Guerra fredda




























Guerra fredda

Soviet Tanks near Checkpoint Charlie - Flickr - The Central Intelligence Agency (crop).jpg
Carri armati sovietici T-55 nei pressi del Checkpoint Charlie a Berlino il 28 ottobre 1961 fronteggiano i mezzi corazzati americani, nel momento più critico della Crisi di Berlino del 1961
Data
1947-1991
Luogo
Europa, Africa, Asia e America Latina
Causa Organizzazione del potere mondiale dopo la seconda guerra mondiale
Esito
Dissoluzione dell'Unione Sovietica, caduta del blocco orientale e fine della sfera di influenza dell'URSS,

riunificazione della Germania
Schieramenti




Stati Uniti Stati Uniti d'America
NATO NATO
e stati ideologicamente vicini al Blocco occidentale

URSS Unione Sovietica
Warsaw Pact Logo.svg Patto di Varsavia
e stati ideologicamente vicini al Blocco orientale
Comandanti




Stati Uniti Presidente degli USA

PCUS Emblema.svg Segretario generale del PCUS

Voci di guerre presenti su Wikipedia






Con l'espressione guerra fredda si indica la contrapposizione politica, ideologica e militare che venne a crearsi intorno al 1947, tra le due potenze principali emerse vincitrici dalla seconda guerra mondiale: gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica. Ben presto si giunse alla divisione dell'Europa in sfere di influenza e alla formazione di blocchi internazionali ostili, denominati comunemente come Occidente (gli Stati Uniti, gli alleati della NATO e i Paesi amici) ed Oriente, o "blocco comunista" (l'Unione Sovietica, gli alleati del Patto di Varsavia e i Paesi amici), oltre a tutti i Paesi non allineati del resto del mondo.


Questa suddivisione influenzò fortemente per decenni l'opinione pubblica mondiale ed ebbe il suo concreto emblema nella divisione della Germania in Germania Ovest e Germania Est, della città di Berlino tramite l'omonimo muro e nella figura retorica della cosiddetta "cortina di ferro", coniata per la prima volta da Winston Churchill nel 1946, volta a definire la netta distinzione territoriale e ideologica che si stava venendo a creare tra i due blocchi socio-economici dominanti[1]. Si trattava sostanzialmente della contrapposizione tra due grandi ideologie politico-economiche: la democrazia-capitalista da una parte e il totalitarismo-comunista dall'altro, estraneo all'internazionalismo del mercato. La tensione che ne risultò, durata circa mezzo secolo, pur non concretizzandosi mai in un conflitto militare diretto (da cui il termine "fredda" usato per descrivere un'ostilità che non sembrava più risolvibile attraverso una guerra frontale tra le due superpotenze, dato il pericolo per la sopravvivenza dell'umanità rappresentato da un eventuale ricorso alle armi nucleari)[2], si sviluppò nel corso degli anni incentrandosi sulla competizione in vari campi (militare, spaziale, tecnologico, ideologico, psicologico, sportivo) contribuendo almeno in parte allo sviluppo ed evoluzione della società stessa con l'avvento della terza rivoluzione industriale.


L'espressione era stata usata già nel 1945 da George Orwell[3] che, riflettendo sulla bomba atomica, preconizzava uno scenario in cui le due grandi potenze, non potendo affrontarsi direttamente (per il rischio di distruzione mutua assicurata), avrebbero finito per dominare e opprimere tutti gli altri. Nel 1947 fu ripresa dal consigliere presidenziale Bernard Baruch e dal giornalista Walter Lippmann per descrivere l'emergere delle tensioni tra i due alleati della seconda guerra mondiale.[4]


Le fasi più critiche e potenzialmente pericolose della guerra fredda furono due: la prima, compresa fra gli anni cinquanta e sessanta, e la seconda, circoscritta alla prima metà degli anni ottanta. La fine della guerra fredda viene convenzionalmente fatta coincidere con la caduta del muro di Berlino (9 novembre 1989) e la successiva dissoluzione dell'Unione Sovietica (26 dicembre 1991).




Indice






  • 1 Origini del termine


  • 2 Fine della seconda guerra mondiale


    • 2.1 Conferenze di guerra in Europa postbellica




  • 3 Gli inizi della guerra fredda (1947-1953)


    • 3.1 Containment e Dottrina Truman


    • 3.2 Piano Marshall e colpo di stato cecoslovacco


    • 3.3 Cominform e la rottura Tito-Stalin


    • 3.4 Blocco di Berlino e ponte aereo


    • 3.5 Inizio della NATO e della Radio Free Europe


    • 3.6 Guerra civile cinese e SEATO


    • 3.7 Guerra di Corea




  • 4 Crisi e escalation (1953-62)


    • 4.1 Chruščëv, Eisenhower e destalinizzazione


    • 4.2 Patto di Varsavia e rivoluzione ungherese


    • 4.3 Ultimatum di Berlino e integrazione europea


    • 4.4 Competizione nel terzo mondo


    • 4.5 Scissione sino-sovietica


    • 4.6 Corsa allo spazio


    • 4.7 Rivoluzione cubana e l'invasione della Baia dei Porci


    • 4.8 Crisi di Berlino del 1961


    • 4.9 La crisi dei missili cubani e la cacciata di Chruščëv




  • 5 Confronto attraverso la distensione (1962-1979)


    • 5.1 Ritiro francese dalla NATO


    • 5.2 Invasione della Cecoslovacchia


    • 5.3 Dottrina Brežnev


    • 5.4 Escalation nel terzo mondo


    • 5.5 Il riavvicinamento sino-americano


    • 5.6 Nixon, Brežnev e distensione


    • 5.7 Deterioramento delle relazioni alla fine degli anni settanta




  • 6 "Seconda Guerra Fredda" (1979-85)


    • 6.1 Guerra sovietica in Afghanistan


    • 6.2 Reagan e Thatcher


    • 6.3 Movimento polacco di solidarietà e legge marziale


    • 6.4 Questioni militari ed economiche sovietiche e statunitensi




  • 7 Anni finali (1985-91)


    • 7.1 Le riforme di Gorbačëv


    • 7.2 Miglioramento nelle relazioni


    • 7.3 L'Europa dell'Est si separa


    • 7.4 Le repubbliche sovietiche si separano


    • 7.5 Dissoluzione sovietica




  • 8 La corsa agli armamenti e la corsa allo spazio


  • 9 Studi


  • 10 Dopo la fine della guerra fredda


  • 11 Cronologia degli eventi principali


  • 12 La guerra fredda e la cultura statunitense


  • 13 Note


  • 14 Bibliografia


  • 15 Voci correlate


  • 16 Altri progetti


  • 17 Collegamenti esterni





Origini del termine |


Alla fine della seconda guerra mondiale, lo scrittore inglese George Orwell usò il termine "guerra fredda" nel suo saggio "You and the Atomic Bomb", pubblicato il 19 ottobre 1945 sul quotidiano britannico Tribune. Descrivendo un mondo che vive all'ombra della minaccia della guerra nucleare, Orwell utilizzando le previsioni di James Burnham su un mondo polarizzato, scrisse:


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«Guardando il mondo nel suo insieme, la deriva per molti decenni non è stata verso l'anarchia, ma verso la reimposizione della schiavitù ... La teoria di James Burnham è stata molto discussa, ma poche persone hanno ancora considerato le sue implicazioni ideologiche - cioè, il tipo di visione del mondo, il tipo di convinzioni e la struttura sociale che probabilmente prevarrebbero in uno stato che era allo stesso tempo invincibile e in uno stato permanente di "guerra fredda" con i suoi vicini.[3]»



Sul The Observer del 10 marzo 1946, Orwell scrisse, "dopo la conferenza di Mosca dello scorso dicembre, la Russia iniziò una guerra fredda contro la Gran Bretagna e l'Impero britannico."


Il primo uso del termine per descrivere lo specifico scontro geopolitico del dopoguerra tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti fu in occasione di un discorso di Bernard Baruch, un influente consigliere dei presidenti democratici, tenuto il 16 aprile 1947. un estratto del discorso, scritto dal giornalista Herbert Bayard Swope,[5] afferma: "Non lasciamoci ingannare: siamo oggi nel bel mezzo di una guerra fredda".[6] L'editorialista del giornale Walter Lippmann diede al termine una portata più ampia grazie al suo libro The Cold War (guerra fredda in lingua inglese). Quando nel 1947 gli venne chiesta l'origine del termine, Lippmann la ricondusse a un termine francese degli anni 1930, la guerre froide.[7]



Fine della seconda guerra mondiale |



Conferenze di guerra in Europa postbellica |


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Lo stesso argomento in dettaglio: Conferenza di Teheran e Conferenza di Jalta.



I "Tre Grandi" alla Conferenza di Yalta: Winston Churchill, Franklin Roosevelt e Iosif Stalin.


Al termine della seconda guerra mondiale, gli Alleati non si trovavano d'accordo su come dovessero essere segnati i confini dell'Europa appena liberata dai nazisti.[8] Ciascuno dei vincitori possedeva idee diverse riguardo a come gestire e mantenere la sicurezza post-bellica.[8] Alcuni studiosi sostengono che tutti gli stati Alleati occidentali desideravano arrivare ad una situazione in cui si fossero stabiliti governi democratici il più ampiamente possibile, permettendo così ad essi stessi di risolvere pacificamente le differenze attraverso organizzazioni internazionali.[9] Altri osservano che le potenze atlantiche erano comunque divise nella loro visione del nuovo mondo postbellico. Gli obiettivi di Roosevelt, e cioè la vittoria militare in Europa e in Asia, il raggiungimento della supremazia economica americana globale sull'impero britannico e la creazione di un'organizzazione mondiale per la pace, apparivano maggiormente globali e ambiziosi rispetto a quelli di Churchill, che si concentrava principalmente sul controllo del Mediterraneo, assicurando così la sopravvivenza dell'Impero britannico e l'indipendenza dei paesi dell'Europa centrale e orientale in modo che fungessero da cuscinetto tra i sovietici e il Regno Unito.[10]


L'Unione Sovietica tentò di dominare gli affari interni dei paesi che la circondavano.[8][11] Durante la guerra, Stalin aveva creato centri di addestramento speciali per i comunisti dei diversi paesi, in modo che potessero formare forze segrete di polizia fedeli a Mosca non appena l'Armata Rossa fosse arrivata. Gli agenti sovietici assunsero il controllo dei media, in particolare della radio e rapidamente esautorarono tutte le istituzioni civili indipendenti, dai gruppi giovanili alle scuole, alle chiese e ai partiti politici rivali.[12] Stalin cercò, tuttavia, anche la pace con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, sperando di concentrarsi sulla ricostruzione interna e sulla crescita economica.[13]





Zone di occupazione della Germania nel dopoguerra.


Secondo l'opinione americana, Stalin appariva come un potenziale alleato nel raggiungere gli obiettivi, mentre per i britannici il leader sovietico sembrava la più grande minaccia per l'adempimento dei loro programmi. Con i sovietici che occupavano già la maggior parte dell'Europa centrale e orientale, Stalin si trovava in vantaggio.


Le differenze tra Roosevelt e Churchill portarono a diversi accordi separati con i sovietici. Nell'ottobre del 1944, Churchill si recò a Mosca e propose l'accordo sulle percentuali su cui dividere i Balcani nelle rispettive sfere d'influenza, tra cui il predominio di Stalin sulla Romania e sulla Bulgaria, mentre i britannici avrebbero avuto carta bianca sulla Grecia. Alla conferenza di Yalta del febbraio 1945, Roosevelt firmò un accordo separato con Stalin riguardante l'Asia e rifiutò di sostenere Churchill sulle questioni relative alla Polonia.[10] Alla fine, Roosevelt approvò anche l'accordo percentuale sull'Europa dell'est,[14] ma apparentemente non vi era ancora un solido consenso sul quadro postbellico in Europa.[15]


Alla Seconda conferenza di Québec, una conferenza militare di alto livello tenutasi a Quebec City tra il 12 e il 16 settembre 1944, Churchill e Roosevelt raggiunsero un accordo su una serie di questioni, tra cui un piano per la Germania, basato sull'originale proposta di Henry Morgenthau Jr.. Il memorandum elaborato da Churchill prevedeva "l'eliminazione delle industrie belliche nella Regione della Ruhr e in quella del Saar ... in attesa di convertire la Germania in un paese principalmente agricolo e pastorale nel suo carattere". Tuttavia, non includeva un piano per dividere il paese in diversi stati indipendenti (Piano Morgenthau).



