con Wesley Snipes;


  • I ragazzi del Reich (2004), diretto da Dennis Gansel con Max Riemelt;


  • Million Dollar Baby, film del 2004 diretto e interpretato da Clint Eastwood;


  • Cinderella Man, film del 2005 sulla vita di Jim Braddock diretto da Ron Howard e interpretato da Russell Crowe;


  • Carnera - Il campione più grande, film del 2007 diretto da Renzo Martinelli;


  • Corde (2009), documentario di Marcello Sannino;


  • The Boxer (2009), diretto da Thomas Jahn;


  • The Fighter, film del 2010 diretto da David O. Russell, con Mark Wahlberg e Christian Bale;


  • Tiberio Mitri - Il campione e la miss, una miniserie televisiva italiana del 2011 diretta da Angelo Longoni e prodotta da Rai Fiction e Cristaldi Pictures;


  • Tatanka, film del 2011 diretto da Giuseppe Gagliardi con il pugile italiano Clemente Russo come protagonista;


  • Il grande match (Grudge Match), altra commedia del 2013 diretta da Peter Segal, con Sylvester Stallone e Robert De Niro.


  • Southpaw - L'ultima sfida (Sourhpaw), film del 2015 diretto da Antoine Fuqua, con Jake Gyllenhaal e Forest Whitaker.


  • Creed - Nato per combattere (Creed), film del 2015 diretto da Ryan Coogler, con Michael B. Jordan e Sylvester Stallone. È lo spin-off della popolare saga di Rocky.


  • Bleed - Più forte del destino (Bleed for this), film del 2016 diretto da Ben Younger, con Miles Teller, racconta la storia del pugile Vinny Paz.



Negli altri media |



Letteratura |




Darete contro Entello




  • Iliade di Omero; al XXIII canto il pugilato compare come parte dei giochi funebri organizzati da Achille in onore di Patroclo: si offre premio al vincitore una giumenta indomita di sei anni, inadatta al lavoro, ed ormai penoso a domarsi; allo sconfitto una coppa con gemine orecchie[68]. Si alza gagliardo Epeo, l'artigiano che costruì materialmente il cavallo di Troia; egli si dichiara prestantissimo nel certame del cesto[69], giustificandosi così del fatto d'esser meno valente in battaglia. È sottinteso che al tempo della narrazione l'attività più considerata era quella bellica, perciò alle altre gare per i giochi funebri sono donati premi più ambiti, e vi partecipano eroi più gloriosi. A sfidarlo si alza Eurialo Mecisteo. Epèo stende Eurialo con dei colpi alla mascella, e vincitore, lo aiuta a rialzarsi.


  • Eneide di Virgilio; al V libro il pugilato compare come parte dei giochi commemorativi organizzati da Enea in onore del padre Anchise ivi deceduto l'anno prima: «Or - disse Enea - qual sia che vaglia ed osi / di forza e d'ardimento, al cesto invito. / Chïunque accetta, col suo braccio in alto / si mostri accinto»[70]. Il possente Darete si erge e poiché nessuno accetta la sfida, pretende il premio senza battersi. A tale sfrontatezza pone un freno Aceste, chiamando alla pugna Entello, un vecchio pugile, allievo di Erice. Entello mostra i suoi cesti, ma sono molto più grossi di quelli di Darete, sicché Enea provvede a rifornirli di cesti iguali. Inizia lo scontro: Entello è in svantaggio, lento ed immobile sulle gambe, scivola e si atterra da sé; per la vergogna si rialza con grande vigorìa, e tempesta di colpi Darete. Poco dopo Enea sospende lo scontro e dichiara la vittoria di Entello come prescelta dagli dèi, dicendo a Darete: Non senti e le sue forze e i numi avversi? / Cedi a dio. Darete vomitando sangue e denti viene portato alle navi per rinfrancarsi. Entello dunque riscuote il premio, e col cesto in mano vibra un colpo al cranio del bove spettantegli, uccidendolo: sacrificio offerto in onore del suo maestro Erice, ed annuncia il proprio ritiro dall'arte pugilistica.