Gli inizi della guerra fredda (1947-1953) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra fredda (1947-1953) e sue origini.


Containment e Dottrina Truman |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Containment e Dottrina Truman.




Alleanze militari in Europa




Alleanze economiche in Europa




Nel 1947, il presidente americano Harry Truman si sentì oltraggiato dalla resistenza dell'Unione Sovietica alle richieste statunitense relative all'Iran, alla Turchia e alla Grecia, nonché dal rifiuto al piano Baruch sulle armi nucleari.[16][17] Nel febbraio 1947, il governo britannico annunciò che non poteva più permettersi di finanziare il Regno di Grecia nella sua guerra civile contro gli insorti comunisti.[18]


In risposta a questo annuncio, il governo degli Stati Uniti adotta il containment,[19] il cui scopo era fermare la diffusione del comunismo. Truman pronunciò un discorso in cui chiedeva l'assegnazione di 400 milioni di dollari per intervenire nella guerra e svelava la "dottrina Truman" che inquadrava il conflitto come una contesa tra popoli liberi e regimi totalitari.[19] I politici statunitensi accusarono l'Unione Sovietica di cospirare contro i realisti greci nel tentativo di espandere l'influenza sovietica, nonostante Stalin avesse dichiarato che il Partito Comunista avrebbe cooperarato con il governo greco appoggiato dall'Inghilterra.[20] Gli insorti furono, infatti, aiutati dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia di Josip Broz Tito contro il volere di Stalin.[21][22]


L'enunciazione della dottrina Truman segnò, negli Stati Uniti, l'inizio di una intesa bipartisan tra repubblicani e democratici, per quanto riguarda la difesa nazionale e la politica estera che andò a indebolirsi solamente durante e dopo la guerra del Vietnam, ma che comunque persistette anche in seguito.[23][24] I partiti moderati e conservatori europei, così come i socialdemocratici, fornirono un sostegno praticamente incondizionato all'alleanza occidentale,[25] mentre i comunisti europei ed americani, finanziati dal KGB e coinvolti nelle sue operazioni di spionaggio,[26] aderirono alla linea di Mosca nonostante fosse apparso un dissenso dopo il 1956. Ulteriori critiche alla politica di consenso arrivarono dagli attivisti contro la guerra contro il Vietnam, dalla campagna per il disarmo nucleare e dal movimento anti-nucleare.[27]



Piano Marshall e colpo di stato cecoslovacco |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Piano Marshall, Blocco occidentale e Colpo di Stato in Cecoslovacchia del 1948.



Mappa dell'Europa nell'epoca della Guerra Fredda in cui sono mostrate le nazioni che hanno ricevuto aiuti dal Piano Marshall. Le colonne rosse indicano il totale dei finanziamenti ricevuti per ciascuna nazione.


All'inizio del 1947, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti tentarono senza successo di raggiungere un accordo con l'Unione Sovietica riguardo ad un piano che prevedeva una Germania economicamente autosufficiente, compresa una contabilità dettagliata degli impianti industriali, dei beni e delle infrastrutture già rimosse dai sovietici.[28] Nel giugno 1947, in accordo con la Dottrina Truman, gli Stati Uniti promulgarono il Piano Marshall, un programma di assistenza economica per tutti i paesi europei disposti a partecipare, inclusa l'Unione Sovietica.[28] Nell'ambito del piano, firmato dal presidente Harry Truman il 3 aprile 1948, il governo degli Stati Uniti donò ai paesi dell'Europa occidentale oltre 13 miliardi di dollari del tempo (equivalenti a 189,39 miliardi di dollari del 2016) per ricostruire la propria economia distrutta dagli esiti del secondo conflitto mondiale. Successivamente, il programma portò alla creazione dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.


L'obiettivo del piano fu quello di ricostruire i sistemi democratici ed economici dell'Europa e contrastare le possibili minacce agli equilibri di potere del vecchio continente.[29] Il piano, inoltre, affermava che la prosperità europea dipendeva dalla ripresa economica tedesca.[30] Un mese dopo, Truman firmò il National Security Act del 1947 creando così il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America, la Central Intelligence Agency (CIA) e il National Security Council (NSC). Queste diventarono i principali enti per la politica statunitense nella Guerra Fredda.[31]




Ricostruzione di Berlino Ovest grazie agli aiuti portati dal Piano Marshall


Stalin riteneva che l'integrazione economica con l'Occidente avrebbe permesso ai paesi del blocco orientale di sfuggire al controllo sovietico e che gli Stati Uniti stavano cercando di conquistare un riallineamento europeo verso di loro.[32] A fronte di ciò, Stalin impedì alle nazioni facente parti del blocco orientale di ricevere aiuti dal piano Marshall.[32] L'alternativa dell'Unione Sovietica al Piano Marshall divenne nota come Piano Molotov (successivamente istituzionalizzato nel gennaio 1949 come Consiglio di mutua assistenza economica).[32] Stalin si dimostrò anche timoroso a proposito di una Germania ricostituita, preferendo che non gli venisse data la possibilità di riarmarsi o di rappresentare alcun tipo di minaccia per l'Unione Sovietica.[33]


Agli inizi del 1948, in seguito a rapporti che raccontavano di rafforzamenti di "elementi reazionari", gli agenti sovietici compirono un colpo di stato in Cecoslovacchia, l'unico stato del blocco orientale a cui i sovietici avevano permesso di mantenere un ordinamento democratico.[34][35] La brutalità di tale intervento scioccò le potenze occidentali più di ogni altro evento accaduto fino a quel punto scatenando la diffusa paura dell'imminente scoppio di una guerra e questo spazzò via le ultime opposizioni al Piano Marshall da parte del Congresso degli Stati Uniti.[36]


Le politiche perpetrate secondo la Dottrina Truman e il Piano Marshall, portarono aiuti economici e militari per miliardi di dollari ai paesi dell'Europa occidentale, alla Grecia e alla Turchia. Con l'assistenza degli Stati Uniti, l'esercito greco vinse la guerra civile.[31] Sotto la guida di Alcide De Gasperi, il partito italiano della Democrazia Cristiana sconfisse la potente alleanza comunista-socialista nelle elezioni del 1948.[37] Allo stesso tempo, aumentarono le attività di intelligence e di spionaggio, le defezioni ed emigrazioni dal blocco orientale e le espulsioni diplomatiche.[38]



Cominform e la rottura Tito-Stalin |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Cominform e Conflitto sovietico-jugoslavo.

Nel settembre 1947, i sovietici crearono il Cominform, il cui scopo era quello di rafforzare l'ortodossia all'interno del movimento comunista internazionale e rafforzare il controllo politico sui paesi satelliti sovietici attraverso il coordinamento dei partiti comunisti nel blocco orientale.[32]Cominform dovette affrontare una battuta d'arresto imbarazzante nel giugno successivo, quando la rottura tra Stalin e Tito obbligò l'espulsione della Jugoslavia, che rimase comunque un paese a matrice comunista ma adottò una posizione non allineata.[39]



Blocco di Berlino e ponte aereo |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Blocco di Berlino.




C-47 all'Aeroporto di Berlino-Tempelhof durante il Blocco di Berlino.


Il 1º gennaio 1947, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna unirono le loro zone di occupazione della Germania occidentale in un'unica "Bizonia" (in seguito "Trizonia" con l'aggiunta della zona francese avvenuta nell'aprile 1949).[40] Come parte della ricostruzione economica della Germania, all'inizio del 1948, i rappresentanti di un certo numero di governi dell'Europa occidentale e degli Stati Uniti annunciarono un accordo per la fusione delle aree della Germania occidentale in un sistema governativo federale.[41]. Inoltre, in accordo con il Piano Marshall, iniziarono a reindustrializzare e ricostituire l'economia tedesca. Venne introdotta una nuova moneta, il marco tedesco, in sostituzione della vecchia valuta del Reichsmark che i sovietici avevano svalutato.[42]


Poco dopo, Stalin istituì il Blocco di Berlino (durato dal 24 giugno 1948 al 12 maggio 1949), una delle prime grandi crisi che hanno caratterizzato la Guerra Fredda, con cui venne impedito che cibo, materiali e rifornimenti arrivassero a Berlino Ovest.[43] Gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia, il Canada, l'Australia, la Nuova Zelanda e molti altri paesi dettero vita all'imponente "ponte aereo per Berlino" con il quale permisero la fornitura di beni ai cittadini di Berlino Ovest.[44]


I sovietici organizzarono una campagna di pubbliche relazioni contro il cambiamento di politica. Ancora una volta i comunisti di Berlino Est tentarono di interrompere le elezioni municipali della città (come avevano fatto nelle elezioni del 1946)[40], che comunque si svolsero il 5 dicembre 1948 con un'affluenza dell'86,3% e una vittoria schiacciante per i partiti non comunisti.[45] I risultati elettorali divisero effettivamente la città in est e ovest. 300.000 berlinesi dimostrarono a favore del proseguimento del ponte aereo internazionale.[46] Nel maggio del 1949, Stalin fece ritirare il blocco.[47][48]


Nel 1952, il leader sovietico propose a più riprese un piano per unificare la Germania dell'Est e dell'Ovest sotto un unico governo scelto tramite elezioni controllate dalle Nazioni Unite a patto che la nuova Germania così costituita rimanesse fuori dalle alleanze militari dei paesi occidentali. Le potenze di quest'ultimi, tuttavia, si opposero a tale proposta.[49]



Inizio della NATO e della Radio Free Europe |






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Lo stesso argomento in dettaglio: NATO, Radio Free Europe e Mass media nel blocco orientale.



Il Presidente Truman firma il Trattato Nord Atlantico nello Studio Ovale.


Gran Bretagna, Francia, Stati Uniti, Canada e altri otto paesi dell'Europa occidentale firmarono, nell'aprile del 1949, il Trattato Nord Atlantico, dando così vita all'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO).[47] Nell'agosto dello stesso anno, venne fatto detonare il primo ordigno nucleare sovietico presso la località di Semipalatinsk, nella Repubblica Socialista Sovietica Kazaka.[21] A seguito dei rifiuti sovietici di partecipare a uno sforzo di ricostruzione tedesco promosso dai paesi dell'Europa occidentale nel 1948,[41][50] Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia guidarono l'insediamento della Germania occidentale dalle tre zone occidentali di occupazione nell'aprile 1949.[51] L'Unione Sovietica proclamò la sua zona di occupazione in Germania, nella Repubblica Democratica Tedesca, quell'ottobre.[52]


I media nel blocco orientale erano un organo dello stato, completamente dipendente e asserviti al partito comunista. Le emittenti radiotelevisive erano di proprietà statale, mentre la stampa solitamente apparteneva ad organizzazioni politiche, in gran parte delle quali facevano capo al partito comunista locale.[53] La propaganda sovietica utilizzava la filosofia marxista per attaccare il capitalismo, sostenendo che lo sfruttamento del lavoro e l'imperialismo erano inerenti al sistema.[54]


Oltre alle trasmissioni della British Broadcasting Corporation (BBC) e della Voice of America[55], un importante sforzo di propaganda iniziato nel 1949 fu la Radio Free Europe/Radio Liberty, nata con l'intenzione di provocare la pacifica scomparsa del sistema comunista nel blocco orientale.[56]Radio Free Europe tentò di raggiungere questi obiettivi servendo come stazione radio locale sostitutiva, un'alternativa alla stampa di regime controllata e dominata dal partito.[56]Radio Free Europe era un prodotto di alcuni dei più importanti strateghi statunitensi della Guerra Fredda, specialmente di coloro che ritenevano che tale conflitto si sarebbe dovuto combattere tramite mezzi politici piuttosto che militari, come George Frost Kennan.[57]


I politici americani, tra cui Kennan e John Foster Dulles, riconobbero che la guerra fredda era essenzialmente una guerra di idee.[57] Gli Stati Uniti, agendo attraverso la CIA, finanziarono una lunga lista di progetti per contrastare l'attrattiva che rappresentava il comunismo tra gli intellettuali in Europa e nel mondo in via di sviluppo.[58] La CIA intraprese segretamente anche una campagna di propaganda domestica chiamata Crusade for Freedom.[59]


Nei primi anni 1950, gli Stati Uniti lavorarono per favorire il riarmo della Germania occidentale e, nel 1955, ottennero la piena adesione alla NATO.[52] Nel maggio del 1953, Berija, che a quel tempo ricopriva una carica governativa, aveva fatto una proposta infruttuosa per consentire la riunificazione di una Germania neutrale al fine di impedire l'incorporazione della Germania occidentale nella NATO.[60]



Guerra civile cinese e SEATO |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile cinese e Southeast Asia Treaty Organization.