Fumetti |




  • Carnera, la montagna che cammina - di Davide Toffolo, editore Coconino Press; fumettografia su Primo Carnera.


  • L'arrabbiato - di Hervé Barulea.


  • Round & Round - di Andrea Campanella e Hannes Pasqualini; racconto su Bruno Visentin.


  • I combattenti - di Luigi Mignacco e Paolo Raffaelli, collana "Le Storie" Bonelli editore; ispirato al racconto I duellanti di Joseph Conrad.


  • Gong - di Austier Laurent, 2012.


  • Il pugile - La storia vera di Hertzko Haft - di Reinhard Kleist, 2014, edizione italiana BAO Publishing; ispirato alla storia vera dell'ebreo polacco Hertzko Haft sopravvissuto ai campi di concentramento nazisti.



Manga e anime |




  • Rocky Joe, manga e anime, a principiare dal 1968, disegni Tetsuya Chiba, storia Asao Takamori (sotto pseudonimo di Ikki Kajiwara).


  • Forza Sugar, manga e anime, dal 1976, opera di Yu Koyama.


  • Cestus, manga del 1998 di Shizuya Wazarai.


  • One Pound Gospel, manga e oav, dal 1987, di Rumiko Takahashi.


  • Hajime no Ippo, manga e anime, dal 1989, di George Morikawa.


  • Ring ni kakero, manga e anime, dal 1977, di Masami Kurumada.


  • KATSU!, manga dal 2001 al 2005, di Mitsuru Adachi.



Pittura |



  • Category:Paintings of boxing

  • Category:Boxing in art



Videogiochi |



  • La serie di Punch-Out!!

  • La serie di Fight Night, prodotta dalla EA Sports.



Note |




  1. ^ pùgile in Vocabolario Treccani, su treccani.it. URL consultato il 1º novembre 2018.


  2. ^ Dichiarazioni del Presidente FPI in merito al perpetrarsi dell’utilizzo improprio della parola “pugile” da parte di alcuni media., su fpi.it, 22 ottobre 2018. URL consultato il 1º novembre 2018.


  3. ^ LA GUERRA DEI PUGNI A VENEZIA, su venezia.net. URL consultato il 3 settembre 2018.


  4. ^ LA GUERRA DEI PUGNI, su venetostoria.com, 20 maggio 2014. URL consultato il 3 settembre 2018.


  5. ^ Douglas, John Sholto, marchese di Queensberry, su it.encarta.msn.com. URL consultato il 20 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2009).


  6. ^ V.Z., La boxe al servizio della TV, in la Repubblica, 10 ottobre 1987, p. 25.


  7. ^ [After 25 years, Kim death still stings Mancini: ESPN airs documentary tonight that revisits 1982 tragedy". The Vindicator. November 13, 2007]


  8. ^ PUGILATO, SI TORNA A COMBATTERE IN SVEZIA, su sport.repubblica.it, 30 novembre 2006. URL consultato il 3 settembre 2018.


  9. ^ Norvegia: torna la boxe professionistica, vietata da 30 anni, su sport.sky.it, 17 dicembre 2014. URL consultato il 3 settembre 2018.


  10. ^ N.B. Il pugile si dice tecnico se predilige il bello stile e la vittoria ai punti, rispetto alla forza bruta e la vittoria per K.O. Spesso il tecnico si dice che gioca di rimessa: ossia lascia l'onere/privilegio della prima mossa all'avversario, muovendo per secondo


  11. ^ N.B. Vi è tutt'oggi una diatriba irrisolta sulla corretta posizione del pollice: se esso debba essere rivolto al corpo oppure all'americana, verso l'alto.


  12. ^ abcd Manuale di pugilato AIBA per allenatori, in lingua inglese: AIBA Coach Regulations Manual, formato pdf.


  13. ^ abc Manuale di pugilato della squadra olimpica statunitense, in lingua inglese: USA Boxing Grassroots Manual, pag.100


  14. ^ Giovanile News - Online i Modelli Gara Giovanile 2018 #GiovanileFPI, su fpi.it, 17 gennaio 2018. URL consultato il 14 novembre 2018.
    Citato in: MODELLI GARA 2018 pag.11, Tema n°10. Istruzioni sui Criterium giovanili FPI



  15. ^ How Triple G Became An ‘Honorary Mexican’ In His Quest to Win Over L.A. Boxing Fans, su lataco.com, 7 maggio 2018. URL consultato il 23 novembre 2018.


  16. ^ What is Gennady Golovkin’s ‘Mexican style’?, su boxingnewsonline.net, 23 giugno 2016. URL consultato il 23 novembre 2018.


  17. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.254


  18. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.384


  19. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.190, 194


  20. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.120


  21. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.204


  22. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.337


  23. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.403


  24. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.353


  25. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.114,115


  26. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.50


  27. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.293


  28. ^ James Roberts, Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.98, 99


  29. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.75


  30. ^ James Roberts and Alexander Skutt, The Boxing Register, 1999, p.339, 340


  31. ^ FPI Comunicato Presidente FPI sulla competenza esclusiva dell'attività del pugilato in Italia, su fpi.it, 5 giugno 2017. URL consultato il 5 giugno 2017.


  32. ^ Competenza esclusiva dell’attività del pugilato in Italia - LETTERA DI DIFFIDA FPI ALL'ACCADEMIA DEL FITNESS, su fpi.it, 3 agosto 2017. URL consultato il 23 novembre 2018.


  33. ^ REGOLAMENTO GYM BOXE - SETTORE AMATORIALE -Approvato dal Consiglio Federale del 28 marzo 2014 - Fatte salve eventuali integrazioni o modifiche richieste dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano


  34. ^ FEDERAZIONE PUGILISTICA ITALIANA - REGOLAMENTO SOFT-BOXE


  35. ^ Light Boxe Disability, su facebook.com.


  36. ^ Regolamento Light Boxe 2015


  37. ^ REGOLAMENTO di BOXE COMPETITION - www.boxecompetition.com


  38. ^ (vedi anche Criterium#Pugilato)


  39. ^ Regolamento del Settore Giovanile, Approvato dal Consiglio Federale del 7 dicembre 2015 con delibera n. 483


  40. ^ abcdefghi REGOLAMENTO DEL SETTORE A.O.B. (AIBA OPEN BOXING), Approvato dalla Giunta Nazionale del CONI con delibera n. 85 del 10 marzo 2015, e aggiornato al Consiglio Federale del 12 marzo 2015


  41. ^ abc REGOLAMENTO DEL SETTORE LEGA PRO-BOXE - Approvato dal Consiglio Federale del 30 maggio 2015 con delibera n. 213 - Fatte salve eventuali modifiche richieste dal CONI


  42. ^ Boxe: dalla carrozzina un montante che manda k.o. le barriere, su incodaalgruppo.gazzetta.it, 20 marzo 2015. URL consultato il 26 agosto 2016.


  43. ^ Una boxe...special Parte da Livorno il progetto-disabili, su iltirreno.gelocal.it, 27 dicembre 2013. URL consultato il 26 agosto 2016.


  44. ^ articolo 54 comma 2, de il: REGOLAMENTO DEL SETTORE A.O.B. (AIBA OPEN BOXING), Approvato dalla Giunta Nazionale del CONI con delibera n. 85 del 10 marzo 2015, e aggiornato al Consiglio Federale del 12 marzo 2015


  45. ^ (EN) AIBA, Technical & Competition Rules (PDF), su aiba.org, 24 marzo 2011, p. 63. URL consultato il 21 aprile 2011.