Mao Zedong e Joseph Stalin a Mosca nel dicembre 1949.


Nel 1949, l'Esercito Popolare di Liberazione di Mao Zedong sconfigge il Partito Nazionalista Cinese di Chiang Kai-shek, appoggiato dagli Stati Uniti. Prontamente l'Unione Sovietica stipulò un'alleanza con la neonata Repubblica popolare cinese.[61] Chiang e il suo governo dovettero fuggire sull'isola di Taiwan. Di fronte alla rivoluzione comunista in Cina e alla fine del monopolio statunitense sulle armi atomiche, l'amministrazione Truman dovette estendere la politica del contenimento.[21] Nel NSC-68, un documento segreto del 1950,[62] il Consiglio di sicurezza nazionale propose di rafforzare i sistemi di alleanza filo-occidentali e quadruplicare la spesa nella difesa.[21]


I funzionari degli Stati Uniti si trasferirono successivamente per espandere il containment in Asia, Africa e America Latina, al fine di contrastare i movimenti nazionalisti rivoluzionari, spesso guidati da partiti comunisti finanziati dall'Unione Sovietica, combattendo contro il ripristino degli imperi coloniali europei nel Sud-Est asiatico e altrove.[63] Agli inizi degli anni 1950, gli Stati Uniti hanno formalizzato una serie di alleanze con Giappone, Australia, Nuova Zelanda, Thailandia e Filippine (in particolare il patto ANZUS del 1951 e il SEATO del 1954), garantendo così agli statunitensi un certo numero di basi militari per un lungo periodo.[52]



Guerra di Corea |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra di Corea.



Marines statunitensi impegnati in combattimenti di strada durante la liberazione di Seul nel settembre 1950.


Uno degli impatti più significativi del containment fu lo scoppio della guerra di Corea. Nel giugno 1950, l'esercito popolare nordcoreano di Kim Il-sung invase la Corea del Sud.[64] Stalin approvò l'azione e inviò consiglieri per pianificare l'invasione.[65] Con sorpresa di Stalin,[21] il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite appoggiò la difesa della Corea del Sud, nonostante i sovietici avessero boicottato le riunioni come protesta per il seggio permanente al Consiglio assegnato a Taiwan e non alla Cina comunista[66] Nel frattempo, su mandato delle Nazioni Unite, si creò una forza internazionale costituita dalla Corea del Sud, Stati Uniti, Regno Unito, Turchia, Canada, Colombia, Australia, Francia, Sud Africa, Filippine, Paesi Bassi, Belgio, Nuova Zelanda e altri paesi per fermare l'invasione.[67]




Il generale Douglas MacArthur, comandante della forza internazionale, osserva il bombardamento navale di Incheon dalla USS Mount McKinley, 15 settembre 1950.


Tra gli altri effetti, la guerra di Corea stimolò la NATO a sviluppare una struttura militare.[68] L'opinione pubblica nei paesi coinvolti, come la Gran Bretagna, era divisa tra coloro che erano a favore e contrari alla guerra. Molti temevano un'escalation in una guerra generale contro la Cina comunista e persino lo sfociare in una guerra nucleare. La forte opposizione alla guerra mise spesso a dura prova le relazioni anglo-americane. Per questi motivi, i funzionari britannici cercarono una rapida conclusione del conflitto, sperando di arrivare all'unione della Corea sotto gli auspici delle Nazioni Unite e il ritiro di tutte le forze straniere.[69]


Sebbene i cinesi e i nordcoreani fossero stremati dalla guerra e fossero pronti a mettere fine al conflitto già nel tardo 1952, Stalin insistette perché continuassero a combattere. Così l'Armistizio venne concluso solamente nel luglio del 1953, dopo la morte del leader sovietico.[52] Il leader nordcoreano Kim Il Sung mise in piedi una dittatura totalitaria altamente centralizzata, attribuendo a se stesso un potere illimitato e dando origine ad un formidabile culto della personalità.[70][71] In Corea del Sud Syngman Rhee deteneva il potere di un regime molto meno brutale ma profondamente corrotto e autoritario.[72]



Crisi e escalation (1953-62) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra fredda (1953-1962).


Chruščëv, Eisenhower e destalinizzazione |




Forze militari NATO e del Patto di Varsavia in Europa nel 1959.


Nel 1953, i mutamenti nella leadership politica di entrambe le parti modificarono la dinamica della Guerra Fredda.[73]Dwight Eisenhower venne eletto presidente degli Stati Uniti a gennaio. Durante gli ultimi 18 mesi dell'amministrazione Truman, il budget messo a disposizione della difesa era quadruplicato e Eisenhower si era impegnato nel ridurre le spese militari di un terzo seppur continuando a combattere efficacemente la Guerra Fredda.[21]


Dopo la morte di Iosif Stalin, Nikita Chruščëv divenne il leader sovietico in seguito alla deposizione e l'esecuzione di Lavrentij Berija e l'allontanamento dei rivali Georgy Malenkov e Vjačeslav Molotov. Il 25 febbraio 1956, Chruščëv scioccò i delegati al XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica elencando e denunciando i crimini di Stalin.[74] Come parte di una campagna di destalinizzazione dichiarò che l'unico modo per riformare e allontanarsi dalle politiche di Stalin sarebbe stato quello di riconoscere gli errori commessi in passato.[31]


Il 18 novembre 1956, mentre si rivolgeva agli ambasciatori occidentali ad un ricevimento presso l'ambasciata polacca a Mosca, Chruščëv disse la famosa frase "Che vi piaccia o meno, la storia è dalla nostra parte. Vi seppelliremo" scioccando i presenti.[75] In seguito affermò che non aveva parlato di guerra nucleare, ma piuttosto della vittoria, storicamente determinata, del comunismo sul capitalismo.[76] Nel 1961, Chruščëv dichiarò che anche se in quel momento l'Unione Sovietica era in ritardo rispetto all'Occidente, entro un decennio la sua carenza di alloggi sarebbe colmata, i beni di consumo sarebbero stati abbondanti e nel giro di due decenni la "costruzione di una società comunista" URSS sarebbe stata completata per la maggior parte.[77]


Il segretario di stato di Eisenhower, John Foster Dulles, dette impulso ad un "New look" per la strategia di contenimento, chiedendo una maggiore fiducia nelle armi nucleari contro i nemici statunitensi in tempo di guerra.[31] Dulles enunciò anche la dottrina della "rappresaglia massiccia", minacciando una severa risposta da parte degli Stati Uniti a qualsiasi aggressione sovietica. Possedere una superiorità nucleare permise, ad esempio, ad Eisenhower di far fronte alle minacce sovietiche riguardo ad un possibile intervento in Medio Oriente durante la crisi di Suez del 1956.[21] I piani statunitensi della fine degli anni 1950 per una eventuale guerra nucleare includevano la "distruzione sistematica" dei 1200 maggiori centri urbani appartenenti al Blocco Orientale e alla Cina, tra cui Mosca, Berlino Est e Pechino, con le loro popolazioni civili annoverate tra gli obiettivi primari.[78]



Patto di Varsavia e rivoluzione ungherese |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Patto di Varsavia e Rivoluzione ungherese del 1956.



La massima estensione territoriale dei paesi del mondo sotto l'influenza sovietica, dopo la rivoluzione cubana del 1959 e prima della spaccatura cino-sovietica ufficiale del 1961.


Mentre la morte di Stalin, avvenuta nel 1953, contribuì ad allentare leggermente le tensioni, la situazione in Europa permaneva in una sorta di difficile tregua armata.[79] I sovietici, che avevano già creato una rete di trattati di assistenza reciproca nel blocco orientale nel 1949,[80] nel 1955 dettero vita ad un'alleanza formale al suo interno: il Patto di Varsavia.[52]


Poco dopo che Chruščëv ebbe rimosso il leader Stalinista ungherese Mátyás Rákosi scoppiò la rivoluzione ungherese del 1956.[81] In seguito alla rivolta popolare, il nuovo regime sciolse formalmente la polizia segreta, dichiarando l'intenzione di ritirarsi dal Patto di Varsavia ed impegnandosi a ristabilire elezioni libere. In risposta alla rivoluzione l'esercito sovietico iniziò l'invasione del paese ribelle;[82] migliaia di ungheresi vennero arrestati, imprigionati e deportati in Unione Sovietica[83] e circa 200.000 ungheresi dovettero fuggire dal paese natale ormai sprofondato nel caos.[84] Il leader ungherese Imre Nagy venne giustiziato, insieme ad altri ribelli, in seguito a processi segreti.[85] Dal 1957 al 1961, Chruščëv, apertamente e ripetutamente, minacciò l'occidente con l'annientamento nucleare. Egli, infatti, sosteneva che le capacità missilistiche sovietiche fossero di gran lunga superiori a quelle statunitensi ed in grado di spazzare via qualsiasi città americana o europea. Tuttavia, Chruščëv respinse la convinzione di Stalin riguardo all'inevitabilità della guerra e dichiarò che il suo nuovo obiettivo fosse quello di stabilire una "pacifica convivenza".[86] Questa formulazione modificò la posizione sovietica dell'era di Stalin, dove il conflitto di classe internazionale significava che i due fronti opposti si trovassero in una inevitabile rotta di collisione in cui il comunismo avrebbe trionfato in seguito ad una guerra globale; la visione di desso invece prevedeva che la pace avrebbe permesso al capitalismo di crollare da solo,[87] oltre che a dare ai sovietici il tempo di potenziare le proprie capacità militari.[88] Tale teoria rimase valida per decenni, fino a quando il "nuovo pensiero" di Michail Gorbačëv immaginò una coesistenza pacifica come fine a se stessa piuttosto che una forma di lotta di classe.[84]




Un carro armato sovietico distrutto a Budapest durante la rivoluzione ungherese del 1956.


Gli eventi accaduti in Ungheria portarono ad una frattura ideologica all'interno dei partiti comunisti di tutto il mondo, in particolare nell'Europa occidentale, suscitando un forte calo dell'adesione, dato che molti paesi occidentali e comunisti si sentirono disillusi riguardo alla brutale risposta sovietica.[89] I partiti comunisti in occidente non si ripresero mai da ciò, alcuni di loro riconobbero subito questa spaccatura, come il politico jugoslavo Milovan Đilas che poco dopo lo schiacciamento della rivoluzione disse che "la ferita che la rivoluzione ungherese ha inflitto al comunismo non potrà mai essere completamente guarita".[89]


Sul fronte statunitense, le dichiarazioni si concentravano sulla forza americana all'estero e sul successo del capitalismo liberale.[90] Tuttavia, verso la fine degli anni 1960, la "battaglia per le menti degli uomini" tra i due sistemi di organizzazione sociale di cui Kennedy parlò nel 1961 era in gran parte superata, con le tensioni che ormai si concentravano principalmente su obiettivi geopolitici contrastanti piuttosto che sulle diverse ideologie.[91]



Ultimatum di Berlino e integrazione europea |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Integrazione europea e Crisi di Berlino del 1961.

Nel novembre del 1958, Chruščëv compì un infruttuoso tentativo di trasformare tutta Berlino in una "città libera" indipendente e demilitarizzata, dando agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e alla Francia un ultimatum di sei mesi affinché ritirassero le loro truppe dai settori che occupavano ancora a Berlino Ovest, o avrebbe trasferito il controllo dei diritti di accesso occidentali ai tedeschi dell'est. Chruščëv in precedenza spiegò a Mao Zedong che "Berlino è il testicolo dell'Occidente, ogni volta che voglio far urlare l'Occidente, stringo Berlino".[92] La NATO rigettò formalmente l'ultimatum a metà dicembre e Chruščëv lo ritirò in cambio di una conferenza a Ginevra sulla questione tedesca.[93]


Più in generale, un segno distintivo degli anni 1950 fu l'inizio dell'integrazione europea, un processo strettamente correlato alla Guerra Fredda che Truman ed Eisenhower promossero sia politicamente, sia economicamente e militarmente, ma che le amministrazioni successive considerarono ambivalente, temendo che si sarebbe venuta a forgiare un'Europa indipendente che avrebbe potuto comportare una disunità nel blocco occidentale.[94]



Competizione nel terzo mondo |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Ajax, Colpo di Stato in Guatemala del 1954 e Crisi del Congo.






Scissione sino-sovietica |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi sino-sovietica.



La mappa mostra le relazioni tra gli stati comunisti dopo la crisi sino-sovietica :

     Unione sovietica e stati comunisti alleati

     Cina e paesi comunisti alleati

     Stati comunisti neutrali (Corea del Nord e Yugoslavia)

     Stati non comunisti




Il periodo successivo al 1956 fu segnato da avvenimenti negativi per l'Unione Sovietica, in particolare la rottura dell'alleanza con la Cina, dando inizio alla crisi sino-sovietica. Mao Zedong aveva difeso Stalin quando Chruščëv lo aveva attaccato dopo la sua morte nel 1956, e trattò il nuovo Primo Segretario del PCUS come un carrierista superficiale, accusandolo di aver perso il suo spirito rivoluzionario.[95] Da parte sua, Chruščëv, turbato dall'atteggiamento di Mao nei confronti della guerra nucleare, si riferiva al leader cinese come un "pazzo su di un trono".[96]


Tuttavia, Chruščëv compì diversi disperati tentativi per ricostituire l'alleanza con i cinesi, ma Mao non la considerò mai una priorità e di conseguenza negò ogni proposta.[95] Lo scontro tra la Cina e l'Unione Sovietica si diffuse in una guerra di propaganda intra-comunista.[97] Più avanti, i sovietici si concentrarono su un'aspra rivalità con la Cina di Mao per la leadership del movimento comunista globale.[98]



Corsa allo spazio |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Corsa allo spazio.



L'astronauta Buzz Aldrin sulla Luna nel 1969 con la missione Apollo 11.


Sul fronte degli armamenti nucleari, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica perseguirono il riarmo nucleare e svilupparono armi a lungo raggio con cui poter colpire il territorio avversario.[52] Nell'agosto del 1957, i sovietici lanciarono con successo il primo missile balistico intercontinentale (ICBM) al mondo[99] e in ottobre lanciarono il primo satellite artificiale, lo Sputnik 1.[100] Il lancio dello Sputnik inaugurò la corsa allo spazio che ebbe il suo culmine con gli sbarchi sulla Luna nel corso del programma Apollo. In seguito, l'astronauta Frank Borman, parlò di questa corsa come "solo una battaglia nella Guerra Fredda".[101]



Rivoluzione cubana e l'invasione della Baia dei Porci |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzione cubana e Invasione della Baia dei porci.




Che Guevara (a sinistra) e Fidel Castro (a destra) nel 1961.


Sull'isola di Cuba, il "Movimento del 26 luglio" conquistò il potere nel gennaio 1959, facendo cadere il presidente Fulgencio Batista, il cui impopolare regime non aveva ricevuto aiuti dall'amministrazione Eisenhower.[102]


Dopo l'esautorazione di Batista le relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti continuarono per qualche tempo ma il presidente Eisenhower lasciò deliberatamente la capitale statunitense per evitare di incontrare il giovane leader rivoluzionario cubano Fidel Castro durante il viaggio di quest'ultimo a Washington avvenuto in aprile, lasciando il vice presidente Richard Nixon a condurre l'incontro al suo posto.[103] Cuba iniziò a negoziare acquisti di armi dal blocco orientale nel marzo 1960.[104]


Nel gennaio del 1961, appena prima di lasciare la presidenza, Eisenhower interruppe formalmente le relazioni con il governo cubano. Nell'aprile seguente, l'amministrazione del neoeletto presidente americano John Kennedy organizzò una fallita invasione dell'isola cubana organizzata dalla CIA. Un fallimento che umiliò pubblicamente gli Stati Uniti.[105] Castro rispose abbracciando pubblicamente il marxismo-leninismo e l'Unione Sovietica si impegnò a fornire un ulteriore sostegno.[105]



Crisi di Berlino del 1961 |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Crisi di Berlino del 1961 e Muro di Berlino.




Carri armati sovietici e statunitensi si fronteggiano al Checkpoint Charlie, durante la crisi di Berlino del 1961.


La crisi di Berlino del 1961 fu l'ultimo grave incidente accaduto durante la guerra fredda riguardante la situazione di Berlino e della Germania dopo la seconda guerra mondiale. Agli inizi degli anni 1950, l'approccio sovietico alla limitazione del movimento di emigrazione fu emulato dalla maggior parte del resto del blocco orientale.[106] Tuttavia, centinaia di migliaia di tedeschi dell'est emigrarono annualmente nella Germania Ovest attraverso una "scappatoia" nel sistema che esisteva tra Berlino Est e Ovest, dove le quattro potenze occupanti regolavano il movimento.[107]


L'emigrazione provocò una massiccia "fuga di cervelli" dalla Germania dell'Est alla Germania Ovest relativa a giovani professionisti istruiti, così che quasi il 20% della popolazione della Germania orientale risultava emigrata nella parte occidentale nel 1961.[108] A giugno, l'Unione Sovietica emise un nuovo ultimatum che chiedeva il ritiro delle forze alleate da Berlino Ovest.[109] La richiesta venne respinta e, il 13 agosto, la Germania dell'Est fece erigere una barriera di filo spinato che successivamente venne estesa con l'edificazione del Muro di Berlino, chiudendo efficacemente la via di fuga.[110]



La crisi dei missili cubani e la cacciata di Chruščëv |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Operazione Mongoose e Crisi dei missili di Cuba.



Fotografia aerea di un sito missilistico sovietico a Cuba, scattata da un aereo spia statunitense, il 1º novembre 1962.


Anche dopo il fallimento dell'invasione della baia dei Porci, Kennedy e la sua amministrazione continuarono a cercare modi per rovesciare il governo cubano ed estromettere Castro. Significative speranze furono riposte in un programma segreto chiamato Operazione Mongoose, ideato sotto l'amministrazione Kennedy nel 1961.


Nel febbraio 1962, Chruščëv venne a conoscenza dei piani statunitensi relativi a Cuba: un "progetto cubano", approvato dalla CIA e che prevedeva il rovesciamento del governo cubano in ottobre, forse con il coinvolgimento dell'esercito americano, e ancora un'altra operazione ordinata da Kennedy per assassinare Castro.[111] Come risposta vennero intrapresi i preparativi per installare dei missili nucleari sovietici nell'isola di Cuba.[111]


Allarmato, Kennedy prese in considerazione varie possibilità e alla fine rispose all'installazione di missili nucleari a Cuba con un blocco navale e presentò un ultimatum ai sovietici. Chruščëv decise di ritirarsi dalla possibilità di uno scontro e fece rimuovere i missili dispiegati in cambio dell'impegno statunitense a non invadere nuovamente l'isola caraibica.[112] Successivamente Castro ammise che "avrei accettato l'uso delle armi nucleari ... abbiamo dato per scontato che sarebbe comunque diventata una guerra nucleare e che stavamo per scomparire."[113]


La crisi dei missili di Cuba (ottobre-novembre 1962) portò il mondo più vicino alla guerra nucleare che mai.[114] Le conseguenze della crisi rallentarono la corsa agli armamenti nucleari favorendo, all'opposto, ad un disarmo nucleare e al miglioramento delle relazioni tra le due superpotenze,[79] sebbene il primo accordo sul controllo degli armamenti della Guerra Fredda, il Trattato Antartico, fosse entrato in vigore già nel 1961.[115]


Nel 1964, Chruščëv venne destituito dalla sua carica al Cremlino.[116] Accusato di sgarbatezza e incompetenza; fu anche accusato di aver rovinato l'agricoltura sovietica e di aver portato il mondo sull'orlo della guerra nucleare.[116] Chruščëv era diventato un imbarazzo internazionale quando autorizzò la costruzione del Muro di Berlino, un'umiliazione pubblica per il marxismo-leninismo.[116]



Confronto attraverso la distensione (1962-1979) |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra fredda (1953-1962).



Consistenza delle truppe NATO e del Patto di Varsavia in Europa nel 1973.




Un F-4 Phantom II della Marina degli Stati Uniti intercetta un aereo sovietico Tupolev Tu-95 nei primi anni '70.


Nel corso degli anni 1960 e 1970, i partecipanti alla guerra fredda dovettero faticare per adattarsi a un nuovo e più complicato modello di relazioni internazionali in cui il mondo non era più diviso in due blocchi chiaramente opposti.[31] Infatti, l'Europa occidentale e il Giappone si ripresero rapidamente dalla distruzioni della seconda guerra mondiale arrivando ad una crescita economica caratterizzata da un PIL pro capite che si avvicinava a quello degli Stati Uniti, mentre le economie del blocco orientale ristagnavano.[31][117]


A seguito della crisi petrolifera del 1973, insieme con la crescente influenza delle organizzazioni del Terzo mondo come l'OPEC e il Movimento dei paesi non allineati, i paesi meno potenti avevano più spazio per affermare la loro indipendenza e spesso si mostravano resistenti alla pressione delle due superpotenze.[63] Nel frattempo, Mosca dovette rivolgere la sua attenzione verso gli affari interni per affrontare i profondi problemi economici che attanagliavano l'Unione Sovietica.[31] Durante questo periodo, i leader sovietici, come Leonid Il'ič Brežnev e Alexei Kosygin abbracciarono la nozione di distensione.[31]



Ritiro francese dalla NATO |


L'unità della NATO è stata rotta all'inizio della sua storia, con una crisi che si è verificata durante la presidenza francese di Charles de Gaulle (dal 1958 in poi). De Gaulle protestò per ruolo predominante degli Stati Uniti nell'organizzazione e per ciò che percepiva come una relazione speciale tra Stati Uniti e Regno Unito. In un memorandum, datato 17 settembre 1958, inviato al presidente Dwight D. Eisenhower e al primo ministro Harold Macmillan, sostenne la creazione di una direzione a tre che avrebbe messo la Francia su un piano di parità con gli altri due stati anglofoni. Inoltre, così auspicava, di espandere la copertura della NATO alle aree geografiche di interesse per la Francia, in particolare l'Algeria francese, dove la Francia stava combattendo contro un'insurrezione e aveva chiesto l'assistenza della NATO.[118]


Considerando insufficiente la risposta ricevuta, de Gaulle dette inizio allo sviluppo di un deterrente nucleare francese indipendente e nel 1966 ritirò il paese dalle strutture militari della NATO ed espulse le truppe NATO dal suolo francese.[119]



Invasione della Cecoslovacchia |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Primavera di Praga.



L'invasione della Cecoslovacchia del 1968 fu una delle più grandi operazioni militari avvenute sul suolo europeo dalla seconda guerra mondiale


Nel 1968, in Cecoslovacchia si assistette ad un periodo di liberalizzazione politica, noto come Primavera di Praga, che includeva un "programma d'azione" di liberalizzazioni che descriveva l'aumento della libertà di stampa, della libertà di parola e della libertà di movimento, insieme a un'enfasi economica sui beni di consumo, la possibilità di avere un governo pluripartitico, una limitazione al potere della polizia segreta[120]





Leonid Il'ič Brežnev e Richard Nixon a Washington nel 1973; l'incontro fu un evento di spicco nella distensione tra Unione Sovietica e Stati Uniti.