  46. ^ Regolamento A.O.B. Aggiornato al CF 7.05.2016, articolo 30


  47. ^ REGOLAMENTO SETTORE LEGA PRO BOXE pubblicato con rilievi CONI del 18.07.2016 aggiornato CF 16 .17.09.2016 CONI, articolo 65


  48. ^ Codice Etico Italia Boxing, Squadra Azzurra di Pugilato: Italia Boxing Team


  49. ^ Codice Etico Italia Boxing, i 13 "doveri" degli azzurri


  50. ^ Codice Etico Italia Boxing, Comportamento in gara


  51. ^ Carlo Nori: “Basta insulti alla boxe”, su legaproboxe.it, 21 luglio 2014. URL consultato il 22 gennaio 2017., concetti e citazione di Carlo Nori, all'epoca presidente della Lega Pro Boxe


  52. ^ N.B. si escludono pertanto forme diverse di pugilato


  53. ^ Etica e Pugilato.doc, di Monsignor Carlo Mazza, Direttore Ufficio Nazionale CEI per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport


  54. ^ Roberto Cammarelle, leggenda italiana oltre la boxe, su tag24.it, 12 gennaio 2016. URL consultato il 9 novembre 2018.


  55. ^ Michela Pellegrini, ...e visse felice e contento. Giacobbe Fragomeni al secondo round della vita, in Boxe Ring n°02/2017. accesso richiede url (aiuto)


  56. ^ Patrizio Oliva - Associazione Milleculure, su milleculure.it. URL consultato il 13 novembre 2018., e Oliva, criminalità recluta ignoranti, su ansa.it, 26 gennaio 2016. URL consultato il 13 novembre 2018.


  57. ^ ab Federazione pugilistica italiana: Regolamento sanitario (Approvato dalla Giunta Nazionale del C.O.N.I. del 18 -12-2014), articolo 9


  58. ^ (EN) The Medical Commission, Medical Aspects Of Amateur Boxing (PDF), nº 5, Amateur Boxing Association Of England, 2006. URL consultato il 20 febbraio 2016.


  59. ^ Roberto Vagnozzi, Stefano Signoretti, Barbara Tavazzi, Andrea Verzeletti, Giuseppe Lazzarino e Maurizio Casasco, La Concussione cerebrale (PDF), in Medicina dello sport, 63 supplemento 1, nº 3, Edizioni Minerva Medica, settembre 2010. URL consultato il 15 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).


  60. ^ abc Fratture del palmo (Fratture metacarpali), su msdmanuals.com. URL consultato il 14 ottobre 2018.


  61. ^ Frattura del 5 metacarpo, su riabilitazionemanospalla.it. URL consultato il 14 ottobre 2018.


  62. ^ Per completezza si ricorda che a fratturarsi può essere anche il 1° metacarpo, quello del pollice, ma questo è un altro discorso.


  63. ^ ab Frattura del pugile, su cesare-fusetti.ch. URL consultato il 15 ottobre 2018.


  64. ^ N.B. in precedenza, fino al 2016, il pugilato amatoriale femminile prevedeva quattro riprese di quattro minuti l'una (vedi Regolamento A.O.B. Aggiornato al CF 7.05.2016.pdf). Invece da luglio 2017 esse gareggiano, come i colleghi maschi, sulle tre riprese da tre minuti (vedi Regolamento A.O.B. Aggiornato al CF 07.07.2017 pubblicato.pdf)


  65. ^ Matteo Capodaglio, MMA e taglio del peso: una pratica controversa (parte 1), Project Invictus.it. URL consultato il 4 aprile 2016.


  66. ^ sbracciata in Vocabolario Treccani, su treccani.it. URL consultato il 1º novembre 2018.


  67. ^ Storie di ring. Il lato oscuro del business della boxe, su avvenire.it, 23 ottobre 2014. URL consultato il 6 agosto 2017.


  68. ^ Omero - Iliade, Traduzione del Romagnoli, canto XXIII. Testo presente in wikiquote


  69. ^ Omero - Iliade, Traduzione del Monti, canto XXIII. Testo presente in wikiquote


  70. ^ Publio Virgilio Marone - Eneide (I secolo a.C.), Traduzione dal latino di Annibale Caro (XVI secolo), Libro quinto. Testo presente in wikiquote



Voci correlate |



  • Assorbimento di colpo

  • Campionato lineare

  • Guanti da boxe

  • Pugilato ai Giochi olimpici

  • Wude



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Collegamenti esterni |






  • Pugilato, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Pugilato, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata

  • Federazione Pugilistica Italiana, su fpi.it.




























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