In risposta alla Primavera di Praga, il 20 agosto 1968, l'esercito sovietico, insieme alla maggior parte dei loro alleati del Patto di Varsavia, invase la Cecoslovacchia.[121] A tale evento seguì un'ondata di emigrazione che coinvolse alla fine circa 300.000 cechi e slovacchi che dovettero abbandonare il paese.[122] L'invasione scatenò intense proteste da parte della Jugoslavia, della Romania, della Cina e dei partiti comunisti dell'Europa occidentale.[123]



Dottrina Brežnev |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Dottrina Brežnev.

Nel settembre 1968, durante un discorso al quinto congresso del Partito Operaio Unificato Polacco, un mese dopo l'invasione della Cecoslovacchia, Brežnev anticipò la cosiddetta dottrina Brežnev, nella quale rivendicava il diritto di violare la sovranità di qualsiasi paese che tentasse di sostituire il marxismo-Leninismo con il capitalismo. Durante il discorso, Brežnev dichiarò:[124]






«Quando le forze ostili al socialismo cercano di trasformare lo sviluppo di qualche paese socialista verso il capitalismo, diventa non solo un problema del paese interessato, ma un problema e una preoccupazione comuni a tutti i paesi socialisti.»



La dottrina trovò le sue origini nei fallimenti del marxismo-leninismo in stati come la Polonia, l'Ungheria e la Germania dell'Est, che stavano affrontando un declino del tenore di vita in contrasto con la prosperità della Germania occidentale e del resto dell'Europa occidentale.[125]



Escalation nel terzo mondo |







Il riavvicinamento sino-americano |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Visita di Nixon in Cina del 1972.




Mao Zedong e Richard Nixon, durante la visita di quest'ultimo in Cina.


Come conseguenza della crisi sino-sovietica, nel 1969 le tensioni lungo il confine tra Cina e Russia raggiunsero il loro apice e il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon decise di usare questo conflitto per spostare gli equilibri di potere verso l'Occidente.[126] I cinesi avevano cercato di migliorare i rapporti con gli statunitensi al fine di ottenere vantaggi anche sui sovietici.


Nel febbraio del 1972, Nixon annunciò uno straordinario riavvicinamento con la Cina[127] viaggiando a Pechino e incontrandosi con Mao Zedong e Zhou Enlai. Nello stesso tempo, l'Unione Sovietica aveva raggiunto una netta parità nucleare con gli Stati Uniti; nel frattempo, la guerra del Vietnam indeboliva l'influenza dell'America nel Terzo mondo e raffreddava le relazioni con l'Europa occidentale.[128] Anche se il conflitto indiretto tra i poteri della Guerra Fredda continuò tra la fine degli anni 1960 e l'inizio degli anni 1970, le tensioni cominciarono ad attenuarsi.[79]



Nixon, Brežnev e distensione |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Accordi SALT, Accordi di Helsinki e Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.




Leonid Il'ič Brežnev e Jimmy Carter firmano il trattato SALT II, il 18 giugno 1979, a Vienna.


Dopo la sua visita in Cina, Nixon incontrò i leader sovietici, tra cui Brežnev a Mosca.[129] Questi colloqui furono incentrati sulla limitazione delle armi strategiche e portarono a due importanti trattati sul controllo degli armamenti: SALT I, il primo patto di limitazione globale firmato dalle due superpotenze, e il Trattato anti missili balistici che vietava lo sviluppo di sistemi progettati per intercettare i missili in arrivo. Questi miravano a limitare lo sviluppo di costosi missili anti-balistici e missili nucleari.[31]


Nixon e Brežnev proclamarono una nuova era di "coesistenza pacifica" e stabilirono la nuova e rivoluzionaria politica di distensione (o cooperazione) tra le due superpotenze. Nel frattempo, Brežnev tentò di migliorare l'economia sovietica, che si trovava in una situazione di declino, in parte a causa delle pesanti spese militari. Tra il 1972 e il 1974, le due parti concordarono anche di rafforzare i loro legami economici.[21] Come risultato dei loro incontri, la distensione avrebbe sostituito l'ostilità della guerra fredda e i due paesi avrebbero vissuto reciprocamente in pace.[130]


Nel frattempo, questi sviluppi coincisero con l'"Ostpolitik" del cancelliere della Germania dell'Ovest Willy Brandt.[123] Altri accordi vennero conclusi per stabilizzare la situazione in Europa, culminando negli accordi di Helsinki firmati alla Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa del 1975.[131]



Deterioramento delle relazioni alla fine degli anni settanta |


Negli anni settanta, il KGB, guidato da Jurij Vladimirovič Andropov, continuò a perseguitare illustri personalità sovietiche come Aleksandr Solženicyn e Andrej Sacharov, che criticavano duramente la leadership sovietica.[132] Il conflitto indiretto tra le superpotenze continuò nel clima di distensione nel Terzo mondo, in particolare durante le crisi politiche in Medio Oriente, Cile, Etiopia e Angola.[133]


Sebbene il presidente Jimmy Carter avesse tentato di istituire un ulteriore limite alla corsa agli armamenti, grazie all'accordo SALT II del 1979,[134] i suoi sforzi vennero indeboliti da alcuni eventi accaduti quell'anno, tra cui la rivoluzione iraniana e la rivoluzione del Nicaragua, che avevano spodestato i rispettivi regimi, e la sua rappresaglia contro l'intervento sovietico in Afghanistan iniziato a dicembre.[21]



"Seconda Guerra Fredda" (1979-85) |


Con il termine "seconda guerra fredda" ci si riferisce all'intenso periodo che va dalla fine degli anni settanta a metà degli anni ottanta caratterizzato da un risveglio delle tensioni e dei conflitti tra le maggiori potenze, con entrambe le parti che divennero sempre più militariste.[135] Lo storico John Patrick Diggins disse: "Reagan fece di tutto per combattere la seconda guerra fredda, sostenendo le contro-insurrezioni nel terzo mondo".[136] Il suo collega Michael Cox ha invece osservata che: "L'intensità di questa seconda guerra fredda è stata grande quanto fu breve la sua durata."[137]



Guerra sovietica in Afghanistan |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile in Afghanistan e Guerra in Afghanistan (1979-1989).



Il presidente Reagan rende pubblico il suo sostegno incontrando i leader dei mujaheddin afgani alla Casa Bianca nel 1983.


Nell'aprile 1978, il Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan (PDPA) prese il potere in Afghanistan durante la Rivoluzione di Saur. In pochi mesi, gli oppositori del governo comunista lanciarono una rivolta nell'Afghanistan orientale che si espanse rapidamente in una guerra civile condotta dai guerriglieri mujaheddin contro le forze governative su scala nazionale.[138] Gli insorti avevano ricevuto l'addestramento militare e armi nel vicino Pakistan e in Cina,[139][140] mentre l'Unione Sovietica inviò migliaia di consiglieri militari per sostenere il governo PDPA.[138] Nel frattempo, il crescente attrito tra le fazioni concorrenti del PDPA, il dominante Khalq e il più moderato Parcham, portarono al licenziamento dei membri del gabinetto di Parchami e all'arresto degli ufficiali militari con il pretesto di un colpo di stato da lui organizzato. Verso la metà del 1979, gli Stati Uniti avviarono un programma segreto per assistere i mujaheddin.[141]


Nel settembre 1979, il presidente Nur Mohammad Taraki venne assassinato in un colpo di stato avvenuto all'interno del PDPA e orchestrato dal suo collega Khalq, Hafizullah Amin, che assunse così la presidenza. Diffidato dai sovietici, Amin fu assassinato dalle forze speciali sovietiche nel dicembre 1979. Un governo organizzato dai sovietici, guidato da Babrak Karmal di Parcham ma inclusivo di entrambe le fazioni, riempì il vuoto governativo. Le truppe sovietiche furono schierate per stabilizzare l'Afghanistan sotto Karmal in quantità più consistenti, sebbene il governo sovietico non si aspettasse che la maggior parte dei combattimenti sarebbero stati effettuati in quel territorio. Di conseguenza, tuttavia, i sovietici furono ora direttamente coinvolti in quella che era stata una guerra interna dell'Afghanistan.[142]


Carter rispose all'intervento sovietico ritirando il trattato SALT II dal Senato, imponendo embarghi sulle spedizioni di grano e sulla tecnologia verso l'Unione Sovietica e chiedendo un aumento significativo delle spese militari. Inoltre, annunciò che gli Stati Uniti avrebbero boicottato le Olimpiadi estive del 1980 a Mosca. Egli descrisse l'incursione dei sovietici come "la più grave minaccia alla pace dalla seconda guerra mondiale".[143]



Reagan e Thatcher |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Dottrina Reagan e Thatcherismo.



Il ministero di Thatcher incontra il gabinetto di Reagan alla Casa Bianca, nel 1981.




La mappa mondiale delle alleanze militari nel 1980


Nel gennaio del 1977, quattro anni prima di diventare presidente, Ronald Reagan dichiarò apertamente, in una conversazione con Richard Allen, le sue aspettative base in relazione alla Guerra Fredda con queste parole: "La mia idea della politica americana nei confronti dell'Unione Sovietica è semplice, e alcuni direbbero semplicistica", affermò, "È questa: vinceremo e loro perderanno. Cosa ne pensi?"[144] Nel 1980, Ronald Reagan sconfisse Jimmy Carter nelle elezioni presidenziali del 1980, promettendo di aumentare le spese militari e di affrontare i sovietici ovunque.[145] Sia Reagan, sia il nuovo primo ministro britannico Margaret Thatcher accusarono l'Unione Sovietica e la sua ideologia; Reagan la etichettò come un "impero del male" e predisse che il comunismo sarebbe finito nel "mucchio di cenere della storia", mentre Thatcher descrisse i sovietici come "inclini al dominio del mondo".[146]


All'inizio del 1985, la posizione anticomunista di Reagan si era sviluppata in una posizione nota come la nuova dottrina Reagan, che, oltre al containment, prevedeva un diritto aggiuntivo di sovvertire i governi comunisti esistenti.[147] Oltre a continuare la politica di Carter a sostegno degli oppositori islamici dell'Unione Sovietica, la CIA cercò anche di indebolire l'URSS stessa promuovendo l'islamismo nei paesi a maggioranza islamica dell'Asia centrale.[148] Inoltre, la CIA incoraggiò l'ISI pakistana anti-comunista ad addestrare i musulmani di tutto il mondo a partecipare alla jihād contro l'Unione Sovietica.[148]



Movimento polacco di solidarietà e legge marziale |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Solidarność e Legge marziale in Polonia.

Papa Giovanni Paolo II fornì un'anima morale per l'anticomunismo; una visita nella sua nativa Polonia avvenuta nel 1979 stimolò una risurrezione religiosa e nazionalista incentrata sul movimento di Solidarność, che galvanizzò l'opposizione ma che potrebbe aver favorito il suo tentato assassinio avvenuto due anni dopo.[149] Nel dicembre 1981, il polacco Wojciech Jaruzelski reagì alla crisi imponendo un periodo di legge marziale. Reagan impose sanzioni economiche alla Polonia in risposta.[150] Mikhail Suslov, il principale ideologo del Cremlino, consigliò ai leader sovietici di non intervenire se la Polonia cadesse sotto il controllo di Solidarnosc, per timore che potesse portare a pesanti sanzioni economiche, rappresentando una catastrofe per l'economia sovietica.[150]



Questioni militari ed economiche sovietiche e statunitensi |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Strategic Defense Initiative, RSD-10 e MGM-31 Pershing.



Scorte di armi nucleari statunitensi e sovietiche e russe tra il 1945-2006.


Mosca aveva messo in piedi un esercito che richiedeva fino al 25% del prodotto nazionale lordo dell'Unione Sovietica a scapito dei beni di consumo e degli investimenti nei settori civili.[151] La spesa sovietica per la corsa agli armamenti e per altri impegni relativi alla guerra fredda causò e aggravò molti problemi strutturali profondi nella società[152] comportando almeno un decennio di stagnazione economica durante gli ultimi anni di Brežnev.


Gli investimenti sovietici nel settore della difesa non vennero guidati dalla necessità militare, ma in gran parte dagli interessi delle massicce burocrazie statali e di partito che dipendevano dal settore per garantire il proprio potere e i propri privilegi.[153] Le forze armate sovietiche divennero le più grandi al mondo in termini di numero e tipi di armi che possedevano, per il numero di truppe nelle loro file e per le dimensioni della loro base militare-industriale.[154] Tuttavia, i vantaggi quantitativi detenuti dall'esercito sovietico nascondevano spesso aree in cui il blocco orientale era drammaticamente in ritardo rispetto all'Occidente.[155] Ad esempio, la Guerra del Golfo Persico ha dimostrato come l'armatura, i sistemi di controllo antincendio e il raggio di tiro del più importante carro armato sovietico, il T-72, fossero drasticamente inferiori rispetto all'M1 Abrams statunitense, eppure l'URSS schierò un numero di T-72 quasi tre volte maggiore rispetto a quanto fecero gli americani con l'M1.[156]




Il veicolo di lancio Delta 183 decolla trasportando il sensore sperimentale dello Strategic Defense Initiative.


All'inizio degli anni ottanta, l'Unione Sovietica aveva costruito un arsenale militare e un esercito che superava quello degli Stati Uniti. Subito dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan, il presidente Carter iniziò a rafforzare massicciamente l'esercito degli statunitense. Questo incremento venne accelerato dall'amministrazione Reagan che portò le spese militari dal 5,3% del PIL nel 1981 al 6,5% nel 1986,[157] il più grande potenziamento relativo alla difesa che si sia mai registrato in tempo di pace nella storia degli Stati Uniti.[158]


Nei primi anni ottanta le tensioni continuarono ad intensificarsi quando Reagan rianimò il programma B-1 Lancer precedentemente cancellato dall'amministrazione Carter, mise in produzione l'LGM-118 Peacekeeper,[159] fece installare missili da crociera statunitensi in Europa e annunciò la sperimentazione di una iniziativa di difesa strategica (Strategic Defense Initiative), soprannominata "Star Wars" dai media, un programma di difesa per abbattere i missili nemici a metà volo.[160]


Conseguentemente all'accumulo di tensioni tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti e lo spiegamento di missili balistici RSD-10 sovietici puntati sull'Europa occidentale, la NATO decise, con l'impulso della presidenza Carter, di schierare MGM-31 Pershing e missili da crociera in Europa, in particolare in Germania Ovest.[161] Questo spiegamento avrebbe posto i missili in condizione di raggiungere la città di Mosca in soli 10 minuti.[162]


Nonostante il rafforzamento militare voluto da Reagan, l'Unione Sovietica non reagì aumentando a sua volta l'esercito,[163] poiché le già enormi spese militari insieme ad un'inefficiente economia pianificata e all'agricoltura collettivizzata, rappresentavano già un pesante onere per l'economia sovietica.[164] Allo stesso tempo, l'Arabia Saudita aumentò la produzione di petrolio,[165] così come fecero anche le altre nazioni non OPEC.[166] Ciò comportò ad una saturazione di petrolio che colpì l'Unione Sovietica che faceva delle esportazioni di greggio una delle sue più importanti fonti di reddito.[151][164] Tutti questi eventi portarono gradualmente l'economia sovietica ad una fase di stagnazione.[164]




La mappa della rotta del Volo Korean Air Lines 007 abbattuto dalle forze aeree sovietiche.


Il 1 ° settembre 1983, l'Unione Sovietica abbatté il Volo Korean Air Lines 007, un volo civile operato con un Boeing 747 con 269 persone a bordo, incluso il membro del Congresso Larry McDonald. Questo avvenne quando il velivolo violò lo spazio aereo sovietico, appena oltre la costa occidentale dell'isola di Sachalin vicino all'Isola di Moneron. Il presidente Reagan definì l'abbattimento come un "massacro" e procedette ad aumentare lo spiegamento militare, misure che rimasero in vigore fino ai successivi accordi tra lo stesso Reagan e Michail Gorbačëv.[167] L'esercitazione Able Archer 83, condotta nel novembre 1983, una simulazione realistica, coordinata dalla NATO, che pevedeva l'ipotesi di una escalation globale che avrebbe portato alla guerra atomica, fu forse il momento più pericoloso della guerra fredda dai tempi della crisi missilistica cubana, poiché alcuni membri del Politburo temevano che fosse una cortina fumogena che mascherava la preparazione per un autentico primo colpo nucleare.[168]


La preoccupazione dell'opinione pubblica interna statunitense su possibili interventi in conflitti stranieri persistette dalla fine della guerra del Vietnam.[169] L'amministrazione Reagan enfatizzò il ricorso a strategie contro-insurrezionali rapide e a basso costo per intervenire in conflitti stranieri.[169] Nel 1983, l'amministrazione Reagan intervenne nella pluripartimentale guerra civile libanese, invase Grenada, bombardò la Libia e appoggiò i Contras centroamericani, paramilitari anticomunisti che cercavano di rovesciare il governo sandinista allineato ai soviet in Nicaragua.[170] Mentre gli interventi di Reagan contro Grenada e Libia si rivelarono popolari negli Stati Uniti, il suo appoggio ai ribelli Contra fu oggetto di diverse controversie.[63] Anche l'appoggio dell'amministrazione Reagan al governo militare del Guatemala, durante la durante la guerra civile guatemalteca, in particolare il regime di Efraín Ríos Montt, è stato criticato.[171]


Nel frattempo, i sovietici avevano sostenuto costi elevati per i propri interventi all'estero. Sebbene nel 1979 Brežnev fosse convinto che la guerra sovietica in Afghanistan sarebbe stata breve, i guerriglieri musulmani, aiutati da Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Arabia Saudita e Pakistan,[140] intrapresero una fiera resistenza contro l'invasione.[172] Il Cremlino inviò circa 100.000 soldati per sostenere il suo regime fantoccio, portando molti osservatori esterni a nominare la guerra come "il Vietnam dei soviet".[172] Tuttavia, il pantano di Mosca in Afghanistan si rivelò ancora più disastroso per i sovietici di quanto non fosse stato il Vietnam per gli americani, perché il conflitto coincideva con un periodo di decadenza interna e crisi interna del sistema sovietico.


Un alto funzionario del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti aveva predetto, fin dal 1980, un risultato del genere sostenendo che l'invasione fosse in parte risultata da una "crisi interna all'interno del sistema sovietico ... Può darsi che la legge termodinamica dell'entropia abbia ... raggiunto il sistema sovietico, che ora sembra spendere più energia semplicemente mantenendo il suo equilibrio che non migliorando se stesso. Potremmo vedere un periodo di movimento straniero in un momento di decadenza interna".[173][174]



Anni finali (1985-91) |



Le riforme di Gorbačëv |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Michail Gorbačëv, Perestrojka e Glasnost'.




Michail Gorbačëv e Ronald Reagan firmano il Trattato INF alla Casa Bianca, 8 dicembre 1987


Quando, nel 1985, Michail Gorbačëv divenne Segretario Generale del PCUS,[146] l'economia dell'Unione Sovietica si trovava in una fase stagnante complice anche il forte calo di introiti in valuta estera dovuto al vistoso calo dei prezzi del petrolio che si era avuto negli ultimi anni.[175] Questi problemi spinsero Gorbačëv a studiare misure adeguate per rivitalizzare la sua nazione.[175]


Complice un inizio inefficace, il Segretario arrivò alla conclusione che fossero necessari cambiamenti strutturali profondi e, dunque, nel giugno 1987, annunciò un'agenda di riforme economiche che prese il nome di perestrojka, o ristrutturazione .[176] La perestrojka attuò il rallentamento del sistema delle quote di produzione, permise la proprietà privata alle imprese e spianò la strada agli investimenti stranieri. Queste misure ebbero lo scopo di reindirizzare le risorse del paese dai costosi impegni militari relativi alla guerra fredda a zone più produttive nel settore civile.[176]


Nonostante lo scetticismo iniziale riscontrabile in Occidente, il nuovo leader sovietico si rivelò intenzionato ad invertire il deterioramento della condizione economica dell'Unione Sovietica piuttosto che continuare con la corsa agli armamenti.[79][177] In parte anche per contrastare l'opposizione di partito alle sue riforme, Gorbačëv introdusse simultaneamente la glasnost', o apertura, con cui venne aumentata la libertà di stampa e la trasparenza delle istituzioni statali.[178] Con la glasnost si intendeva ridurre la corruzione dei vertici del PCUS e moderare l'abuso di potere che caratterizzava il Comitato centrale.[179]La glasnost' permise anche un maggiore contatto tra i cittadini sovietici e il mondo occidentale, in particolare con gli Stati Uniti, contribuendo ad una accelerazione nella distensione tra i due paesi.[180]



Miglioramento nelle relazioni |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Vertice di Reykjavík, Trattato INF, START I e Trattato sullo stato finale della Germania.



L'inizio degli anni novanta ha portato un disgelo nei rapporti tra le superpotenze.


In risposta alle concessioni militari e politiche del Cremlino, Reagan accettò di riprendere i colloqui relativi alle questioni economiche e il ridimensionamento della corsa agli armamenti.[181] Il primo summit si tenne nel novembre 1985 a Ginevra, in Svizzera.[181] Ad un certo punto i due capi di stato, accompagnati solo da un interprete, concordarono in linea di principio di ridurre il proprio arsenale nucleare del 50%.[182] Un secondo summit, tenutosi nell'ottobre del 1986, Reykjavík, in Islanda. I colloqui progredirono positivamente fino a quando l'attenzione non si spostò sulla proposta di eliminare lo Strategic Defense Initiative da parte di Gorbačëv a cui Reagan rispose con un netto rifiuto.[183] I negoziati quindi fallirono, ma il terzo vertice tenutosi nel 1987 portò ad una svolta con la firma del Trattato INF che eliminò tutti i missili balistici e da crociera lanciati da terra con armi nucleari con gittate tra i 500 e i 5.500 chilometri e le loro relative infrastrutture.[184]




Il discorso "Tear down this wall!" di Reagan che tenne davanti alla Porta di Brandeburgo, il 12 giugno 1987.


Le tensioni tra Est e Ovest si placarono rapidamente tra la metà e la fine degli anni 1980. Culmine della pacificazione fu il vertice finale tenutosi a Mosca del 1989, quando Gorbačëv e George H. W. Bush firmarono il trattato di controllo degli armamenti START I.[185] Nel corso dell'anno successivo divenne chiaro ai sovietici che i sussidi per il petrolio e il gas, insieme al costo per il mantenimento di ingenti truppe, rappresentavano un sostanziale dissanguamento economico.[186] Inoltre, il vantaggio in termini di sicurezza di una zona cuscinetto venne riconosciuto come irrilevante e così i rappresentanti dell'Unione Sovietica dichiararono ufficialmente che non sarebbero più intervenuti negli affari interni degli stati alleati dell'Europa centrale e orientale.[187]


Nel 1989, le forze sovietiche si ritirarono dall'Afghanistan[188] e l'anno successivo Gorbačëv acconsentì alla riunificazione tedesca.[186] Quando il muro di Berlino crollò, cominciò a prendere forma il concetto di "casa comune europea" di Gorbačëv.[189]


Il 3 dicembre 1989, Gorbačëv e il successore di Reagan, George H. W. Bush, in occasione del vertice di Malta dichiararono la fine Guerra Fredda.[190] Un anno dopo, i due ex rivali furono alleati della guerra del Golfo contro l'Iraq (agosto 1990-febbraio 1991).[191]



L'Europa dell'Est si separa |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Rivoluzioni del 1989.

Nel 1989, il sistema di alleanza dell'Unione Sovietica era sull'orlo del collasso e, privato del sostegno militare, i leader comunisti degli Stati del Patto di Varsavia accusavano una perdita di potere.[188] Organizzazioni popolari, come il movimento polacco Solidarność, guadagnarono rapidamente un solido consenso tra la popolazione. Nel 1989, i governi comunisti di Polonia e Ungheria furono i primi a negoziare l'organizzazione di elezioni libere. In Cecoslovacchia e nella Germania dell'Est, le proteste di massa misero in difficoltà i dirigenti comunisti. Anche i regimi di Bulgaria e Romania si sgretolarono, in quest'ultimo caso a seguito di una violenta insurrezione. Gli assetti cambiarono tanto che il segretario di stato americano James Baker affermò che il governo statunitense non si sarebbe opposto all'intervento sovietico in Romania, per conto dell'opposizione, per evitare spargimenti di sangue.[192]


Questi sconvolgimenti politici ebbero il loro culmine con la demolizione del muro di Berlino, evento accaduto nel novembre 1989 che simboleggiò il crollo dei governi comunisti europei e la fine della cortina di ferro. L'ondata rivoluzionaria del 1989 attraversò l'Europa centrale e orientale e rovesciò pacificamente tutti gli stati comunisti che seguivano il modello sovietico: Germania dell'Est, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Bulgaria;[193] La Romania fu l'unico paese del blocco orientale a rovesciare violentemente il suo regime comunista arrivando a condannare a morte il suo capo di stato.[194]



Le repubbliche sovietiche si separano |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Economia dell'Unione Sovietica e Catena baltica.



La catena umana in Lituania in occasione della Via Baltica, 23 agosto 1989


Nella stessa Unione Sovietica, la glasnost' contribuì ad indebolire i legami che tenevano insieme l'Unione[187] tanto che nel febbraio 1990, con la dissoluzione dell'URSS incombente, il Partito Comunista fu costretto a cedere il suo monopolio di 73 anni sul potere statale.[195] Allo stesso tempo, la libertà di stampa e di dissenso vennero permesse la "questione delle nazionalità", sempre più radicata, portò le repubbliche componenti dell'Unione a dichiarare la propria autonomia da Mosca, con i tre stati baltici che si ritirano interamente dall'Unione.[196]



Dissoluzione sovietica |




I leader delle repubbliche sovietiche firmano l'accordo di Belaveža che dissolve l'URSS e istituisce la Comunità degli Stati Indipendenti, 1991.






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Lo stesso argomento in dettaglio: Storia dell'Unione Sovietica (1985-1991), Putsch di agosto, Dissoluzione dell'Unione Sovietica e Comunità degli Stati Indipendenti.

L'atteggiamento permissivo di Gorbačëv verso l'Europa centrale e orientale non si estese inizialmente al territorio sovietico; persino Bush, che si sforzò di mantenere relazioni amichevoli, condannò le uccisioni del gennaio 1991 avvenute in Lettonia e Lituania, avvertendo (in forma privata) che le relazioni economiche sarebbero state congelate se le violenze fossero continuate.[197] L'Unione Sovietica venne, infine, fatalmente indebolita da un fallito colpo di stato e da un numero crescente di repubbliche sovietiche che minacciavano di ritirarsi dall'Unione. La "Comunità degli Stati Indipendenti", istituita il 21 dicembre 1991, viene vista come un'entità successore all'Unione Sovietica ma, secondo i dirigenti russi, il suo scopo era quello di "consentire un divorzio civile" tra le repubbliche sovietiche ed è paragonabile a una dissoluzione di una confederazione.[198] L'Unione Sovietica fu ufficialmente dichiarata sciolta il 26 dicembre 1991.[199]



La corsa agli armamenti e la corsa allo spazio |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Corsa agli armamenti e corsa allo spazio.



I due schieramenti nel 1959.

     Paesi facenti parte della NATO

     Altri alleati degli USA

     Paesi colonie

     Paesi facenti parte del Patto di Varsavia

     Altri alleati dell'URSS

     Paesi neutrali (non allineati)




Nel conflitto strategico tra Stati Uniti d'America e Unione Sovietica uno degli elementi principali fu la supremazia tecnologica come il miglioramento e il rafforzamento di armi di distruzione di massa nucleari d'inaudita potenza (bomba H) o il progresso in campo spaziale.


La guerra fredda si concretizzò di fatto nelle preoccupazioni riguardanti le armi nucleari; entrambe le parti auspicavano che la loro semplice esistenza fosse un deterrente sufficiente a impedire la guerra vera e propria.
Non era certo da escludere che la guerra nucleare globale potesse scaturire da conflitti su piccola scala, e ognuno di questi aumentava le preoccupazioni che ciò potesse verificarsi. Questa tensione influì significativamente non solo sulle relazioni internazionali, ma anche sulla vita delle persone in tutto il mondo.


Durante tutta la guerra fredda gli arsenali nucleari delle due superpotenze vennero costantemente aggiornati e ingranditi fino ad arrivare agli ultimi anni del conflitto (1979-1989), nei quali vennero negoziati gli accordi SALT, che portarono a sostanziali riduzioni del numero di ordigni strategici.





Bomba nucleare statunitense esplosa durante un test a Bikini, 1954. L'incubo nucleare fu una costante durante tutta la Guerra Fredda




Soldato statunitense interrogato da un ufficiale nordvietnamita, 1973


Ma la contrapposizione tra una corsa al riarmo apparentemente irrefrenabile e continui tentativi di controllo degli armamenti negoziati tra USA ed URSS o nell'ambito dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) fu costante.


Furono necessarie molte attenzioni e una buona dose di diplomazia per sedare sul nascere alcuni conflitti armati, al fine di prevenire una "guerra calda" che avrebbe rischiato di estendersi e intensificarsi.


Solo in alcune occasioni la tensione tra i due schieramenti prese la forma di conflitti armati, come la guerra di Corea, le guerre in Africa, la guerra del Vietnam, l'invasione sovietica dell'Afghanistan e gli scontri in America Centrale. Gran parte della guerra fredda si svolse invece attraverso conflitti indiretti, contro "nazioni surrogate"; in tali conflitti, le potenze maggiori operavano in buona parte armando o sovvenzionando i surrogati.


Altri conflitti erano ancor più sotterranei, perpetrati attraverso atti di spionaggio, con spie e traditori che lavoravano sotto copertura da entrambe le parti; in molti casi l'attività comportava reiterate uccisioni di individui delle rispettive compagini perpetrate dai vari servizi segreti.


La guerra tra agenti, nello spionaggio reciproco di obiettivi civili e militari potrebbe aver causato la maggior parte delle vittime della guerra fredda. Gli agenti venivano inviati sia dall'Est che dall'Ovest, e le spie venivano anche reclutate sul posto o costrette al servizio. Quando scoperte, a seconda della convenienza politica o pratica del momento, venivano uccise immediatamente o arrestate e successivamente scambiate con altri agenti, oltre a poter essere lasciate libere di agire, anche se sotto controllo, sia per poter individuare altri componenti che necessariamente costituivano la serie di contatti esistente della rete spionistica avversaria, sia per fornire false informazioni create ad hoc.




Su questo graffito del muro di Berlino ci sono Leonid Brežnev ed Erich Honecker che si baciano. La frase in alto in cirillico dice: "Signore! Aiutami a sopravvivere a questo amore letale".


Gli aerei spia e altri apparecchi da ricognizione venivano invece subito abbattuti al momento dell'individuazione.


Tali aspetti della guerra fredda, debolmente percepiti anche dai media, hanno avuto scarso impatto sull'opinione pubblica delle rispettive potenze. Va notato che URSS e USA non ruppero mai le relazioni diplomatiche nel corso della guerra fredda e che anzi queste furono intense e quasi mai apertamente conflittuali. Ad esempio il 30 agosto 1963 entrò in funzione la 'linea rossa', ovvero il primo collegamento telefonico tra Mosca e Washington.


Il punto caldo del conflitto in ambito europeo fu la Germania, e in particolare Berlino. Uno dei simboli più vividi della guerra fredda fu proprio il Muro di Berlino, che separava Berlino Ovest (controllata dalla Germania Ovest, assieme agli alleati di Francia, Regno Unito e Stati Uniti) dalla Germania Est, che la circondava completamente. Ad un tentativo di disimpegno iniziale intorno al 1950 con il ritiro di circa 30.000 uomini dalla Germania, gli USA e la NATO fecero seguire delle esercitazioni annuali, denominate Reforger (REturn FORces to GERmany), per mantenere una elevata capacità di risposta in caso di attacco convenzionale delle forze del Patto di Varsavia (alleanza militare tra gli alleati di Berlino Est).


Il 1º aprile 1954, l'URSS chiese ai capi di Governo di Francia, Stati Uniti e Regno Unito (con telegrammi separati) di “prendere in esame l'entrata dell'Unione Sovietica nel Trattato dell'Atlantico del Nord“, seguita alla proposta russa alle Nazioni Unite di un patto per il disarmo nucleare e per la riduzione delle armi di distruzione di massa.


L'Unione Sovietica propone un General European Treaty, alternativo alla NATO, di cui non era firmataria, poiché alla conferenza di Berlino i portavoce di Francia, USA e Regno Unito ribadirono che la NATO è un patto difensivo, non diretto contro alcun Paese o gruppo di Paesi, ignorando in questo modo la minaccia sempre attuale di un attacco da parte della Germania[200]. La proposta suggeriva la creazione di un Esercito di Difesa Europeo, sotto l'egida delle forze armate di sei Paesi (Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania Ovest), incorporando soprattutto la Germania Ovest nella Comunità di Difesa Europea anche per prevenire il pericolo di un riarmo e la rinascita del militarismo tedesco, che i vincitori della guerra si erano impegnati a contrastare (USA, UK, URSS e Francia).


L'URSS riteneva che la NATO -di cui non era firmataria ma dal quale era anche esclusa - fosse un patto anti-russo a carattere aggressivo, e chiedeva di entrarne a far parte[201]. L'Unione Sovietica auspicava che la NATO assumesse un carattere di alleanza difensiva, non offensiva, con l'attenzione rivolta a prevenire la rinascita di qualsiasi gruppo armato in Germania, aperta agli altri Paesi europei per realizzare in questo modo il sistema di sicurezza collettivo nel continente, in accordo con lo Statuto delle Nazioni Unite, e muovendo dal presupposto che le due guerre mondiali erano state precedute e favorite da alleanze militari contrapposte tra Paesi che divisero l'Europa in due gruppi nemici.


Dopo una discussione accesa e con esiti negativi a Berlino, la risposta fu secca: ‘la richiesta è per sua natura surreale e non merita una discussione'. Secondo il documento sovietico, la principale divergenza a Berlino era dovuta alla partecipazione degli USA ad un General European Treaty, chiesta dal governo USA e sostenuta con forza dagli alleati Francia e Regno Unito, a cui ora la Russia dava il suo nulla-osta.



Studi |




Equipaggio USA di un M-24 sul fronte del Fiume Naktong durante la guerra in Corea, 17 agosto 1950


Negli studi occidentali sulla Guerra Fredda vengono solitamente individuati tre distinti periodi. Per più di un decennio dopo la fine della seconda guerra mondiale, pochi storici americani videro qualche ragione per sfidare l'interpretazione ufficiale statunitense sull'inizio della guerra fredda: ovvero che il deterioramento fosse il risultato diretto della violazione, da parte di Stalin, degli accordi di Jalta, dell'imposizione di governi dominati dai sovietici su un'Europa Orientale riluttante e di un aggressivo espansionismo sovietico.




Squadra speciale del KGB durante l'invasione sovietica in Afghanistan, 1982-1983 circa





Contadini cinesi durante la Rivoluzione Culturale, 1970


Ad ogni modo, storici successivi, in particolar modo William Appleman Williams nel suo La tragedia della diplomazia americana (1959) e Walter LaFeber in 'America, Russia and the Cold War, 1945-2006 (1966) (10th ed. 2006), dettagliarono una preoccupazione preponderante: l'impegno statunitense a mantenere una "porta aperta" per il commercio americano nei mercati mondiali. Alcuni storici hanno sostenuto che le provocazioni e le ambizioni imperiali statunitensi furono da condannare parimenti, se non maggiormente. Secondo Zbigniew Brzezinski[202], la Guerra Fredda sarebbe stata l'immediata e ininterrotta continuazione della II guerra mondiale con la Russia, unica superpotenza rimasta in campo nello scacchiere mondiale a poter contendere con gli Stati Uniti l'egemonia militare ed economica planetaria.


Negli ultimi anni della guerra fredda ci furono tentativi di forgiare una sintesi post-revisionista da parte degli storici. Dalla fine della guerra fredda, la scuola post-revisionista è quella dominante. Prominenti storici post-revisionisti includono John Lewis Gaddis e Robert Grogin. Essi, piuttosto che attribuire l'inizio della guerra fredda a una delle due superpotenze, si concentrano sulla mutua errata percezione, sulla mutua reattività e sulla responsabilità condivisa tra le superpotenze. Prendendo a prestito dalla scuola realista delle relazioni internazionali, i post-revisionisti essenzialmente accettano le politiche statunitensi in Europa, come l'aiuto alla Grecia nel 1947 e il Piano Marshall, sebbene non con pari enfasi accolgano gli analoghi interventi economici sovietici.





Buzz Aldrin passeggia sulla Luna, 20 luglio 1969


Secondo questa sintesi, le "attività comuniste" non furono la radice delle difficoltà dell'Europa Occidentale, ma piuttosto furono gli effetti deleteri della guerra sulle strutture economiche, politiche e sociali dell'Europa. In aggiunta, il Piano Marshall ricostruì un sistema economico occidentale funzionante, che contrastò il fascino elettorale della sinistra radicale. Per l'Europa l'aiuto economico pose fine alla carenza di denaro e stimolò l'investimento privato nella ricostruzione del dopoguerra. Per gli USA il piano li risparmiò da una crisi di sovrapproduzione e mantenne sostenuta la domanda per le esportazioni americane.


L'alleanza della NATO sarebbe servita per integrare l'Europa occidentale in un sistema di patti di mutua difesa, fornendo quindi una salvaguardia contro la sovversione o la neutralità all'interno del blocco. Rigettando l'assunto che il comunismo fosse un monolito internazionale con disegni aggressivi sul "mondo libero", la scuola post-revisionista ciononostante accetta le politiche statunitensi in Europa come una reazione necessaria per affrontare l'instabilità europea, la quale minacciava di alterare drasticamente l'equilibrio del potere in maniera favorevole all'URSS e di devastare il sistema politico ed economico occidentale.


Molti osservatori di varie fedi politiche pensano oggi che gli Stati Uniti agirono in modi che né la loro costituzione né il sentimento nazionale potrebbero supportare[203] (come combattere guerre non dichiarate senza l'esplicito supporto del Congresso). I capi degli Stati Uniti, sia politici che militari, citano comunemente la minaccia percepita alla loro sicurezza come giustificazione per le loro azioni. In molte zone del mondo, la popolazione locale sentì di essere manipolata ed abusata da entrambe le potenze. Gran parte dell'anti-americanismo di nazioni come l'Afghanistan viene attribuito ad azioni portate avanti dagli Stati Uniti stessi. Durante il conflitto con l'Unione Sovietica, gli USA sovvenzionarono e armarono i Mujaheddin, nella loro lotta per respingere l'occupazione sovietica, ma si tirarono fuori e li abbandonarono al loro destino una volta che l'URSS si era ritirata dalla regione.



Dopo la fine della guerra fredda |


Il 28 giugno 1991 viene dichiarato sciolto il Comecon ed il 1º luglio il Patto di Varsavia; questi due eventi sanciscono quantomeno simbolicamente la fine dell'influenza della Russia sovietica nell'Europa orientale e quindi la fine della guerra fredda comunemente intesa.


Nonostante la guerra fredda si sia conclusa con lo scioglimento dell'Unione Sovietica, non ha avuto fine, tuttavia, il rapporto di strisciante sfiducia fra il blocco occidentale e la Federazione Russa, che, pur in una situazione di integrazione economica sempre più marcata, ha registrato, durante gli anni 2000, alcuni episodi di vera e propria contrapposizione, in particolar modo tra USA e Russia.


La guerra in Iraq, portata avanti nel 2003 da USA, Regno Unito e altri alleati (fra cui l'Italia) è stata vivamente osteggiata dalla Federazione Russa.


Attorno agli anni 2006 e 2007 i rapporti tra USA e Russia sono diventati ancor più tesi per questioni riguardanti lo Scudo spaziale e il Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa.


La proposta statunitense di installare basi di difesa missilistica a terra in Polonia e Repubblica Ceca, nonché la prospettata creazione di basi militari in Romania e Bulgaria ha visto una forte opposizione russa, la quale denunciò i piani statunitensi come la violazione del Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa. La situazione è culminata il 26 aprile 2007, quando il presidente russo Vladimir Putin annunciò l'intenzione di porre una moratoria al Trattato fino a che tutti i paesi non lo avessero ratificato e avessero iniziato ad implementarlo. Nel dicembre 2007 la Duma votò favorevolmente alla sospensione del trattato. Verso agosto 2007 la Russia per la prima volta dallo scioglimento dell'Unione Sovietica ripristinò su Europa, Pacifico e Atlantico voli strategici permanenti di aerei militari a lungo raggio.


Nell'agosto 2008, a causa della guerra nell'Ossezia del Sud, i rapporti tra la Russia e il mondo occidentale, in particolar modo gli Stati Uniti, diventarono ancora più tesi. Il 20 agosto 2008 la firma dell'accordo sullo scudo antimissile tra USA e Polonia[204] crea ancora più tensione internazionale. Il giorno successivo Mosca annuncia l'intenzione di voler interrompere ogni collaborazione con la NATO[205].
Malgrado gli eventi negativi, l'ascesa alla Casa Bianca del Presidente Barack Obama e l'avvento della sua nuova linea di politica estera ricominciò a rendere più amichevoli i contatti fra le due superpotenze.


Ma nel febbraio 2014 iniziò la crisi della Crimea, dove gli abitanti, in maggioranza di etnia russa, si opposero al nuovo governo ucraino chiedendo l'indipendenza per poi potersi associare alla Federazione russa. Nei primi giorni di marzo la Russia inviò truppe regolari in aiuto dei filorussi, e pose il blocco al porto di Sebastopoli con la sua Marina. L'11 marzo la Crimea si proclamò indipendente come Repubblica autonoma di Crimea, e ciò venne confermato dal referendum del 16 marzo. Infine il 18 marzo essa venne annessa alla Russia, come distretto federale. Tuttavia l'Unione Europea e gli Stati Uniti dichiararono questa annessione illegittima, in quanto contraria alle leggi internazionali e alla sovranità ucraina.
Tale situazione conflittuale si è acuita in tempi recenti a causa della contrapposizione fra l'Ucraina e la Russia circa il destino dell'Oblast' di Donec'k che, con l'aiuto militare della Russia, si è reso parzialmente indipendente dall'autorità ucraina e avrebbe optato, tramite referendum, per l'unione con la Federazione russa.



Cronologia degli eventi principali |






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Lo stesso argomento in dettaglio: Cronologia della guerra fredda.


La guerra fredda e la cultura statunitense |




Parata della Nationale Volksarmee a Berlino Est per il XXV anniversario della costruzione del muro di Berlino, 1986, Bundesarchiv


Assieme alla guerra del Vietnam, la Guerra fredda ha segnato profondamente la cultura e l'immaginario collettivo degli Stati Uniti e oltre.
Negli anni cinquanta, la popolazione civile in America venne costretta a esercitazioni contro i raid aerei e incoraggiata a costruirsi dei rifugi antiatomici personali. Questo atteggiamento di paura raggiunse i livelli più alti durante la crisi missilistica di Cuba, risolta in extremis da Kennedy (poi assassinato) e Chruščëv (successivamente sostituito e ritiratosi a vita privata) e col passare degli anni svanì; comunque, la consapevolezza della guerra e delle sue potenziali conseguenze fu una costante. Le indicazioni per i rifugi nei grossi edifici, le proteste sul posizionamento di missili nucleari a corto raggio in Germania, Cuba e Turchia, lo spesso citato orologio dell'apocalisse nucleare, le fotografie di cadaveri impigliati nel filo spinato del Muro di Berlino, così come film tipo A prova di errore, Wargames - Giochi di guerra, Alba rossa e The Day After - Il giorno dopo mantennero alta la consapevolezza.




Durante il maccartismo i servizi di sanità pubblica (vaccinazione, assistenza psicologica, fluorizzazione dell'acqua) vennero bollati come strumenti "comunisti" per il lavaggio del cervello.


La principale conseguenza diretta del particolare clima creatosi negli Stati Uniti con la guerra fredda, fu il maccartismo, una serie di inchieste politico-giudiziarie svoltesi fra gli anni quaranta e cinquanta, tese a colpire qualunque possibile "influenza comunista" negli apparati dello Stato, e persino nei comportamenti di singoli individui. Tali inchieste, condotte spesso anche in palese contrasto con i principi costituzionali e giuridici statunitensi, colpirono numerosi soggetti, in molti casi soltanto sulla base di un semplice sospetto.


Fra di essi vi furono anche famosi personaggi della cultura e dello spettacolo, tanto che la paura di incappare nelle maglie delle inchieste anticomuniste finì per condizionare anche le scelte artistiche di scrittori, registi e produttori cinematografici che, salvo eccezioni, dovettero sempre tenersi, in quegli anni, su una linea "politicamente corretta". Il maccartismo fu figlio del clima di tensione e paura creatosi a partire dai tardi anni quaranta, ma certamente, con i suoi processi accusatori e la sua caccia spesso immotivata al traditore, finì per essere al tempo stesso moltiplicatore di tale clima di paura, grazie anche alla risonanza che tali vicende avevano presso i mass media.


La guerra fredda ispirò molte case cinematografiche e molti scrittori, risultando in un enorme numero di libri e film, alcuni più fantasiosi (come la serie dedicata a James Bond), altri più realistici e dettagliati; in particolare John Le Carré e più tardi Tom Clancy furono maestri nel descrivere vividamente gli agenti segreti e la guerra di spionaggio che avveniva sotto la superficie. Anche Rocky IV ebbe la sua valenza simbolica, circa la rappresentazione vittoriosa e buona degli Stati Uniti.




Note |




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    «The Soviet groups proceed from the fact the NATO establishes a closed group of countries and ignores the problem of a fresh German aggression.[..] The NATO cannot but be regarded as an aggressive pact directed against the Soviet Union»





  201. ^



    «The NATO could lose its aggressive character, that is, if all the big powers which belonged the anti-Hitler coalition, became its partecipants.[..] The Soviet Government states its readiness to join with the interested governments in examining the matter of having the Soviet Union partecipate in the Noth Atlantic Threaty»





  202. ^ ‘La Grande Scacchiera – Il Mondo e la Politica nell'Era della Supremazia Americana


  203. ^ http://www.corriere.it/cronache/14_ottobre_28/cia-guerra-sporca-quei-mille-nazisti-arruolati-contro-sovietici-4938b5be-5e6b-11e4-9933-2a5a253459da.shtml, CIA, la guerra sporca e quei mille nazisti arruolati contro i sovietici, in Corriere della sera, 28 ottobre 2014.


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  205. ^ Russia: Stop alla collaborazione con la NATO, in La Repubblica.



Bibliografia |




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Voci correlate |









  • Anni di piombo

  • Arma nucleare

  • Armi di distruzione di massa

  • Blocco occidentale

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  • Conflitti nei blocchi durante la guerra fredda

  • Corsa agli armamenti

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Collegamenti esterni |






  • Guerra fredda, su Dizionario storico della Svizzera, hls-dhs-dss.ch. Modifica su Wikidata


  • Guerra fredda, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Modifica su Wikidata


  • (EN) Guerra fredda, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata


  • (EN) Guerra fredda, su The Encyclopedia of Science Fiction. Modifica su Wikidata

  • Dalla Grande Alleanza alla Guerra Fredda. Parte I - Il fallimento di Jalta, n. 20, InStoria, agosto 2009.

  • Cronologia della Guerra fredda - Quaranta anni dietro la cortina di ferro, La Storia siamo noi.

  • Guerra fredda, Treccani.


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